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Articoli 11/04/2005

Violenza negli stadi I dati e le iniziative dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive

 

Violenza negli stadi
I dati e le iniziative dell’Osservatorio nazionale
sulle manifestazioni sportive

di Roberto Rocchi

Gli episodi di violenza negli stadi sono diventati negli ultimi anni un fenomeno così consueto e diffuso, da essere stato posto al centro delle attività di prevenzione e di repressione da parte del ministero dell’Interno. Non è un caso la recente costituzione dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, che proprio a Roma raccoglie funzionari di vari ministeri e rappresentanti di enti di gestione pubblica e di società private, che più di ogni altro sono coinvolti, anche loro malgrado, in una questione tanto grave quanto delicata per buona parte della collettività.
D’altro canto, gli ultimi tragici fatti che tutti ricordano e che avvennero in occasione della partita Avellino-Napoli nel settembre 2003 (vi trovò la morte un tifoso e numerosi furono i feriti), confermano ancora oggi la drammatica attualità del problema. Altrettanto energico, tuttavia, è stato l’impegno dello Stato per contrastare questo dilagante ed assurdo fenomeno, che ha agito sia con provvedimenti normativi, sia con l’azione congiunta e mirata di più soggetti confluiti nel già citato osservatorio nazionale.
Per quanto riguarda l’attività legislativa, tre sono i provvedimenti di riferimento che vengono attualmente utilizzati per meglio gestire gli eventi sportivi ed in particolare quelli relativi al calcio: le risoluzioni del Parlamento e del Consiglio europeo, la legge nr.88 del 2003 e il manuale per l’ottenimento della licenza Uefa.
Le risoluzioni del Parlamento e del Consiglio europeo
Si tratta, come dice il testo stesso, di due diverse risoluzioni a suo tempo approvate sia in seno al Parlamento europeo, che al rispettivo Consiglio, che attraverso un’apposita commissione stava lavorando da tempo sulla materia.
Secondo queste risoluzioni, il primo e principale atto di "governo" delle manifestazioni sportive si concretizza mediante la distribuzione dei biglietti d’ingresso. In questo senso, gli enti che organizzano manifestazioni calcistiche sono stati invitati a distribuire in percentuale equa il numero dei biglietti fra le tifoserie, con la raccomandazione di evitare vendite all’ultimo minuto per poter gestire con maggiore sicurezza i flussi di persone giunte allo stadio nello stesso giorno della partita. Contemporaneamente, le risoluzioni obbligano le autorità di polizia a verificare la capienza dei posti all’interno della struttura, chiamando le società a rispettarne il limite e separando con apposite barriere le due tifoserie contendenti.
Legge n. 88 del 24 aprile 2003 del Parlamento italiano La legge italiana recepisce, completa ed aggiunge altre disposizioni alle risoluzioni europee: in particolare prevede la numerazione dei biglietti per tutti gli impianti sportivi (anche per i campi da calcio dilettantistici) se la capienza è superiore a 10.000 unità. Fra le altre cose, il provvedimento legislativo prevede anche una verifica periodica dell’agibilità dell’impianto.
Manuale per l’ottenimento della licenza UEFA
Si tratta di una serie di norme che debbono essere scrupolosamente osservate dalle società sportive per poter accedere a campionati o tornei internazionali e si riferiscono perlopiù alla vendita e alla gestione dei biglietti d’ingresso.
Fra le prescrizioni: i biglietti dovranno diventare nominativi in maniera graduale ma nel giro di pochi anni; ciascun settore dovrà essere contraddistinto da un colore di poltroncine diverso così da essere immediatamente identificato e lo stesso colore dovrà anche comparire sui relativi biglietti; le società sportive, anche attraverso gli enti statali (Siae per l’Italia), dovranno stampare biglietti d’ingresso con profili e materiali che rendano più difficile la falsificazione; è fatto assoluto divieto vendere una quantità di biglietti superiore alla capienza prevista nell’atto di agibilità rilasciato dall’autorità di pubblica sicurezza.
Questi, dunque, i riferimenti normativi in atto, che come dicevamo sono accompagnati dall’attività di coordinamento e di organizzazione dell’ordine pubblico, svolta dall’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive attraverso il ministero dell’Interno.
L’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive A dirigere l’osservatorio è attualmente il dottor Francesco Tagliente, funzionario ministeriale di lunga data, che ha allargato lo staff operativo anche ad altri enti. Il tavolo tecnico è infatti formato, oltre che dal ministero dell’Interno, anche da quello dei Beni Culturali (che possiede la delega per lo sport), dal ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, dal CONI, dalla FGCI (Federazione Italiana Giuoco Calcio), da Ferrovie per l’Italia (ex Ferrovie dello Stato), dall’UPI (Unione Province Italiane), dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni d’Italia), dalla Conferenza dei Presidenti di Regione e delle Province e persino dai rappresentanti di Autogrill, la società privata che gestisce gran parte dei punti di ristoro autostradali, spesso presi di mira dagli assalti di tifosi esagitati che applicano il sistema cosiddetto "prendi e fuggi".
Fra gli altri, sono spesso invitati al tavolo di confronto anche i rappresentanti di altri enti quali, ad esempio, la Polizia Stradale, che in questi casi si occupa dei presidi autostradali e della scorta ai pullman dei tifosi e delle squadre calcistiche.
Punto focale dell’organizzazione, tuttavia, è il rapporto che l’osservatorio nazionale ha instaurato con le società sportive e in maniera ancora più approfondita con i rispettivi presidenti. Sono proprio loro, infatti, ad essere i "responsabili legali" di ogni fatto che avviene all’interno e nelle immediate adiacenze dello stadio ad opera dei tifosi più esagitati e proprio le società ne rispondono in termini di giornate di squalifica del campo o con pesanti sanzioni economiche.
L’attività dell’osservatorio, inoltre, si prefigge di monitorare periodicamente ogni episodio di violenza sportiva, e si occupa della gestione delle tifoserie attraverso la movimentazione dei reparti di agenti di pubblica sicurezza e la verifica delle condizioni di sicurezza e di rispetto delle norme degli impianti sportivi. Tutte incombenze, queste, che mettono a nudo i momenti di principale criticità delle manifestazioni sportive quali le mancanze strutturali degli stadi e dei punti di accoglienza dei tifosi, la politica di vendita dei biglietti, la gestione delle migliaia di persone in movimento da e per le stazioni o le barriere autostradali, le dichiarazioni di dirigenti e calciatori che spesso minano la serenità dei gruppi di ultrà e l’animosità delle frange di tifosi che perseguono come unico scopo lo scontro con le forze dell’ordine.
A questi problemi, l’osservatorio nazionale ha risposto con un sistema organizzativo suddiviso per ciascun argomento e rappresentato da diversi settori operativi: l’area di intervento strutturale, l’area di intervento sociale, l’area di intervento delle forze di polizia e l’area di intervento normativo, ciascuna delle quali con proprie peculiarità, campi d’azione e soggetti costituenti. Proprio all’interno di queste diverse aree, sono nati alcuni recenti provvedimenti che hanno contribuito non poco a contrastare la violenza sportiva. Fra questi ricordiamo l’obbligo di fornire una disponibilità di biglietti alle tifoserie ospiti non inferiore al 5 per cento dei biglietti complessivamente disponibili e il divieto di vendita degli stessi biglietti, nel giorno della manifestazione sportiva, ai supporter della squadra proveniente dall’esterno. Provvedimenti, questi, che hanno indubbiamente dato i benefici sperati, se si confrontano gli episodi di violenza sportiva avvenuti nelle ultime due stagioni dei campionato di massima categoria.
Mentre nella stagione calcistica 2002/2003 i feriti tra tifosi sono stati 473, nell’ultimo campionato la quota è scesa a 282, con un decremento percentuale del 40%; anche fra le forze dell’ordine il numero dei feriti è sceso da 1.240 a 931, con una percentuale in diminuzione del 25%. Pressoché stabili il numero degli arrestati: se nel corso della stagione 2002/2003 erano stati 336, nella passata competizione calcistica il numero è sceso di una sola unità, vale a dire 335, mentre le denunce sono calate del 3%, cioè da 1.731 a 1.330. Di fronte a questi risultati, i componenti dell’osservatorio nazionale hanno deciso di proseguire lungo la strada intrapresa, certi di poter definire per il futuro ambiti operativi e finalità ancora più positivi.
Anche l’attività di monitoraggio svolta dall’osservatorio nazionale sugli impianti sportivi, ha saputo mettere in luce situazioni di particolare gravità alle quali si è già cominciato a porre immediato rimedio. Nel corso del 2002, infatti, sono stati dichiarati inagibili il 20% degli stadi esaminati, il 37% è stato invece soggetto a prescrizioni, mentre soltanto il 40% degli impianti ha denotato un’agibilità totale. Fra tutti gli stadi, inoltre, il 72% si trova ancora in ambito urbano, mentre soltanto il 28% è situato nelle immediate periferie o al di fuori di centri abitati.
L’analisi dell’osservatorio è poi scesa ancor più in profondità: le recinzioni di separazione tra le tifoserie e tra gli spalti e il campo da gioco, erano presenti soltanto nel 57% delle strutture oggetto di sopralluogo, mentre soltanto nel 54% dei casi vi era la disponibilità degli autobus a raggiungere l’impianto dalla stazione ferroviaria della città. In quest’ultimo contesto, inoltre, una larga percentuale degli stadi è lontana più di 10 chilometri dalla stazione ferroviaria e riesce pertanto difficile poter coordinare adeguatamente l’attivo delle migliaia di tifosi.
Per finire, interessante è anche valutare i progetti che riguardano il futuro di questo settore: sulla base di quanto indicato dalle risoluzioni europee, l’obiettivo è quello di giungere alla realizzazione di stadi privi di barriere, cioè che permettono la libera visione (e la possibile circolazione…) delle persone dagli spalti direttamente al campo da gioco. In Italia tale ipotesi è per ora in fase di studio e di sperimentazione in alcuni impianti sportivi del NordEst, volendo escludere quegli stadi dove le tifoserie sono più accese.
All’interno di queste strutture, ancora lontane da una concreta e prossima realizzazione, dovrebbero operare in prima persona degli steward, cioè degli addetti all’accoglienza con il compito di indirizzare gli sportivi nel settore assegnato e di "osservare" taluni comportamenti giudicati a rischio. Dentro gli impianti sportivi, infatti, non scomparirebbe la figura dell’operatore di polizia, che nelle previsioni dovrebbe gradatamente sostituire l’uniforme da ordine pubblico con quella ordinaria, in stile nettamente meno "bellicoso".
Anche le modalità di distribuzione dei biglietti saranno soggette ad ulteriori perfezionamenti, così da assicurare l’ingresso a persone già identificate e responsabili in prima persona di tutto ciò che avviene all’interno del settore di appartenenza.

Situazione degli impianti sportivi di calcio anno 2002
Agibilità impianti
- Impianti sportivi privi agibilità 20%
- Impianti sportivi con prescrizioni per l’agibilità 37%
- Impianti sportivi completamente agibili 43%
Localizzazione impianti
- Impianti sportivi localizzati in aree urbane 72%
- Impianti sportivi localizzati in periferia o fuori centri abitati 28%
Recinzione impianti
- Impianti sportivi completamente recintati 57%
- Impianti sportivi privi delle recinzioni richieste 43%
Trasporti da/per impianti
- Disponibilità autobus stazione FS - Stadio
NO 46%
SI 54%
Episodi di violenza sportiva - raffronto tra la situazione degli ultimi due campionati dopo alcuni provvedimenti legislativi
Stagione 2002/2003
473
Feriti tra i tifosi
Stagione 2003/2004
282
Variazione percent.
- 40%
Stagione 2002/2003
1.240
Feriti tra le forze di polizia
Stagione 2003/004
931
Variazione percent.
- 25%
Stagione 2002/2003
336
Arresti
Stagione 2003/2004
335
Variazione percent.
= = =
Stagione 2002/2003
1.731
Denunce
Stagione 2003/2004
1.330
Variazione percent.
- 3%
 


di Roberto Rocchi

da "Il Centauro n. 94"
Lunedì, 11 Aprile 2005
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