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Francia, lezione di sicurezza ai genitori - Su internet istruzioni per l’uso: esempio e conoscenza per fare del bambino un baby pedone in grado di sopravvivere

Oltralpe 50 piccole vittime e 400 feriti all’anno a causa di investimenti in città



(ASAPS) PARIGI– In Francia, ogni anno, 50 piccoli pedoni perdono la vita in incidenti stradali, mentre altri 400 restano feriti, spesso in modo grave. Questi incidenti, per loro stessa natura, accadono solitamente negli agglomerati urbani: sfuggono al controllo dei genitori, finiscono sotto veicoli lanciati spesso ad alta velocità, si confrontano con un mondo che non è fatto su misura per loro: un mondo del quale, spesso ignorano anche le regole più elementari di sopravvivenza. Ecco perché l’associazione Prévention Routière ha deciso di “spiegare ai grandi come spiegare ai piccoli”, perdonateci il gioco di parole, un mondo pieno di insidie mortali. Gli esperti usano esempi precisi: il vostro bambino di 9 anni vorrebbe andare da solo a scuola: abitate vicino all’istituto e vorreste che il piccolo acquisisse rapidamente autonomia ma l’idea di lasciarlo solo in strada vi crea troppa ansia. “Così – dicono gli esperti – ecco pronti alcuni consigli per iniziare vostro figlio al saper circolare”. In primo luogo bisogna imparare a capire, da adulti, quanto sia diverso dal nostro il loro livello di percezione delle cose. Un bambino, infatti, non vede come noi e non sente come noi. Altezza, esperienza, sensi da affinare, pratiche da acquisire … l’elenco potrebbe essere infinito. Li vediamo iperattivi, attratti da cose o situazioni che per noi non hanno alcun significato. “Per queste ragioni diciamo spesso che i bambini non sono attenti, che hanno la testa tra le nuvole”. La verità è che un bambino, almeno fino a circa 6 anni, non può concentrare la propria attenzione su più di una cosa per volta. Esempio: quando attraversiamo la strada, guardiamo a sinistra ed a destra prima di cominciare la manovra, ma anche durante questi semplici gesti sentiamo la strada, ne ascoltiamo i rumori. Il sopraggiungere di un veicolo può essere preceduto dal rumore del rotolamento degli pneumatici, da quello del motore o dal colpo di clacson. Un bambino non riesce a mettere insieme tutte queste cose.  Ancora: una persona adulta in buone condizioni di salute impiega circa mezzo secondo a rilevare un veicolo in movimento; ad un bambino ne servono almeno 3 o 4 per analizzare un’informazione di questo tipo. E poi c’è il suo campo visivo, assai più limitato del nostro, ed il particolare affatto trascurabile che la sua piccola taglia lo rende meno visibile allo sguardo spesso distratto degli adulti alla guida, che vigilano sulla strada da una certa altezza in su: ecco perché si investono così tanti animali, in città, si prendono così tante buche e, purtroppo, si investono bambini. Dunque, sono pienamente giustificate le nostre ansie: il bambino pedone deve ricorrere ad una vigilanza assai più grande della nostra, per sopravvivere. Ma non è finita: l’addestramento alla vita pedonale deve essere costante. Il bambino potrà anche mostrarsi annoiato, ma in realtà ascolta, osserva, immagazzina informazioni. Così, dal terzo anno di vita in poi, ogni uscita di casa deve diventare una lezione di sopravvivenza, che lui sarà ben lieto di avere. Ogni percorso a piedi casa-scuola e viceversa, ogni camminata verso il supermercato, verso un centro commerciale, deve diventare un atto d’istruzione: “sapersi muovere”. Bisogna osservare con lui, cogliere il suo sguardo e rispondere ai suoi interrogativi, anche quelli che non vi pone. È nuovo di questo mondo, può non avere le parole giuste per formulare una domanda anche la più semplice. Spiegategli che il semaforo è una regola che dovrà rispettare ma che molti non lo faranno. La differenza tra bene e male, tra vita e morte, è anche questa. In questo modo saprà che anche uno scooter parcheggiato su un marciapiede è frutto di un atto contrario alle regole. L’esempio: è tutto per un bambino. Se il genitore rispetta le regole, lo farà anche lui. Una volta i genitori facevano bene attenzione alle cattive compagnie. Oggi, purtroppo, sono spesso loro il primo cattivo esempio di loro figlio. In un contesto familiare così disatteso, anche la scuola non tocca più i livelli pedagogici di una volta. Non è più credibile, perché a casa si fa in un altro modo. Sulla strada, invece, si muore. Pensateci, ogni tanto: un auricolare costa 10 euro. (ASAPS)
Il sito di riferimento: Priorité vos enfants

 

Domenica, 10 Maggio 2009
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