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Rassegna alcol e guida del 12 gennaio 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta
 

APRIAMO LA RASSEGNA CON UN IMPORTANTE DOCUMENTO EMANATO DAL CENTRO NAZIONALE PER LA PREVENZIONE ED IL CONTROLLO DELLE MALATTIE.
 
CCM (Centro nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie)
In bella vista: alcol e salute nell’Oms Europa
http://www.ccm-network.it/node/1169
Ridurre il consumo dannoso e rischioso di alcol sta diventando una priorità a livello nazionale, regionale e globale; la strada da percorrere è quella dell’attuazione di strategie di provata efficacia. Il consumo dannoso di alcol è legato alle morti premature e alle malattie evitabili ed è uno dei principali fattori di rischio prevenibili di disturbi neuropsichiatrici, malattie cardiovascolari, cirrosi del fegato e tumori. È associato a numerose malattie infettive, come Hiv, Aids e tubercolosi, e contribuisce significativamente a provocare incidenti e infortuni, inclusi quelli imputabili a violenza, traffico stradale e suicidi. Inoltre, il consumo eccessivo di alcol durante la gravidanza può provocare gravi danni al neonato.
Il rapporto “European Status Report on Alcohol and Health 2010” (pdf 3,4 Mb), pubblicato dall’Oms Europa nel 2010, presenta i dati più recenti della Regione europea dell’Oms sul consumo di alcol, sui danni alla salute e sulle risposte fornite da ciascun Paese. Il documento riassume la situazione della Regione nel suo complesso e fornisce i profili dei 53 Paesi membri, e con tabelle e grafici illustra i dati rilevati su alcuni dei principali indicatori dell’indagine 2009 su Alcol e Salute. Inoltre, la relazione descrive gli strumenti e le attività adottate dall’Oms per sostenere i Paesi nei propri sforzi per ridurre i danni alcol-correlati.
I profili nazionali e i trend regionali contenuti nel rapporto sono stati sviluppati sulla base di indicatori stabiliti nel quadro della Global Survey on Alcohol and Health.
La Regione europea dell’Oms è la Regione con il più alto tasso di forti bevitori del mondo, con oltre un quinto della popolazione europea di 15 anni e più che riferisce episodi di consumo eccessivo di alcol (cinque o più bevande in una sola occasione, o 50 g di alcol) almeno una volta alla settimana. Il cosiddetto binge drinking è diffuso in tutte le fasce di età e in tutti i Paesi membri. In Europa vi sono ampie variazioni nel tasso di astinenza dall’alcol, definito come l’assenza di consumo di alcol negli ultimi 12 mesi: la percentuale di astemi di sesso maschile, per esempio, è 27 volte maggiore in Turchia che in Danimarca, poiché è molto evidente la correlazione tra tasso di astinenza dall’alcol e frazione di popolazione musulmana.
 
La situazione nella Regione europea dell’Oms
Il consumo di alcol è oscillato notevolmente nella Regione europea dell’Oms: è diminuito, aumentato e poi si è stabilizzato nel periodo 1990-2006. Nell’arco di questi anni, i Paesi classificati come Euro-A (27 Paesi con mortalità infantile e degli adulti molto bassa: Andorra, Austria, Belgio, Croazia, Cipro, Repubblica ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Israele, Italia, Lussemburgo, Malta, Monaco, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, San Marino, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito) hanno fatto registrare il più alto consumo totale di alcol tra gli adulti e il maggiore consumo di birra e vino.
Religione, ruoli di genere e norme culturali giocano un ruolo importante nella decisione degli individui di bere o di astenersi dal consumo di alcol.
Ampie variazioni tra Paesi si registrano anche per quanto riguarda le quantità consumate pro-capite e le percentuali di episodi di consumo eccessivo di alcol nel corso della settimana, soprattutto per gli uomini.
I tassi di mortalità da malattia epatica alcol-correlata sono più alti tra i Paesi Euro-C (9 Paesi con bassa mortalità infantile, ma alta mortalità degli adulti: Bielorussia, Estonia, Ungheria, Kazakistan, Lettonia, Lituania, Moldova, Russia e Ucraina), rispetto a quelli Euro-A e Euro-B (17 Paesi con un basso livello di mortalità infantile e degli adulti: Albania, Armenia, Azerbaigian, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Georgia, Kyrgyzstan, Montenegro, Polonia, Romania, Serbia, Slovacchia, Tajikistan, l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Turchia, Turkmenistan e Uzbekistan), e sono simili sia per gli uomini sia per le donne.
Il 60% dei Paesi della Regione europea dell’Oms ha dichiarato di avere una politica nazionale sull’alcol, mentre il 29% non aveva né una politica nazionale, né una sub-nazionale. Il 90% dei Paesi possiede politiche nazionali intersettoriali e due terzi ha apportato ad esse delle revisioni dal 2005.
La riduzione dell’aspettativa di vita per via dell’alcol varia notevolmente in tutta Europa. Circa il 25% della differenza nell’aspettativa di vita tra gli uomini europei occidentali e orientali tra i 20 e i 64 anni, nel 2002 è stato attribuito all’alcol.
Sebbene sia soprattutto sulle categorie socio-economicamente svantaggiate che si fa sentire il peso delle malattie alcol-correlate, il costo sociale dell’alcol è ovunque molto elevato. Nel 2003 nell’Unione europea il costo totale tangibile dell’alcol era stimato in 125 miliardi di euro, l’1,3% del prodotto interno lordo. La spesa effettiva imputabile ai problemi dovuti al consumo di alcol ammonta a 60 miliardi di euro, mentre la potenziale produzione non realizzata a causa di assenteismo, disoccupazione e mortalità prematura conta ulteriori 59 miliardi di euro. Oltre ai costi materiali, il consumo di alcol risulta un costo intangibile compreso tra 152 e 764 miliardi di euro.
 
L’andamento nelle tre zone dell’Oms Europa
Ci sono variazioni enormi tra i Paesi, con una media europea di 9,24 litri di alcol puro consumato ogni anno. In un periodo di 16 anni (1990-2006), i Paesi Euro-A hanno fatto registrare un maggior consumo di birra e vino.
Mentre il consumo di vino è stato piuttosto stabile per tutti i gruppi di Paesi, i Paesi Euro-B ed Euro-C hanno di recente aumentato il loro consumo di birra a un livello vicino a quello dei Paesi Euro-A.
In termini quantitativi il consumo di alcol varia significativamente da Paese a Paese, con percentuali nazionali più basse vicine ai 10 litri di alcol puro all’anno, e la massima superiore a 30 litri. I dati sul binge drinking, ovvero sul consumo episodico di grandi quantità di alcol sono disponibili solo per un numero limitato di Paesi e varia in modo significativo: in Irlanda il tasso di binge drinking tra gli uomini è del 43%, rispetto al 2% in Bosnia-Erzegovina.
Il tasso standardizzato di mortalità per cirrosi epatica è risultato essere complessivamente più alto tra i Paesi Euro-C e più basso tra quelli Euro-A, con grandi differenze internazionali. Le donne mostrano un profilo quasi sovrapponibile a quella degli uomini, sebbene con percentuali di mortalità significativamente più bassi. Durante il periodo di studio, la mortalità per cirrosi epatica è aumentata nei Paesi Euro-C rispetto a quelli Euro-A ed Euro-B in cui la mortalità è stata relativamente stabile. L’andamento di tutte le malattie del fegato negli uomini e nelle donne è simile a quello della cirrosi.
Una grande percentuale di decessi per incidente stradale è imputabile all’alcol, e lo stesso vale per la morbilità e la mortalità dovute alla violenza.
I decessi causati da violenze è molto più frequente nei Paesi Euro-C rispetto a quelli Euro-A e Euro-B e sono molto più frequenti tra gli uomini che tra le donne.
 
Alcuni dati sull’alcol in Europa
Dalle principali risposte fornite dai Paesi al sondaggio Alcol e Salute è emerso che:
il 72% dei Paesi ha una chiara definizione giuridica di bevanda alcolica
il 60% dei Paesi ha una legislazione nazionale sull’alcol; il 6,7% non ha una normativa di settore nazionale, ma possiede una legislazione subnazionale; il 28,9% non possiede né una legislazione nazionale, né una subnazionale e il 4,4% ha una normativa sull’alcol ancora in nuce
dei 27 Paesi con politiche nazionali sull’alcol, due terzi hanno rivisto le proprie politiche dal 2005, il 90% sono state descritte come multisettoriali e l’81% risultano coordinate dal settore sanitario
le accise sono applicate alla birra nel 95% dei Paesi che hanno risposto al sondaggio, al vino nel 77%, ai superalcolici in tutti i Paesi
nel corso degli ultimi tre anni nell’87% dei Paesi si sono organizzate attività di sensibilizzazione a livello nazionale
i livelli massimi di alcolemia per i conducenti sono stati fissati a un livello pari a 0 g/L in 8 Paesi; a 0,2-0,4 g/L in 9 Paesi; a 0,5 g/L in 25 Paesi e a 0,8 g/L in 3 Paesi
il test a campione dell’aria alveolare espirata viene effettuato in 27 Paesi, mentre altri Paesi prevedono l’uso selettivo di etilometri in caso di incidente.
 
In Italia
Secondo il rapporto “European Status Report on Alcohol and Health 2010” (pdf 3,4 Mb), in Italia, il consumo pro capite di alcol da parte degli adulti (più di 15 anni) è caratterizzato principalmente dal consumo di vino (73%). Sono consumati anche birra (22%) e superalcolici (5%), ma in misura minore.
Il consumo pro capite dell’adulto è di circa 8,3 litri di alcol puro ed è rimasto stabile negli ultimi anni, cui si aggiungono altri 2,4 litri pro capite derivanti da produzioni di alcol non registrate.
Complessivamente, dunque, nel nostro Paese il consumo pro capite di alcol puro è di circa 10,7 litri, con un andamento stabile nel quinquennio 2000-2005.
Per quanto riguarda il costo sociale dell’alcol, si stima che in Italia nel 2006 la spesa totale sia stata di oltre 11 miliardi di dollari, con poco più di 2 miliardi di dollari di costi sanitari diretti e 5 miliardi di costi indiretti.
Rispetto al binge drinking (almeno 60 grammi o più di alcol puro in una sola occasione negli ultimi 7 giorni), emerge che nel 2000 i forti bevitori episodici di età compresa tra 18 e 64 anni erano l’11,1% dei maschi e l’8,5% delle femmine.
 
Scarica dal sito dell’Oms Europa il rapporto “European Status Report on Alcohol and Health 2010” (pdf 3,4 Mb) e leggi l’approfondimento sull’Alcohol prevention day 2010.


MET (News dalle Pubbliche Amministrazioni della Provincia di Firenze)

Università di Firenze
ALCOL: EFFETTI, RISCHI E BENEFICI ECONOMICI E SANITARI
11/01/2011 12.42
Venerdì 21 gennaio a Firenze il convegno organizzato da UniCeSV
L’impatto dell’alcol sulla società coniuga due diversi aspetti: da una parte, secondo uno studio svolto in Italia dall’OMS, impone un carico economico sugli individui, le famiglie, la società, pari al 3% del PIL, essendo responsabile di un numero di decessi l’anno fino a 25000 (con un tasso d’incidenza del 6% sul carico totale di patologie e disabilità); dall’altro, e in particolare il vino, rappresenta un rilevante comparto dell’economia nazionale che, se consumato consapevolmente, svolge effetti benefici sulla salute.(*)
Della prevenzione, dei trend di consumo, dell’abuso - in particolare nel mondo giovanile – e del buon bere si parlerà nel convegno, organizzato dal centro universitario di ricerca e formazione per lo sviluppo delle imprese del settore vitivinicolo italiano dell’ateneo fiorentino (UniCeSV), intitolato “Alcol, disagio sociale, salute e competitività” che si terrà venerdì 21 gennaio a Firenze presso l’Accademia dei Georgofili (Logge Uffizi Corti, inizio dei lavori ore 10.00).
Il simposio, che sarà aperto dal direttore di UniCeSV Augusto Marinelli e dall’intervento dell’assessore regionale alla salute Daniela Scaramuccia, è organizzato nell’ambito dell’attività di un progetto di ricerca per l’assessorato al diritto alla salute della Regione Toscana da UniCeSV, che, dal 2004, svolge il ruolo di generare conoscenza di alto livello, valorizzando le competenze locali e nazionali, nonché favorendo specifiche attività di ricerca e di formazione finalizzate allo sviluppo competitivo delle imprese del settore vitivinicolo italiano.
“Bere in maniera informata, con consapevolezza e moderazione – spiega Augusto Marinelli – significa compiere un atto culturalmente rilevante, che può essere utile alla salute, all’economia e al mantenimento delle tradizioni. È quindi necessario non criminalizzare il vino, ma cercare in mettere in atto le strategie più idonee a prevenirne l’abuso che, come noto, può provocare enormi danni a tutti i livelli”.
La sessione della mattina sarà animata dalle relazioni di Mario Morcellini “I giovani tra la vita e l’alcol, sospesi”; Sergio Givone “Cultura e incultura del vino”; Mariella Nocenzi “L’efficacia delle campagne istituzionali e il nuovo senso di benessere dei giovani”; Rosanna Abbate e Francesco Sofi, “Alcol e apparato circolatorio: lo stato delle conoscenze scientifiche”; Calogero Surrenti, “Consumo di vino: più salute meno rischi”; Gian Paolo Cesaretti “Responsabilità d’impresa e sostenibilità della filiera vitivinicola”e Silvio Menghini, “Mercato ed educazione del consumatore”.
I lavori riprenderanno alle ore 15 con una tavola rotonda coordinata da Leonardo Casini (Università di Firenze) alla quale prenderanno parte: Ian Domenico D’Agata, responsabile Italia e Bordeaux, International Wine Cellar, Massimo Lucchesi, vice caporedattore RAI Firenze, Antonello Maietta, Presidente nazionale AIS, Ernesto Pellecchia, Direttore generale Ufficio Scolastico Regionale della Toscana (MIUR) e Beatrice Sassi, Direttore generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale della Regione Toscana. Le conclusioni saranno affidate a Gianni Salvadori, Assessore all’Agricoltura della Regione Toscana.
 
(*)Nota: il vino è un prodotto perdente: ogni anno dieci miliardi il fatturato del vino, venti miliardi quello degli altri alcolici, quarantacinque miliardi il costo del problemi alcolcorrelati. (pag.68 del libro “VINO E BUFALE”)
Per quanto riguarda la salute, come può avere effetti benefici sulla salute un prodotto alcolico che provoca più del 50% dei 25.000 morti, per alcol, all’anno in Italia?
RIPORTO LA RISPOSTA DI ENNIO PALMESINO ALL’ARTICOLO APPARSO SU FARMACIA.IT DAL TITOLO:
“PER RESTARE GIOVANI PIU’ A LUNGO SEGUI UNA DIETA ANTI-AGING”.
PUO’ SERVIRE ANCHE COME RISPOSTA ALL’ARTICOLO PRECEDENTE.  
 
Spettabile redazione,
meraviglia leggere ancora una volta del vino rosso i cui effetti vengono confusi con quelli dell’uva, e che viene spacciato quale fattore protettivo ed anti-età. L’uva ed il vino non sono la stessa cosa, infatti l’uva contiene sicuramente il resveratrolo (anche se come altre diecine di vegetali e frutta), e non contiene alcol etilico. Il vino rosso invece, si dice che contenga resveratrolo, mentre in molti casi ne sono state trovate solo tracce, ed anche quel poco che contiene, non sembra venga riassorbito dall’organismo umano (vedi ricerca Prof. Vescovi di Parma). Ma soprattutto contiene alcol etilico, che prima di tutto è un potente cancerogeno (vedi Undicesimo Rapporto sui Cancerogeni al sito http://ntp.niehs.nih.gov/index.cfm?objectid=32BA9724-F1F6-975E-7FCE50709CB4C932 dove vengono inserite indistintamente tutte le bevande alcoliche). L’alcol etilico poi ha forte potere psicoattivo, può creare dipendenza, ed è tossico su tutte le cellule. La ricerca Nutt pubblicata su Lancet dimostra che a causa dei gravisismi danni sociali provocati dall’alcol, esso deve essere considerato come la droga più pericolosa attualmente in uso. Chi vuole campare a lungo, quindi, farà bene a consumare molta verdura e frutta (compresa l’uva) ma dimenticarsi delle bevande alcoliche.
Cordialità
Ennio Palmesino, Genova - Membro del Forum Europeo Alcol e Salute (EAHF)
PROPOSTA DI LEGGE PER MODIFICARE LE ATTUALI NORME
 
VERONAFEDELE

Ubriachi al volante: «Pene più severe»
Basta! Quante volte è stato detto? L’ultima  davanti alla bara di Alberto Benato, neanche un mese fa. Un’auto guidata da un ubriaco l’ha ucciso quando non aveva ancora compiuto diciotto anni. Ancora un ubriaco al volante. Ancora una bomba vagante che poteva colpire chiunque, in qualsiasi momento, su qualsiasi strada. E ha colpito in Salita Santa Lucia, piombando su un gruppo di ragazzi che sul ciglio della strada si stavano salutando dopo una serata passata insieme. A chi toccherà ora? Già, perché i "basta!" non sono sufficienti a fermare questa infame roulette russa. Balordi ubriachi continuano impunemente a guidare auto sulle strade seminando lutti e disperazione. Non bastano né la rabbia, né i pianti, né la legge vigente a fermarli. Solo la paura di una pena esemplare, figlia di una legge molto più severa, potrebbe mettere fine ad uno stillicidio indegno di un Paese civile dove è più forte il messaggio della pubblicità che incoraggia a bere che quello dello Stato che dovrebbe scoraggiare chi col cervello obnubilato dall’alcol si mette al volante diventando praticamente un assassino.
C’era ancora molta disperazione per la morte di Alberto qualche sera fa quando l’Associazione italiana familiari e vittime della strada si è riunita nella sala parrocchiale di San Giovanni Evangelista (erano presenti anche i genitori del ragazzo) per chiedere la fine di una epidemia vigliacca e assurda che, mettendo ormai a rischio la vita di chiunque, va assolutamente fermata. Per questo è stata presentata una proposta di legge elaborata dagli avvocati Guariente e Paolo Guarienti, Vittorio Ciccorini e Fabio Porta e che i nuovi parlamentari veronesi saranno invitati a fare propria. Vi si chiede di modificare le attuali norme del Codice penale, del Codice di procedura penale e del Codice della strada, ritenute troppo permissive nei confronti di quanti si mettono alla guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
Chi ubriaco o drogato investe, uccidendo o procurando lesioni gravi, oggi viene condannato per omicidio colposo, lo stesso reato che si applica all’automobilista che investe una persona provocandone la morte da sobrio. Rischia da uno a cinque anni, ma quasi sempre, dopo la sospensione della patente per qualche mese, torna in circolazione, e non avendo pagato a sufficienza per perdere il vizio di ubriacarsi, ridiventa un pericolo pubblico. Un domani, qualora la proposta dell’Associazione venisse presa in considerazione, la pena dovrebbe arrivare fino a dodici anni, che significa galera assicurata.  
Chi poi si dovesse rifiutare di sottoporsi all’accertamento etilometrico, come è successo nel caso dell’investitore di Alberto, oggi può cavarsela con una sanzione pecuniaria, seppur molto salata (può raggiungere i 12mila euro in caso di incidente provocato) e basta. Paga e finisce tutto lì, mentre l’Associazione chiede l’arresto da sei mesi a un anno.
«Non vogliamo demonizzare chi al ristorante beve qualche bicchiere di vino» spiega l’avvocato Guariente Guarienti. «Tutti però dovrebbero capire l’importanza di avere nel proprio gruppo di amici almeno una persona che nell’occasione astenga dal bere e si possa così mettere alla guida».
Nessuna nuova legge potrà restituire Alberto ai propri cari, ma, come hanno detto papà Stefano e mamma Patrizia, «vogliamo che nessun’altra famiglia provi il dolore che abbiamo dentro noi».
Solo a Verona dall’inizio dell’anno i morti per incidenti stradali sono stati venticinque. Basta poco per uccidere ed essere uccisi, ma se poi chi si mette al volante è ubriaco basta un niente. Da gennaio nella nostra città sono state ritirate più di ottocento patenti a conducenti sorpresi con nel sangue quantità di alcol superiori ai limiti fissati dalla legge. Una cifra spaventosa se si pensa che solo chi viene fermato viene sottoposto a controllo. Quanti saranno quelli che circolano impunemente e che da un momento all’altro potrebbero uccidere? Altre ottanta patenti sono state ritirate a persone che si trovavano sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Dobbiamo dedurne che viviamo in una città di alcolisti e di drogati? Se così fosse, oltre a inasprire le pene per chi ammazza, bisognerebbe chiedersi che cosa fare per combattere le piaghe che sono a monte del problema. Non basterà certamente il provvedimento regionale (eludibilissimo) che proibisce la vendita di alcolici dalle due di notte alle sei del mattino.
A. Gon.
ALCUNE RIFLESSIONI FATTE DA ADOLESCENTI CHE DOVREBBERO FAR RIFLETTERE GLI ADULTI
 
MESSAGGERO VENETO

Alcol, fumo e droga di moda tra gli adolescenti
11 gennaio 2011 —   pagina 14   sezione: Udine
... e quello della riflessione ...E dopo aver bevuto un bel po’ di alcool in discoteca con gli amici, è il turno delle famose “canne” che purtroppo sono perfino richieste dagli adolescenti. Ormai anche certi ragazzi sotto i quindici anni, forse per farsi vedere, forse per sembrare più grandi oppure semplicemente per il piacere di provare nuove sensazioni, hanno l’abitudine di fare uso di droghe, fumo e alcool. A nostro parere questa “moda” che si sta diffondendo è una cosa veramente insensata e ridicola. Perché bere un mojito quando si può avere una bella Coca-Cola? Perché rovinarsi la vita solo per il gusto di accendere una sigaretta e di sembrare più grande? Qual è il senso di tutto questo?
Abbiamo chiesto che cosa pensano sulle nuove abitudini di alcuni ragazzi a qualche nostro compagno.
Le risposte sono state tante e tutte molti simili fra loro: “L’alcool rovina la vita. Nessuno proibisce di berlo ma bisognerebbe regolarsi, in base soprattutto all’età, ma anche alla quantità. Per di più la vendita di alcolici ai minori di sedici anni è una cosa molto diffusa e sbagliata. Lo stesso vale per il fumo: non capita quasi mai che un tabaccaio o un venditore dica a un ragazzo che non può comprare quel pacchetto di sigarette. È una cosa vergognosa, che si diffonde man mano che gli anni passano.” Un altro ragazzo ha dato la sua opinione sul problema della droga: “Il commercio e il consumo di queste sostanze è illegale. É una cosa bruttissima e deprimente a parer mio. Non è raro trovarsi in situazioni simili, a certi miei conoscenti è stata offerta della droga e naturalmente loro hanno rifiutato. Ma non tutti i ragazzi sono così adesso. Anche se le conseguenze sono conosciute, la droga continua a girare per i ragazzi di tutto il mondo.”
Cosa si può fare per convincere gli adolescenti ad aspettare di crescere e non provare alcol e fumo - che danneggiano - soltanto per sentirsi adulti. Per la droga, invece, non esiste nessuna eccezione. La droga è illegale ma anche disastrosa. Ragazzi e adolescenti, smettetela di correre! Pensate piuttosto che se avrete pazienza di crescere la vostra vita non sarà rovinata.
MESSAGGERO VENETO

Il coraggio di dire di no al gruppo
11 gennaio 2011 —   pagina 14   sezione: Udine
Cosa farebbero certi ragazzi per essere considerati “nel gruppo”, “coraggiosi”, “forti”….?
Certi ragazzi per essere considerati in gamba dal gruppo farebbero qualsiasi cosa, anche contro i propri voleri e alla propria ideologia. Infatti saper dire di no alcune volte è semplicemente la risposta adatta! Pertanto bisogna imparare a saper dire di no al gruppo. Ma è vero che bisogna fare ciò che fanno gli altri per far parte del gruppo? No...essere in gamba significa essere copiati e non dover copiare gli altri per essere considerati alla loro altezza. Non vorremmo finire alcolizzati perchè gli altri fanno uso di alcolici? Oppure far uso di droga perchè il leader del gruppo la vende.
Non bisogna dire di sì a questo genere di cose, soprattutto perchè poi si potrebbe perdere il controllo della situazione.
Tutto per provare l’adrenalina, la paura, perchè? La verità è che i leader sono i deboli e per apparire forti e coraggiosi hanno bisogno di dire che loro sono in grado di tutto in quanto si drogano e costringono altri a drogarsi. Diciamo che agli adulti è lecito bere alcol ma per piacere proprio e senza esagerare...è invece preoccupante quando i ragazzi si incontrano e bevono per puro esibizionismo.
Di questi tempi non è da sorprendersi, insomma la maggior parte dei ragazzi minori di 17 anni fuma per esibirsi, per mostrarsi “grandi”, ma l’unica vera prima impressione al primo impatto su questi è: “poveri ragazzi...fino a che punto sono arrivati!”.
La morale di tutto questo...??? Non c’è bisogno di fare o addirittura copiare ciò che fanno gli altri per far parte del gruppo; bisogna riuscire ad essere se stessi, senza soprattutto copiare nulla di ciò che fanno i nostri coetanei per poi limitarsi ad essere al loro livello. Ragazzi, svegliatevi e siate voi stessi in tutte le occasioni.
Camilla Rizzi
Scuola media Mills
MESSAGGERO VENETO

Obbiettivo sballo: quando far festa significa soltanto ubriacarsi
11 gennaio 2011 —   pagina 09   sezione: Pordenone
5,4,3,2,1: Buon 2011! Allo scoccare della mezzanotte chi a casa, chi al ristorante, chi a feste, si è scambiato gli auguri con i propri amici. Purtroppo, però, non sono mancati i consueti ricoveri causa alcol e botti. A Udine sono stati registrati venticinque casi di ragazzi ricoverati. Da qualche tempo a questa parte, si è diffusa questa brutta abitudine di bere tra i giovani che molto spesso degenera con ricoveri per coma etilico.
I fattori sono molti ma ciò non giustifica questo tipo di azioni; molti bevono per imitazione, per dimenticare, per farsi notare.
Un drink tira l’altro e improvvisamente ti trovano disteso per terra, poche ore dopo in ospedale e magari non sai neanche perché. Certo l’esperienza è maestra, dovrebbe insegnare, ma molti non perdono il vizio.
L’alcol può essere considerato un problema parallelo alla droga e al fumo. Cosa sia più grave dei tre è difficile da dire, sicuramente nessuna delle tre sostanze è salutare ma una è strettamente legata con l’altra.
Bisogna, però, andare oltre i generali stereotipi createsi tra i giovani. Se uno fa uso di sostanze stupefacenti non è per forza un “rasta” , molto spesso l’apparenza inganna. Fatto sta che molti giovani seguono queste cattive abitudini per dimostrare agli altri quanto possano controllarsi o quanto possano essere maturi. Molto spesso non ci si rende conto che fare uso di queste sostanze porti a conseguenze spesso molto gravi.
Un esempio evidente è proprio quello di capodanno: 25 ragazzi ricoverati a causa dell’eccesso. Ma questo, allora, è il divertimento che vogliono i giovani? Non sarebbe più sano passare una bella serata in compagnia dei propri amici? Anche i locali ci mettono del loro.
Secondo le nuove normative i minorenni non dovrebbero assumere superalcolici eppure… da qualche tempo a questa parte, sono stati fatti dei severi controlli che hanno portato alla chiusura di alcuni locali.
Ovviamente non è giusto generalizzare, ma l’idea che sta prendendo piede è principalmente quella dello sballo. Arrivare alla festa con l’obiettivo di ubriacarsi.
La società e gli esempi che essa offre possono contribuire a cambiare questo tipo di abitudini: cattivi esempi, infatti, portano cattive abitudini. Perché allora non cominciare con un buon proposito per l’anno appena inaugurato?
Margherita Susanna
Liceo linguistico Percoto
UNA INTERESSANTE RIFLESSIONE DEGLI ADULTI SUI GIOVANI
 
IL TRENTINO

Quelle risposte che ancora tardano
11 gennaio 2011 —   pagina 40   sezione: Attualità
I giovani. Qualche mese fa il filosofo Umberto Galimberti ospite a Rovereto li ha tratteggiati così: «Anche se non lo sanno. I ragazzi stanno male. I loro pensieri sono confusi, gli orizzonti opachi, l’anima è fiacca e i sentimenti non bruciano nel loro cuore, come invece dovrebbe accadere a quell’età. I genitori rinunciano alla loro autorità e diventano contrattuali: se prendi un buon voto ti diamo il motorino, se ti laurei la macchina e via di questo passo... Ai miei tempi il futuro si prospettava come speranza. A loro come sfiducia. Questo li demotiva, li fa vivere più di notte che di giorno e i ragazzi, invece di risorsa, sono diventati “il” problema».
L’alcol. Da qualche anno gli studiosi ci avvisano che esiste un nuovo fenomeno. Si chiama “binge drinking”: è il consumo di più bevande in grandi quantità e in poche ore. Questo “effetto bomba” altera i sensi velocemente, fa saltare gli ostacoli, cancella complessi e timidezze, spinge a camminare aggrappati, a sentirsi, toccarsi, stretti ai propri compagni di bevute. L’Italia vanta l’allarmante primato d’essere il paese europeo dove i giovani cominciano a bere giovanissimi, il primo sorso a 11 anni. L’abuso di alcol è un problema serio: basti ricordare che l’alcol è la prima causa di morte tra i giovani uomini europei, un decesso su 4 (tra ragazzi d’età compresa tra i 15 e i 29 anni). In Italia, su 170 mila incidenti annui, 50 mila sono attribuiti all’elevato tasso d’alcol.
Violenza. Partendo da un dato indispensabile, che è quello che non si deve mai generalizzare e che l’aggressione di Rovereto contempla un pregiudicato, non vi è dubbio che stanno aumentando tra i giovani i comportamenti di intolleranza, aggressività e microcriminalità. È come se la società non avesse saputo trasmettere, nella famiglia e nella convivenza civile, l’autocontrollo, l’autorevolezza e il rispetto delle regole. Come se non avesse saputo proporre modelli costruttivi. Se, per esempio, su un autobus o nell’aula di una scuola avvengono delle trasgressioni o delle prepotenze e il cittadino o l’insegnante non interviene per porre fine a quelle azioni, è probabile che passi il messaggio che tali soprusi siano leciti, che si possano compiere e rimanere impuniti.
I luoghi per i giovani. Si parla molto a Rovereto di luoghi da destinare ai giovani, è in corso un progetto per la realizzazione di un centro giovani in viale Trento (che non si sa ancora come verrà gestito, se sarà l’ente pubblico a farsene carico è probabile che la maggior parte dei giovani non lo sentirà come proprio) e si ipotizza un luogo nella zona industriale della città, che potrà rispondere ai grandi concerti, ma non alla risposta di luoghi abituali. Inoltre la periferia è un luogo marginale, che confina. Umberto Galimberti al proposito disse che i luoghi li abbiamo ogni giorno sotto gli occhi: sono le scuole. Basterebbe aprirle al pomeriggio, alla sera. Perché no?
La risposta della società. La società deve tornare a occuparsi dei suoi giovani come ha recentemente ammonito il presidente della Repubblica Napolitano. E urgono comportamenti coerenti. Sull’alcol, per esempio, è ora di smetterla d’essere condiscendenti, come nel caso delle pubblicità sugli alcolici, per cui l’alcol è presente sullo schermo ogni 13 minuti, il doppio delle sigarette, e viene sorseggiato da personaggi “positivi” che risultano simpatici allo spettatore. E che dire dell’atteggiamento tollerante per cui una bevuta è ritenuta un modo per socializzare, per sollevare l’umore? Anche il lessico è importante: è recente il titolo del ricovero in pronto soccorso di due adolescenti che avevano abusato di alcol in una festa che parlava di “giovani un po’ brilli”. Ma se erano solo “un po’ brilli” difficilmente andavano in ospedale. Lo psichiatra Vittorino Andreoli ammonisce: «I genitori non avvertono, a torto, il bere come pericolo, ne ho sentiti tanti dire: meglio una sbronza che la droga... Un errore, gravissimo, oggi questo modo di bere dei giovanissimi ha tutte le caratteristiche della tossicodipendenza».
Nella “Giornata nazionale per la prevenzione dell’alcolismo” sono state presentate delle regole per coinvolgono famiglie, giovani e società: si va dall’informazione chiara sui danni dell’abuso di alcol, alla spiegazione dei limiti che separano il consumo dall’abuso sino alla dipendenza, al favorire la critica verso la pubblicità ingannevole, ai rischi della perdita di controllo nella guida di motorini e auto. In Internet esistono molti blog dove i giovani si confrontano su questo argomento e alla domanda “Quale la soluzione contro il dilagare dell’alcol tra i giovani?”, rispondono facendo girare un video shock. È su Youtube, racconta la storia di una ragazza partendo dall’immagine di lei, solare e molto bella. Di lei da piccola coi genitori, di lei adolescente al mare, sorridente con gli amici, felice nell’abbraccio col padre, poi arriva la foto dell’auto che è un groviglio di rottami e infine quel che resta di lei dopo 40 operazioni. Il filmato termina con il volto in lacrime del responsabile dell’incidente condannato a 7 anni per guida in stato di ebbrezza. È un video brutale, che chiude lo stomaco, i giovani lo commentano dicendo che vale più di mille parole, ma a guardarlo rimane un senso di sconfitta. E una domanda. Davvero non ci resta altro che ricorrere alla crudeltà del dolore per capire?  - Patrizia Belli
IL LAVORO DELLE FORZE DELL’ORDINE
 
CORRIERE DELL’UMBRIA

In un anno 54mila multe Ritirate più di mille patenti.
Il bilancio della Polizia Stradale dell’Umbria.
PERUGIA 12.01.2011
Nel 2010 la polizia stradale dell’Umbria ha impiegato un totale di 11.306 pattuglie per la vigilanza stradale. Sono stati attuati 340 servizi con misuratori di velocita’ e contestate circa 54.000 infrazioni al Codice della strada, di cui 13.652 per eccesso di velocita’, 1.460 per il mancato uso dei sistemi di ritenuta (cinture e seggiolini) e 464 per l’utilizzo del telefonino alla guida. Violazioni - si legge in una nota - che hanno prodotto il ritiro di 1.074 patenti di guida e 1.301 carte di circolazione con circa 60.000 punti patente decurtati. Significativo e’ il dato relativo ai conducenti controllati con etilometro e precursori, che nel 2010 sono stati circa 30.000. Di questi 438 sono stati sanzionati per guida in stato d’ebbrezza alcolica e 82 denunciati per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Si e’ proceduto al sequestro di 80 veicoli per il reato di guida in stato d’ebbrezza alcolica con tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l o guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, in linea con i numeri dell’anno precedente. Anche quest’anno e’ stato confermato il trend positivo in fatto di diminuzione del numero complessivo di incidenti stradali rilevato (1.452 totali), con un decremento del 9,7% rispetto allo scorso anno
L’ANGOLO DELLA SCIENZA
 
AGI SALUTE

RISCHIO ALZHEIMER PER CHI BEVE TROPPO
(AGI) - Londra, 11 gen. - Una moderata quantita’ di alcol protegge dall’Alzheimer anche durante la mezza eta’, mentre chi beve troppo e’ a maggior rischio di sviluppare la patologia. Lo afferma uno studio di alcune universita’ finlandesi, il primo a esaminare i legami tra il bere e la malattia non solo quando si e’ avanti con gli anni. I ricercatori hanno studiato i partecipanti al Finnish Twin Cohort, una gruppo di gemelli studiati in Finlandia dal 1974, determinando la loro propensione al bere e seguendo i segni di Alzheimer fino ai giorni nostri. Il risultato, che conferma quelli trovati da studi analoghi effettuati pero’ solo sugli anziani, e’ stato che sia l’astinenza dall’alcol che il consumo eccessivo portano a un rischio aumentato di sviluppare la malattia, mentre un consumo moderato conferisce una certa protezione. Anche il modo con cui si beve e’ importante: anche se ci si ubriaca solo una volta ogni tanto il rischio aumenta. ’’Questo risultato e’ significativo se si pensa che i cambiamenti biologici dovuti all’Alzheimer compaiono venti o trent’anni prima che si sviluppino i sintomi della malattia - hanno scritto gli autori - quindi identificare i fattori di rischio precocemente e’ indispensabile’’.(AGI) .
VIVEREMEGLIO.IT

Alcol : nemico del cervello
Tuteliamo il nostro cervello degli effetti dell’alcol
L’alcol e i suoi effetti inebrianti possono incidere negativamente sul nostro cervello e sulla nostra salute in generale se assunto in quantità eccessive. Se il piacere di un bicchiere di vino quotidiano si trasforma in un abuso continuo, i livelli di allarme si alzano, ed è il nostro cervello a subirne gli effetti più gravi.
Quando l’alcol presente nel sangue non riesce a smaltirsi in tempi brevi, perché l’eccessivo consumo non lo permette, succede che le sue sostanze si accumulano nello stomaco, dove è assorbito senza che il fisico abbia la possibilità di potersene depurare.
Purtroppo sempre più spesso s’inizia a bere in giovane età, ed è bene parlare degli effetti devastanti che l’alcol possono apportare al cervello attentando seriamente alla salute e alla vita stessa. Il primo grave effetto dell’alcol colpisce i lobi frontali del cervello.
Colpisce le inibizioni e l’autocontrollo influenzando di conseguenza gli atteggiamenti dell’individuo, la sua vita di relazione, di attenzione e di volontà. Successivamente iniziano le attività motorie a essere intaccate. Tutto parte inevitabilmente dal cervello e i comandi fisici, come quello semplice del parlare e camminare iniziano a vacillare.
Il terzo effetto che si verifica in seguito all’aggravarsi dell’abuso di alcol, è collegato alla vista. La sensazione visiva diviene delimitata, perdendo la capacità di valutazione delle distanze. Anche gli oggetti e gli avvenimenti divengono alterati, un effetto grave che può portare al manifestarsi d’incidenti gravi spesso anche mortali.
Dopo la vista l’equilibrio inizia a essere seriamente compromesso dagli effetti dell’alcol. Si rischiano così cadute e incidenti, questo accade quando oltre al cervello anche il cervelletto inizia a essere intaccato dai fumi alcolemici.
Di conseguenza l’instabilità diventa un effetto quasi costante nel soggetto che fa abuso di sostanze alcoliche. La stanchezza si associa a tremori e vomito, e anche la respirazione diviene difficoltosa. Questo può essere causa grave di attentato alla vita stessa, perché la presenza del vomito e la difficoltà a respirare possono portare allo stesso soffocamento.
Quando si è in presenza di tutti questi effetti, il fantasma della morte vigila nella vita dell’individuo costantemente. L’alcol potrebbe raggiungere il tronco cerebrale, e il rischio per la vita è sicuramente più reale e presente. Il sistema respiratorio e di circolazione del sangue sono ormai compromessi, una minima difficoltà può portare alla morte.
Spesso si cede alla seduzione dell’alcol senza pensare a tutti questi effetti devastanti che può portare. Esserne a conoscenza può essere di aiuto e da sprono verso le persone che troppo spesso ne rimangono affascinati.
Tiziana Cazziero
http://risposte.guidaconsumatore.com

Cosa sono i farmaci antisbornia?

Scritto da Debora De Santis
7.1.11
Tra le bevande commercializzate in Italia, alcune promettono che, consumate al termine di una serata di eccessi, aiuterano a prevenire i sintomi della sbornia, così che non si avranno postumi e il giorno dopo si starà benissimo.
E’ vero però che l’enfasi messa su sugli estratti di piante come liquirizia e carciofo non trovano riscontro nell’osservazione scientifica, per cui che il carciofo influenzi il metabolismo dell’alcol non è affatto assodato. In alcuni casi i test sono stati condotti su un campione talmente ristretto da non rappresentae in alcun modo una prova di validità.
Se si considera che il target delle bibite antisbornia è rappresentato in prevalenza da giovani, quel che salta subito all’occhio è che molti potrebbero sentirsi autorizzati a dedicarsi senza freni all’alcol, in quanto attratti dall’illusione di una bevanda in grado di riportare tutto alla normalità. Inutile sottolineare quanto un comportamento simile potrebbe essere dannoso per la salute dei giovani in questione e di chi li circonda.
Dal momento che nonostante le campagne educative, gli appelli alla prudenza, i controlli della polizia, i reportage sulle stragi del sabato sera la mortalità giovanile risulta legata in misura sempre maggiore all’alcol, un certo allarme rispetto all’utilizzo di simili rimedi è comprensibile e generalizzato.
In Francia, ad esempio, il messaggio pubblicitario di una di queste bevande ha messo in allarme le autorità, proprio pr via del rischio che i giovani possano sentirsi incoraggiati a bere troppo grazie alla sicurezza che basterà una bevanda per porre rimedio a tutto, scongiurando non solo la possibilità di essere ‘intercettati’, ma anche i classici sintomi conseguenti ad una sbronza.
Al di là dell’efficacia delle bibite antisbornia, la raccomandazione da fare a giovani e non giovani è sempre la stessa: bere poco e soprattutto non guidare dopo aver bevuto è l’unico modo sicuro per non rischiare la vita.
UN MODO PER RIDURNE I CONSUMI, SUGGERITO ANCHE DALL’O.M.S.
 
BLITZQUOTIDIANO.IT

Usa, “Drink Tax” nel Maryland: aumentano i prezzi degli alcolici
11 gennaio 2011 |
Negli Stati Uniti lo stato del Maryland sta pensando di ritoccare vero l’alto non il tasso alcolico delle bevande ma la tassa sull’alcol.
L’imposta è stata ribattezzata la “Dime a Drink Tax” e, fedele al nome che porta, intende aumentare il prezzo di ciascuna bottiglia di alcol di un “dime”, ovvero 10 centesimi. “La tassa sull’alcol”, ha detto un professore della John Hopkins University, “produrrebbe un aumento degli incassi e ridurrebbe il consumo di alcol ed i problemi legati al suo uso.”
E’ stato stimato che nelle casse dello Stato del Maryland entrerebbero oltre 215 milioni di dollari, mentre per i bevitori moderati ed occasionali l’esborso sarebbe di poco superiore ai 10 dollari l’anno. Gli unici a storcere il naso sono i proprietari di ristoranti e locali notturni che potrebbero risentire maggiormente dell’aumento dei prezzi dato che la ripresa economica al momento è ancora piuttosto fragile.
L’ultima volta che il Maryland aveva ritoccato la tassa sull’alcol è stato nel 1972.
LA TURCHIA E’ PROPRIO UN MONDO A PARTE
 
TMNEWS

Turchia/ Solimano in Tv tra donne e alcol scatena la polemica
Record di proteste telespettatori per fiction dedicata a sultano
Istanbul, 11 gen. (TMNews) - Si chiama "Muhtesem Yildiz", il secolo meraviglioso. Ma come dice il quotidiano Hurriyet per il momento di meraviglioso c’è solo la polemica che ha scatenato. La fiction, in onda in questi giorni sulla Tv di Stato, racconta la vita di Solimano il Magnifico, uno dei sultani più importanti della storia ottomana. Ma al pubblico turco è piaciuta veramente poco, tanto che in 25 giorni di programmazione ha ricevuto 75mila reclami, a cui si devono aggiungere i 64mila in nove mesi lo scorso anno.
Al pubblico non sono piaciute soprattutto le scene in cui Solimano si intrattiene con le donne dell’harem, il luogo nel palazzo imperiale dove il sultano di appartava con le sue concubine. Sotto tiro anche le scene in un il sovrano si concede un bicchiere di vino. La Rtuk, l’Authority che controlla la programmazione radiofonica e televisiva turca, corre ai ripari e parla di "reazione un po’ forte". "e’ una situazione rara. Il 93% dei reclami fino al 6 gennaio riguardavano lo sceneggiato E’ una reazioen straordinaria" ha commentato il presidente dell’autorità Davut Dursun. Ma la polemica continua e adesso, oltre ai telespettatori, a criticare la fiction ci si sono messi anche i partiti politici.
INIZIATIVE DI PREVENZIONE ED INFORMAZIONE
 
BASSANONET.IT

Io non la bevo
Seconda edizione del concorso, promosso dai Comuni di Bassano e Nove e rivolto agli studenti delle Superiori, contro il fenomeno dell’abuso di alcol. Banner e spot realizzati dai ragazzi per parlare ai loro coetanei
Alessandro Tich
11 gennaio 2011 13:42 |
Prosit? No, grazie. Sul fronte del contrasto all’abuso e alle dipendenze da alcolici il bicchiere, troppo spesso, è più mezzo vuoto che mezzo pieno. Soprattutto in un territorio, come quello dei Comuni dell’Ulss n.3, dove addirittura un soggetto su tre presenta disturbi o manifesta un approccio sbagliato con l’abitudine del bere.
La fascia di età a maggior rischio è quella compresa tra i 18 e i 24 anni, nella quale il 23% dei maschi e il 9% delle femmine alza troppo e male il gomito, dando sfogo anche a nuove tendenze - come quella del “binge drinking” e cioè delle bevute compulsive - dagli effetti deleteri per la salute psicofisica.
Ma le cattive usanze nascono prima, nella fascia dell’adolescenza che è più indifesa alle sollecitazioni imposte dai modelli sociali imperanti e dalla pubblicità. Ma è inutile, nei confronti dei teenagers, fare prediche o ramanzine: e l’unico metodo con una certa efficacia, per abituare i giovanissimi a stili di vita più sani o comunque meno dannosi, è l’educazione alla pari promossa e messa in atto dai loro stessi coetanei.
E’ il principio che ispira “Io non la bevo”, il concorso sulla prevenzione all’abuso di alcolici rivolto ai ragazzi delle Scuole Superiori, giunto alla seconda edizione e promosso dai Comuni di Bassano e di Nove in collaborazione con la Regione - che ha finanziato il progetto -, la Provincia di Vicenza, la S.I.A. (Società Italiana di Alcologia) e con il patrocinio dell’Ulss.
Il concorso, condotto con la consulenza del dr. Giovanni Greco, vicepresidente della Società Italiana Alcologia, ha visto il coinvolgimento degli studenti degli Istituti Superiori del bassanese impegnati nella realizzazione di video, spot, cartelloni, immagini, slogan, da cui emergono, sul tema del consumo delle bevande alcoliche, i contenuti della consapevolezza, del rispetto, dell’autocoscienza, della responsabilità individuale e collettiva, della capacità di autodeterminarsi e di gestire le pressioni, della percezione del rischio e dell’affidabilità.
“Vogliamo capire - afferma il sindaco di Nove Manuele Bozzetto - qual è la percezione dei giovani rispetto al fenomeno alcol, senza demonizzarne l’uso ma cercando di capire e valutare assieme a loro quali sono le strategie mirate per affrontare un problema dai fattori di rischio importanti. Il concorso è rivolto ai ragazzi, ma parla anche agli adulti. Perché le tendenze giovanili sono molte volte indotte dal marketing dei prodotti alcolici che vede i ragazzi come clienti e imitatori di modelli degli adulti.”
“I giovani sono fruitori di pubblicità - ha ribadito l’assessore bassanese alle Politiche Giovanili Annalisa Toniolo - e vogliamo far capire loro perché si trovano in questa situazione e come proporre diversi modi per pubblicizzare e trasmettere invece un modo di vivere corretto. Il ragazzo, da fruitore passivo di messaggi pubblicitari, diventa così educatore dei propri compagni.”
Nell’ottica della “peer-education”, gli studenti partecipanti al concorso hanno prima preso coscienza del problema con gli incontri di formazione del dr. Greco, sempre molti vivaci e dialogati, e hanno quindi incontrato esperti del settore tv e web per apprendere i fondamenti della produzione audio e video.
Ne è scaturita una rosa di lavori, realizzati dagli studenti e precedentemente selezionati da una giuria di esperti, comprendente 30 banner grafici, 5 spot video e 1 spot per web. Sabato 15 gennaio, presso la sala Da Ponte con inizio alle 8.45, saranno individuate le opere vincitrici per ciascuna sezione in concorso, che successivamente saranno utilizzate per una campagna di sensibilizzazione sul fenomeno alcol, rivolta ai giovani, con affissioni di banner e spot trasmessi in Tv e sulla Rete.
Il concorso - rivolto ai ragazzi delle classi seconde, terze e quarte - ha visto la partecipazione di circa 80 studenti appartenenti agli Istituti Einaudi, ISIS Parolini, Scuola di Carità Arti e Mestieri, Liceo d’Arte De Fabris, Liceo Scientifico Da Ponte e ITIS Fermi.
Grazie alla Provincia di Vicenza a tutti i partecipanti verrà inoltre consegnato un alcol test.
TRENTINO

Il primo bus della notte fa il pieno
11 gennaio 2011 —   pagina 33   sezione: Provincia
VAL DI SOLE. E’ partito alla grande il servizio «Stente Sani bus», che nella notte di sabato ha effettuato la prima corsa della stagione. L’autobus della notte, coordinato dai volontari degli Stente Sani Friends, è stato scelto da un gran numero di giovani, che si sono fatti accompagnare alla stazione sciistica del Tonale per una serata di divertimento.
Ben 57, infatti, sono stati i ticket staccati nella corsa di rientro (il prezzo della corsa è di 2 euro). Ma un buon risultato era stato ottenuto anche all’andata, con la presenza di 35 giovani. Tra gli utenti, per la prima volta dalla nascita del servizio, figurava anche una decina di maggiorenni, solitamente restii a usufruire del passaggio. Ma la sorpresa della serata è venuta dell’esito degli alcoltest a salve, ai quali tutti i ragazzi si sono sottoposti con curiosità e senza imbarazzo. Per la maggioranza, il risultato ha indicato un tasso alcolemico inferiore al limite di 0,5 previsto dalla legge. Un dato questo, che, se raffrontato con le esperienze passate, fa ben sperare i volontari degli Stente Sani. «Forse - dice soddisfatta Nicoletta Pedergnana, che sabato era sul bus con altri due compagni - si sta facendo strada e si sta diffondendo tra i giovani il messaggio che vogliamo trasmettere». Il discobus, inserito nel progetto «L’alcol non mi fa la festa: se guido non bevo», non vuole essere solo un servizio che risponde alle esigenze di mobilità dei ragazzi più giovani. L’obiettivo principale è quello di offrire strumenti di conoscenza sugli effetti dell’uso di sostanze e, contestualmente, trasmettere un messaggio più profondo: il divertimento è possibile senza bisogno di sballarsi. Il prossimo appuntamento con lo «Stente Sani bus» è per sabato 22 gennaio, con destinazione Daolasa. Le altre corse sono in programma il 5 febbraio (per il Tonale), il 19 febbraio (Daolasa), il 5 marzo (Tonale) e il 19 marzo (Daolasa). L’ultima corsa della stagione è in calendario il 2 aprile con tappa al Tonale. Per altre informazioni è possibile visualizzare la pagina Facebook degli Stente Sani. - Lorena Stablum
LA NUOVA SARDEGNA

Alcol e droga, come batterli
11 gennaio 2011 —   pagina 25   sezione: Sassari
BANARI. . In merito al “Progetto interventi di prevenzione delle dipendenze patologiche”, coordinato dall’assessorato regionale all’igiene, sanità e assistenza sociale, dal Plus (Piano locale unitario di servizi alla persona) di Alghero e dal Comune di Bonorva, capofila per il Plus, sono previsti tre incontri presso la sala consiliare del Comune di Banari. Domani, mercoledì 12 gennaio alle 17 “Parliamo di dipendenze”; mercoledì 26 alle 17 “Alcol: sai cosa bevi? Più sai meno rischi”; mercoledì 9 febbraio alle 17 “Dal gioco....al gioco d’azzardo patologico”. (m.p.)
CONSEGUENZE DEL CONSUMO DI VINO, BIRRA ED ALTRI ALCOLICI: ARRESTI, DENUNCE, VIOLENZE, INCIDENTI…
 
IL TIRRENO

Un arresto per droga, 4 denunce per guida in stato di ebbrezza
11 gennaio 2011 —   pagina 07   sezione: Massa
CARRARA. Proseguono serrati i controlli della compagnia carabinieri per contrastare lo spaccio di sostanze stupefacenti soprattutto tra i più giovani. L’altra sera i militari del nucleo operativo e radiomobile hanno arrestato un ventisettenne di Carrara sorpreso con diverse dosi di hashish e marijuana. Perquisendolo hanno trovato occultati nella biancheria intima, oltre allo stupefacente anche la somma contante di circa mille euro, verosimile provento dell’attività di spaccio. Il giovane sarà processato per direttissima in tribunale a Massa.
Guida in stato di ebbrezza. Ulteriori controlli nel fine settimana sono stati intensificati, per contrastare il fenomeno della guida in stato di ebbrezza alcolica.
I militari del nucleo operativo e radiomobile hanno segnalato alle competenti autorità giudiziaria e amministrativa quattro persone che sono accusate di avere condotto le proprie autovetture sotto l’influenza di alcol e, in due casi, sotto quella degli stupefacenti.
Oltre alla denuncia alla Procura della Repubblica è scattato anche il sequestro, ai finì della confisca, degli autoveicoli.
MESSAGGERO VENETO

Investito sulle strisce pedonali
11 gennaio 2011 —   pagina 05   sezione: Udine
Investimento sulle strisce pedonali, nel pomeriggio di ieri, lungo viale Da Vinci, all’altezza dell’incrocio con via Commessatti. A finire a terra a seguito dell’urto contro il cofano dell’auto, per fortuna con conseguenze non gravi, è stato un udinese di 49 anni. L’uomo, soccorso dai sanitari del 118, giunti sul posto con l’ambulanza, è stato trasportato nel vicino ospedale per essere medicato e sottoposto a tutti gli accertamenti del caso.
Concluso per il meglio dal punto di vista sanitario, l’episodio ha invece messo in moto una serie di grane di carattere amministrativo e penale a carico dell’investitore. Oltre al fatto di avere centrato il pedone, mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali, il conducente, un pensionato di 68 anni, di Udine, è infatti risultato positivo al test dell’etilometro, effettuato dagli agenti della Polizia municipale, intervenuti per i rilievi. Al volante di una Yaris, l’uomo stava guidando in direzione di piazzale Cavedalis. Le due prove hanno rivelato uno stato di ebbrezza pari a 0,87 e 0,85 grammi di alcol per litro di sangue. Quanto basta per fare scattare nei suoi confronti il ritiro immediato della patente, il fermo provvisorio per 30 giorni del veicolo e la sanzione che il giudice riterrà di applicare.
TRENTINO

Alticcio, provoca l’incidente: denunciato
11 gennaio 2011 —   pagina 18   sezione: Cronaca
TRENTO. Dopo esser stato beccato alticcio al volante (all’etilometro ha fatto registrare un valore quattro volte superiore a quello consentito dalla legge per poter guidare) ha dato in escandescenza e ha rovinato l’interno della macchina di pattuglia della polizia municipale. È successo giovedì scorso, il giorno della Befana e l’uomo è stato denunciato. Il tutto si è svolto all’interno dei controlli notturni effettuati dal personale della polizia locale per disincentivare la guida in stato di ebbrezza alcolica L’uomo, alla guida del proprio veicolo, aveva causato un incidente in via Brennero che aveva coinvolto tre veicoli. La pattuglia, intervenuta verso le ore 20 per i rilievi, ha subito rilevato nei confronti del conducente (un quarantenne di Ascoli) i sintomi relativi all’abuso di sostanze alcoliche; il controllo alcolemico ha riscontrato un tasso di 2 grammi di alcol per litro di sangue quando il limite della legge è di 0.5. Mentre lo accompagnavano in centrale per il controllo con l’etilometro l’uomo, forse a causa del troppo alcol, ha dato in escandescenze, danneggiando l’interno del veicolo. L’ascolano è stato dunque denunciato all’autorità giudiziaria per guida in stato di ebbrezza e danneggiamento aggravato e gli è stata ritirata la patente. Proseguono comunque i controlli da parte della polizia municipale, anche nelle ore notturne, finalizzati a combattere il fenomeno della guida in stato di ebbrezza.
LA NUOVA SARDEGNA

Due fratelli albanesi arrestati per rissa
11 gennaio 2011 —   pagina 30   sezione: Sassari
BUDDUSÒ. Sono stati arrestati dai carabinieri per rissa, danneggiamento aggravato e resistenza a pubblico ufficiale. Domenica notte due fratelli albanesi, che vivono a Buddusò, Jetmir M., del 76, e Perparim M., dell’84, entrambi operai, verso mezzanotte avrebbero prima danneggiato la porta d’ingresso dell’abitazione di una famiglia di connazionali a colpi di calci e sprangate, poi, trovatisi davanti gli altri albanesi, avrebbero iniziato a picchiarsi. All’origine della rissa secondo i militari potrebbero esserci vecchi rancori, amplificati dai fumi dell’alcol. Resta il fatto che i cinque se le sono date di santa ragione (sono comparsi anche dei bastoni) fino all’arrivo dei carabinieri che li hanno divisi non senza problemi. Nelle fasi concitate della rissa, infatti, tre albanesi sono riusciti a dileguarsi per le vie del paese. Dopo poco sono stati però rintracciati grazie anche all’intervento di un’altra pattuglia. Gli altri due (fratelli tra loro), mentre tentavano di sfuggire alla cattura, hanno avuto una breve colluttazione con i carabinieri. I due fratelli sono stati arrestati e dopo le necessarie medicazioni nel pronto soccorso di Ozieri sono stati portati nelle camere di sicurezza della compagnia dei carabinieri di Ozieri. Ieri mattina sono comparsi in tribunale per la convalida dell’arresto. Il giudice ha disposto nei confronti di entrambi l’obbligo di firma per tre giorni alla settimana. Gli altri tre albanesi che erano riusciti a fuggire sono stati denunciati per aver partecipato alla rissa. Si tratta di tre operai residenti a Buddusò: Festim H. del 73, Fatmir H. del 75 e Elvis V. dell’84.
ROMAGNA OGGI

Lugo, escono di strada. Colpa di alcol e droga
12 Gennaio 2011 - 14.07 (Ultima Modifica: 12 Gennaio 2011)
LUGO - Due automobilisti denunciati dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Lugo. Il primo a finire nei guai è stato un 30enne, protagonista di un’uscita di strada senza conseguenze fisiche. L’uomo, in stato d’ebbrezza, ha perso il controllo dell’auto, finendo contro la recinzione di un’abitazione. Sottoposto al test dell’etilometro è risultato positivo con un tasso di alcol pari a 1,70 grammi per litro (il limite è di 0,50).
Incidente stradale anche per un 25enne, rimasto ferito dopo esser finito un campo con l’auto sulla quale viaggiava. Da successivi esami a carico del predetto è risultato che al momento del sinistro era positivo all’uso di cannabinoidi e benzodiazepine. Per entrambi è scattato il ritiro della patente di guida per la successiva sospensione.
ROMAGNA OGGI

Riccione, litiga con il gestore di un night club. Arrestato perché ricercato
12 Gennaio 2011 - 16.08 (Ultima Modifica: 12 Gennaio 2011)
RICCIONE - Litiga con il titolare di un night club e finisce in manette perché ricercato. Protagonista dell’episodio, avvenuto a Riccione, L.S., un 52enne di Mesagne (Brescia), già noto alle forze dell’ordine, residente a Roma, ma domiciliato a Rimini. L’individuo, in evidente stato di ebbrezza alcolica, è stato identificato dai Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile del Nucleo Operativo della locale Compagnia, intervenuti sul posto per metter fine alla discussione.
Gli accertamenti hanno permesso di appurare che il 52enne era ricercato perché destinatario di un ordine di carcerazione emesso il 3 marzo del 2009 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Livorno, perché dove scontare la pena di 9 mesi 8 giorni di reclusione per lesioni personali e minaccia. Ora si trova in carcere a Rimini a disposizione della magistratura.

 

 

 

Giovedì, 13 Gennaio 2011
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