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Rassegna stampa Alcol e guida del 9 novembre 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

IL TRENTINO

Alcol vietato agli under 16 «Giusto, ma inapplicabile»

Le cassiere: «Se non possiamo chiedere la carta d’identità questo provvedimento è del tutto inutile»

JACOPO TOMASI

TRENTO. Birra, whisky, vodka. I giovani bevono di tutto, e non solo la sera. «Quando la mattina ci sono assemblee o scioperi - racconta Marisa Tomasi, cassiera del Poli di via Roma - alle 8.30 c’è la coda di studenti fuori dalla porta che vogliono comprare alcolici». Birra e whisky, come fossero caffè o cappuccino. La colazione alcolica non è cosa rara. E chi la fa, spesso, ha meno di 16 anni. «Sono tantissimi quelli sotto i 15 anni. Alcuni ne hanno anche 13» continua a raccontare la signora Marisa. «Vengono con 50 euro e comprano di tutto. Molte sono ragazzine, hanno un modo di fare arrogante e quando vedo che vanno via con i sacchetti pieni mi piange il cuore se penso ai loro genitori». D’ora in avanti queste scene non si dovrebbero più vedere nei supermercati trentini. Il consiglio provinciale ha approvato la legge di riforma sulla sanità, proposta dall’assessore Remo Andreolli, che prevede il divieto di vendita degli alcolici ai minori di sedici anni nei negozi. La cosa, però, non convince chi nei supermercati ci lavora. «Purtroppo - spiega Marisa Tomasi - non ho alcun potere perché non posso chiedere il documento ai clienti. Questo potere lo hanno soltanto le forze dell’ordine. Di conseguenza posso chiedere l’età, ma se uno mi dice una bugia sono costretta a vendergli tutto, anche una bevanda alcolica».  Marisa è convinta che la legge sia «giusta, ma inapplicabile». Arginare il fenomeno dell’alcol tra i giovanissimi non è cosa facile. Un fenomeno sempre più diffuso. Forse amplificato dagli happy hour, che si sono trasformati in happy hour fai-da-te.

 I ragazzini invece di bere nei pub, fanno scorte nei supermercati del centro e s’ubriacano per strada. Ora la legge glielo vieta. «È giusto - spiega il vice responsabile del Sait di piazza Lodron - ma mi sembra difficile da applicare». Gli fa eco Graziano Tovazzi di Eurospesa. «Questo provvedimento lo si può applicare solo se ci permettono di chiedere la carta d’identità, altrimenti non serve a nulla. In ogni caso non sarà facile. (*) E poi è semplice aggirarla, perché basta che un gruppetto di sedicenni mandi dentro un diciassettenne ad acquistare le birre e noi non possiamo fare nulla». Alla cassa c’è Laura Rossi. Dal suo punto di vista la legge è negativa. «Non mi pare che siano molti i ragazzini che acquistano alcolici. E mi sembra che ci complichi soltanto la vita, perché non è facile chiedere l’età a un ragazzo, rischiando di sbagliare, quando ci sono in coda dieci persone». Giudizio unanime: legge giusta, necessaria, ma di difficile applicazione. Ma Giorgio Fiorini, presidente del Sait, usa parole nette. «Se c’è una legge va applicata. Di conseguenza ci organizzeremo per fare in modo che si possa rispettare senza troppi problemi, eseguendo i controlli in cassa». Nella speranza che si possa arginare un fenomeno in allarmante crescita non solo in Trentino.


(*) Nota: è possibile che i gestori dei cinema possano accertare l’età dei loro clienti e le cassiere dei negozi no? A me sembra strano. Lino Enrico Stoppani, presidente della Fipe, la federazione dei pubblici esercizi, il 18 luglio 2007 in una intervista al Messaggero ha dichiarato: “chi serve alcolici senza controllare l’età rischia grosso, una denuncia penale e la revoca della licenza. Al ragazzo che ordina bevande alcoliche l’esercente dovrebbe chiedere di dimostrargli d’avere più di 16 anni, con un documento”.


IL TRENTINO

«Il proibizionismo non serve è più utile informare a scuola»

TRENTO

Gianni, alcolista recuperato tramite gli Alcolisti Anonimi, è vero che i giovani iniziano a bere presto?

 «Io ho iniziato a 17 anni, adesso mi pare che si inizi anche verso i 15. Adesso come allora le compagnie di studenti bevono per apparire, perché fa moda, perché l’alcol disinibisce».

 Prima c’è lo sballo, poi arriva la malattia...

 «Prima di diventare dipendenti ci vogliono anni di bevute. All’inizio si beve e si ha un po’ di mal di testa il giorno seguente, ma più passano gli anni più si sta male».

 Cosa succede?

 «Arriva l’inferno. Si vive per bere. Ed io, a trent’anni, mi ero già bruciato la famiglia, la salute e la carriera».

 Secondo lei può servire il divieto di vendere gli alcolici nei supermercati agli under 16?

 «Ne dubito. Il proibizionismo non serve. Ai giovani la trasgressione piace e poi, in ogni compagnia, si trova il ragazzo più grande che può andare a comprare da bere per tutti».

 Allora come si può risolvere il problema?

 «Con l’informazione nelle scuole».

 Mandi un messaggio ai giovani?

 «Il primo bicchiere può essere la vostra condanna: lasciatelo sul bancone. Da sobri ci si diverte di più».


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da LIBERTA’)

Primi in regione per giovani ubriachi

PIACENZA

 «Piacenza è la prima provincia in regione per numero di ubriacature delle giovani generazioni, secondo un’indagine presentata qualche giorno fa nella sede dell’amministrazione provinciale».

A dare notizia di questo triste primato detenuto dal nostro territorio, è l’assessore comunale ai Servizi sociali Giovanna Palladini, che ha preso parte ieri sera alla presentazione del progetto "Tvb" della Pubblica assistenza. «Purtroppo - osserva l’assessore - noi ci troviamo a combattere una dura battaglia contro i media, che spesso trasmettono un’immagine positiva dell’uso di alcol, come ha fatto recentemente una famosissima presentatrice, che ha riferito in diretta di aver bevuto due Negroni prima di andare in onda. (*) Invece dobbiamo tutti metterci in una logica di prevenzione». «In amministrazione provinciale - riferisce l’assessore ai Servizi sociali della Provincia, Paola Gazzolo - sono state presentate le nuove direttive regionali che illustreranno le politiche di prevenzione da mettere in campo nei prossimi anni, insieme ad una ricerca che ha messo in luce come siano cambiati i comportamenti dei giovani, con un aumento del consumo di sostanze, così come si è abbassata l’età dell’approccio a droghe o alcol. Al tempo registriamo però una nota positiva: la volontà e la propensione di sapere ed essere informati». La presentazione cui hanno fatto riferimento i due assessori ha visto come protagonisti la funzionaria regionale Franca Francia e il dottor Antonio Mosti, responsabile del programma dipendenze patologiche dell’azienda Usl di Piacenza. Nel corso della riunione, cui hanno preso parte i referenti dei servizi sociali dei distretti, dirigenti scolastici, azienda Usl, enti ausiliari e forze dell’ordine, è emersa la proposta di istituire "Unità di strada", che coinvolgano azienda Usl, Comuni e privato sociale, da attivare in ogni comune per contrastare il consumo di sostanze stupefacenti e psicotrope (tutte le sostanze che agiscono sui processi psicologici). Entrambi i relatori hanno riportato alla platea un’analisi del contesto nazionale e locale, con il mutamento del significato e della percezione del termine "comportamento a rischio". I comportamenti legati al consumo/abuso di sostanze hanno contributo alla crescita del senso di insicurezza nelle nostre comunità ed alla richiesta, sempre più pressante, di "controllo del territorio" e di ripristino della legalità, delle regole di convivenza o, più semplicemente, della buona educazione nell’uso degli spazi urbani. Per costruire un sistema di protezione sempre più incisivo, si è convenuto, occorre rendere sempre più strette le relazioni tra istituzioni pubbliche e tra istituzioni e privato sociale.

(*) Nota: la conduttrice in questione è Simona Ventura:


IL TIRRENO

Alt alla guida in stato di ebbrezza parte “Bere è uno schianto” 

SARZANA. Con il titolo “Bere è uno schianto”, gli assessorati a turismo e servizi sociali, in collaborazione con Sert dipartimento dipendenze dell’Asl5, associazioni di categoria, Club alcolisti in trattamento e Anonimi Alcolisti, avviano la campagna di sensibilizzazione contro l’abuso di alcool fra i giovani, finalizzata a portare all’attenzione dei giovani i rischi derivanti dalla guida in stato di ebbrezza. Una campagna informativa che per tutto novembre vedrà amministratori e operatori impegnati e nelle zone di maggior concentrazione giovanile della città.

 Oltre alla distribuzione di materiale informativo ai giovani, vengono spiegati i rischi legati all’assunzione di alcol e alla guida sotto il suo effetto.

 L’abuso di alcol, rappresenta, purtroppo, la prima causa di morte per incidenti stradali dei giovanissimi, che avvengono, principalmente, durante i week-end in concomitanza con l’uscita dai locali dove si consumano e commerciano alcolici. Proprio per questo motivo diventa importante porre un’attenzione particolare al problema della guida sotto gli effetti dell’alcool da parte dei ragazzi, come dimostrano le numerose campagne informative promosse a diversi livelli da parte dei vari enti preposti.

 Anche a Sarzana l’idea è quella di raggiungere i ragazzi nei luoghi cittadini più frequentati nelle ore serali e notturne, per sensibilizzarli al rispetto di alcune semplici e pratiche regole finalizzate a tutelare la loro incolumità e per sottoporli su scelta volontaria alla prova dell’etilometro. I giovani hanno risposto con entusiasmo e partecipazione, a dimostrazione di come spesso sia assolutamente errata la concezione secondo cui essi si mostrano diffidenti e disinteressati su queste tematiche 


LA NAZIONE

STRAGI DEL SABATO SERA

PROCESSO ALLE DISCOTECHE “ CONDANNATE, ANZI ASSOLTE “

Firenze - UN VERO e proprio processo alle discoteche, nel tardo pomeriggio di ieri, ha trasformato lo Yab di Firenze, in un autentico tribunale dell’opinione pubblica.

Sul banco degli imputati i locali notturni – discoteche in primis – accusati di essere i principali responsabili delle drammatiche stragi del sabato sera.

Il processo ha preso avvio dai banchi dell’accusa, con il deputato Udc Carlo Giovanardi in veste di pubblico ministero, che ha subito appiccato il fuoco delle polemiche: “La questione delle stragi del sabato sera è un problema pubblico che si traduce in una statistica terrificante. Faccio qualche esempio: dal 1989 ad oggi sono stati circa 8.000 i ragazzi che in media hanno perso la vita ogni anno sulle nostre strade. Decine di migliaia sono i feriti. 320 mila i giovani che hanno perso la vita in Italia dal 1970 per colpa di incidenti stradali. Che fare allora? La mia idea è la stessa da 15 anni: visto che l’ora x dell’incidente catastrofico causato dal mix alcool, droga e sonno, va dalle 4 alle 6 del mattino e che la moda del “nomadismo” ( da una città all’altra in cerca di discoteche aperte ) sta prendendo sempre più piede, la soluzione è chiudere musica e balli entro le 4 in tutte le discoteche della penisola “.

A difendere gestori dei disco pub c’era Antonio Degortes, presidente di Assointrattenimenti che così ha ribattuto alle accuse: “Si fa troppa demagogia sulla questione. I locali notturni sono stati scelti come vittime sacrificali su cui i giornali riversano tutte le responsabilità. Ma come si fa a pretendere che il gestore di una discoteca “educhi” ogni sera i 1500 giovani che gli sfilano davanti? E le famiglie, la scuola, le istituzioni non hanno nessuna responsabilità in merito? Io dico che la soluzione sta nell’incremento massiccio dei controlli sulle strade”.

IL RIMPALLO sulle responsabilità è continuato per oltre 2 ore davanti ad un pubblico di giovani e giovanissimi che non esitava a manifestare avversione e consensi con applausi e prese di posizione. Moderatore dei lavori in aula il professor Paolo Armaroli, dell’università di Genova, che sul finire ha invitato la giuria presieduta da Gian Franco Anedda ( componente del CSM ) ad esprimere un giudizio ed una sentenza finale. Antonio Lovascio, vicepresidente de La Nazione, Nicola Cariglia, direttore della sede Rai di Firenze, Franco De Felice, caporedattore della Rai di Firenze e Riccardo Mazzoni, direttore del Giornale della Toscana hanno emesso infine un verdetto pressoché unanime: “Per limitare il fenomeno del nomadismo e l’abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti occorre che tutte le parti coinvolte, dalla scuola alle istituzioni, dai gestori dei locali ai media ( che si impegnino costantemente con campagne di sensibilizzazione ) siano disposti a venirsi reciprocamente incontro, abbattendo i muri delle posizioni prese e aprendosi a un dibattito costruttivo, basato sulla cooperazione e la messa in compartecipazione delle rispettive competenze. Perché ciò che davvero deve essere modificato è un costume sociale.” (*)

Camerina Beccuti

(*) Nota: il solito copione, parole tante parole. La solita corsa alla caccia dei responsabili, il solito vittimismo dei gestori che non accettano di essere considerati responsabili (è vero che non sono i soli) di queste stragi e tirano in ballo la famiglia, la scuola le istituzioni. Mentre si parla e si rimpallano le responsabilità la strage continua. (Aldo Fabbri)


SUPEREVANOTIZIE

Accertamenti tossicodipendenza dei dipendenti

Alcune considerazioni sulle recenti normative che indicano le categorie di lavoratori da sottoporre a controlli per escludere abuso di alcol e sostanze stupefacenti

La recente entrata in vigore che obbliga il datore di lavoro, per mezzo del medico competente, di accertare l’assenza di tossicodipendenza di alcune categorie di lavoratori pone non pochi problemi interpretativi ed attuativi. (per capire di cosa stiamo parlando leggi un mio precedente articolo cliccando sul primo link sotto riportato).

Il primo consiglio che posso dare e di non dare atto ai controlli fino a che non verrà emanato l’accordo Stato-Regioni che definirà la tipologia e le modalità tecniche delle analisi. Questo dovrebbe avvenire entro 90 giorni (credici!). Qualora si avviassero i controlli ed essi non si rivelassero confacenti all’accordo Stato-Regioni si potrebbe incorrere in contestazioni.

Confrontando poi la normativa sugli accertamenti per abuso di alcol (cliccando sul link sotto riportato leggi un mio precedente articolo sull’argomento) e tossicodipendenze emerge che la prima è rivolta a salvaguardare l’incolumità del lavoratore e di terzi e la seconda solo di terzi e le categorie di lavoratori non sono coincidenti. Non si capisce perché chi svolge lavori in altezza ad esempio dovrebbero essere sottoposto ai controlli alcolimetrici ma non per tossicodipendenze.

La seconda incongruenza è che, nel caso dell’alcol, il medico competente può (quindi si introduce il fattore discrezionale del medico) effettuare i controlli mentre nel caso delle tossicodipendenze i controlli sono obbligatori. A me fa più paura un edile che beve nella pausa pranzo e poi sale sui ponteggi piuttosto che un carrellista che fuma cannabis durante il week-end.

Un’altra considerazione è sul fatto che vengono sottoposti a controlli per sostanze stupefacenti i guidatori di mezzi a patente c, d, e, taxi e autonoleggio con autista ma non i soggetti a patente b che utilizzano l’auto (aziendale o propria) per lavoro.

L’ultima considerazione riguarda i costi di questi accertamenti che saranno a carico del datore di lavoro. Avrebbe avuto più senso lasciare, come nel caso dell’alcol, la discrezionalità del medico competente anche al fine di contenere i costi ed evitare controlli di screening generalizzati.

 Cristiano Ravalli

 http://guide.dada.net/medicina_del_lavoro/interventi/2006/05/254692.shtml,


EMERGENZA ALCOLISMO (Tratto da GRANDAIN)

185 i denunciati da inizio anno solo ad Alba

Alba - I Carabinieri della Compagnia di Alba hanno intensificato negli ultimi giorni i servizi di controllo sulle principali arterie stradali dell’ albese mirati a contrastare il fenomeno della guida in stato d’ebbrezza derivante sia dall’abuso di alcool e sia dall’assunzione di sostanze stupefacenti.

L’operazione, conclusasi nelle prime ore della mattinata di oggi, ha consentito ai militari di individuare e denunciare alla Procura della Repubblica di Alba complessivamente 12 automobilisti, tutti giovani della zona di età compresa tra i 20 ed i 35 anni. In 10 casi i Carabinieri hanno accertato una percentuale di alcol

ben superiore ai limiti di legge, in uno addirittura di ben quattro volte il consentito, mentre in 2 casi hanno verificato che i conducenti dei veicoli controllati avevano assunto poco prima sostanze stupefacenti.

I Carabinieri di Alba dall’inizio dell’anno hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria 185 persone (160 per guida in stato di ebbrezza alcolica e 25 sotto l’influenza di stupefacenti) e i controlli continuano...


CORRIERE ADRIATICO

L’appello di una mamma alle forze dell’ordine, ma nel Codice della strada c’è una differenza tra i locali obbligati dal divieto

“Più controlli contro la vendita ai giovani di bevande alcoliche”

SENIGALLIA - Una lettera di due pagine. Un vero e proprio appello per sollecitare più controlli contro l’uso di alcol da parte dei giovani. L’ha inviato a forze dell’ordine e Comune una mamma, allarmata per l’eccessiva disinvoltura con cui vengono vendute bevande alcoliche ai giovani, in particolare dopo l 2 di notte, il limite che le recenti modifiche del Codice della strada hanno stabilito nel tentativo di arginare le “stragi del sabato sera”.

Secondo l’appello-denuncia, ci sarebbero troppi locali che aggirano il divieto e dove le bevande alcoliche vengono vendute non soltanto a persone adulte, ma anche a minorenni. “Come madre sono preoccupata - scrive - che ci sia assenza di controlli, perchè credo che una legge come questa possa salvare tanti giovani da rischio di fare incidenti stradali in cui possono morire o uccidere”. Un intervento che invece diventa sempre più necessario, anche là come il lungomare dove ci sono locali che, al di là di tutto, sono abituale ritrovo dei giovani nelle serate di fine settimana, a cominciare dal venerdì.

Per la verità le nuove disposizioni del Codice della strada sono abbastanza precise, pur nel loro linguaggio che a prima vista può apparire incomprensibile. Le limitazioni a proposito di bevande alcoliche sono state fissate con un decreto legge dei primi di agosto, quello che ha stabilito diversi limiti al tasso di alcol nel sangue di chi guida e, di conseguenza, sanzioni diverse, come la sospensione e il ritiro della patente. L’articolo 6 del decreto aveva chiamato in causa i titolari e i gestori di locali “ove si svolgono, con qualsiasi modalità e in qualsiasi orario, spettacoli o altre forme di intrattenimento, congiuntamente alla vendita e somministrazione di bevande alcoliche”. Questi erano obbligati a esporre nel locale le tabelle con a descrizione degli effetti dell’abuso di alcol. Successivamente il decreto è stato modificato, aggiungendo che gli stessi gestori dei locali “devono interrompere la somministrazione di bevande alcoliche dopo le 2 della notte”.

Tutto bene se non fosse per quel piccolo particolare sulla natura dei locali: il divieto riguarda soltanto quelli che “svolgono spettacoli o altre forme di intrattenimento”. Insomma una discoteca o simili rientra nel divieto, un qualsiasi bar o pub invece può vendere bevande alcoliche anche oltre le 2 di notte. Di fatto una differenza non da poco. (*)

(*) Nota: è sostanzialmente impossibile effettuare dei controlli con l’attuale normativa. La legge non viene trasgredita, ma aggirata.


IL GAZZETTINO

SOS PADOVA CHIEDE UN "GIRO DI VITE" COME IN CENTRO STORICO 

«Niente alcolici anche in zona stazione»

(M.B.) Allargare l’ordinanza applicata al Portello e ai locali del centro storico contro la vendita di alcolici anche nelle strade adiacenti la stazione ferroviaria: via Bixio, via Cairoli, via Tommaseo, corso del Popolo e piazza De Gasperi; prevedere la chiusura nei giorni festivi ai phone center che non rispettano il regolamento comunale; avere le luminarie natalizie anche lungo corso del Popolo e fuori dall’ingresso della stazione ferroviaria e infine ottenere il dosso rallentatore all’incrocio tra via Tommaseo e corso del Popolo.

Sono queste le richieste che l’associazione Sos Padova ha formulato ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa, all’amministrazione comunale.

«Non vogliamo venga abbassata la guardia nei confronti di una zona che comunque continua ad essere in sofferenza - ha spiegato il presidente di Sos Padova, Maurizio Meridi -. I provvedimenti che chiediamo ai nostri amministratori vogliono tutelare una zona in cui il degrado continua ad essere presente, nonostante gli interventi effettuati nei mesi scorsi. In via Cairoli, per esempio, sta tornando lo scempio di qualche mese fa e questo noi residenti non vogliamo che accada».

A sostenere le ragioni che spingono alla protesta e alla richiesta di maggiore sicurezza nell’area della stazione da parte di Sos Padova, ieri si è schierato anche Alam Md Jahangir, il segretario generale dell’Abp, l’associazione del Bangladesh che sabato, alle 11, sfilerà davanti alla prefettura proprio contro il degrado e l’insicurezza presenti in certe zone della città.

«Desideriamo che le cose cambino - ha detto il rappresentante dei cingalesi - perché anche mercoledì sera alcuni nostri ragazzi hanno avuto dei problemi nelle strade dietro alla stazione. Siamo in sintonia con quanto chiede Sos Padova, che ha voluto aderire alla nostra iniziativa di sabato: i cittadini debbono essere maggiormente tutelati».

«Propongo - ha quindi concluso il segretario generale dell’Abp - che alle persone che bivaccano nei paraggi della stazione ferroviaria venga offerto vitto e alloggio in cambio di lavori utili alla collettività, dopodiché pensare ad un eventuale loro inserimento lavorativo a tutti gli effetti.

«Però chi, nonostante il lavoro, non vuole integrarsi e migliorare la propria vita deve essere allontanato dall’Italia, espulso».


IL GAZZETTINO (Udine)

A passeggio con la madre, muore investita 

Dramma a Qualso: Elisa Comello aveva solo 20 anni. Arrestato l’autista, positivo all’alcoltest

Reana del Rojale. Ennesima tragedia della strada nella prima serata di ieri nella frazione di Qualso, nel territorio del comune di Reana. A perdere la vita una ragazza di appena vent’anni, Elisa Comello, investita mentre passeggiava a braccetto con la madre sulla strada provinciale 38, a 300 metri dalla sua abitazione.

Erano circa le 21 quando una Citroen bianca condotta da Franco Fabris, 59 anni, del posto, ha centrato in pieno il corpo della giovane. «Non le ho viste. Ho sentito solo il botto. Poi ho cercato di frenare e di deviare la marcia ma purtroppo non è servito», ha detto disperato l’uomo che lavora a Tavagnacco in un supermercato come addetto alla distribuzione delle merci. Elisa è stata colpita con violenza al capo; è finita dapprima sul cofano e sul cristallo anteriore della vettura per poi rovinare sull’asfalto e quindi in un fosso. Illesa ma sconvolta dal dolore la madre, Marina Bressani, che si è riversa sulla figlia per cercare di aiutarla. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 giunti a bordo di un’autoambulanza della Croce Rossa di Tarcento e di un’auto medica. A lungo hanno tentato di rianimare la giovane, inutilmente. Troppo gravi le ferite riportate. La 20enne è deceduta praticamente all’istante. La salma è stata composta nel cimitero di Reana. Sulla sp 38 anche i Vigili del fuoco di Udine, per l’illuminazione del tratto (completamente buio) e per la messa in sicurezza della vettura finita in un campo di granturco a circa cento metri di distanza dall’impatto. Per i rilievi e la verifica della dinamica dell’incidente, invece, la Polizia stradale di Udine che ha ascoltato la madre dalla giovane e lo stesso Fabris.

L’uomo, sottoposto all’alcoltest, è risultato positivo con un tasso superiore a uno. Per questo, dopo l’esame della situazione, le forze dell’ordine hanno proceduto al suo arresto. La macchina, recuperata a tarda notte da un carroattrezzi, è stata posta sotto sequestro. «Avevo bevuto solo due bicchieri ha detto Fabris, che conosceva bene la vittima -; mi ero fermato al bar terminato il mio turno di lavoro e stavo andando a casa con calma. Non mi sentivo affatto ubriaco al volante». Sul posto sono giunti molti amici e parenti di Elisa, in lacrime. La giovane aveva frequentato lo Stringher e da qualche tempo lavorava a Udine, in via Colugna, in una pasticceria. Lascia anche il padre Domenico, che gestisce l’agriturismo e l’azienda Minisini di Zompitta, e il fratello più grande Andrea.

Paola Treppo


IL TIRRENO

Ubriaco al volante, si schianta con l’auto 

Prima le cure al pronto soccorso, poi la patente ritirata per un anno 

FORTE. Aveva nel sangue un tasso alcolico sei volte superiore a quello consentito dalla legge. Eppure, alle cinque del mattino, si è messo ugualmente al volante della sua Mercedes classe A e si è schiantato contro il cancello di una casa a Vittoria Apuana. E così la «notte brava» di Sergio D.D., trentasei anni, residente a Forte dei Marmi, non solo si è conclusa all’ospedale «Versilia», ma avrà con ogni probabilità degli strascichi giudiziari, visto che la polizia di Forte dei Marmi lo ha denunciato per guida in stato di ebrezza.

 L’episodio è avvenuto nella notte fra sabato e domenica. L’automobilista - che era ubriaco fradicio - è infatti salito a bordo della sua macchina nonostante le condizioni in cui si trovava. E, mentre stava percorrendo una strada a Vittoria Apuana, ha completamente perduto il controllo del mezzo andandosi a schiantare contro il cancello di una abitazione. Nel violento urto, l’uomo ha rimediato contusioni risultate guaribili in dieci giorni. Ma, vista anche la dinamica dell’incidente, gli agenti del commissariato di Forte dei Marmi hanno chiesto che all’uomo fossero fatte delle analisi specifiche che hanno evidenziato un tasso di alcool nel sangue (2,97) quasi sei volte superiore rispetto a quello previsto per legge (0,5). Nei suoi confronti è così scattata una denuncia a piede libero per guida in stato di ebbrezza nonché la sospensione della patente per un anno.

Cla.Ve.


IL GAZZETTINO (Udine)

SAN GIORGIO DI NOGARO

Migliorano nel frattempo le condizioni in ospedale della figlia Giorgia, ancora ignara di quanto accaduto 

Gigli e rose per l’ultimo saluto a Jitka 

Commozione ai funerali della donna di origine ceca morta nell’incidente di sabato sulla Napoleonica 

Una folla commossa e silenziosa si è radunata ieri pomeriggio sul sagrato del Duomo di San Giorgio per attendere l’arrivo del feretro di Jitka Steruska, la cinquantatreenne vittima del tragico incidente di sabato sera sulla Napoleonica dove ha perso la vita anche il fidanzato della figlia Alessandro Cibert, 31 anni di Remanzacco.

Tante infatti le persone che hanno voluto essere presenti per l’ultimo saluto alla donna: gli amici e le amiche di sempre, i colleghi di lavoro del marito Giorgio Zanon, i vicini di casa, il sindaco Del Frate, i compagni di classe della figlia Giorgia, unica sopravvissuta al tremendo schianto causato dall’auto condotta da Ennio Zampari, 45 anni, di San Vito al Tagliamento risultato positivo all’alcool test e con valori quattro volte superiori al consentito. Molte anche le ceste e le corone di fiori con rose e gigli dai colori vivaci come era la personalità di Jitka.

Una donna piena di vita , sempre gentile e sorridente, ricorda una delle sue migliori amiche, con tanti progetti ancora da realizzare: «Non posso ancora credere a quanto è successo -ha detto visibilmente commossa - tragedie simili non dovrebbero mai succedere».

La salma di Jitka Steruska ha fatto il suo ingresso in chiesa accompagnata dal marito e dall’altro figlio giunto dalla Repubblica Ceka, paese di origine della vittima.

La donna era in Italia da oltre 25 anni e viveva in via Giacomo Matteotti con il marito e la figlia. Il marito Giorgio al momento dell’incidente si trovava in Polonia per motivi di lavoro ed è stato informato dalla polizia polacca.

Intanto all’ospedale di Udine Giorgia sta migliorando, la giovane ventiduenne reagisce positivamente alle cure dei medici, ma ancora non sa di aver perso in poche ore sia madre che fidanzato.

Ora un altro duro compito attende i familiari della ragazza che, oltre a comunicare la drammatica notizia, dovranno spiegare alla ventiduenne che a privarla per sempre dei suoi affetti più cari è stato un uomo che guidava ubriaco.

A.B.


IL GAZZETTINO (Udine)

MANZANESE E CIVIDALESE

Nuova strategia dopo i recenti lutti che chiamano in causa l’ebbrezza 

Alcoltest affidato ai vigili urbani 

I sindaci dei comuni della zona orientale della provincia promettono più controlli

Remanzacco

(pt) Vigili urbani dotati di strumento per eseguire l’alcoltest? La proposta lanciata dal sindaco di Remanzacco, Dario Angeli, scosso dall’ennesima tragedia della strada originata dall’eccesso di consumo di bevande alcoliche, incontra il favore di molti sindaci della zona. Tra loro quello di Torreano, Paolo Marseu, che guarda positivamente a ogni genere di provvedimento atto a limitare la morte di persone sulle strade. «La prevenzione prima di tutto - dice - e l’alcoltest sulle vie comunali può essere un ottimo deterrente. Alla misura, però, va affiancata tutta una serie di interventi di informazione, da mettere in atto già nelle scuole elementari, non solo per le bevande alcoliche ma anche per le sostanze stupefacenti. Un problema può sorgere per la limitata disponibilità di uomini: a Torreano, ad esempio, abbiamo un solo vigile. Per potenziare il suo servizio, peraltro ottimo, abbiamo chiesto più volte l’intervento della Comunità montana, senza risultato. È fondamentale, su questo fronte, essere uniti, consorziarsi, così da disporre di una squadra».

Dello stesso avviso il sindaco diPremariacco, Rocco Ieracitano, che ritiene il progetto valido e fattibile in tempi relativamente brevi. «Da quattro anni, ormai - spiega - abbiamo consorziato il servizio di vigilanza conSan Giovanni al Natisone, Corno di Rosazzo e Buttrio.Notevole il successo in termini di efficienza e copertura delle zone». Quattordici vigili si occupano di un territorio di 16mila abitanti con turni di 12 ore al giorno, dalle 7 alle 19, sei giorni su sette; vale a dire un agente ogni mille persone, una pattuglia sempre disponibile e un servizio di controllo anche di notte. «Acquistare una macchina per l’alcoltest sarà senz’altro possibile in futuro, quando la creazione dell’Aster tra i dieci comuni dell’area sarà perfezionato». Ne faranno parte ancheRemanzacco, Moimacco, Cividale, Manzano, Pavia di Udine e Pradamano,un’area geografica estesa dove vivono 50 mila persone. «Per chi si associa in questa forma, mettendo in rete i servizi, come quello della vigilanza, la Regione ha disposto l’erogazione di specifici fondi con cui sarà possibile mettere in campo nuovi progetti di tutela e salvaguardia della salute del cittadino sulla strada». Già ora, per quel che concerne le vie comunali, in base a un accordo siglato tra Regione e Ministero, i vigili urbani possono eseguire rilevi in caso di incidenti e intervenire laddove, fino a un anno fa, potevano farlo solo carabinieri e polizia. «Affidare loro quest’altro importante compito mi pare quindi del tutto fattibile».


LA STAMPA

Asti

La fuga a 180 all’ora di un ubriaco al volante

Ha insultato gli agenti delle Volanti che lo avevano fermato per un controllo, in piazza Primo Maggio, ed è ripartito a tutta velocità imboccando via Monterainero. È successo ieri notte. Il conducente, un astigiano di 38 anni al volante di una “Fiesta”, è stato inseguito dai poliziotti: in corso Casale ha imboccato la tangenziale ai 180 all’ora ed è poi uscito in corso Savona, dove è stato bloccato. Era ubriaco e aveva la patente scaduta. È stato denunciato per resistenza e guida in stato di ebbrezza. (MA.C.)


IL TIRRENO

Sfasciarono due auto davanti al bar ristoro 

Coppia di bolognesi patteggia una multa da tremila euro 

GROSSETO. Hanno patteggiato 2 mesi e 20 giorni, convertiti in 3.040 euro, e hanno beneficiato dell’indulto. Così due giovani bolognesi hanno saldato il loro conto con la giustizia per un episodio di danneggiamento e lesioni avvenuto nell’estate 2004 al Fuori Rotta, in località Marze. Due automobili dal carrozziere, cartelli e staccionata distrutti, il titolare del bar ristoro (Claudio Castellucci) aggredito da cani, fra cui un doberman. Erano le 23 del26 agosto 2004 quando Castelucci, che riposava nel camper adiacente al locale, venne svegliato da rumori: era un’auto che stava posteggiando, con due giovani a bordo, un ragazzo e una ragazza. Invitati a lasciare la zona, i due - in stato di alterazione - avrebbero risposto incitando i cani ad aggredire l’imprenditore che aveva poi riportato una contusione al ginocchio mentre si rifugiava nella sua Opel Corsa: la coppia si era allora accanita sull’auto, tamponandola violentemente, colpendola con bastoni e rompendone i fari, gli specchietti retrovisori, deformando cofano e paraurti. Simile trattamento (specchietti rotti e carrozzeria graffiata) per un’altra auto di Castellucci, una Volvo V70. Poi erano arrivati i carabinieri, che avevano identificato i due: Fabio Farneti, oggi 28 anni, di Castenaso, e Lisa Burchiellaro, 29 anni, di Bologna. Effettivamente alticci, come accertato con l’etilometro. Di fronte al giudice Sfrecola (che ha riconosciuto a Castellucci, costituitosi parte civile con l’avvocato Sorace, 800 euro per spese), i due giovani erano assistiti dall’avvocato Sarpa.


CORRIERE ADRIATICO

Nei guai due giovani. Cercano pure di colpire gli agenti della Volante

Infastidiscono i clienti, arrestati

MACERATA – Stavano per rovinare uno dei party più amati dagli studenti universitari. Ma a ripristinare l’ordine – e il divertimento - ci hanno pensato gli agenti della Questura di Macerata, che ieri notte hanno fatto scattare le manette ai polsi di due albanesi che, complice qualche bicchiere di troppo, avevano iniziato a importunare i clienti dell’apprezzatissimo pub del centro Le quattro porte.

Il comportamento dei due giovani era assolutamente fuori dalle righe. E così, qualcuno, ha ben pensato di allertare la polizia. Sul posto, dopo qualche istante, è giunta una pattuglia della Volante. Sul posto gli agenti hanno identificato i due cittadini albanesi, rispettivamente di 18 e 20 anni, entrambi residenti a Macerata e in regola con il permesso di soggiorno.

La coppia, in evidente stato di ebbrezza alcolica, oltre ad importunare i numerosi avventori presenti a quell’ora (era circa l’una), aveva iniziato a insultare i poliziotti, rifiutandosi di uscire dal locale. Ben presto la situazione è degenerata.

I due albanesi hanno tentato più volte di colpire gli agenti della Volante con calci e pugni. A quel punto entrambi sono stati tratti in arresto per il reato di resistenza e violenza a pubblico ufficiale.

Attualmente sono ristretti nel carcere di Camerino, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto che si terrà questa mattina davanti al gip del tribunale di Macerata. L’indagine è coordinata dal sostituto procuratore Massimiliano Siddi.

D.FER


AGI

CALCIO: FIORENTINA-ELFSBORG, STADIO "VIETATO" A 450 BOTTIGLIE

Firenze, 9 nov. - Stadio di Firenze "vietato" per oltre 450 bottigliette in vetro e plastica, 50 lattine, 2 caschi da motociclista 50 cinture borchiate. E’ il bilancio delle operazioni di pre-filtraggio e filtraggio eseguite degli uomini della Questura di Firenze e dei Carabinieri, in occasione della partita di calcio Fiorentina-Elfsborg, giocata ieri sera.

 Misure finalizzate a rendere compatibile la vivibilita’ dei cittadini interessati alla presenza dei tifosi, locali ed ospiti, l’accoglienza e l’indirizzamento dei tifosi ospiti, italiani e stranieri, e la sicurezza degli spettatori. In particolare per agevolare i tifosi stranieri giunti a Firenze la Questura ha assicurato la presenza di 15 Agenti della Polizia di Stato conoscitori di lingue che, nella fascia oraria coincidente con l’attivita’ di pre-filtraggio e filtraggio, hanno affiancato gli steward. Le misure pianificate hanno anche impedito contatti tra la tifoseria fiorentina ed i sostenitori della squadra dell’ Elfsborg. Hanno assistito all’incontro 18784 spettatori, di cui circa 150 della tifoseria ospite.

 All’esterno del settore ferrovia un venditore ambulante e’ stato sanzionato in quanto colto a vendere bevande alcoliche contravvenendo al divieto dell’ordinanza sindacale.


AUDIONEWS

Fermato Mickey Rourke. Guidava ubriaco

Guidava uno scooter in evidente stato d’ebbrezza. Fermato nella notte a Miami Mickey Rourke mentre zigzagava da una corsia all’altra nella zona dei locali notturni di South Beach.

IL GIORNO

Bambino violentato nei bagni dell’oratorio Lecco: arrestato il pedofilo ubriaco

Vigilantes in strada contro i venditori abusivi di alcolici Armati di macchina fotografica e cellulare segnaleranno i sospetti alle forze dell’ordine. D’accordo anche i residenti

Guidare ubriachi è rischioso Vademecum per i giovani Campagna comunale di sensibilizzazione

CORRIERE ALTO ADIGE

«Basta alcol alla guida Mai più giovani morti»

ALTO ADIGE

altri due schianti provocati dall’alcol

l’appello in paese: no alla guida ubriachi

LA PROVINCIA PAVESE

aiutiamo gli alcolisti - riccardo agostini*

SETTEGIORNI

Ubriachi al volante: 150 punti tolti e patenti ritirate


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Sabato, 10 Novembre 2007
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