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Rassegna stampa Alcol e guida del 28 febbraio 2008

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta
BRESCIA OGGI
MAIRANO

Due serate di riflessioni con l’Acat

Alcol, guerra totale

Non è considerato una droga dall’opinione pubblica, ma l’abuso di alcol provoca dipendenza e danni devastanti a livello psicofisico. E proprio per conoscere i rischi legati alla bottiglia che l’Acat «Amore e vita» di Mairano organizza due incontri aperti alla cittadinanza nella sede dell’associazione Primavera in via Soncini a Pievedizio. Ospite del doppio seminario (in programma stasera e domani, sempre alle 20,30) sarà Giovanni Monesi.

Due i temi al centro degli incontri: «L’autoprotezione e la promozione della salute» e «L’alcol e le altre droghe: favola realtà». Ma si parlerà anche di «Problemi alcolcorrelati e complessi», di «Posizione personale e la prevenzione» e di «I sistemi di trattamento e la promozione della salute: il club degli alcolisti in trattamento».

Per ulteriori informazioni si può telefonare allo 030-9975419.

P.GOR.


L’ARENA

VILLAFRANCA

Dall’8 marzo parte l’iniziativa della navetta che accompagnerà i ragazzi

Nasce il bus dei giovani per andare in discoteca

L’associazione Agora selezionerà locali e soci per evitare uso di droghe Il giro ogni sabato sera Non c’è scopo di lucro, vogliamo promuovere il divertimento in sicurezza

Francesco Bommartini

Parte da Villafranca "Andiamoci sicuri", un’iniziativa per un divertimento legale e pulito che prevede l’organizzazione di un autobus che porterà i giovani in alcune discoteche convenzionate. L’associazione che si occupa di questo progetto è "Giovane A.g.o.r.a." di Villafranca . I ragazzi che la gestiscono sono dieci e si stanno impegnando per promuovere iniziative e per diventare un punto d’incontro per i giovani.

Dario Boschetto, presidente di "Giovane A.g.o.r.a." e studente di Medicina all’Università degli studi di Verona, 22 anni, spiega: «"Andiamoci sicuri" partirà l’8 marzo. La prima trasferta sarà alla discoteca "Berfi’s club" di Verona. Le iscrizioni saranno aperte il venerdì della settimana che precede l’evento».

Gli altri appuntamenti saranno sabato 15 marzo a "Le Disque" di Cà di David e venerdì 21 marzo al "Victory Club" di Vicenza. «Abbiamo anche altre proposte», aggiunge Boschetto, «e stiamo decidendo quali discoteche selezionare a seconda della loro fama e della nostra esperienza personale». L’obbiettivo principale è quello di tenere lontani i ragazzi da droga e alcol per divertirsi con coscienza. Nei 25 euro dell’iscrizione alla serata saranno compresi l’andata e il ritorno su un bus-navetta, l’ingresso in discoteca con una consumazione analcolica, la tessera di "Giovane A.g.o.r.a." e un’assicurazione che coprirà eventuali incidenti sul bus e nel locale pubblico. «Il fatto che si dia una consumazione analcolica compresa nel prezzo è simbolico», dice Dario Boschetto, «perché vogliamo sensibilizzare i nostri iscritti: se qualcuno vuole bere alcolici se li pagherà di tasca propria».

Per selezionare chi salirà sul bus ed evitare spiacevoli sorprese, all’atto d’iscrizione viene fatto firmare un regolamento. Sottoscrivendolo gli iscritti sono tenuti a rispettare valori di ordine, sicurezza, libertà e sussidiarietà. Il punto d’incontro dove il bus farà salire i giovani sarà il bar Mazzini di Quaderni. «Stiamo cercando di avere un punto di ritrovo anche nel centro di Villafranca», specifica Boschetto, «e se qualcuno dei ragazzi che partecipano alla serata ha particolari necessità possiamo passare dalla sua zona per andarlo a prendere. Basta saperlo prima».

L’"Eurotour" di Pizzoletta fornirà l’autobus-navetta che avrà a disposizione 50 posti. A seconda delle necessità "Giovane A.g.o.r.a." deciderà se impiegarne più di uno per il futuro. «La nostra associazione è no profit», dice Boschetto, «e i soldi sono utilizzati per pagare trasporto, assicurazioni e discoteca. Stiamo organizzando altri eventi per il futuro che riguarderanno sport, cultura e divertimento». L’associazione ha contattato il comune di Villafranca per avere il patrocinio all’iniziativa. "Giovane A.g.o.r.a." si può contattare al numero 3478192505 o sull’url www.giovaneagora.spaces.live.com.


SALUTEEUROPA.IT

Il sangue è meglio donarlo che versarlo: un etilometro per sensibilizzare i giovani alla donazione del sangue

28/02/2008 - Sarà presentata nel prossimo Meeting Giovani della FIDAS, in svolgimento a Bologna dal 29 febbraio al 2 marzo, la nuova campagna di sensibilizzazione del coordinamento giovanile.

Con lo slogan: “Il sangue è meglio donarlo che versarlo”, la campagna prevede la distribuzione nei loro luoghi di aggregazione (dalle discoteche alle sale giochi, dai muretti dove si incontrano i ragazzi ai campi di calcio), di un etilometro per sensibilizzare i giovani ai corretti stili di vita e alla donazione del sangue. 

“Troppo spesso leggiamo sui quotidiani di gravi incidenti stradali che in tutta Italia distruggono la vita di troppi ragazzi e ragazze – spiega il coordinatore giovani della FIDAS Roberto Bonasera - Noi vogliamo trasmettere un messaggio sul valore della vita e sull’importanza della sua tutela, sensibilizzando i giovani, ma non solo, alla donazione del sangue e alla sicurezza stradale”.

Il progetto nasce dall’idea del Coordinamento Giovani della FIDAS di coinvolgere i propri coetanei su un problema tanto serio quanto attuale, quello della sicurezza sulla strada. Si vuole far riflettere, insomma, sulla necessità di porre in essere comportamenti rispettosi della vita, la propria e quella altrui, spiegando nello stesso tempo che con un semplice gesto, la donazione del sangue, si possono salvare molte vite umane.

Dopo una prima fase di sperimentazione, con la distribuzione dei primi 1000 etilometri, la campagna proseguirà su base locale grazie all’opera di centinaia di giovani volontari aderenti alla FIDAS, oggi presente sul territorio nazionale con 67 associazioni sparse in 15 regioni.

La campagna (che è stata prodotta in proprio dalla federazione e prevede anche la distribuzione di materiale informativo e gadget) contribuisce al tentativo di ridurre del 50% i decessi in stato di ebbrezza entro il 2010, obiettivo fissato dall’Unione Europea nella Carta Europea della Sicurezza Stradale.


ROMAGNA OGGI

’’Notti sicure’’, un corso contro l’abuso di alcol nei locali notturni (*)

CESENA – Un corso per prevenire l’abuso di alcool. Anche i locali delle notti cesenati si adoperano per combattere questo problema, sempre più diffuso tra i giovani. Il programma è curato dall’Ausl di Cesena, come parte del progetto “Notti sicure”. Dati alla mano, ci si rende conto che l’abuso dilaga: secondo i test relativi al 2007, su 687 giovani, coinvolti dagli operatori del progetto, il 26,6% presentava un livello di alcool nel sangue superiore ai limiti di legge.

Per questo i gestori, i pr, i dj, i direttori artistici ed i barman dei locali cesenati hanno deciso di partecipare ai corsi, che si aprono questa sera, dalle 18 alle 20, nella sala conferenze della Banca di Cesena.

Prima lezione: “Effetti dell’uso e abuso di alcool e problematiche correlate”. Tra i locali che aderiscono, il Teatro Verdi, il Vidia Club, il Caffeina, il Caffè Bonci, Zampanò, il Caffè Roma, NerosuBainco e il Lego Caffè. 

(*) Nota: due anni fa, nella stessa zona, era stato proposto, dalla Provincia, una iniziativa chiamata: “Un brindisi contro le stragi”. Aveva come slogan: “Portiamo il vino in discoteche”. Il presupposto teorico era che bevendo vino non si sarebbe poi aggiunto altro. Il clou della iniziativa consisteva nel proporre degli assaggi di vino nel pre-serale delle discoteche. Il corso descritto nell’articolo dimostra che in due anni c’è stato un notevole salto di qualità.


IL TIRRENO

GIOVEDÌ, 28 FEBBRAIO 2008

Cecina

La proposta. Trattamenti nei club per chi viene beccato alla guida in stato di ebbrezza 

Alcol, non basta ritirare la patente 

L’Acat: «Molti di questi automobilisti ricadono nell’infrazione» 

ROSIGNANO. Nell’incontro di ieri con il Coisp ha partecipato anche l’Acat, l’associazione alcolisti in trattamento, che nella nostra area ha sette club. La proposta è quella di vincolare le persone a cui viene ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza alla partecipazione ai corsi dell’associazione.

 Una proposta che si basa sua una considerazione oggettiva: molti degli automobilisti fermati ricadono a distanza di tempo nella stessa infrazione. Vale a dire, bevono come spugne e poi si mettono alla guida. Mettendo a repentaglio la loro vita e quella degli altri. «Crediamo che siamo importante - spiega Maria Cercignani, responsabile dell’Acat locale - intraprendere questo progetto con le forze dell’ordine. Un progetto bocciato dal Sert, ma che noi intendiamo lo stesso portare avanti perché lo reputiamo un valido strumento per combattere questo fenomeno».

 Valido per un motivo principale. «Abbiamo riscontrato che tante persone a cui viene ritirata la patente per alcol dopo poco tempo sono nuovamente alle prese con lo stesso problema. Dunque, non basta togliere a queste persone la possibilità di guidare. Perché non riescono a prendere seriamente coscienza del fenomeno e delle conseguenze che può portare a loro stessi e agli altri, Insomma, serve un processo che li porti a riflettere, a guardarsi dentro». E così ecco l’idea di legare strettamente il codice della strada all’impegno dell’Atac. «La nostra proposta - continua Cercignani - è semplice: una persona a cui viene tolto il libretto di circolazione per abuso di alcol deve essere inserito in uno dei nostri club e frequentare i corsi. Soltanto in questo si potrà davvero affrontare il problema e magari trovare una soluzione efficace, una soluzione in grado di dare una risposta concreta al disagio che si porta dentro quella persona». (*)

 E nella bassa Val di Cecina, zona dove opera l’Acat cecinese, l’alcolismo è un problema serio. «Ma sottovalutato. Ogni anno entrano nei nostri club una quarantina di famiglie. I nostri corsi, infatti, non mirano alla cura del singolo paziente, ma c’è un coinvolgimento totale dei suoi cari. In media ci sono 5-6 famiglia per club ogni anno».

 L’Acat ha sette club: tre sono dislocati a Cecina, due a Rosignano e uno a Donoratico e Montescudaio. «La nostra preoccupazione - dice la responsabile - è rivolta soprattutto ai giovani. Sono sempre di più quelli che cadono in questo tunnel. O che, peggio ancora, non si accorgono di avere un rapporto con il bicchiere che rappresenta un problema. Che si ripercuote anche sulle strade. E allora ecco che diventa importante educare questi ragazzi, dargli una soluzione che gli faccia prendere coscienza dei rischi e dei pericoli che derivano dall’alcol. E polizia e carabinieri, in questo senso, possono contribuire a sollecitare questo nostro percorso».

Ma.Mo. 

(*) Nota: la sospensione della patente è sempre di più il fattore critico che mette in moto interventi per smettere di bere. Però mi sembra una forzatura partecipare coattivamente alle riunioni di un gruppo che si basa su solidarietà, amicizia e amore. Sono invece estremamente favorevole all’idea di frequentare obbligatoriamente un corso educativo tenuto da persone competenti.


LA STAMPA

Torino

Alcol ai quattordicenni in quella discoteca, perché nessuno interviene?

Un lettore scrive:

«Sabato 16 febbraio presso la discoteca La Gare di via Sacchi 63, i nostri figli (tutti quattordicenni) hanno partecipato ad una festa di compleanno di alcuni compagni di classe. Siccome la festa si doveva svolgere in una sala separata dal resto della discoteca e nella fascia oraria che va dalle 21,30 alle 24, ingenuamente, abbiamo ritenuto che i ragazzi fossero in una situazione sufficientemente “sicura”. Invece, oltre ai tanti disguidi e problemi (ingresso posticipato di quasi un’ora per le ragazze e quasi due ore per i ragazzi con l’effetto che gli stessi sono rimasti per il tempo relativo in mezzo alla strada al freddo), non è stato neanche effettuato alcun controllo sulla somministrazione di bevande alcoliche che, come noto, è vietata (e penalmente sanzionata) se effettuata ai minori di 16 anni (Artt. 689 e 690 del codice penale).

«Il risultato è che alcuni ragazzi si sono ubriacati e sono stati male. Fortunatamente per questa volta (a differenza di altre) non c’è stato nessun caso di coma etilico.

«Ci chiediamo: perché non vengono esercitati e/o comunque intensificati gli opportuni controlli sulla somministrazione delle bevande alcoliche ai ragazzi che hanno meno di sedici anni, con l’applicazione delle misure conseguenti, così da indurre un maggior rispetto della normativa da parte dei gestori delle discoteche (e dei locali pubblici in genere)?». (*)

SEGUE LA FIRMA

(*) Nota: se questo genitore avesse la l’opportunità di leggerci, gli suggeriremmo di fare lui stesso una denuncia.


WWW.VITTIMESTRADA.ORG

Circolo vizioso - da Biby

Ho appena ricevuto una telefonata da mio marito VOLONTARIO nel soccorso in ambulanza. Hanno portato in condizioni molto gravi una ragazzina di 15 anni in coma etilico dopo una serata in un pub..sconvolto mi ha detto "abbiamo un bambino anche noi..e questo problema del bere mi rendo conto che deve essere fermato specialmente a questa età!!". Dobbiamo fare qualcosa per fermare questo circolo vizioso..sono ancora dei bambini!!! BASTA BASTA BASTA


BRESCIA OGGI

Giovedì 28 Febbraio 2008

Ex alcolisti Testimonianze preziose

Gentile direttore, mi chiamo Franco e sono un’alcolista, le scrivo per ringraziare pubblicamente e di gran cuore coloro che hanno contribuito all’organizzazione ed all’ottima riuscita della serata tenutasi lunedì 11 febbraio all’oratorio Jolli di Orzinuovi. Il tema molto attuale ma tra i più ostici da trattare, credo tutti sappiano delle difficoltà che si trovano a parlare di alcol e di chi ne fa uso. Il primo ringraziamento a quelle cento e più persone che hanno pensato valesse la pena di perdere una sera ascoltando chi questo problema l’ha vissuto in prima persona e sulla propria pelle sia come alcolista attivo sia come familiare. Il secondo va don Luciano, il curato che ha dimostrato con i fatti di credere a quest’iniziativa non solo perché si teneva all’oratorio da lui diretto, ma anche perché ha ritenuto di far partecipare il gruppo degli adolescenti. Il terzo al dottor Daniel Bulla e alla dottoressa Ilenia Sussarello, psicologi che impegnati in una serie di conferenze hanno voluto un incontro su questo problema, stando da parte ed in ascolto pur essendo loro per professionalità e passione deputati a parlare di questo oltre che di altri temi del ciclo. Grazie dunque di cuore a tutti e speriamo che questo stimoli anche altri a fare questo passo, difficile ma non impossibile. Consapevoli che le testimonianze dirette sono molto importanti se si vogliono capire i risvolti dei vari problemi che attanagliano la nostra società, ci rendiamo disponibili a portare le nostre esperienze personali di bevute ma, ancor più importanti, le nostre esperienze di recupero ad una vita serena e senza alcol in qualunque luogo riteniate opportuno un nostro intervento. Non siamo degli eroi perché abbiamo smesso di bere, ma nemmeno dei depravati consapevoli quando bevevamo, siamo soltanto degli ammalati di alcolismo che grazie ad Alcolisti Anonimi e al Programma dei 12 Passi siamo riusciti a trovare una via d’uscita. Per qualunque informazione telefonare al referente provinciale di Alcolisti Anonimi al numero 3347344880.

Franco CONCESIO


TELERADIOERRE

Alcool e botte: il dramma di una famiglia

FOGGIA

Alcool e maltrattamenti, un binomio che può creare segni indelebili nella mente di chi li subisce. Solchi incolmabili, soprattutto se a patirli sono tre ragazzi tutti minori di sedici anni, ed una donna, madre e moglie; soprattutto se poi a perpetrarli è un uomo, un padre bruto. L’ennesima triste storia, che non avremmo mai voluto raccontare, arriva da un quartiere degradato della città; arriva da una casa dove si vive tra stenti e affanni. Maltrattamenti in famiglia e abusi sessuali, queste le accuse che hanno portato in carcere un uomo di 45 anni con seri problemi di alcolismo. Alzava spesso il gomito, quasi quotidianamente, e poi, ubriaco picchiava i figli e la moglie. Al più grande dei tre, un liceale di 14 anni, avrebbe anche avanzato una richiesta sessuale, una pretesa però non appagata dal ragazzo. Gli episodi si perpetravano, ormai, da anni e sono stati tali e tanti da spingere l’intera famigli ad armarsi di coraggio e denunciare l’accaduto alle forze di polizia. Prima di compiere quest’ultimo passo, dettato dalla disperazione, la mamma e i suoi tre figli, raccontano gli agenti della mobile di Foggia, avevano più volte tentato di spingere il "padre-bruto" a sottoporsi ad una cura disintossicante, ma sempre con scarsissimi risultati. Si rifiutava categoricamente, perchè ormai incancrenito nella sua solitudine di alcolista. La donna ha dichiarato alle forze di polizia e al PM inquirente Vincenzo Maria Bafundi che subiva violenze fisiche e maltrattamenti già dai tempi del fidanzamento. Due anni fa, poi, un altro episodio eclatante quando il 45enne venne arrestato dai carabinieri per i medesimi reati. All’epoca, dopo un ennesimo litigio, l’uomo tentò di strangolare la moglie utilizzando il filo dell’asciugacapelli.

Tatiana Bellizzi


LA NAZIONE

GIOVEDI 28 FEBBRAIO

FIRENZE - SANTA MARIA NUOVA

<>Picchia i medici che lo stavano curando
Denunciato un messicano ubriaco

UN MESSICANO di 22 anni, in evidente stato di ebbrezza, accompagnato da un’ambulanza all’ospedale di Santa Maria Nuova per essere sottoposto ad accertamenti, al momento di essere visitato, si è scagliato contro un medico e due infermiere. Il giovane li avrebbe aggrediti senza alcun motivo, colpendoli al corpo a suon di calci e pugni. Un’infermiera di 45 anni ha riportato lesioni al ginocchio sinistro, mentre una di 41 anni si è fatta medicare alcune ecchimosi al braccio. Il messicano è stato bloccato e poi denunciato alla polizia.


IL GAZZETTINO (Venezia)

L’altra notte hanno devastato un bar e ferito il gestore. Dovranno anche rimborsare 2500 euro per i danni provocati 

Patteggiano otto mesi i cinque marinai russi

Chioggia

Direttissima ieri mattina per i cinque marinai russi componenti dell’equipaggio di un mercantile arrivato a Chioggia per operazioni di carico-scarico. I cinque, accompagnati alla sezione staccata del Tribunale di Venezia in stato d’arresto hanno chiesto di patteggiare la pena per l’episodio verificatosi nella notte tra domenica e lunedì scorso all’interno del bar Perla di borgo San Giovanni. Otto mesi di reclusione con i benefici di legge e 2500 euro di multa per i danni. Il gestore del bar Perla ha lamentato infatti la distruzione delle due vetrate dell’esercizio oltre ad altri danneggiamenti all’interno.

Entrati nel bar domenica scorsa quando mancava poco alla mezzanotte i giovani russi che a detta dei presenti apparivano alterati per l’uso di alcol hanno trovato a ridire con alcuni clienti locali sfidandone uno a braccio di ferro con la possibilità di farsi male sul serio visto che il perdente sarebbe caduto col braccio su un bicchiere ed avrebbe potuto ferirsi. Dopo il tafferuglio i russi sono usciti dal bar e sono stati fermati poco dopo dai carabinieri alla rotonda che porta al porto commerciale di Val da Rio. Al termine dell’udienza i cinque marinai sono stati riportati al carcere di Venezia per perfezionare le operazioni di scarceramento e poter quindi far ritorno alla nave.


CORRIERE DI COMO

Aggredisce gli agenti dopo il controllo Giovane di Varese patteggia tre mesi 

SULLA VARESINA

È finito nei guai per avere aggredito gli agenti della stradale dopo un controllo sulla Varesina a Montano Lucino. È successo la notte scorsa attorno alle 2. Protagonista un 30enne di Varese, arrestato per resistenza, minacce e violenza a pubblico ufficiale. Il tutto dopo che i poliziotti, che lo hanno fermato per un normale controllo, lo hanno trovato con un elevato tasso alcolico. Il giovane si è così scagliato contro gli agenti. E ieri è comparso davanti al giudice di Como, Vittorio Anghileri: ha patteggiato una pena di tre mesi e poi è stato rimesso in libertà.


VARESENEWS

Varese - Accadde in pronto soccorso. Il tribunale esclude il nesso causale

Il paziente morì dopo la dimissione, medico assolto

E’ stata assolta in tribunale la dottoressa del pronto soccorso che era finita alla sbarra per omicidio colposo, un episodio accaduto nel 2002 all’ospedale di circolo: un paziente era arrivato con una botta in testa in ospedale, era stato medicato e dimesso ma era morto la mattina seguente. Il giudice Alessandra Clemente ha assolto la donna e ha in pratica confermato la richiesta fatta in aula, questa mattina, dal pm Sara Arduini, che aveva optato per l’assoluzione poiché manca la prova che il fatto sussista. Soddisfatti gli avvocati della dottoressa, (Puerari e Martelli) che avevano chiesto una assoluzione piena e anche il primario del pronto soccorso, Francesco Perlasca, che ha assistito a tutte le udienze del dibattimento.

Un po’ meno i familiari della vittima, Sandrino Zanet, (difesi da Luca e Giuseppe Carignola) che avevano chiesto una condanna. Nella sua requisitoria, il pubblico ministero ha battuto in particolare su un punto: la dottoressa, ha sostenuto, fece un errore, perché pur avendo riscontrato un ematoma sottodurale (una botta alla nuca) non seguì le linee guida sancite in questi casi per le dimissioni. In pratica non disse al fratello della vittima che il paziente andava tenuto sotto osservazione: bisognava svegliarlo ogni due ore. Per evitare che, in caso di complicazioni, scivolasse dal sonno al coma senza accorgersene. Cosa che putroppo accadde. La difesa ha però controbattuto che quella indicazione fu effettivamente data dal medico e citando la dichiarazione un testimone a suo favore.

Resta il fatto, ha spiegato il pm, che non è pienamente dimostrabile che Zanet si sarebbe salvato se la dottoressa avesse detto al fratello di svegliarlo ogni due ore. Perchè non è stato possiible fare alcuna verifica sugli effetti del trauma, quali ad esempio la velocità dell’emorragia o i difetti di coagulazione del sangue intervenuti. Manca cioè un nesso causale tra «l’errore della dottoressa» e il decesso.

L’episodio accadde nell’estate del 2002, Zanet bevette qualche bicchiere di troppo e litigò nella piazza del paese, a Caronno Varesino, con un uomo che lo prese a pugni (già condannato a 4 anni e 6 mesi per omicidio preterintenzionale). Cadendo si procurerò l’ematoma, venne portato in ospedale dai familiari in serata, medicato con alcuni punti di sutura e poi mandato a casa con l’indicazione di applicare del ghiaccio e osservare un assoluto riposo. Morì la mattina successiva alle 12 e 30. Durante il processo la procura rilevò anche che essendo un alcolista l’uomo avrebbe dovuto essere trattato diversamente, ma durante la requisitoria il pm ha sorvolato venendo direttamente all’episodio centrale delle dimissioni senza l’indicazione di svegliare il malato ogni due ore.


L’ADIGE

La causa L’uomo voleva parlare prima con il suo legale: considerato un rifiuto. Sanzione da 2.500 euro

Quattro minuti per l’alcoltest

28/02/2008 - Tutto in duecentoquaranta secondi. Non è il titolo di un film d’azione, ma il tempo trascorso tra l’invito dei carabinieri a soffiare nel palloncino e la maxi sanzione amministrativa che si è visto comminare un automobilista. Per l’esattezza 2.500 euro di multa per essersi rifiutato di sottoporsi all’alcoltest, fermo amministrativo del veicolo e patente sospesa. Un salasso che il conducente ritiene immeritato: «Ero pronto a fare l’alcoltest, stavo solo cercando di parlare con il mio avvocato per capire cosa fare». L’uomo, che si è rivolto all’avvocato Lorenzo Eccher, ha deciso di impugnare la sanzione davanti al giudice di pace di Pergine. Ma veniamo ai fatti. Sul verbale si legge che la pattuglia dei carabinieri lo ha fermato alle 21.14 per un normale controllo. All’invito dei militari di sottoporsi all’etilometro, però, ha chiesto di poter telefonare prima al suo avvocato. Evidentemente il conducente aveva qualche timore in ordine all’esito di quel «soffio» e voleva capire quali fossero i rischi in caso di esito positivo. L’uomo telefona al suo legale, ma trova il cellulare spento. A quel punto contatta un amico, al quale chiede di fornirgli il recapito di casa dell’avvocato. In questo modo riesce a conferire con il legale, il quale gli spiega le novità introdotte dall’ultimo decreto legge, che ha inasprito le pene per chi viene pizzicato a guidare ubriaco, ma depenalizza il rifiuto, introducendo pesanti sanzioni amministrative. Non è ancora chiaro se, laddove vi sia la sintomatologia classica della guida in stato di ebbrezza (conducente con alito vinoso, pupille dilatate), ma poi il guidatore rifiuti l’alcoltest, si possa essere perseguiti penalmente. E così qualcuno avrebbe già trovato una scappatoia: sottoporsi al primo alcoltest, ma non al secondo. In questo modo non si incorrerebbe nella sanzione per il rifiuto e non si renderebbe valida la misurazione perché la legge prevede due test consecutivi. Almeno in attesa che la Cassazione colmi questa «falla», confermando probabilmente che, pure in assenza del secondo test, bastano i dati sintomatici. Compreso il quadro, il conducente avrebbe deciso: «Voglio soffiare». «Troppo tardi», la risposta. «Sul verbale - spiega Eccher - c’è scritto che alle 21.14 lo hanno fermato e gli hanno chiesto di fare l’alcoltest, alle 21.16 risulta la seconda richiesta e alle 21.18 la terza. Dopo 4 minuti, mentre lui cercava di parlarmi, gli è stato contestato il rifiuto di sottoporsi all’alcoltest ed erogata una contravvenzione di 2500 euro, fermo amministrativo per un mese e sei mesi di sospensione della patente». Quando si dice che il tempo è denaro...

F. P.


GIORNALE DI VICENZA

A TREVISO

Bassanese accusò due giovani

Disse di essere stata violentata Caso archiviato

Martina Berno

Si è chiusa martedì, dopo quasi due anni di strascichi giudiziari, la serata vissuta dalla studentessa bassanese che aveva denunciato per violenza di gruppo l’allora fidanzato Ugo Stradiotto, 28 anni di Vedelago e l’amico di lui, G. C., 29 anni di Castello di Godego. I due ragazzi erano stati iscritti nel registro degli indagati e la Procura di Treviso aveva avviato un’inchiesta nei loro confronti per violenza di gruppo ai danni della studentessa. Il caso però è stato archiviato dalla Procura trevigiana.

I fatti risalgono al maggio 2006 quando la giovane e Stradiotto si erano dati appuntamento per trascorrere assieme la serata. Dopo essere stati in un bar di Cassola si erano spostati al Lord Pub di Castelfranco dove si era unito a loro un amico di Stradiotto. Una serata fatta di chiacchiere e forse di qualche birra in più tanto che ad un certo punto la giovane si era sentita male e i ragazzi avevano pensato di trasferirsi nell’abitazione dei tre più vicina, quella di Stradiotto, perchè potesse riprendersi.

È questo il luogo dove, come raccontò la ragazza alcuni giorni ai carabinieri di Castelfranco, sarebbe stata vittima della violenza da parte dei due giovani. Un rapporto che nella denuncia la ragazza disse di aver tentato per quanto poteva, visto l’alcol in corpo, di evitare. I ragazzi, seguiti dai legali Luca Dorella e Francesco Murgia, avevano smentito fin dal primo istante di aver violentato la giovane. Stradiotto, pur ammettendo di aver avuto un rapporto sessuale con la ragazza, aveva sempre dichiarato come lei fosse stata consenziente.

G. C., invece, aveva sempre negato di aver preso parte al rapporto. La Procura ha deciso di archiviare il caso, scagionando di fatto i due ragazzi. Dalla loro parte il fatto che l’indagine ginecologica sulla ragazza non ha messo in evidenza alcun segno di violenza, nè lesioni, nè ematomi.

Inoltre le dichiarazioni della giovane non hanno trovato alcun riscontro nella realtà e il fatto che lei avesse dichiarato di aver avuto un legame con Stradiotto in quel periodo, giustifica la situazione di intimità che si era venuta a creare.


WINENEWS

 “DRINK QUALITY NOT QUANTITY” E L’INCONFONDIBILE “BLU MEREGALLI”: CHI BEVE BENE E CON GUSTO SI VEDE DAL POLSO. IL GRUPPO MEREGALLI DISTRIBUIRÀ BRACCIALETTI A CLIENTI E ENOAPPASSIONATI A FAVORE DELLA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE PER EDUCARE AL CONSUMO

Tra la passione per il “buon bere” e l’abuso di bevande alcoliche c’è una differenza che non può essere sottovalutata. Le numerose campagne di sensibilizzazione al corretto consumo di alcol e le limitazioni alla somministrazione di vino, cocktail e distillati dopo una certa ora della sera in seguito agli ultimi decreti emanati, rischiano di danneggiare un intero settore, quasi che il vero problema sia il bere a priori. “La verità è che bisogna educare ad un consumo di qualità e non di quantità”: lo afferma uno dei più importanti distributori di vino in Italia, Giuseppe Meregalli, a capo del gruppo Meregalli (www.meregalli.com), protagonista nel mondo del vino dal 1856, che per supportare la campagna di sensibilizzazione sull’istruzione al bere bene distribuirà a clienti ed eno-appassionati braccialetti “drink quality not quantity” dall’inconfondibile “blu meregalli”. (*)

“Un vero e proprio segno distintivo che sarà al polso solo di chi è in grado di bere con la testa e con gusto - sottolinea Giuseppe Meregalli - un segno di riconoscimento per chi sa cogliere cultura e passione in un buon bicchiere, che è la cosa per noi più importante”. 

(*) Nota: sul sito www.meregalli.com, c’è un breve questionario per un sondaggio su alcolici e sicurezza, con la possibilità di fare commenti. Invito i lettori della rassegna ad esprimere il loro parere. Se un distributore di alcolici lancia proposte ed idee in tema di sicurezza, a maggior ragione, è utile che lo faccia chi ha sicuramente più titoli e competenza.


QUOTIDIANO.NET

Guidava ubriaca, cinque giorni in cella per l’ex di Nicholson

Rebecca Broussard, l’ex di Jack Nicholson e madre di due suoi figli, è stata condannata a 5 giorni di carcere più 3 giorni di libertà vigilata per guida in stato di ebbrezza. La Broussard era stata fermata lo scorso agosto a Los Angeles

Los Angeles - L’attrice americana Rebecca Broussard, ex di Jack Nicholson e madre di due suoi figli, Lorraine e Raymond, è stata condannata a 5 giorni di carcere più 3 giorni di libertà vigilata per guida in stato di ebbrezza. La Broussard era stata fermata lo scorso agosto quando era rimasta coinvolta in un incidente d’auto all’aeroporto internazionale di Los Angeles.

La sentenza emessa da un giudice donna del Tribunale superiore di Los Angeles condanna l’attrice 45enne anche allo svolgimento di lavori socialmente utili: per 30 giorni la Broussard si armerà di ramazza per pulire una strada, oltre a fare dei turni nell’obitorio di un ospedale e seguire lezioni per apprendere l’assunzione responsabile degli alcolici.


TGCOM

Richards senza memoria per la droga

Cantante dice: "Ho vuoti incolmabili"

Dopo una vita passata a prendere sostanze di ogni tipo, Keith ha lasciato perdere le droghe e si considera un miracolato. Non senza qualche strascico, però. "Ho dei vuoti incredibili" confessa in un’intervista, ammettendo di non riuscire a ricordare interi decenni della sua vita. "State alla larga dai narcotici. Oggi, a 64 anni suonati, ringrazio ogni mattina Dio per avermi concesso di sopravvivere a droghe e alcol".

Aggiustando le sue vecchie dichiarazioni (in cui ammetteva di avere smesso di drogarsi, anche perché "la qualità delle droghe di oggi è pessima... Tutto quel che fanno è togliere il momento di massima forza da tutto), Richards giura di avere capito che le droghe, quasiasi tipo di droghe, hanno il potere di annullare i momenti belli come quelli brutti. Insomma, possono cancellare dalla memoria pingui fette di passato, proprio come è successo a lui, che ha "vuoti" di anni interi.

Per questo il chitarrista dei Rolling Stones, dall’alto della sua esperienza, si rivolge ai giovani musicisti ammonendoli: "State alla larga dai narcotici". Con un occhio di riguardo alla bad girl per eccellenza, Amy Winehouse, nota alle cronache sia per il suo talento che per la sua tendenza all’autodistruzione, Keith Richards le consiglia paternamente di "lasciar perdere". "Conosco il fascino del borderline e degli eccessi tipici della carriera musicale - dice al magazine britannico Uncut, - ma oggi, a 64 anni suonati, ringrazio ogni mattina Dio per avermi concesso di sopravvivere alle droghe e all’alcol".

Nonostante le sue "amnesie", si ricorderà Richards che il prossimo 1 aprile esce "Shine a light", la raccolta che ospita le musiche del documentario che Martin Scorsese ha dedicato a Jagger e soci?


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Venerdì, 29 Febbraio 2008
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