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Rassegna stampa Alcol e guida del 22 novembre 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

EMERGENZA ALCOLISMO

Basta alcol per le strade  (Clic e apri per vederlo)


COMUNICATO STAMPA COORDINAMENTO CAMPERISTI

www.perlasicurezzastradale.org,

22 novembre 2007

ANCORA SANGUE SULLE STRADE

S.O.S. Subito Occorre Sicurezza stradale

Domani l’altro, il 24 Novembre 2007, a Cento (FE) nel Centro Polifunzionale La Pandurera, in via XXV Aprile, 11 – si svolgerà il Convegno tra le Associazioni Italiane che aderiscono alla Carta Europea della Sicurezza Stradale: lo scopo è trovare le sinergie e proposte condivise da presentare al Governo affinchè siano emanate le normativa utili a fermare la strage continua che avviene da anni sulle strade italiane.

Ricordiamo che nel nostro Paese i 308.000 chilometri di strade sono da anni teatro di guerra. Stiamo parlando, per ogni anno, di circa 9.000 morti, 25.000 disabili gravi, 300.000 feriti, sofferenze per centinaia di migliaia di famiglie.

Parole di compiacimento per l’evento sono giunte dallo stesso Presidente del Consiglio, Romano Prodi - dal Ministro delle Infrastrutture, Antonio di Pietro - dall’Arcivescovo di Ferrara-Comacchio, Monsignor Paolo Rabitti.

Affinchè detti apprezzamenti siano adeguatamente onorati, l’impegno degli organizzatori è che questo primo convegno tra i firmatari italiani della Carta Europea per la Sicurezza Stradale sia l’occasione attivare nuove sinergie atte a produrre proposte fattive che il Governo in carica potrà facilmente e utilmente far proprie.


MARKETPRESS

CONFERENZA INTERNAZIONALE SULLE DIPENDENZE 

Bristol (Regno Unito), 22 novembre 2007 - Il 30 novembre presso la University of the West of England, Bristol (Regno Unito) si terrà una conferenza internazionale dal titolo: «Le nostre dipendenze: piacere e dolore». Tra gli oratori si annoverano medici specializzati nel settore delle dipendenze e autorità sanitarie e scientifiche provenienti da Canada, Paesi Bassi, Svizzera e Regno Unito. Oggetto della conferenza saranno l´alcool, la caffeina, il tabacco, gli stupefacenti illeciti, i disordini alimentari, internet, l´eccesso di desiderio, la dipendenza e il cervello, gli schemi comportamentali, il costo per la società, gli approcci terapeutici e al recupero e la globalizzazione del fenomeno della dipendenza. . 


GAZZETTA DI MANTOVA

In discoteca, ma senza alcol: è Myspace

Goito, funziona il progetto pensato per i più giovani

Goito, prima serata per "Myspace", il progetto a favor dei giovani avviato dall’associazione goitese "I saturnali", che lo scorso sabato ha portato alcuni ragazzi del paese, ma non solo, a scoprire il divertimento sano di questa iniziativa. La formula, già sperimentata dalla parrocchia di Castiglione, è quella della discoteca ecologica con la quale si cerca di coinvolgere i ragazzi dai 13 ai 18 anni in alcune serate, del tutto simili a quelle che i ragazzi più grandi trascorrono nei locali notturni, ma senza alcol. Questo primo sabato ha avuto un discreto successo con l’ingresso di circa 150 ragazzi, i quali sono stati coinvolti da un gruppo musicale prima e da un dj vocalist, proveniente da discoteche del litorale bresciano, poi. "Mi sono divertito, - ci dice uno dei partecipanti - anche se la musica dal vivo all’inizio non mi ha convinto molto". Un’altra ragazza afferma invece: "La serata è stata coinvolgente; era ora che ci fosse a Goito un’altra opportunità di divertirsi per i ragazzi della mia età". L’organizzazione è stata di Massimo Giannachi insieme ad altri membri della nuova associazione che ha tra l’altro vinto un bando giovanile promosso dalla Provincia per il finanziamento del progetto. "Myspace - afferma Giannachi - è un divertimento sano; per il futuro servirà più sinergia con i genitori, la scuola e la parrocchia per far crescere l’iniziativa. Siamo felici di aver ricevuto l’incoraggiamento di alcuni genitori". Il progetto prevede un sabato al mese di questo genere; il prossimo sarà il 15 dicembre, con dj Matthew Bee di Viva Fm.

Alessandro Voci


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da QUATTRORUOTE)

Braccialetti contro l’alcol


Un gesto concreto per richiamare l’attenzione sul tema dell’assunzione di alcol durante la guida: "Quattroruote" e Autostrade per l’Italia distribuiscono gratuitamente, attraverso il numero di dicembre della rivista, nelle aree di servizio e i Punto Blu della società autostradale, un milione di braccialetti con la scritta "Guido? Non bevo".

Chi lo indosserà contribuirà direttamente a diffondere un atteggiamento responsabile. Si tratta di un messaggio, semplice e diretto, che induce a una maggiore consapevolezza dei rischi che corre chi si mette al volante con un tasso alcolemico elevato o, comunque, superiore a quello consentito dal Codice della strada (0,5 grammi/litro).

Un modo per proporsi anche come "guidatore designato", ovvero come la persona che, per una sera, s’impegna a concludere la serata sobrio, in modo da accompagnare a casa senza rischi anche gli amici che hanno consumato qualche cocktail di troppo. Un’usanza molto diffusa in altri Paesi europei, che ora si cerca di promuovere anche in Italia.


L’ARENA

 IL TERRITORIO E IL DISAGIO. Un progetto che ha ricevuto un finanziamento di 41mila euro e che sarà rivolto in particolare alle donne

Un’offensiva anti-alcol tra lago e montagna

«Un elefante non è una rosa»: monologhi e numeri come a teatro per avviare dialogo e riflessione

Barbara Bertasi

Incidenti stradali con migliaia di decessi e ricoveri, tumori, cirrosi epatica, infarto emorragico, suicidi, aborti, omicidi, infortuni sul lavoro e in casa. Il peso dell’alcol è enorme. Opprime bambini, giovani, donne, anziani, veste a lutto la realtà e costa a tutti noi milioni di euro. «Un elefante non è una rosa» è l’iniziativa che, per il secondo anno consecutivo, l’Acat (Associazione club alcolisti in trattamento) del Baldo-Garda sta facendo scattare sul territorio in questo mese. È finanziata per 41 mila euro dal Comitato di gestione (Coge) del fondo speciale per il volontariato ed approvata dal Centro servizi volontariato (Csv) della Provincia.

Il programma formativo, che si svolge sulla base del progetto ideato dalla dottoressa Milena Maia dell’Acat Dolomiti di Belluno, è realizzato nella nostra provincia dalle Acat aderenti: Acat Baldo Garda, Basso Veronese, Adige Lessinia, Verona Chievo e Verona Sud. È stato studiato per le scuole alcologiche territoriali ed è aperto a tutta la comunità, rivolto dunque a Comuni, associazioni sportive, di volontariato e parrocchiali. L’obiettivo è prevenire e combattere i rischi derivanti dall’uso dell’alcol e la coscienza critica dei rischi che il suo consumo comporta. Perché l’alcol, una sostanza psico-attiva, agisce nell’organismo in modo subdolo e diverso. Non è nemmeno possibile, in base alle conoscenze attuali, identificare le dosi di consumo alcoliche «sicure» per la salute.

«Questa sostanza, assorbita dallo stomaco tanto più velocemente quanto più quest’organo è vuoto, passa nel fegato per essere digerita e si diffonde nei vari organi prima di essere eliminata anche attraverso urina, feci, respiro, latte materno, lacrime e sudore», spiega Elena Tommasi, responsabile dell’Acat Baldo Garda, che in questi giorni sta programmando, dalla sede di Garda, una serie di incontri a Brentino Belluno, Cavaion, Caprino, Costermano, Rivoli e sulla Riviera degli Olivi.

Il calendario sta per essere messo a punto, intanto chi è interessato (enti pubblici e privati, associazioni) può chiamare al 338 6283966. L’anno scorso «Un elefante non è una rosa» è stato presentato in 120 scuole del Veneto, tra cui una trentina nel Veronese. «Chiediamo di contattarci, siamo pronti ad andare ovunque, quest’anno ad esempio stiamo pensando di coinvolgere anche le case di riposo, perché il problema non riguarda solo alcolisti, ma anche chi semplicemente assume farmaci che possono risultare non compatibili con l’alcol», dice Tommasi. «Inoltre desideriamo sensibilizzare le donne, poiché più difficilmente smaltiscono questa sostanza che passa al feto in caso di gravidanza».

L’attività prevede due incontri a cura dell’équipe di lavoro formata ad hoc (i «servitori» cioè gli operatori Acat, insegnanti e famiglie del club) che lavorano sempre in rete, in contatto anche a livello interprovinciale. Sono previsti due incontri di due ore ciascuno per ogni gruppo. «Utilizziamo l’approccio teatrale», premette Tommasi. «Un attore, attraverso un breve monologo e dei lucidi, presenta il servizio. Si procede con un lavoro di gruppo e c’è un secondo monologo». La seconda serata prevede ancora il monologo, discussione dei lucidi e il coinvolgimento dei presenti.

Generalmente l’effetto è che si discute il problema e spesso emergono riflessioni spontanee, casi personali di rilievo per tutti. Insomma la pesantezza viene a galla e la si può, in questo modo, affrontare (www.arcatveneto.it, ).


IL GAZZETTINO (Belluno)

L’INIZIATIVA 

Il progetto della Cmf contro l’alcolismo

Feltre

Il dolore per la perdita drammatica di un figlio o di un proprio caro entra in punta dei piedi nelle scuole per instaurare un dialogo tra adulti e giovani. Prenderà il via lunedì prossimo la serie d’incontri organizzati dall’associazione Giovani rinati nella luce, con il supporto della Comunità Montana Feltrina, per parlare dello sconvolgimento e del vuoto creato nelle famiglie dalla perdita di un giovane a causa di incidenti stradali o altre tragedie. «Non abbiamo nessuna intenzione di dire vietato bere o fumare, mostrando immagini forti - spiega il consigliere della Cmf Danilo Moretton, referente del progetto - ma di offrire un rapporto di amicizia, senza pietismo, donando ai ragazzi il dolore di una famiglia per prepararli culturalmente e motivarli per spingerli a riflettere. Lunedì incontreremo i ragazzi che frequentano le classi quinte dell’Istituto agrario "Della Lucia" di Vellai e poi proseguiremo anche mercoledì e venerdì. Parleremo a ruota libera per aprire dei canali di comunicazione. C’è bisogno di una società diversa e di dare voce alle aspettative dei ragazzi. Come comunità, dobbiamo ripartire tutti insieme. Porteremo ai ragazzi dei depliant che illustrano graficamente tale intento». Oltre ai genitori che fanno parte dell’associazione «si sono aggiunti anche altri genitori che ci hanno contattato e intendono donare la propria esperienza».


ANSA

Incidenti stradali: 50% positivi ad alcol o droghe

GENOVA - Il 40-50 per cento dei feriti da incidenti stradali risulta positivo ad alcool e droghe: l’allarme arriva dalla presentazione alla stampa del Convegno nazionale su pronto soccorso e medicina d’urgenza (Simeu), da oggi a Genova sino al 24 novembre. "Ormai rileviamo quotidianamente l’uso e l’abuso di alcool e droghe - ha spiegato il primario dell’ospedale San Martino, Paolo Moscatelli - si sottovaluta l’impatto di un atteggiamento tollerante della società, per cui oggi il 40-50 per cento dei pazienti da incidenti stradali risulta positivo a sostanze psicotrope o alcool, con un vero boom nei fine settimana legato allo sballo del venerdì e del sabato sera".

I pronto soccorso ormai hanno una casistica piuttosto precisa, grazie alle leggi più restrittive degli ultimi anni che hanno reso praticamente obbligatori i test sulle droghe in caso di incidenti: "le forze dell’ordine ci danno il foglio d’ingiunzione per fare il test su richiesta dell’autorità giudiziaria quasi a ogni incidente - ha detto il primario del Galliera, Paolo Cremonesi - di recente abbiamo fatto il test anche a un ciclista caduto dalla bici. D’altra parte quasi nessuno rifiuta, perché questo prevede il ritiro della patente". Solo molto raramente ci sono casi di falso positivo, come con un paziente che curandosi con l’omeopatia risultava erroneamente consumatore di cannabinoidi.


L’ADIGE

Stili di vita sani: ci pensi la famiglia

Giorni fa il consigliere Magnani esprimeva alcuni concetti rispetto a salute e prevenzione tirando in ballo gli stili di vita correlati appunto al miglioramento di salute e benessere. Cose ovvie, trite e ritrite in salse diverse. Mi vien da pensare che Magnani abbia scoperto l’acqua calda, ma soprattutto mi chiedo se il suo intervento nasca dalla coscienza o sia piuttosto un modo di mettere in mostra qualcosa che l’attuale assessore non ha fatto. Sottolineo che è una mia particolare sensazione e come tale mi piacerebbe fosse smentita. Ma al di là di tutto è ben vero che la nostra comunità e la società in genere deve scommettere tutto sugli stili di vita. Ce ne stiamo rendendo conto sempre con maggior interesse responsabilità. Giorni fa presso l’Ospedale S. Maria del Carmine di Rovereto seicento persone si sono sottoposte al prelievo per la determinazione della glicemia. Incredibile davvero! Ma aveva riscosso successo anche il controllo dell’obesità. Poi, passeggiando sulle ciclabili scopri che la gente si vuole bene, si prende cura, ha capito che la salute e il benessere sono in grandissima parte frutto delle nostre scelte , delle nostre decisioni, del nostro modo di vivere. In poche parole siamo attori protagonisti delle nostra vita, non comparse con parti piccole ed insignificanti. E con lenta circospezione, con passi incerti e felpati sta prendendo forma anche la consapevolezza che anche l’alcol fa parte degli stili di vita. Ma qui la cosa assume aspetti diversi. Diversi perché molteplici sono i fattori che ci tengono legati mani e piedi al consumo di alcolici. Ma qualcosa si sta muovendo, l’importante è parlarne anche difendendo lo stesso bere. Ma la comunità ha bisogno che qualcuno si muova nello stesso senso, che soffi sulla vela di questa barca che sta cominciando a navigare nel senso giusto. Ha bisogno di regolamentazioni rispetto al consumo laddove sarebbe impossibile affidarsi al buonsenso, ha bisogno istruire insegnanti, allenatori, leader di associazioni. Ma per non parlare solo e sempre di alcol considerando che per stile di vita si intende anche il saper parlare, il saper ascoltare, il saper gestire le proprie emozioni, il conoscere fino in fondo le proprie risorse e capacità di vita, va detto che associazioni e sport sono chiavi di volta del sistema che deve cambiare. Ma la famiglia l’abbiamo dimenticata? A questa va un compito particolare, il più importante. Compiti che non è possibile delegare a scuola o comunque ad altri. L’esempio viene dall’interno di essa per qualunque cosa. Alimentazione, movimento, consumi, modi di fare, modi di esprimersi e così via. Dopo tutto quanto sopra espletato l’assessore fa il resto. Qualche regola, qualche legge appropriata, una buona sanità (almeno discreta) . Ma mi pare che sia già in questa direzione.

Franco Baldo - Mori


IL TIRRENO

Una cena tra medici, poi l’incidente 

Ortopedico a giudizio per guida in stato di alterazione alcolica 

CAMAIORE. Una cena tra colleghi, con tanta allegria e qualche buon bicchiere di vino, in buon ristorante sul Monte Magno. Poi tutti in auto verso casa. Ma quella notte del 18 agosto 2004 non fu proprio da ricordare per un gruppetto di medici ospedalieri pisani, che si trovarono - ben oltre la mezzanotte - coinvolti in un incidente stradale con uno scooter, sulla strada che scende verso Camaiore.

 Un sinistro che è all’origine del processo che ha preso il via ieri mattina davanti al giudice monocratico del Tribunale, Gerardo Boragine. L’imputato è un medico ortopedico, Stefano Giannotti, residente a Pisa, per il quale la Procura ipotizza l’accusa di guida in stato di ebbrezza.

 Alla guida della sua Mercedes infatti, sulla quale si trovavano altri tre medici pisani, due donne e un uomo, si trovò a contatto con uno scooterista camaioreswe, M.A., che lo accusò di averlo speronato con l’auto. Vennero chiamati i vigili urbani di Camaiore e più tardi una pattuglia del commissariato per i rilievi.

 «Non furono trovate tracce di urto tra i due mezzi», ha chiarito uno degli agenti che intervenne quella notte, ma la prova dell’etilometro rivelò il fatto che il conducente della Mercedes, ovvero l’ortopedico pisano, aveva valori di alcol nel sangue leggermente più alti della soglia massima prevista dalla legge.

 «Aveva bevuto, come tutti gli altri, due bicchieri di vino», ha spiegato il legale di Giannotti. Il processo è stato aggiornato al 7 marzo del 2008 quando saranno ascoltati gli altri medici presenti quella sera e il consulente tecnico.


IL TIRRENO

BRETELLA 

Al volante ubriaco e «fatto» 

VIAREGGIO. Venne fermato da una pattuglia della Polstrada lungo la Bretella Viareggio-Lucca, in stato di evidente alterazione. Giovanni Frati, un giovane versiliese, stava rientrando a casa da Lucca a bordo della sua Golf la notte del 28 settembre 2004 quando la sua auto venne notata mentre sbandava vistosamente. Gli agenti lo fermarono e lo sottoposero all’etilometro, con valori molto al di sopra della media. Quindi il ragazzo venne portato al pronto soccorso dell’ospedale dove risultò anche positivo alla cocaina. E’ stato condannato a un mese di arresto, 300 euro di multa e un mese di sospensione della patente.


IL GAZZETTINO (Venezia)

Scoperto ubriaco Camionista fermo per tre mesi

Portogruaro

Non potrà lavorare per tre mesi un camionista cinquantottenne di Varmo (Udine), trovato positivo all’etilometro dei Carabinieri della Compagnia di Portogruaro con un tasso di quasi 7 volte il consentito. Con l’inasprimento del Codice stradale per chi guida ubriaco infatti è prevista il fermo amministrativo del mezzo pesante per 90 giorni. Il camionista, al quale è stata ritirata la patente, non potrà nemmeno far guidare il camion ad un collega. Un brutto guaio per il sanmichelino che ieri notte ha bevuto davvero troppo. Verso l’una si era diretto in via Comugne, nel centro di San Michele, per spostare il mezzo. Nell’eseguire la manovra in retromarcia ha però cozzato contro un automobile. Se n’è accorto anche lo stesso automobilista con il quale ha cercato di stilare l’attestazione amichevole. Un compito che si è verificato più difficile del previsto, tanto che l’uomo non riusciva a scrivere. Per il conducente dell’auto non c’è stato altro da fare che allertare i Carabinieri della stazione locale che con l’ausilio del Nucleo Radiomobile hanno voluto approfondire. Alla prima prova l’etilometro è schizzato a 3.06, ben 6 volte il consentito. Ma alla seconda è salito ancora, a 3.35, quasi 7 volte in più di quanto previsto dal Codice stradale. Oltre al ritiro della patente, gli è stato notificato il fermo del camion per 90 giorni con la denuncia all’ autorità giudiziaria e la segnalazione al Prefetto. Dovrà pagare anche una multa salata, mentre la sua compagnia assicurativa dovrà valutare se pagare o meno i danni dell’auto.

M.Cor.


IL TEMPO

Isola del Liri, ha patteggiato a otto mesi

Pirata della strada ubriaco condannato

Pietro Pagliarella

ISOLA DEL LIRI Otto mesi. Questa la condanna patteggiata (pena sospesa) da A.D.R., difeso di fiducia dall’avvocato Lucio Marziale, quarantacinquenne di Isola del Liri che la sera del 2 novembre, in preda ai fumi dell’alcool, intorno alle 22.30, investì un giovane di Arpino in via Roma ad Isola del Liri, nei pressi del bar «La Bella», fuggendo senza soccorrere la vittima. L’uomo, ieri mattina, è comparso davanti al giudice monocratico del Tribunale di Frosinone, Marina Stirpe, per rispondere delle imputazioni di omissione di soccorso, guida in stato di ebbrezza e lesioni personali gravissime. All’esito dell’udienza il giudice ha inflitto la condanna all’imputato. Il quarantacinquenne, quella sera, venne arrestato dai carabinieri dopo una breve fuga. Fu, infatti, interecettato dai militari, che attivarono subito capillari ricerche, nel capoluogo sulla scorta di alcuni dettagli importanti forniti da quanti avevano assistito all’incidente. La vittima, un venticinquenne di Arpino, venne travolto dal suo investitore subito dopo essere sceso dalla macchina di un amico, riportando lesioni che ne resero necessario il ricovero, dapprima all’ospedale «SS. Trinità» di Sora e poi al policlinico universitario «Umberto I» di Roma. Il quadro clinico del giovane si presentava molto serio, con lesioni interne e fratture varie. Da qui la necessità del trasferimento nella capitale.


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da GIORNAL.IT)

Atti osceni in stazione

Ci sono voluti praticamente tutti gli agenti di Polizia Ferroviaria in servizio in quel momento per bloccare ed immobilizzare un ubriaco che alla stazione di Alessandria aveva mostrato il "meglio di sè" a due ragazze che in pieno pomeriggio stavano passando sul primo binario.

L’uomo di 37 anni di origine colombiana si chiama Drezner Javier Cervantes Acuna. Ieri pomeriggio verso le 16,20 si era sbottonato i pantaloni di fronte a due ragazze che prontamente hanno avvisato la Polfer degli atti osceni in corso.

Il colombiano - visibilmente in stato di ebbrezza da alcol - ha però opposto una strenua resistenza negli uffici della Polizia Ferroviaria dove ha incominciato a dare in escandescenza colpendo gli agenti con calci e pugni.

Era persino riuscito a sradicare delle angoliere di legno da usare come armi contundenti.

Con non poca fatica è stato ammanettato ed arrestato per resistenza, lesioni e danneggiamento. Denunciato anche per atti osceni.


IL GAZZETTINO (Pordenone)

MANIAGO
Il giudice Patrizia Botteri ha ritenuto provata la contestazione di omicidio preterintenzionale 

Delitto per errore, 6 anni e 8 mesi
La vittima cadde e picchiò la testa a terra dopo una spinta: morì qualche giorno più tardi

Maniago

Sei anni e otto mesi di reclusione: è la pena che, ieri, il giudice Patrizia Botteri ha inflitto all’operaio Diego Berton, 43 anni, di Montereale Valcellina, ma attualmente in carcere a Pordenone in relazione a un’ordinanza di custodia cautelare per rapina, diventata esecutiva dopo che lo stesso Berton, resosi responsabile di evasione dai domiciliari, è stato condannato a sei mesi di reclusione. L’operaio, assistito e consigliato dall’avvocato Luca Donadon, era chiamato a rispondere dell’ipotesi d’accusa di omicidio preterintenzionale perché - secondo la ricostruzione del pm Federico Facchin, sulla base degli elementi di prova raccolti dai carabinieri di Maniago, coordinati dal maresciallo Antonio Palermo, e delle successive perizie medico legali e tecniche - la notte tra l’1 e il 2 maggio 2006 all’esterno di un bar di Maniagolibero, al culmine di un diverbio scoppiato per futili motivi e reso animato dall’alcol, avrebbe spinto e fatto cadere a terra Bruno Cerabino, 56 anni, vigile del fuoco in pensione, di Maniago. Ricevuta la spinta l’ex pompiere - è emerso nel processo - indietreggiò, ma poi cadde a terra picchiando violentemente la testa sul cordolo del marciapiede. Le condizioni di Cerabino, velocemente soccorso, vennero giudicate molto serie tanto che qualche giorno più tardi - e precisamente il 9 maggio 2006 - morì nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale civile di San Vito al Tagliamento. A quel punto il pm Facchin iscrisse Diego Berton sul registro degli indagati, contestandogli l’accusa di omicidio preterintenzionale (un delitto determinato da un’azione che aveva avuto conseguenze più gravi di quelle che erano nelle intenzioni del responsabile dell’azione stessa). Nello stesso tempo ordinò una serie di accertamenti per chiarire le cause della morte dell’ex vigile del fuoco. La perizia medico legale chiarì che Cerabino era morto a causa della ferita alla testa e non per un malore. Ieri, dopo alcuni rinvii, c’è stata l’udienza decisiva. Il pm Facchin ha chiesto la condanna di Berton a 5 anni di reclusione, mentre l’avvocato difensore Donadon ha proposto l’assoluzione.

L’avvocato Donadon, in attesa delle motivazioni della sentenza, ha annunciato Appello. «Quello che è stato affrontato - ha detto il legale - è stato un processo complicato. La sentenza è pesante, ma il cliente rischiava 20 anni». Nel processo potrebbero aver pesato il tormentato percorso esistenziale di Berton e i recenti fatti di cronaca che lo hanno avuto per protagonista. Qualche settimana dopo l’omicidio venne arrestato per una rapina in casa. Ottenuti gli arresti domiciliari si è reso protagonista di evasione.

Roberto Ortolan


IL MATTINO

ACERRA 

Botte a padre, medico e carabiniere: preso

ENRICO FERRIGNO Acerra. Prima picchia il padre, poi un medico del pronto soccorso e non contento dà una testata ad un carabiniere che nel frattempo era intervenuto con un collega. È accaduto l’altro giorno ad Acerra nel centralissimo corso Italia. Il protagonista della rissa infinita è stato arrestato e ieri mattina condannato dal Tribunale di Nola a 4 mesi di reclusione. Si tratta di Mauro Tufano di 23 anni che, in preda ai fumi dell’alcol non ha voluto sentire ragioni mandando in subbuglio per alcuni minuti la saletta del pronto soccorso della locale clinica dei fiori. Nel tentativo di bloccare le sue escandescenze un carabiniere della stazione di Acerra, al comando del maresciallo Vincenzo Vacchiano, dipendente dalla compagnia di castello di Cisterna, coordinata dal capitano Orazio Ianniello, è stato colpito da una testata in pieno viso. Il litigio familiare è cominciato l’altra mattina nell’abitazione della famiglia Tufano in corso Italia. Il padre Giovanni e suo figlio Mauro se le stavano dando di santa ragione quando sono intervenuti i militari per riportare la calma. Ma non c’è stato nulla da fare. Il giovane fuori di sé ha rotto con un pugno il lunotto termico di un’auto parcheggiata in un distributore di benzina. Ed è così che i due sono stati accompagnati dal nonno e dai carabinieri in clinica per essere medicati. Sembra che tutto fosse stato ricondotto nell’alveo della normalità. Invece non è stato così. Mauro alla vista della siringa con all’interno un sedativo ha ricominciato a dare in escandescenze. Non perché non voleva che gli si somministrasse il medicinale ma perché non intendeva assolutamente che si prestassero le cure al padre Giovanni, 50 anni. Dapprima ha schiaffeggiato un medico del pronto soccorso e poi, in piena crisi di violenza, ha minacciato di sfasciare tutto. Nel frattempo è giunta la pattuglia di turno della locale stazione dei carabinieri. Uno dei militari ha tentato di bloccare mauro Tufano. Ed è a questo punto che il giovane incensurato, con il chiaro intento di sfuggire alla presa del carabiniere, ha sferrato una testata sullo zigomo sinistro del militare. Alla fine i militari sono riusciti a immobilizzarlo: è stato condannato per direttissima 4 mesi di reclusione, pena sospesa. 


GAZZETTA DI MANTOVA

Donna in coma, sentiti marito e amici

Erano dietro di lei di ritorno dalla festa. La loro auto è sequestrata

CASTELBELFORTE. La Procura della repubblica di Mantova ha aperto un’inchiesta sull’incidente nel quale è rimasta gravemente ferita Elisa Burlini. La 30enne di Castelbelforte, sbalzata dalla sua auto finita nel fosso e scagliata sull’asfalto, infatti, sarebbe stata investita da un’altra vettura che probabilmente non l’ha vista per il buio ma che non si è nemmeno fermata per prestare soccorsi.

A seguito di una serie di accertamenti la polizia ha deciso di sequestrare la Fiat Brava condotta da un amico della ragazza che la seguiva a breve distanza. Con lui anche il marito e altre due ragazze. Quando gli agenti sono arrivati sul posto però non li hanno trovati.

Evidentemente erano partiti per raggiungere l’ospedale e sincerarsi delle condizioni della giovane. Non essendo però tornati sul luogo dell’incidente e avendo dichiarato che si trovavano dietro la Seat Ibiza della donna, gli agenti li hanno sentiti il giorno dopo, proprio per escludere un loro coinvolgimento. Attraverso il confronto di tutte le testimonianze, comprese ovviamente quelle di chi si è fermato e ha dato l’allarme al 118, sarà possibile delineare una prima ipotesi dell’accaduto.

Ciò che sembra essere certo è comunque la presenza di un pirata della strada. Sull’asfalto, infatti, gli agenti hanno rinvenuto una traccia di sangue compatibile con un trascinamento del corpo. A tal proposito sono stati analizzati pure gli abiti. Anche l’auto sequestrata, apparentemente, non porta i segni evidenti di un impatto ma a dire l’ultima parola saranno i rilievi della Scientifica.

Un altro fondamentale aiuto alle indagini potrebbe venire dai filmati registrati dalle telecamere fatte installare dal comune di Castelbelforte, proprio su quella strada. E una cosa è certa: l’auto pirata è stata sicuramente ripresa.

Nel frattempo continuano ad essere disperate le condizioni di Elisa Burlini, ricoverata nel reparto di Rianimazione di Mantova. La giovane è risultata positiva anche all’alcoltest e questa potrebbe essere stata una delle cause dell’incidente.

Il fatto poi che sia stata sbalzata fuori dall’abitacolo potrebbe essere spiegato dalla mancanza delle cinture di sicurezza.

(go)


WINENEWS

Grinzane Cavour - 22 Novembre 2007

NASCE IN PIEMONTE L’OSSERVATORIO NAZIONALE SUL CONSUMO CONSAPEVOLE DEL VINO. LA SEDE SARA’ IL CASTELLO DI GRINZANE CAVOUR 

Parte dal cuore dal Piemonte enologico una nuova iniziativa che guarda al rapporto tra vino e salute: sarà il Castello di Grinzane Cavour la sede del neonato Osservatorio Nazionale sul consumo consapevole del vino. L’iniziativa è stata promossa dall’Enoteca Regionale Piemontese “Cavour”, dal Consorzio Tutela Barolo Barbaresco Alba, Langhe e Roero, dal Consorzio Turistico Langhe, Monferrato e Roero, dall’Ente Turismo Alba, Bra, Langhe e Roero e dall’Associazione Go Wine, (*) che avrà anche il compito di curare la segreteria dell’Osservatorio (tel. 0173/364631 - info@gowinet.it). Lo scopo dell’Osservatorio sarà quello di comunicare e divulgare il consumo consapevole e le proprietà salutistiche del vino, nella certezza che alla qualità del vino debba essere associato un consumatore attento che non solo apprezza il prodotto, ma è informato e documentato sugli effetti benefici per l’organismo derivanti da un corretto consumo del vino di qualità.

All’interno dell’Osservatorio è stato istituito un Comitato Scientifico che sarà coordinato da un esponente scelto fra le organizzazioni di categoria di produttori vitivinicoli e dal professor Attilio Giacosa, del Dipartimento di gastroenterologia del Policlinico di Monza, nonché ricercatore presso l’Istituto Nazionale per la ricerca sul cancro di Genova: saranno inoltre coinvolti esperti nel campo della scienza dell’alimentazione, dell’enologia, della legislazione, della comunicazione e della gastronomia. Fra le prime iniziative un convegno in programma il 24 novembre nel Castello di Grinzane Cavour che sarà incentrato sul tema vino e salute e comunicherà lo stato attuale del mondo della ricerca sulle proprietà salutistiche del vino.

Il presidente dell’Osservatorio sarà Tommaso Zanoletti, presidente dell’Enoteca Regionale Piemontese, che dichiara: “Dobbiamo difendere con forza il mondo del vino da messaggi fuorvianti che tendono ad equiparare ingiustamente il vino ai superalcolici o alle droghe. E’ un tema di grande importanza ed attualità e rappresenta un ulteriore modo per valorizzare il lavoro di tanti viticoltori ed aziende vinicole impegnate in una costante azione e ricerca della qualità. Promuovere una corretta comunicazione verso il consumatore – prosegue Zanoletti – è un mondo concreto per rafforzare il rilievo e la dignità che la viticoltura italiana ha nella tradizione rurale del Paese”.

Focus: La prima newsletter inviata dall’Osservatorio Nazionale sul consumo consapevole del vino

(…) Un’iniziativa che parte dal Piemonte, in un territorio, quello di Langhe e Roero, da sempre attento a comunicare la cultura del vino e del bere bene e che si propone di operare in campo nazionale con l’intento di aggregare istituzioni del settore in tutta Italia ed anche singoli cittadini per diffondere nel modo più ampio gli obbiettivi che stanno alla base dell’Osservatorio:

- promuovere una corretta comunicazione verso il grande pubblico ed i consumatori sulle proprietà salutistiche del consumo moderato e consapevole del vino;

- attivare ricerche scientifiche epidemiologiche, biologiche e cliniche per implementare le conoscenze dei principi attivi presenti nell’uva e nel vino;

- divulgare ogni ricerca o contributo di carattere scientifico teso a documentare gli effetti benefici sull’organismo umano derivanti da un corretto consumo del vino di qualità;

- favorire sempre di più un consumo consapevole del vino, unendo ai consolidati valori della piacevolezza della degustazione, una maggiore conoscenza sulle potenzialità benefiche e preventive di molti composti contenuti nell’uva e nel vino;

- contrastare ogni illogica equiparazione del vino con i superalcolici e/o con le droghe;

- contribuire attraverso le azioni sopradescritte a tutelare e valorizzare il lavoro di tanti viticoltori ed aziende vinicole impegnate in una costante azione a ricerca della qualità;

- affermare, anche attraverso documentate ricerche scientifiche, il rilievo e la dignità che la viticoltura italiana ha nella tradizione rurale del Paese, come bene e valore condiviso da molti territori da sempre dediti alla coltivazione della vite. 

(*) Nota: è evidente che qualsiasi organizzazione che pretenda di basarsi su un approccio scientifico non dovrebbe avere interessi economici nel campo che intende studiare. Non credo che un’osservazione ed una valutazione sul consumo di vino, fatta da produttori e promotori del vino stesso, possa sostenere di avere un valore scientifico. Come possiamo credere a chi osserva la realtà attraverso il fondo di un bicchiere.


PREVENTION ROUTIERE

FRANCIA

Capitano Sam.

Secondo uno studio recente "giovani, uscite e guida" fatta da l’associazione Prévention Routière e gli assicuratori della FFSA, il consumo di alcol è ancora onnipresente e elevato durante le serate nei ragazzi dei 18-24 anni: Tuttavia 72% di loro affermano nominare "un capitano di serata" durante l’uscita in gruppo: Per rinforzare questa pratica, l’associazione Prévention Routiere e la FFSA hanno organizzato unA grande campagna di sensibilizzazione alla radio, con manifesti e su Internet. Il 17 novembre è stata organizzata la quarta notte dei capitani di serata, che ha mobilitato più di 700 volontariati in 80 dipartimenti della Francia e ha permesso a più di 10.000 capitani Sam di esercitare il loro super-potere: quello di non bere!

GRAN BRETAGNA.

Il dipartimento degli trasporti britannici ha appena lanciato una campagna di sicurezza stradale verso i genitori dei ragazzi dai 4 agli 11 anni. L’obiettivo è di fare prendere coscienza ai genitori sul ruolo che hanno nel educazione stradale di loro bambini. Lo solgan "CopyaCat" (Copiatore) ricorda che i bimbi imparano prima di tutto per imitazione, riproducendo quello che fanno i "grandi".


SEGNALAZIONE DI ANDREA NOVENTA

Binge Drinking by Adolescents and Young Adults has Long-term Health Consequences

Libraries Medical News Keywords

BINGE DRINKING; ALCOHOL; DIABETES; ADOLESCENTS 

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Description

New research into lifelong alcohol consumption reveals that heavy binge drinking by adolescents and young adults is associated with increased long-term risk for heart disease, high blood pressure, type 2 diabetes, and other metabolic disorders. The risk is lower in people who start drinking alcohol later in life and maintain more moderate drinking patterns. 

Newswise — New research into lifelong alcohol consumption reveals that heavy binge drinking by adolescents and young adults is associated with increased long-term risk for heart disease, high blood pressure, type 2 diabetes, and other metabolic disorders. The risk is lower in people who start drinking alcohol later in life and maintain more moderate drinking patterns.

The study, accepted for publication in the Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism (JCEM), also indicates that the increased health risks were independent of the total amount of alcohol consumed over a lifetime, or whether or not people stopped or curtailed drinking as they matured.

"To fully understand the effect of alcohol consumption on health, you need to consider lifetime drinking patterns," said Dr. Marcia Russell of the Pacific Institute for Research and Evaluation’s Prevention Research Center in Berkeley, Calif., and senior author of the study. "Early initiation of alcohol drinking and heavy drinking in adolescence and early adulthood seem to be associated with a number of adverse health effects collectively known as the metabolic syndrome.”

The term metabolic syndrome describes a cluster of metabolic risk factors that increase the chances of developing heart disease, stroke, and type 2 diabetes. The exact cause of the metabolic syndrome is not known, but genetic factors, too much body fat (especially in the waist area), and lack of exercise increase the risk of developing the condition.

Russell and her colleagues based their research on data from the Western New York Health Study (WNYHS), conducted between 1996 and 2001. This study retrospectively collected lifestyle information on more than 2,800 people who reported that they were regular drinkers at one point in their lives. The study also collected data on the prevalence of the metabolic syndrome and its individual components, including obesity, high triglycerides, low HDL cholesterol, elevated blood pressure, and high fasting glucose.

The WNYHS study revealed two distinct lifetime drinking trajectories among people who were ever regular drinkers. Drinking trajectory refers to the variability in drinking behavior over the span of a person’s lifetime.

Early peak lifetime trajectories were characterized by early and heavy drinking followed by a sharp reduction in alcohol intake. Stable trajectories were characterized by more moderate intakes over a longer period of life. Lifetime drinking patterns included total years of drinking, first and last age of regular drinking, total volume of alcohol consumed, and many other factors. Early peak drinkers were, on average, 10 years younger than stable drinkers. Despite this age difference, the early peak drinkers still had a modestly higher risk of developing metabolic syndrome.

“Drinking patterns associated with early peak and stable drinking trajectories were distinctly different,” said Russell. “Early peak drinkers generally began drinking earlier than stable drinkers. They drank fewer years, less frequently, and consumed less volume of alcohol over their lifetimes, but averaged more drinks per drinking day and had higher rates of episodic heavy drinking and intoxication.”

The researchers speculate that the reason for the increased risk for metabolic syndrome found in the study may be associated with the adverse health effects of early unhealthy drinking patterns, which were carried over to later life. Also, early peak drinkers may have adopted other lifestyle habits detrimental to cardio-metabolic health.

The lead author of the study is Dr. Amy Fan, also of the Prevention Research Center. Other study authors include Dr. Saverio Stranges of the University at Buffalo, N.Y., and the University of Warwick, U.K.; and Drs. Joan Dorn and Maurizio Trevisan of the University of Buffalo.

Russell also was lead developer of the Cognitive Lifetime Drinking History, a computer-assisted personal interview designed to assess drinking patterns retrospectively over the lifetime in studies of chronic conditions related to alcohol use.

The paper “Association of Lifetime Alcohol Drinking Trajectories with Cardiometabolic Risk” will be published in the January 2008 issue of JCEM, a publication of The Endocrine Society.

For more information on the metabolic syndrome, visit: http://www.hormone.org/pdf/bilingual/bilingual_met_syndrome.pdf

Founded in 1916, The Endocrine Society is the world’s oldest, largest, and most active organization devoted to research on hormones and the clinical practice of endocrinology. Today, The Endocrine Society’s membership consists of more than 14,000 scientists, physicians, educators, nurses and students in more than 80 countries. Together, these members represent all basic, applied and clinical interests in endocrinology.

Maurizio Trevisan, M.D., was at the University of Buffalo for 22 years, but as of October 1 he is Executive Vice Chancellor and CEO of the Health Sciences System of the Nevada System of Higher Education.


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