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Rassegna alcol e guida del 25 marzo 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta

E’ POCO ETICO COINVOLGERE NEI PROPRI TRAFFICI CHI RICOPRE CARICHE ISTITUZIONALI.
E’ POCO CREDIBILE UN POLITICO CHE AMMETTE CHE IL VINO FA BENE!

Il Vinitaly dedicato all’Italia
stuzzica l’interesse dei francesi
Domenica a New York il presidente Napolitano stapperà «Una», la bottiglia dei 150 anni. Anche Formigoni contro l’«alcol-zero»: «Il vino fa bene»

Vinitaly fa debuttare a Washington la bottiglia dell’unità d’Italia

24 marzo 2011
MILANO — Attenzione, arrivano i francesi. Il previsto arrivo di una delegazione d’oltralpe mai così numerosa - una cinquantina di persone, ufficialmente per partecipare ad un convegno - ha fatto drizzare le antenne agli organizzatori di Vinitaly. La kermesse del vino, che il prossimo 7 aprile inaugura la sua 45esima edizione, è stata sempre snobbata dai produttori transalpini, di casa al VinExpo di Bordeaux. Ma forse le cose stanno cambiando. L’Italia, per esempio, ha appena scippato alla Francia dello champagne il primato nella produzione di bollicine. E a Vinitaly hanno subito colto l’occasione di lanciare «Sparkling Italy», una degustazione dei migliori vini frizzanti nostrani che si terrà tra i padiglioni 10 e 11. Vinitaly, insomma, vuole continuare ad essere sul pezzo e non solo dal punto di vista strettamente vitivinicolo.
Domenica, a New York, sarà il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a stappare la prima delle 6.800 bottiglie numerate dedicate ai 150 anni dell’Unità d’Italia: si chiama «Una» e contiene un vino inedito (in due versioni: bianco e rosso, ma non sarà in commercio) realizzato con la miscela di venti vitigni diversi, uno per ogni regione italiana, «testata» da un gruppo di enologi di fama, capeggiati da Renzo Cotarella. «È un gesto che vuole coinvolgere anche i nostri connazionali all’estero e sottolineare come il vino italiano rappresenti uno straordinario veicolo di promozione del made in Italy», spiega il presidente di Verona- Fiere, Ettore Riello. Su questo fronte, Vinitaly è ormai un appuntamento imperdibile per produttori, compratori e appassionati che quest’anno troveranno pure il nuovo parcheggio da 2.160 posti nell’ex mercato ortofrutticolo: Continua a scommettere sulla rassegna veronese anche la Lombardia. Ieri a Milano al 31esimo piano del Pirellone - sede della giunta regionale (dove si è tenuta la prima, ormai tradizionale, presentazione dell’evento) - il governatore Roberto Formigoni ha sottolineato le aspettative dei produttori lombardi «che si preparano a calcare il palcoscenico della più importante vetrina italiana del settore vitivinicolo».
«Vinitaly è la cornice ideale, catalizza attenzione di tutto il mondo», ha rimarcato l’assessore lombardo all’Agricoltura Giulio De Capitani. Il padiglione della Lombardia, che ospiterà 200 aziende e 14 consorzi di tutela, è in espansione, così come lo è, nel suo complesso, Vinitaly. «Gli spazi saranno tutti occupati - ha rimarcato il direttore di VeronaFiere, Giovanni Mantovani - ci saranno 4000 espositori su più di 92mila metri quadri di superficie espositiva». Si punta a migliorare i numeri già importanti del 2010, quando furono 153mila i visitatori, quasi un terzo (il 31 per cento) dall’estero. Se è vero quanto dice Formigoni che «nel bicchiere c’è molto di più del vino », è proprio quel che c’è nel vino - l’alcol - che ha portato l’inasprimento di limiti e sanzioni per chi beve e poi guida. Il consumo ne ha risentito, sceso sotto i 40 litri pro capite. «Andrebbe fatta grande battaglia di correttezza e onestà intellettuale(*) sulla frontiera dell’alcol zero - ha detto Riello - Se la soglia è un bicchiere e mezzo di vino, significa voler colpire il buon padre di famiglia, che beve un bicchiere a tavola. Ci vuole un limite giusto, senza che ci sia attribuzione criminosa». Alla battaglia, già fatta propria dal governatore veneto Luca Zaia, si aggiunge ora anche il collega Formigoni: «Mi sto preparando per correre la Stramilano, mi hanno consigliato di bere ogni sera un bel bicchiere di vino. Lombardo, ovviamente ». Alessio Corazza


(*)Nota: è esattamente ciò che manca a chi afferma che il vino fa bene alla salute!


ANCHE CON LA MOVIDA LA COMPAGNIA DI BECCHINI HA LAVORO ASSICURATO!!!
LA NUOVA DI VENEZIA
«Senza movida la spiaggia muore»
24 marzo 2011 — pagina 31 sezione: Provincia

SOTTOMARINA. Corsa contro il tempo per salvare la movida estiva. Con il nuovo Codice della strada, che permette agli stabilimenti balneari musica e alcol solo dalle 17 alle 20,(*) e senza una norma comunale che come l’anno scorso deroghi ai divieti, la spiaggia rischia di perdere migliaia di giovani che negli ultimi 2 anni avevano eletto Sottomarina capitale del divertimento sulla sabbia. Il nuovo Codice della strada risale al 29 luglio 2010, ma nella scorsa estate una delibera comunale antecedente derogava ai limiti imposti dalla nuova normativa nazionale purché gli stabilimenti fossero dotati di accorgimenti acustici e di sicurezza tali da consentire di proporre musica. Nel frattempo però la giunta è caduta e gli imprenditori dell’arenile, che già ad ottobre scorso avevano chiesto una soluzione per non rischiare di compromettere la prossima stagione, si sono ritrovati senza alcun interlocutore a cui rivolgere le loro preghiere.
Ora la primavera è arrivata e con il sole sono iniziate anche le code domenicali di pendolari assetati di mare e di spiaggia, ma anche di movida. Il rito dell’happy hour e delle feste sotto le stelle ballando sulla sabbia è ormai una componente irrinunciabile del turismo escursionista. Ma l’articolo 54 del nuovo Codice è chiaro: gli stabilimenti balneari sono autorizzati a svolgere nelle ore pomeridiane forme di intrattenimento e svago danzante, congiuntamente alla somministrazione di bevande alcoliche, in tutti i giorni della settimana non prima delle 17 e non oltre le 20.
«Per noi è una iattura - commenta il presidente degli stabilimenti Ascot, Giorgio Bellemo - probabilmente la norma è stata «suggerita» da qualche realtà balneare che vede la presenza di un sensibile numero di discoteche che, ovviamente, collidevano con la movida in spiaggia. Ma da una specificità si è creata una norma nazionale che rischia di mettere in ginocchio gli operatori per i quali la movida è una componente fondamentale del turismo. Negli anni scorsi tutti gli eventi legati alla movida non hanno mai comportato situazioni di disagio o pericolo».
Bellemo chiama a raccolta tutte le sigle turistiche per evitare che alle 20 la spiaggia si spenga. «Capiamoci - continua il presidente Ascot - o abbiamo fatto un accordo con una compagnia di becchini dato che la città è destinata a morte certa o vogliamo rispolverare il vecchio Giolitti che ricordava che le leggi si interpretano a seconda se sei nemico o amico. Il coprifuoco alle 20 è una follia. Dobbiamo farci sentire».

Elisabetta Boscolo Anzoletti
(*)Nota: l’accoppiata “musica e alcol” da l’idea che per divertirsi è necessario consumare bevande alcoliche!


ATTENZIONE:
STANNO CERCANDO IN TUTTI I MODI DI FAR TOGLIERE IL DIVIETO DI SOMMINISTRARE BEVANDE ALCOLICHE E DI FARE MUSICA SULLE SPIAGGE DOPO LE ORE 20,00

IL GAZZETTINO
CODICE DELLA STRADA

Venerdì 25 Marzo 2011,

Movida a rischio, la politica si muove. La nuove norme del Codice della strada rischiano di creare grossi problemi agli stabilimenti balneari che non potranno più somministrare bevande alcoliche e fare musica dopo le 20 di sera. In pratica si dovrà dire addio a feste e divertimento in spiaggia.
«Ho portato l’argomento all’attenzione del parlamentare Corrado Callegari e dell’assessore regionale al Turismo Marino Finozzi - afferma Massimiliano Malaspina, assessore provinciale alle Attività produttive e candidato sindaco della Lega a Chioggia - In questi giorni stiamo esaminando la legge e cercando eventuali soluzioni per far sì che tutto quanto è stato creato a Sottomarina da tre anni a questa parte non finisca improvvisamente».
Già da diversi mesi le categorie che rappresentano gli stabilimenti balneari hanno lanciato appelli a destra e a manca sperando che qualcuno si facesse carico del problema. Impossibile adeguarsi alla normativa: costerebbe troppo e quindi i gestori sarebbero costretti a spegnere la musica. La nuova legge, secondo alcuni, soddisfa solo i gestori delle discoteche, che si sono visti portare via un discreto numero di clienti proprio con l’avvento dei famosi party sulla spiaggia: «Comprendo che i gestori possano aver fatto delle pressioni affinchè venissero inserite certe restrizioni - afferma Malaspina - E proprio per questo anche noi dobbiamo salvaguardarci e tutelare un patrimonio economico che ci appartiene e che non può venir meno a causa di pochi. Entro qualche giorni l’assessore Finozzi mi darà una risposta su come muoversi e se questa legge è da ritenersi costituzionale o meno». (M.Bio.)


INIZIATIVE DI INFORMAZIONE E PREVENZIONE
IL MATTINO DI PADOVA
Di corsa contro l’alcol alla guida

24 marzo 2011 — pagina 38 sezione: Sport
PADOVA. CorriXPadova non è solo runners e camminatori. E’ anche sicurezza. Stasera dalle ore 10 Nel Village di Prato della Valle saranno presenti stands della Polizia di Stato che tratteranno tematiche particolari, relative alla sicurezza nei vari ambiti della vita di tutti i giorni. Si parlerà di abuso di alcol alla guida dei veicoli, di sicurezza nella navigazione in internet, di prevenzione delle truffe agli anziani, di eccesso di velocità e di tanti altri temi che, ogni settimana, saranno affrontati da operatori specializzati che saranno in grado di illustrare a runners e walkers la normativa di settore e fornire utili consigli pratici. La Polizia Stradale darà consigli per una guida sicura in relazione all’uso di alcoolici.
Per quanto riguarda l’appuntamento strattamente legato alla corsa, stasera runners e camminatori avranno due percorsi diversi: i primi da Prato della Valle andranno verso gli argini, mentre i secondi sceglieranno un percorso che li porterà verso le piazze. Come di consueto a controllare tutti gli uomini della Polizia e personale del Comune di Padova. Si parte alle 20.30. (g.nov.)


LA PROVINCIA PAVESE
Droga e alcol, incontri a scuola
24 marzo 2011 — pagina 22 sezione: Cronaca
ALBUZZANO. La lotta alle dipendenze di alcol e droga passa dalla prevenzione. E’ questo l’obiettivo del progetto «Io lo so... un viaggio nella consapevolezza», arrivato alla terza edizione, e che quest’anno ha coinvolto anche gli studenti delle prime, in tutto 49 classi delle scuole medie degli istituti comprensivi di Begioioso, Chignolo e Villanterio. I ragazzi sono accompagnati in un complesso viaggio attraverso la consapevolezza di sé, delle proprie capacità e della propria forza, strumenti indispensabili per uscire dalla logica, a volte deviante, del gruppo, e per dire “no” a comportamenti scorretti e illeciti. Un progetto articolato quello voluto dai Piani di zona del Distretto socio sanitario di Corteolona che vede Albuzzano Ente capofila e che può contare sulla collaborazione degli operatori delle comunità terapeutiche (Casa del giovane e Cooperativa di promozione umana), Asl di Pavia (Servizio delle dipendenze, Serd), ufficio Not della prefettura, Unione giuristi cattolici e i Lions. Protagonisti assoluti di questo viaggio sono i ragazzi che assistono ad incontri con un unico filo conduttore: permettere ai giovani di raggiungere la consapevolezza di sé stessi, diventare sicuri, staccarsi dalle logiche del “gruppo”, quando diventano pericolose. «Il progetto - spiega Margherita Canini, presidente del Piano di zona e sindaco di Albuzzano - è portato avanti da persone competenti che continuano a credere nell’importanza di sensibilizzare i ragazzi e dare loro gli strumenti adatti a prendere le distanze da atteggiamenti riprovevoli».
I percorsi sono diversi a seconda delle classi. Per le prime, oltre all’incontro con i giuristi, Promozione umana organizza “Il cammino della felicità”. Le seconde classi parlano di “Norme e regole” con Prefettura e giuristi. Lezioni di legalità anche per le terze. Stefania Prato


LA PROVINCIA PAVESE
«Fermiamo le stragi del sabato sera»

24 marzo 2011 — pagina 50 sezione: Spettacolo
PAVIA. Di morti ai bordi della strada Antonio Savoldi ne ha visti troppi. Per questo ha deciso scrivere il libro “La folle corsa” (Serra Tarantola Editore, 17 euro). Perché è un poliziotto, ma è anche uno scrittore. Attualmente in servizio presso la Polizia giudiziaria di Brescia, Savoldi ha deciso di raccontare in questo libro la sua decennale esperienza di agente della Stradale.
Proprio da questo volume prende spunto l’incontro organizzato dall’Associazione genitori e scuola, che si terrà domani al collegio Santa Caterina: l’autore dialogherà di alcool, stupefacenti e incidenti stradali con gli studenti delle scuole superiori (ore 15).
Un tema forte, affrontato soltanto quando il dramma ci tocca da vicino e che Savoldi tratta in maniera cruda e realistica.
Da dove nasce l’esigenza di scrivere “La folle corsa”?
«Come agente della Stradale mi è capitato molte volte di avvisare i genitori di ragazzi morti in incidenti, e questo mi ha reso partecipe del loro dolore. Ma il libro nasce soprattutto dagli incontri che da anni faccio coi ragazzi: hanno una percezione della morte molto distante dalla realtà».
Che cosa racconta nelle sue conferenze?
«Parlo di quello che ho visto. E fa il suo effetto sentire uno sbirro parlare di morti che ha raccolto con le sue mani dai margini della strada. Racconto dei ragazzi rimasti invalidi, di quelli scomparsi, e lo faccio in maniera realistica. Oggi i ragazzi sono abituati alle fiction, ma la realtà è diversa».
Come affronta un tema così difficile?
«Dicendo le cose come stanno, senza falso pudore. In Italia ci sono 16 morti al giorno per incidente stradale, di cui sei sono pedoni e uno è un bambino. Senza contare gli invalidi permanenti, che ogni giorno sono 54. Chi di noi uscendo di casa ha pensato: oggi potrebbe toccare a me? Bisogna sapere come si muore sulla strada».
Parla anche di droga e di alcol?
«Certo. La droga e l’alcool sono due enormi problemi, e se ora s’inizia a parlare di alcool e incidenti stradali in maniera seria, lo stesso discorso ancora non si è fatto con le droghe».
C’è bisogno di fare più educazione stradale?
«Ce n’è un enorme bisogno, fin dall’infanzia. Con l’Associazione famigliari vittime della strada stiamo mettendo a punto un progetto rivoluzionario, che vorremmo portare anche nelle scuole di Pavia».
- Gabriele Conta


ASCA
LAZIO/SICUREZZA STRADE: POLVERINI, SENSIBILIZZAZIONE GIOVANI

(ASCA) - Roma, 25 mar - Dimostrazioni dal vivo, prove pratiche di guida, spot, esibizioni, convegni, incontri con le scuole, hanno fatto da cornice in piazza del Popolo alla IV edizione di ’’Strade 2011: Equazione Sicurezza’’, l’evento promosso dalla Regione Lazio e organizzato dall’Associazione sulla Rotta della Sicurezza, per sensibilizzare i giovani sull’importanza della sicurezza stradale.
La presidente Renata Polverini ha visitato questa mattina gli stand della Regione Lazio, portando il saluto agli studenti e ai ragazzi che hanno partecipato alle diverse iniziative organizzate nello stand istituzionale. A fare da sottofondo agli eventi, la campagna della Regione Lazio ’’La sicurezza non e’ mai troppa: guida sicuro... allacciati la vita’.
’’Si tratta di un importante evento che abbiamo fortemente promosso per sensibilizzare i giovani alla sicurezza stradale e per favorire la cultura della prevenzione’’ ha spiegato Polverini ’’purtroppo molto spesso - ha proseguito - i ragazzi perdono la vita in incidenti stradali, magari il sabato sera dopo una serata in discoteca, avendo anche abusato di alcol. La Regione Lazio quindi si pone come protagonista con un messaggio positivo per i giovani, portato da voci amiche, da chi fa sport e da chi puo’ essere un punto di riferimento’’. Proprio per ribadire l’importanza di non bere alcolici, specialmente quando ci si deve mettere alla guida, presso gli stand della Regione nel corso della giornata sono in distribuzione oltre 5 mila etilometri. res-mpd/cam/lv


IL GAZZETTINO
Laboratorio permanente sulla prevenzione
Michelangelo Scarabellotto
Venerdì 25 Marzo 2011,

Sacile è stata scelta per diventare sede regionale di un Laboratorio permanente finalizzato alla prevenzione dalle dipendenze. Il servizio sarà gestito dal Distretto sanitario di Sacile dell’Azienda sanitaria, mentre il Comune metterà a disposizione alcuni locali del secondo piano del Centro di aggregazione giovanile (ex Nievo). Questo comporterà uno spostamento della sede di alcune associazioni. La decisione ha creato qualche malumore tra i responsabili delle associazioni interessate che comunque, assicura l’assessore alla cultura Carlo Spagnol, non rimarranno senza sede, ma dovranno convivere con altre.
Il provvedimento riguarda in particolare gli "Amici della musica" e il "Circolo culturale del bello", che andranno a coabitare al primo piano con Associazione naturalisti e Filatelici; l’Anget che dividerà la sede con il Gruppo micologico al primo piano; l’Iniziativa e il Circolo nonsai che si sposteranno solo di stanza al secondo piano; infine il Coro San Lorenzo che dividerà la sede con l’Anla al primo piano. Lo scontento nasce dal fatto che le associazioni avevano investito in arredamenti.
Per quanto riguarda l’istituzione del Laboratorio che dovrebbe partire ad aprile, si tratta di una struttura che la Regione ha individuato come riferimento regionale, che sarà gestita dal Dipartimento di prevenzione dell’Azienda 6, per l’attivazione del quale sono stati stanziati 50 mila euro per gli arredi. Inizialmente si era pensato ad una sede interna allì’ospedale ritenuta però poco idonea, da qui il coinvolgimento del Comune che ha messo a disposizione cinque stanze.
L’attività del laboratorio sarà finalizzata alla prevenzione della dipendenze, fumo, alcol e droghe. L’attività si svolgerà in tre mattinate la settimana nel corso delle quali personale dell’Azienda 6 incontrerà scolaresche provenienti da tutta la regione con le quali affronterà i problemi legati alle dipendenze.


CONSEGUENZE DEL CONSUMO DI VINO, BIRRA ED ALTRE BEVANDE ALCOLICHE
LA GAZZETTA DI MODENA
Guidava ubriaco e senza patente

24 marzo 2011 — pagina 20 sezione: Provincia
Guidava un’auto ubriaco senza aver mai avuto la patente. É finito nei guai un tunisino 23enne residente a Modena, fermato nella notte a Carpi dalla Squadra volante della polizia. Gli agenti hanno constatato con l’etilometro che aveva 1 grammo di alcol per litro di sangue: quindi era più che ebbro. Non solo: al controllo dei documenti è emerso che non aveva la patente. É stato denunciato.


ILGAZZETTINO
Ubriaca al Pronto soccorso
assale personale e poliziotti

Venerdì 25 Marzo 2011,
Rimasta in panne sul cavalcavia di Marghera finisce ricoverata all’Angelo, preda dei fumi dell’alcol, dopo un personalissimo show al pronto soccorso.
Tutto ha inizio verso le tre di ieri notte quando un "buon samaritano" nota la donna ferma a bordo strada in stato confusionale con l’auto completamente a secco di benzina.
E mentre l’uomo sta cercando di capire cosa fosse successo, la trentasettenne accusa un malore, molto probabilmente dovuto a quello che poi si rivelerà un pesante abuso alcolico. Di qui la decisione di raggiungere in macchina l’ospedale affinché la sconosciuta potesse essere assistita in maniera adeguata. Mai il soccorritore si sarebbe aspettato di dover assistere alla reazione violenta e molesta dell’automobilista che lui stesso aveva accompagnato allarmato dalle sue condizioni fisiche.
Resasi conto del luogo in cui si trovava, la donna infatti ha cominciato a dare in escandescenze, offendendo e insultando il personale sanitario e intralciando l’attività della stessa struttura. Nemmeno l’intervento della volante della polizia è servito a riportarla alla ragione. Anzi la donna si è scagliata persino contro gli agenti che tentavano di calmarla, opponendo una pervicace resistenza. Alla fine, e non senza difficoltà, un medico è riuscito a visitare la paziente tanto problematica, decidendo sulla base dello stato fisico riscontrato di trattenerla in osservazione.


IL TIRRENO
29 ANNI, ERA CON LA MACCHINA DEL PADRE È STATO DENUNCIATO DALLA POLIZIA
Pagina 3 - Pontedera
Centra con l’auto la rotatoria: stava guidando ubriaco
VENERDÌ, 25 MARZO 2011
PONTEDERA. Bere alcolici più del consentito e mettersi subito dopo alla guida può essere la causa di brutti scherzi, oltre che di incidenti. Una lezione che dovrebbe aver imparato un giovane di Pontedera che con l’auto del padre ha centrato in pieno una delle rotatorie lungo la Tosco Romagnola.
In seguito all’incidente stradale è intervenuta la polizia e il 29enne è stato sottoposto ai controlli, diventati ormai quasi di rito, per capire se guidava in condizioni psico-fisiche alterate. Un’intuizione azzeccata. L’automobilista, come è stato spiegato dal commissariato, aveva nel sangue un tasso alcolemico che superava di circa cinque volte quello consentito. Immediate le conseguenze.
È stato denunciato in stato di libertà per guida in stato di ebbrezza. L’auto è stata sequestrata ma non confiscata in quanto non era di sua proprietà.

I controlli con l’etilometro sono sempre più frequenti sulle strade della provincia. E non solo. Quasi sempre, soprattutto in seguito a incidenti stradali, agli automobilisti coinvolti viene controllato - al pronto soccorso dell’ospedale dove vengono trasportati - il tasso di alcol nel sangue. Le sorprese non mancano. Sempre più spesso, infatti, gli automobilisti si “beccano” una denuncia in quanto trovati alla guida in condizioni alterate sia perché hanno bevuto troppo o perché hanno fatto uso di sostanze vietate. S.C.


GAZZETTA DI PARMA
Vetto, serata con alcol e droga: si indaga per violenza sessuale
25/03/2011

La Procura di Reggio Emilia sta indagando su una presunta violenza sessuale di gruppo o in concorso (sono le due ipotesi di reato valutate) ai danni di una 24enne reggiana che sarebbe stata in balia di un gruppo di 4-5 uomini trentenni e di un ventenne marocchino all’uscita di un locale notturno vicinio a Vetto, sull’Appennino reggiano. La vicenda risale alla notte fra il 10 e l’11 luglio dello scorso anno. Teatro dei presunti abusi un parcheggio ricavato in un boschetto vicino al locale.
La Procura ha raccolto diverse testimonianze fra i giovani presenti quella notte e le persone sospettate di aver commesso gli abusi sulla ragazza. Tutti hanno raccontato che la giovane aveva fatto un pesante uso di cocaina a più riprese e aveva bevuto numerosi alcolici, anche sotto forma di cocktail. Le testimonianze sulla vicenda, riportata dall’edizione di Reggio del "Resto del Carlino", rientrano anche nel fascicolo relativo all’operazione antidroga denominata "Piazza pulita" condotta dai carabinieri di Castelnovo Monti nei mesi scorsi. Secondo i testimoni la ragazza sarebbe rimasta in compagnia del gruppo di uomini fino alle prime luci dell’alba. Un testimone ha detto agli inquirenti: «Ho avuto l’impressione di essere in presenza di ragazzi che stavano approfittando della ragazza, la quale non era in grado, visto il suo stato, di reagire e andarsene. Nei giorni seguenti, pensando a quello che avevo visto, ho immaginato che la ragazza non fosse lì di sua spontanea volontà e mi sono pentito di non essere intervenuto».
L’ex fidanzato ha raccontato, nella testimonianza resa ai carabinieri: «Alle sette meno un quarto la mia ex ragazza mi ha chiamato dicendomi che era sotto casa mia. Sono uscito e l’ho trovata in condizioni pietose, tutta sporca di terra e piena di lividi. Le ho chiesto cosa fosse successo, ma lei non era in grado di rispondermi». Sulla presunta violenza è stato aperto un fascicolo a parte. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Stefania Pigozzi.


IL CORRIERE ADRIATICO
Ubriaco semina il panico in centro

Arrestato un nomade alla guida di un furgone. L’appello di Corvatta al Comune

25.3.11 Civitanova Sempre più difficile la convivenza con i rom che si sono accampati attorno alla zona portuale. Ieri pomeriggio uno del gruppo di nomadi è stato arrestato dalla polizia municipale dopo una serie di carambole compiute alla guida di un furgone. Il conducente, N.S., bosniaco di 59 anni, è stato arrestato dai vigili in quanto su di lui pende un decreto di espulsione. Intorno alle 17, completamente ubriaco, è salito a bordo di un vecchio Fiat Ducato parcheggiato nell’area di sosta di via Da Vinci, dietro l’ex Hotel Adua. Ha iniziato a guidare come fosse in un autoscontro, tamponando diverse vetture per farsi largo tra le auto in sosta. Il colpo più violento ai danni di una Fiat Panda parcheggiata all’incrocio con via Duca degli Abruzzi, quindi il Ducato impazzito ha colpito altre due autovetture, attirando l’attenzione di diversi passanti che hanno seguito il mezzo. La corsa è stata brevissima: al primo stop non rispettato, all’incrocio tra vicolo Venere e viale Matteotti lo scontro con un’Alfa 155. Questo l’incidente che ha fatto scaturire l’arrivo di una pattuglia della polizia municipale. L’uomo aveva una patente straniera mentre quella italiana era già stata ritirata dagli stessi vigili (che l’avevano ritrovata tra gli oggetti smarriti). Hanno avuto un bel da fare per sottoporre l’uomo all’etilometro di cui la pattuglia è dotata da alcuni giorni, senza risultato, in quanto il bosniaco, che a stento stava in piedi, non riusciva a soffiare nella maniera adeguata. Sul posto anche una Volante della polizia. È stato quindi portato al commissariato dopo che i vigili hanno disposto l’arresto per il decreto di espulsione. Fortunatamente le manovre del guidatore ubriaco non hanno causato feriti. La presenza dei nomadi torna quindi a far parlare dopo che nei giorni scorsi circa 300 residenti hanno sottoscritto una petizione consegnata al sindaco. Alla ridda di voci e mugugni, si aggiungono anche alcune proposte alternative per arginare il problema. Come quella di Tommaso Corvatta, della Federazione della Sinistra. “Quello che servirebbe – scrive – è una sorta di rivoluzione copernicana dei servizi sociali del Comune. Invece di operare nel chiuso degli uffici, dovrebbe essere attivata una rete di rilevamento sul territorio, costituita da più soggetti come gli agenti di polizia municipale e le scuole, che monitorando le varie situazioni dal loro punto di osservazione, possano porre all’attenzione dei servizi sociali specifiche criticità. Spetterebbe poi ai servizi sociali le opportune verifiche e la predisposizione degli interventi più adeguati da adottare, soprattutto riguardo l’accattonaggio, svolto da bambini costretti dai loro genitori, che non va arginato con un’ordinanza inutile”. Emanuele Pagnaninie NICO COPPARI,


IL CORRIERE ADRIATICO
Auto si schianta contro un albero
25.3.11 Senigallia
Momenti di paura alle 2,30 di mercoledì notte quando una donna in via Po ha perso il controllo dell’auto e si è schiantata contro un albero rischiando di entrare con la sua auto dentro un’abitazione. La dinamica dell’incidente è al vaglio dei Carabinieri che stanno conducendo accertamenti sulla donna, H.N., del 1964. In stato psicofisico alterato, la donna ha pronunciato solo poche parole. La 47enne, residente a Senigallia, è stata condotta al Pronto Soccorso dove le sono state curate alcune ferite ma si è rifiutata di sottoporsi ai test per riscontrare l’assunzione di alcol o sostanze stupefacenti, per cui le è stata ritirata la patente.


IL GAZZETTINO
Botte alla moglie: va ai domiciliari
Venerdì 25 Marzo 2011,

Ha lasciato il carcere di Santa Bona Stefano Favretti, 33 anni. L’uomo ha ottenuto gli arresti domiciliari a Forno di Zoldo, nell’abitazione dei genitori. Assistito dall’avvocato Sandro De Vecchi, era stato arrestato dai carabinieri il 13 marzo perché avrebbe sequestrato e picchiato la compagna, che aveva tenuta chiusa in un appartamento di via Cornarotta a Treviso dove la coppia si era trasferita da qualche giorno, lasciando l’abitazione di Conselve (Padova). Favretti, secondo gli inquirenti, avrebbe agito in modo violento perché annebbiato dall’alcol del quale, tempo prima, era stato dipendente.

Dipendenza dalla quale si era liberato dopo un tormentato periodo di cure.
Il giudice Silvio Maras, accogliendo la richiesta dell’avvocato De Vecchi alla quale non si è opposto il pm Francesca Torri, ha riconosciuto che Favretti non può reiterare il reato (non andrà a convivere con la compagna) né scappare né inquinare le prove, ma soprattutto nella serenità dell’ambiente familiare potrà tornare a curarsi dalla dipendenza alcolica.
Nel corso dell’interrogatorio di garanzia è inoltre emerso che il quadro indiziario a carico di Favretti -ha chiarito l’avvocato De Vecchi- era meno pesante di quello inizialmente ipotizzato. Tra l’indagato e la compagna, entrambi con un passato difficile, c’era stata una lite furibonda, con scambio reciproco di schiaffi, pugni e graffi tanto che sia la donna, medicata in ospedale e giudicata guaribile in 20 giorni, che il compagno avevano riportato lesioni. Favretti era stato infatti medicato nell’infermeria del carcere.


FORSE NON CHIEDERANNO PIU’ CONTRIBUTI PUBBLICI?
WINENEWS
VINITALY: IL VINO ITALIANO SI CONFERMA PRIMA VOCE DELLA BILANCIA AGROALIMENTARE NAZIONALE. L’EXPORT SPINGE IL SETTORE OLTRE LA CRISI INTERNAZIONALE. VINITALY RASSEGNA LEADER CHE TRAINA LA PROMOZIONE SUI MERCATI NAZIONALI ED ESTERI
ROMA - 25 MARZO 2011, ORE 12:44

Con un export 2010 di 3,9 miliardi di euro, oltre 20 milioni di ettolitri e più di 2,5 miliardi di bottiglie tricolori stappate nel mondo, il vino italiano si conferma prima voce dell’export agroalimentare nazionale spingendo il settore oltre la crisi globale dell’ultimo anno. Un vero e proprio boom che registra una performance positiva anche in termini di valore: +11,7% sul 2009.
È lo scenario del mercato che annuncia il Vinitaly n. 45 (Veronafiere, 7-11 aprile; www.vinitaly.com), il salone internazionale del vino e dei distillati che, con i suoi 4.000 espositori da tutto il mondo, richiama in media ogni anno oltre 150.000 visitatori specializzati (di cui più di un terzo da 114 Paesi).

A Vinitaly c’è tutto l’universo enologico, in rappresentanza di un settore che vale complessivamente per il nostro Paese 13,5 miliardi di euro di fatturato (2010)(*), a cui si aggiungono ulteriori 2 miliardi di indotto, e che occupa 1,2 milioni di addetti nelle 770 mila aziende sparse su tutto il territorio nazionale. A trainare l’export è il mercato americano, dove l’Italia è il primo esportatore di vino sia in termini di valore che di quantità: il 33% del vino consumato negli Usa, per un valore di 827,3 milioni di euro, è made in Italy. Buoni risultati anche in Russia (+59,6% l’export nel 2010), dove il valore delle nostre esportazioni ha superato i 100 milioni di euro, in Canada e in Svizzera (rispettivamente +28,6% e +12,5%), anche se la Germania rimane il nostro primo importatore con quasi 850,6 milioni di euro.
La promozione e la valorizzazione del “sistema Italia” nel mondo è tra i punti cardine della manifestazione che, con il “Vinitaly in the World”, porta il meglio dell’enologia nazionale nei principali Paesi esteri, soprattutto extra Ue, che condensano il 23% dell’esportazioni nazionali. Tra i mercati emergenti, soprattutto quello cinese che ha registrato un +109% nel 2010, con un raddoppio del valore del vino italiano, facendo diventare la città di Hong Kong il centro per la distribuzione e il commercio del vino in Asia. Proprio a questo importante hub del mercato asiatico, Vinitaly dedica uno dei suoi focus internazionali in calendario durante la rassegna.

Elaborazioni Veronafiere su fonti varie: Oiv, Ismea, Assoenologi, Istat, Area Research/Banca Mps
(*)NOTA: l’Istituto Superiore di Sanità ha quantificato le spese delle malattie, degli incidenti, degli infortuni legati al vino, alla birra ed alle altre bevande alcoliche in 45 miliardi di euro! Riflettete gente, riflettete….


ANCHE L’ALTO ADIGE HA FATTO I SUOI CALCOLI
CORRIERE DELL’ ALTO ADIGE
«Alcol, 10% delle spese sanitarie»

Nuova campagna. Theiner: prevenzione a lungo termine
Venerdì 25 Marzo 2011 - BOLZANO — «Se bevo, non guido» . Semplice ed eloquente, l’appello della nuova campagna di prevenzione alcol in Alto Adige per l’anno 2011. A presentarla, l’assessore Richard Theiner, il responsabile di Forum Prevenzione Peter Koler e il presidente del Consorzio dei Comuni della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher. Il consumo di alcol è radicato nella nostra cultura: il piacere viene pubblicizzato spesso, insomma, l’alcol è un affare. Dall’altra parte persone che consumano alcol però sviluppano delle problematiche e necessitano in seguito di aiuto: la campagna vuole promuovere un uso consapevole dell’alcol: «Noi vogliamo arrivare a severe misure di proibizionismo come succede in Svezia o negli Stati Uniti — ha spiegato Theiner — ma è purtroppo vero che l’alcol in Alto Adige è un grosso problema: non ci sono dati precisi riguardanti gli eccessi d’alcol, ma i risultati e gli effetti sono spesso sotto gli occhi di tutti. Il 10%della spesa complessiva della sanità è dovuta agli effetti dell’uso improprio di alcol» . Quale quindi la soluzione? «Per arginare l’abuso di alcol— ha detto ancora Theiner— è opportuno realizzare il maggior numero di iniziative singole e dare regole comportamentali applicabili da ognuno e collegate ad una formazione di consapevolezza a lungo termine sull’uso dell’alcol» . In sostanza, l’assessore ha espresso la propria convinzione che grazie all’impegno delle campagne contro l’alcol promosse di anno anno ed allo sforzo di sensibilizzazione e convincimento della popolazione si potrà ottenere col tempo un effetto notevole che crescerà continuamente e che sarà sempre più di esempio. Secondo Theiner solamente un lavoro costante di convinzione e mirato alla moderazione è utile e questo è confermato dalle statistiche che registrano una diminuzione del consumo di alcol. Questa campagna è solo il proseguo di un progetto che va avanti dal 2006: «Per raggiungere l’obiettivo — ha spiegato Koler — serve l’aiuto di tutti: famiglia, politica, gastronomi, commercianti, lavoro giovanile e scuole. La campagna si è data come obiettivo la sensibilizzazione della popolazione ai problemi derivanti dal consumo di alcol, senza messaggi di paura o di minaccia» . La discussione ha portato anche presso gli amministratori comunali all’aumento della consapevolezza della problematica: «Fra il riconoscimento di un problema e l’avvio di iniziative concrete c’è spesso un percorso difficile — ha detto Kompatscher — i Comuni sono quel livello sul quale possono concretamente essere realizzati questi obiettivi politici in contatto immediato con le associazioni, le organizzazioni, il commercio, la gastronomia e i consumatori» . Diversi gli obiettivi della campagna del 2011, che vanno dal rafforzare la responsabilità di ognuno nei diversi ambiti, alla raccolta e alla vivacizzazione di quanto raggiunto negli ultimi anni, fino all’ulteriore implementazione del simbolo della campagna (tappo a corona rosso con il punto esclamativo). Da aprile a luglio sulle strade statali e provinciali dell’Alto Adige campeggeranno quindi 124 cartelloni «Se bevo, non guido» . Un atteggiamento — è stato detto — che non ammette compromessi, vale naturalmente non solo alla guida, ma anche nel mondo del lavoro ed ovunque laddove, attraverso un’ipotetica disattenzione alcolica, altre persone possono incorrere nei pericoli. La campagna sarà sviluppata sui principali social network frequentati dai giovani come Facebook, Twitter e Youtube per cercare di sensibilizzarli maggiormente nei confronti di queste tematiche. Luca Tommasini


L’ANGOLO DELLA GIUSTIZIA UMANA

CORRIERE DEL VENETO – VERONA
Uccise due amiche alla guida: 3 anni

Venerdì 25 Marzo, 2011 VERONA -Tre anni e 4 mesi da scontare interamente in cella. Condanna-modello quella inflitta ieri dal gup Paolo Scotto di Luzio a un giovane conducente polacco per aver provocato la morte di due amiche guidando senza patente ma, soprattutto, in preda a un micidiale mix di alcol e droga. Originario dell’Est Europa, Lukasz Masiulaniec, 27 anni, che all’alba di quel maledetto primo novembre 2011 era al volante della Ford Fiesta finita fuori strada in A22, alle porte del casello autostradale di Verona nord, non usufruirà di alcun beneficio e, dunque, sconterà la pena dietro le sbarre per quella tremenda carambola costata la vita a Marta Casagranda e Michela Dandrea, entrambe di 24 anni e residenti a Borgo Valsugana. Difeso dall’avvocato Luciana Delli Fraine, ieri l’indagato nel corso dell’udienza preliminare ha scelto la formula del patteggiamento ma la pena, nei suoi confronti, si è comunque rivelata pesante. Subito dopo l’incidente, quel famigerato giorno, era stato portato in ospedale con ferite non gravi e la stessa sera era stato arrestato con l’accusa di omididio colposo plurimo aggravato dalla guida sotto l’effetto di sostanze alcoliche e stupefacenti come previsto dal nuovo codice della strada. Non solo perché sul polacco pesava il divieto di guidare in seguito a un’altra condanna e al susseguente provvedimento restrittivo, l’obbligo di firma, imposto dal Tribunale trentino. Alla fine non è bastato, purtroppo, a salvare le incolpevoli Marta e Michela. La. Ted.


L’ANGOLO DELLA RICERCA
NORTHWESTERN UNIVERSITY

23 marzo 2011

Ricerca
Libera traduzione di Roberto Argenta
Perché alcuni nascituri sono danneggiati dall’assunzione di alcol della madre, mentre altri non lo sono
I feti di sesso maschile più vulnerabili all’alcol, possibilità di trattamento con integratori
Di Paul Marla
CHICAGO - L’assunzione di alcol nel grembo materno non incide su tutti i feti allo stesso modo. Perché una donna che beve alcolici durante la gravidanza da alla luce un bambino con problemi fisici, comportamentali o di apprendimento - noto come disturbo della sindrome fetale alcolica - mentre un’altra donna, pur bevendo ha un figlio senza questi problemi?
Secondo una nuova ricerca della Northwestern Medicine, una risposta sta nella variazione di un gene trasmesso dalla madre al figlio. Questa variazione del gene contribuisce alla vulnerabilità del feto all’esposizione anche moderata di alcol, che sconvolge l’equilibrio degli ormoni tiroidei nel cervello.
Lo studio della Northwestern Medicine con i ratti è il primo a individuare un meccanismo genetico diretto di deficit comportamentali causati dalla esposizione fetale all’alcol. Lo studio è stato pubblicato il 23 marzo nel Journal FASEB.
"I risultati aprono la possibilità di utilizzare integratori alimentari potenzialmente utili a invertire o correggere il dosaggio degli ormoni tiroidei nel cervello e a risolvere i problemi causati dalla esposizione di alcol", hanno detto Eva E. Redei, autrice dello studio e il professor David Stein Lawrence di Psichiatria presso la Northwestern University Feinberg School of Medicine.
"In un futuro non troppo lontano potremmo identificare la vulnerabilità all’alcol delle donne incinte e ovviare allo squilibrio enzimatico con un farmaco, un integratore o un altro metodo che aumenterà la produzione di questo enzima nell’ippocampo, dove necessita ", ha detto Redei.
Gli sforzi per educare le donne incinte sui rischi dell’alcol non hanno cambiato la percentuale di bambini nati con disturbi della sindrome fetale alcolica, ha osservato Redei.
Il gene coinvolto, DIO3, rende l’enzima che controlla la quantità di ormone tiroideo attivo è nel cervello.
Un delicato equilibrio dell’ormone tiroideo è di fondamentale importanza nello sviluppo del cervello del feto e nel mantenimento della funzionalità del cervello nell’adulto. Troppo è dannoso, come pure troppo poco.
Quando i maschi ereditano questa variante del gene DIO3 dalla madre, non producono una quantità sufficiente di questo enzima che eviti loro un eccesso di ormoni tiroidei nell’ippocampo. La risultante overdose di ormoni rende l’ippocampo vulnerabile al danno prodotto da una quantità, anche moderata, di alcool. Le madri topo nello studio hanno bevuto l’equivalente umano di due o tre bicchieri di vino al giorno.
I loro figli maschi hanno mostrato deficit di comportamento sociale e di memoria simili agli quelli degli esseri umani le cui madri bevono alcolici.
L’alcol provoca problemi inibendo quasi completamente la copia del gene paterno DIO3 negli animali la cui madre ha la variazione del gene. Di conseguenza, la prole non produce più a sufficienza di questo enzima, rompendo il delicato equilibrio dei livelli di ormone tiroideo.
Questo è un esempio di interazione tra variazione genetica nella sequenza di DNA, e l’epigenetica, quando cioè l’ambiente, come l’alcol in utero, modifica il DNA.
"L’identificazione di questo nuovo meccanismo stimola ancora di più la ricerca su altri geni che influenzano le patologie alcol-correlate, soprattutto nelle donne," ha dichiarato Laura Sittig, autrice principale dello studio e dottoranda nel laboratorio Redei.
Nello studio, il comportamento sociale dei ratti è stato misurato mettendo dei giovani topi in una gabbia con un adulto. Il comportamento normale dell’adulto è di leccare e sentire l’odore del cucciolo. Gli adulti esposti all’alcol in utero hanno interagito normalmente con i cuccioli nella metà dei casi. Essi hanno anche dimenticato dove dirigersi in un labirinto in cui si valutava la memoria spaziale.
"Questi risultati mostrano che avevano deficit sociale e di memoria", ha detto Redei. "Ciò indica un danno da esposizione di alcol dell’ippocampo ".
La ricerca è stata finanziata dal National Institutes of Health

© asaps.it
Sabato, 26 Marzo 2011
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