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Articoli 23/06/2011

Vent’anni sono passati e molta strada è stata fatta
Cronaca di un ventennale che in molti non pensavano potesse arrivare

Vent’anni sono passati e molta strada è stata fatta
Cronaca di un ventennale che in molti non pensavano potesse arrivare a 14 anni si consegue il patentino per il ciclomotore, a 16 la patente di categoria A, a 18 anni si è pronti per la patente B… a 20 anni bisogna essere soci Asaps…

…e siamo ancora qua! … eh già! … con queste parole prese a prestito dal Vasco nazionale, alle 10.00 di sabato 28 maggio Giordano Biserni, presso l’Hotel Globus di Forlì, ha aperto il convegno “Il ruolo della comunicazione per una più efficace sicurezza stradale” che, alla presenza di circa duecentocinquanta partecipanti e delle massime Autorità, ha celebrato i primi 20 anni dell’A.S.A.P.S., Associazione Sostenitori Amici della Polizia Stradale, sul fronte dell’impegno profuso per la sicurezza stradale.

Quanto ha contato e che importanza ha avuto la comunicazione in questi vent’anni di Asaps? Tantissimo oseremmo dire, e la riprova si rinviene nei temi del convegno che va a suggellare e riassumere, attraverso il ruolo che ha avuto la comunicazione, l’attività svolta dall’Asaps in questi vent’anni.

Gli ospiti, esperti e amici dell’Asaps, seduti al tavolo dei relatori sono tra le più grandi firme del giornalismo, ed hanno accompagnato l’attività dell’associazione dalla sua nascita… fin da quel lontano 1991 quando in terra di Romagna, da un manipolo di appartenenti alla Polizia Stradale dei reparti operanti in quel territorio, nasceva qualcosa che in Italia ancora non si era visto … alcuni dicevano che stava costituendosi il sindacato degli stradalini per far concorrenza alle sigle già esistenti… niente di più falso e sbagliato… ed i fatti lo hanno dimostrato!

…certo non è facile per nessuno sintetizzare 20anni in poche battute… né abbiamo l’ardire o la presunzione di farlo… Sono passati questi vent’anni e come nel romanzo di Alexandre Dumas “Vent’anni dopo” i tre moschettieri, che nel frattempo si sono moltiplicati diventando molti… ma molti di più… si parla, infatti, di oltre venticinquemila adesioni, si trovano quest’oggi a fare il bilancio delle loro gesta… senza proclami… senza autoreferenziarsi… ma solo attraverso l’escursus di quanto è stato fatto per contribuire ad abbattere la vera e propria mattanza stradale… nel 1991, infatti si contavano oltre ottomila vittime con 340.000 feriti… oggi, anche grazie all’Asaps la mortalità si è dimezzata…

 

Prima di dare la parola ai relatori Giordano Biserni, il Nostro presidente, ha consegnato una targa commemorativa a Sergio Savi fratello della signora Antonella Savi, la 49enne infermiera di Tivoli che, nella notte del 7 settembre 2010 sull’autostrada A24, dopo essere scesa dalla sua automobile per soccorrere i feriti di un incidente stradale, venne falciata sull’asfalto per mano di un pirata della strada, fulgido esempio di generoso altruismo sulla strada, dove regnano sovrane invece indifferenza e pirateria stradale.

Sono state poi consegnate alcune medaglie commemorative alla memoria:

- a Stefano Biondi, agente in forza alla Sottosezione autostradale di Modena (e nostro referente) ucciso da due trafficanti di droga il 20 aprile 2004, consegnata alla mamma Loredana. Proprio quest’anno, uno dei due trafficanti condannati per i crimini connessi all’uccisione di Stefano è stato arrestato da una volante della Questura di Bologna nel corso delle fasi successive a una rapina. Il criminale, che era stato ammesso alla semilibertà, era armato di una calibro nove;

- a Luigi D’Andrea, maresciallo della Stradale di Bergamo ucciso da Vallanzasca a Dalmine il 6 febbraio 1977, insieme al collega Renato Barborini. Il riconoscimento è stato consegnato nelle mani della moglie Gabriella Vitali, che lotta, fin da allora, affinché l’assassino di suo marito, che deve scontare 4 ergastoli e 260 anni di reclusione, non torni in libertà, come invece sembra che qualcuno voglia a tutti i costi;

- a Pierluigi Giovagnoli, sovrintendente della Polizia Stradale di Forlì, ucciso da un ubriaco durante la scorta ad una gara ciclistica il 24 maggio 2003. Tempo dopo, al processo per la sua morte, il giudice avvertì la Polizia Stradale che uno dei testimoni della difesa che si erano presentati al processo, era in stato di ebbrezza, e ordinò di seguirlo. Gli agenti lo pedinarono fino ad un bar, dove si incontrò con l’imputato. Quando ripartirono andarono a sbattere contro un palo. Erano ubriachi. La medaglia è stata consegnata alla moglie di Pierluigi, Patrizia Piovaccari;

- a Vittorio Mirolla, ispettore da poco in pensione, stroncato da male incurabile nella sua città adottiva, Verbania, pochi giorni prima di questo ventennale. Vittorio, instancabile socio fondatore dell’Asaps, ha voluto restare con noi fino all’ultimo. Il riconoscimento è stato consegnato nelle mani della moglie Elena e del figlio Alex.

Degno di nota il fatto che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito al convegno una propria medaglia di rappresentanza.

Il convegno è poi entrato nel vivo.

Giordano Biserni ha parlato senza mezzi termini di scommessa vinta, snocciolando le cifre della sinistrosità italiana dal dopoguerra ad oggi (400mila vittime) e spiegando, con un appassionato atto d’accusa rivolto al cinismo ed all’indifferenza che caratterizza il mondo moderno, il segreto del suo/nostro modo di comunicare con il mondo esterno e di interazione con lo stesso. Biserni ha anche spiegato quanto sia cambiato, questo mondo, nei vent’anni di Asaps: siamo passati da spot come quello dell’amaro buonissimo che fa benissimo al dibattito sull’opportunità o meno di continuare a reclamizzare le bevande alcoliche. Persino George Clooney si è convertito al caffè, viaggiando in auto rigorosamente cinturato. L’informazione resta, secondo il presidente dell’Asaps, fortemente drogata. Il successo dell’associazione è nei numeri che solo lei riesce a dare, nella numerazione dei cavalcavia, nell’apposizione dei cartelli per evitare il contromano, nella battaglia contro i 150 in autostrada, nell’impegno per la moltiplicazione degli etilometri, nell’ottenimento della confisca dell’auto per gli ubriachi over 1,5 g/l e drogati alla guida.

Il microfono è passato poi a Mauro Tedeschini, ex direttore di Quattroruote ed attualmente impegnato ai microfoni di Isoradio.

Il giornalista ha incentrato il suo intervento su quel che resta da fare: ha ricordato i suoi esordi da cronista del Carlino con le mamme antirock per ricordare quanto bisogno ci sia ancora oggi di sapere. “Quanti utenti – ha detto – non sanno ancora oggi che le cinture di sicurezza sono obbligatorie anche dietro? Quanti sanno che cos’è lo spazio d’arresto? Perché nessuno spiega quanta lucidità è sottratta dall’assunzione anche moderata di bevande alcoliche?”

Tedeschini ha spiegato che l’Asaps è l’angelo custode della stampa che, troppo spesso, non riesce ad uscire dal proprio peccato originale: l’emotività. “Basta fare una telefonata a Forlì ed abbiamo tutte le risposte pronte. L’informazione italiana è migliore, grazie all’Asaps, alle sue proposte, alle sue ricerche e alle sue risposte”. Il giornalista modenese ha infine ribadito l’indipendenza dell’Asaps, “…sempre in buona fede e fuori dagli interessi. Nella comunicazione è importante essere liberi”.

La libertà di dire, di smascherare e di protestare ha sempre animato le “Istruzioni per l’uso” di Emanuela Falcetti, partner storica dell’Asaps nel suo percorso comunicativo. Emanuela era in collegamento telefonico da Roma, impossibilitata a presenziare per la fitta rete dei suoi impegni. La radiogiornalista ha lanciato un vero e proprio atto d’accusa, da paladina dei consumatori quale ormai è diventata, alla scandalosa condizione delle strade italiane, alla mancanza di controlli, all’impunità che regna sovrana, ripercorrendo, con uno spaccato sociologico di come è cambiato il modo di raccontare la strada nei vent’anni di vita dell’associazione forlivese, ricordando le alzatacce del presidente dell’Asaps che da 14 anni porta nelle trasmissioni di Emanuela il suo contributo di chiarezza sui temi della circolazione e della sicurezza sulle strade.

L’intervento di Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, è stato tutto un ripercorrere la storia del suo legame con l’Asaps. “Non è un caso che l’Asaps sia nata a Forlì – ha detto – visto che in questa città è nato, con Maria Belli, la “pasionaria” storica delle mamme romagnole antirock, e del professor Ubaldo Mengozzi, presidente dell’associazione dei Medici d’Urgenza, il concetto di “strage del sabato sera”. Un provvedimento dell’allora presidente del consiglio Giulio Andreotti limitò nel 1991 l’orario delle discoteche alle 2 del mattino, ma il provvedimento fu impugnato e annullato. Da allora sono morti 10mila giovani, senza contare gli invalidi. È qui che Giovanardi parla di comunicazione. “La stampa – ha detto – ci ha aiutato, ma non tutta. Molti giornali sposarono la causa delle discoteche e sembrava che non importasse a molti del bollettino che noi davamo al lunedì. Con Roberto Rocchi (consigliere nazionale Asaps, NdR) andavamo a protestare davanti ai locali ogni sabato sera”.

Vincenzo Borgomeo, capo di Repubblica Motori che da molti anni attinge quotidianamente al sito dell’Asaps in materia di sicurezza stradale, si è esibito in una vera e propria Lectio Magistralis sugli ingredienti vincenti della comunicazione da parte del portale e della rivista Il Centauro: la semplicità e la direzionalità con cui le notizie vengono date.

“Quando ho visto i primi comunicati dell’Asaps – ha detto – mi sono chiesto: ma questi sono poliziotti o professionisti della comunicazione? Se cerchi dati e statistiche dopo un certo evento, vai sul loro sito e li trovi. E poi il modo diretto di dire le cose: come a Zelig”.

Borgomeo ha preso la copertina di una rivista e l’ha esibita al pubblico in sala, spiegando che il segreto del successo è quello. Non ci si perde mai, nel leggere i numeri del Centauro: quel che c’è in copertina lo ritrovi dentro, fino all’ultima pagina. “Ciò è raro”.

Franco Fregni, direttore della Voce di Romagna, ha spiegato che l’informazione locale riesce comunque ad attingere alle notizie dell’Asaps perché i fenomeni della strada sono spesso uguali ovunque. Il caso è quello dei cosiddetti scooteristi di ritorno o della manifesta incapacità di molti dueruotisti di condurre moto mascherate da scooter con il risultato di ammazzarsi sulle strade di Romagna.

Nestore Morosini, tra i primi giornalisti della stampa nazionale ad aderire all’Asaps, ha raccontato, da vecchio lupo della cronaca qual è, quanto sia importante il modo in cui si comunica la notizia alla stampa. “Mentre Biserni parlava dei quattrocentomila morti dal dopoguerra ad oggi – ha detto – io ho lanciato la notizia sul sito e ora la stanno riprendendo tutti i maggiori media del paese. Ecco: questo è il modo giusto di parlare. Morosini è stato per anni redattore capo al Corriere della Sera ed ora lavora per il portale Virgilio, continuando a dar voce all’attività della nostra associazione con forte slancio e convinzione.

Il microfono è poi passato nelle mani di Maria Patrizia Lanzetti, direttore de Il Corriere di Romagna.

“Il mio è un giornale locale – ha detto – e non passa giorno in cui non mi debba confrontare con incidenti stradali gravi. Per fare bene il nostro mestiere dobbiamo essere innanzitutto precisi. Possiamo fare qualcosa di più? È possibile per un giornale, dopo una fase prepositiva e punitiva entrare in una fase strategica? Dobbiamo farci promotori di iniziative, temere alto il dibattito. Dobbiamo portare i lettori e i nostri interlocutori su come sia possibile arrivare a spostarci sui nostri territori in modo più sicuro. Anche sull’uso dei mezzi pubblici delle ferrovie dimenticate”.

Infine Pierluigi Visci, direttore del Quotidiano Nazionale, che ha chiuso i lavori, tirando le somme di un convegno che è stato soprattutto comunicazione, al di là della voglia che avevamo di parlare bene di noi stessi

“Chi fornisce informazioni alla stampa come l’Asaps – ha detto – ha un ruolo essenziale. La stampa stessa, se fa bene il suo lavoro, ottiene risultati incredibili. La nostra battaglia: per un anno abbiamo battuto la E45 in lungo e in largo e finalmente, con la nostra insistenza, il presidente dell’Anas Pietro Ciucci ci ha rilasciato un’intervista, nella quale ha dichiarato che la E45 è una strada malata, irrecuperabile”. Il direttore del QN ha confermato l’impegno del suo giornale su questo fronte con una informazione precisa e puntigliosa alla quale l’Asaps ha dato in tutti questi anni il suo prezioso contributo.

Corre quindi l’obbligo di ringraziare tutti, davvero tutti, dai relatori che hanno animato questo straordinario convegno a tutta l’organizzazione… lo staff forlivese, che in questi 20anni ha lavorato continuativamente per garantire l’invio dei notiziari, dei libri, delle riviste, e di tutto ciò che Asaps ha prodotto per i suoi soci anche nel più piccolo e sperduto borgo della nostra bella Italia, uno staff che ha sopportato sulle proprie spalle anche i momenti più tristi, e sono stati tanti ve lo garantiamo, ma che alla fine hanno temprato ancor di più il carattere di questi uomini che con la loro tenacia hanno ancor di più fatto crescere l’Associazione… Grazie… grazie davvero a tutti i consiglieri nazionali, ai referenti, agli iscritti di tutte le divise della strada ed a tutti i sostenitori della società civile, a tutti i nostri amici e simpatizzanti… diciamo grazie anche a chi, con una punta d’invidia, in tutto questo tempo ci ha voluto anche un po’ male e non per questo è riuscito a scalfirci… infatti noi siamo ancora qua!

… l’Asaps oggi festeggia 20 anni, l’età della maturità e della consapevolezza … spegniamo assieme le venti candeline di questo meraviglioso compleanno… con noi oggi ci sono tutti i nostri caduti che dal cielo ci sorridono…

…buona strada a tutti…


Rassegna stampa sul 20° Anniversario Asaps



L’ASAPS, vent’anni Insieme
Il testo riassuntivo della relazione del presidente dell’Asaps al convegno
“Il ruolo della comunicazione per una migliore sicurezza stradale”

 

 


Di Gianluca Fazzolari e Lorenzo Borselli

Giovedì, 23 Giugno 2011
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