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Rassegna stampa Alcol e guida del 28 novembre 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

 
ALCOLISMO

DROGA/ FERRERO: SERVE NUOVA LEGGE E DIVIETO SPOT SU ALCOLICI
"I messaggi televisivi sono ancora un inno al consumo"
Roma, 27 nov. (Apcom) - Il ministro Paolo Ferrero ha ribadito che per la pubblicità degli alcolici in televisione dovrebbe essere regolata da una legge che "obblighi i produttori ad indicare in etichetta i possibili danni derivanti dall’abuso di alcol, in particolare per quelli a ’bassa soglia’", ovvero i cosiddetti ’soft drink’. "Oppure - dice il ministro - si potrebbero utilizzare dei messaggi sulle bottiglie come, ad esempio, ’se bevi non guidare’". (*)
"Le pubblicità odierne - sottolinea - sono dei veri e propri inni al consumo, soprattutto perché si legano al concetto di performance e di stato sociale. Il messaggio che arriva oggi dagli spot è: ’se consumi puoi essere un figo’. Occorre invece rompere questo legame, secondo Ferrero, "altrimenti qualsiasi discussione sul tema è basata sul nulla".
In generale, sul tema droga e alcol, secondo il ministro c’è bisogno di "riaprire la discussione", perché la modifica della legge Fini-Giovanardi "ha a che fare - rimarca Ferrero - col problema della sicurezza nel Paese, con la microcriminalità e con lo stato di salute dei cittadini". E le proposte "Turco e Ferrero sono una base per avviare la discussione". Inoltre, senza una nuova legge, sarebbe "ipocrita - dice Ferrero - a due anni dall’insediamento del governo" fare una Conferenza nazionale ("probabilmente a Bari" in primavera) senza una nuova legge. "Se la legge non funziona - conclude - non si può fare finta di niente e presentarsi alla Conferenza senza una nuova legge sarebbe imbarazzante, per non dire altro".
(*) Nota: gli effetti concreti degli avvertimenti sulle etichette degli alcolici sono insignificanti. È irrealistico pensare che le modalità di bere possano essere influenzate, nel breve periodo, da una scritta sulla bottiglia. Diversa invece la valutazione dal punto di vista culturale. In questo senso le indicazioni sulla etichetta possono avere un valore importante, anche simbolico. Sicuramente maggiore delle scritte sui pacchetti di sigarette. Non fosse altro per “l’effetto sorpresa”. È un po’ come buttare un sasso nelle piatte ed uniformi acque dell’informazione alcologica. Anche se, dopo anni di informazione a senso unico, ci vorrà tempo affinché la drammatica realtà dei danni alcol correlati emerga nella coscienza della gente.

La verità è tanto più difficile da sentire quanto più a lungo la si è taciuta. (Anna Frank)


LA REPUBBLICA - MOTORI

Per i recidivi dopo la confisca del mezzo ci sarà l’"alcol-block" alla macchina per almeno 5 anni: è la grande novità del codice della strada

Francia, ubriaco alla guida? L’auto non partirà più (*)

di LORENZO BORSELLI

Rivoluzione in tema di sicurezza stradale: in Francia potrebbe diventare presto obbligatorio, per i recidivi dell’ebbrezza, installare sul proprio veicolo un dispositivo alcolimetrico che consenta l’avvio del motore solo in caso di perfetta sobrietà. Una specie di bracciale elettronico per coloro che si trovano agli arresti domiciliari, insomma; una garanzia che la collettività impone a chi l’ha precedentemente messa a repentaglio. Un ebbro dovrà tenerlo in auto per un periodo di almeno 5 anni. Secondo "Le Parisien", che cita fonti ben informate, il progetto di legge sarebbe già pronto e potrebbe essere presentato a François Fillon entro la fine del 2007, per essere discusso, approvato e divenire operativo nel primo trimestre del 2008. Un tour de force anche per Jean-Louis Borloo, ministro dello sviluppo, e Dominique Bussereau, segretario di stato ai trasporti, che hanno reso noto nei giorni scorsi l’attesissimo bollettino relativo alla sinistrosità nazionale del mese di ottobre.

Anche su questo fronte, però, i dati sono contrastanti: la buona notizia è che la mortalità è scesa del 19,6% (353 morti accertati contro i 439 dell’ottobre 2006), mentre la cattiva è che la sinistrosità con lesioni non accenna a diminuire e, anzi, evidenzia un lievissimo aumento dello 0,5%, avendo fatto registrare oltre 7.600 eventi.

Scende del 4,8% il numero complessivo di persone ricoverate in ospedale (in tutto 3.413), mentre aumenta del 2,2% quello dei feriti lievi, sottoposti cioè a cure sanitarie ed immediatamente dimessi (i referti stilati sono stati 9.662). Dall’Osservatorio Interministeriale della Sicurezza Stradale (ONIR) fanno comunque sapere che la crescente vigilanza stradale ha i suoi effetti positivi: la velocità media è in ulteriore diminuzione, come del resto la trasgressione in materia di cinture di sicurezza e norme di comportamento in genere; e questo spiega la diminuzione costante della mortalità.

Va detto infatti che Parigi è in controtendenza: nonostante la decisa riduzione della mortalità registrata nel mese di ottobre sulle strade francesi - alla quale non ha fatto seguito però un identico calo nella sinistrosità - nella Ville Lumière la violenza stradale ha raggiunto livelli decisamente preoccupanti.

Di certo, chiunque si sia trovato a percorrere in auto o in moto i veloci boulevard sa benissimo che i parigini non si fanno intimorire da un limite di velocità, fattore che sembra essere ancora una volta la causa dell’elevatissima punta di mortalità degli ultimi anni. Il Centro Regionale di Informazione e Coordinamento Stradale - una sorta di nostro CCISS su scala dipartimentale - ha lanciato l’allarme sul numero di incidenti avvenuti nella capitale francese in danno di ciclomotoristi e motociclisti: mercoledì scorso (21 novembre) ne sono stati registrati 11 - con conseguenze mortali o gravi - nella sola periferia, contro i 5/6 della media giornaliera.

La Prefettura di Polizia non si è fatta attendere ed in una nota diffusa subito dopo sono stati resi pubblici i dati, davvero allarmanti, della sinistrosità: gli incidenti con lesioni hanno fatto registrare in quel giorno una crescita del 70% , con le dueruote che pagano un prezzo ben più caro (+68%) rispetto alle altre categorie (+53%), che comunque non se ne stanno a guardare. Messi male anche ciclisti e pedoni (+12,6%). È dunque allarme, ma sembra che la semplice risposta della Tolleranza Zero stavolta non sia sufficiente.

La soluzione potrebbe arrivare dal governo centrale: secondo un articolo pubblicato nei giorni scorsi sul quotidiano "Le Parisien", infatti, al ministero dell’Interno si lavorerebbe ad un nuovo giro di vite sul codice della strada, che potrebbe veder presto inasprite moltissime fattispecie di trasgressione, anche se l’obiettivo principale sarebbe il "traffico di punti".

Ciò che sembrava una risposta "tutta italiana" all’istituzione della patente a punti, con anziani e stranieri in pole position per dichiarare di essere stati alla guida di bolidi e costosissime auto di pregio - prestate per un giretto da figli o ricchi imprenditori - è in realtà un fenomeno estremamente diffuso, specialmente in Spagna e, adesso ne siamo certi, anche in Francia. Tuttavia, Oltralpe si pensa ad inasprire il reato di "falsa attestazione", che potrebbe prevedere pene detentive fino a 3 anni.

Sul fronte della trasgressione pura, invece, all’Hotel Matignon dovrebbe arrivare per il via del premier un vero e proprio piano per colpire i recidivi, rendendo pienamente eseguibile la confisca del mezzo in caso di reiterate e gravi trasgressioni: per esempio, un conducente che abbia già provocato un incidente mortale o con lesioni gravi e che venga colto a circolare in eccesso di velocità, in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti, dovrà dire addio al proprio veicolo, che finirà all’asta nel giro di pochi giorni.

(*) Nota: già alcune case automobilistiche (Saab, Nissan, Volvo,) hanno proposto l’etilometro come optional su alcuni modelli al costo di 300/900 euro. Una buona parte del costo delle autovetture è ormai determinato da gadget. Sempre costosi, spesso inutili. Se l’etilometro fosse installato su tutte le vetture l’incidentalità per guida in stato di ebbrezza si avvicinerebbe allo zero. Non penso esistano altri fattori di rischio per i quali ci sia una soluzione così a portata di mano. Nella prevenzione della guida in stato di ebbrezza l’ostacolo non è tecnico, ma umano.


IL TEMPO

I dati della polizia stradale
Neopatentati, uno su tre è ubriaco
28/11/2007 - Un terzo dei neopatentati si definisce guidatore «a rischio»: una persona che al volante cerca emozioni forti, crede che gli incidenti avvengano per colpa di altri e che il codice della strada serve a rallentare la scorrevolezza del traffico.
Si tratta soprattutto di ragazzi, «collezionisti» di multe e che guidano spesso dopo aver assunto alcolici. È quanto emerge da una ricerca effettuata dal Dipartimento di psicologia della Sapienza ed oggetto della pubblicazione «Il paradosso del giovane guidatore curata da Anna Maria Giannini e Fabio Lucidi, presentata presso la Biblioteca centrale nell’ambito della settima edizione del progetto Icaro (campagna sulla sicurezza promossa dalla Polizia di Stato) e in occasione dei festeggiamenti per i 60 anni della Polizia Stradale.
Dallo studio, basato su 5.000 questionari compilati da studenti delle scuole superiori di 12 città italiane (tra le quali Roma), emerge che la maggior parte dei ragazzi si definisce prudente: il 37,8% degli automobilisti ed il 46,68% dei motociclisti. A metà strada ci sono i preoccupati: guidatori ansiosi e litigiosi che, però, evitano di violare il codice della strada. Il 30% dei ragazzi guida a lungo nelle ore notturne ed ha già sperimentato un attacco di sonno. «Bisogna proseguire con le campagne di prevenzione che sono più efficaci delle attività repressive - ha spiegato il comandante della Polizia stradale di Roma, Roberto Campisi - la fascia dai 19 ai 25 anni rimane quella più a rischio per gli incidenti. Ogni week-end tra Roma e provincia vengono effettuati circa 400 controlli con gli alcoltest ed in media risultano positivi tra i 20 e i 30 guidatori».
Un’altra iniziativa sul tema merita menzione, una sorta di reality show per la sicurezza stradale: è «Drive and dance», progetto di «Bastaunattimo», campagna nazionale contro le stragi del sabato sera. «Abbiamo lanciato una campagna - dichiara Carmelo Lentino, portavoce di "BastaUnAttimo" - nella consapevolezza che fosse necessario utilizzare nuove realtà comunicative per analizzare il problema della sicurezza stradale e sensibilizzare soprattutto le giovani generazioni sulla tematica. Lo ritengo, insieme con la canzone e il concorso, uno degli strumenti più importanti per raggiungere gli obbiettivi che ci siamo prefissati. "Drive and Dance" è il primo format tv capace di far comprendere che utilizzando la tecnica dei reality si possono realizzare anche prodotti di qualità in grado di soddisfare pienamente anche il bisogno di fare audience, ma mantenendosi allo stesso tempo nei limiti del buon gusto, capace di educare e trasmettere messaggi televisivi ai giovani e non solo».


ALCOLISMO

Alcool e giovani, un binomio mortale: "0,0 per mille per i neopatentati?"
In Germania è stato sancito il divieto di alcol alla guida. Il tema della tolleranza zero è stato al centro oggi a Berna del 9° Forum dell’Ufficio Prevenzione Infortuni (UPI) dedicato al tema «0,0 per mille per i neopatentati?». E dal dibattito è emersa l’urgenza di intervenire "È ora di darsi una mossa, perché qui sono in gioco vite umane"
BERNA - «Sono in gioco delle vite umane». E poi: "È ora di darsi una mossa, perché qui sono in gioco vite umane". E ancora: "Per i giovani che hanno preso da poco la patente, il rischio d’incidente aumenta anche con una dose minima di alcol". Sono solo alcuni degli interventi di questa mattina che si sono sentire durante il 9° Forum upi sul tema «0,0 per mille per i neopatentati?» che si è svolto a Berna.
Quattro mesi fa in Germania è stato sancito il divieto di alcol alla guida, e oggi a Berna Horst Schulze, collaboratore dell’Istituto federale tedesco della circolazione ha illustrato le ragioni scientifiche che legittimano lo zero per mille per i neopatentati. Una tesi, quella dello zero per mille per chi ha ottenuto da poco la patente di guida, che l’UPI (l’Ufficio Prevenzioni Infortuni) sta portando avanti da diversi anni.
Grazie al sostegno offerto da personalità di spicco, sono in molti ormai a giudicare utile un simile provvedimento per accrescere la sicurezza stradale. Tra coloro che sin dagli esordi hanno incoraggiato la proposta dell’upi è Claudius Graf-Schelling. «È ora di darsi una mossa, perché qui sono in gioco vite umane», ha ribadito il giurista e consigliere di stato turgoviese. «Per i giovani che hanno preso da poco la patente, il rischio d’incidente aumenta anche con una dose minima di alcol», ha sottolineato Horst Schulze, ospite d’eccellenza al Forum. Dallo scorso agosto in Germania vige il limite di zero alcol alla guida per i neopatentati. Horst Schulze, che in seno all’Istituto germanico della circolazione dirige il settore «Comportamento e sicurezza nella circolazione», ha spiegato le ragioni che hanno portato all’introduzione del divieto.
La percentuale di ragazzi tra i 18 e i 24 anni protagonisti di incidenti stradali imputabili ad abuso di alcol è nettamente superiore alla media. Schulze ha inoltre sottolineato un altro fatto preoccupante, ossia che tra i giovani è sempre più diffusa la combinazione alcol e canapa: una minaccia molto seria alla sicurezza stradale. Anche la Spagna, i Paesi Bassi e l’Austria limitano il consumo di alcolici ai neoguidatori.

Il caso dell’Austria
Un aspetto particolarmente interessante per la prevenzione infortuni in Svizzera è che l’introduzione del limite dello 0 per mille in Austria ha avuto ripercussioni positive superiori alla media. Interessante soprattutto perché anche l’Austria – al pari della Svizzera – conosce la patente in prova per i giovani guidatori, ragion per cui le condizioni per i neopatentati sono molto simili a quelle in vigore nel nostro paese.


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da CORRIERE DI COMO)

Il dramma dell’alcolismo raccontato dai familiari
Stasera in via Valleggio a Como
28/11/07 - «L’alcolismo non colpisce solo l’individuo che abusa di alcol ma coinvolge l’intero gruppo familiare, in particolare i figli». Parte da questa considerazione il lavoro trentennale del gruppo familiare Al-Anon, destinato a parenti e amici degli alcolisti, che stasera propone un momento di incontro con la città nella tradizionale riunione annuale aperta al pubblico.
Le associazioni Al-Anon e Alateen (per gli adolescenti che hanno un familiare alcolista) propongono momenti di confronto e gruppi di auto-aiuto nei quali ciascuno può raccontare la propria esperienza e condividere le difficoltà. I volontari lariani hanno organizzato anche una campagna di informazione nelle scuole superiori del territorio e invitano tutti i dirigenti scolastici interessati a contattare il gruppo per avere chiarimenti e fissare l’incontro con i ragazzi.
Questa sera l’appuntamento è in via Valleggio, accanto alla vecchia chiesa di San Giuseppe, a partire dalle 21. La partecipazione è libera ed è prevista la testimonianza di ragazzi che hanno vissuto in prima persona il dramma dell’alcolismo in famiglia.
Anna Campaniello


IL GAZZETTINO (Belluno)

LETTERE & OPINIONI
Vivibile e spettrale due modi diversi di vedere la città
Qualche giorno fa Il Gazzettino ha pubblicato una lettera in cui esprimevo la mia felicità per il riconoscimento dato alla mia amata città come la più vivibile d’Italia. Ma la felicità è stata di breve durata perché alcuni giorni dopo apro lo stesso quotidiano e trovo un’altra lettera dal titolo "Troppe le forze dell’ordine" e poi testuale "la città è percorsa in lungo e in largo da pattuglie di polizia, carabinieri, finanza e mezzi dell’esercito (penso anche con i carri armati!)". Proseguo poi nella lettura e vengo a sapere che: se bevi qualche ombra in più ti ritirano la patente, che non si può bere una birra sulle panchine, che arriveranno le telecamere a scrutarci in ogni nostro movimento. Una città insomma definita "inquietante e spettrale". Leggendo tutto questo sono rimasto sbalordito e mi sono detto: ma se si legge ogni giorno su tutti i giornali che in Italia le forze dell’ordine sono insufficienti, che mancano i mezzi e la benzina per fare i pattugliamenti, che ogni giorno qualche ubriaco ammazza qualcuno (perfino quattro bambini in un colpo solo) e non fa un solo giorno di galera. Tutti gli italiani di buon senso si lamentano dell’eccessivo lassismo delle istituzioni e dunque solo noi bellunesi viviamo in un regime di terrore di stampo staliniano? Se bevi un’ombra in più finisci nel gulag e se occupi una scuola ti fucilano? Un’immagine della città a me sconosciuta ma poi per fortuna, andando avanti nella lettura, sono arrivato alla firma: D.D.T. (Rifondazione Comunista). Allora tutto mi si è fatto chiaro, mi è tornato il sorriso e mi sono detto: meno male.
Lettera firmata


LA NAZIONE

CARABINIERI
Guida ubriaco e senza patente

In auto ha due coltelli: denunciato L’uomo, un 41enne rumeno, è stato fermato per un controllo dai carabinieri a Montelupo
Montelupo Fiorentino (Firenze) - Nel pomeriggio di ieri i militari della Stazione di Montelupo hanno denunciato un rumeno per guida in stato di ebbrezza e porto abusivo di armi bianche.
L’uomo, un 41enne, domiciliato a Lastra a Signa, alla guida della propria Opel Astra, è stato sottoposto a controllo da parte di una pattuglia.
Il suo comportamento era alterato, scomposto e caratterizzato da momenti di euforia esagerata accompagnati da difficoltà motorie.
L’esame dell’alcotest, a cui è stato subito sottoposto, ha rilevato un tasso alcolemico superiore di tre volte il consentito.
L’uomo inoltre è risultato sprovvisto di patente di guida poiché sospesa, nell’ottobre dello scorso anno, dalla Prefettura di Padova per guida in stato di ebbrezza a seguito di analogo controllo da parte della Polizia Stradale; inoltre il mezzo su cui viaggiava, non era stato sottoposto a revisione né aveva copertura assicurativa. All’interno dell’abitacolo sono stati rinvenuti due coltelli, di tipo proibito, che sono stati sequestrati.


 IL TIRRENO

In preda ai fumi dell’alcol si è scagliato contro i militari intervenuti per sedare una lite tra lui e i suoi amici 
Giovane picchia i carabinieri e finisce in manette 
AGLIANA. È stato un venerdì sera da dimenticare per un ventiduenne pistoiese, arrestato per aver picchiato i carabinieri dopo una serata trascorsa con gli amici in un ristorante di Agliana.
Dopo avere riaccompagnato a casa una ragazza aglianese del gruppo, tra G.L.C. e gli altri amici è scoppiato un litigio, originato da futili motivi ed alimentato dai fumi dell’alcool. La situazione è degenerata ben presto al punto che numerosi residenti, attirati dalle urla provenienti dalla strada e vedendo il ventiduenne aggredire gli altri ragazzi, hanno chiamato il 112. In pochi minuti è arrivata sul posto una pattuglia del Nucleo operativo e radiomobile di Pistoia, ma nemmeno alla vista dei due militari il giovane ha accennato a calmarsi. E senza alcun motivo, ha aggredito i carabinieri, sferrando un pugno in pieno viso ad un maresciallo e colpendo poi anche il secondo. Solo l’intervento di altri due equipaggi dell’Arma ha permesso infine di riportare il giovane alla calma. Accompagnato in caserma, per lui sono scattate le manette per i reati di resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Il suo finesettimana ha quindi avuto termine in una cella del carcere di Santa Caterina.


CORRIERE ADRIATICO

Rissa fra ubriachi
SENIGALLIA - Una normale e classica rissa tra ubriachi, come altre che avvengono il sabato sera . E’ quella che si è verificata sul lungomare Leonardo da Vinci, a una cinquantina di metri dal centro sociale Mezza Canaja e che ha visto il ferimento lieve di Cristian Ionesco. Secondo una prima ricostruzione, protagonisti dell’episodio sono stati alcuni ragazzi, almeno una decina, che per motivi di poco conto sono venuti alle mani. Il trambusto e le urla della rissa hanno richiamato proprio alcuni giovani del “Mezza Canaja”, che sono intervenuti per cercare di riportare la calma. Proprio in questo momento si è ferito Cristian Ionesco, che scivolando è caduto a terra e ha battuto la testa. Per questo si è reso necessario l’intervento di un’ambulanza, che lo ha trasportato in ospedale per accertamenti. I medici lo hanno sottoposto agli esami del caso e poi trattenuto in osservazione fino a lunedì, quando lo hanno dimesso. Sull’episodio sono in corso le indagini della polizia.


IL GAZZETTINO (Pordenone)

AVIANO
Il giudice Rodolfo Piccin ritiene provati i maltrattamenti in famiglia 
Botte alla moglie, due anni
Due anni di reclusione: è la pena che il giudice Rodolfo Piccin, ritenendo fondate le prove prodotte dal pm Monica Carraturo, ha inflitto all’operaio Jakup Ajdezi, 34 anni, originario del Kosovo, di Aviano, regolare e con lavoro in Italia (omonimo dell’imputato condannato per spaccio di cocaina, ndr). L’uomo, attualmente detenuto nel carcere di Pordenone, era chiamato a rispondere della contestazione di maltrattamenti in famiglia perché - secondo quanto ricostruito dagli inquirenti dei carabinieri di Aviano - da molti mesi avrebbe sottoposto la moglie (donna di 35 anni, madre di quattro figli di età compresa tra i 3 e i 12 anni) ad un regime di vita tormentoso, picchiandola ripetutamente perché annebbiato dall’alcol e dalla gelosia. La donna viveva in una situazione angosciante da mesi - secondo gli inquirenti che hanno potuto contare su una dettagliata situazione dei servizi sociali - ma solo a fine agosto 2007, dopo due giornate da incubo durante le quali il marito l’avrebbe ripetutamente presa a botte, si è decisa a chiedere aiuto ai carabinieri. Da quanto ricostruito in aula la donna, anche per tutelare i figli, sarebbe riuscita a lasciare la casa di Aviano, dove vive, e a chiedere l’intervento dei militari dell’Arma. I carabinieri hanno così raggiunto e arrestato il muratore kosovaro (misura cautelare convalidata e, in seguito, ritenuta corretta anche dai giudici del Riesame). Il pm Carraturo ha poi chiesto e ottenuto il processo, celebrato con rito abbreviato, che è terminato con la condanna del muratore a 2 anni di reclusione.
In attesa delle motivazioni della sentenza l’avvocato Silvia Sanzogni ha annunciato ricorso ai giudici d’Appello. Da quanto si è appreso la difesa ritiene che gli inquirenti non siano riusciti a dimostrare che Ajdezi avesse sottoposto la compagna ad un regime di vita tormentoso, picchiandola ripetutamente. Non reggerebbe così l’accusa di maltrattamenti in famiglia - per il legale - ma di condotte violente isolate. Il risultato? Derubricazione e ridimensionamento delle contestazioni.
Roberto Ortolan


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da RIVIERA24.IT)

Molesta tutta la notte la sorella badante
Arrestato dalla polizia un peruviano di 31 anni
Imperia - 28/11/07 - L’uomo, visibilmente ubriaco, ha continuato a suonare, per tutta la notte, il campanello dell’abitazione dov’e’ ospite la sorella. Alla fine, ha sfondato la porta di ingresso ,a a quel punto sono intervenuti gli agenti.
Violazione di domicilio e resistenza a pubblico ufficiale sono le accuse che hanno portato in carcere un immigrato peruviano di 31 anni, il quale rischia ora l’allontanamento coatto dal nostro territorio, che la scorsa notte, in preda ai fumi dell’alcol, ha continuato a molestare gli inquilini dell’abitazione dov’era ospita la sorella, una giovane badante, in regola con il permesso di soggiorno. L’uomo ha prima suonato per decina di volte (dalle 2 alle 6) il campanello di casa, in via Mazzini, chiedendo di essere ricevuto; dopodiche’, intorno alle 6.30, al rifiuto della sorella di aprirgli la porta, viste le sue condizioni, quest’ultimo ha sfondato la porta di ingresso ma a quel punto e’ intervenuta una Volante della Questura che lo ha arrestato, in quanto alla vista degli agenti il giovane si e’ scagliato pure contro di loro.
di Fabrizio Tenerelli


LA REPUBBLICA

CRONACA
Il rom che investì e uccise quattro ragazzi è testimonial di un marchio di gadget chiamato "Linearom" Esplode la polemica. Il Guardasigilli: "Tristezza e sconcerto per chi sfrutta le proprie colpe e la morte altrui"
Caso Ahmetovic, Mastella avvia indagine
"Accertamenti sul regime detentivo" La difesa: "Prodotti inesistenti, è tutta colpa del manager"
ROMA - 28 novembre 2007 - Un’indagine ministeriale per compiere accertamenti sul regime detentivo di Marco Ahmetovic, il 22enne rom che la sera fra il 22 e il 23 aprile travolse e uccise, col suo furgone, quattro ragazzi di Appignano del Tronto e per questo condannato lo scorso ottobre a sei anni e sei mesi di reclusione ai domiciliari. L’ha avviata il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, dopo le pressioni ricevute da più parti in seguito a una vendita all’asta, su internet, di una serie di gadget col marchio "Linearom" che ha avuto lo stesso Ahmetovic come testimonial. La scelta delle misure cautelari, si legge in una nota di via Arenula, "compete esclusivamente al giudice e su di essa non sono possibili interferenze del ministero della Giustizia, e questo a prescindere dai sentimenti personali del Guardasigilli, che prova tristezza e sconcerto di fronte a chi sfrutta le proprie colpe e la morte altrui per acquistare notorietà e denaro".
Gli accertamenti. Nel caso di Ahmetovic, spiega una nota del ministero, Mastella "ha chiesto ai propri uffici di avviare accertamenti specifici sulle modalità del regime detentivo cui è attualmente sottoposto" e "sulla compatibilità di tale regime con lo svolgimento delle attività lucrative riportate dalla stampa".
L’iniziativa. Sul sito di aste eBay (sul quale, tuttavia, facendo una ricerca non compare alcun oggetto "Linearom") è stato messo in vendita, per 159 euro, l’orologio della "Linearom" di cui è testimonial Ahmetovic, attualmente agli arresti domiciliari a San Benedetto del Tronto. L’orologio appartiene a una serie di gadget, accessori e capi di abbigliamento (compresi jeans, occhiali da sole e profumo) ispirati alla figura e alla cultura gitana del 22enne, in procinto fra l’altro di pubblicare pure un memoriale. L’asta è cominciata il 25 novembre e scadrà il 6 dicembre.
L’ideatore. La "Linearom" è promossa dall’agente pubblicitario Alessio Sundas, che ha difeso l’operazione commerciale con argomenti piuttosto zoppicanti. Secondo Sundas, "è tutta colpa dei giornalisti se Ahmetovic è diventato una star".
La difesa di Ahmetovic. Si dichiara molto turbato e non vuole più avere nulla a che fare con il signor Sundas. Nel pomeriggio, Ahmetovic si è fatto vivo attraverso la persona che lo ospita, Marco Fabiani, il quale ha emesso una nota: "Ahmetovic è profondamente turbato da notizie deliranti messe in giro dal signor Sundas che cerca di farsi pubblicità presentando all’opinione pubblica contratti per occhiali, profumi, jeans e quant’altro, inesistenti.
Ahmetovic non ha percepito compenso per tali vergognosi prodotti, tantomeno i 300 mila euro citati dall’articolo apparso ieri sul quotidiano Libero e nulla vuole più avere a che fare con il sig. Sundas".
Le polemiche. Bufera di reazioni dopo la diffusione della notizia. Compatto l’attacco della Lega, da Roberto Calderoli, che invoca "i lavori forzati" perché "non si può lucrare su una tragedia" a Piergiorgio Stiffoni, convinto che "i ragazzi italiani questi oggetti li lasceranno negli scaffali", a Carolina Lussana, secondo la quale "i romeni sono riconosciuti per se stessi dei violenti e quindi scelti per una linea di abbigliamento aggressiva e brutale". Gabriella Carlucci (Fi) propone un sit in al Palazzo di Giustizia contro la trasformazione del "rom killer" in "fotomodello". Luca Volontè (Udc) parla di "speculazione raccappricciante", Maurizio Fistarol (Pd) aveva chiesto a Mastella un’indagine ministeriale mentre Silvana Mura (Idv) aveva bollato la vicenda con "è una vergogna".
Polemiche locali. Il Consiglio regionale delle Marche ha respinto a maggioranza una proposta di An, votata compatta da tutto il centrodestra, che trae spunto dai fatti di Appignano per invocare maggiore sicurezza. L’assemblea si era già pronunciata contro lo sfruttamento commerciale della tragedia nella seduta precedente. Ma il no, nel giorno della messa all’asta dell’orologio "Linearom", è "una vergogna" commenta il consigliere regionale di An Guido Castelli.

© asaps.it
Giovedì, 29 Novembre 2007
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