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Rassegna stampa 03/01/2004

Rassegna stampa del 2 Gennaio 2004

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Rassegna stampa del 2 Gennaio 2004

 



Da “Il Messaggero”   del 2 gennaio 2004

 

Agenti investiti da un’auto durante i controlli stradali


 

LANCIANO. Notte di S. Silvestro tranquilla nell’area frentana, ma è andata peggio proprio a chi doveva controllare la situazione. Due agenti della Polstrada sono rimasti feriti a seguito di un incidente stradale. È accaduto alle 4 del mattino mentre la poltrada con dei carabinieri di Ortona stava eseguendo rilievi in zona S. Calcagna per un incidente non grave. All’improvviso l’arrivo di una Polo e il nuovo scontro: a causa dlla pioggia l’autista P. O. di Lanciano, non ha visto nulla, neppure i lampeggianti di carabinieri e stradale. Gli agenti feriti, ora ricoverati in ortopedia, sono Maurizio Recchia e Antonio Braccia: guariranno in 15 giorni.

 


dal "Corriere Romagna" del 2 gennaio 2004

 

Vigili, il congedo del comandante

 

 

Forlì - Ultimo giorno di lavoro, quello odierno, per il comandante della Polizia municipale Ugo Terracciano, in procinto di lasciare Forlì per prendere servizio, nell’analogo incarico, alla guida dei Vigili urbani di Parma. “Lascio - commenta Terracciano - quello che al momento del mio arrivo (1 febbraio 1998) era un semplice erogatore di multe o controllore del traffico e che adesso è diventato un vero e proprio operatore della sicurezza”. Questo il fiore all’occhiello nella gestione del 42enne dirigente, figlio d’arte - il padre era in Polizia - nato a Padova e approdato a Forlì nel 1964. Laureato in Giurisprudenza a Bologna nel 1985 e l’anno successivo entrato come commissario in Polizia, nella quale aveva già svolto il servizio di leva. Dopo aver “peregrinato” per le città di Bolzano, Brescia, Cesena e Ravenna, Terracciano è approdato alla Questura di Forlì nel 1993, per ricoprire ruoli dirigenziali all’interno dell’Ufficio prevenzione generale - le Volanti - l’anticrimine e la Digos. Tra le attività extra-lavorative anche quelle di docente a contratto nel Corso di laurea in Criminologia e di autore di varie pubblicazioni soprattutto in tema d’immigrazione. “Quando il sindaco Rusticali mi ha chiamato nel ’98 alla guida dei Vigili - ricorda - ho trovato una situazione difficile a livello di rapporti tra il personale. Per questo ho lavorato da subito sulle risorse umane, dando agli uomini obbiettivi precisi e verificandone quotidianamente la realizzazione. In cambio ho avuto grandi prove di professionalità e capacità di adeguarsi al cambiamento”. Finanziamenti importanti, pari a circa 7 miliardi di vecchie lire, hanno permesso di investire in tecnologie e rinnovare il parco mezzi. In questa strategia si inserisce anche la figura del Vigile di quartiere, la lotta all’inserimento di mendicanti e “vu cumprà” e il ruolo, sempre più centrale, dell’intero Corpo. “Abbiamo instaurato una collaborazione importante con le altre forze dell’ordine - sottolinea Terracciano -: basti pensare che siamo passati da 600 a 1.700 incidenti rilevati, sgravando il lavoro di Carabinieri e Polizia stradale. In tal senso ringrazio della collaborazione avuta in questi anni Questura, Prefettura, responsabili dei vari Corpi e associazioni, come per esempio Asaps o Forlì Emergenza. Al contempo, promuovendo anche una decina di campagne informative, abbiamo reso più articolato il rapporto con i cittadini che adesso si rivolgono a noi per i motivi più vari: dalla richiesta di informazioni alla segnalazione di reati o situazioni di emergenza. Risorse che abbiamo messo a disposizione, in forma associata, ad altri Comuni del Forlivese”. Un’esperienza originale che verrà esportata in Emilia. “Mi aspetta una realtà forte di oltre 180mila abitanti, con circa 220 Vigili da gestire. Un incarico che, di fatto, non poteva aspettare e che mi ha costretto ad anticipare di sei mesi la naturale scadenza del mio mandato, legato a quello dell’Amministrazione”. Sarà proprio il Comune a decidere come gestire questo “interregno”, nel frattempo - al momento del congedo che coincide con l’ultimo giorno dell’anno - inevitabile un augurio alla città. “Forlì ha grandi prospettive ed è ancora legata alle piccole cose della vita quotidiana, che rappresentano un valore aggiunto per la qualità della vita. Per questo - conclude il comandante uscente - le auguro di coniugare lo sviluppo che merita alla sua semplicità”.

Gaetano Foggetti

 


Da “Il Gazzettino”     del 2 gennaio 2004

 

Ultimo dell’anno impegnativo

Gabriele Zanchin


 

Ultimo dell’anno impegnativo per gli agenti della polstrada di Castelfranco. Ad iniziare dalle 21 a Villarazzo dove un giovane è uscito di strada andando a sbattere con una Ferrari nuova fiammante contro un albero. Lui è A.Z. 24 anni di Loria che si era fatto prestare la potente auto da un amico. Solo che oltre all’auto potente ci ha messo anche qualche bicchiere di troppo e così, partito dal piazzale di Villarazzo a tutto gas, si è schiantato contro un albero duecento metri più in sù, verso Castello di Godego. Auto distrutta, patente ritirata per guida in stati di ebbrezza (1.54) ed una quindicina di giorni di prognosi per alcune botte. Alle 23,40 invece gli agenti sono stati chiamati a Bavaria di Nervesa. M.F. 35 anni di Villorba al volante del suo fuoristrada nell’immettersi nella 248 non si è accorto dell’arrivo di una Punto con al volante C.P. 19 anni di Giavera che si è vista l’auto distrutta ed a lui 30 giorni di prognosi. A M.F. è stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza (1.95). Fuoriuscita solitaria invece alle 7 del primo dell’anno per F.B. 25 anni di Castelfranco. All’altezza di via Padova a Caerano con la sua Ford Fiesta è andato a sbattere contro un muretto in cemento. Anche in questo caso è stata riscontrata la guida in stato di ebbrezza (1.72).

 


Da “Il Gazzettino”     del 2 gennaio 2004

 

ATTIVITA’ POLSTRADA

Patenti friulane, in sei mesi persi 25 mila punti


 

In sei mesi, da quando è entrata in vigore la patente a punti, gli automobilisti della provincia di Udine hanno subito il «taglio» di 25mila punti, più del doppio di quelli persi dagli automobilisti pordenonesi. La polizia stradale ha tracciato il bilancio di un anno. La novità è rappresentata proprio dai «punti» che condizionano (dai primi dati pare in positivo ma non ancora in modo rassicurante) il modo di guida degli automobilisti friulani. La stradale ha ritirato 89 patenti durante i servizi per contrastare le stragi del sabato sera. Complessivamente sono state accertate trentamila infrazioni di cui quasi diecimila per velocità pericolosa ed eccesso di velocità. Numerose anche le contravvenzioni per il mancato uso delle cinture di sicurezza. Un altro fattore di infrazione è rappresentato dall’uso del cellulare durante la guida senza l’auricolare o il vivavoce. Troppi gli automobilisti sorpresi a guidare sotto l’influenza dell’alcol: 367, un valore che risente tuttavia dell’abbassamento della soglia sopra la quale scatta la contravvenzione per guida in stato di ebbrezza.

Dei quasi duemila incidenti stradali rilevati dalla polizia 42 sono stati quelli con esito mortale (46 le persone decedute), un valore ancora alto soprattutto per la provincia di Udine che da sola registra la metà degli incidenti mortali avvenuti in regione. Per quel che riguarda l’attività di polizia giudiziaria 152 sono stati gli arrestati e 1366 i denunciati. Settanta sono state le automobili rubate recuperate. La polstrada si trova in prima linea nella lotta all’immigrazione illegale. Il flusso di clandestini si avvale dei percorsi autostradali per cercare di sfuggire ai controlli. La polizia nel corso dell’anno ne ha bloccati quasi trecento.

 


Da “Il Gazzettino”  del 2 gennaio 2004

BILANCIO INCIDENTI

Troppo alcol nelle vene: una decina di feriti, sradicata in città una pompa di benzina

(B.B.)


 

Brindisi e botti. Tra auto. Decine di feriti e molti incidenti, fortunatamente non gravi, hanno tempestato la notte di San Silvestro. La Polstrada è intervenuta a ritmo battente, dallo scattare della mezza notte, fino all’alba. Con loro il Suem 118 e pure i Vigili del fuoco, che, entro le 0.00, hanno resistrato l’intervento numero 6.315.

Non è mancato l’incidente spettacolare, rilevato ieri mattina alle 7, dalla Polizia Municipale.

In viale Aldo Moro, infatti, una ragazza, probabilmente ancora inebriata dalla magia della festa da cui tornava, ha letteralmente sradicato e disintegrato una pompa di benzina. Pare tornasse da Verona, Valentina Mattiello, 24 anni, di Caldogno, quando, diretta dalla rotatoria di Cà Balbi verso la strada Bertesina, ha iniziato a sbandare finendo nell’area di servizio Ip, di viale Aldo Moro. Ha fatto un vero disastro, ha divelto un erogatore e poi si è trascinata per un’altra decina di metri, per forza d’inerzia. Non si è fatta quasi nulla, ma l’Opel Vectra su cui viaggiava è distrutta.

Peggio è andata a Priabona, a Monte Pulgo, Schio. È in Rianimazione, al San Bortolo, Alessandro Bressan, 20 anni di Castelgomgerto, finito fuori strada mentre guidava la sua Volkswagen Lupo.

All’una e venti a Longa di Schiavon, sulla statale 248, Marosticana, rimane invece ferito Luca Bertacco, di Marostica. Era accanto alla conducente, S.P., 19 anni. Guidava lei la Renault Clio, di cui ha perso il controllo. A bordo trasportava anche due amiche. Sottoposta a test alcolimetrico, è risultata positiva, con valori di alcol nel sangue superiori ad uno.

Alle 3.40, a Carbonara, alto Sovizzo, in via Campestrin, un altro ragazzo finisce fuori strada. Guida una Peugeot 307, anche lui aveva certamente brindato al nuovo anno: il suo tasso alcolemico è superiore a 1.50. Sono tre i feriti.

Sei invece i lesionati nel frontale avvenuto a Polegge, alle 5.35, sulla Marosticana, all’altezza del civico 280. Lo scontro è tra la Ford Focus guidata da Gabriella Rossi, 49 anni, di Marostica e la Honda Civic di Giacomo Baron, 21 anni, di Camisano. Entrambe le auto sono andate completamente distrutte. I guidatori, portati con gli altri feriti al pronto soccorso, con fratture e numerosi traumi, sono stati sottoposti ad esami del sangue per valutare se, al momento dello scontro, fossero in stato di ebbrezza oppure no.

Venticinque minuti dopo, in via Sant’Antonino, una donna finisce contro un albero. Anche qui la causa dell’incidente mattutino sarebbe stato qualche bicchiere di troppo.

Anche nel pomeriggio, sempre ieri, un frontale, a Schio. In località Barcarolo, poco prima delle 16, arrivano le ambulanze del Suem 118 e i Vigili del Fuoco. La chiamata, alle 16.50, aveva destato allerta. Fortunatamente, però lo scontro, tra un camper e un fuoristrada, non ha fatto vittime gravi. Un ragazzino di 13 anni è comunque rimasto ferito. Tre i contusi.

 


Da “Giornale di Brescia” del 2 gennaio 2004

VITTIME DELLA STRADA E CONTROLLI
Siamo solo dei poveri opportunisti?

MARINO LONGHI


 

Le chiedo la cortesia di poter rispondere alla lettera sottoscritta dal signor Giovanni Ghidelli e pubblicata in data 30/12/03 nella rubrica da lei diretta, perché trovo molto singolare il ragionamento espresso nello scritto. Vede, caro signor Giovanni, un giorno, in casa di un amico della Polizia di Stato, sfogliavo il calendario 2003 della Polizia e sono rimasto colpito da una vignetta nella quale erano rappresentati due poliziotti (in caricatura) che parlavano tra loro. Il primo diceva al secondo: «Il cittadino pretende da noi sempre più maggior efficienza». Rispondeva il secondo: «Sì, ma fino a quando non è fermato da una pattuglia della Stradale». Ho l’impressione che la vignetta si addica perfettamente al ragionamento da lei sviluppato. Lei esordisce con un erudito spaccato della vita medioevale e, termina il suo discorso, riconoscendo i miglioramenti fatti dalla civiltà, dovuti alle leggi che regolano il convivere civile. Purtroppo, subito dopo, smentisce se stesso cominciando con l’operare una divisione tra «leggi comode» e «leggi scomode». Ammetto che è indubbiamente vero il fatto che oggi non si viaggia più con «cavalli e carrozze» come una volta ma seduti in comode automobili in aree metropolitane, ma deve anche riconoscere, signor Giovanni che, nei periodi da lei citati, non avvenivano incidenti stradali che, oltre a provocare centinaia di migliaia di feriti lievi, decine di migliaia tra feriti gravi e invalidi perenni, anche qualcosa come circa 8.000 morti l’anno. Forse per lei questi sono dettagli insignificanti, non so se lo sono per i genitori, i fratelli, le mogli o i figli di quelli che la comunità definisce «vittime della strada». Vorrei ora entrare nel merito della sua rimostranza e cercare di analizzarla unendo la poca intelligenza che il buon Dio mi ha concesso, alla dose di buon senso che bisogna necessariamente avere per vivere in una società come la nostra. Forse è vero che l’utilizzo dell’Autovelox serve anche a far cassa, ma sono altrettanto vere altre due considerazioni. La prima è che se un automobilista rispetta i limiti di velocità imposti dalle segnaletiche, gabba «l’esosa Amministrazione pubblica» perché, non infrangendo le regole, non versa loro un centesimo di euro. La seconda è che nessun medico prescrive ricette di superamento dei limiti di velocità, quindi chi supera questi limiti è consapevole dei rischi che corre perciò, come dice il vecchio proverbio, «chi è cagion del proprio mal, pianga se stesso». Chi le ha messo in testa che l’utilizzo del famelico strumento non riveste carattere di prevenzione. Io so, che nei paesi in cui transito abitualmente, di tanto in tanto, quell’essere ignobile è posizionato, quindi, anche se non lo vedo, transito a velocità moderata e non rischio nulla. Devo ammettere che magari impiego un minuto in più ad arrivare a destinazione, ma le assicuro, ne vale la pena. Non se la prenda se il mio tono è un po’ ironico, ma anche l’ironia può aiutare a chiarire aspetti foschi del nostro pensiero. Il momento di rabbia è comprensibile. Quello che non considero comprensibile è il cercare di nascondere le nostre colpe a noi stessi, per di più, tentando di addossarle agli altri. Lei ragiona al pari di un ladro che, arrestato durante un furto, accusa il carabiniere di averlo colto in flagranza. Se la polizia operasse sempre in divisa, mica otterrebbe i brillanti risultati che ottiene e molti delinquenti ora sarebbero ancora a spasso. Qual è il significato che lei dà al fatto che gli agenti fossero sotto copertura? Forse questo diminuirebbe le responsabilità di un automobilista che, per eccesso di velocità, investisse un suo parente? Non penso. Io non ci trovo niente di strano. Le dirò di più, sono convinto che se azioni del tipo da lei criticato fossero più diffuse, noi automobilisti rispetteremmo di più i limiti di velocità. Questo a favore dell’incolumità nostra, degli altri e delle nostre tasche. Mi creda, signor Giovanni, non siamo né deficienti, né irresponsabili, né tanto meno delinquenti. Siamo solo dei poveri opportunisti che, per spirito di sopravvivenza, tentano di giustificare le proprie azioni in un contesto in cui quelle azioni deploriamo quando a compierle sono gli altri. Se di tanto in tanto riconoscessimo questo nostro limite, non incorreremmo in inutili arrabbiature, ma ci limiteremmo ad un paziente «mea culpa». Spero proprio che la revisione delle norme contenute nel Codice della strada non venga fatta, come da lei auspicato, dagli utenti della strada. Dio me ne liberi. Probabilmente lei non riesce ad avere la percezione esatta della realtà che la circonda. Ci ritroveremmo nel caos più completo. Forse l’unico ad esserne contento (si fa per dire) sarebbe il nostro caro direttore del Giornale di Brescia, perché vedrebbe aumentare la tiratura del quotidiano da lui diretto per effetto delle innumerevoli lamentele sulla necessità di rimettere nuovamente ordine alle regole della circolazione. Concludo questa mia risposta con un sommesso consiglio: non se la prenda con chi colpe non ne ha e se un torto gli può essere riconosciuto è quello di cercare di punire chi, con il proprio comportamento, mette a repentaglio l’incolumità degli altri oltre che la propria. Forse lei non se ne rende conto, ma tra «gli altri» figura anche un certo signor Giovanni Ghidelli di Gottolengo e tutta la sua famiglia. In ogni caso i miei più sinceri auguri.

 


da “Il Messaggero” del 2 gennaio 2004

VIA NETTUNENSE 

Nell’urto “vola” contro il parabrezza 

 

La madre la teneva in braccio in auto e quando la macchina è sbandata finendo addosso a un muro, la sua bimba di 8 mesi è finita contro il parabrezza ed è morta. L’incidente stradale è avvenuto la mattina di Capodanno, all’alba, sulla via Nettunense, nei pressi di Ariccia. Secondo la ricostruzione fatta dalla polizia stradale di Albano, 7 persone, 5 adulti e 2 bambini, erano a bordo di una Ford Fiesta quando, forse per l’eccessiva velocità o per un colpo di sonno del guidatore, l’auto è finita fuori strada.

La bimba è morta all’arrivo all’ospedale di Genzano, mentre un’altra bambina di un anno e mezzo è adesso ricoverata in prognosi riservata all’ospedale Bambin Gesù. Le altre persone, tutte adulte, sono ricoverate in vari ospedali dei Castelli romani e della capitale.

Al volante dell’auto c’era un uomo di 31 anni R.L: per una distrazione o per un colpo di sonno ha perso il controllo della vettura che è salita su un marciapiede laterale, finendo contro il muro di un’ abitazione. Sono stati i proprietari della villetta a prestare i primi soccorsi, in attesa dell’ambulanze. Le due bimbe, entrambe in braccio alle loro mamme, per il violento urto sono state sbalzate fuori dall’ auto, mentre i cinque adulti sono rimasti incastrati all’ interno del mezzo. Portata in ambulanza all’ ospedale di Genzano, dopo le prime cure, la bambina di un anno e mezzo è stata trasferita al Bambino Gesù, dove è tuttora ricoverata in prognosi riservata, mentre per la bimba di otto mesi non c’ è stato nulla da fare.

Meno di un mese fa l’Osservatorio della Mobilità del Comune di Roma aveva denunciato la pericolosità di alcuni comportamenti in auto: primo fra tutti quello di non tenere i bambini sul sedile posteriore e privi della cintura di sicurezza. Uno studio condotto nelle scuole elementari, portato avanti chiedendo proprio ai bambini se mamma o papà li faceva sedere dietro e con le cinture allacciate: «No», hanno risposto otto bambini su dieci.

 


da “Il Messaggero” del 2 gennaio 2004

LA POLSTRADA 

 «Per il trasporto dei piccoli è obbligatorio il seggiolino» 


 

Le prescrizioni del Codice della strada, sul trasporto di bambini in auto, parlano chiaro. «Se i minori sono di età inferiore ai 12 anni - spiegano dalla Polstrada di Albano - è obbligatorio l’uso del seggiolino se siedono sul sedile accanto al guidatore e deve essere fissato con la cintura di sicurezza». I minori di tre anni, però, possono viaggiare, senza mezzi di trattenimento. «La condizione essenziale - continuano dalla stradale - è che siano seduti sul sedile posteriore dell’auto e accompagnati da un adulto di età non inferiore ai 16 anni. Se maggiori di 12 anni ma di altezza insufficiente ad essere trattenuti da una cintura di sicurezza, occorre un apposito sedile, che integra in altezza quello dell’auto. Per i contravventori è prevista la detrazione di cinque punti dalla patente e una sanzione di 68 euro».

 


dal "Giornale di Brescia" del 2 gennaio 2004

Lite stradale: accoltellato e ucciso


 

ROMA - Sarebbe stata una banale lite dopo un incidente stradale, nella confusione della notte di Capodanno nell’affollata zona nei pressi della stazione Termini, la causa dell’accoltellamento di Armando Humberto Mecuses Mances, di 32 anni, peruviano ma sposato con un’italiana e residente a Roma, trovato morto alle 3 in via Cernaia, nei pressi del Ministero delle finanze. L’uomo, che viveva a poca distanza dal luogo dell’omicidio, secondo le prime notizie era riverso a terra, accanto ad una Ford Focus parcheggiata a sinistra con lo sportello aperto ed è stato notato da un passante, un ufficiale dell’Aeronautica, che ha avvertito il 112 ed il 118. Quando il personale dell’ambulanza è arrivato in via Cernaia l’ha trovato supino, ma quando il corpo è stato voltato per tentare una rianimazione, i sanitari hanno notato una ferita sanguinante al torace, all’altezza dello sterno ed hanno chiamato i carabinieri. Sul volto, il peruviano aveva alcune ecchimosi, forse dovute alla caduta, e gli occhiali erano rotti. A far ipotizzare che Mances sia stato accoltellato dopo una lite per un problema di viabilità c’è la circostanza dello sportello aperto.

 


da “L’Arena di Verona” del 2 gennaio 2004

Sistema realizzato da Società autostrade

Per i mezzi pesanti da ieri in Austria pedaggio elettronico


 

Vienna. La riscossione elettronica dei nuovi pedaggi sulle autostrade austriache, entrata in vigore in Austria dalla mezzanotte del 31 dicembre per i mezzi commerciali pesanti a pieno carico oltre 3,5 tonnellate, procede senza problemi . I pedaggi vengono riscossi automaticamente, cioè senza caselli autostradali che bloccano il flusso del traffico, attraverso un sistema di ricetrasmittenti - le « go-box » - che con un segnale acustico confermano l’avvenuto pagamento ogni volta che passano sotto uno dei 430 congegni di rilevamento in funzione (su 860 previsti) , dislocati lungo i circa 2.000 chilometri di autostrade e superstrade austriache.

Il sistema entrato puntualmente in vigore da ieri è stato realizzato dalla italiana Società autostrade in collaborazione con l’austriaca Kapsch e l’Asfinag (società di finanziamento della viabilità austriaca), e gestito da Europpass Lkw-Mausystem. Spariscono quindi anche i vecchi caselli dove, in pochi casi eccezionali, veniva pagato fisicamente un pedaggio per alcuni tronconi autostradali austriaci. Le cose si mettono male se i « bip » diventano quattro: in tal caso la macchinetta di rilevazione non funziona, e va sostituita.

Finora sono stati distribuiti 190 mila dispositivi del « Multilane free-flow Mautsystem » , personalizzati con i rispettivi numeri di targa ; in tutto sono previsti 400 mila automezzi austriaci e stranieri che useranno il sistema.

L’obbligo di pagare il pedaggio vale infatti anche per tutti gli automezzi stranieri diretti oppure di passaggio nel Paese alpino. Gli apparecchi sono in vendita a 5 euro anche ai distributori di carburante. Per le automobili ed i mezzi di peso inferiore a 3,5 tonnellate resta in vigore invece il sistema di pagamento forfettario, attraverso un adesivo che si deve acquistare ogni anno ed applicare sul parabrezza. I l sistema di rilevazione elettronica dei pedaggi commerciali a pieno regime prevede 1,8 milioni di rilevazioni al giorno. La prova del fuoco è prevista per la seconda settimana del 2004, quando i trasporti torneranno al loro ritmo normale. I guadagni per legge devono essere reinvestiti nel sistema stradale austriaco. La Società Autostrade ha vinto la gara di appalto per il nuovo sistema di riscossione dei pedaggi, una commessa da 750 milioni di euro.

 


Sabato, 03 Gennaio 2004
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