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Notizie brevi 05/10/2010

Acerra (Napoli), in tre su uno scooter e tutti senza casco: muore un 21enne, grave un giovane di 23, illeso il “terzo uomo”

Al Sud c’è una legalità che sembra non attecchire. Eppure si tratta della prima legge a cui l’uomo dovrebbe ubbidire: quella della sopravvivenza

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Nelle prime due foto, il traffico di Napoli, in un giorno qualunque. La terza immagine, forte, è di una campagna per l’uso del casco a Singapor


(ASAPS) ACERRA (NAPOLI), 5 ottobre 2010 – In tre su uno scooter, senza casco: un morto, un ferito grave, un ferito lieve. Mentre in tutto il paese si dibatte di legalità e sicurezza, ci sono legalità e sicurezze che non interessano a nessuno: parliamo di quelle stradali, per via dell’ennesimo fatto di cronaca nera che, purtroppo, è avvenuto ancora una volta nel Mezzogiorno d’Italia. Ad Acerra, comune della provincia di Napoli, tre giovani scorrazzano su uno scooter nella notte. Prima anomalia, verrebbe da dire; eppure, in molte zone della Campania e di altre regioni del sud, è un’immagine molto diffusa, nella quale è sostanzialmente normale incappare. Nessuno dei tre passeggeri di quel motoveicolo indossa il casco: seconda anomalia. Tra leggende più o meno metropolitane, una delle quali vorrebbe che ogni cittadino col casco potrebbe essere scambiato per un sicario della camorra, vedere qualcuno che gira con l’elmetto protettivo è ancora raro. Perfino molti uomini e donne delle forze dell’ordine (con questa affermazione ci attireremo nuove antipatie, ma che volete farci?) prestano servizio in borghese senza farne uso. Anche in questo caso, si dice, che si tratti di un trucco per non farsi riconoscere, salvo poi riconoscerli benissimo con la paletta ben visibile che esce dal marsupio e con la radio portatile in mano. Finiamola qua e torniamo alla cronaca: lo scooter dei tre giovani sbanda e rovina a terra: un ventunenne muore sul colpo, un giovane di 23 anni viene ricoverato in ospedale in gravissime condizioni e il terzo passeggero esce quasi illeso. Sull’incidente indaga la Polizia Stradale, ma se la vittima e il ferito avessero indossato il casco, le cose sarebbero andate diversamente. È probabile, poi, che se avessero usato lo scooter per andare in due, sarebbero anche tornati a casa. L’evento non è il solo accaduto quest’anno: appena due giorni prima, il 2 agosto, a Pulsano (Taranto), due fratelli di 18 e 23 anni, che viaggiavano su una motocicletta, sono morti in un terribile schianto avvenuto a Marina di Pulsano, sul lungomare: la Polizia Municipale del posto, intervenuta per i rilievi, avrebbe accertato che nessuno dei due aveva indossato il casco. Il 30 agosto, a Ballarò (Palermo) in uno scontro fra scooter tre giovanissimi restano feriti: un 18enne è finito al Policlinico in coma. Secondo la sezione infortunistica della Polizia Municipale, il casco non c’era. Il 27 giugno, nel quartiere Barra (Napoli), altri due giovani – in sella a una moto – sono usciti di strada in una curva, ad alta velocità, finendo a terra. Si tratta di un ragazzo di 27 e di una ragazza di 24, sbalzati lontano: lui aveva il casco, lei no. Sono morti entrambi. Ci fermiamo qui. Certo, fa strano vedere che in un mare di leggi, quella più disattesa, sulla strada, sia quella della sopravvivenza. Che senza il casco si muoia, non è mica un segreto… (ASAPS)
Martedì, 05 Ottobre 2010
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