AREZZO - Un
giovane di 26 anni, Gabriele Sandri, è morto dopo uno scontro tra tifosi in
un’area di servizio lungo l’A1, nel territorio di Arezzo, colpito da un colpo
d’arma da fuoco esploso da un agente della Polizia stradale. La vittima è un
tifoso laziale anche se non è ancora chiara la dinamica di quanto accaduto e le
responsabilità sulla sua morte. Secondo quanto è emerso, il giovane tifoso è stato
raggiunto da un colpo di pistola nell’area di servizio di Badia al Pino, dove
si sono scontrati ultras della Lazio, diretti a Milano, e bianconeri in viaggio
verso Parma. LA VITTIMA E’ UN NOTO DJ -
Gabriele Sandri era un noto dj della capitale e animatore, tra gli altri, del
locale "Jackie ’O" e pare fosse anche amico di alcuni giocatori
biancocelesti. Si stava recando a Milano insieme a tre amici per assistere alla
partita della Lazio con l’Inter. Il giovane, oltre a fare il dj, aveva un negozio
di abbigliamento a Roma. Lo hanno riferito alcuni tifosi laziali che non
facevano parte del gruppo che era con la vittima e che sono arrivati ad Arezzo
dopo aver appreso la notizia della morte di Sandri. Gli stessi supporter hanno
riferito che Sandri era un abbonato alla Lazio e che seguiva la squadra in
tutte le trasferte. INTERROGATO
L’AGENTE CHE HA SPARATO - Stando ai primi accertamenti svolti dagli
investigatori alla stazione di servizio di Badia al Pino, risulta che a sparare
sia stato un agente della Polstrada, intervenuta per sedare la rissa tra i
tifosi biancocelesti e juventini. Si è poi svolto in procura ad Arezzo
l’interrogatorio dell’agente della Polizia stradale che ha sparato al tifoso.
Secondo quanto si è appreso, l’agente avrebbe una trentina di anni e diversi
anni di esperienza in polizia. Da una prima ricostruzione sembrerebbe che
l’agente era in auto con un collega nella corsia opposta a quella dove si trova
l’autogrill. Accortisi della rissa, i poliziotti avrebbero fermato la macchina
e attraversato l’autostrada. L’agente, sempre secondo quanto è stato possibile
apprendere, avrebbe sparato due colpi, da una lunga distanza, uno dei quali
avrebbe colpito il tifoso della Lazio. URLA DEI TIFOSI: «ASSASSINI» -
«Assassini, assassini»: questo il grido che si è levato da un gruppo di circa
quindici tifosi della Lazio davanti alla caserma della polstrada di Arezzo,
dove si trovano gli investigatori che indagano sulla morte di Gabriele Sandri,
e dove c’è anche il fratello della vittima. Il grido è partito quando davanti
all’ingresso della caserma è arrivata una camionetta della polizia seguita da
un carro attrezzi. I tifosi laziali, che non fanno parte del gruppo che si
trovava con Sandri quando il giovane è stato colpito nell’area di servizio di
Badia al Pino, sono arrivati ad Arezzo da Roma dopo aver saputo della morte del
giovane. IL QUESTORE: «E’ STATO UN
TRAGICO ERRORE» - «E’ stato un tragico errore». Lo ha detto il questore di
Arezzo Vincenzo Giacobbe in riferimento alla morte del giovane avvenuta nell’area
di servizio di Badia al Pino: «Il nostro agente era intervenuto per evitare che
i tafferugli tra due esigui gruppi di persone, che non erano stati individuati
come tifosi, degenerassero con gravi conseguenze per entrambi. Esprimo profondo
dolore e sincere condoglianze alla famiglia della vittima». L’AVVOCATO: «COLPITO AL COLLO
MENTRE ERA IN AUTO» - Gabriele Sandri sarebbe stato colpito nella parte
posteriore del collo, mentre si trovava in auto. È quanto ha riferito
l’avvocato Luigi Conti, arrivato alla caserma della polizia stradale di Arezzo,
e che si è qualificato come un amico della famiglia della vittima. Sempre
secondo quanto spiegato, il proiettile sarebbe entrato nella vettura, una
Megane, infrangendo il lunotto posteriore sinistro. L’auto, dopo l’accaduto è
stata portata alla caserma della polizia stradale di Arezzo, con all’interno la
salma. Il corpo di Sandri è stato poi rimosso intorno alle 13.30. RINVIATA INTER-LAZIO A RISCHIO
ANCHE ROMA-CAGLIARI - Mentre si sono registrati scontri tra tifosi e forze dell’ordine a Bergamo che
hanno portato prima alla sospensione e poi al rinvio della partita,
dopo la morte del tifoso laziale, è stato decisio il rinvio a a data da
destinarsi della partita Inter-lazio. La decisione è stata presa dopo una serie
di colloqui tra attraverso il presidente della Lega calcio, Antonio Matarrese,
con il capo della polizia, Paolo Manganelli, e con i presidenti di Inter e
Lazio, Massimo Moratti e Claudio Lotito. Il presidente della Federcalcio,
Giancarlo Abete e quello della Lega, Antonio Matarrese, preso la decisione in
accordo con il ministro dell’Interno, Giuliano Amato. Preoccupazione è stata espressa anche dal Presidente del
Consiglio Romano Prodi. Le altre partite sono cominciate con 10
minuti di ritardo e il lutto al braccio dei giocatori. FERMATA UNA MERCEDES - In merito alle indagini, poi la polizia di Parma ha fermato una Mercedes i cui occupanti potrebbero essere stati coinvolti negli scontri. Le forze dell’ordine mantengono il massimo riserbo. Oggi allo stadio di Parma è attesa la Juventus: la polizia sospetta che gli occupanti della Mercedes possano essere stati i protagonisti degli scontri avvenuti nell’area di servizio di Badia al Pino. fonte: corriere.it | |