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Notizie brevi 11/03/2011

Sotto accusa la scarsa efficacia delle "barriere di contenimento"

L’allarme lanciato dall’Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale che dal 2011 ha iniziato il monitoraggio degli incidenti causati da strutture "vergognosamente inefficaci"



"Perché non destinare, agli enti proprietari delle strade, l’equivalente di ciò che costano alla società le vittime della strada se l’ente dimostra di investire per ridurre la sinistrosità?". Con questa "provocazione" l’Associazione Amici Sostenitori Polizia Stradale lancia l’allarme sulla scarsa efficacia delle "barriere di contenimento" presenti sulle nostre strade "vergognosamente inefficaci".
A tale proposito l’Asaps sottolinea: "Il problema è che non esiste una norma che obblighi l’ente proprietario di una strada, dall’Anas in giù, a sostituire una barriera perché ormai superata e obsoleta, oltre che manifestamente e logicamente pericolosa" e cita l’esempio dell’incidente occorso al pilota di F1 Robert Kubica mentre partecipava a un rally nel savonese e che, a causa del guardrail contro cui è andato a sbattere, ha rischiato di perdere una mano. Senza parlare poi dei motociclisti falcidiati dai guardrail che  invece di fungere da barriere di contenimento spesso si rivelano delle ghigliottine.
Eppure, fanno notare all’Asaps, nonostante queste evidenze, non esiste una legge che obblighi chi amministra le strade a sostituire le barriere di contenimento con prodotti di ultima generazione.
E questo stato di cose porta come conseguenza la difficoltà nel fare giustizia per una serie di motivi che l’associazione riassume così:
"In primis, l’ignoranza e la superficialità, anche di quelli che si trovano a rilevare
il sinistro, ma anche di chi poi non fa valere certe evidenze in aula, avvocati, pubblici ministeri e giudici. C’è poi da dire che ogni evento ha particolarità uniche e suggestive. Un esempio ce lo fornisce proprio il caso di Kubica: nessuno si è scandalizzato del fatto che il pilota si sia praticamente tranciato le mani nell’incidente e che se non fosse stato per l’abilità dei medici gli sarebbero state amputate. Questo perché la gente ritiene che se il pilota andava forte è un po’ come se sia andato in cerca di guai, ma così non è! Un’auto lanciata a 50 all’ora ha un peso che molte barriere non riescono a contenere ma che, in caso di impatto diretto con un corpo umano, possono tranquillamente recidere arti e teste".
L’Asaps lamenta poi la mancanza di dati specifici sul problema poiché queste informazioni non possono essere estrapolate da come i modelli statistici Istat sono oggi concepiti: "Una fuoriuscita di strada non è considerata la conseguenza di una cattiva protezione del piano viabile, ma come un comportamento del conducente o come una semplice constatazione: il veicolo è fuoriuscito, senza indagare se ciò sia avvenuto dopo l’impatto contro qualcosa o in assenza di protezione".
Ecco allora che l’Asaps ha iniziato dall’inizio del 2011 a spulciare i verbali delle forze dell’ordine cercando di scovare indizi maggiori sul coinvolgimento delle barriere di protezione: "Dalle dinamiche degli incidenti del fine settimana rilevati dalla Polizia Stradale e dai Carabinieri abbiamo potuto verificare che nei primi 2 mesi di quest’anno su 153 incidenti mortali totali ben 71, cioè il 46,4% sono proprio dovuti a fuoriuscita dalla sede stradale o impatto contro ostacolo fisso. Cioè quasi la metà degli incidenti è ricollegabile a modalità nelle quali non sono coinvolti altri veicoli. Quanti sono gli incidenti in cui il guard rail è stato negativo protagonista? Questa ulteriore distinzione i dati che raccogliamo non ce la precisano, ma quanto sarebbe interessante vi pare? Così, in questo bailamme, ogni morte stradale viene discussa in un tribunale in modo diverso, spesso senza che a chi indaga ed a chi giudica siano forniti idonei strumenti conoscitivi tali da poter dimostrare un effettivo nesso di causalità tra la dinamica dell’incidente effettiva e quella che sarebbe invece stata se la barriera avesse adempiuto allo scopo per cui era stata prevista".
Infine, concludono all’Asaps con una domanda rimasta ancora senza risposta: "La tecnologia ha già sfornato le barriere ideali, quelle che non fanno male a nessuno, ma nessuno le installa. Perché?". Intanto, nell’attesa che venga fornita una risposta adeguata e, soprattutto, che siano intraprese delle iniziative concrete per l’eliminazione del problema, proseguono gli incidenti con conseguenze che si sarebbero potute evitare. (m. r.)

da Repubblica.it

Venerdì, 11 Marzo 2011
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