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Articoli 07/12/2010

La tragedia di Lamezia Terme
Armi spuntate e incertezza della pena
E sulla sicurezza stradale non resta che metterci una croce

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Vedete perché non è affatto bello avere ragione?
La tragedia di Lamezia Terme, che il nostro presidente Giordano Biserni definisce l’11 settembre dei ciclisti, è la summa di tutte le nostre ricerche, delle nostre analisi, delle nostre elucubrazioni. Ma sì, quelli dell’Asaps cosa volete che dicano?
Nell’auto che ha ammazzato Fortunato Bernardi, Rosario Perri, Francesco Stranges, Vinicio Pottin, Giovanni Cannizzaro, Pasquale De Luca, Domenico Palazzo e un altro di cui non conosciamo il nome, c’era un giovane uomo, 21enne, risultato positivo ai cannabinoidi, al quale era stata già ritirata la patente sette mesi fa. Dicono, i cronisti, che il provvedimento sia stato legato ad un sorpasso azzardato.
Dunque: recidiva, vittimologia, nazionalità e condotta.
L’uomo, per ora, è piantonato all’ospedale in stato di arresto.
Ma veniamo alle nostre ragioni. Da venti anni esatti, andiamo dicendo che gli organici della Polizia Stradale sono ridotti al lumicino. La paura di incappare in un qualche controllo di polizia è ormai solo uno sbiadito ricordo, sostituita dal ronzio che sprigiona il navigatore satellitare quando ci si avvicina a una postazione fissa per il controllo della velocità, se mai ne sono rimaste alcune non ancora fatte saltare dai vandali o da qualche sentenza in nome di privacy e diritti costituzionali.
Sono scarse le risorse, la formazione, le attrezzature. Ma scarseggiano anche cose parecchio importanti, come – ad esempio – la certezza della pena o, se volete, dell’applicazione di sanzioni amministrative o accessorie.
Così, nel paese che scimmiotta gli altri al gioco della sicurezza stradale, riproducendo giochi in scatola per chi partecipa a questo o a quel convegno, la strada resta una giungla degna non certo di Sandokan, ma di pellicole tipo Final Destination, veri e propri film horror dove lo stupore e l’incredulità per quello che capita sulla strada, vero scenario poco fiction e realmente splatter, lascia il posto prima al terrore e, se sei fortunato, al dolore.
Nel paese che cerca la ripresa, che taglia cose tipo l’assunzione di giovani rincalzi o la benzina alle volanti, ecco un colpo letale al PIL del nostro paese, su cui l’emorragia di vite sulla strada pesa per oltre il 2%. Qualcosa come 30 miliardi di euro, e rotti.
Allora, continuiamo a tagliare. Continuiamo a sguarnire la prima linea, a tagliare i rifornimenti, continuiamo a non fare nulla per le coscienze, a lasciar girare indisturbati questi serial killer potenziali o di fatto. Continuiamo pure a fare i giri di vite, con una manciata di chiodi e basta.
È sufficiente continuare a non far nulla e affidare tutte le nostre possibilità di tornare a casa, vivi anche dopo una girata in bici, alla fortuna.
Basta continuare così e metterci una croce. In fondo è quello che ci riesce meglio.

 

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Di Lorenzo Borselli

Martedì, 07 Dicembre 2010
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