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Rassegna stampa 08/02/2004

Rassegna stampa del 7 Febbraio 2004

Rassegna stampa del 7 Febbraio 2004

 


Da "Quotidiano.net" del 7 febbraio 2004

Paura in A10. Sassi dal cavalcavia contro un bus. Un pullman con anziani turisti è stato centrato da diversi sassi lanciati da un cavalcavia nei pressi di Savona. Molta paura, ma solo lievi danni al mezzo


SAVONA- Un pullman di turisti di Piacenza e’ stato colpito da almeno tre pietre mentre percorreva il cavalcavia dell’autostrada A10 tra Vado Ligure e Savona, in direzione Genova. Nessun passeggero e’ rimasto ferito.
L’autista del mezzo, con a bordo 52 anziani, si e’ poi fermato ad Albisola dove ha avvertito la polizia stradale. Agli agenti ha raccontato di aver notato sul cavalcavia almeno un paio di ragazzini prima che le pietre colpissero il parabrezza del pullman che e’ stato leggermente scheggiato.
Dopo la denuncia l’autobus ha potuto riprendere il viaggio verso l’Emilia-Romagna. Subito dopo sono state avviate le ricerche dei ragazzini che finora non hanno dato esito.


Da "Salerno Notizi" del 7 febbraio 2004
  Riciclaggio auto rubate: decine di arresti anche in Campania


Riciclavano automobili di grossa cilindrata rubate in varie parti d’Italia spedendole all’estero: la presunta organizzazione è stata scoperta dalla polizia stradale di Bari che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del tribunale di Bari, che riguarda 37 persone. L’organizzazione che operava in Puglia aveva ramificazioni in altre regioni, come la Campania, le Marche, e la Lombardia. All’operazione di stamani si e’ giunti a conclusione di indagini che la Polstrada pugliese ha compiuto da oltre un anno.

E’ sulla rotta dei Balcani che avveniva la maggior parte del riciclaggio delle automobili di alto valore commerciale in gran numero trafugate in Italia: lo hanno accertato gli agenti della polizia stradale della Puglia con un’indagine che riguardato soprattutto italiani e bulgari e nell’ambito della quale oggi sono state arrestate 37 persone; un’altra persona è ricercata in Italia e altre cinque all’estero. Alle operazioni hanno collaborato 150 uomini e 50 automezzi della polizia stradale della Puglia e, per l’ esecuzione dei provvedimenti restrittivi, agenti delle sezioni della stradale di Salerno, Caserta, Palermo, Milano, Torino, Ascoli Piceno e Rimini.

L’organizzazione - composta, secondo gli investigatori, da elementi della malavita barese, tarantina, foggiana e leccese - aveva una vasta articolazione: collegandosi con clan di altre regioni italiane, si procurava autovetture di elevato valore commerciale (Mercedes, Audi, BMW, fuoristrada, autofurgoni, autoarticolati), quindi provvedeva a contraffare i numeri di matricola dei mezzi e li dotava di nuovi documenti di circolazione, che erano stati rubati in precedenza in bianco.

L’organizzazione si serviva anche di targhe clonate, fabbricate usando stamperie clandestine con apparecchiature sofisticate, sigilli di autentificazione e certificazione. A quel punto, attraverso i porti di Bari, Brindisi e Ancona, le auto venivano portate in Bulgaria, Grecia e Albania e li’ rivendute. L’ organizzazione aveva, secondo gli investigatori, collegamenti con altre organizzazioni malavitose di Milano, Alessandria, Ascoli Piceno, Rimini, Trapani, Salerno a Caserta.

Le indagini hanno accertato che le vetture rubate erano pagate all’atto della ricettazione - a seconda dei mesi di vita e degli accessori installati a bordo - somme comprese tra i 2.000 e i 3.000 euro. Una volta raggiunti i Paesi balcanici erano rivendute a somme che non erano mai inferiori ai 9/10.000 euro. L’illecita attività faceva incassare all’organizzazione migliaia di euro a settimana.

Per i furti e le azioni di riciclaggio la polizia stradale ritiene che siano state danneggiate anche numerose società assicuratrici per somme che ammonterebbero sui 2.500.000 euro. Nel corso delle indagini è stata recuperata la maggior parte delle vetture rubate. Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di provvedimenti di custodia cautelare emessi dal gip del tribunale di Bari Chiara Civitano, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Renato Nitti. I reati contestati sono rapina, furto, ricettazione, riciclaggio di veicoli e contraffazione di documenti.


Da "Il Giornale di Vicenza" del 7 febbraio 2004

I primi a beneficiare della formazione sono l’Ufficio stranieri, la "scientifica" e la polstrada

Informatica, arma in più dei poliziotti

L’Associazione industriali offre corsi di aggiornamento per la questura


L’informatica contro il crimine: l’Associazione industriali lancia corsi di formazione per gli uffici della questura. Si tratta di corsi operativi "tarati" sulle esigenze della polizia, per accrescere le competenze del personale impegnato nelle attività di indagine attraverso l’uso dell’informatica. Per combattere e prevenire il crimine è sempre più importante, per le forze dell’ordine, unire la presenza diretta sul territorio con il lavoro di indagine svolto "a tavolino" utilizzando le più moderne risorse messe a disposizione dall’informatica. Il computer al servizio della sicurezza dei cittadini, dunque, con l’ulteriore vantaggio di poter recuperare personale attualmente addetto a servizi interni da destinare al controllo del territorio.
è in quest’ottica che si inserisce la collaborazione instaurata tra la Questura e l’Assoindustriali, per accrescere l’efficacia del lavoro ispettivo e di controllo svolto per via informatica dalla polizia. L’Assindustria, su richiesta della Questura, ha messo a disposizione le proprie risorse organizzative per realizzare, in questa fase di avvio, due corsi di formazione destinati a personale della polizia.
Il primo corso, di "visual basic" per Access avanzato, strutturato in 40 ore di lezione, si è svolto tra novembre e dicembre all’Enfapi di Schio con la partecipazione di dieci tra ispettori, sovrintendenti e agenti della questura, che andranno a costituire un gruppo di lavoro interno alla questura per lo sviluppo autonomo di programmi gestionali, con il vantaggio fondamentale di poterli continuamente adeguare ai mutamenti nelle condizioni di lavoro a seguito di innovazioni legislative, ordinamentali e burocratiche.
"Il primo progetto di informatizzazione, che sta per essere portato a termine, grazie alle conoscenze tecniche acquisite e in collaborazione con il Ced dell’Associazione industriali, riguarda l’Ufficio immigrazione - spiega il questore Dario Rotondi - e consentirà la trattazione informatica delle pratiche di regolarizzazione dei cittadini stranieri, a partire dal momento della presentazione della domanda fino alla sua archiviazione. Questa innovazione permetterà di ridurre sensibilmente i tempi di trattazione". Il secondo corso di formazione, di computer art con Photoshop, è in svolgimento nella sede Assindustria di Vicenza, anch’esso di 40 ore, ed è frequentato da sette operatori di polizia. è anche questo un corso di fondamentale importanza per le necessità degli operatori della polizia scientifica e della polizia stradale che per le loro indagini lavorano costantemente con fotografie e video digitali.


Da "Il Giornale di Vicenza" del 7 febbraio 2004

Ieri un summit tra forze dell’ordine e enti pubblici. I piccoli Comuni chiedono più sicurezza Telecamere contro droga e vandali. "Serve un osservatorio con mezzi e personale"

di Mauro Sartori

I piccoli comuni chiedono più sicurezza e presidio, e si alleano per sorvegliare il territorio. Il summit di ieri nella caserma dei carabinieri di Schio, cui hanno partecipato i vertici della questura, della prefettura, della guardia di finanza, della polizia stradale, della polizia provinciale, del corpo forestale ed infine del consorzio scledense di polizia municipale, è una prima risposta alle richieste avanzate da un coordinamento di enti locali, comprendente i comuni di Chiuppano, Velo, Carrè, Caltrano, Piovene e Cogollo, che avevano chiesto un protocollo operativo in materia di sicurezza pubblica per una migliore e più stretta collaborazione fra le forze di polizia presenti nell’area.
L’ordine del giorno del summit di ieri era dunque quello di valutare le strategie da adottare nell’ottica di un servizio razionale e coordinato.
"La riunione si svolge a Schio, sede del comando di compagnia - precisa l’assessore scledense alla sicurezza Giovanni Battilotti - ma non ci riguarda direttamente. Da pochi giorni abbiamo a disposizione i dati completi sui reati del 2003 (la prima statistica diffusa e da noi pubblicata si fermava a settembre), da cui emerge la conferma che i furti nei negozi e nelle case sono in diminuzione, i borseggi quasi spariti. è la testimonianza migliore che le strategie messe in atto nel territorio comunale stanno dando i loro frutti. Da segnalare che i rilievi scledensi sono in controtendenza rispetto ai dati provinciali e, per fare un esempio vicino, a quelli dell’area thienese. Inoltre stiamo rilevando dall’indagine sulla vittimizzazione in atto, che l’opinione positiva dei cittadini è in crescita". "Da maggio scorso stiamo lavorando ad un progetto integrato di videosorveglianza - spiega Roberta Tribbia, sindaco di Chiuppano e portavoce del coordinamento fra i comuni - per controllare gli accessi ai paesi e le zone "calde". Un sistema che sarà gestito dalle forze dell’ordine, e che riteniamo utile a fronte di una situazione ufficialmente stabilizzata, ma che continua a preoccuparci, soprattutto per quanto riguarda il sommerso. La nostra lotta è principalmente rivolta allo spaccio di droga, fenomeno sempre più dilatato e variegato, e la repressione degli atti vandalici. Non saranno reati prioritari da perseguire, ma eliminarli contribuirebbe ad innalzare la qualità della vita".
"Il nostro coordinamento - spiega Giordano Rossi, sindaco di Velo - è nato proprio per creare una sinergia nel territorio in grado di far emergere esigenze e problematiche dei piccoli comuni. Non ci sono solo furti e rapine, che da noi costituiscono una preoccupazione minore rispetto ad altre forme di criminalità. Riteniamo che il rispetto della legalità sia un’esigenza primaria, ed è giusto che le realtà come le nostre siano tenute in debita considerazione".
Intanto ieri si sono gettate le basi per un protocollo operativo, ed è inoltre stato disposto, come precedentemente concordato dal comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, di istituire un "osservatorio di sicurezza pubblica" a Schio, che sarà dotato di mezzi e personale.


Da "BresciaOggi" del 7 febbraio 2004

Definita la data per la possibile apertura della nuova caserma, che doveva essere pronta tre anni fa. Polstrada, la sede a giugno. Mancano solo gli impianti: il prezzo è lievitato a 1.270.000 euro

di Giuseppe Zani

ISEO

La nuova sede della Polizia stradale di Iseo sarà pronta per giugno. "Questa almeno la volontà dell’amministrazione comunale", precisa il vicesindaco Alessandro Buffoli. Che aggiunge con schiettezza disarmante: "Ci teniamo a inaugurarla prima che scada il nostro mandato. Un punto a nostro favore, in campagna elettorale".
Come forse il lettore ricorderà, la caserma della Polstrada doveva essere inaugurata nel giugno 2003 (prim’ancora nel gennaio 2001). Nel marzo dello scorso anno, però, quando al completamento dell’opera mancava davvero poco, la ditta costruttrice, la Cimpa srl di Napoli, ha gettato la spugna. Inevitabile la rescissione del contratto e la richiesta inoltrata dal Comune al Tribunale di Brescia allo scopo di ottenere la riconsegna del cantiere. Richiesta accolta nel novembre scorso.
Da allora la Giunta municipale non ha perso tempo facendo prima valutare lo stato di consistenza dei lavori già eseguiti, quantificando poi in 185 mila euro il costo dei lavori ancora da eseguire (la parte del leone tocca ai serramenti e agli impianti elettrici e meccanici) e infine approvandone i relativi progetti.
L’importo globale della caserma è passato così da 1 milione 85 mila euro a 1 milione 270 mila. Quanto ci vorrà ora per rimettere in moto il cantiere? "L’appalto lo espleteremo nel giro di 30 giorni - risponde Buffoli -. I lavori, poi, non dureranno più di 60 giorni, visto che le opere edili sono state quasi completamente realizzate. Entro giugno si dovrebbe chiudere il cerchio".
Un’opera attesa da parecchi anni dai venti agenti che costituiscono il distaccamento della Polstrada di Iseo. Agenti che attualmente fanno base nella villetta che si trova in via Silvio Bonomelli 7. Una casa presa in affitto (nel ’96, per morosità del ministero del Tesoro, il pretore di Brescia ne dispose addirittura lo sgombero, poi revocato), angusta e priva di bagni e alloggi differenziati per le donne in divisa.
Alla costruzione della nuova caserma, lo ricordiamo, è legato il rafforzamento della Polstrada di Iseo, con l’invio, come programmato, di alcune poliziotte. L’immobile, progettato dallo studio Euro-Project srl di Bagnolo Mella, sorge su 3000 metri quadri dell’area ex Sabbia, in via Roma, dirimpetto alla stazione dei carabinieri: 600 metri quadri la superficie coperta, 3.124 i metri cubi fuori terra.
Nel seminterrato sono stati ricavati i garage, l’officina, l’autolavaggio, gli spogliatoi e le docce per gli agenti. Al pian terreno, gli uffici operativi, l’archivio, l’armeria, un locale per le riunioni, la cucina e la sala da pranzo. Al primo piano, l’alloggio del comandante, le camere con 12 letti per i maschi e le camere con 7 letti per le femmine. Una palazzina bella e spaziosa.
Una realizzazione importante per il capoluogo sebino, crocevia attraverso cui passano sia il traffico turistico e commerciale, sia il traffico di lunga percorrenza. Uno snodo cruciale per la viabilità ma anche per il controllo del territorio.


Da "L’Eco di Bergamo" del 7 febbraio 2004

On line le statistiche sugli incidenti stradali


 

Le statistiche sugli incidenti che si verificano lungo le strade bergamasche adesso sono anche on line. Chiunque potrà disporre del quadro della situazione riguardante la sicurezza stradale in città e provincia, semplicemente collegandosi con il sito Internet della Prefettura di Bergamo, "www.prefettura.bergamo.it" e cliccando, dalla home page del portale web, sulla voce "Report incidenti". è la novità presentata dalla Prefettura di Bergamo nell’ambito della propria campagna di prevenzione degli incidenti stradali: un archivio informatico grazie al quale si potrà monitorare il trend dei sinistri, la loro gravità e le cause che li hanno provocati, verificando periodicamente i risultati delle attività di sensibilizzazione, controllo e sanzione messe in atto dalle forze di polizia sul territorio.
Il prefetto di Bergamo, Cono Federico, ha sottolineato che i primi tre anni di campagna preventiva coordinati dalla Prefettura (l’iniziativa è stata lanciata nel 2001) hanno portato buoni risultati: gli incidenti mortali sulle strade della Bergamasca sono stati 96 nel 2003, contro i 146 del 2002 e i 161 del 2001. In calo anche il numero di sinistri con feriti: 4.408 i casi nel 2003 rispetto ai 5.070 del 2002 e i 5.011 del 2001. Ma l’azione delle istituzioni non può e non deve fermarsi, ha sottolineato Cono Federico, sia con attività rivolte all’educazione e alla sensibilizzazione degli automobilisti, sia con i necessari controlli da parte delle forze di polizia. Controlli che, nel 2003, hanno portato a un notevole aumento delle sanzioni nei confronti degli automobilisti più indisciplinati, in particolare per quanto riguarda i principali fattori di rischio per la sicurezza stradale: la guida in stato d’ebbrezza, l’eccesso di velocità e la guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Sono state 5.351 le patenti ritirate nel 2003, contro le 3.538 del 2002 e le 2.309 del 2001. La Prefettura ha tracciato anche una mappa delle arterie bergamasche con la più alta frequenza di incidenti: in cima alla lista c’è la provinciale Villa d’Almè-Dalmine, seguita dall’ex statale 525 Bergamo-Osio Sotto e dall’Asse interurbano, nel tratto tra i comuni di Curno e Seriate.

Da "L’Eco di Bergamo" del 7 febbraio 2004

 

Dalmine, ricordati i poliziotti uccisi dalla banda Vallanzasca


I parenti delle vittime, i rappresentanti del Sap (Sindacato autonomo di Polizia) e delle istituzioni hanno ricordato ieri il tragico 6 febbraio 1977, quando nei pressi del casello autostradale di Dalmine persero la vita il maresciallo di polizia stradale Luigi D’Andrea e il brigadiere Renato Barborini, uccisi da uomini della banda Vallanzasca. Il ricordo è iniziato con la celebrazione della Messa a Bergamo, alle 10,15 nella chiesa del Galgario, dove era presente anche la vedova D’Andrea, Gabriella Vitali, con le figlie Giovanna e Lucia. Istituzioni e forze dell’ordine si sono poi spostate a Dalmine dove nei pressi del casello autostradale il sindaco di Dalmine Francesca Bruschi, Rocco Disogra, consigliere nazionale del Sap, e Riccardo Cargnelli, comandante della polizia locale di Bergamo, hanno deposto corone d’alloro. Alla cerimonia erano presenti anche Antonello Personeni, segretario provinciale del Sap, il prefetto Cono Federico, il questore Giuseppe Messa e Maurizio Raia, dirigente del compartimento Polstrada della Lombardia. "Il 6 febbraio è per il Sap sempre un giorno di particolare emozione - ha dichiarato Disogra -: quest’anno in particolare celebriamo questa giornata consapevoli del fatto che su nostra iniziativa c’è una proposta di legge in Regione Lombardia per istituire un memorial day, proprio il 6 febbraio, in ricordo delle vittime della criminalità". Il progetto di legge, che ha come relatori i consiglieri regionali Carlo Saffioti e Pietro Macconi, è stato anticipato nei mesi scorsi dalla distribuzione in quasi tutte le biblioteche della provincia del libro "Nessuno dimentichi! Dalmine, 6 febbraio 1977" a cura del Sap e scritto con la collaborazione di Gabriella Vitali D’Andrea.

Da "Il Secolo XIX" del 7 febbraio 2004

Strage di Tir con tachigrafi contraffatti

La Polstrada ha pizzicato sull’A15 numerosi autisti con tachimetri che segnavano velocità inferiori: multe e punti tolti


Tachigrafi di tir contraffatti per sfrecciare a tutta velocità in barba ai limiti stradali, camion lanciati come proiettili con i tachimetri taroccati che segnavano una velocità inferiore a quella reale. Un escamotage che avrebbe evitato ai camionisti pesanti sanzioni e la perdita di punti sulla patente qualora fossero stati fermati dalla Polizia stradale. A scoprire l’inganno ci sono riusciti gli uomini della Polstrada di Pontremoli che ieri nel tratto di autostrada compreso tra Aulla e Pontremoli hanno pizzicato ben 30 camionisti con i tachigrafi taroccati. Non solo, durante il controllo sulla Parma-La Spezia, gli agenti hanno anche sequestrato una patente di guida a un autista che stava viaggiando ad una velocità superiore a 170 chilometri orari.
Il blitz degli agenti di polizia al comando di Marina Listante è scattato ieri mattina con ben sei pattuglie appostate ai margini della carreggiata che in più punti hanno controllato con il telelaser la veridicità dei dischi dei tachigrafi dei mezzi pesanti in transito. In poco tempo sono state 30 le contravvenzioni elevate, con la sottrazione di due punti per ogni patente di guida di altrettanti tir. I trenta dischi cartacei controllati infatti segnavano una velocità inferiore a quella reale di oltre venti chilometri orari, che per un camion non è poco.
Il controllo mirato sulla contraffazione dei tachigrafi dei tir nella tratta Aulla-Pontremoli della A15 ha mietuto vittime anche tra gli irriducibili che proprio non ne vogliono sapere di agganciare la cintura di sicurezza mentre guidano. Anche in questo caso sono state elevate multe di 33,60 euro l’una e le patenti alleggerite di ben cinque punti ciascuna.
Da tempo la Polstrada di Pontremoli è impegnata nel controllo della velocità sull’Autocisa che, anche a causa del maltempo e dei cantieri che occupano la carreggiata, è spesso teatro di gravi incidenti stradali.

 

Domenica, 08 Febbraio 2004
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