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Articoli 05/01/2004

da"Il Centauro" n.82 - Vita da Broker

Cresce anche in Italia la figura degli intermediari assicurativi

Vita da Broker

Cresce anche in Italia la figura degli intermediari assicurativi


Sono sempre di più gli italiani ed in particolare gli automobilisti, che si affidano ai mediatori per tutte quelle incombenze di carattere economico quali sono ad esempio le assicurazioni. Si tratta perlopiù di persone con le quali si ha un rapporto di fiducia, che magari si conoscono anche da anni, e attraverso loro si stipulano contratti ed intese che si prolungano nel tempo.

Un chiaro esempio, come già anticipato, giunge dal settore assicurativo, dove la giungla delle tariffe rc-auto è maggiormente fitta e un numero sempre più elevato di utenti decide - per risparmiare tempo e denaro - di affidarsi ad un cosiddetto “broker”, in altri termini un intermediario (come letteralmente significa il termine in inglese) tra la compagnia assicurativa ed il cliente stesso.

Il mediatore, dunque, s’incarica di sbrigare ogni incombenza legata alla stipula della polizza e non necessariamente opera per conto di una sola compagnia. Anzi, nella maggior parte dei casi propone formule assicurative diverse, per meglio adattare le esigenze del cliente alle condizioni contrattuali più convenienti. Capita così che il broker inviti l’utente a sottoscrivere una polizza con una impresa di assicurazione e, al momento della scadenza, ne proponga una differente ma più conveniente anche se di altra compagnia.

Nel nostro Paese i mediatori sono circa 2.500 e su cento contratti che fanno sottoscrivere dodici (cioè il 12 per cento) riguardano polizze assicurative comprese nella rc-auto. Rispetto ad altri paesi europei l’Italia si trova in sensibile ritardo sia per quanto riguarda il numero di mediatori, sia per l’evoluzione (normativa ed organizzativa) del settore. Basti pensare che nella sola Inghilterra i brokers sono più di settemila, quasi cinquemila in Germania ed oltre tremila in Francia.
Non solo, anche il mestiere di mediatore è meglio remunerato nel resto d’Europa. Per ogni contratto stipulato, infatti, il broker italiano “incassa” una percentuale che va dall’8 al 10 per cento (dalla quale vengono poi detratte le tasse). A conti fatti, pertanto, su di una polizza del valore di mille euro, il mediatore nel incassa poco più di ottanta.

Maggiori sono i clienti e maggiori sono le entrate e questo è uno dei motivi per i quali i mediatori tendono acquisire la “fiducia” degli imprenditori: una flotta aziendale di dieci o quindici autovetture (o ancor meglio autocarri), permette alla fine di assicurarsi un lauto guadagno.

Tuttavia, occorrono precisi requisiti per poter esercitare questa professione: esiste un apposito “albo” gestito dall’Isvap, l’istituto di vigilanza sulle assicurazioni, ed è possibile esservi iscritti soltanto se si possiedono precisi alcuni requisiti. Fra questi: non avere subito condanne penali né dichiarazioni di fallimento aziendale; non avere vincoli diretti (cioè essere dipendenti) con compagnie di assicurazione; disporre di una copertura assicurativa che tuteli eventuali errori professionali (come l’aver fatto sottoscrivere una polizza risultante incompleta o priva dei requisiti richiesti dalla compagnia al potenziale cliente); possedere un titolo di scuola media superiore; superare un esame nel quale occorre affrontare una prova scritta ed una orale.

Soltanto dopo avere verificato tutti questi requisiti ed avere superato la prova d’esame, si potrà accedere all’albo per un periodo transitorio prima e definitivo poi. Inoltre si dovrà costantemente dimostrare lo svolgimento dell’attività e riepilogare la tipologia dei contratti sottoscritti.

Per ottenere ulteriori informazione sulla professione del broker, sull’esame per accedere all’albo e per conoscere le società di brokeraggio in Italia, è possibile rivolgersi all’Isvap (06.421331), oppure all’A.I.B.A (che è l’associazione di categoria e risponde al recapito telefonico 06.8412864).

Infine, nel nostro Paese pare siano sempre di più i giovani che decidono di entrare nel mondo del lavoro esercitando questo mestiere che, per certi versi, rappresenta una forma di “imprenditoria” dovendo basare l’eventuale e auspicato successo sulle sole capacità di colui che lo svolge.

 

Paese

N. Broker

Francia

3.250

Germania

5.771

Inghilterra

7.223

Italia

2.560

Spagna

2.286


Lunedì, 05 Gennaio 2004
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