Giovedì 25 Aprile 2024
area riservata
ASAPS.it su
Articoli 10/06/2011

Vicenza: morta suicida la mamma di Alex Di Stefano, ucciso da un coetaneo ubriaco e drogato che aveva imboccato contromano la tangenziale

Diamo tutti i numeri della nostra impotenza (i contromano e i suicidi)

La scena del contromano in Tangenziale, a Vicenza (foto tratta da Il Giornale di Vicenza)

(ASAPS) FORLÌ, 6 giugno 2011 – Ci sono giorni in cui vorremmo non aver mai avuto ragione: ci riferiamo al contromano letale di Vicenza, in cui ha perso la vita Alex Di Stefano, 24 anni, e al suicidio della madre della vittima, Carla Tessari, di 48.
Entrambi morti per le conseguenze di una condotta criminale: chi ha imboccato contromano la tangenziale di Venezia, un giovane di 22 anni che si trovava in compagnia di una ragazza più o meno coetanea, aveva alcol e droga nel sangue.
Torniamo alla retorica, poi daremo i numeri.
Ci sono giorni in cui, proprio, non vorremmo dover aprire il giornale o aggiornare i report dei nostri osservatori, specialmente quando, come nel caso della tremenda sequenza di notizie giunte in redazione da Torri di Quartesolo (Vicenza), un solo evento ci costringe a riempire quasi tutte le caselle di rilevazione.
Ci sono giorni in cui vorremmo spaccare il computer e andarcene lontani dalle strade, dagli asfalti, dal rumore dei propulsori e da molti sgarrupati (tanto per usare un aggettivo in forma flessa di chiara derivazione napoletana) che sanno solo spingere su quei pedali per andare da un punto A ad un punto B.
Magari bevuti, drogati, stanchi o anche solo incazzati.
Proprio ora che la nostra incondizionata adesione alla proposta di legge popolare sull’introduzione di una quarta forma di omicidio, quello stradale, voluta dall’associazione Lorenzo Guarnieri di Firenze, sembra aver ottenuto un grande successo partecipativo.
Migliaia di adesioni in pochi giorni vorranno dire qualcosa no?
Ok.
È evidente che nonostante la crescente attenzione, sulle strade è consentita troppa libertà. Non di movimento o di circolazione; non dell’accezione del sostantivo che si oppone a schiavitù o prigionia. Intendiamoci bene: parliamo di “libertà” come affrancamento da ogni regola. Libertà di fare tutto ciò che è lesivo della vita altrui.
Bere fino a riempirsi il naso di vino, birra o superalcolici potrebbe anche essere un fatto personale. Così anche drogarsi che, più o meno (se si eccettua il fatto che la droga è illegale) è la stessa cosa.
Chi accetterebbe, dopo aver ottenuto il divieto di fumo nei locali pubblici, di sedere a tavola accanto a una persona che si accende sigaretta, sigaro o pipa?
Dunque: perché dobbiamo tollerare che sulla strada qualcuno “fumi” vino, birra, superalcolici, hascisc, acidi, cocaina, eroina e tutte le sostanze psicoattive note o non note, e che questo poi incroci la nostra rotta e ponga fine alla nostra vita?
Diamo i numeri, allora. Numeri veri, quelli degli osservatori Asaps.
Vogliamo parlare di contromano?
Mentre l’Europa trema per i cetrioli killer, in Italia, dal 1° gennaio al 5 giugno, si sono registrati 110 veicoli lanciati in direzione contaria, 64 dei quali (58,2%) in strade a doppia carreggiata. Si tratta di un fenomeno che quest’anno ha già fatto segnare tre vittime in più di tutto il 2010, a causa di alcuni eventi plurimortali: abbiamo infatti 23 persone uccise (18 gli eventi mortali, pari al 16,4%) e 92 ferite (in 31 incidenti con lesioni, il 28,2% del totale). Nel 2010 contammo 20 morti e 166 feriti.
Se si tiene conto che 51 veicoli contromano sui 110 rilevati (46,4%) sono stati bloccati dalle forze di polizia e che altri 8 sono veicoli che hanno percorso considerevoli tratti di strada riuscendo poi autonomamente ad uscire indenni da tali situazioni (7,3%), è evidente che quando gli eventi sono caratterizzati da collisione, dunque 51 (mentre 59 sono quelli risolti o con il fermo del veicolo o con il suo autonomo disimpegno) ci scappa sempre il morto o il ferito.
In 28 casi è stata accertata l’ebbrezza del conducente (25,4%), mentre in altri 5 (4,5%) Polizia Stradale e Carabinieri hanno verificato la presenza di droghe. Il 14,5% degli episodi, 16 in tutto, è stato invece innescato da conducenti anziani, over 70, mentre il 10,9% (12 eventi) ha visto protagonisti cittadini stranieri.
Ma certi numeri non sempre finiscono qui.
La strada, quando uccide, non falcia solo le vite di chi la percorre. Arriva lontano, subdolamente. Strazia il cuore di chi resta, distrugge la vita dei superstiti, spesso segnati per sempre dalle ferite, rende insopportabile, perché inaccettabile, il modo in cui tutto avviene.
Nell’osservatorio che Asaps ha istituito per monitorare il fenomeno dei suicidi successivi ad eventi occorsi sulla strada, è finito anche il contromano letale di Vicenza. Dal 1997 ad oggi i casi italiani di suicidio o tentato suicidio di cui abbiamo trovato traccia sono 33, 23 dei quali sono purtroppo riusciti (21 dal 2009).
Una prima scomposizione ci ha permesso di accertare che 20 episodi (61%) sono riconducibili al ritiro della patente a seguito di un’infrazione legata all’uso di alcol e droga. Infatti in 17 casi la conseguenza è stata la guida in stato di ebbrezza da alcol, in 3 episodi la guida sotto l’effetto di stupefacenti. Solo in due casi era stata accertata un’infrazione ordinaria.
Sono 2 i casi conseguenti a bocciatura all’esame per la patente di guida. Mentre sono 9 gli episodi conseguenti ad incidenti stradali. 4 gli episodi indiretti, cioè del suicidio di un componente la famiglia e non del conducente, come nel caso di Carla Tessari.
In 4 casi è emerso un elemento di carattere psichiatrico e in 3 il rimorso, ma su questo ultimo elementi numerosi episodi saranno sfuggiti all’osservazione.
La maggior parte dei suicidi o dei tentativi ha visto come protagonisti ragazzi, in particolare sotto i 25 anni, con 12 casi (36,4%). Nella classe d’età da 25 a 40 anni 6 episodi (18,2%), fra i 40 a 50 anni 6 gesti estremi (18,2%), da 50 a 60 anni 2 casi (6,1%), e altri 4 sopra i 60 anni (12,1%). Di alcuni episodi non è stato possibile risalire all’età.
Una inchiesta completa del’Asaps sui suicidi è stata pubblicata sulla rivista il Centauro del giugno 2010 ed è riproposta sul portale dell’associazione www.asaps.it . (ASAPS)

 


di Lorenzo Borselli

Venerdì, 10 Giugno 2011
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK