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Rassegna stampa Alcol e guida del 21 novembre 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

L’ARENA

CARLO BOSSI
«Più della cocaina ci fa paura l’alcol»
«Non c’è nulla di nuovo: il consumo di cannabis, cocaina e di altri stupefacenti sul nostro territorio è sempre esistito. La grande novità sta semmai nel fatto che, col passare degli anni, si è ampliato e si è progressivamente abbassata l’età degli assuntori che già a 14-15 anni fumano spinelli quando un tempo la prima trasgressione era costituita dalla sigaretta». Così Carlo Bossi, direttore del Servizio dipendenze dell’Ulss 21 competente per 16 Comuni della Bassa, commenta il fenomeno riesploso in città a margine delle recenti operazioni anti-droga condotte dai carabinieri.

L’hashish è ancora lo stupefacente più in voga tra i giovanissimi?
In base ad una ricerca condotta dal nostro Servizio tra i giovani dai 14 ai 34 anni è al secondo posto mentre al terzo c’è la cocaina.
La prima droga è rappresentata, invece, dall’alcol che spesso viene combinato con altre sostanze psicoattive per ricercare lo sballo specie nei fine settimana. Il problema è che questa forma di dipendenza rimane spesso sommersa e che gli alcolici non vengono considerati una sostanza nociva quando invece due birre o un paio di cocktail equivalgono ad uno spinello. Con l’effetto che i rischi si moltiplicano ed emergono più avanti con l’età.
Tant’è che negli ultimi cinque anni gli alcoldipendenti in cura al Serd sono lievitati del 50 per cento con oltre 120 casi seguiti nel 2006.

Le recenti indagini hanno evidenziato anche un forte incremento della cocaina. I dati statistici lo confermano?

Certamente. Mentre negli ultimi otto anni gli assuntori di cannabinoidi e di eroina seguiti nei nostri programmi di recupero sono rimasti pressochè costanti - rispettivamente 27 e 205 casi trattati nei primi 10 mesi di quest’anno contro i 35 e i 203 del 2000 - i cocainomani sono addirittura quintuplicati: sono balzati, infatti, dagli 8 del 2000 ai 42 dello scorso ottobre.
Tra i tossicodipendenti segnalati al Serd dalla Prefettura come assuntori abituali qual è invece la droga più diffusa?
In base alle 112 segnalazioni pervenute quest’anno alla nostra struttura cannabinoidi e cocaina si equivalgono. Sono stati registrati, infatti, 46 consumatori di cannabis, con un’età media di 26 anni, contro 44 cocainomani, di cui 38 maschi al di sopra dei 30 anni. Altri 19 fanno, invece, uso di eroina e tre di ecstasi. Di questi sono una piccola percentuale si rivolge a noi per iniziare un percorso di disintossicazione in quanto, in base alle nuove leggi, presentarsi al Serd non è più obbligatorio.
Quindi i cannabinoidi non conoscono crisi?
Quella da cannabinoidi resta una dipendenza rilevante che, al pari dell’abuso di alcol, non va trascurata. Invitiamo, perciò, gli assuntori a contattarci: la cannabis è una droga a tutti gli effetti, che consumata a dosaggi elevati può produrre gravi danni.


L’ARENA

SICUREZZA. Il prefetto Fortunati e il presidente della Provincia Mosele a confronto con un gruppo di primi cittadini e con le forze dell’ordine
Alcol e incidenti, si punta alla strategia degli orari
I sindaci chiedono al comitato per l’ordine pubblico che la chiusura di bar e discoteche di paesi vicini avvenga alla stessa ora Non c’è alcun dato allarmante ma vogliamo avere un presidio sul territorio


ITALIA FORTUNATI
PREFETTO DI VERONA
Camilla Madinelli
Incontrare i sindaci e gli amministratori locali della Provincia per fare il punto su sicurezza e ordine pubblico. Quali sono i problemi più diffusi sul territorio provinciale, da verificare e risolvere grazie alla collaborazione tra forze dell’ordine e amministratori? Per cominciare a dare qualche risposta a questa domanda generale e anche ad altre questioni più specifiche da individuare insieme, il prefetto Italia Fortunati in accordo con il presidente della Provincia Elio Mosele ha indetto ieri pomeriggio il primo degli incontri tra Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica e sindaci della provincia (gli altri sono previsti il 23 e 27 novembre).
Al tavolo del prefetto gli amministratori dei primi dieci comuni scelti per omogeneità demografica e tematica: i primi cittadini di Negrar Alberto Mion, di Sant’Ambrogio Nereo Destri, di Grezzana Mauro Bellamoli, di San Giovanni Lupatoto Fabrizio Zerman e di San Martino Buon Albergo Valerio Avesani, e assessori di Caprino, Lavagno, San Bonifacio, San Giovanni Ilarione e San Pietro in Cariano.
«Non è emergenza e non c’è nessun dato allarmante», ha tranquillizzato il prefetto Fortunati. «L’incontro fa parte del lavoro di routine che svolgiamo ogni giorno per avere un presidio sul territorio il più possibile mirato. Si tratta di avere un proficuo scambio d’informazioni con chi il territorio lo governa alla base e conosce da vicino le problematiche che vanno affrontate e risolte, in un ottica di prevenzione e contrasto dei diversi fenomeni criminali».
Ma la novità c’è. Per la prima volta, infatti, sindaci e amministratori si sono ritrovati in gruppo e non singolarmente in Prefettura per focalizzare insieme il presente e decidere in accordo le strategie da attuare per il futuro sotto molteplici punti di vista. Un aspetto di collegialità e confronto che è stato molto apprezzato dagli amministratori locali, che si sono detti soddisfatti del primo incontro unitario sul tema sicurezza e ordine pubblico.
Tra le questioni più concrete su cui hanno discusso Comitato e comuni c’è quella dell’auspicabile coordinamento degli orari di chiusura dei locali notturni in aree limitrofe. Una esigenza molto sentita dagli amministratori e messa sul tavolo subito, come rivela il sindaco di Negrar Mion, «per evitare lo spostamento dei giovani alla ricerca di luoghi d’incontro ancora aperti, prevenire l’abuso di alcolici e conseguenti incidenti stradali».
Per quanto riguarda Negrar, il primo cittadino ha ricordato le ultime iniziative prese in fatto di sicurezza, come l’installazione di una decina di telecamere in vari punti. E la necessità di tenere conto di un senso di insicurezza dilagante tra la popolazione, anche se la situazione non è così preoccupante.
«Bisogna evitare differenze tra comuni e prendere decisioni che si rafforzino a vicenda», ha affermato il presidente della Provincia Elio Mosele. «Comunque, il quadro generale che è emerso da questo incontro con i primi comuni scelti è che la situazione, pur nelle diverse realtà, non è così grave. Va però tenuta monitorata costantemente e in stretto contatto con le realtà locali».


IL GAZZETTINO (Rovigo)

ACAT E SERT 
Secondo incontro per promuovere la lotta all’abuso di alcol
(e.g.) Questa sera alle 20.30, alla cooperativa Delta Padano a Scardovari, si terrà il secondo dei tre incontri organizzati dal Comune e dal Sert per parlare e mettere in atto iniziative contro l’abuso di alcolici. «Con questa iniziativa - spiega l’assessore Vilfrido Gilberto Siviero - vogliamo dare gli strumenti per comprendere e affrontare un fenomeno che non riguarda solo i giovani, ma tocca un po’ tutta la società». Al primo incontro hanno partecipato le associazioni Solidarietà Delta, Luce sul mare e Avsi, delle cooperative pescatori Delta Padano e Po, della società sportiva Scardovari, del Comitato fiera, catechiste e insegnanti, questa sera e lunedì 26 tutti potranno partecipare. Relatori i dottori Andrea Finessi e Caterina Forza (Sert) e Guglielmo Marangoni (Acat).


IL GAZZETTINO

Che cosa succede se un automobilista ...
Che cosa succede se un automobilista si oppone all’alcoltest? L’incidenza è bassa, non arriva al 5 per cento, eppure gli agenti della Polstrada qualche volta si trovano a redigere verbali per coloro che rifiutano di sottoporsi all’etilometro. Non ci sono conseguenze penali. Scatta invece una sanzione di 2500 euro e il fermo amministrativo del veicolo nel caso sia di proprietà della persona controllata. Se il conducente non vuole "soffiare" dopo un incidente stradale, la sanzione sale a 3000 euro, con la pena accessoria del ritiro della patente per sei mesi e il fermo dell’auto (sempre se è di proprietà).
Può anche capitare che i poliziotti procedano con la segnalazione all’autorità giudiziaria. Questo avviene quando il soggetto è in evidente stato d’ebbrezza e presenta determinati sintomi: non si regge in piedi, ha l’alito che sa di alcol, farfuglia, risulta alterato. E se l’automobilista è da solo, non ha nessuno che possa guidare al suo posto e magari comincia a diventare aggressivo? Sono quelle situazioni in cui il poliziotto, per tutelare l’incolumità altrui, deve valutare se procedere con il sequestro preventivo della vettura, in modo tale da prevenire eventuali incidenti stradali.


CORRIERE ADRIATICO

Una vasta operazione dei carabinieri di Novafeltria
Caccia agli automobilisti ubriachi Una raffica di multe e denunce
NOVAFELTRIA - I carabinieri della Compagnia di Novafeltria sono stati recentemente impegnati in un servizio di controllo della circolazione stradale finalizzato a contrastare il fenomeno delle “stragi del sabato sera”: una persona denunciata, una multata per ubriachezza, 7 oggetto di contravvenzione al Codice della strada, 21 punti decurtati sulla patente.
Questo è il risultato dei servizi svolti nel 3° weekend di novembre dai militari nelle tre valli del Marecchia, Foglia e Conca. In questa vasta operazione sono state impegnate le stazioni carabinieri ed il Nucleo operativo e Radiomobile della Compagnia. Nel corso dei controlli i militari hanno denunciato a piede libero A.L., un 23enne di San Leo, sorpreso a Novafeltria alla guida della propria autovettura Renault Clio in stato di ebbrezza alcolica, riscontrata dai militari del Radiomobile mediante l’utilizzo dell’apparato etilometrico (tasso alcolico pari a 2,07 g/l). La patente di guida, ovviamente, gli è stata ritirata. E’ stato poi sanzionato amministrativamente S.M., 24enne di Bagno di Romagna perchè nei pressi di un bar di Sant’Agata Feltria è stato sorpreso in evidente stato di ubriachezza dai militari della locale stazione dei carabinieri; inoltre sono state come detto elevate 7 contravvenzioni al codice della strada con il ritiro di 1 patente e 2 carte di circolazione.
Nel corso del servizio effettuato, i carabinieri della Compagnia di Novafeltria hanno controllato 250 mezzi e 300 persone. Il servizio sarà presto replicato.


IL SECOLO XIX

Bimbo accoltellato dal padre ubriaco l’uomo è già tornato in libertà
Ferito per difendere la mamma aggredita dal marito dopo l’ennesima scenata di gelosia
Albenga. «Tua moglie fa la prostituta». Lui torna a casa ubriaco, aggredisce la consorte e a farne le spese è il figlioletto di dieci anni che nel tentativo di difendere la madre dalla furia del padre rimedia una coltellata a una mano. La drammatica vicenda, conclusasi con l’arresto del marito violento, è avvenuta tra domenica e lunedì in via dell’Agricoltura, una delle zone della città dove è più numerosa la presenza extracomunitaria, spesso con condizioni di vita estremamente precarie.
Qualche tempo fa Mohammed el Ajiouri aveva ricevuto una telefonata anonima, che accusava la moglie trentottenne di esercitare la più antica professione del mondo. La telefonata, secondo alcuni vicini e conoscenti, ascoltati dai carabinieri, aveva risvegliato la gelosia dell’uomo che da allora avrebbe avuto più volte comportamenti aggressivi nei confronti della moglie. Lunedì sera Mohammed el Ajiouri deve avere alzato il gomito più del solito, ed è arrivato a casa attorno alla mezzanotte in preda a un inarrestabile furore. Una violenta litigata con la moglie ha indotto qualche vicino ad avvisare i carabinieri che si sono precipitati sul posto riuscendo a placare, almeno per il momento, le ire dell’extracomunitario. Tutto sembrava rientrato nei binari di una normale vita domestica, anche se magari con qualche incomprensione. Nel pomeriggio di martedì, però, la situazione è precipitata. I due coniugi hanno ricominciato a litigare furiosamente davanti ai figli di 13 e 10 anni. Verso l’ora di cena la lite è degenerata, l’uomo ha cominciato a spintonare la moglie, mentre la donna si è accorta che il marito nascondeva un coltello da cucina ed ha tentato di disarmarlo e tranquillizzarlo. La cosa, però, anziché indurre l’uomo a miti consigli lo ha irritato ancor più, scatenando una violenta colluttazione. I due figlioletti, vedendo la madre in pericolo, hanno tentato di mettersi in mezzo per difenderla. Il minore ha ricevuto un fendente, probabilmente involontario, a una mano. Una ferita che i medici del pronto soccorso hanno medicato e giudicato guaribile in tre settimane. Fortunatamente il coltello è sfuggito di mano all’uomo ed è finito a terra. La più svelta ad impossessarsene è stata la figlia maggiore, che poi ha cercato rifugio in casa dei vicini, seguita dalla madre e dal fratellino ferito. La prontezza di riflessi della ragazzina ha probabilmente evitato che la vicenda assumesse contorni più drammatici e permesso alla madre di uscire illesa dalla lite con il marito.
Ovviamente nel frattempo qualcuno ha avvertito i carabinieri e sul posto si è presentata una pattuglia della stazione di Ceriale, che ha sorpreso l’uomo mentre bussava violentemente contro le porte dei vicini, danneggiandone alcune, nel tentativo di raggiungere la moglie. L’arrivo dei militari non è stato sufficiente a tranquillizzare l’uomo, che anzi ha strattonato i carabinieri nel tentativo di fuggire e ha continuato a inveire contro la moglie, minacciandola ripetutamente di morte.
A quel punto per lui sono scattate le manette, con l’accusa di lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale. Dopo l’arresto l’uomo ha accusato un malore, causato da problemi di pressione uniti probabilmente all’eccesso di alcol, ed è stato ricoverato all’ospedale di Albenga dove è rimasto per alcune ore piantonato dai carabinieri.
Ieri mattina Mohammed el Ajiouri è comparso davanti ai giudici, assistito dal legale Giuseppe Maiello. I giudici hanno convalidato l’arresto e disposto la scarcerazione dell’uomo in considerazione dell’assenza di precedenti penali.
Così l’uomo ha fatto ritorno a casa in attesa del processo (il suo legale ha chiesto i termini a difesa, rifiutando quindi il rito abbreviato). A quanto pare la moglie sarebbe intenzionata a perdonare le intemperanze del marito, anche se probabilmente adesso i vicini di casa resteranno con le orecchie dritte e le forze dell’ordine circoleranno con più frequenza nella zona per verificare che non ci siano ulteriori sviluppi negativi per la famiglia.
Luca Rebagliati


IL GAZZETTINO (Belluno)

VALLADA Ha patteggiato il camionista russo che un anno fa, ubriaco, uccise un’anziana ferendo figlia e nipote 
Distrusse una famiglia: 20 mesi
L’uomo era accusato di omicidio e lesioni colpose. Ora scatta la causa per il risarcimento 
Vallada (si.p.) Ha patteggiato un anno e otto mesi di reclusione per omicidio e lesioni colposi e guida in stato di ebbrezza il camionista russo che, nel pomeriggio del 6 novembre 2006, travolse una famiglia agordina uccidendo una anziana e causando gravissime ferite alla figlia e al suo bambino. L’iter penale di questa drammatica vicenda si è concluso ieri davanti al giudice per le indagini preliminari Federico Montalto, che ha sospeso la patente all’uomo per un anno. Un documento peraltro non ancora ritirato dal camionista russo. Il giudice ha anche liquidato le spese di costituzione in parte civile per i familiari che però dovranno ora affrontare una lunga battaglia civilistica per ottenere il giusto risarcimento ai danni subiti. Un danno non ancora quantificato ma che si preannuncia a dir poco milionario. In quel drammatico pomeriggio di un anno fa infatti, il camion condotto da Alexander Annenkov, 45 anni, russo di Volgograd, difeso dall’avvocato pordenonese Giorgio Baldasso, sbandò al Casonetto di Feltre, travolgendo la Peugeot 107 condotta da Tiziana Lorenzi, consigliere comunale a Vallada da due mandati, e con a bordo il figlioletto Emilio e la madre Flora Manfroi. Quest’ultima, che aveva 81 anni, morì sul colpo. La figlia, oggi 49enne, ha subito l’amputazione della gamba destra. Anche il piccolo, 10 anni, fu ricoverato a lungo in rianimazione. La donna, con il marito Riccardo De Dea, titolare del ristorante Val Biois, e con la sorella, si è costituita parte civile appoggiandosi all’avvocato Stefano Bettiol. Per ottenere il risarcimento, a meno di un accordo con l’assicurazione, sarà necessaria una causa civile. L’ente preposto non ha però ancora nominato l’agenzia italiana che dovrà intermediare con quella da cui risulta coperto il camion, National Bureau of Bulgarian. (*)
(*) Nota: al danno subito, alle vittime della strada, si aggiunge spesso la beffa di una giustizia che non tutela a sufficienza i soggetti deboli, o non lo fa in tempi adeguati. È già difficile accettare delle condanne irrilevanti, ancora più difficile lo è tollerare la sostanziale impossibilità che alle vittime venga riconosciuta l’indennità del danno subito.


IL TIRRENO

Due ragazzi morirono sulla Senese L’uomo al volante aveva bevuto
GROSSETO. Mentre la politica si azzuffa sulle colpe dei ritardi per l’ammodernamento della Grosseto-Siena, sulla Grosseto-Siena si continua a morire. E nei tribunali continua la mesta processione di fascicoli aperti sulle tragedie della statale 223. Storie sempre dolorose, a volte terribili. Terribili come quella di Eduart Pepkolaj e Vladimir Ndou, morti il 29 giugno del 2006 sull’asfalto della Senese, in località Cerreta, a Civitella.
Vladimir aveva 23 anni, Eduart 21: due ragazzi albanesi giunti in Italia in cerca di fortuna. Stavano a Poggi del Sasso (Cinigiano), dove lavoravano come operai, dall’alba alla sera, infaticabili e bene inseriti nella piccola comunità. Quella notte erano a bordo di un’Audi 80, di ritorno da una cena a Siena. Superato il bivio di Civitella l’auto sbandò nell’affrontare una curva. L’auto si schiantò contro il guard rail dalla parte opposta della carreggiata, chiudendo in una trappola senza scampo i due giovani: uno morì sul colpo, l’altro subito dopo il trasporto al Misericordia. L’unico sopravvissuto è Gezim Ndou, oggi 37enne, residente a Manciano, fratello maggiore di Vladimir. Gezim era al volante dell’Audi, quella notte. E tragedia nella tragedia, è lui a dover rispondere in Tribunale della morte del fratello e di Eduart Pepkolaj. Gezim, accertarono le analisi, si era messo al volante dopo aver bevuto troppo. E l’incidente fu causato dalla velocità eccessiva, circa 95 chilometri l’ora, con la quale affrontò quella curva maledetta. Accusato di duplice omicidio colposo, l’uomo ha chiesto al giudice dell’udienza preliminare, dottor Molino, il patteggiamento della pena: un anno otto mesi di reclusione, pena sospesa.


LA PADANIA

Bologna, romeni ubriachi picchiano agenti. Arrestati
Non solo si sono rifiutati di sottoporsi ai controlli, ma hanno anche minacciato e colpito gli agenti del 113 di Bologna.
Per questo un romeno di 27 anni e una sua connazionale di 18 sono finiti in manette nella tarda serata di lunedì. Verso le 21 un passante ha attirato l’attenzione di una volante che percorreva viale Pietramellara spiegando che nei pressi di piazzetta VII Novembre tre individui ubriachi stavano infastidendo due ragazze.
Sul posto la polizia ha trovato solo i tre che hanno colpito gli agenti con calci, pugni e sputi e hanno dato delle testate alla vettura degli agenti. La 18enne ha anche crepato un vetro delle celle in questura.
I due sono stati arrestati per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni finalizzate alla resistenza, minacce gravi e danneggiamento aggravato. E’ stato solo denunciato per resistenza, minacce gravi e rifiuto di fornire la propria identità il romeno di 28 anni che era con loro. Cinque poliziotti sono invece dovuti ricorrere alle cure dei sanitari: 4 sono stati giudicati guaribili in 7 giorni e uno in 3.


LA NAZIONE

IN VIA NOVELLI
Ubriaco disturba i passeggeri e blocca autobus al capolinea

Denunciato dalla polizia un ungherese 60enne per interruzione di pubblico servizio. L’uomo aveva bloccato un autobus che si trovava fermo al capolinea in via Novelli disturbando i passeggeri che scendevano e salivano sul mezzo
Firenze, - Ubriaco, ha molestato a più riprese i passeggeri che scendevano e salivano su un autobus fermo al capolinea di via Novelli. Denunciato un ungherese di 60 anni per interruzione di pubblico servizio.
L’uomo, in evidente stato di ebbrezza, agitava due bottiglie di liquore che teneva in mano, e già da un’ora disturbava i passeggeri, impedendo loro di salire sul mezzo e all’autobus di ripartire. A seguito di richiesta di intervento al 113 è intervenuta una volante. L’episodio è avvenuto lunedì 19 novembre intorno alle 20,30.


IL GAZZETTINO

Scrive col sangue "ti amo" alla ex
(m.a.) Un amore irrimediabilmente finito. Un uomo che non si rassegna. Una storia come tante che sfiora un tragico finale e che cambia il copione scritto col sangue grazie all’intervento della polizia.
Quando gli agenti delle volanti arrivano nell’appartamento di via Rossini, l’aspirante suicida, un trentacinquenne rumeno, ha già fracassato un lampadario: al suo posto c’è appeso il cappio al quale intende impiccarsi.
Ad avvertire il 113 è un amico italiano preoccupato dallo stato di prostrazione psicologica di M.C.: «Ho tentato di calmarlo ma ora non riesco più a mettermi in contatto con lui. Ho paura che stia facendo una pazzia». Lo aveva visto poco prima in stato confusionale, un occhio pesto, i pantaloni sporchi di sangue e con il suo sangue sulle pareti aveva scritto delle frasi d’amore rivolte alla ex compagna moldava: «Non riesco ad accettare che la nostra relazione sia finita - confida disperato - io senza di lei non posso vivere». Alla porta d’ingresso nessuna risposta, poi dalla finestra si affaccia un individuo visibilmente alterato: «Andate via, lasciatemi in pace, via». Per entrare nell’abitazione è necessario l’intervento dei vigili del fuoco.
Ma non appena i poliziotti tentano di varcare la soglia il rumeno li aggredisce verbalmente dicendo loro che non hanno alcun diritto di intromettersi in una vicenda che non li riguarda e cerca di impedirne l’accesso: «Non voglio il vostro aiuto».
Ha una vistosa ferita da taglio all’avambraccio ed è ubriaco fradicio, in preda a una crisi isterica. M.C., suo malgrado, viene soccorso e una volta medicato, i sanitari ne dispongono il ricovero in psichiatria.


IL GAZZETTINO

INSEGUITO E BLOCCATO UN UBRIACO
Cordenons
(sdz) -Mezz’ora di inseguimento e tre pattuglie, sabato pomeriggio, per bloccare un ubriaco che rischia di investire ciclisti e pedoni. Il mezzo, che è sfrecciato a folle velocità per le strade di Cordenons fino a raggiungere il centro di Pordenone, ha seminato il panico. Erano circa le 13.40 quando un agente della polizia municipale di Cordenons ha intercettato un’auto che procedeva zigzagando prima via Bellasio e poi via delle Fornaci. Qui, senza rendersi conto di essere seguito dalla pattuglia, il conducente ha improvvisamente bloccato l’auto tanto da consentire all’agente di Polizia di avvicinarsi e invitarlo ad accostare. Intimato il segnale di alt il guidatore, 60enne pordenonese, non si è fermato e, anzi, ha accelerato rischiando di investire l’agente. Quindi ha proseguito la corsa imboccando la strada statale 13 nel tentativo di dileguarsi. A fermare il folle guidatore, che nel frattempo aveva imboccato il ring a Pordenone, è intervenire anche la polizia. È scattata la denuncia, il ritiro della patente per sette mesi, oltre alla perdita di 23 punti e al sequestro del mezzo.


IL GAZZETTINO

ASOLO 
Il processo dopo il doppio incidente con fuga

Castelfranco
Sarà celebrato il 21 dicembre il processo nei confronti del romeno Ioan Sorin Buzura di 29 anni, protagonista sabato notte di un investimento con fuga e successivo inseguimento da parte degli agenti della Polstrada di Castelfranco, finendo per provocare un altro incidente. Il Giudice ieri mattina ha disposto per l’uomo l’obbligo di firma ogni giorno alle 19 alla stazione dei carabinieri di Asolo fino al giorno del processo. Il romeno è accusato di guida in stato di ebbrezza (il valore dell’alcotest era di 2.55), omissione di soccorso, fuga e resistenza pubblico ufficiale. L’uomo infatti sabato notte viaggiava ubriaco ed ha investito a Casella d’Asolo un ciclista mandandolo all’ospedale con 60 giorni di prognosi. Intercettato da una pattuglia della Polstrada ha tentato di fuggire dagli agenti ingaggiando una folle corsa che ha prodotto un altro incidente nell’innesto con la strada provinciale 667 montebellunese distruggendo un’altra auto e ferendo il conducente. Prima di essere definitivamente fermato ha anche tentato di sfuggire agli agenti, senza però riuscirci. Merita di essere segnalato un particolare: gli agenti della Polstrada di Castelfranco sono stati molto impegnati negli ultimi giorni soprattutto con le omissioni di soccorso dimostrando però un altro grado di professionalità perchè sono riusciti a rintracciare i responsabili. Qualche giorno fa infatti sono riusciti ad individuare l’autore di un incidente con omissione di soccorso avvenuto in Borgo Padova a Castelfranco una decina di giorni orsono: protagonista un marocchino. Sabato sera inoltre, sono riusciti ad intercettarlo subito e fermarlo dopo un avventuroso e spettacolare inseguimento.
G.Z.


IL GIORNALE DI VICENZA

PATENTE RITIRATA. Una donna fermata dai vigili in quartiere Prè
Alcol sette volte oltre il limite
Era da poco passato mezzogiorno di lunedì, quando una pattuglia della polizia locale ha notato l’anomalo procedere di una Ford Mondeo berlina, che percorreva via Quartiere Prè diretta verso Cartigliano. L’auto zigzagava e a un certo punto la guidatrice, al termine di un breve e ripido tratto in discesa, ha svoltato a sinistra per imboccare lo snodo che immette sulla superstrada, verso Trento.
La manovra è stata però molto mal eseguita: la Ford, che stava quasi per finire sull’aiuola, ha arrestato improvvisamente la sua corsa. I vigili hanno deciso immediatamente di effettuare un controllo dal quale è emersa una situazione parecchio sconfortante.
Al volante della Mondeo c’era una donna di 47 anni, M.T.B., residente a Bassano, la quale una volta uscita dall’abitacolo ha cominciato a barcollare e a rispondere alle domande della pattuglia in modo assai confuso. L’alito tradiva dore di alcol. La donna avrebbe ammesso di aver bevuto e la polizia dopo aver chiamato un congiunto al quale affidare l’auto, l’ha condotta al comando per sottoporla all’esame alcolimetro che ha dato un risultato elevato, di quasi 7 volte superiore al limite consentito.
Ovviamente è scattata la denuncia penale per guida in stato di ebbrezza. Le è pure stata ritirata la patente e le sono stati tolti 10 punti. L.Z.


IL GAZZETTINO

«Il vigile che ha fatto l’incidente in stato di ebbrezza passerà il resto della carriera in ufficio a passar carte» (*)
Montegrotto
(ri.ba.) "E’ ancora presto per parlare di licenziamento ma di certo sono disposto a prendere provvedimenti disciplinari seri perché quel giorno era già stato richiamato una volta". Non deve dormire sonni tanto tranquilli il vigile urbano di Montegrotto che sabato sera ha fatto un incidente perché si trovava al volante della sua auto in evidente stato di ebbrezza. Più di due grammi di alcol per litro di sangue secondo le analisi fatte al pronto soccorso dell’ospedale di Padova, il che non è proprio un semplice "bicchiere di troppo" visto che il limite per legge è fissato a 0,5. Ciò che è certo è che quella notte brava gli sta costando caro. Ora in dubbio è la sua carriera di vigile urbano. Di certo quando tornerà al lavoro gli sarà impedito di svolgere attività per strada. Non solo perché i suo colleghi vigili padovani che hanno rilevato l’incidente gli hanno ritirato la patente ma anche per precisa volontà del sindaco Luca Claudio.
Ed in effetti mettere lo stesso vigile magari proprio a multare automobilisti per guida in stato di ebbrezza non sarebbe proprio una bella immagine. Bene che gli vada il vigile passerà il resto della sua carriera in ufficio a smistare pratiche e scartoffie. "Ha avuto un comportamento molto scorretto - ha sottolineato il sindaco Luca Claudio - ognuno della sua vita fa quello che vuole ma quando è stato trovato ubriaco era in divisa e aveva appena staccato dal lavoro. Se il licenziamento sarà l’epilogo di questa vicenda io di certo non mi opporrò. Per il momento abbiamo aperto un fascicolo e stiamo a vedere". Il vigile si trovava alla guida della sua auto sabato sera quando, a causa dei fumi dell’alcol, è andato a scontrarsi contro il guard-rail della tangenziale di Padova. Per lui, oltre ai provvedimenti disciplinari presi a seguito dei risultati dell’alcol test, anche una settimana di prognosi per le contusioni.
(*) Nota: di fronte a diagnosi infauste c’è solitamente un forte ritegno a togliere ogni speranza agli interessati. Un po’ perché non si sa mai, un po’ perché la speranza stessa ha una valenza terapeutica. I problemi correlati all’alcol sono forse gli unici per i quali vengono emesse prognosi senza speranza. Questo nonostante che le possibilità di sostanziali miglioramenti siano relativamente alte, (molto più ad esempio che con le droghe illegali). In alcuni casi la rinuncia avviene addirittura prima che siano state provate tutte le opportunità terapeutiche. È il retaggio di una concezione che vede l’alcolismo come vizio. Concezione che porta a credere che le punizioni abbiano un effetto terapeutico.


IL TRENTINO

di Silvia Conotter
Pub nello spot anti-alcol «Denuncio la Provincia»

Trasmesso al cinema giovane si ubriaca al Tetley’s e poi muore
TRENTO. Effetti speciali al cinema non solo durante i film, ma anche nelle pubblicità prima dei trailers. Capita così che il pub Tetley’s di via degli Orti appaia, all’insaputa dei titolari, nello spot realizzato da Provincia e Comune per sensibilizzare i giovani contro l’abuso dell’alcol. «E’ grave associare questo posto alla morte di un ragazzo che ha bevuto troppo», dichiara Andrea Puzzanghera, che annuncia di voler procedere per vie legali contro chi gli ha rovinato l’immagine. Sono stati i clienti a dire al titolare che al cinema c’era uno spot che lo riguardava.
«Ma lo sapete che al cinema proiettano uno spot sociale girato nel vostro pub?». Andrea Puzzanghera e il padre Rosario si guardano sbalorditi: nessuno dei due ha mai dato l’autorizzazione per effettuare delle riprese simili. Così decidono di andare in una sala cinematografica a vedere di cosa si tratta, ma arrivano un attimo prima dell’inizio della proiezione e non riescono a vedere quelle immagini. Nei giorni seguenti più di un cliente fa accenno a quello che ha visto proiettato sul grande schermo, finché Andrea decide di informarsi meglio e scopre che lo spot in questione ha come protagonista un ragazzo che beve per tutta la sera al suo bancone e poi, ubriaco, prende il motorino per schiantarsi subito dopo. (*)
In alcune delle scene proiettate si vede chiaramente la facciata del Tetley’s così come si legge perfettamente il nome del pub sulla porta mentre il ragazzo esce per dirigersi a casa. «Mi sembra grave ciò che è accaduto, sia perché noi non ne eravamo al corrente ma soprattutto perché si dà un’immagine sbagliata del locale», protesta. Puzzanghera racconta infatti che la politica del pub è sempre stata orientata ad allontanare chi beve troppo: «E’ successo anche domenica sera, un gruppo di ragazzi ha ordinato ancora dei superalcolici, dopo averne già bevuti quattro a testa. Noi glieli abbiamo negati, costringendoli ad andarsene». Nessun problema nemmeno con i vicini.
Ma com’è possibile che l’ente pubblico sia entrato in possesso di quelle immagini e le abbia utilizzato senza pensare alle conseguenze di tanta evidenza? «L’unica volta che sono entrate nel locale delle telecamere è stato due anni fa - ricorda il titolare - erano dei ragazzini che dovevano effettuare un lavoro per scuola».
La campagna di sensibilizzazione di Provincia e Comune in realtà si compone di diversi spot, che a rotazione sono presenti nelle sale cinematografiche della città. E potrebbe essere che siano state girate proprio dagli studenti, in un’ottica partecipativa. «Avrebbero dovuto comunque chiedere l’autorizzazione per utilizzarle per lo spot - commenta Puzzanghera - io certamente non gliela avrei data. Vorrei vedere quale gestore lo farebbe».
L’intenzione dei titolari è ora quella di rivolgersi agli avvocati. «Hanno danneggiato l’immagine del locale, chissà quante persone avranno visto lo spot traendo delle conclusioni sbagliate - sostengono - comunque da Provincia e Comune ci aspettiamo in primo luogo delle pubbliche scuse».
(*) Nota: gli interventi di prevenzione sono tanto più efficaci quanto più offrono la possibilità di identificarsi con la situazione presentata. Un po’ di realismo non guasta. Non ci sono però solo giovani da sensibilizzare. Sarebbe utile che anche i gestori dei locali che somministrano alcolici si identificassero come soggetti che hanno un ruolo nella prevenzione. La prevenzione nei giovani non fa presa quando credono che siano gli altri a rischio. Nei baristi quando sono convinti che siano gli alcolici venduti dagli altri a far male.


IL MATTINO

I titolari del Femina (multato per aver venduto alcolici dopo le due di notte) stasera offrono gratis ai clienti una tazza di brodo di polpo.
I titolari del Femina (multato per aver venduto alcolici dopo le due di notte) stasera offrono gratis ai clienti una tazza di brodo di polpo. È la provocatoria iniziativa del locale di via Chiatamone. Ai tavoli, quindi, sarà servita una prelibatezza della cucina popolare napoletana. «La contravvenzione dei vigili - spiega Emilio Magliano, addetto stampa del Femina - può andar bene per le discoteche e i bar, che lavorano tutto il giorno, ma non per un night che ha una clientela di età matura, che ha l’interesse economico a consumare il meno possibile e che, soprattutto, comincia a lavorare non prima dell’una. Ai nostri clienti offriremo, quindi, dopo le due di notte, una salutare tazza di «’brore ’e purpo».


KATAWEBNEWS
Rugby, All Blacks: ‘Sanzione appropriata’ per Howlett ubriaco

Doug Howlett, ala degli All Blacks, ha ricevuto “una sanzione adeguata” per il comportamento tenuto dopo l’eliminazione della Nuova Zelanda dalla Coppa del Mondo di rugby.
21/11/2007 - Dopo la sconfitta nei quarti di finale contro la Francia, Howlett è stato arrestato all’aeroporto londinese di Heathrow: ubriaco, era saltato su due auto in sosta. Il giocatore, che con 49 segnature detiene il primato di mete realizzate tra i ‘tutti neri’, ha provveduto personalmente a risarcire le persone danneggiate. La federazione neozelandese (NZRU) ha tenuto conto del curriculum del 29enne prima di adottare il provvedimento disciplinare: nessun dettaglio sull’entità della sanzione, definita solo “appropriata”. (Spr)


LA NAZIONE

Tutti astemi alla mensa dell’ospedale L’Asl vieta vino e birra: rischio infortuni

IL SECOLO XIX

Bimbo accoltellato dal padre ubriaco

L’UNIONE SARDA

Il Comune: vietato bere alcolici all’aperto
Musica e alcol, due locali nei guai

CORRIERE DEL MEZZOGIORNO

Alcol e cocaina nel sangue, nei guai l’autista della Fiesta

CORRIERE DELLA SERA

Adriano in Brasile: l’alcol non c’entra tornerò a giocare

CORRIERE VENETO

Alcol e luci rosse, ogni giorno una multa nella città dei divieti

L’ADIGE

Pugni al cassiere per il liquore


© asaps.it
Giovedì, 22 Novembre 2007
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