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Rassegna alcol e guida del 28 aprile 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta

ASCA

SALUTE: GENITORI, QUANDO SI TRATTA DI ALCOL FARE GLI ’AMICI’ NON PAGA

(ASCA) - Roma, 28 apr - La liberalita’ non paga: i genitori che permettono ai figli, in loro presenza, di bere piccole quantita’ di alcol, potrebbero indurli ad abusarne. Ad affermarlo sono i ricercatori dell’Universita’ del Minnesota di Minneapolis (Usa) in uno studio pubblicato su Journal of Studies on Alcohol and Drugs.

La ricerca, condotta su oltre 1900 ragazzini americani e australiani di 12-13 anni seguiti per un periodo di due anni, ha dimostrato che quelli che potevano assumere alcolici in presenza dei genitori - che credevano, in questo modo, di educarli ad un ’’consumo responsabile’’ - erano proprio quelli che tendevano ad abusarne in loro assenza. (*) Non e’ tutto: questi ragazzini correvano anche un rischio superiore di un terzo di trovarsi coinvolti in comportamenti a rischio, come partecipare a una rissa, rispetto ai figli con i genitori piu’ rigidi.

(*) Nota: questo studio dimostra non solo che la proposta del “bere responsabile” - tanto cara a produttori e numerosi politici - è fallimentare, ma anche conferma come i problemi legati al bere, anche giovanile, siano da attribuire alla cultura e al comportamento degli adulti.

Invece di occupare il loro tempo a chiedersi che cosa fare per risolvere il problema del bere giovanile, genitori e nonni farebbero meglio a preoccuparsi del proprio bere, magari chiedendo in questo aiuto ai loro figli. Funzionerebbe di più, anche per il bere dei giovani.

Non sono il solo a pensarla così.

I giovani sono una risorsa importante per il cambiamento della cultura esistente legata all’alcol e delle modalità di consumo a rischio. Dovrebbero essere meglio mobilitati e resi capaci di partecipare al processo di costruzione del loro ambiente e di cambiamento dei comportamenti e delle pratiche a rischio della società adulta”. (Organizzazione Mondiale della Sanità).

Gli adulti che si stupiscono dell’età precoce in cui i loro figli iniziano a bere il più delle volte sono stati essi stessi i loro primi “osti”, o se preferite “spacciatori”.

Suggerisco una attenta lettura dei dati di un eccellente lavoro svolto nelle scuole mantovane, che trovate in coda al prossimo articolo.

MANTOVA.COM

I giovani mantovani: meno trasgressivi e internauti

Mantova. Quella che si delinea, risposta dopo risposta, è la figura di un giovane più consapevole dei rischi che comporta il consumo in età precoce di alcol e droghe, meno attratto dalla trasgressione fine a se stessa, che alla discoteca preferisce la pizzeria, la piazza o la casa di amici. L’attenzione deve restare massima, ma il futuro appare roseo. Ad affermarlo è Alessandro Sbarbada di APCAT, leggendo i dati emersi dal sondaggio sugli stili di vita dei ragazzi mantovani, eseguito dall’associazione I Saturnali di Goito su un campione di circa 1600 studenti degli istituti superiori. Un questionario anonimo, a cui i ragazzi hanno risposto on line direttamente dalle aule informatiche, durante l’orario scolastico.

Alcuni dati fanno riflettere: l’86% degli intervistati afferma di aver già bevuto alcolici, il 90% di aver guidato dopo averlo fatto. Altro dato significativo: per il 36% degli intervistati, il primo bicchiere è stato consumato in famiglia, probabilmente in occasione di feste o ricorrenze particolari. Un dato allarmante riguarda le abitudini sessuali degli intervistati: il 29% dichiara di non usare il preservativo. Per quanto concerne gli stupefacenti, “solo” il 14% dei ragazzi conferma di fare uso di sostanze stupefacenti, in particolare di cannabis, ma l’attendibilità del risultato è messa in dubbio dal fatto che la stragrande maggioranza di loro, anche coloro che hanno risposto di non avere mai avuto esperienze dirette con le droghe, afferma di conoscere consumatori abituali. “Anche se il questionario è anonimo, ammettere di usare abitualmente droghe rappresenta un ostacolo maggiore rispetto al consumo di alcolici – ha commentato Giovanni Mazzi della Fondazione Exodus- quindi è possibile che la percentuale sia superiore a quanto emerso”. Lo studio evidenzia, inoltre, come internet abbia definitivamente superato la televisione e si segnali tra i passatempi preferiti dei ragazzi insieme allo sport. Alcune risultanze dello studio sorprendono, in quanto contrastano con svariati luoghi comuni che riguardano i giovani: la maggior parte di loro dichiara di non avere miti o idoli in particolare a cui ispirarsi e il 61% afferma di non seguire la moda nel vestirsi. Il sondaggio verrà ripetuto anche durante l’anno scolastico 2011-2012. (*)

(*) Nota: trovate i dati di questo sondaggio al link http://www.myspacediscoclub.it/risultatisondaggio.pdf . Sono molto interessanti.

UDINE20.IT

FVG: primi approcci all’alcol a 12 anni

In Friuli Venezia Giulia i primi approcci alle sostanze alcoliche avvengono intorno ai 12 anni, mentre il 14% dei ragazzi tra 18 e 25 anni ammette di aver bevuto almeno una volta fino a ubriacarsi. I dati sono stati diffusi oggi a Gorizia nel corso del convegno “Alcol: esperienze a confronto” organizzato dall’Azienda sanitaria isontina in occasione del decennale dell’Alcohol prevention day. Secondo i dati, elaborati sulle statistiche Istat, in regione sarebbero 220 mila i soggetti potenzialmente a rischio, con un 3,7% della popolazione che dichiara di assumere quotidianamente almeno mezzo litro di sostanze alcoliche. Il primo contatto con l’alcol avviene in famiglia; la prima sigaretta viene accesa in media a 12 anni e mezzo, mentre a 14 arrivano i primi approcci con i superalcolici. “Si tratta di un fenomeno preoccupante – ha sottolineato Marco Giordani, del Dipartimento delle Dipendenze dell’Ass n.4 Medio Friuli – considerato che la formazione di organi e tessuti si completa nei ragazzi attorno ai 16 anni. L’assunzione di alcol potrebbe causare l’insorgenza di particolari patologie, anche di tipo tumorale”. (*) In rapida espansione tra i giovani anche il fenomeno del “binge drinking”, cioé l’assunzione compulsiva di alcol mirata allo “sballo”: il 10,4% degli intervistati ammette di essersi ubriacato almeno una volta nella vita, dato che “esplode” tra 25 e 34 anni (29,8%) e tra le femmine tra 18 e 24 anni (29,1%). Nel 2008 sono stati 3.790 gli utenti dei servizi di alcologia, con 4.747 ricoveri per patologie alcol-correlate: si stima che 213 posti letto sui circa seimila disponibili siano perennemente occupati da soggetti alle prese con patologie riconducibili all’alcol.

(*) Nota: tutto vero, a Mantova come in Friuli questo è un problema molto grave.

Eppure – può sembrare un paradosso ma non lo è – anche questi dati sono estremamente positivi.

Provate a chiedere ai dipendenti dell’Azienda sanitaria isontina, ai medici di base, ai parroci, agli insegnanti, ai politici friulani, a che età hanno avuto i loro primi approcci con le bevande alcoliche…: altro che 12 anni, sono certo che vi risponderebbero quasi tutti un’età inferiore agli 8 anni.

Poi chiedete loro se si sono ubriacati almeno una volta tra i 18 e i 25 anni…: altro che 14 per cento, se va bene vi risponderà di sì il 50 % degli adulti di oggi.

In sostanza negli ultimi decenni la situazione in Italia è straordinariamente migliorata, ma c’è ancora moltissimo lavoro da fare.

Come dimostra il prossimo articolo.

ANSA

Alcol:4 milioni italiani pratica binge drinking,1,4 milioni giovani

(ANSA) - ROMA, 28 APR - Sono 4 milioni gli italiani che praticano il binge drinking, cioe’ bere 6 o piu’ bevande in un’unica occasione, almeno una volta l’anno. Del fenomeno si occupa l’Osservatorio alcol dell’Iss. ’Nei giovani di 15-24 anni - spiega - il binge drinking raggiunge il picco con 1,450 mln di persone, e riguarda 450mila ragazzi fino a 15 anni’. Da noi tuttavia c’e’ molta disinformazione sul fenomeno, gli adulti italiani sono ultimi in Europa per la conoscenza dei livelli di alcolemia consentiti. I giovani invece non sentono l’impatto delle campagne, perche’ soggetti alle pressioni a bere dei luoghi di aggregazione. A incidere su questo fenomeno, sempre piu’ diffuso tra i giovani, e’ anche il marketing sulle bevande alcoliche. ’L’unica pubblicita’ - dice il direttore dell’Osservatorio Emanuele Scafato - che ha visto aumentare le quote in Italia e’ stata proprio quella sull’alcol, passata da 169 milioni nel 2007 a 309 milioni nel 2010. Di questi, 64 milioni sono stati spesi su internet e social network’. Tuttavia, nonostante queste cifre, ’la lotta all’abuso di alcol e droghe sta dando dei risultati sul territorio - afferma il sottosegretario Giovanardi - in termini di calo del numero degli incidenti stradali, mortalita’ e traumatologia, e del consumo di droga’.

LA PROVINCIA DI VARESE

la terribile violenza

Carabinieri aggrediti dopo rave party

«Orribile, i nostri figli devono pagare»

Uno dei due militari massacrati a bastonate rimane in coma farmacologico

FIRENZE Nessuno sa spiegare perchè. Non i genitori degli aggressori, che per tutta la giornata hanno pregato anche per i due carabinieri. Non i difensori, che non hanno ancora parlato con i quattro ragazzi. E, in fondo, nemmeno gli investigatori, che attendono l’esito degli esami per capire se gli indagati fossero drogati. Il giorno dopo l’aggressione ai due militari, massacrati nel Grossetano da tre diciassettenni e un diciannovenne, l’unico punto fermo è la convalida dell’arresto del maggiorenne: Matteo Gorelli resta in carcere. Le condizioni dei due feriti, ricoverati in rianimazione all’ospedale Le Scotte di Siena, sono stazionarie. Antonio Santarelli, 43 anni, che è in coma farmacologico dopo essere stato operato per la riduzione di un ematoma alla testa, è ancora in pericolo di vita. L’altro carabiniere, Domenico Marino, rischia di perdere l’occhio destro.

Nell’ordinanza, il gip parla di «un’esplosione di ferocia inaudita», di «spietatezza» e «lucidità» e, riferendosi a Gorelli, di «altissima pericolosità del soggetto». Il giovane si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha chiesto informazioni sulle condizioni di salute dei due militari. Ai difensori, la procura dei minori non ha concesso colloqui con i ragazzi: per loro le udienze di convalida dovrebbero svolgersi oggi. Solo la madre di uno di loro ha incontrato il figlio per pochi minuti: era sconvolto e piangeva. I minorenni - tra cui una ragazza - erano tutti reduci di un rave party nella zona e hanno cercato di scaricare la colpa su Matteo. Trovato positivo all’alcol test, avrebbe reagito per non farsi sequestrare l’auto. Qualcuno ha afferrato un palo, ha colpito con violenza inaudita i due carabinieri, altri si sono aggiunti con calci e pugni. «Abbiamo perso la testa», hanno raccontato lunedì.

I genitori non sanno darsi nè pace nè spiegazioni. «Quello che è accaduto è una cosa troppo grave - ha detto Francois Gorelli, il padre del maggiorenne - Per noi è un terribile fulmine a ciel sereno. Non avrei mai immaginato una cosa simile».

Quattro ragazzi "normali", tutti della provincia di Firenze. Erano andati al rave party senza dirlo ai genitori. Ora sono accusati di tentato duplice omicidio, oltre che di rapina e resistenza.


IL TIRRENO

«Fa impressione come tanta violenza sia scaturita da una stupidaggine», il tentativo di evitare il sequestro di un’auto

Questo massacro non è opera di uno solo

La Procura accusa anche i minorenni: oggi le udienze di convalida degli arresti

E i compagni di scuola difendono Matteo: è un leader, non un bullo

LUCIA ATERINI

EMPOLI. Stamani tocca ai minorenni: a Firenze sono previste le udienze di convalida degli arresti per i tre giovanissimi accusati di concorso nel tentato omicidio dei due carabinieri a Sorano. Sono uno di Vinci, uno di Limite e una ragazza di Lastra a Signa. Un terzetto che fa 40 anni in tutto. Il quarto ragazzo coinvolto vedrà oggi il suo avvocato nel carcere di Grosseto.

Un «simile massacro non può essere opera di una sola persona», afferma la Procura dei minori di Firenze, riferendosi al fatto che i tre minorenni hanno cercato di scaricare la colpa su Matteo Gorelli, il conducente dell’auto di 19 anni di Cerreto Guidi che è anche l’unico maggiorenne del gruppo e per il quale martedì c’è già stata la convalida dell’arresto.

Alle nove inizieranno gli interrogatori dei tre ragazzi più giovani, al Centro di prima accoglienza di Firenze dove sono stati portati già da martedì. Per loro, oltre alla convalida degli arresti, è stata chiesta anche la custodia in carcere. Il pubblico ministero ha disposto il divieto dell’incontro per gli avvocati, mentre i ragazzi hanno potuto vedere i genitori, ma per pochi minuti.

In procura dei minori si spiega che la dinamica esatta della vicenda è ancora da ricostruire ma «fa impressione» come un’aggressione così violenta sia «scaturita da una stupidaggine», e cioè da un controllo stradale e dal tentativo di evitare il sequestro dell’auto, visto che Matteo Gorelli guidava con un tasso alcolemico superiore al consentito.

Per quanto riguarda le indagini, ancora non sono stati resi noti i risultati delle indagini tossicologiche per capire se i quattro ragazzi avessero fatto uso di droga prima di arrivare a Sorano, dove lunedì mattina stavano andando a un rave party quando i carabinieri hanno intimato loro l’alt.

Intanto i compagni di scuola difendono Matteo: è un leader ma non un bullo. Gli studenti dell’istituto tecnico industriale Galileo Ferraris di Empoli sono disorientati. Gorelli, che studia per diventare perito chimico, è il rappresentante di istituto. «Se non ci fosse stato lui - dicono alcuni ragazzi - qui al Ferraris non avremmo organizzato nessuna protesta. Durante l’occupazione e l’autogestione si era dimostrato un ragazzo molto affidabile, stava dietro alla gestione delle attività, affinchè tutto filasse liscio».

I ragazzi si dicono dispiaciuti di «vederlo alla gogna»: «viene descritto come un mostro, il peggiore di tutti. Ne è stato fatto un ritratto che non merita, al di là dell’ingiustificabilità di ciò che ha fatto». Gli studenti esprimono poi «solidarietà e affetto» per i carabinieri feriti e augurano «ai militi così barbaramente aggrediti una pronta guarigione».

LA NAZIONE

"Il rave party non ha colpa. Stiamo pensando di rifarlo"

Gli organizzatori della festa sull’agguato a Sorano

Grosseto, 28 aprile 2011 - "UN NUOVO rave il prossimo anno? Perché no, ci stiamo pensando". Così Fabrizio Ficulle, uno degli organizzatori del rave party ora nell’occhio del ciclone, che si è tenuto sul terreno di suo padre Bruno. Quella festa a base di alcol, droga e musica a tutto volume in piena Maremma. Un evento pubblicizzato grazie al tam tam di internet al quale stavano andando i quattro ragazzi poi arrestati per la brutale aggressione a due carabinieri che li avevano fermati a un posto di blocco tra Pitigliano e Sorano, nell’entroterra della provincia di Grosseto, non lontano dalla festa stessa. Sono una decina i ragazzi che hanno organizzato il party, tutti di Sorano e Pitigliano. I due militari coinvolti, Antonio Santarelli, 42 anni e Domenico Marino, 34, rimangono ricoverati in condizioni gravissime all’ospedale di Siena.

"Non ci sentiamo in colpa per un fatto pur gravissimo e da condannare ma avvenuto a chilometri di distanza dal luogo della festa", prosegue Fabrizio. Il quale non esclude, con gli altri organizzatori, che il prossimo anno un nuovo rave, "visto che quello di quest’anno è andato benissimo. La gente, un migliaio di persone, si è divertita e non ci sono stati incidenti dentro l’area". L’evento si è tenuto in un campo privato di proprietà del padre di uno degli organizzatori. L’uomo ha messo a disposizione il campo. I carabinieri, che stanno ricostruendo l’aggressione, hanno precisato che il gruppo dei quattro ragazzi veniva da Firenze e stava andando verso la festa.

Erano già stati fermati, intorno alle 5 del mattino, da un’altra pattuglia di carabinieri a Firenze. In quel caso sono stati lasciati andare: non avevano commesso alcuna infrazione. "Ha pianto quando ha letto il biglietto che la madre gli ha inviato in carcere": così l’avvocato difensore di Matteo Gorelli, 19 anni, di Cerreto Guidi, l’unico maggiorenne del branco che ha aggredito i militari. Il legale, Francesco Giambrone, ha incontrato ieri il ragazzo nel carcere di Grosseto. Infuria nel frattempo la polemica in Maremma contro i rave party.

Non è la prima volta che la provincia di Grosseto ospita questo genere di feste, dove droga, alcol e musica a tutto volume la fanno da padrone. "Nessuno ha pagato per questa festa, che è stata finanziata grazie alla vendita di bevande e cibo ai banchetti dell’evento", dicono ora gli stessi organizzatori. Il mondo politico condanna compatto la brutale aggressione. "Occorre prevenire e ciò spetta al Governo, che è responsabile per la sicurezza. Non si può scaricare tutto sulle comunità locali. Altri paesi europei hanno fatto leggi. Si facciano anche nel nostro caso", dice intanto il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi commentando l’aggressione. "Presenterò un’interrogazione — spiega invece l’onorevole del Pd, Luca Sani — per capire, a legislazione vigente, quali siano le possibilità di bloccare i rave party e prevenire questi episodi". "Siena è unita dello sdegno. Siamo vicini ai carabinieri", infine, il commento della giunta comunale della Città del Palio.

Francesco Marinari

IL TIRRENO

Interviene il Dipartimento antidroga: necessaria una sinergia tra Comuni e forze dell’ordine

Rave: le leggi ci sono, applichiamole

L’Aduc: ma non criminalizziamo i raduni giovanili

FIRENZE. Con gli strumenti della legislazione vigente è già possibile da parte delle Regioni e degli enti locali, intervenire efficacemente sia in termini preventivi che repressivi sui rave party illegali: lo afferma il Dipartimento nazionale politiche antidroga (Dpa), anche in riferimento alla richiesta del governatore Enrico Rossi di una normativa ad hoc. Il presidente toscano tra l’altro ieri è tornato sull’argomento invitando a non abbassare l’attenzione e a «prendere in considerazione l’esperienza europea».

«Anche in mancanza di nuove norme per i rave - sottolinea il Dpa - basterebbe attuare quella già esistente, creando un forte coordinamento tra le forze dell’ordine e le amministrazioni locali e prevedendo anche la partecipazione dei cittadini, che spesso sono in grado di segnalare i fatti che preludono la preparazione sul territorio dei rave illegali».

«Non si può perdere tempo in attesa di nuove leggi - spiega il Dipartimento - è fondamentale mantenere una costante opera di monitoraggio del territorio da parte di amministrazioni e polizia, che non devono sottovalutare questi eventi e la pericolosità ad essa correlata, sia per l’uso di droghe e di grandi quantità di alcol, sia per gli aspetti di sicurezza correlati ai siti dove si svolgono i raduni». Molti rave vengono pubblicizzati sul web ed è perciò possibile intercettarli.

Il Sistema di allerta nazionale del Dpa (a cui non partecipa la Regione Toscana) in questo ultimo anno ha intercettato e segnalato 25 rave party illegali, riuscendo ad impedirne dieci e, per altri sei, a fare in modo che fossero sotto controllo.

L’associazione di consumatori Aduc invita però a non demonizzare i raduni. «I quattro giovani - ricorda - non stavano tornando dal rave di Sorano, ma ci stavano andando dopo aver passato una notte in discoteca a Firenze» (*), quindi «non sono i rave party di per sé ad essere forieri di violenza». E se questo «non cambia nulla sulla violenza verso i carabinieri - spiega l’associazione - modifica molto il coro che si era alzato contro i rave party».

Ieri 200 giovani sono stati denunciati a piede libero per occupazione abusiva di un terreno isolato nella zona di Sellano, sull’Appennino umbro, dove si è svolto un rave (con punte di più di mille partecipanti) tra Pasqua e Pasquetta.

(*) Nota: due giorni fa La Repubblica di Firenze riportava questa dichiarazione:

"La violenza perpetrata ieri nei confronti dei carabinieri da parte di quattro giovani dopo un rave party dimostra, ancora una volta, che le degenerazioni dei giovani e gli abusi di alcol e altre sostanze tossiche avvengono al di fuori delle discoteche", ha invece affermato il presidente dell’Associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo (Silb-Fipe), Maurizio Pasca. http://firenze.repubblica.it/cronaca/2011/04/26/news/grave_ma_stazionario_ancora_in_coma_il_carabiniere-15385988/

Ora che si è scoperto che i ragazzi provenivano da una discoteca, e che in questa occasione il rave party non c’entra nulla, che cosa dirà il Presidente Silb-Fipe?

IL TIRRENO

Ritorno alla normalità tra siringhe e fiale

Sopralluogo del sindaco nei terreni dove è stato organizzato il rave

In tanti hanno chiesto martedì mattina un passaggio per raggiungere la stazione

SORANO. Al bivio per Sovana, dove sono stati massacrati i due carabinieri lunedì mattina, la macchia di sangue per terra ieri era già scolorita. Lavata da chi quel rosso non poteva più vederlo.

Ieri a Sorano è stato il giorno dei sopralluoghi e della pulizia. C’era da portare via tutto quello che i partecipanti al rave avevano lasciato per terra. Sacchi, bottiglie, coperte, siringhe, fialette, disinfettanti. Quei terreni, sia quello privato dove è stata organizzata la festa, sia quello sotto, di proprietà del Comune, sembravano un campo di battaglia. A ripulire il terreno, anche il ragazzo che ha organizzato il rave, insieme a suo padre.

A verificare che la situazione tornasse, almeno dal punto di vista ambientale, alla normalità il più velocemente possibile, è andato ieri anche il sindaco Pierandrea Vanni, insieme alla polizia municipale e agli uomini della forestale. «Per fortuna - spiega il primo cittadino - i partecipanti al rave non sono entrati nella zona archeologica». Un po’ di sporcizia, al parcheggio del parco, è stata raccolta ieri mattina dagli addetti del Comune.

Nel campo dove è stato organizzato il rave, c’erano ancora i segni di quella festa. C’erano le casse, il gruppo elettrogeno che ha permesso di tenere il volume alto per giorni, c’era l’attrezzatura per produrre effetti sonori, una pedana alla quale si sono alternati, in due giorni di ballo e sballo, almeno 18 dj. E c’erano anche le tracce delle droghe utilizzate. Fialette, siringhe sporche, lacci emostatici.

Il sindaco ieri aveva pensato di rientrare in Comune ed emettere un’ordinanza per far ripulire il terreno al suo legittimo proprietario. Non ne ha avuto bisogno. L’agricoltore insieme a suo figlio, ieri pomeriggio erano già all’opera. «Quello che gli operai del Comune hanno dovuto fare - spiega - è stato ripulire gli spazi pubblici». Il parcheggio davanti al parco archeologico, ad esempio, dove in tanti si erano sistemati con i loro furgoni e i cani. Le tracce del passaggio di quelle centinaia di ragazzi arrivati da tutta Italia per l’appuntamento, erano lì, sotto gli occhi di tutti.

Chi abita nelle vicinanze, i ricordi lasciati da chi era al rave, li ha graditi poco. «In tanti hanno rinunciato alla gita fuori porta di Pasquetta - dicono al parco archeologico - perché dopo si era saputo del pestaggio e di tutto quello che stava succedendo, le persone avevano paura».

Ora, la situazione, sembra essere tornata alla normalità.

Di quelle centinaia di giovani, qualcuno martedì mattina girava ancora per strada, con lo sguardo perso in chissà quali pensieri o in chissà quali viaggi. Hanno fatto l’autostop per raggiungere la stazione più vicina, incuranti dei vestiti coperti di fango e dei cani che tenevano accanto a loro.

«Ora però è arrivato il momento di pensare solo alle condizioni dei due carabinieri massacrati lunedì mattina - aggiunge Vanni - e di tornare alla normalità». Sperando che il prossimo rave non venga organizzato nella zona. Anche se, sui sacchi della spazzatura lasciati sparsi per i campi, qualche segnale è stato trovato. Un nuovo invito, per domenica sera. Il luogo, top secret.

Francesca Gori (ha collaborato Antonello Carrucoli)

LA NAZIONE

NOTTE BIANCA

Niente alcolici né bottiglie da asporto

Firenze - “Accogliamo con favore la disposizione del Prefetto di Firenze Paolo Padoin – spiega Villa – perché con essa si punta a garantire che l’evento si svolga nel segno della massima serenità. Sotto il profilo della tutela del decoro urbano si evita infatti che le vie del centro storico di una città delicata come Firenze vengano ricoperte di vetri, tra l’altro con tutti i pericoli che ciò comporta per la possibilità che offrono di essere usate come corpo contundente”.

“Sotto il profilo dell’ordine pubblico, invece – prosegue l’esponente del Pdl – ci rassicura l’adozione di una misura che tende a mitigare, per quel che si può, l’eventuale abuso di alcol. Per altro è purtroppo ancora vivo lo sconcerto di tutti noi per la barbara aggressione di cui sono stati vittime, lo scorso lunedì di Pasquetta, due carabinieri che attuavano un posto di blocco nei pressi di Sorano, in provincia di Grosseto. La responsabilità di quella violenza bruta è di certo dei quattro che l’hanno messa in atto, ma è un fatto che l’abuso di alcol vi abbia concorso. Auspichiamo che sabato notte a Firenze il divieto disposto dalla prefettura possa contribuire a evitare il determinarsi di polveriere di rischio”. (*)

(*) Nota: lo abbiamo ribadito numerose volte, la prima prevenzione ai problemi alcolcorrelati è smettere di promuovere le bevande alcoliche.

Tra chi oggi lamenta le conseguenze del bere, qualcuno sta già lavorando all’organizzazione della nuova edizione di “Wine Town Firenze” http://www.porzionicremona.it/2011/03/29/wine-town-2011-si-presenta/ .

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

Schianto sul ponte

erano in sette sull’auto pirata

TARANTO - Dentro quell’Audi A3 erano in sette (tre davanti e quattro sui sedili posteriori), non in cinque, e per quanto andare in auto al di sopra del numero consentito dall’omologazione, costituisca una banale contravvenzione al codice della strada, la circostanza non può che caricare di altre responsabilità gli occupanti della vettura che ha travolta e ucciso la settimana scorsa sul ponte girevole l’imprenditore e ambientalista Lucio Dione, 38 anni.

A far allargare il numero degli indagati sono state le dichiarazioni rese ieri, dinanzi agli agenti della polizia stradale, prima dal proprietario dell’auto, difeso dall’avvocato Maurizio Besio, e poi dagli altri quattro che venerdì scorso avevano invece detto di essere in cinque.

«Non pensavamo che il numero degli occupanti fosse fondamentale rispetto a quello che è accaduto» hanno cercato di giustificarsi gli indagati, chiamati ora tutti - compresi gli ultimi due - a rispondere di concorso in omicidio colposo, aggravato proprio dalla sovrabbondante presenza nell’automobile, e omissione di soccorso mentre il solo 34enne proprietario dell’Audi è indagato anche per guida in stato di ebrezza.

L’incidente si è verificato sul ponte girevole pochi minuti dopo le 3 di una notte molto particolare per i tarantini, quella dell’uscita della processione della Madonna dalla chiesa di San Domenico, in città vecchia. Lucio Dione percorreva il ponte girevole a bordo della sua bicicletta, seguito poco distante dalla compagna che 18 mesi fa lo aveva reso padre, in direzione Borgo quando è stato violentemente tamponato dall’Audi A3. Dione ha sbattuto pesantemente contro il parabrezza della vettura e poi è finito sul cordolo di cemento del ponte girevole. Immediati i soccorsi ma Dione sabato è deceduto in ospedale per le gravi ferite riportate. L’Audi A3 avrebbe proseguito la sua corsa fino a un passo carrabile di corso Due Mari dove si è fermata in quanto due delle tre ragazze a bordo hanno avvertito un malore mentre la terza, fidanzata del conducente, è andata sul ponte per sincerarsi di quello che era accaduto e dell’arrivo dell’ambulanza del 118. Poi il 34enne si è rimesso al volante, ha parcheggiato la sua auto in via Cesare Battisti, nei pressi della sua abitazione e si è fatto accompagnare da uno degli altri indagati in questura per mettersi a disposizione degli inquirenti.

L’inchiesta come detto all’inizio contava cinque indagati: il conducente, che risponde di omicidio colposo, omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza (gli è stato rilevato un tasso alcolemico di 1,39, ben oltre il consentito) e gli altri quattro occupanti della macchina (due donne e due uomini), finiti nei guai per concorso in omissione di soccorso. L’inchiesta condotta dagli agenti della Polizia stradale, però, ieri si è allargata, con la denuncia per altri due ragazzi, in attesa che il fascicolo venga assegnato ad un altro pubblico ministero dopo che quello di turno - il dottor Enrico Bruschi - ha formalmente chiesto di astenersi in quanto conosceva la vittima.

Negli atti dell’inchiesta finiranno, a quanto sembra, anche le immagini riprese da un sistema televisivo a circuito chiuso che sorveglia 24 ore su 24 quanto accade nel ponte girevole, impianto già utilizzato in passato per altre indagini, mentre prosegue il lavoro della polizia per acquisire ulteriori testimonianze riguardo al ruolo effettivamente svolto dalle sette persone finite ora sotto inchiesta.

ASAPS.IT

Ubriaco al volante con il vecchio Codice riesce a farla franca grazie alla riforma

Il caso limite di un automobilista che condannato per guida in stato di ebbrezza nel 2008 è riuscito a farsi “condonare” l’illecito grazie alle nuove disposizioni di legge

(ASAPS), 28 aprile 2011- Con la riforma del Codice della strada, chi viene sorpreso alla guida alticcio, con un tasso alcolemico compreso fra 0,5 e 0,8 g/l – è noto - non viene più sanzionato con un’ ammenda penale ma unicamente con una sanzione pecuniaria che può andare da un minimo di 500 a 2mila euro. La modifica ha così aperto la strada ad una sorta di amnistia nei confronti di chi era stato fermato prima del luglio 2010 e nel frattempo aveva fatto ricorso.

E’ il caso di un automobilista, fermato nel 2008 da una pattuglia dei Carabinieri per un controllo etilometrico, che rifiutò di sottoporsi all’alcoltest. I militari stabilirono ugualmente lo stato di ebbrezza solo sulla base degli indici sintomatici ma il conducente fece ricorso al Tribunale di Gela, che, nello stesso anno, lo condannò al pagamento dell’ammenda prevista per guida in stato di ebbrezza attribuendogli un tasso alcolemico compreso tra 0,5 e 0,8 grammi per litro.

Il legale dell’imputato decise di ricorrere in appello, sostenendo che al momento dell’intervento dei Carabinieri alla guida del mezzo non si trovasse il suo assistito bensì il figlio, e che non poteva considerarsi accertato il tasso non essendo stato utilizzato l’etilometro. La Corte di Appello di Caltanissetta però, rifiuta il ricorso e condanna l’imputato al pagamento della sanzione. L’uomo non si arrende e decide di ricorrere in Cassazione sollevando il fatto che la corte territoriale avrebbe dovuto trasmettere gli atti alla Corte di Cassazione (cosa che non ha fatto). La Suprema Corte, sulla base degli incartamenti decide così di riconsiderare il ricorso fatto dall’automobilista e abolire la sentenza di condanna, per "abolitio criminis" in quanto il fatto non costituisce più reato. In sostanza secondo il principio del "favor rei", l’imputato va processato in base al diritto che gli è più favorevole, in questo caso applicando gli aggiornamenti del Codice della Strada, nonostante al momento dell’illecito la legge in vigore fosse un’altra e nonostante punisse il comportamento in questione.

Come dire in questo caso una norma, la legge 120 del 2010, che è nata per rendere più severo il percorso di chi beve, con la previsione del valore alcolemico zero per i neopatentati e i conducenti professionali, si sta rivelando un benefit per alcuni assuntori che erano risultati positivi nella fascia 0,5 – 0,8. Allegria! (ASAPS)

LA VOCE D’ITALIA

L’ex tronista di uomini e donne ancora in ospedale, e’ uscito dal coma

Karim Capuano ancora grave. Parla l’amico:mi ha salvato la vita

Remo Angeloni era con lui. "Non vedo l’ora di dirgli grazie"

Roma

Sono ancora gravi le condizioni di Karim Capuano, l’ex tronista di Uomini e Donne,vittima di un incidente stradale alle porte di Roma."Karim si sarebbe svegliato dal coma ma non riuscirebbe ancora a respirare autonomamente" fanno sapere dall’ospedale S.Camillo di Roma.

Oggi,l’amico Remo Angeloni che era accanto a lui al momento dell’impatto parla di Karim ai microfoni di Visto."Non era ubriaco. Quella sera avevamo bevuto vodka e lime. Gli è stato trovato un tasso alcolemico tre volte superiore alla norma perchè si stava curando la voce con uno spray alla propoli: si tratta di un preparato alcolico" precisa Angeloni, che racconta i dettagli di quel tragico incidente. (*)

"Eravamo sulla via Appia dopo aver bevuto un aperitivo a Velletri ed un autobus ci ha travolti. Karim mi ha protetto con il suo corpo, mi ha salvato la vita" e alla domanda su come si senta ora, Angeloni risponde "Mi sento in colpa e non vedo l’ora di dirgli grazie"

Marirosa Barbieri

(*) Nota: non c’è da stupirsi, di fesserie sui giornali se ne leggono tante. Però, a mio parere, di fronte a una dichiarazione come questa il/la giornalista si dovrebbe sentire in dovere di commentare, precisare...

CORRIERE.IT MILANO

Prima nazionale al Teatro Verdi

Lo sballo del sabato sera in un mondo di liquide incertezze

Debutta «Binge Drinking» del Buratto: storie giovanili sull’abuso di alcol

MILANO - Bevono, di tutto e in modo compulsivo, fino a stordirsi, specie al sabato sera. Hanno tra i 14 e i 20 anni. Si chiama Binge Drinking ed è un fenomeno in aumento, che colpisce giovani di diverse provenienze sociali. Comune denominatore un disagio interiore, un vuoto da colmare nelle relazioni interpersonali generato da un mondo dove conta solo il denaro e il futuro appare incerto. A questo problema il Teatro del Buratto ha dedicato la sua nuova produzione, in scena da questa sera al Teatro Verdi, nata da una ricerca sul campo e parte di un progetto più ampio che prevede incontri con operatori sociali, educatori e psicologi. «Sono rimasta impressionata dai dati che mi ha fornito il professor Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale sull’alcol», dice Renata Coluccini, autrice del testo con Mario Bianchi, e regista. «Anche perché, mentre rispetto alla droga le posizioni sono chiare, rispetto all’alcol c’è condiscendenza culturale e personale del tipo "tutti noi abbiamo preso una sbronza e non è niente di grave"».

Da questo spunto è partita la ricerca, fatta di film, letteratura sull’argomento, incontri con ragazzi, adulti, insegnanti, le cui esperienze fanno la drammaturgia di «Binge Drinking-Mondo liquido», che racconta la storia di quattro ragazzi, di cui uno, il più giovane, è ricoverato in attesa di un trapianto di fegato che forse non arriverà mai (nelle liste d’attesa gli alcolisti scivolano agli ultimi posti). I tre amici, che da quel tunnel sono usciti, rivivono la settimana che ha portato Jacopo all’autodistruzione, allo sballo del sabato sera. «Il rischio», continua la Coluccini, «era cadere nel giudizio moralistico. La scrittura del testo è simile a una serie di istantanee di situazioni drammatiche ma anche ironiche. Nessuno di loro è cattivo, solo non sono stati educati ai limiti e ai sentimenti, vivono in un mondo dove ci si urta senza mai toccarsi». Elisa Canfora/Clara Terranova, Stefano Panzeri e Dario De Falco interpretano più ruoli su una scena essenziale, fatta di trasparenze, dove i movimenti e la musica da discoteca suggeriscono il ritmo delle loro difficili vite interiori.

INFORMAZIONI: Teatro Verdi, ore 21, dom. ore 16.30, via Pastrengo 16, tel. 02.27.00.24.76-68.800.38, € 18-9, da stasera al 15 maggio

Claudia Cannella

LEGGO (Padova)

«Mamma, mamma c’è un uomo che si è spogliato...

«Mamma, mamma c’è un uomo che si è spogliato...». Così una ragazzina di 10 anni ha chiamato il genitore, indicando con il dito dove aveva visto quell’uomo. E’ accaduto l’altro pomeriggio al parco Brentelle. Protagonista un maniaco davanti a decine di ragazzine e ragazzini che stavano giocando in uno dei parchi più frequentati di Padova, in via Chiesanuova, pieno perché le scuole erano ancora in festa. L’uomo dopo essersi masturbato davanti a un gruppetto di ragazzine dagli 8 ai 10 anni, si è rivestito, ha farfugliato qualcosa e si è incamminato verso Padova.

Immediatamente i genitori hanno chiamato la polizia. Sul posto sono arrivati i vigili. Grazie alla descrizione delle decine di persone che avevano assistito, gli agenti sono riusciti a rintracciare il maniaco poco distante. L’uomo, uno straniero, è stato denunciato.

Arrabbiati molti genitori che hanno lamentato la mancanza di un controllo su chi può entrare o meno al Parco, visto che il maniaco era visibilmente ubriaco. «E’ stata una cosa orribile - racconta una mamma -. Quell’uomo quando è stato visto si è alzato in piedi e biascicava parole senza senso...». Ora c’è chi si chiede cosa accadrà adesso, se qualcuno alzerà il livello di sorveglianza nel parco, perché il luogo è frequentato da decine di ragazzine e ragazzini, anche molto piccoli. Finora era stato un luogo sicuro, ma a quanto pare non è più così.

IL TEMPO Lazio Nord

Montalto di Castro: in cella un uomo già noto alle forze dell’ordine

Ubriaco vuole mangiare gratis e picchia i carabinieri

MONTALTO DI CASTRO Durante la serata di Pasquetta, i militari della stazione di Montalto di Castro, sono dovuti intervenire all’interno di un noto ristorante della località balneare, dove un sardo, residente in città da anni e già noto alle forze dell’ordine per numerosi precedenti, sotto l’effetto dell’alcool stava importunando i clienti del ristorante.

Non soddisfatto ha minacciato la titolare del locale perchè voleva consumare un pasto gratis. Alle richieste dei titolari di lasciare l’esercizio pubblico, l’uomo ha reagito minacciando i presenti ed urlando ad alta voce, per cui sono stati chiamati i carabinieri. I militari, hanno tentato di calmare l’uomo e a farlo uscire dal locale. A quel punto l’uomo avrebbe reagito in modo disordinato minacciando ed oltraggiando i due carabinieri fino ad aggredirli. I carabinieri per evitare spavento agli avventori, sono riusciti a far uscire l’esagitato dal locale e a renderlo inoffensivo anche se questi era riuscito a provocava lesioni ad uno dei due militari. L’uomo è stato arrestato per resistenza, oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale.

Gi. Lu


MODENAQUI.IT

«Violentata mentre non ero in me» Mancini, chiesto il rinvio a giudizio

Il pubblico ministero di Milano Elio Ramondini ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex calciatore dell’Inter e della Roma Amantino Mancini, accusato di violenza sessuale e lesioni personali nei confronti di una cantante brasiliana, nota nel mondo della musica e della tv del Paese del Samba.

La donna ha raccontato di aver subito la violenza nella notte tra l’8 e il 9 dicembre dell’anno scorso poco prima che Mancini (allora in forza all’Inter) partisse per Abu Dhabi per il mondiale per club.

Secondo il racconto della donna Mancini e la giovane si erano conosciuti quella sera durante un party dato da Ronaldinho in un locale milanese: tra un ballo e qualche drink, la donna, che non regge l’alcool, non si è sentita bene e ha chiesto di essere accompagnata a casa.

L’ex calciatore nerazzurro si è offerto ma l’ha portata nel suo appartamento.

E lì mentre la cantante non era più in sè (per più volte avrebbe perso anche conoscenza) sarebbe stata violentata: costretta a subire atti sessuali per i quali le sono state provocate anche una serie di escoriazioni (come verrà scritto nel referto dei medici che il giorno dopo l’hanno visitata).

Verso le cinque del mattino, dopo che si era ripresa, Mancini l’avrebbe perchè doveva andare ad allenarsi, dandole 50 euro per il taxi.

Venerdì, 29 Aprile 2011
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