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Rassegna stampa Alcol e guida del 6 novembre del 2007

A cura di Alesandro Sbarbarda e Roberto Argenta

PUBBLICO QUESTA LETTERA, APPENA RICEVUTA
Ciao caro Alessandro,
sono Alberto dell’ACAT-Colli Euganei (Pd) e mi sentivo di fare una riflessione riguardo alla vicenda di quell’autista di pullmann "beccato", solo perchè c’è stato un grave incidente, che guidava con il tasso alcolemico sopra i limiti (Articolo dal giornale Arena(VR) del 3 novembre).
Il pres. dell’Associazione Vittime della strada(Alberto Pallotti) parlava di un incontro avuto con il ministro per una modifica ferrea del tasso alcolemico di conducenti di mezzi pubblici: secondo me la risposta c’è già ed è la legge 125/2001 all’articolo 15 in cui si fa riferimento alle categorie di lavoratori in cui vige il divieto di assunzione e somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche.
Nello specifico il punto 8 dell’allegato 1 recita così:
mansioni inerenti le seguenti attivita’ di trasporto:
a) addetti alla guida di veicoli stradali per i quali e’ richiesto il possesso della patente di guida categoria B, C, D, E, e quelli per i quali e’ richiesto il certificato di abilitazione professionale per la guida di taxi o di veicoli in servizio di noleggio con conducente, ovvero il certificato di formazione professionale per guida di veicoli che trasportano merci pericolose su strada.
Per cui mi sembra chiaro che chi guida un pullmann almeno in servizio non dovrebbe bere nemmeno un goccio di bevanda alcolica altrimenti può sempre cambiare mestiere o pensare seriamente di avere un problema con l’alcol, constatando di non riuscirne a rimanere senza nemmeno sul posto di lavoro.

Alberto Crivellari


TGCOM

In Francia banditi gli happy hours
Iniziata la guerra contro l’alcol
In Francia è iniziata una vera e propria guerra all’alcol. A Nantes, ad esempio, sono stati banditi "happy hours" (aperitivi a basso prezzo) e "open bar" (consumazioni a volontà con un pagamento forfettario), mentre a Rennes non è più possibile consumare bevande alcoliche nelle strade né venderle dopo le 20. Non solo anche le tradizionali feste, come quella di Grenoble del "Beaujolais nouveau, è soggetta a restrizioni.
E’ così proprio in Francia, patria del vino, le città cercano di combattere l’aumento di incidenti e di violenze legate al consumo dell’alcol, soprattutto tra i giovani. Nelle strade di Rennes, fra l’altro, la polizia sequestra ogni giovedì dalle 400 alle 1.200 bottiglie, contenitori di cocktail artigianali fatti dagli stessi giovani con un mix di alcol forte e di succhi di frutta.
Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio francese delle droghe e delle tossicomanie, che risalgono al 2005, il 33,4% dei giovani di 17 anni confessa di essersi ubriacati almeno tre volte nel corso dell’anno. Erano il 27,2% nel 2002. Per le ragazze la percentuale è passata dal 12,4% al 18,3%.
Un po’ meno del 10% dichiarano di essersi ubriacati almeno dieci volte in un anno. E’ l’alcol la prima causa di mortalità sulle strade (26,2%) in Francia. Ed è sempre l’eccesso di alcol all’origine anche del 36% delle violenze coniugali.
http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo386702.shtml


IL MATTINO (Salerno)

Tre bimbi travolti, per il pm è omicidio colposo
Nocera Inferiore.
Chiuse le indagini per l’incidente stradale che lo scorso luglio provocò la morte di tre bambini, sull’A30 Caserta-Salerno, tra i caselli di Castel San Giorgio e Nocera Inferiore. Un incidente che scioccò l’Italia intera e che colpì duramente la famiglia Molinari della frazione di Spiano di Mercato San Severino che vide due figli e un nipotino schiacciati nella loro auto. Il pm Giovanni Paternoster della procura della Repubblica di Nocera Inferiore (che si è avvalso delle indagini della polizia stradale di Caserta Nord, comandati da Rocco Fasci, e dell’ingegnere Alessio Bertini della motorizzazione civile di Salerno) ha inviato l’avviso di conclusione delle indagini a Stefano Conte di Casalnuovo, conducente dell’Audi A3 2.0 Tdi che provocò la tragedia. A suo carico il magistrato ha riconosciuto solo l’accusa di omicidio plurimo colposo e la guida in stato di ebbrezza. Del resto, Conte era stato trovato positivo al test dell’alcol nel sangue per un valore di 0,7, poco più dell’indice massimo consentito dalla legge (pari a 0,5), norma che fine a qualche tempo fa aveva come limite proprio lo 0,7. (*) Probabilmente le cause dell’incidente vanno ricercate in altro ambito o meglio, in un serie di concause, tra cui soprattutto la velocità tenuta dal mezzo condotto da Conte. (*) Dai risultati delle perizia pare che l’Audi A3 2.0 Tdi condotta dal giovane di Casalnuovo, quella sera di venerdì 13 luglio, viaggiasse (sulla cosiddetta autostrada a tre corsie) a una velocità più o meno di 180 chilometri l’ora. Sotto la galleria di Santa Maria a Castello, tra i due caselli della A30 di Nocera Inferiore e Castel San Giorgio, verso le 22,25, l’Audì trovò davanti a sè l’Alfa 166 dei Molinari (che viaggiava sul lato destro a una novantina di chilometri l’ora) e la tamponò violentemente, senza che lo stesso Conte avesse il tempo di frenare o tentare una manovra per evitare la vettura che la precedeva. E fu la tragedia: basti pensare che l’impatto fu talmente violento che l’ammiraglia di casa Alfa, nella parte posteriore, si accorciò di circa un metro e quaranta centimetri. A bordo della 166 viaggiavano papà Aniello Molinari di 36 anni, mamma Anna Vassallo di 31 anni, i figli Gerardo (11 anni), Sabatino (10 anni) e Annamaria (sette anni). Con loro c’erano la zia, Maria Antonietta Vassallo di 33 anni e il cuginetto Michele Landi di sei anni, arrivati da Sesto San Giovanni per le ferie. Sui sedili posteriori erano seduti la zia e i quattro bambini e su quelli anteriori c’erano papà e mamma Molinari. A causa dell’incidente morirono i fratelli Gerardo e Sabatino, rispettivamente di 11 e 10 anni, e il loro cuginetto Michele di sei anni. I fratellini Molinari sognavano di fare da grande i calciatori e giocavano nei pulcini del «Curteri»: la sera dell’incidente avevano vinto la semifinale del torneo che stavano disputando con la squadra. Per loro, era prossima anche la prima comunione, la cui cerimonia doveva celebrarsi il 15 agosto successivo, nella chiesa di Spiano. Conte è indagato dalla procura di Nocera Inferiore anche per le lesioni gravi e gravissime patite dagli altri occupanti della 166 (ad alcuni è stata asportata la milza). Il giovane di Casalnuovo avrà 20 giorni di tempo a far data dalla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini per rendere eventuali dichiarazioni al pm Paternoster prima che questi decida di chiedere o meno il suo rinvio a giudizio. «Conte non renderà dichiarazioni al pm - afferma l’avvocato Michele Alfano, uno dei suoi difensori - Il mio assistito si trova in una condizione clinica disastrosa ed è psicologicamente distrutto. Per quanto accaduto nel luglio scorso non riesce a riprendere una vita normale. Ritengo però doveroso ricordare che di fatti Conte quella sera non era un ubriaco al volante: il tasso di alcol riscontrato nel suo sangue era leggermente al di sopra della norma. In più, sottolineo che qualche mese fa la soglia alcolica massima per poter guidare era stata abbassata da 0,7 a 0,5: se fosse stata in vigore la vecchia normativa ora non staremmo nemmeno parlando di guida in stato di ebbrezza». (***)
(*) Nota: il limite precedente allo 0,5 era 0,8.
(**) Nota: ad alcolemia 0,7 – oltre ad una importante diminuzione dei riflessi (il tempo di reazione è circa il doppio) si riscontra una diminuzione della percezione del rischio, che può essere la causa di una guida più veloce.
(***) Nota: è estremamente grave, anche se comprensibile in una cultura profondamente alcolica come la nostra, questo tentativo di minimizzare la responsabilità dell’alcol in questo incidente.
L’articolo non fa menzione di eventuali considerazioni da parte del magistrato riguardanti il fatto che i 3 bambini morti viaggiassero in condizioni di grave pericolo (senza cinture né seggiolino di sicurezza).


IL MATTINO (Salerno)

Troppo alcol e alta velocità, così uccisero Checco
Un lungo corteo di motorini scortò quel 5 settembre dell’anno scorso il feretro di Checco per l’ultimo saluto, dall’obitorio del San Leonardo alla chiesa di Santa Margherita. Francesco De Michele era uno del gruppo Block Buster di Torrione, aveva 18 anni e venne ucciso da un’auto pirata. A bordo c’erano tre ucraini ubriachi. Era in motorino quando venne travolto. Momenti concitati quelli del soccorso, il trasporto in ospedale, l’impossibile per salvarlo. Poi il corteo degli amici. Cinquanta, cento, duecento ragazzi a fare la spola tra Pastena e l’ospedale. Infine l’annuncio che il ragazzo non ce l’aveva fatta. A Santa Margherita per le esequie erano in migliaia, c’era anche il sindaco che ricordò con la sua presenza che lui avrebbe fatto di tutto per stare al fianco dei ragazzi di quel quartiere, della famiglia distrutta. In chiesa le lacrime, ma anche le urla di una donna tra la folla: «Ammazzateli quei delinquenti». I delinquenti erano gli ucraini ubriachi che avevano spezzato la vita di Francesco De Michele, studente all’istituto nautico, travolgendolo insieme ad amico che trasportava sul sellino, Paolo, ricoverato poi a lungo in ospedale. Era accaduto a pochi metri dalla chiesa quel drammatico incidente. In un incrocio che dà su via Santa Margherita. La vettura con gli ucraini che arriva a tutta velocità e prende in pieno il motorino. Il volo sull’asfalto, le gravissime ferite, la morte di Checco. De Luca mormorava a voce bassa: «Una tragedia immane, mi unisco al dolore enorme della famiglia e degli amici. Ci vogliono prevenzione e repressione per tenere a bada questi stranieri fuorilegge e per evitare che possano accadere altre simili tragedie» (*). Sulla bara tre sciarpe della Salernitana, la sua squadra del cuore che Checco seguiva dalla curva sud, spiccava quella della Nuova Guardia, un club ultrà di Pastena. E ancora la maglietta granata di Sestu, che gli amici avevano avuto attraverso il contatto con Enzo Fusco, e un cappellino a scacchi bianco-rossi modello Croazia, ma non era della squadra di calcio, bensì è il suo inseparabile berrettino portafortuna. La chiesa si riempì in un attimo quel giorno: un anno fa. Quasi in duemila a rendere l’ultimo omaggio a Checco. Il dolore del fratello Matteo, della mamma Marta, che restarono a lungo incollati alla bara, quello di papà Ciro, dei nonni. L’omelia di don Osvaldo Giannattasio, i passaggi toccanti con il ricordo di Francesco, il suo percorso religioso, la prima comunione. «Non ci sono parole per un dolore simile. Francesco si è sacrificato come Gesù, ha pagato lui le colpe di tutti quanti noi sulla terra». Don Osvaldo fa appello al silenzio. Tutti a guardare la bara e a tenere rinchiusa dentro di sè la tristezza, a riavvolgere i ricordi di Checco. «Non serve a nulla cercare le responsabilità di quanto accaduto (**), sono persone che hanno abusato della loro libertà e che non avevano la consapevolezza di quello che stavano facendo. Resta tutto avvolto in quello che è il mistero di Dio» dice nell’omelia don Osvaldo. Ma qualcuno interpreta diversamente quelle parole, studia un piano per vendicarsi di quella morte. Il tutto arriva alle orecchie del sindaco che sventa ogni raid che avrebbe sporcato la memoria di Checco.
(*) Nota: l’incidente non è stato provocato dalla nazionalità dei responsabili, ma dal fatto che avevano bevuto.
(**) Nota: considerazione alquanto discutibile.


IL MATTINO (Salerno)

«Sicurezza per non diventare razzisti»
GIANNI COLUCCI
«La priorità per la città è la sicurezza. Lo dicono le statistiche, lo dice l’umore della gente che frequento e conosco. Non è una reazione ad un fatto di cronaca la mia, badate bene. Ho da tempo avviato iniziative e azioni in questa direzione». Riavvolge il filo della memoria il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca e racconta come è stata elaborata questa strategia che a tutti appare eccessiva, che viene bollata di destra e risulta incomprensibile per una parte di una città aperta alla multiculturalità ma che pure viene apprezzata da una parte importante della città. «Ecco, tutto risale ad un anno fa, quando mi sono trovato davanti ad una scena terribile, quella di un ragazzo in motorino stroncato nella sua gioventù da un’auto pirata. Fu ucciso da tre ucraini ubriachi, fu investito in pieno dalla loro auto. E fu in quell’occasione che capii quanto fosse necessario fare qualcosa: fu quando al funerale mi accorsi che gli amici di quel ragazzo stavano per organizzare un raid punitivo. Volevano aggredire e farsi giustizia a soli. Avevano individuato forse gli ucraini, coloro che ritenevano responsabili della morte del loro amico. Allora decisi che era necessario intervenire». Non si tratta dunque di una decisione sull’onda di un interesse mediatico per il tema immigrati come dicono i suoi detrattori. «Sono convinto che si tratti di un tema che non è nè di destra nè di sinistra: so che il governatore del Veneto Galan mi addita ad esempio al sindaco Veltroni in chiave polemica. Ebbene io dico che in tempi non sospetti, già al Lingotto, il sindaco di Roma aveva indicato la sicurezza come una priorità». Poi aggiunge: «Il mio riferimento è Tony Blair, il leader laburista inglese aveva preso di petto il tema della microdelinquenza, dei quattordicenni con la pistola. Non aveva avuto paura di fare riferimento a situazioni che stavano per esplodere. Esattamente quello che noi stiamo facendo adesso: prendiamo da circa un anno iniziative concrete a difesa della legalità e della sicurezza». Da queste riflessioni di ordine politico, da quell’episodio che stava per scatenare una faida anacronistica a Pastena, è arrivata l’idea di fare passi decisi sul piano del rafforzamento dei presidi di sicurezza e di ordine. «Per questo ho deciso che i nostri vigili urbani, più volte feriti, venissero dotati di manganelli per difendersi più agevolmente, mica per aggredire». Il timore di apparire razzisti, o di innescare derive xenofobe e violente non tocca il sindaco: «Sono certo che questo lavoro straordinario ci consentirà anche di tener testa a sentimenti razzisti e xenofobi: una città sicura percepita come tale diventa anche una città più tollerante. Se si mette ordine nelle strade e nei mercatini rionali la gente avrà una considerazione diversa degli stranieri. Non ce la prendiamo con i Romeni, ma sappiamo che i rom possono creare difficoltà alla convivenza civile. Alla fine chi rispetta la legge e viene qui per lavorare non sarà mai considerato come un delinquente comune». Tanto lavoro sul piano dell’irrigidimento delle misure di sicurezza non nasconderà la faccia più gentile e solidale della città dell’accoglienza? «Anche su questo versante c’è da dire che la cultura e le iniziative che progettiamo e mettiamo in campo su questi temi, vanno di pari passo con il lavoro sul mantenimento dell’ordine. Una città vivibile deve essere sicura. Se arrivano i turisti devono trovare condizioni accettabili di sicurezza e di visibilità e tanto vale anche per i cafoni e i fracassoni che rovinano le serate a chi va nella movida o vive al centro storico. Cafoni sono anche coloro che tengono gli stranieri in tuguri e si fanno pagare affitti esosissimi in nero. Ecco, noi perseguiamo questa parte della città che non ci piace, che non piace all’Italia. Abbiamo avuto il coraggio di guardare in faccia a questi fenomeni, di chiamarli con il loro nome e quindi siamo impegnati a rispondere a richieste che vengono dai nostri cittadini: Salerno sicura nell’ordine e nel rispetto delle leggi conviene a tutti».


IL MATTINO (Salerno)

SARNO
Minaccia i familiari per la droga e l’alcol arrestato e internato in una casa di cura
ANTONIO ORZA
Sarno. Costringeva i genitori con maltrattamenti e violenze a farsi dare i soldi per comprarsi le sostanze stupefacenti e gli alcolici. Finché non è intervenuta la polizia che ha arrestato il responsabile, Massimo Mancuso, trentotto anni, tossicodipendente e alcolista con precedenti penali. Gli agenti del commissariato della polizia di Stato, diretti dal dottor Francesco Mainardi, sono arrivati in via Nuova Lavorate, proprio mentre l’uomo, in preda a una crisi maniacale violenta, stava aggredendo, con una bombola del gas vuota, i familiari. Solo il tempestivo intervento della volante ha impedito all’aggressore di infierire, con conseguenze gravi, sui familiari. L’uomo è stato bloccato e trasportato con un’ambulanza prima al centro di igiene mentale di Sarno e poi al reparto psichiatrico dell’ospedale ex Umberto I° di Nocera Inferiore, dove è stato sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio. Successivamente, su disposizione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Nocera Inferiore, Sergio De Luca (che ha firmato il provvedimento di misura di sicurezza detentiva), Mancuso è stato ricoverato presso il manicomio giudiziario di Aversa (*), dove verranno monitorate le sue condizioni e l’eventuale persistenza della sua pericolosità sociale, con rapporti informativi periodici all’autorità giudiziaria. Mancuso non è nuovo a comportamenti violenti. Già in altre occasioni si era reso responsabile di minacce e di violenze nei confronti dei propri genitori, rendendosi colpevole anche di aggressioni nei confronti dei vicini di casa. In uno dei suoi raptus di follia, minacciò di provocare una strage facendo esplodere la casa, ma fu bloccato grazie al tempestivo intervento delle forze dell’ordine. Un soggetto pericoloso per sé e per gli altri che ieri solo grazie al tempestivo intervento degli agenti della polizia di Stato ha evitato di commettere qualche reato ben più grave.
(*) Nota: “manicomio”???


IL GAZZETTINO (Udine)

Due comunità sconvolte per la tragica fine dei due giovani a Bertiolo
San Giorgio di N.
Si dovrebbero svolgere con ogni probabilità nel pomeriggio di mercoledì i funerali di Jitka Steruska, la 53enne della Repubblica Ceka morta sabato sera nell’incidente stradale sulla Statale Napoleonica a Bertiolo. La Procura della Repubblica ha rilasciato il nulla osta alle onoranze funebri Fabello per la sepoltura, dalla Polonia è già rientrato il marito Paolo e i familiari sono in attesa che rientri il figlio della scomparsa sempre all’estero. La donna come si ricorderà si trovava sulla Renault Clio condotta da Alessandro Cibert, tamponata da un automobilista di San Vito al tagliamento risultato positivo all’alcool test e con valori quattro volte superiori al consentito. La donna che viveva a S. Giorgio di Nogaro in via Giacomo Matteotti si trovava sui sedili posteriori del veicolo finito dopo l’impatto in un fossato. Nell’urto era rimasta gravemente ferita Giorgia Zanon di 21 anni, la figlia e il fidanzato di quest’ultima, Cibert morto tre ore più tardi all’ospedale civile di Udine. Non è ancora stata resa nota la data delle esequie di Alessandro Cibert.
D.P.


ILQUOTIDIANO.IT

Alcool e giovani: un rapporto sempre più precoce
San Benedetto Del Tronto |Il primo assaggio a 10 anni. Il consumo e talvolta l’abuso a 16.

Questi sono i dati che emergono dal “Servizio risposte alcologiche del comune di San Benedetto del Tronto”.
di Cristian Ciarrocchi
Da un’analisi condotta su scala nazionale sembra che il nostro paese, primo produttore di vino in Europa, sia quello in cui si consuma più alcool e dove il "battesimo" con questa sostanza, che senza moralismi inutili si deve considerare una vera e propria droga, avviene sempre più precocemente.
La nostra piccola città sembra seguire questa nociva moda.
Da uno studio del "Servizio risposte alcologiche del comune di San Benedetto del Tronto" è emerso che il primo assaggio avviene intorno ai 10 anni in famigliadurante occasioni speciali come festività e feste e che il consumo fisso di alcool avviene intorno ai 16 anni.
I motivi secondo cui il consumo di bevande alcoliche si sta così diffondendo nella società italiana e soprattutto nelle fasce dei minori sono da ricercare nel nostro modello culturale, nelle operazioni di marketing sempre più aggressive e raffinate, ma anche nel piacere che questa sostanza infonde.
A San Benedetto del Tronto l’80% dei ragazzi intorno ai 16 anni consumano abitualmente alcol, specialmente nel fine settimana. Il 77% di questi ha dichiarato che lo fa per gusto e per piacere. Il 16% ha ammesso di consumare sostanze alcoliche per poter percepire la realtà in maniera più leggera.
Nonostante le statistiche mostrino che i ragazzi consumano più alcool, sembra che le loro coetanee siano in netto aumento con modalità simili a quelle maschili.
La Dottoressa Sabrina Vici, responsabile del "Centro risposte alcologiche del Comune di San Benedetto del Tronto" spiega che uno dei modi per evitare il problema dell’alcolismo nei giovani è quello di parlare con i figli, poiché l’alcool può essere un serio problema e che bisogna tenere i canali sempre aperti senza essere però troppo invadenti nella vita privata dei ragazzi.


IL TEMPO

Il commento
abuso d’alcol cosa dire ai ragazzi
Desta sempre più allarme sociale l’(ab)uso di sostanze alcoliche da parte dei giovani(ssimi).(*)I dati pubblicati dall’Organizzazione mondiale della sanità dimostrano come sia sempre più diffuso il "binge drinking", ovvero la pratica del bere cinque o più bevande alcoliche in un’unica occasione, lontano dai pasti ed al fine di ’sballarsi’.
Il portale del Governo italiano, www.governo.it , ’pubblica’, nella sezione "Il Governo informa", ed ivi in quella dedicata ai Dossier, due guide, i cui destinatari sono i genitori ed i ragazzi. I consigli, redatti dall’Ospedale bambino Gesù di Roma, forniscono risposte alle domande più frequenti, quali: come e perché bevono i ragazzi; quali sono gli effetti; quanto si può bere; e, soprattutto, cosa può fare un genitore. Vediamo, allora, come il miglior modo di affrontare il problema sia attraverso un confronto dialettico maturo, che spieghi ai ragazzi: la differenza tra uso e abuso (**); i limiti dell’organismo del giovanissimo (organicamente incapace di smaltire l’alcol); l’inutilità di atteggiamenti, inizialmente emulativi, ma poi singolarmente condizionanti rispetto all’intento di essere meglio in grado di socializzare. Per coloro che guidano, è già operativo un divieto che è sicuramente meno dialogico rispetto al maturo confronto con il genitore. Le sanzioni del Codice della strada, recentemente inasprite, restano, infatti, un punto fermo, inderogabile e sicuramente disincentivante un comportamento senza appello pericoloso ed antisociale.
(*) Nota: un curios(issim)o m(et)odo di (sotto)titolare.
(**) Nota: pare strano che un genitore, mediamente informato e sensibilizzato sulla questione, sia in grado di spiegare la differenza tra “uso” e “abuso”, in tema di alcol, dal momento che i maggiori esperti internazionali del settore non sono in grado di farlo. Si tratta di una terminologia scientificamente superata da molto tempo.
I concetti di uso e di abuso non hanno significato quando si parla di una droga, anche se legale.
Ma un giorno forse ci proverò, a spiegare a mia figlia questo concetto, e magari le dirò che “uso” è adoperare l’alcol come sostanza per fare le pulizie in casa, “abuso” è ingerirlo per via orale tramite una bevanda alcolica.


IL GAZZETTINO (Vicenza)

Lettere
VICENZA-BASSANO
Trovo giusto vietare gli alcolici
Io scrivo da Genova ma ho seguito con interesse la vicenda della legge restrittiva del consumo di alcolici in Veneto e dell’ordinanza del sindaco di Vicenza. E’ giusto che dopo una certa ora non vengano più somministrati gli spritz, visti poi gli incidenti che succedono per le strade e non solo al sabato sera. Quindi è giusta la legge emanata dalla Regione. I gestori dei locali non si lamentino. Quando si vedono dei ragazzi di 18 anni ubriachi fino all’inverosimile perechè continuare a somministrare alcolici quando esiste già una legge che lo vieta? E se succedono incidenti, come responsabili, oltre ai diretti interessati, potrebbero essere tirati in causa anche i baristi che continuano a somministrare bevande alcoliche. Sono spesso a Bassano e noto queste cose ecco perche me la sento di commentare.

Johnny Musciansè


TRENTINO

Barman sorpresi dopo le 2: Rise e Mirò, rischio chiusura fino a 30 giorni
Alcol, discoteche multate
Ma l’Unione albergatori ha già raccolto ventimila firme contro la legge
BOLZANO. Il Rise ed il Mirò, le due discoteche bolzanine sorprese dalla Polizia a somministrare alcol dopo le 2, ora dovranno fare i conti con una chiusura da 7 a 30 giorni, come prevede la nuova legge sulla sicurezza stradale. Sarà la Provincia a stabilire l’entità della sanzione. Al Mirò i poliziotti hanno rilevato l’infrazione alle 2.07, quando il barista ha somministrato due cocktail con vodka, mentre al Rise uno dei barman è stato sorpreso verso le 2.30.
«Non ho ancora visto il verbale - commenta Vincenzo Galasso, titolare del Rise - ma è un rischio più o meno calcolato. Se non ci si comporta così c’è il fondato pericolo di dover chiudere. Ora stiamo a vedere come si comporta la Provincia. Naturalmente ci riserviamo di fare tutte le controdeduzioni del caso».
A effettuare i controlli sono stati gli agenti della polizia amministrativa assieme alla squadra volante. Sono stati controllati, nelle ore notturne, 6 locali cittadini, 2 dei quali sono stati sanzionati. E, proprio alla luce dell’esito di queste prime verifiche, è probabile che nelle prossime settimane si assista a un ulteriore giro di vite. «La legge sulla sicurezza è a dir poco proibizionista - sottolinea Galasso - e sono convinto che sarà cambiata a breve. Mi ricorda un po’ il clima che regnava nell’America anni Venti. Siccome non si può sapere a priori chi si mette al volante il legislatore, per ora, ha preferito colpire nel mucchio».
E proprio per cambiare la legge l’Unione albergatori di Bolzano ha già raccolto ventimila firme. Secondo Galasso, a fronte dell’attuale situazione normativa, si sta assistendo a una vera e propria corsa agli alcolici prima delle due. «Parliamoci chiaramente - rimarca il gestore del Rise - il problema non è stato risolto e il fenomeno degli ubriachi alla guida non si è nemmeno attenuato (*). In questo momento molti giovani arrivano in discoteca già “cotti“, perchè hanno fatto incetta di bevande alcoliche nei pub. Ditemi voi se questa può essere definita una legge equa».
Galasso sottolinea come il Rise, quanto a prevenzione, non possa essere considerato secondo a nessuno. «Abbiamo lanciato la campagna “Lascia che beva solo il suo motore”, mettiamo a disposizione autobus da 50 posti da piazza Domenicani alla zona industriale per i nostri clienti e rimborsiamo le corse dei taxi di coloro che arrivano in discoteca in 4».
Certo, una serie di buone iniziative, che non servirà ad evitare la chiusura. La legge, infatti, parla chiaro e le due discoteche devono ora mettere in conto un periodo di chiusura tra i 7 e i 30 giorni. I gestori non se la potranno cavare con una semplice sanzione. A fare fede sono i commi 2 e 3 dell’articolo 6 della legge 160 del 2 ottobre 2007. «Tutti i titolari e i gestori di locali dove si svolgono, con qualsiasi modalità e in qualsiasi orario, spettacoli o altre forme di intrattenimento, congiuntamente all’attività di vendita e di somministrazione di bevande alcoliche, devono interrompere la somministrazione di bevande alcoliche dopo le 2 di notte ed assicurarsi che all’uscita del locale sia possibile effettuare, in maniera volontaria da parte dei clienti, una rilevazione del tasso alcolemico».
L’inosservanza delle disposizioni - recita la norma - comporta la sanzione della chiusura del locale da 7 fino a 30, secondo la valutazione dell’autorità competente.
(*) Nota: non è vero. Come abbiamo visto i giorni scorsi, i primi dati sono molto incoraggianti, e sembrano dimostrare una efficacia di questa legge (che certamente è da migliorare, estendendo il divieto notturno a tutti i rivenditori).


IL GAZZETTINO (Venezia)

JESOLO Parte dalla cittadina balneare la petizione per bloccare la normativa sulla restrizione di orari e vendita di liquori e bevande nelle discoteche
Azione Giovani contro la legge antialcol
«Per combattere la guida in stato di ebbrezza più mezzi alle forze dell’ordine e altre misure»
Jesolo
Parte da Jesolo la petizione popolare nel Veneto di Azione Giovani contro la legge regionale e nazionale sulla restrizione degli orari e della vendita di alcolici nei locali da ballo e di intrattenimento. Nel documento di cui si chiede la firma alla gente, si spiegano i motivi per cui, secondo Azione Giovani la legge sarebbe inidonea e discriminatoria. "Pur essendo diffusamente condivisa l’esigenza di prevedere interventi mirati al contenimento delle note e gravi conseguenze del fenomeno della guida in stato di ebbrezza, una politica di repressione e sanzione esclusivamente diretta a vincolare l’attività dei locali di svago appare inidonea o insufficiente a contrastare detto fenomeno; il fenomeno può e deve piuttosto contrastarsi incrementando i controlli delle forze di polizia (allo stato deficitari per numero e frequenza), anche locale, dotando la stessa degli strumenti necessari a provvedere agli accertamenti del caso (etilometri, ad oggi non disponibili a tutte le forze di polizia che esercitano controlli stradali), sanzionando effettivamente le condotte di guida poste in essere in violazione di legge, e soprattutto sviluppando e favorendo iniziative di prevenzione ed educazione" (*).Di qui la richiesta di modificare la normativa, "introducendo una regolamentazione uniforme e maggiormente conciliabile in materia; promuovendo opportune leggi e normative prevedendo, anche in collaborazione con i locali di svago, campagne pubblicitarie e/o informative o comunque misure volte a diffondere tra gli avventori di detti locali la cognizione dei gravissimi rischi conseguenti alla guida in stato di ebbrezza; in particolare, si rendano interlocutori e favoriscano, anche prevedendo apposite agevolazioni, la stipula di convenzioni tra gestori di locali di svago e cooperative di gestione di servizio taxi; incrementando organico e strutture delle forze dell’ordine deputate al controllo del territorio, dotando i corpi interessati e tutte le pattuglie incaricate dei controlli medesimi delle attrezzature necessarie ad effettuare gli accertamenti e le verifiche dell’eventuale stato di ebbrezza dei soggetti sottoposti a controllo".

F.Cib.
(*) Nota: d’accordo, tutte queste cose vanno fatte. In aggiunta, e non in alternativa, a questa legge.
Per avere meno problemi è necessario che si beva di meno, e questo necessariamente comporta per qualcuno una perdita economica.


L’ADIGE

Oggi nuova udienza a carico del gioielliere Renato Comper per la morte di Daniele Ferrigolli
L’assicurazione «incolpa» la vittima
Responsabilità al 50%, risarcimento dimezzato
È sempre più concreta la prospettiva del giudizio con rito abbreviato (e non quindi l’ipotesi del patteggiamento) nel procedimento a carico di Renato Comper, il gioielliere roveretano accusato di omicidio colposo e guida in stato di ebbrezzain seguito al tragico investimento che la sera del 15 dicembre scorso costò la vita a Daniele Ferrigolli, travolto e ucciso in piazza Suffragio mentre in compagnia di un amico si stava recando ad una festa di compleanno. Questa mattina è in calendario una nuova udienza davanti al gup Michele Cuccaro. La partita al momento si gioca soprattutto sul piano del risarcimento ai familiari della vittima, un aspetto che potrebbe alleggerire la posizione di Comper ma che al momento non sembra prospettare sbocchi favorevoli ad entrambe le parti in causa. Al legale di fiducia della famiglia Ferrigolli, l’avvocato Francesca Iori di Ponte Arche, è arrivata una sola proposta per transare ed evitare la costituzione di parte civile, oltre che ovviamente far vedere che c’è stato un risarcimento e di conseguenza alleviare le conseguenze di un’eventuale condanna a carico di Comper. Una proposta che al momento viene giudicata offensiva prima ancora che insufficiente sotto il profilo economico. Perché nessuna cifra potrà mai restituire ai coniugi Ferrigolli il loro amato Daniele. Ma sentirsi dire che quella tragedia è stata causata in parte anche dalla condotta della stessa vittima, fa sicuramente peggio che ricevere una cifra giudicata inadeguata alla vita di un ragazzo di trent’anni. La tesi portata dall’assicurazione di Renato Comper, la Carige di Verona, è semplice: Daniele Ferrigolli quella sera è sceso dal marciapiedi e assieme all’amico ha camminato per qualche metro sulla sede stradale, prima di essere investito dall’Nissan Terraneo di Comper. Una condotta che per l’assicurazione configura una corresponsabilità nel sinistro da parte della vittima. E che in termini prettamente economici comporta una decurtazione del 50% del risarcimento del danno in favore dei soli genitori. In base alle tabelle alle quali si fa riferimento in casi come questo, per la morte di Daniele l’assicurazione quantifica il risarcimento in 170 mila euro. Che decurtati del 50% a causa della presunta corresponsabilità della vittima, significa una cifra finale di 85 mila euro, poco più di 40 mila euro a genitori. Fermo restando che l’assicurazione nulla intende riconoscere agli zii e alla nonna, come invece richiesto in prima istanza dalla parte civile che per la morte di Daniele aveva chiesto un risarcimento danni complessivo di poco inferiore ai 900 mila euro. Quella sera di dicembre Daniele Ferrigolli, trentenne operaio della Cartiera di Villalagarina, stava andando ad una festa di compleanno in compagnia di un amico quando venne travolto e ucciso dalla Nissan Terraneo di Renato Comper che si fermò circa duecento metri dopo il punto d’impatto. Il gioielliere a suo tempo si difese sostenendo che la macchina era guasta, che l’acceleratore si era bloccato e che questo gli aveva impedito di frenare ed evitare l’ostacolo. Ma la perizia d’ufficio disposta dal pm Valerio Davico dimostrò che la Nissan Terraneo era a posto e l’acceleratore era perfettamente funzionante. In una delle precedenti udienze il gup di Rovereto aveva deciso il non luogo a procedere e quindi l’assoluzione a carico dell’altro imputato, un automobilista di Riva del Garda, indagato dalla procura per concorso in omicidio colposo avendo parcheggiato il proprio fuoristrada sul marciapiedi di piazza Suffragio (in evidente divieto di sosta) e costringendo la vittima a scendere sulla sede stradale, sulla quale poi trovò la morte. P.L.


TICINONEWS.CH

Franchini: "Le stragi devono insegnare qualcosa"
Gazzola: "Fuga in avanti". Bignasca: "Leuenberger vaffa’...". Kandemir: "Proposta di buonsenso"
Basta con gli incidenti dovuti all’alcol: il consigliere federale Moritz Leuenberger è tornato alla carica per chiedere l’introduzione del limite dello zero per mille per i neopatentati e per gli autisti professionisti. Il ministro dei trasporti si è detto scioccato dalla serie di lutti che nelle ultime settimane hanno visto coinvolti molti giovani sulle strade. Lo Stato deve fare qualcosa, ha detto.
Non è la prima volta che Leuenberger propone questo tipo di misure - lo aveva già fatto due anni or sono, quando il Consiglio federale non lo aveva seguito - ma non mancano già le reazioni negative. Il consigliere nazionale e autotrasportatore Ulrich Giezendanner (UDC/AG) si è detto decisamente contrario: "E il solito trucco già usato in passato - ha detto alla televisione SF -; dapprima si introduce una misura per certe categorie di conducenti, poi essa viene estesa a tutti. È la tattica del salame", ha sintetizzato l’ex esponente del partito degli automobilisti.

Le reazioni dal Ticino
"Sono due proposte che condivido", ci dice Alvaro Franchini, responsabile della sezione tecnica Polstrada di Camorino. "Per quanto riguarda gli autisti professionali perché trasportano e hanno nelle loro mani la vita di altre persone. In caso di professionismo ci vuole un cambiamento di mentalità: se guido, non bevo niente di alcolico".
"Per i giovani invece - aggiunge Franchini - il discorso è educativo. Siamo all’inizio della formazione alla guida. E nei tre anni di licenza provvisoria vedo bene una misura che limiti del tutto il consumo di alcool. Bisogna formare una cultura della sicurezza". "I giovani - conclude Franchini - devono mettersi un freno. Le stragi di questi ultimi weekend devono insegnare qualcosa. Facciamo si che questi giovani non siano morti invano".
"La solita fuga in avanti", ci dice Renato Gazzola del TCS. "Dopo l’armonizzazione con l’Europa, ora si vuol fare i primi della classe. Prima di tutto ci vuole istruzione e prevenzione".
"Leuenberger vaffa’..", questo il semplice commento del leader della Lega dei ticinesi Giuliano Bignasca. Una reazione che non ha bisogno di ulteriori commenti.
"Sembra una proposta di buonsenso" ci dice da parte sua la responsabile dei progetti di Radix Pelin Kandemir. "Ma non sono sufficienti questi limiti, da soli, per abbassare il consumo alcolico. Questi limiti devono essere accompagnati da misure di prevenzione strutturate sul lungo termine".

joe.p.
http://new.ticinonews.ch/articolo.aspx?id=3726&rubrica=2


ADNKRONOS

Alcol: Mix Alcolici-Energy Drink Come Mischiare Cocaina Ed Eroina
Roma, 5 nov. (Adnkronos Salute) - Mischiare vodka ed energy drink equivale ad ’’assumere un mix di cocaina ed eroina’’. Con micidiali effetti sulla salute. A mettere in guardia dalle conseguenze di cocktail a base di alcolici e bevande energizzanti, l’ultima tendenza dei giovani per ubriacarsi nei week end, è un esperto britannico, Don Serrat, fondatore del centro di recupero LifeWorks, alla luce dei risultati di uno studio americano sulle abitudini alcoliche degli studenti universitari. La ricerca della Wake Forest University, la prima mai condotta di questo tipo e illustrata al congresso della Società americana di salute pubblica, ha coinvolto 4.271 studenti di 10 atenei negli Sati Uniti.

I ragazzi che mischiavano energizzanti e superalcolici, ’Red Bull’ e vodka per esempio, correvano il doppio dei rischi di sentirsi male tanto da richiedere l’aiuto del medico e di ritrovarsi in macchina con un guidatore ubriaco, ma anche di avere rapporti sessuali non protetti. Non solo. In una serata tipo, gli amanti dei cocktail ’up and down’ bevevano il 36% in più degli altri studenti e riferivano il doppio di sbornie settimanali. Ubriacarsi con alcolici e bibite a base di caffeina ’’è una ’moda’ diffusa fra i giovani, come viene fuori parlando con gli studenti o leggendo blog e siti internet - commenta la principale autrice dello studio, Mary Claire O’Brien - Lo fanno per bere di più e più a lungo. Ma siamo rimasti davvero sorpresi di quanto sia alto il rischio di conseguenze serie e potenzialmente letali’’. Perché mischiare alcol e caffeina è come ’’salire in macchina e premere il pedale dell’acceleratore e del freno contemporaneamente’’.
Dalla ’Red Bull’, energy drink fra i più famosi, non commentano i risultati dello studio, ma si limitano a dire ’’quello che diciamo sempre: bevete responsabilmente’’.


BRESCIAOGGI

TRA SALUTE E TERRITORIO. Presentato ieri pomeriggio alla Facoltà di medicina dell’Università di Brescia lo studio su longevità e prodotti tipici della Valcamonica
Formaggio e vino elisir di lunga vita
Mercoledì, 07 Novembre 2007

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