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Rassegna stampa 19/06/2004

Rassegna stampa del 18 Giugno 2004

Rassegna stampa del 18 Giugno 2004



Da “Il Secolo XIX” del 18 giugno 2004

Loano, senza casco aggredisce i vigili

S. An.


 

Loano. Non contento di aver violato le norme del codice stradale che indicano a chi guida un motociclo e al passeggero (che può essere solo uno) di utilizzare il casco, D. C., cittadino italiano, non solo non si è fermato all’alt dell’agente di polizia municipale, ma lo ha anche malmenato. Ora è in carcere a Savona, dopo essere stato arrestato dalla Polizia municipale e vi resterà fino a quando non sarà processato.

Il fatto è successo nei giorni scorsi a Loano, in corso Roma, dove l’uomo è stato sorpreso dagli agenti del comando di Loano alla guida di un motociclo, senza casco e con in sella altri due ragazzi, anch’essi senza casco.

E trovandosi già in una situazione alquanto pericolosa, e naturalmente in pieno torto, il centauro ha ignorato il segnale di alt, intimato dall’agente della polizia municipale e ha tentato di investirlo ma è caduto a terra in seguito alla manovra azzardata. A questo punto, una volta rialzatosi, si è scagliato contro gli agenti aggredendoli.

Immediatamente arrestato, l’uomo è stato condotto nel carcere di Savona. «L’arresto è stato convalidato - ha detto l’assessore alla polizia municipale Luca Lettieri - e ora l’uomo, che fra l’altro è un nostro abituale cliente, dovrà attendere che nei prossimi giorni si svolga il processo».

 


Da “ASCA” del 18 giugno 2004

PATENTINO: UNASCA, NESSUNA PROROGA, SICUREZZA E’ PRIORITARIA


 

Roma. ’’Nessuna proroga del termine del 1° luglio 2004 per l’ottenimento del cosiddetto patentino per il ciclomotore’’. E’ stata questa la richiesta fatta dal presidente e dai segretari nazionali Unasca (Unione Nazionali Autoscuole e Studi di consulenza automobilistica) al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nell’incontro avvenuto ieri sera, nel quale hanno condiviso pienamente la posizione di Lunardi sull’argomento, facendo presente che qualsiasi provvedimento di rinvio o di clemenza andrebbe a discapito della sicurezza stradale, che rimane l’obiettivo prioritario di questa disposizione.

 

 


Da “Il Messaggero”   del 18 giugno 2004

Dal prossimo 1 luglio

Motorino proibito per quasi quattromila Sono ancora senza il “patentino”

di EMY INDINI


 

PESARO. Niente proroga per i patentini e a Pesaro in quasi 3.000 lasceranno il motorino parcheggiato in garage o sotto casa. Il Ministero dei Trasporti, infatti, non ha avuto dubbi e ha confermato che dal primo luglio il patentino sarà obbligatorio per tutti i minorenni che vogliono guidare lo scooter. Tra due settimane, dunque, dovrebbero ripartire i controlli e scattare le contravvenzioni (516 euro di multa e il sequestro del mezzo), a meno di qualche possibile sorpresa, magari di un piccolo slittamento di qualche mese. I dati forniti dalla Motorizzazione di Pesaro non sono molto incoraggianti e, in linea di massima, rispecchiano la situazione di tutto il Paese, dove in migliaia sono rimasti senza patentino. Nonostante i corsi di preparazione all’esame siano stati svolti in tutti gli istituti della città ad opera dei vigili urbani, solo poco più della metà dei ragazzi ha potuto dare l’esame. Il personale della Motorizzazione, infatti, non riuscirà entro il primo luglio a sostenere le prove in tutte le scuole. E non per cattiva volontà (la Motorizzazione di Pesaro, infatti, conferma l’impegno a completare gli esami) ma perché le scuole sono partite con i corsi un po’ in ritardo e le date delle prove si sono concentrate tutte a ridosso e anche oltre la data di scadenza prevista dalla legge. Così, in tutte le scuole della provincia sono circa 6.500 i ragazzi che hanno partecipato alle lezioni di educazione stradale nelle scuole ma, di questi, solo 3.800 sono stati esaminati. In pratica resteranno a piedi in 2.700. Non solo. A restare a piedi saranno anche i 1.140 che sono stati bocciati e che dovranno, quindi, rifare domanda alla Motorizzazione per sostenere un’altra prova. Il corso ha, comunque, la validità di un anno. Un primato negativo spetta sicuramente all’alberghiero Santa Marta e al geometra Genga dove non ha superato l’esame per il patentino il 50 per cento dei partecipanti. Favorevole allo slittamento di qualche mese (proposto, tra l’altro, anche dalla Federazione motociclistica italiana), il presidente del Moto Club Lazzarini di Pesaro, Alfredo Bassani, esperto insegnante di educazione stradale da oltre 30 anni. «La proroga può servire - ha detto Bassani - ma il problema è stata la gestione della legge che, secondo me, doveva puntare molto di più sulla formazione e preparazione dei ragazzi. Invece, così, non solo sono stati gestiti male i tempi ma l’obiettivo primario è stato quello punitivo. E a rimetterci sono solo i ragazzi».

 

 


Da “Il Gazzettino” del 18 giugno 2004

Patente falsa, africano clandestino finisce in manette


 

Vittorio Veneto.  Nel corso di un controllo stradale sulla Pontebbana, la Polstrada vittoriese ha tratto in arresto la scorsa notte D.A. Saibum, 25 anni, camerunense, risultato poi clandestino. Alla richiesta di documenti da parte dei poliziotti Saibum aveva esibito una patente intestata ad un connazionale. Effettuati gli opportuni accertamenti è emerso che il giovane era in possesso di un decreto di espulsione già emesso da tempo. Oggi si terrà il processo per direttissima in base alla normativa della legge Bossi-Fini.

 


Da “Il Giornale di Brescia” del 18 giugno 2004

Poche regole per una convivenza stradale senza nervosismi e maleducazione
Il galateo dell’automobilista: inizia dentro all’auto e termina con il rispetto degli altri

a. g.


 

Pochi lo conoscono, ancor meno lo rispettano. Eppure esiste un vero e proprio «galateo dellautomobilista», un manuale virtuale (in quanto non scritto) di buon comportamento, capace di rendere più gradevoli e meno stressanti i viaggi. Esempi da seguire e promossi anche da alcune associazioni ufficialmente riconosciute. Per esempio quella dei fumatori, che in collaborazione con la Società Autostrade (forte dei suoi 1500 caselli), ha addirittura organizzato, qualche anno fa, una campagna di educazione civica, con laffissione dei seguenti manifesti: «Voglia di una sigaretta? Fermati, te la godi di più». Ovvia la considerazione che lideale (per la salute) sarebbe non fumare proprio, ma qui vogliamo sottolineare un altro aspetto troppo spesso dimenticato sulle nostre strade: la scarsa applicazione proprio di quel galateo basilare che dovrebbe regolare la vita degli automobilisti. Chiamiamoli «codici morali», il cui rispetto contribuirebbe a migliorare la convivenza tra gli utenti della strada. Vediamo le regole principali. Non fumare al volante, specie se in macchina ci sono altre persone cui può dare molto fastidio, e a maggior ragione se si trasportano bambini, garantisce più benefici contemporanei. Intanto riduce il rischio dincidenti, perché laccensione della sigaretta rappresenta statisticamente uno dei momenti di maggior distrazione del conducente, come la ricerca affannosa del posacenere, spesso scomodamente posizionato e non sempre illuminato; inoltre il maneggio continuo della sigaretta (per non parlare del fumo che può improvvisamente finire negli occhi determinando attimi di black-out) impegna di fatto una mano, distogliendola dalla guida. Attenzione a pipa e sigari: oltre a tutti i problemi già citati, diventano armi micidiali in caso di urto con lapertura dellairbag. Il sigaro può essere ingoiato, in seguito al contatto violento col palloncino, la pipa provoca danni gravi per la sua natura rigida e voluminosa. Evitiamo, poi, di svuotare il posacenere nei posti più assurdi, accanto a un marciapiede o anche semplicemente sullasfalto di unarea di servizio. Ci vuole davvero poco per effettuare loperazione utilizzando un bidone della spazzatura. Civiltà è ricordarsi di queste piccole premure che dovrebbero appartenere al Dna di ciascuno di noi. Il galateo dellautomobilista, che sovente vive in stretta simbiosi con le più elementari norme di guida sicura, prevede altre attenzioni, a prescindere dal capitolo fumo. Non dimentichiamo che linquinamento può essere anche acustico, quindi niente autoradio e Cd assordanti, a tutto volume (i suoni forti, per giunta, non consentono di sentire né dindividuare le sirene dei mezzi demergenza). E niente profumi eccessivi nellabitacolo: ciò che a noi può sembrare un piacevole aroma per scacciare cattivi odori, ad altri può causare fastidio e nausee, fino a rendere insopportabile il viaggio. Inquinamento acustico, misto a pericolo reale, è anche costringere gli altri passeggeri ad ascoltare le nostre conversazioni al telefonino amplificate dal vivavoce perché il cellulare in auto è punito con abbassamento dei punti sulla patente; non basta insomma il vivavoce - ammesso dal Codice - per scaricarsi la coscienza. Il galateo del buon automobilista sconsiglia anche di mangiare e bere mentre si guida (meglio una breve sosta), vieta mani e braccia penzolanti fuori dal finestrino (prima di tutto perché entrambe le mani devono impugnare il volante, poi perché gli arti vaganti subirebbero duri traumi in caso di incidente), vieta naturalmente urla bestiali e gesti volgari, corna comprese, allindirizzo del prossimo. Detto questo, ci pare che passare col rosso, mettendo a repentaglio la vita degli altri, resti la più grave delle volgarità. Poche, e semplici, regole ma che aiutano ad una convivenza più facile, più tranquilla e più serena.

 

 


Da “Il Giornale di Brescia” del 18 giugno 2004

Smantellata una banda che «riciclava» auto rubate in Italia per poi rivenderle in Germania
Traffico di auto: gang albanese, cervelli italiani


 

NAPOLI. Fino ad ora ne hanno scoperte 250, per un valore di quattro milioni di euro. Ma sarebbero almeno 500 le vetture di lusso rubate in tutta Italia, anche durante furti compiuti da bande di slavi nelle ville del Nord, nell’ambito di un traffico internazionale scoperto dalla procura di Potenza. Le auto venivano «clonate» e rivendute sui mercati europei ma anche in Nord Africa. Vetture di lusso come Audi, Porsche, Mercedes, ma anche Smart e Mini Cooper (queste ultime le più gettonate) che venivano rubate da una banda di albanesi e slavi, diretta da una organizzazione che aveva a Napoli il vertice operativo. Le vetture di lusso venivano comprate agli albanesi - che le trafugavano anche durante i furti compiuti nelle ville soprattutto nel Nord Italia - per cifre irrisorie: per una Audi A 6, ad esempio, il corrispettivo dato alla banda era mediamente di 1.000 euro (la vettura veniva rivenduta anche a 50mila euro), mentre per una Smart il ricavo dei ladri era di appena 500 euro. Le tecniche e il «modus operandi» dell’organizzazione sono stati illustrati dal comandante del Compartimento della Polstrada di Potenza, con alcuni funzionari della polizia tedesca che hanno collaborato nell’operazione diretta dalla procura di Potenza. A Lipsia e a Dresda, infatti, c’era uno dei punti di raccolta delle auto rubate provenienti da numerose città italiane. Dalla Germania, infatti, partivano in aereo i « corrieri», per lo più albanesi, diretti in Italia. Dopo aver commesso i furti, e aver «ripulito» le auto con nuovi dati di immatricolazione, grazie alla clonazione di libretti di circolazione, le vetture venivano portate in Germania dagli stessi slavi. «I componenti della banda degli albanesi - ha spiegato il comandante Salomone - si mettevano loro stessi alla guida delle vetture e preferivano effettuare gli spostamenti durante i periodi di esodo festivo, o di maggior traffico». Molte vetture, secondo le indagini, erano state rubate a società di autonoleggio grazie al sistema delle carte di credito clonate. Al momento sono state eseguite in Italia 25 delle 41 ordinanze emesse dal gip Gerardina Romaniello. In manette sono finiti per lo più napoletani e campani ossia il vertice operativo dei trafficanti. Altre 15 persone sono state arrestate dalla polizia tedesca.

 

 


Da “Il Giornale di Brescia” del 18 giugno 2004

Inseguimento nella notte tra Rovato e Bergamo
Folle fuga sulla A4 con la Ferrari rubata

Marco Bonari


 

ROVATO. Folle fuga in autostrada, schiacciando sul piede dell’acceleratore di una potente Ferrari Modena 360. Quasi trenta chilometri d’inseguimento, tra Rovato e Bergamo, prima di riuscire a chiudere il cerchio attorno al conducente, o meglio al ladro che mezz’ora prima si era impossessato dell’auto sportiva: in manette è finito un quarantenne milanese. Sono le 22 quando da Verona giunge la notizia del furto di una Ferrari posteggiata in un garage pubblico. Forte il sospetto che abbia imboccato l’autostrada per lasciarsi alle spalle il prima possibile il Veronese. Il sospetto si è presto rivelato fondato: alle 23 infatti una pattuglia della Polizia stradale di Seriate intercetta la Ferrari nei pressi di Rovato mentre corre lungo la corsia per Milano. Scatta il folle inseguimento, sul filo dei 180 chilometri orari... il fuggiasco si lascia alle spalle i caselli di Palazzolo, Ponte Oglio, Grumello e Seriate finché si trova la A4 sbarrata da un’altra pattuglia. Ormai braccato e costretto a rallentare tenta il tutto per tutto. Ma il cerchio è ormai chiuso e il ladro abbandona la Ferrari nel bel mezzo dell’autostrada e cerca di dileguarsi a piedi, approfittando dell’oscurità. Non senza qualche difficoltà gli agenti lo bloccano e lo arrestano. È sostanzialmente accusato di aver rubato poco prima quella potente auto a Verona: non a caso, all’interno dell’abitacolo vengono ritrovati gli «arnesi» utilizzati per aprire e mettere in moto il veicolo. Sul conto dell’uomo, un quarantenne di Milano, la Polizia inizia a scavare: forte la sensazione che dietro quel ladro specializzato e quella Ferrari rubata possa celarsi un’organizzazione con lunghi tentacoli in Lombardia e Veneto e covi nel Milanese.

Sabato, 19 Giugno 2004
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