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Rassegna alcol e guida del 28 gennaio 2010

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta

COMUNICATO

Presentazione “Vino e bufale” a Pove del Grappa (VI)

http://www.comunedipove.it/component/content/article/55-notizie/154-tutte-le-bufale-sl-vino.html

Venerdì 29 novembre, presso la Sala Polivalente di Piazza Europa a Pove del Grappa, a partire dalle 20.30 io e Enrico Baraldi per la prima volta sperimenteremo una presentazione innovativa ed originale del nostro libro “Vino e bufale – tutto quello che vi hanno sempre dato da bere a proposito delle bevande alcoliche”.

L’incontro è aperto a tutti.

Vi aspetto.

Alessandro Sbarbada

REPUBBLICA SALUTE

LA NOTIZIA

Un bicchiere di barolo contro l’ipertensione E’ il legno che fa la differenza

Il legno di quercia usato per invecchiare il vino rosso rilascia sostanze efficaci per dilatare i piccoli vasi sanguigni e, quindi, per combattere l’aumento della pressione arteriosa. Lo rileva una ricerca tutta italiana

Il barolo invecchiato in botti di rovere è il miglior amico dei vasi sanguigni. Ed è il legno di quercia ad arricchire il vino rosso con sostanze efficaci nel dilatare i piccoli vasi sanguigni e, quindi, nel combattere l’ipertensione. Lo ha scoperto una ricerca italiana pubblicata nell’edizione online dell‘American Journal of Hypertension.

Nello studio, condotto dall’università di Brescia con il coordinamento di Enrico Agabiti Rosei, sono stati analizzati gli effetti di quattro tipi di vino: barolo maturato in barrique, barolo maturato in botti grandi, rosso maturato in botti di acciaio e bianco maturato in botti di acciaio. Per ognuno di essi gli effetti sui minuscoli vasi sanguigni della cute sono stati osservati con una tecnica chiamata micromiografia a fili e utilizzata solo in altri quattro centri di ricerca nel mondo.

"L’ipotesi è che il legno di quercia delle botti rilasci nel vino sostanze antiossidanti, come quercetina e tannino, che si aggiungono agli altri antiossidanti già presenti nel vino rosso", spiega uno degli autori della ricerca, Damiano Rizzoni, responsabile del Laboratorio di biologia molecolare dell’ università di Brescia. "Il prossimo passo - aggiunge - sarà identificare tutte le sostanze protettive, isolarle e produrle" in vista di future terapie anti-ipertensione. Nel frattempo si può ricorrere al vino rosso, ma sapendo che per ottenerne i benefici bisogna limitarsi a due bicchieri al giorno. (*)

(*) Nota: secondo voci di corridoio, non confermate, sulle ali dell’entusiasmo questi stessi ricercatori si starebbero apprestando a selezionare alcune sostanze rintracciate nell’amanita falloide, presenti nel fungo in piccolissime tracce a seguito del contatto con il legno del cestello con cui questi prodotti sono stati trasportati dopo la raccolta.

A seguito della presenza di queste sostanze, l’amanita falloide potrebbe rivelare potenzialità protettive nei confronti delle patologie del fegato.

Oggi sono solo fantasie, ma chissà che un domani REPUBBLICA SALUTE non possa titolare: “Un buon mestolo di risotto con l’amanita contro le malattie epatiche. E’ il cestello che fa la differenza”.

Qui lo dico e qui lo nego.

IL TIRRENO del 24 gennaio 2010

Alcol agli under 16, barista a giudizio 

I carabinieri intervennero su segnalazione dei genitori 

MARCIANA M. 

Aveva servito alcolici a minorenni. Era l’estate del 2005. In questi giorni un imprenditore di Marciana Marina, proprietario di un pub è stato rinviato a giudizio. Ora dovrà presentarsi dal giudice di pace: in caso di condanna gli verrà ritirata la licenza per svolgere l’attività commerciale.

 Tutto inizia nell’agosto del 2005 quando due carabinieri della stazione di Marciana Marina effettuarono un servizio in abiti borghesi, specificatamente finalizzato all’accertamento di eventuale somministrazione di bevande alcoliche a persone minorenni da parte dei gestori dei locali di quel comune.

Il controllo venne effettuato a seguito delle numerose segnalazioni che erano giunte ai carabinieri da parte di alcuni genitori preoccupati per il fatto che, presso alcuni bar e nello specifico uno in particolare, venissero regolarmente somministrate bevande alcoliche ai loro figli che spesso tornavano a casa ubriachi.

Durante gli appostamenti, i militari della stazione di Marciana Marina accertarono che ad un tavolo del pub in questione, c’era un gruppo di ragazzi, evidentemente minorenni e di età inferiore a 16 anni, che tranquillamente e visibilmente consumavano più di una bottiglia di birra.

Le ordinazioni dei giovani venivano effettuate, tra l’altro, direttamente al tavolo e ricevute da un cameriere, che in un secondo momento serviva gli alcolici ai minorenni. A seguito di tale ordinazione e considerato che i ragazzi stavano consumando la birra acquistata, i carabinieri intervennero, identificando i ragazzi in questione, che erano risultati tutti di età inferiore a 16 anni.

Per tale ragione il gestore del pub venne denunciato dai carabinieri per il reato di somministrazione di bevande alcooliche a minori.

A seguito degli accertamenti dei carabinieri e del successivo rinvio a giudizio, ci sarà un’udienza presso il giudice di pace che se si concluderà con una condanna porterà alla sospensione dall’esercizio.

IL TIRRENO del 26 gennaio 2010

I gestori dei locali del centro concordano invece sul divieto per gli under 16 

«Senza l’alcol in vetro dopo le 22,30 rischiamo di perdere clienti» 

 Cantini (Pepe Nero): «Ci siamo adeguati subito ma il Comune avrebbe potuto dircelo per tempo. E poi c’è il problema rifiuti» 

STEFANO FABBRONI 

 GROSSETO. La recente ordinanza del sindaco di Grosseto, Emilio Bonifazi, sulla regolamentazione della distribuzione di bevande alcoliche ai clienti non soddisfa del tutto i gestori di alcuni locali notturni Grosseto, sebbene giustificata dai recenti atti di vandalismo. Le lamentele degli esercenti riguardano, in particolare, l’imposizione del consumo di alcolici in contenitori non di vetro se richiesti dai clienti, di tutte le età, dopo le 22.30.

In perfetta linea con quanto stabilito dall’ordinanza, invece, alcune dichiarazioni in merito al divieto di somministrazione di alcolici ai minori di sedici anni. E su questo nessuno ha nulla da obiettare, perché c’è di mezzo la salute dei ragazzi. (*)

 Uno dei punti di riferimento della “movida” del dopo cena, specie nel fine settimana, è il Pepe Nero di via San Martino, gestito da Massimiliano Cantini: «Ci siamo adeguati da sabato ma l’amministrazione comunale avrebbe potuto comunicarci in tempo il provvedimento - afferma Cantini - non così alla sprovvista. Nessuno sapeva che sarebbe entrata in vigore, da sabato. Ma non voglio fare polemiche». Proprietari e gestori sono consapevoli che l’eventuale violazione comporterebbe un’ammenda “salata”, che oscilla dai 50 ai 250 euro. «All’interno del locale ho affisso note informative sul divieto - informa Cantini - e sabato scorso, già alle 21.30, abbiamo iniziato a non servire più alcol nei bicchieri di vetro».

 Ma Cantini è del parere che non saranno «molti i clienti che vi si abitueranno da subito, date le esigenze della nostra clientela e di quella di altri pub». Altra questione spinosa riguarda la pulizia dei plateatici, piuttosto difficoltosa. «Ogni notte, dobbiamo togliere i residui che vengono lasciati per il viale - conclude il gestore del Pepe Nero - ed il problema si pone quando i contenitori sono colmi. Non possiamo sempre occuparcene noi». I plateatici sono gli spazi per il ristoro all’aperto, annessi ai locali pubblici.

 Questa situazione, è ancora il parere espresso, potrebbe condurre ad una politica dei prezzi al ribasso, con un afflusso illimitato di persone verso locale più “economico” e quindi con il rischio di trovarsi più “bevitori”, anzichè meno.

 In sintonia con Cantini, anche Elisa, del Caffè Nirvana, di recente al centro di episodi di scontri tra clienti e residenti della zona, con episodi che sono andati dalla “semplice” esasperazione alla richiesta di intervento della forza pubblica. «Sono d’accordo sulla proibizione per gli under 16 anni, data giovane età - ci dice - ma non reputo utile il divieto di servire alcool in vetro dopo le 22.30. Anzi, rischia di privarci di parte della clientela che cerchiamo, invece, di attirare applicando prezzi bassi. Ciò sarebbe un danno, da evitare dopo gli ultimi casi registrati fuori dal mio locale. Ma non possiamo negare a nessuno di stare di fronte all’esercizio - sostiene Elisa - in quanto suolo pubblico».

 Parzialmente d’accordo sull’ordinanza del sindaco Bonifazi si dichiara Fiorenzo Tosini, uno dei soci proprietari dell’Irish Pub che si trova in piazza del Sale. «E’ comprensibile che ai minori di 16 anni non debba essere servito nessun tipo di liquore (**) - dice - perché pericoloso per la loro salute». «Ma se il divieto applicato in inverno va bene - termina Tosini - d’estate, quando la gente apprezza un buon bicchiere di birra all’aperto, non sarebbe la stessa cosa. Inoltre, ritengo esagerate le sanzioni previste in caso di inadempienza».

(*) Nota: … e anche perché questo vigore era già in vigore da oltre mezzo secolo (si veda anche l’articolo precedente).

(**) Nota: nemmeno birra o vino.


IL TIRRENO del 23 gennaio 2010

Vietato servire alcol nel vetro 

In vigore l’ordinanza del sindaco: multe fino a 500 euro   

Il divieto entra in vigore alle 22,30 e non vale nelle aree pubbliche date in gestione Più sanzioni a chi lo vende ai minori di 16 anni 

CLELIA PETTINI 

 GROSSETO. Il giro di vite sul consumo e la somministrazione di bevande alcoliche annunciato già da qualche tempo, è diventato regola. Ieri, infatti, il sindaco di Grosseto Emilio Bonifazi, ha emanato un’ordinanza con la quale vieta la “somministrazione o vendita di sostanze alcoliche ai minori di 16 anni”.

 L’ordinanza del sindaco impone anche il consumo di alcolici “a chiunque”, dopo le 22,30 in contenitori che non siano di vetro.

 Da un lato, quindi, si inaspriscono le pene e le sanzioni per chi non rispetta il limite di età per la vendita di bevande alcoliche - anche al di là di quanto previsto dall’articolo 698 del Codice penale - dall’altro, si consente il consumo all’esterno in bicchieri e bottiglie di vetro ben oltre le 21, orario su cui inizialmente sembrava fosse orientata in un primo tempo l’Amministrazione comunale.

 «L’ordinanza nasce da un’attenta valutazione di diversi fattori e ha varie finalità - dice il sindaco Emilio Bonifazi -; alla luce dei crescenti episodi di vandalismo e di disturbo alla quiete pubblica registrati negli ultimi mesi in città, considerando anche il diffondersi del fenomeno dell’abuso di sostanze alcoliche, ci è sembrato doveroso dare un segnale concreto per cercare di mettere un freno a questi comportamenti».

 In particolare nei confronti dei più giovani, accusati in questi mesi di essere gli autori dei numerosi atti vandalici che hanno devastato il centro storico, non ultimi i danneggiamenti alla vineria “Da Romolo”.

 Perché per molti le “bravate” notturne che trasformano le notti grossetane in un vero e proprio far west sono da attribuirsi anche all’abuso di alcol.

 Il provvedimento è valido su tutto il territorio comunale, è applicato anche al “commercio su area pubblica” e - questa la vera particolarità dell’ordinanza - è esteso anche “a tutte le miscele di bevande contenenti alcolici anche in quantità limitata o diluita”.

 Toccherà ai gestori dei locali adesso fare ancora più attenzione alle modalità di somministrazione degli alcolici.

 Perché oltre alle sanzioni penali e amministrative previste dalle legge, la violazione dell’ordinanza del Comune di Grosseto, comporta il pagamento di una multa che oscilla tra i 25 e 500 euro.

 Si potrà comunque continuare a bere in contenitori di vetro nei “’plateatici concessi dalla pubblica amministrazione agli esercizi di somministrazione”, ovvero nelle aree date dal Comune in gestione ai titolari dei locali; inoltre, il sindaco promette «un’azione più incisiva» per i ragazzi «...Con iniziative legate alla musica, alla cultura, al loro diretto coinvolgimento in attività creative e di diletto».

 Servirà questa ordinanza a tutelare i gestori dei locali e il riposo notturno dei residenti del centro storico? Saranno i bilanci e la conta dei danni delle prossime serate a dare una risposta. Ma almeno, in strada, non ci saranno i vetri rotti.

CORRIERE ADRIATICO

Centro turistico giovanile Vallesina

Birra fatta in casa Un gioco da ragazzi

Jesi

Il Centro turistico giovanile Vallesina organizza delle serate-incontri dal tema: “Ascolto…storie, profumi e sapori” per conoscere da vicino prodotti del nostro territorio attraverso la cultura e le persone che ogni giorno lo animano e lo vivono. Il primo incontro in calendario è per venerdì 5 febbraio con il sommelier Enrico Coppa che, dopo una breve storia della birra, illustrerà ai presenti come produrla in casa: l’attrezzatura minima in dotazione, le informazioni essenziali, tutti gli accorgimenti per produrre un ottima birra in casa e naturalmente come gustarla al meglio. Non mancheranno le piccole curiosità come le tipologie di birra e gli ingredienti principali. Venerdì 12 febbraio sarà presente l’azienda agricola Tonti Giorgio che interverrà inizialmente illustrando la storia dell’azienda a carattere familiare e il suo percorso di avvicinamento al mondo dell’olio per poi dedicare la serata ad un approfondimento sulla conoscenza dell’olio prodotto dalla sua azienda che in questi ultimi anni ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti per la produzione degli extravergini nominati dalle più prestigiose guide del settore. La rassegna continua venerdì 19 febbraio con ospite l’azienda agraria Arcafelice del Comune che illustrerà un momento tipico di questo periodo invernale nelle fattorie marchigiane che è la pista del maiale. Infine venerdì 26 febbraio interverrà un giovane apicoltore dell’azienda agricola Guerri Giacomo che parlerà di un prodotto genuino di qualità che è il miele, una magia della natura.

A ogni serata sarà presente il giornalista Riccardo Ceccarelli che curerà l’introduzione storica sul prodotto protagonista dell’incontro e il sommelier Sauro Boria che guiderà la degustazione abbinata ad una buona bottiglia di vino della “Bottega del vino” di San Paolo di Jesi. Tutti gli incontri a ingresso libero si svolgeranno alle ore 21,15 nella sede del Centro Turistico Giovanile Vallesina in via Ancona 17/bis.

IL TIRRENO del 24 gennaio 2010

«Uno mi ha fatto cenno di seguirlo, all’improvviso sono saltati fuori in sei o sette con lame e bastoni. Mi hanno salvato i carabinieri» 

«Era un’imboscata, volevano uccidermi» 

Il racconto del giovane accoltellato fuori da un locale dopo aver negato l’ingresso a tre ubriachi 

PIETRO BARGHIGIANI 

MONTECATINI. «È stato un agguato, volevano uccidermi». Ernesto Papa, 28 anni, di Monsummano, l’addetto alla sicurezza aggredito da un gruppo di albanesi giovedì notte insieme a un collega in via Galvani, è stato dimesso dall’ospedale con un referto di 15 giorni. Il fisico robusto e allenato da anni di palestra lo ha aiutato a limitare i danni e scongiurare una possibile tragedia.

Alla fine la spedizione punitiva si è conclusa con cinque persone al Cosma e Damiano, tra cui uno poi fermato dai carabinieri, e tre albanesi arrestati.

«In ospedale hanno misurato la profondità delle coltellate - spiega il giovane -. La lama è affondata per 15 centimetri nel gluteo sinistro. Mi ha colpito lì solo perché mi sono scansato in tempo. In realtà aveva mirato al fianco. E poi sul pettorale destro il coltello è andato fino a 5 centimetri di profondità. Meno male che faccio palestra altrimenti anziché fermarsi al muscolo la lama avrebbe fatto guai peggiori».

L’altro collega, Sergio Fedele, 38 anni, di Malocchio, intervenuto in aiuto dell’amico ha rimediato solo una lieve lesione al volto e per lui la prognosi è stata di 7 giorni. Papa sa bene cosa ha rischiato e quanto può dirsi fortunato.

«Meno male che siamo qui parlare di questa storia - confida -. Devo ringraziare di cuore i due carabinieri che sono venuti ad aiutare me e il collega mentre ci prendevano a bastonate e coltellate. Senza il loro intervento, davvero provvidenziale, saremmo morti».

Il buttafuori ricostruisce l’episodio dal primo contatto all’ingresso del locale Vizi & Stravizi con gli albanesi all’arrivo all’ospedale. «Saranno state le 23,30 quando all’entrata si sono presentati tre giovani albanesi - racconta Papa -. Si vedeva che avevano bevuto e allora gli abbiamo detto che c’era una festa privata e se per cortesia potevano tornare un’altra volta». Il terzetto se ne è andato e il confronto sembrava finito lì. Ma circa mezz’ora più tardi Ernesto Papa, che di vista conosceva uno dei tre, viene chiamato in disparte. Il gesto sembra di riconciliazione.

 «Quando mi sono avvicinato nei pressi della sbarra mi sono saltati addosso almeno in sei o sette - riprende l’aggredito -. Sono spuntati dal parcheggio delle macchine dove erano nascosti. Era un’imboscata. Quello che mi aveva chiamato fuori ha tirato fuori il coltello e mi ha colpito al petto, alla mano destra e al gluteo. Ho provato a reagire, ma sono finito a terra dove mi hanno preso a bastonate. Avevano dei tubi di ferro lunghi più di un metro. A un certo punto è arrivato in aiuto Sergio e lo hanno ferito al volto. Non sono quanto sia durato, ma a me è sembrato non finisse mai. Poi i due carabinieri fuori servizio sono riusciti a metterli in fuga e anche loro hanno preso delle botte». I due militari del radiomobile hanno avuto referti inferiori ai 10 giorni per le lesioni alla testa.

 Tre albanesi sono stati bloccati e portati in caserma. Si tratta di A.Q., 31 anni, residente a Montecatini, passato prima al Cosma e Damiano, E.S., 24 anni di Montecatini e A.C. di 29 anni residente a Montecarlo. I tre sono stati trasferiti in carcere e domani verranno processati. Sono accusati di lesioni personali aggravate, violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, porto abusivo di armi e di strumenti atti a offendere.

IL TIRRENO del 24 gennaio 2010

Diciotto anni, maschio, beve e fuma: a rischio incidente 

Indagine fra i giovani toscani, sulle strade la prima causa di morte. Alta la percentuale di suicidi 

FRANCESCO FONDELLI 

E’ di sesso maschile, ha un’età superiore ai 18 anni, tende a consumare una considerevole quantità di alcol concentrata in poche occasioni e quasi esclusivamente durante il fine settimana, è un fumatore regolare di sigarette, ha un rendimento scolastico basso.

 Questo è il profilo del giovane che va incontro ad incidenti gravi secondo una ricerca sugli “Stili di vita e comportamenti a rischio” compiuta dalla Regione contattando direttamente 5000 giovani dai 14 ai 19 anni che abitano in Toscana. Il 30% di loro ha dichiarato di aver avuto almeno un incidente per il quale è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso.

 Ogni giorno in Italia si verificano in media 598 incidenti stradali, che provocano la morte di 13 persone e il ferimento di altre 849. Nel 2008 gli incidenti stradali hanno causato il decesso di 4.731 persone. Tra i conducenti morti a seguito di incidente stradale i più colpiti sono i giovani. La fascia di età che presenta il valore massimo è quella tra 25 e 29 anni (370 morti in valore assoluto).

In Toscana, secondo le rilevazioni del Rmr (Registro mortalità regionale) mediamente 230 toscani tra i 14 e i 44 anni sono morti ogni anno a seguito di un incidente stradale (20% del totale dei decessi giovanili e 44% di tutti i decessi per incidente stradale). Nella nostra regione gli incidenti stradali sono la prima causa di morte nelle donne nella fascia di età 15-24 anni e negli uomini dai 15 ai 34 anni.

Ma non ci sono solo gli incidenti. I suicidi nei giovani, ad esempio (circa 85 all’anno) rappresentano il 7,3% della mortalità giovanile totale e il 26,1% della mortalità per suicidio di tutte le età. Il tasso di suicidio giovanile (concentrato tra i 15 e 19 anni) è più alto nella provincia di Firenze (21,1%) seguita da Arezzo (20,06%), Grosseto (19,5%), Siena (17%), Massa e Carrara (16,8%).

 In Toscana i giovani muoiono anche sul lavoro. Ogni anno, secondo una ricerca che ha analizzato i dati dal 1997 al 2000, perdono la vita 20 lavoratori di età inferiore ai 45 anni. Ciò rappresenta per gli uomini giovani la seconda tipologia più frequente di incidente mortale dopo gli incidenti stradali. Secondo la stessa ricerca che ha analizzato il trend delle cause di decesso giovanile dal 1997 al 2000, l’overdose è la causa di morte del 2,2% delle femmine e del 4,2 dei maschi di età compresa fra i 15 e 24 anni.

MARKETPRESS.INFO

GENOVA: MAI PIÙ UN GOCCIO”, INCONTRO ALLA BERIO SUGLI ABUSI DI ALCOL

Genova, 28 gennaio 2010 - L’abuso di alcol - un problema spesso sommerso, ma dalle proporzioni troppo vaste e dalle conseguenze sociali e sanitarie troppo drammatiche e devastanti per essere sottovalutato - è al centro del convegno alla Biblioteca Berio “Mai più un goccio” promosso venerdì 29 gennaio alle 17 (sala dei Chierici) dalla Provincia di Genova con strutture sanitarie, associazioni ed esperti. Con l’assessora provinciale Milò Bertolotto, lo staff del centro di alcologia dell’ospedale San Martino, il Sert Centro Levante, Arcat, società e associazioni contro l’alcolismo, interverrà anche Marco Martinetti, autore dei libri “Fuori dalla Porta” e “Messinscena” editi da Chinaski. Torinese di nascita, emigrato in Lussemburgo sedicenne, quando era un ragazzo di famiglia borghese, Martinetti ha poi fatto la scelta di vivere alla giornata, sulla strada, arrivando a Genova dove in piazza Colombo – qualcuno dice persino su una montagna di scontrini raccolti sui marciapiedi – ha scritto le sue storie, travasandovi un’ispirazione potente e autentica e la grande dignità e umanità del suo sguardo, dall’interno, sull´emarginazione, la povertà, il sesso, la follia e l´alcol. “Siamo partiti proprio da questi libri, quasi autobiografici – dice Milò Bertolotto – per fare il punto su un fenomeno gravissimo come quello delle alcoldipendenze, nella società, tra i giovani e anche dentro le mura delle carceri. La Liguria è al terzo posto tra le regioni italiane per questi problemi di cui è importante far conoscere l’entità e le conseguenze sociali e sanitarie, perché sono sempre più numerosi anche i ricoveri per le patologie provocate all’organismo dall’abuso di alcol. Per questo il primo obiettivo del nostro convegno è informare i cittadini, oltre a far conoscere di più le associazioni - come gli Alcolisti anonimi e quelle di autoaiuto – che svolgono un prezioso supporto dei medici nei programmi di recupero di chi ha problemi di alcolismo”. All’incontro con l’assessora Milò Bertolotto e lo scrittore Marco Martinetti, moderato dalla giornalista Giovanna Rosi, partecipano il direttore del Centro di Alcologia dell’Ospedale San Martino e presidente in Liguria della Società Italiana di Alcologia Gianni Testino, il direttore medico dello stesso Centro di Alcologia e segretario ligure Sia, Alessandro Sumberaz, la direttrice del Sert Centro Levante, Elena Ducci, e la vicepresidente regionale Arcat – Club alcolisti in trattamento – Annabella Muckermann.

IL TIRRENO del 23 gennaio 2010

Alticcio e contromano di notte in via Danimarca 

 GROSSETO. No, non si era sbagliato a imboccare via Danimarca perché non conosce la città. Si era sbagliato perché era ubriaco. Quasi tre volte il limite di legge. B.L., 45 anni, nato a Massa Marittima, è stato denunciato dalla polizia di stato per guida in stato di ebbrezza. È stato fermato alle 3,50 della notte tra giovedì e venerdì mentre era alla guida di una Suzuki Alto, contromano in via Danimarca appunto. Ad accorgersi di lui sono stati gli agenti della Volante, che lo hanno poi sottoposto all’etilometro: 1,49 grammi di alcol per litro, contro lo 0,50 di legge. Patente subito ritirata. Non solo: nel corso del controllo l’automobilista è stato trovato in possesso di 3 grammi di hashish, detenuti per uso personale. Lo stupefacente è stato sequestrato dalla polizia mentre l’uomo è stato segnalato come consumatore alla Prefettura di Grosseto: qui inizierà il percorso amministrativo ed eventualmente anche quello terapeutico e socio-riabilitativo previsti

IL GAZZETTINO (Treviso)

IL CASO DEL FAVERO

Dopo il ritiro della patente scoppia la polemica all’Usl

CONEGLIANO - All’indomani della notizia del ritiro della patente ad Angelo Lino Del Favero, direttore generale dell’Usl 7, avvenuta ad agosto 2009 mentre si trovava al mare, non sono mancate le reazioni e le polemiche. Il direttore aveva inviato a tutto il personale dell’azienda sanitaria una circolare in cui interveniva contro l’abuso dell’alcool ed invitava gli operatori della sanità a non bere mai durante le ore di servizio. Quanto accaduto quel sabato sera, però, esula dal contesto lavorativo.

      Quella sera infatti Del Favero, si trovava in vacanza al mare ed aveva festeggiato un compleanno in compagnia di alcuni parenti. Conclusa la cena avrebbe dovuto ricevere un passaggio; dopo aver percorso 3-400metri in auto a passo d’uomo l’alt di un pattuglia dei carabinieri nel corso dei controlli del sabato sera. «È stata una bella lezione – è il mea culpa di Del Favero – ed una leggerezza da parte mia. Pago per un errore che ho commesso». In attesa che il giudice disponga il termine per restituire la patente di guida, Del Favero ha risolto il problema del trasporto: «In questi mesi ho riscoperto i mezzi pubblici, treno, autobus, qualche passaggio da parte di amici e delle passeggiate a piedi».


IL TIRRENO del 22 gennaio 2010

Vino e hashish prima delle botte 

Denunciati due immigrati per il litigio alla stazione 

 LUCCA. Un’abbondante libagione con sei litri di vino scolato e qualche grammo di hashish consumato all’origine del litigio che aveva ridotto in fin di vita un muratore marocchino di 27 anni che risiede nella periferia cittadina.

 Al giovane, ricoverato in prognosi riservata al reparto di neurochirurgia dell’ospedale Santa Chiara di Pisa, è stata tolta una scheggia di metallo appartenente a un cavatappi e che si era conficcata nella scatola cranica. La squadra mobile diretta dal dottor Virgilio Russo al termine di un’indagine durata due settimane ha denunciato per lesioni aggravate dall’uso dell’arma impropria (cavatappi) sia il muratore, dimesso dall’ospedale due giorni fa, che un connazionale di 18 anni che sarebbe venuto alle mani con il ferito risultando a sua volta contuso alla testa con escoriazioni al cuoio cappelluto giudicate guaribili in una settimana. L’episodio, inizialmente catalogato come rissa e in altre avvenuto soltanto tra i due immigrati, risale al 10 gennaio davanti stazione ferroviaria in piazzale Ricasoli. Gli agenti della volante, avvertiti da una telefonata, ritrovarono il muratore a terra con la testa insanguinata vicino al parcheggio della Coop sulla via Romana. Poco prima il connazionale di 18 era stato trovato accanto al piazzale Ricasoli e alcuni testimoni dissero che, oltre al diciottenne, c’erano anche altri due immigrati che erano riusciti a dileguarsi verso il sottopasso della stazione. All’inizio quella che sembrava una rissa in realtà era stata solo una zuffa tra i due degenerata nelle vicendevoli ferite anche gravi. I due avevano bevuto ben sei litri di vino, spargendo i cocci in piazzale Ricasoli che poi sono stati ritrovati dai poliziotti. Almeno uno dei due aveva anche fumato hashish. Tra i due era poi scoppiata una lite furibonda e le lesioni che si erano vicendevolmente inferte erano dovute all’utilizzo del cavatappi, un pezzo del quale si era conficcato nella scatola cranica del muratore.

IL TIRRENO del 24 gennaio 2010

L’etilometro vince sempre 

Multa e patente sospesa a un uomo fermo in parcheggio 

 Il giudice di pace conferma la sanzione della Polstrada 

ANTONIO SCUGLIA 

PISA. Hai bevuto un bicchierino di troppo? Non guidare. Anzi non metterti al volante, nemmeno per rimanere fermo. Non lascia dubbi una recentissima sentenza del giudice di pace Tucceri Cimini.

Il magistrato ha respinto il ricorso di un automobilista multato, nel marzo dell’anno scorso dalla Stradale sul Lungarno Mediceo. All’uomo era stata anche sospesa la patente.

 «A seguito di una prima constatazione de visu - rileva il giudice ne dispositivo (sentenza 3833/2009) - e poi del test alcolimetrico effettuato dai verbalizzanti, gli stessi hanno accertato lo stato di alterazione psicofisica derivante dall’influenza dell’alcool dall’esito della misurazione fornita dall’apparecchio “Alcoltest 7110 MkIII”».

 La pattuglia della polizia stradale riferiva nel suo verbale di aver notato l’uomo alla guida della propria autovettura, una Jeep Grand Cherokee, e constatato «lo stato di disarmonia psicofisica» dell’uomo. Che vanamente ha sottolineato al giudice «non stavo guidando: ero fermo in parcheggio». Perché secondo il giudice, «nel formulare l’articolo 186 del codice della strada, il legislatore ha inteso principalmente tutelare l’incolumità pubblica in ogni momento, prevedendo episodi dannosi dovuti a una guida condizionata allo stato di ebbrezza alcolica».

L’ufficio del giudice di pace pisano è tradizionalmente severo nel giudicare i casi di guida in stato di ebbrezza. In tempi non lontani il giudice Ermanno Sanzo condannò un cittadino extracomunitario, comminandogli in sede penale una multa di 516 euro (più le spese processuali): il giovane era stato intercettato sull’Aurelia dalla polizia municipale di San Giuliano mentre circolava alla guida di una bici in stato di ebbrezza, tanto da doversi far ricoverare al Santa Chiara per intossicazione alcolica acuta.

COMUNICATO (inoltrato da Luc Thibault)

Prima Conferenza Nazionale sull’Alcol

Disponibili gli attestati ECM  

http://www.lavoro.gov.it/Lavoro/Notizie/20100127_conferenzaalcol.htm

 Presso la Direzione generale per il volontariato, l’associazionismo e le formazioni sociali, sono disponibili gli attestati ECM dell’evento formativo dal titolo “Prima Conferenza Nazionale sull’Alcol. Più salute meno rischi - Costruire alleanze per il benessere e la sicurezza”, tenutosi a Roma nei giorni 20 e 21 ottobre 2008.

Tali attestati sono relativi alle categorie professionali di:

- Assistente sanitario (8 crediti formativi)

- Educatore professionale (6 crediti formativi)

- Medico (5 crediti formativi)

- Psicologo (7 crediti formativi).

Tutti coloro che hanno conseguito gli attestati sono invitati a prendere contatto con l’Amministrazione per il ritiro degli stessi, al seguente indirizzo di posta elettronica: Consulta_alcol@lavoro.gov.it .  

MILANO.CORRIERE.IT

l’uomo era già stato condannato per aver tentato di strangolare una sua ex

Soffocò la compagna con la spalliera del divano letto, arrestato 41enne

Il corpo fu ritrovato nel 2009 in un appartamento di via Valmaira: si pensò a un incidente domestico

MILANO - Quando trovarono la donna schiacciata all’interno del suo divano-letto a molla, con il collo contro la spalliera, i soccorritori del 118 e gli agenti della Volante pensarono a un drammatico incidente domestico. Ma oggi, dopo una serie di complessi accertamenti, gli agenti del commissariato Greco-Turro hanno arrestato il compagno della donna, il pregiudicato milanese Daniele De Masi di 41 anni, con l’accusa di omicidio volontario, in esecuzione di un ordine di custodia cautelare in carcere disposto dal Gip Roberta Nunnari su richiesta del Pm Roberto Pellicano.

IL DELITTO - La macabra scoperta era avvenuta il 13 giugno 2009: dentro il divano letto di un appartamento di via Valmaira c’era il cadavere di Moira Francesca Del Tredici, 40 anni. La donna, che soffriva di problemi d’alcolismo, viveva di lavori saltuari per ditte di pulizia. Secondo l’accusa, dopo aver passato la mattinata a bere e a fumare hashish, De Masi avrebbe richiuso a forza il divano letto incastrando all’interno la compagna, di corporatura gracile e già provata dall’abuso di alcol e droghe. Agli agenti l’uomo ha dichiarato di aver lasciato la compagna assopita e di essere andato a lavorare, facendo supporre che il divano letto si fosse richiuso da solo, soffocando la donna. Però, pochi minuti dopo, dal cortile dello stesso stabile, De Masi, in stato di forte agitazione, aveva dato l’allarme al 118 spiegando che c’era «una persona in difficoltà» e sbagliando prima il numero civico e poi il piano (il terzo della scala A). Si era premurato anche di chiamare un amico suo e della sua compagna, che più tardi gli investigatori hanno scoperto essere un tassista che De Masi era convinto essere l’amante della Del Tredici. Un paio d’ore dopo l’intervento dei soccorritori e una volta conclusi gli accertamenti del medico legale, De Masi aveva lasciato l’appartamento per un presunto appuntamento di lavoro.

LE CONTRADDIZIONI - Sentito tre giorni dopo i fatti al Commissariato, il 16 giugno, il 41enne aveva fornito una versione diversa da quelle rilasciate in precedenza, cadendo in una serie di contraddizioni e facendo emergere alcune incongruenze, che hanno convinto gli investigatori ad aprire un’indagine. L’inchiesta ha messo in luce la gelosia ossessiva dell’uomo che, insieme con un «carattere possessivo e violento, si traduceva in continui litigi con la vittima. De Masi l’aveva picchiata più volte, come aveva fatto anche con le due precedenti compagne (donne che il 41enne, dopo la morte della Del Tredici, ha ricontattato).

VOLEVA FAR SPARIRE IL DIVANO - Un mese dopo i fatti, nel luglio scorso, De Masi ha rotto i sigilli dell’appartamento della compagna cercando di portare via il divano-letto, struttura che, a fine settembre scorso, i periti nominati dal magistrato hanno definito «non soggetta a malfunzionamenti», spiegando come sia materialmente impossibile la chiusura accidentale, soprattutto con un corpo disteso sopra. Dopo una serie di ulteriori riscontri investigativi condotti nei mesi successivi, il Pm ha deciso per l’arresto, disposto mercoledì dal Gip. L’uomo, che si arrangia con lavoretti saltuari come imbianchino, è stato prelevato dagli agenti nell’appartamento che occupa abusivamente in via Val Cismon 2, sempre in zona Niguarda e poco distante dall’abitazione della vittima, e recluso nel carcere di San Vittore. Un paio di anni fa De Masi era stato condannato a sei mesi (pena sospesa) per un tentativo di strangolamento di una sua precedente compagna. Ha anche precedenti per furto, minacce, lesioni e per occupazioni abusive di edifici.

IL GIORNALE DI VICENZA

PREVENZIONE. L’iniziativa dell’Ulss 6 per le scuole e le associazioni

Torna “-alcol+gusto”

Già aperte le adesioni

Torna “Meno alcol più gusto”. Sono partite dal dipartimento di prevenzione dell’Ulss 6 le lettere a tutte le scuole con l’invito a collaborare all’edizione 2010 che inizierà ad aprile.

Si tratta di un progetto di “prevenzione universale", cioè rivolto a tutta la popolazione, che vuole comunicare un messaggio di moderazione e consapevolezza nell’uso di alcolici, nonché promuovere stili di consumo “alternativi" che privilegino drink e cocktail analcolici.

Sono state coinvolte le cinque scuole alberghiere della provincia che, grazie ad un lavoro di ideazione, creazione e sperimentazione fatto con gli allievi, forniranno dei drink analcolici corredati dei relativi “segreti" per una buona preparazione e degustazione.

Come per le passate edizioni molto importante risulta anche l’adesione delle scuole materne ed elementari con progetti di educazione alla salute per bambini e genitori, di corretta informazione sull’alcol, e la promozione di drink analcolici nelle feste della scuola cui partecipano i genitori.

Obiettivo della campagna è di dare continuità al trend positivo di ampliamento della rete col più 41,2 per cento di adesioni raggiunto nella sola edizione 2009: e le prime nuove adesioni stanno già arrivando. Da quest’anno, “Meno alcol più gusto” lancia il concorso per il miglior “angolo analcolico" che taluni eventi riusciranno a realizzare. Il nuovo spazio “Non solo Aprile…" permette poi di inserire nell’agenda anche eventi tradizionalmente programmati in tempi diversi da aprile, il mese della prevenzione alcologica.

Grazie all’inserimento sul sito internet e su You-Tube dei video sugli eventi 2009, è possibile raccogliere idee e suggerimenti dalle scuole, dalle associazioni, dagli enti del territorio nonchè dalle feste rock. Ulteriori notizie sono disponibili sul sito: www.menoalcolpiugusto.it , da cui si può scaricare il modulo di adesione e inviarlo entro l’ 8 febbraio a menoalcolpiugusto@ulssvicenza.it . Altrimenti è possibile contattare la segreteria organizzativa allo 0444.757550.

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Venerdì, 29 Gennaio 2010
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