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Rassegna alcol e guida del 20 settembre 2010

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta

IL TIRRENO
LUNEDÌ, 20 SETTEMBRE 2010
Sentinelle anti-alcol nelle strutture dell’Asl
PISTOIA. Iniziano il 1 ottobre i corsi di formazione rivolti a tutti i responsabili di unità operativa, medici, infermieri e tecnici, per fornire agli operatori sanitari le competenze e gli strumenti necessari per l’identificazione precoce dei consumatori di alcol a rischio (e dei problemi e delle patologie che all’alcol sono correlati) tra i cittadini che usufruiscono, per le più diverse ragioni, dei vari servizi sanitari.
I corsi di formazione fanno parte del progetto regionale “Ospedali liberi di Alcol”. Scopo dei corsi è quello di formare dei veri e propri “referenti alcologi” (ad esempio referente “alcologo di reparto”) in ogni contesto operativo dell’Azienda sanitaria pistoiese, al fine di creare un team di operatori sanitari in grado di identificare precocemente i consumatori.
I corsi sono strettamente collegati tra loro, pertanto l’Asl invita gli operatori a partecipare ad entrambi: al 1º corso (1 ottobre) sono attributi 4 punti Ecm, al 2º (6-7 ottobre) 8 punti.
Il progetto viene realizzato con la collaborazione del centro alcologico regionale e della cooperativa sociale “Il Ponte”, attraverso il contributo diretto dell’alcologo project management, Giuseppe Balli, mentre il responsabile scientifico è il dottor Alessandro Natali, responsabile della unità operativa di gastroenterologia e responsabile dell’Asl 3 del progetto Hph Alcol. Sono poi coinvolte le seguenti strutture aziendali: i Sert delle zone di Pistoia e Valdinievole (di cui sono rispettivamente responsabili i dottori Cinzia Groppi e Fabrizio Fagni), l’Educazione alla salute, che ha come referente il dottor Corrado Catalani, e i dottori Rosy Raffaelli e Giuseppe Nottoli, responsabili degli infermieri, delle ostetriche, dei tecnici sanitari e del personale della riabilitazione e della prevenzione.
La Regione ha messo a disposizione dell’azienda 150mila euro per realizzare tutte le azioni previste dal progetto: dai corsi di formazione fino alla stampa di opuscoli informativi.
Ogni anno, in Toscana, si stima che siano circa 900 le persone che muoiono (2,2% della mortalità totale) a causa del consumo di alcol



LA NAZIONE
Bisogna educare i ragazzi alla cultura del bere bene
Per il dottor Stefano Ciatti occore ’’andare oltre il discorso punitivo’’
Siena, 19 settembre 2010 - Alcol e giovani, un binomio che sempre più spesso è sinonimo di tragedie, sfiorate o consumate. La storia delle due minorenni raccontata qui a fianco, non è una mosca bianca: purtroppo sempre più ragazzi decidono di esagerare nel week-end, fino a star male. Con il dottor Stefano Ciatti, medico chirurgo, nonché presidente dell’associazione «Vino e Salute» di Montalcino, abbiamo cercato di capire quali sono le cause che alimentano questo fenomeno triste e dilagante.
Dottor Ciatti, dati alla mano sono sempre di più i giovani che abusano di alcol. Perché?
«Questo è un problema di carattere sociale, che si rispecchia nel forte disagio che tutti possiamo vedete. Mi spiego meglio: l’istituzione famiglia è in crisi, purtroppo non esiste quasi più. I ragazzi quindi perdono i loro punti di riferimento e di conseguenza si sentono più soli. A questo punto subentra il “gruppo”».
E quindi?
« I giovani cercano tramite il gruppo di farsi forti. Chi, tra gli amici beve di più è “bravo”, magari si mette in mostra e, grazie agli effetti disinibitori assume, o pensa di assumere, una luce diversa anche nei confronti dell’altro sesso».
La soluzione?
«Bisogna educare i giovani, le nuove generazioni, a bere bene». (*)
In che modo?
«Occorre andare oltre il solo discorso punitivo. Certo non nego che gli alcol test siano importanti, ma c’è dell’altro. Credo che sia fondamentale insegnare. Prendiamo il vino, alimento della dieta mediterranea: berne un bicchiere durante i pasti non fa male, anzi. Se i ragazzi fossero abituati a un consumo contenuto e costante, il loro fisico reagirebbe diversamente. Lo stesso vale per la birra».
Vino e birra, ma non solo. Quali sono le bevante dell’esagerazione giovanile?
«Il problema è che i ragazzi associano più tipologie di alcolici. Sempre più spesso infatti si ritrovano per un aperitivo, durante il quale non toccano cibo. Poi a cena pasteggiano con la birra, perché è meno cara rispetto al vino, e dopo assumono superalcolici. Questo è un cocktail devastante. Se poi si aggiunge la droga...».
E’ una questione di mix?
«Sì, ma anche di esagerazione. In più, ribadisco, non avendo una “educazione del bere bene” non sanno che ci sono alcuni piatti capaci di assorbire più l’alcol rispetto ad altri, come la toscanissima ribollita».
Quali sono gli abbinamenti da evitare assolutamente?
«Ce ne sono diversi, ma non tutti sanno che davanti a birra e vodka il nostro organismo reagisce molto male».
La parola d’ordine quindi è educare...
«Ovviamente. E lo Stato deve prendere provvedimenti, e presto, per emarginare il problema. Andrebbero, ad esempio, inseriti nella programmazione scolastica dei veri e propri corsi. Solo l’istruzione porta alla consapevolezza».
Nessun altro suggerimento?
«Come ho già detto anche abituare il fisico all’alcol, quantità moderate s’intende, è fondamentale. Se a partire dai 16 anni si consuma un “dito” di vino a pasto, allora anche le altre bevande diventano meno pericolose. Sempre se non si esagera». (**)
Alice Meoni

(*) Nota: non è possibile insegnare a bere, sarebbe come insegnare a fumare, mangiare il gelato o fare l’amore. Ognuno lo fa come gli piace, visto che lo fa perché gli piace. Tutti quelli che hanno la pretesa di insegnare a bere, in realtà sono semplicemente convinti di farlo nel modo migliore, più piacevole e sicuro. Esattamente come ne sono convinti tutti gli altri.

(**) Nota: se si è convinti che questo metodo funzioni, dovrebbe essere usato anche per le altre droghe. Perché limitarsi agli alcolici? In fondo, secondo l’Oms, molte droghe sono da considerarsi meno pericolose dell’alcol.


VITERBO OGGI
Alcol, la peggiore delle droghe
Convegno con i dati relativi al Centro Antialcol presente a Villa Rosa
VITERBO - La Casa di Cura Villa Rosa riunirà il prossimo mercoledì 22 settembre, nella Sala Convegni Giovanni Paolo II, le autorità civili locali e numerosi scienziati esperti della materia per discutere sui problemi relativi ai danni prodotti dall’alcol. Si tratta di un tema drammaticamente attuale e sempre più incombente e presente, particolarmente tra i giovani. Non per nulla il titolo della riunione sarà “Alcol: la peggiore delle droghe”.
“Desidero ringraziare la Asl di Viterbo – ha detto il direttore generale della casa di cura, Mario Coi - per la stretta collaborazione che ci lega a sostegno del progetto del Centro antialcol. Un servizio, questo, nato nel 2008 anche con il contributo della Provincia di Viterbo e che, dopo qualche difficoltà subentrata nel 2009 a causa delle note problematiche legate al deficit sanitario regionale, è stato rilanciato grazie all’impegno dell’attuale direzione strategica dell’azienda sanitaria locale. Con il convegno di mercoledì intendiamo riaffermare quanto sia strategica, a livello sociale e sanitario, la presenza del Centro antialcol di Villa Rosa in tutta la Tuscia, comunicando anche i dati relativi all’attività del servizio diretto da Vittorio Digiacomantonio".
“Villa Rosa - ha poi aggiunto suor Piera Bianchi, consigliera provinciale delle Suore ospitaliere del Sacro cuore di Gesù - è una presenza ormai secolare nella città di Viterbo e, da sempre, si contraddistingue per l’accoglienza e la cura delle fasce più deboli della popolazione. La nostra è un’attenzione totale e integrale alla persona. Nel progetto del Centro antialcol, in particolare, per potere garantire un’attenzione integrale ai cittadini affetti da questa dipendenza si è rivelata fondamentale la costituzione di una rete e la collaborazione territoriale tra la nostra struttura, la Asl, gli Enti pubblici e tutte le Forze dell’ordine provinciali. Una sinergia che sta producendo dei risultati significativi”.
“Il programma del convegno – ha spiegato il direttore scientifico della casa di cura viterbese, Francesco Maria Cordelli – può essere suddiviso in due sezioni. La prima è riservata alle autorità responsabili del benessere sociale e dell’ordine pubblico. Parleranno, con specifiche relazioni, il prefetto Aronica, il questore Urti, il direttore generale della Ausl Pipino e la dirigente dell’Area programmazione della rete dei servizi per i soggetti deboli della Regione Lazio, Simonetta Fratini. La seconda parte, prettamente medico-scientifica, si avvarrà delle relazioni dei professori Ceccanti, Girardi e Orzi dell’Università La Sapienza, Janiri dell’Università Cattolica, e degli esperti dell’argomento che operano nella Ausl di Viterbo, i dottori Armignacco, Trisolini e Giaccone. Riferirà, infine, sul Centro Antialcol di Villa Rosa il responsabile Vittorio Digiacomantonio”. Saranno, inoltre, presenti i medici, gli operatori sanitari, gli psicologi e numerosi studenti degli ultimi anni dei licei cittadini, con loro professori.

ASAPS
La voglia di farla finita dopo il ritiro di patente: l’alcol sempre di mezzo La difficoltà di aiutare chi è a rischio
Dal 1997 registrati 26 suicidi, 16 legati all’alcol. Nel 2010 6 casi
Di Lorenzo Borselli
20 settembre 2010 – Un altro giovane si è tolto la vita dopo aver subito il ritiro di patente: è il sesto suicidio del 2010. Dunque, il campanellino d’allarme che l’Asaps ha deciso di suonare sul numero 140 della sua rivista ufficiale Il Centauro (giugno 2010) dimostra che ancora una volta si era visto giusto. Non diciamo questo per semplice piaggeria, ma perché la piega che sta prendendo questa moda, fin tropo diffusa, di considerare l’alcol solo un problema stradale, non ci piace affatto. Vediamo la cronaca: a Trento, un ragazzo di 24 anni che la stampa locale definisce “normale, una vita normale”, viene fermato dai Carabinieri la sera del suo stesso compleanno, che aveva festeggiato con gli amici. I militari lo fanno soffiare nell’etilometro e il responso è chiaro: ebbrezza, con un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l. Patente ritirata, auto affidata al soccorso stradale e denuncia a piede libero. Non vuole che nessuno lo vada a prendere: scrive un biglietto di scuse ai familiari, lo mette nel portafogli e poi lascia tutto in una cassetta della posta. Poi aspetta il treno 104 della ferrovia Trento-Malé e si lancia sotto il locomotore. La stampa locale esprime dubbi sulle ragioni di questo drammatico gesto, ma poi si legge – tra le righe – che in passato altre due volte era incorso nella stessa sanzione. Non vogliamo esprimere certezze, ma solo il ragionevole dubbio che l’alcol, per questa ennesima vittima della strada, sia stato il vero killer. Avere un problema di alcolismo, non vuol dire necessariamente essere un barbone, che vive ai margini della società, dormendo sotto i cartoni sulle panchine della stazione o nei garage di un supermercato. No. Significa spesso capire di avere un problema di alcolismo solo quando scopri che quel piacere nel trangugiare un bicchiere dopo l’altro è divenuta dipendenza. E, badate, essere sorpreso tre volte in 6 anni di patente, ha il suo peso. Dal 1997 l’Asaps ha osservato ben 26 suicidi successivi al ritiro di patente, con un’impennata degli ultimi due anni (6 episodi nel solo 2010), da quando cioè la guerra alla trasgressione stradale si è fatta più dura o da quando, se volete, è iniziato il processo collettivo di trasformazione della coscienza dell’italiano sulla strada: in 16 casi il ritiro di patente era legato all’ebbrezza alcolica, nessuno alla velocità. In 3 casi le motivazioni sono ascrivibili a patologie psichiatriche, all’uso di droga e alla bocciatura in sede di conseguimento di patente. 2 gli eventi collegabili al rimorso per quanto accaduto. Quello che vogliamo dire, con la serenità di chi ritiene l’etilometro un’arma formidabile al servizio della collettività, è che – forse – è necessario aggiustare il tiro. Perché crediamo sia ingiusto considerare una persona che guida in stato di ebbrezza un criminale tout court. È ovvio che chi ha problemi di dipendenza debba essere seguito e curato e indotto a ripensare il futuro che lo aspetta, da persona privata del diritto di condurre un veicolo, come ad un percorso terapeutico. Di fronte ad un’ebbrezza contestata, si deve far capire che si è operato nella salvaguardia stessa della persona, la quale, però, è troppo spesso trattata come un delinquente comune, soggetta a tutte le onte di un processo penale, ai percorsi infernali necessari al recupero della patente, senza che, però, si risolva il problema principale: il bicchiere sempre pieno. Chiamatelo calice o boccale, la sostanza non cambia.
Ultimamente ci è capitato di leggere, in alcuni souvenir di una zona famosa nel mondo per la produzione di una bevanda alcolica (non vogliamo dire né di quale bevanda si tratti né di quale luogo) questa frase “l’alcol uccide lentamente: beh, io non ho alcuna fretta”. Si vede che questo ragazzo non la pensava così. E, per piacere, non tirate in ballo l’etilometro.

LA PROVICIA DI LECCO
Dopo l’ultimo incidente
Al volante dopo aver bevuto «Un problema sociologico»
Baffa: «Prima erano solo gli uomini, ora pure donne e ragazzi»
(p. gia.) Sono stazionarie le condizioni dei due ragazzi di Mandello rimasti feriti nell’incidente che si è verificato nella notte tra giovedì e venerdì mattina ad Abbadia.
I due giovani erano a bordo di una Suzuki Ignis guidata da un loro amico che ha perso il controllo del mezzo mentre da Lecco stava procedendo lunga la Super in direzione nord.
E i successivi accertamenti effettuati dai carabinieri della compagnia di Lecco hanno evidenziato un tasso alcolemico pari a due, vale a dire quattro volte il valore massimo consentito dalla legge.
Per questo, il ventenne è stato denunciato e gli è stata ritirata pure la patente.
Il fenomeno della guida in stato d’ebbrezza, purtroppo, è in continua crescita nella nostra provincia. Lo dimostrano, ad esempio, i dati recentemente diffusi dai carabinieri che nell’ultimo anno hanno fatto 362 contravvenzioni per guida in stato di ebbrezza alcolica e 48 per guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti. Alle quali vanno aggiunte le 165 contestazioni effettuate dalla polizia stradale sempre per guida in stato d’ebbrezza e 18 per gli stupefacenti.
«Non possiamo nasconderci che si tratta di un fenomeno grave - è il commento di Marco Baffa, il comandante della polizia locale di Lecco - che riguarda ormai tutte le fasce d’età. Una volta a bere un bicchierino di troppo erano magari gli uomini più anziani. Oggi, invece, ci sono anche donne, giovani, se non giovanissimi, a esagerare con gli alcolici. I nostri numeri sono inferiori rispetto a quelli delle altre forze dell’ordine, ma solo perchè operiamo in fasce orarie diverse. Al mattino, fortunatamente, è più difficile trovare al volante persone che abbiano alzato troppo il gomito».
Eppure, qualche mese fa, il governo ha inasprito le pene nell’ambito del cosiddetto pacchetto sicurezza...
«E’ vero, ma si tratta di un fenomeno complesso e variegato. Da un lato c’è l’aspetto normativo e legislativo, dall’altro quello sociologico. Le pene sono diventate più severe, ma finora non è stato notato un evidente calo del fenomeno. Forse si vedrà in futuro perchè probabilmente chi risulta oggi positivo ai controlli delle forze dell’ordine starà molto più attento a evitare di ricadere negli stessi orari». E allora? «Alla base c’è un serio problema sociologico sul quale bisogna riflettere con attenzione. Perchè tutti conoscono, ormai, i rischi che provocano gli eccessi dell’alcol. Forse una volta non si conoscevano fino in fondo, ma con tutte le campagne di prevenzione e formazione chi si mette al volante dopo aver bevuto troppo sa quello che rischia. Bisogna insistere tantissimo, quindi, sulla prevenzione e sulle campagne di sensibilizzazione».


LA PROVINCIA DI LECCO
L’allarme
L’alcol diffuso anche tra i banchi di scuola
«Un bicchierino pure durante l’intervallo»
Accanto alle stragi del sabato sera, ai sempre più numerosi incidenti stradali che coinvolgono ragazzi sotto l’effetto di alcol e sostanze stupefacenti, c’è anche l’abuso di alcol a scuola.
Inutile far finta di nulla o cercare di nascondere il fenomeno: si beve anche durante l’intervallo o prima di essere entrati in classe.
L’errore è sottovalutare il problema, provando a minimizzarlo in qualche modo.
«Oggi va di moda bere la sambuca. L’alcol è un problema sociale, che tocca il mondo della scuola, visto che la maggior parte di questi ragazzi frequentano le superiori, e che allo stesso tempo ha molteplici risvolti sul tessuto sociale» dice Alberto Pelladoni presidente dell’Age Lecco, l’associazione de genitori delle scuole del lecchese.
Nonostante i divieti, il controllo serrato da parte delle forze dell’ordine, le tante iniziative di sensibilizzazione che si fanno in classe. Nonostante la propaganda a tambur battente sugli effetti devastanti che l’alcol produce tanti giovani non si preoccupano delle conseguenze.
Di incidenti per guida in stato di ebbrezza sono piene le pagine di tutti i giornali. L’ultimo episodio, in ordine di tempo, è quello avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì all’altezza di Abbadia.
Quattro ragazzi di Mandello sono finiti fuori strada: il conducente dell’auto aveva bevuto troppo e ora due di loro sono ricoverati in serie condizioni all’ospedale Manzoni
«Come genitore mi chiedo dove sono i genitori dei ragazzi che bevono - continua Pelladoni -. Senza entrare in nessun caso specifico viene spontaneo domandarsi come mai i genitori non riescano più ad accorgersi di cosa fanno i loro figli. Oggi troppo spesso siamo portati a pensare che i nostri ragazzi siano più adulti di quello che in realtà sono e che tutto gli sia dovuto».
Una società sempre più distratta e impegnata in mille cose. «Entrambi i genitori sono costretti a lavorare per poter andare avanti, chi per problemi economici e chi perchè votato alla società del consumismo - continua il presidente dell’Age -. Spesso si perde di vista la realtà e le esigenze dei figli. Ragazzi che magari bevono già alla mattina prima di andare a scuola, o nel pomeriggio, per non parlare del fine settimana».
Ragazzi che si preoccupano minimamente delle regole e soprattutto dei rischi a cui vanno incontro. Cercano l’introvabile nell’alcol.
E c’è anche chi prima di entrare in classe si beve un bicchiere di sambuca, o all’intervallo nasconde il liquore nella bottiglia dell’acqua. Casi limite che purtroppo sono sempre più diffusi, anche nella nostra provincia. E che non devono essere assolutamente trascurati, prima che sia troppo tardi.
Paola Sandionigi


CORRIERE ADRIATICO
I controlli
La polizia ritira undici patenti
Porto Recanati - Gli agenti della polizia stradale di Macerata, nella notte tra sabato e domenica, hanno messo a segno un servizio finalizzato a prevenire le stragi del sabato sera. I posti di controllo sono stati istituiti lungo la Ss 16, nel tratto tra Porto Recanati e Civitanova. In particolare, sono stati presidiati i tratti nelle vicinanze dei locali notturni più gettonati da parte dei giovani. Munita di precursore ed etilometro, la polizia ha sottoposto a controllo numerosi automobilisti.
Undici di loro avevano un tasso di alcol nel sangue superiore a quello previsto dalla legge, che è di 0,5 g/l. Nei loro confronti, come da prassi in questi casi, sono scattati il ritiro della patente di guida e la denuncia a piede libero alla procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata (il pubblico ministero di turno è il sostituto procuratore Cristina Polenzani) per l’ipotesi di reato di guida in stato di ebbrezza. La polizia stradale è sempre in prima linea sul fronte della tutela della sicurezza sulle strade della provincia e l’operazione dello scorso weekend conferma l’impegno profuso da parte del personale guidato dal vice questore aggiunto Stefania Minervino, dirigente della Polstrada maceratese.


CORRIERE ADRIATICO
Malore, intervento in corso Garibaldi
Ragazza ubriaca soccorsa
Ancona - E’ stata una notte di balli, svago e divertimento. E rispetto delle regole. Polizia, carabinieri e vigili urbani hanno garantito i controlli e non sembrano esserci stati problemi per il mantenimento dell’ordine pubblico. Merito di chi ha partecipato e vissuto l’evento con la giusta attenzione al rispetto degli altri. Gli unici eccessi che si sono registrati riguardano gli alcolici. Il troppo bere ha acceso l’allarme nella parte bassa di corso Garibaldi dove una ragazza è stata soccorsa per le conseguenze degli stravizi alcolici. L’atmosfera di festa, la musica nelle discoteche all’aperto, la presenza di nutriti gruppi di amici e l’animo leggero erano un invito a nozze a lasciarsi andare a qualche drink di troppo. Ma anche in questo caso, a parte qualche lieve malore e l’intervento dei soccorritori per aiutare la giovane, non si sono registrati casi particolarmente gravi.


AGRIGENTO NOTIZIE
Ubriaco genera rissa davanti a un club privato
Dovrà rispondere di ubriachezza molesta, danneggiamento e porto ingiustificato di arma da taglio, oltre alla circolazione con un motoveicolo con targa ogetto di smarrimento e contraffatta il giovane rumeno fermato la scorsa notte a Licata, nei pressi di un club privato. Il rumeno, secondo una prima segnalazione, era rimasto vittima di un’aggressione riportando un taglio al braccio destro.
Successivamente gli agenti hanno evinto che il giovane aveva tentato di introdursi nel club ma il proprietario, visto il suo stato di ebbrezza, gli aveva negato l’accesso. Il rumeno, allora, aveva estratto un coltello dal vano porta oggetti dello scooter e si era avventato contro il proprietario del locale; una volta disarmato, in preda all’ira, aveva scagliato un pugno a una vetrata procurandosi la ferita al braccio.
Gli accertamenti effettuati sul ciclomotore, consentivano di verificare che il ragazzo viaggiava con una targa alterata, della quale il titolare nel 2003, ne aveva denunciato lo smarrimento.


CORRIERE DI MAREMMA
Capalbio - Sfasciano le auto in sosta: arrestati.
Caos in strada di notte: un paio di ragazzi ucraini fermati da i militari. A l volante ubriachi, vanno a sbattere e poi si ribellano ai carabinieri.
CAPALBIO, 20.09.2010 - Due arresti dopo aver creato il pandemonio nella notte a Capalbio. E’ finita in manette la serata di bisboccia tra due uomini di nazionalità ucraina che si stavano aggirando dalle parti di Capalbio a bordo della propria auto. Prima l’incidente, poi la resistenza ai carabinieri, quindi l’arresto. Fuori orario. E’ notte, le ore sono piccole. Il venerdì sera sta già scivolando nel sabato mattina nella Piccola Atene. Ma c’è ancora chi ha voglia di far baldoria, visto che il fine settimana è appena iniziato. Tanti i giovani in strada, ma qualcuno decide di andare parecchio sopra le righe. In particolare due ragazzi di nazionalità ucraina che hanno trascorso la serata all’insegna dell’alcol. Poi, noncuranti del rischio che possono arrecare agli altri e a loro stessi, aprono la portiere dell’auto. Uno si mette a guidare, l’altro si siede a fianco. Un giro di chiavi e via: la macchina parte e il piede comincia a premere sull’acceleratore. Ma troppo, decisamente troppo. Lo scontro. La macchina viene lanciata sulla strada ad alta velocità. Ma i riflessi sono rallentati, l’alcol offusca la mente, il limite tra divertimento e tragedia oscilla pericolosamente quando il guidatore non riesce più a controllare il mezzo, le auto in sosta lungo la strada si avvicinano pericolosamente, la collisione è inevitabile. I danni. Le carrozzerie si sformano, saltano in aria pezzi di plastica. Più di una macchina è rovinata. Le scena è stata vista da alcuni testimoni, gli autori del caos non passano certo inosservati. I danni procurati alle automobili parcheggiate non sono trascurabili. E sul posto arrivano i carabinieri della stazione di Capalbio, che fa parte della compagnia di Orbetello guidata da poco dal tenente Barone. I militari chiedono conto ai due di quello che hanno fatto. Ma gli ucraini cercano di sottrarsi. Epilogo. Cercano di scappare, i militari dell’Arma li raggiungono e chiedono loro i documenti. I due, alterati dall’alcol, non ci sentono, reagiscono male e i carabinieri devono usare la forza per renderli innocui. E alla fine scatta anche l’arresto per danneggiamenti e resistenza a pubblico ufficiale
Mattia Cialini


BOLOGNA2000
Ubriaco si schianta con la vespa ed aggredisce i carabinieri nel reggiano
20 set 10 - Ubriaco si schianta con la vespa rubata ed aggredisce i carabinieri, finendo denunciato: nei guai anche l’amico venuto a prenderlo dopo l’incidente, in quanto guidava uno scooter senza patente e senza assicurazione.
Protagonista del fatto un rumeno 25enne residente a Guastalla chiamato a rispondere dei reati di guida in stato d’ebbrezza, ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale. Per l’amico, invece, una maxi multa di oltre 1.000 euro complessivi ed il sequestro dello scooter. La vespa del rumeno, risultata rubata a Parma lo scorso giugno, è stata restituita.


RIVIERA24
DAI CARABINIERI
Guidava con un tasso alcolico pari a 2,16: denunciato 24enne romeno e confiscata l’auto
Bordighera, 20/09/2010 - Dopo il superamento del tasso di 1,5 g/l, infatti, scatta automaticamente la confisca del veicolo che segue la condanna per guida in stato di ebbrezza. I controlli sono avvenuti a Bordighera.
Un operaio romeno di 24 anni, V.D., abitante a Camporosso, sorpreso alla guida in stato di ebbrezza, con un tasso alcolico nel sangue pari a 2.16 g/l, contro lo 0,5 previsto dalla legge, e’ stato denunciato dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Bordighera, che gli hanno sequestrato l’auto, una nuova Volkswagen Polo, ai fini della confisca. Dopo il superamento del tasso di 1,5 g/l, infatti, scatta automaticamente la confisca del veicolo che segue la condanna per guida in stato di ebbrezza. I controlli sono avvenuti a Bordighera.
di Fabrizio Tenerelli


EMILIANET
Provoca incidente e scappa
Ha investito un ragazzino di 14 anni che, in bici, stava attraversando via Giardini lo scorso sabato sera. L’uomo, un 37enne rumeno, ha aspettato l’arrivo dell’ambulanza ma poi si è dileguato. L’automobilista sapeva di aver bevuto troppo e non voleva sottoporti all’alcol test. I volontari della Croce blu, però, quando hanno visto che l’uomo si allontanava hanno preso la targa della vettura. La polizia municipale lo ha quindi rintracciato subito. E’ risultato che il rumeno aveva nel sangue un tasso alcolico doppio del consentito. E’ stato denunciato.


CITTA’ OGGI
Maltratta la moglie ed aggredisce i carabinieri
In manette un 40enne pregiudicato di Bollate
20 Settembre 2010 - Nella serata di ieri, i Carabinieri di Bollate hanno effettuato l’ennesimo arresto per maltrattamenti in famiglia. In manette è finito un 40enne pregiudicato del luogo, nativo della Provincia di Reggio Calabria, senza lavoro e dedito all’alcol. E proprio l’alcol, unito al carattere violento, è stata la principale causa delle violenze subite da anni dalla 37enne moglie di origine calabrese.
Intorno alle 23 di ieri l’ennesimo litigio, alla presenza dei due figli di 8 e 15 anni. Ingiurie, minacce, schiaffi e calci subiti dalla donna, le cui urla hanno richiamato l’attenzione dei vicini, che a loro volta hanno telefonato ai militari bollatesi. Immediato l’intervento, che ha scatenato ulteriormente la furia dell’uomo: oramai fuori di sé, il 40enne ha lanciato un posacenere contro la moglie ed un portacandele contro gli stessi Carabinieri. Lanci fortunatamente schivati. L’aggressore è stato quindi immobilizzato ed ammanettato. Trasportato a San Vittore dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia. La donna, nonostante le percosse, ha rifiutato il ricorso alla cure mediche.


BOLOGNA2000
Ubriaco al volante ruba provetta di sangue: un arresto a Bologna
20 set 10 - Sorpreso ubriaco al volante e sottoposto ad un prelievo ematico, poco dopo è tornato in ospedale per rubare la provetta con il suo campione di sangue. Per un napoletano di 54 anni residente in provincia di Bologna, già in precedenza finito nei guai per guida in stato di ebbrezza, sono così scattate le manette. I carabinieri della stazione di Sant’Agata Bolognese lo hanno arrestato poco dopo per rapina impropria e in giornata comparirà davanti al giudice monocratico per il rito direttissimo.
Verso le 21 i carabinieri lo hanno fermato durante un normale controllo e lo hanno sottoposto all’alcoltest che è risultato positivo. Poi lo hanno accompagnato all’ospedale di San Giovanni in Persiceto dov’è stato sottoposto ad un prelievo ematico. Nel cuore della notte, verso le 3, il napoletano è tornato nel nosocomio per rubare la provetta che ha poi disperso nei campi. Per scappare ha spintonato un infermiere che lo ha sorpreso cercando di bloccarlo. Poco dopo i militari lo hanno rintracciato nella sua abitazione e arrestato. Inutile il suo tentativo di negare le proprie responsabilità.

IL SOLE 24 ORE
Stato di ebbrezza giusta causa del licenziamento



© asaps.it
Martedì, 21 Settembre 2010
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