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Rassegna stampa 17/02/2004

Rassegna stampa del 16 Febbraio 2004

Rassegna stampa del 16 Febbraio 2004

 


Da "Avanti" del 16 febbraio 2004
Arriva in Parlamento il ddl contro le stragi del sabato
Ernesto Sessa


ROMA - E’ davvero un problema senza soluzione? E’ incredibile che non vi sia un contrasto efficace a quei comportamenti irresponsabili e criminali che allungano sempre più la scia di sangue di giovani vite sulle nostre strade. Auto ridotte ad un ammasso di rottami e di brandelli umani, morti violente a seguito di insensate zuffe o di overdose. Il fenomeno, che peraltro non tocca solo una regione o un’altra, ma tutto il Paese, si trascina scandalosamente irrisolto da troppo tempo. Le pesanti "stragi del sabato sera" inducono ad una seria riflessione. Un primo dato è certo: troppo spesso i comportamenti devianti nascono in discoteca. Le cifre fornite dalla polizia stradale sono agghiaccianti, un vero e proprio bollettino di guerra: 909 i giovani morti in incidenti stradali nel 2001, 31.093 i feriti. Gli orari a rischio vanno dalle ore 22 del venerdì e le 6 del sabato e tra le ore 22 del sabato e le 6 della domenica. Le cause più frequenti? L’eccesso di velocità, il mancato rispetto delle regole di precedenza, del sorpasso e della distanza di sicurezza, la distrazione nella guida, e soprattutto, lo stato psico-fisico alterato per l’uso di alcool o sostanze stupefacenti. Confrontando questi dati con quelli relativi alle altre notti della settimana, risulta che essi rappresentano il 43,5 per cento del totale degli incidenti stradali notturni. E’ evidente che le notti dei week-end sono realmente più pericolose rispetto a quelle del resto della settimana. Iniziative e proposte, a dire il vero, non sono mancate. Oscillando, però, tra la crociata feroce contro i locali notturni, colpevolizzati talvolta ben oltre le loro reali responsabilità, e la difesa ad oltranza della libertà più assoluta di farsi male e di arrecare del male agli altri. Ora, però, un disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri nello scorso mese di giugno sta per andare all’esame del Parlamento. Il testo di legge, a firma Giovanardi-Prestigiacomo, ha principalmente la finalità di realizzare una regolamentazione omogenea a livello nazionale dell’attività di discoteche, sale da ballo e d’intrattenimento e locali notturni. Tutti questi locali, secondo il ddl, dovranno chiudere alle 3 di notte, ma già a partire da un’ora prima della chiusura, alle 2, non si potranno vendere alcolici e superalcolici e questo divieto si estenderà fino alle 5. Inoltre, sempre un’ora prima della chiusura, scatterà anche l’obbligo di attenuare l’intensità della musica e delle luci psichedeliche, così che i giovani, poi, al volante possano avere un affidabile livello di vigilanza. La legge non vuol essere punitiva né verso i giovani né verso le discoteche, ma intende "evitare - lo ha spiegato lo stesso ministro Giovanardi - quei fenomeni di nomadismo, di peregrinazione da un locale all’altro che sono tra le cause degli incidenti del sabato sera". Il provvedimento, se passerà così com’è, farà certamente discutere - ne sono consapevoli gli stessi presentatori - perché ha inevitabilmente un’impronta proibizionista. Ma esprime, almeno, la ritrovata voglia di reagire ad una realtà inaccettabile. In ogni caso il popolo dei rave-party, abituato a tirare la nottata fino all’alba tra ritmi "house" e "techno", non ci sta ed è già sul piede di guerra.


Da "Il Gazzettino" del 16 febbraio 2004
   

Dalla Fipe all’Asso-intrattenimento riconosciuta da Confindustria. Il pordenonese Luca Calenda: "Sono bar, ristoranti e pizzerie a dover chiudere prima". Discoteche, il fronte degli orari. I gestori dei locali notturni dopo aver fondano una nuova associazione fanno proposte

Antonella Santarelli

I gestori di discoteche e locali notturni diventano industriali e fanno una proposta di legge ad hoc, per promuovere la cultura della vita e la sicurezza sulle strade. La svolta epocale è avvenuta nell’arco di due mesi: prima hanno abbandonato la Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) e si sono infatti rifugiati sotto l’ala della neonata Asso-intrattenimento, e poi, nei giorni scorsi, quest’ultima è stata ufficialmente "adottata" dalla Federturismo di Confindustria. "è stata una scelta obbligata - spiega Luca Calenda, ex presidente del settore dell’Ascom di Pordenone, ora diventato consigliere nazionale della Asso, nonchè referente dell’Associazione per il Nordest - perchè non ci sentivamo più rappresentati dalla Fipe, alla quale sottrarremo un migliaio di gestori, dei 2400 italiani, 150 dei quali si trovano nel Triveneto (56 in Friuli). Un migliaio e non tutti - sottolinea - poichè il Consiglio del direttivo si è riservato sei mesi per valutare le adesioni, provenienti da tutta l’Italia, e di scegliere soltanto i locali seri e solidi, dove non c’è giro di droga nè una gestione allegra". La creazione della nuova Associazione, della quale è presidente Antonio Degortes, di Siena (figlio del famoso fantino Aceto e proprietario di tre locali, tra i quali anche la storica Capannina di Castiglione della Pescaia), è dipesa dal fatto "che gli operatori non si sentivano più adeguatamente rappresentati e tutelati dalla Fipe. Quest’ultima - spiega Calenda - si fa carico di 80 mila pubblici esercizi ed è evidente che le esigenze di questi ultimi (per la gran parte con pochi dipendenti, orari limitati, fatturati contenuti) sono completamente diverse dalle nostre. Pertanto con la nuova normativa in vista, in materia di "disciplina dell’esercizio di locali di intrattenimento e svago ai fini della sicurezza stradale", che dovrebbe essere varata entro marzo, temevamo di non essere adeguatamente rappresentati. Ora invece, col totale appoggio politico della Confindustria e del ministro Carlo Giovanardi, con il quale abbiamo avuto già fondamentali incontri, siamo riusciti a far "passare" le nostre proposte". Tra queste, quella dell’orario di chiusura dei locali e della distribuzione delle bevande alcoliche: noi proponiamo di chiudere alle 3 e di non somministrare alcol dalle 2. Però tutti gli altri locali (pub, pizzerie, ristoranti, osterie, stabilimenti balneari, ritrovi e quant’altro) dovrebbero chiudere alle 24 nei giorni feriali e all’una nei festivi e d’estate, non somministrando più alcolici dall’ora antecedente la chiusura. In questo modo non solo i ragazzi raggiungeranno la discoteca in stato di sobrietà, ma ci arriveranno anche un’ora prima rispetto ad oggi, anticipando l’avvio delle danze, che ora non avviene mai prima dell’una. Inoltre - conclude Calenda - chiediamo la chiusura immediata e multe salate, da 25 a 50 mila euro, per chi non rispetta la normativa o improvvisa, senza esserne legittimato, un locale da intrattenimento notturno. Ora, anche qui nel Pordenonese ci sono locali con le nostre stesse offerte, aperti sino a tarda ora, senza però aver le carte in regola, saltando a piè pari la normativa. Con le nuove norme tutti questi dovranno sparire e smetterla di fare concorrenza sleale".

Il primo incontro a Nordest dell’Asso-Intrattenimento si terrà il 18 febbraio (alle 15), nella sede di Confindustria, a Venezia.


Da "L’Adige" del 16 febbraio 2004

   

Parenti ritirate dalla Polstrada


La Polstrada di Riva l¥altra notte, effettuati gli alcoltest nella zona di Nago, ha provveduto a ritirare cinque o sei patenti ad automobilisti che presentavano un tasso alcolico nel sangue superiore al consentito.


Da "Il Gazzettino" del 16 febbraio 2004

La Stradale prima salva con il bocca a bocca un giovane poi ritira per la quarta volta in un anno la patente a un altro

Gabriele Zanchin

CASTELFRANCO- La pattuglia della Polstrada di Castelfranco prima salva un giovane che aveva fatto un incidente e poi blocca un uomo per la quarta volta "beccato" per guida in stato di ebbrezza. E’ stato un sabato di intenso lavoro per gli agenti della Polizia stradale di Castelfranco. Sabato mattina alle 5,30 arriva la richiesta di un intervento nel Montebellunese. Mentre gli agenti stanno percorrendo la strada provinciale 667, all’altezza di Caselle d’Altivole, hanno scorto una Citroen Saxo fumante contro un muretto. Con il conducente con la testa a penzoloni, immobile. Si fermano immediatamente. Ed intervengono. Le condizioni del conducente, riconosciuto poi come M.B. 24 anni di Altivole, sono sembrate subito gravissime tanto che gli agenti, dopo aver chiamato l’ambulanza, gli prestano le prime cure. Gli fanno la respirazione bocca a bocca, cercano di rianimarlo. Il giovane fortunatamente risponde alle sollecitazioni ed immediatamente arriva anche l’ambulanza. Viene trasportato all’ospedale di Castelfranco in gravissime condizioni, con lo sfondamento del torace ed altre fratture ma comunque vivo. La prognosi rimane riservata. Dopo questo gesto encomiabile, gli agenti hanno svolto il loro lavoro nell’ambito di un servizio predisposto per la prevenzione degli incidenti. Nella notte fra sabato e domenica infatti sono state ritirate sette patenti che vanno a sommarsi alle 16 ritirate nella notte fra venerdì e sabato. Fra i sette documenti sequestrati nella zona di Cornuda e Maser desta scalpore il ritiro della patente per la quarta volta nell’ultimo anno ad un uomo per guida in stato di ebbrezza. Si tratta di F.M. 30 anni di Pederobba che alle 18 di sabato a bordo della sua auto stava zigzagando lungo la "667" all’altezza di Cornuda. Immediatamente bloccato dalla pattuglia che gli ha fatto la prova dell’etilometro. Stupore anche fra gli agenti quando la macchinetta ha segnalato un tasso di 3.00 di alcolimia su un massimo consentito di 0.50. Immediatamente è scattato l’ennesimo ritiro della patente questa volta aggravato dall’alto tasso che comporta restrizioni e l’obbligo di visita medica prima del rilascio del prossimo documento.


Da "Il Messaggero" del 16 febbraio 2004

Storie di traffico. Tra due ragazze, sancito il principio che viene avvantaggiato chi presenta prima la querela. Incidenti in calo ma è boom di liti. Ogni anno 40mila scontri. E in 2500 casi si finisce davanti al giudice di UMBERTO MAIORCA


PERUGIA - Incidenti stradali, è vero boom di liti a colpi di carte bollate in attesa di un pronunciamento del giudice. E migliaia di umbri si rivolgono alla giustizia per ottenere il risarcimento dopo un sinistro.
Sono in forte aumento, infatti, le cause civili, penali o di fronte al giudice di pace, per stabilire la colpa di un incidente stradale o per ottenere il risarcimento da parte dell’assicurazione. Degli oltre 40mila sinistri stradali che si verificano nella regione ogni anno, in 2500 casi la questione si risolve dopo un procedimento giudiziario civile o penale, oppure con un accordo stragiudiziale. Ma sempre con l’assistenza di un legale.
Secondo le ultime stime di Unioncamere, Aci e Istat, le cause scatenanti un sinistro stradale sono riconducibili per il 61 per cento al comportamento del conducente (eccesso di velocità, guida distratta, non rispetto della distanza di sicurezza, omissione di precedenza, mancato uso delle cinture di sicurezza e dei dispositivi per bambini); ma il 32 per cento avviene per le pessime condizioni delle strade.
Tracciati pericolosi, svincoli inadeguati, incroci rischiosi e mal indicati, segnaletica coperta, sbiadita o confusa. Per non parlare dell’inadeguatezza dell’illuminazione di gallerie e strade urbane.
Ma la disattenzione e il comportamento del conducente rimane la prima delle cause di incidenti. E quando la disattenzione è da entrambe le parti, può accadere che a vincere in tribunale, sia quella che ha presentato prima la querela. E’ successo a Perugia, a due ragazze che si sono scontrate sulla rampa di accesso al raccordo di Madonna Alta. Nella notte, infatti, le due auto, una che procedeva in discesa, l’altra in salita, si sono strisciate sulle fiancate, proseguendo la corsa per un centinaio di metri. Quando le vetture, con tutta la fiancata rovinata, si sono fermate, le due ragazze erano nascoste l’una alla vista dell’altra. La donna che entrava in superstrada è rimasta lì fino all’arrivo della polizia per denunciare l’incidente, e poi si è fatta portare in ospedale, dove le hanno prescritto il collarino e 1 mese di riposo. L’altra ragazza, invece, ha lasciato il luogo dell’incidente, e quando il giorno dopo si è presentata in questura per denunciare, contro ignoti, l’incidente, gli è stato comunicato che pendeva una denuncia nei suoi confronti per lesioni e omissioni di soccorso.
In tribunale, infine, assistita dall’avvocato Simone Manna, è stata anche condannata a 16 giorni di reclusione, 3 mesi di sospensione della patente, 600 euro di multa e a 1000 come risarcimento, visto che l’altra guidatrice si era costituita parte civile e aveva prodotto una serie di referti medici sui postumi dell’incidente.


Da "KataWeb News" del 16 febbraio 2004

Incidenti stradali, 18 morti nel week end


E’ di 18 morti il bilancio degli incidenti stradali avvenuti nello scorso fine settimana.

Lo rendono noto polizia stradale e carabinieri precisando che nel corrispondente fine settimana del 2003 le vittime erano state 30.


Da "L’Arena" del 16 febbraio 2004

Loyola De Palacio ha aperto la campagna per quest’anno

Sicurezza stradale, Bruxelles lancia la "Carta di Verona"

E la Sironi scrive a Lunardi: pronti a organizzare il vertice 2004


Fa passi avanti nell’Unione europea la Carta della sicurezza stradale che è stata messa a punto a Verona nel novembre scorso in occasione del vertice informale dei ministri europei. In quell’occasione, come si ricorderà, erano stati fissati i punti principali di un’azione di contrasto, che deve essere messa in atto dai Paesi aderenti all’Ue per ridurre drasticamente i morti sulle strade. Nei giorni scorsi la vicepresidente della commissione europea, Loyola De Palacio, che era stata una delle protagoniste del vertice veronese, ha lanciato da Bruxelles la campagna europea per il 2004 a favore della carta europea della sicurezza stradale con la quale si punta a dimezzare entro il 2010 i morti sulle strade. Testimonial d’eccezione, il pilota automobilistico Ari Vatanen.
L’attuale realtà, ha spiegato la De Palacio, dice che una persona su tre nell’Ue resta ferita in un incidente stradale nel corso della propria vita; nell’ultimo anno si sono registrati nei 15 Paesi membri 40 mila morti e un milione 700 mila persone ferite. Le tre principali cause delle tragedie della strada, spiega la De Palacio, sono la velocità eccessive, l’abuso di alcool e il mancato uso delle cinture di sicurezza.
Sarà chiesto quindi ai Paesi membri di sottoscrivere la Carta per la sicurezza stradale che impegna i firmatari (imprese di trasporto, costruttori di veicoli, compagnie di assicurazioni, concessionari di autostrade, autorità locali e regionali) a incentivare una nuova politica per la sicurezza: migliorare le informazioni di natura tecnica e statistica sulle cause degli incidenti per conoscerle meglio e porvi rimedio con misure preventive; elevare la qualità delle strade e dei veicoli; sviluppare nuove tecnologie di sicurezza, uniformare regole e controlli tra i Paesi dell’Ue (per esempio la patente a punti è presente solo in alcuni paesi e con punteggi diversi), favorire iniziative di educazione stradale e formazione e così via.
Sono state citate, a Bruxelles nei giorni scorsi dalla De Palacio, tre iniziative concrete. In una città della Germania, è stato deciso che i guidatori che verranno fermati per eccesso di velocità davanti l’uscita di una scuola dovranno incontrare e intrattenersi con gli alunni di questa scuola per un confronto sui rischi di una simile negligenza e favorire un cambiamento di comportamento.
In un altro caso sono stati studiati dei vantaggi (sconti, agevolazioni per bevande non alcoliche e così via) per quei ragazzi che quando vanno in discoteca la sera accettano di non bere per essere in grado di guidare in modo responsabile e portare a casa gli amici un po’ alticci.
Infine, per le cinture di sicurezza (metà delle vittime degli incidenti stradali nell’Ue non porta cinture di sicurezza) si chiede ai costruttori di inserire in tutte le vetture il sistema di allarme per ricordare di indossarle. Alcuni si spingono ancora più in là e chiedono che vi sia un dispositivo per cui se non sono indossate correttamente le cinture di sicurezza, l’auto non parta.
Queste dunque sono le linee guida dell’Unione europea in merito alla sicurezza stradale, tema che tornerà a essere dibattuto a Verona anche quest’anno: il presidente del Consorzio Zai (ente organizzatore dell’evento del novembre scorso), Michela Sironi, ha scritto al ministro Pietro Lunardi nei giorni scorsi per riconfermare "tutto il sostegno necessario per l’organizzazione e lo svolgimento del prossimo incontro ministeriale del 2004".

Da "Brescia Oggi" del 16 febbraio 2004

Controlli programmati per domani

Pattuglie della polizia con l’autovelox sulle statali 11 e 469

Attenzione: la patente è in pericolo

f.mo.
Automobilisti bresciani attenzione. La polizia stradale rende noto, come ormai da tempo avviene, che per contrastare il fenomeno degli eccessi di velocità verranno effettuati servizi mirati a punire chi sgarra con l’installazione e l’utilizzo di dispositivi di controllo della velocità (autovelox e telelaser), anche sulle strade extraurbane secondarie.
Controlli mirati a salvaguardare l’incolumità di chi guida, ma anche degli utenti deboli della strada, pedoni, ciclisti e motociclisti. In calo, col nuovo codice e la patente a punti il numero dei morti.
In particolare l’apparecchiatura che rileva la velocità sarà posta in funzione domani, dalle 7 alle 13 sull’ex Statale 469 Sebina occidentale e dalle 13 alle 19 sull’ex Statale 11 Padana Superiore. La polizia sceglie le arterie a maggior scorrimento e, statisticamente i luoghi dove maggiormente avvengono incidenti o gravi infrazioni. Numerose saranno le pattuglie impegnate nei controlli.
Ricordiamo che sabato mattina, operando tra la mezzanotte e l’alba, la polizia stradale di Iseo ha ritirato 14 patenti di guida, uno per velocità oltre il limite dei 40 chilometri orari e 13 per stato di ubriachezza. Fenomeno che non cala nonostante gli appelli. Altre 30 patenti sono state ritirate la settimana precedente per contenere incidenti e evitare le "stragi notturne".

Da "KataWeb News" del 16 febbraio 2004

Traffico internazionale di auto rubate, 24 arresti

(A)

E’ in corso dalle prime ore della mattina una vasta operazione della polizia denominata ’Centauro Affaroni Eurocar’, coordinata dalla procura della Repubblica di Ariano Irpino (AV), che interessa un traffico internazionale di auto rubate. Oltre 200 uomini della polizia stradale della Campania stanno eseguendo 24 arresti e 40 perquisizioni, con l’ausilio di militari della guardia di Finanza per le implicazioni fiscali delle indagini.

Obiettivo, un’organizzazione criminale che opera in Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Lombardia con diramazioni anche in Germania e Belgio, che si occupa della ricettazione ed del riciclaggio di veicoli; fra le imputazioni anche falso materiale, truffa ai danni dello stato e frode comunitaria.

Le indagini, avviate già dal luglio 2002, avevano portato già alla denuncia di 72 persone, tre arresti nonchè al sequestro di 34 veicoli, un’autocarrozzeria e due aree per inquinamento ambientale. Secondo la polizia, l’organizzazione agiva "attraverso la collaborazione di soggetti residenti all’estero titolari di auto rivendite i quali procuravano auto rubate o incidentate da spedire in Italia attraverso l’acquisto da parte di società fantasma che operavano per conto di altre concessionarie italiane apparentemente lecite. Le auto - si legge in una nota - venivano riciclate in Italia mediante contraffazioni di numeri identificativi del veicoli oppure reimmatricolate e dunque rigenerate sul territorio italiano per essere rivendute ad ignari compratori che acquistavano le autovetture a costi nettamente inferiori a quelli di mercato".


Da "L’Eco di Bergamo" del 16 febbraio 2004

In auto con documenti falsi e droga Tre arresti al casello autostradale


Nel portafogli documenti e soldi falsi. In auto un etto e mezzo di hashish. Sulla fedina penale un elenco di precedenti. Avranno un bel po’ di cose da spiegare al giudice per le indagini preliminari i tre pregiudicati calabresi arrestati sabato sera dalla Polizia stradale di Seriate allo svincolo di Sesto San Giovanni (Milano) durante un controllo.
Il terzetto ora è rinchiuso nel carcere di Monza (la magistratura competente per territorio è quella brianzola) in attesa dell’interrogatorio di convalida da parte del gip: in cella sono finiti P. D., 48 anni, di Rosarno (Reggio Calabria); T. N. V., di 39, e Z. S., di 35, anch’essi calabresi. Una pattuglia dell Polstrada poco dopo le 20 di sabato scorso ha fermato una Fiat Stilo con a bordo tre persone allo svincolo di Sesto San Giovanni per un controllo di routine.
Il conducente - P. D. - ha esibito patente e carta d’identità false: quest’ultima, anzi, grossolanamente falsa, considerato che al posto della dicitura "documento" aveva "ducumento" ("un errore di battitura", avrebbe detto agli agenti l’uomo nel tentativo di giustificarsi).
Il quarantottenne, inoltre, è risultato ricercato per associazione per delinquere di stampo mafioso perché aveva un anno e sei mesi di residuo pena da scontare. Anche T. N. V. aveva documenti falsi, oltre a essere sottoposto ad obbligo di dimora nel comune calabrese di residenza: la patente che ha fornito è risultata rubata ad Agrigento nel marzo dell’anno scorso.
L’uomo aveva con sé anche dodici banconote da cinquanta euro contraffatte e un assegno risultato rubato in bianco a Salerno l’anno scorso. Infine, nella vettura sono stati trovati 150 grammi di hashish e così sono scattate le manette anche per la terza persona, Z. S., cognato di P. D.: la sostanza stupefacente era nascosta sotto i sedili dell’automobile.

Da "Sesto Potere" del 16 febbraio 2004

A FORLI’ CESENA STUDENTI-GIORNALISTI PER LA SICUREZZA STRADALE


Forlì - L’Osservatorio sicurezza stradale provinciale di Forlì-Cesena, in collaborazione con la Polizia stradale, propone momenti di educazione stradale e di sensibilizzazione per bambini, giovani ed educatori. Ha preso il via, presso la Provincia di Forlì-Cesena, un corso per insegnanti dal titolo: "Educazione stradale? Parliamone". Il programma è articolato in 4 fasi: la prima il 9 febbraio presso la Provincia di Forlì-Cesena, il corso per insegnanti;
nella seconda fase del progetto verranno organizzati incontri nelle classi che lo richiederanno; nella terza fase verranno invitati i ragazzi a partecipare a un concorso dal titolo: "Giornalista per un giorno";
nella quarta fase saranno organizzati incontri sull’educazione stradale per i genitori.


Da"Corriere della Sera" del 16 febbraio 2004

Spari dalle auto in corsa, per gioco. Cartelli stradali usati come bersagli sulla Roma-Fiumicino: controlli della polizia
 
Alessandro Fulloni


Sparare di notte, dalle automobili in corsa, contro i cartelli segnaletici dell’autostrada Roma-Fiumicino. Un passatempo assurdo. Di moda, sembra. Qui, le macchine sfrecciano in continuazione. Tanti, anche quelli che si affacciano ai balconi dei palazzi che costeggiano il guard-rail. Inconsapevoli bersagli, adesso. Una vicenda della quale si sta occupando anche la sottosezione stradale Roma Sud: da quando pattuglie hanno preso a controllare quel tratto di strada, due chilometri tra il Raccordo Anulare e la Magliana, le bravate, forse ad opera di comitive di giovani, sembrano essere cessate. Restano le indicazioni sforacchiate. Una serie che ne comprende almeno una quindicina: le colonnine rosse del soccorso, cartelli di divieto, segnalazioni di svincolo, pure manifesti pubblicitari. In entrambe le direzioni. Lungo quella per la Capitale, il numero dei fori è maggiore.
Il pericoloso tiro al bersaglio inizia in coincidenza con la rampa che dallo Sheraton Golf e dal Warner Village immette nell’autostrada. Qui non c’è cartello che non sia stato preso di mira. Qualcuno, è stato colpito più volte. Quello di "sosta consentita solo in caso di emergenza" pare detenere il record: centrato undici volte. Nove proiettili hanno perforato il disco di divieto. L’arma usata non è certo di piccolo calibro: lo squarcio aperto nell’acciaio è di un paio di centimetri.
Prese di mira poco più avanti anche le segnalazioni che indicano il viadotto che costeggia il Tevere. "Una bravata pericolosissima - dice scuotendo la testa un agente della Stradale - perché basta poco, una piccola sbandata o una frenata imprevista, per sbagliare bersaglio e centrare qualcuno di passaggio".
E se in direzione Roma dietro le segnalazioni colpite c’è solo campagna e il greto del Tevere, sulla corsia opposta, verso Fiumicino, lo sfondo è quello dei fitti caseggiati della Magliana. Pallottole vaganti possono arrivare oltre il guard-rail, tra via port’Ercole e via porto di Lecce, dove qualche mamma s’affaccia per stendere il bucato. Di sotto, i cartelloni sforacchiati sono diversi, un paio in prossimità del distributore della Q8. Ma alla stazione di servizio nessuno pare aver sentito spari. Lo stesso alla reception dello Sheraton Golf. E alla biglietteria del Warner. Finalmente, al pub accanto all’ingresso del multiplex, una cameriera sui vent’anni ridacchia, ammettendo di avere raccolto qualche chiacchiera.
"Capitano tante comitive di diciottenni, bevono molta birra; ai tavoli ho ascoltato qualcuno - racconta - vantarsi di queste prodezze. Chi fossero non saprei. La sera, prima e dopo le proiezioni, questo è un posto che sembra un porto di mare". Il sospetto è però che si tratti di "giovani della zona - spiega Marco Palma, consigliere del Municipio della Magliana che ha preso a cuore la questione, segnalandola anche ai vigili urbani del XV Gruppo. è strano che i fori siano concentrati solo tra lo svincolo per Parco de’ Medici e i due chilometri che portano all’uscita per il lungotevere Portuense".


Martedì, 17 Febbraio 2004
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