Mercoledì 24 Aprile 2024
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Rassegna stampa Alco e guida del 23 ottobre

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

TRENTINO

CARABINIERI A PERGINE 
Controllo anti alcol: si va a casa con il taxi 

TRENTO. Questa volta la presenza dei carabinieri in un’apposita operazione per la sicurezza sulla strada, ha avuto un vero e proprio effetto deterrente. Decine le persone controllate e sono due sono state denunciate per guida in stato di ebbrezza. Tutto questo è successo nella notte fra sabato e domenica davanti al Paradisi Nuber one, la discoteca di Pergine. I carabinieri si sono presentati in 30, più le unità cinofile di Laives alle 23 e fino alle 4 hanno controllato tutte le persone che si mettevano alla guida. Un controllo a tappeto che ha spinto molte persone che non avrebbero passato il test a trovare delle vie alternative. E così ecco arrivare un taxi chiamato per il ritorno a casa più molti genitori svegliati dai figli di notte per fare gli autisti. (*) Alla fine gli unici denunciati sono stati due extracomunitari (residenti in zona) trovati rispettivamente con 0.6 e 1.3 quando il limite previsto dalla legge è di 0.5. Segnalato al commissariato del governo un 23enne: un cane aveva fiutato nella sua auto mezzo grammo di hashish.
(*) Nota: mi pare un’iniziativa esemplare.
Mettersi fuori da un locale, quando tutti sono già entrati, e fermare tutte le auto di chi esce.
I giovani si spargono la voce via cellulare, e si organizzano perché nessuno guidi ubriaco.
Questa è PREVENZIONE.


IL GAZZETTINO (Treviso)

Andrea Dan presenterà un esposto in Procura, con tanto di prove: «Poco prima che scattino le due di notte nelle discoteche si invitano i clienti a "provvedere" per tempo» 
«I deejay istigano ad aggirare i divieti sull’alcol»
Istigazione all’ubriacatura: non è un reato previsto dal codice penale (*), bensì una discutibile abitudine di alcuni deejay che invitano i frequentatori delle discoteche ad acquistare vino, birra e cocktail vari prima che scattino le due di notte, ora dopo la quale non possono più essere serviti alcolici. A denunciare la cosa è il presidente dell’associazione Manuela Andrea Dan: domani presenterà un esposto in Procura per segnalare, con tanto di prove, questo "invito" ad aggirare il divieto.«E’ ormai prassi - dice Dan - che all’avvicinarsi delle due di notte, in molte discoteche trevigiane i deejay si "preoccupano" di avvisare i clienti dello scattare dell’ora x, invitandoli a provvedere per tempo. Mi sembra un atteggiamento alquanto al limite, pur non essendo un reato, che rischia di rendere inutile ogni azione per limitare il consumo di alcool e prevenire gli incidenti stradali». Ricevuta una prima segnalazione, Dan ha vestito i panni dell’investigatore ed ha cominciato a controllare quanto avveniva sulle piste da ballo: «Ho così verificato che questo invito è ormai divenuto sistematico. Tant’è che ho potuto registrare gli annunci, ripetuti più volte dopo l’una e mezza. Credo che la cosa si commenti da sola. Anzichè mettere in guardia dai pericoli dell’alcol, qui in modo più che plateale si invita ad aggirare la legge». A tutto vantaggio, ovviamente, dell’aumento delle consumazioni in zona Cesarini. «Per questo chiamo in causa anche la deontologia dei gestori dei locali».
«Questo dimostra che siamo ancora tanto lontani dal cambiare cultura rispetto al bere - continua Dan - Lo spirito della legge è quello di evitare quei comportamenti che possono avere effetti disastrosi per chi guida l’auto non in condizione di perfetta lucidità. Quanto invece accade nelle discoteche va in senso completamente contrario, perchè si invitano le persone a bere».
Per Andrea Dan, dunque, il divieto "niente alcol dopo le due" previsto dalla legge 117 non è sufficiente: «Si vieta la somministrazione delle bevande: forse invece sarebbe opportuno modificare la legge in maniera più restrittiva, pensando, ad esempio, di vietare il consumo di alcol e non solo il fatto di servirlo. Perchè è diverso bere un prosecco alle tre del pomeriggio o alle tre di notte. Nel secondo caso dobbiamo mettere in conto anche la stanchezza e un inevitabile calo di attenzione e di controllo dei riflessi»: che possono rivelarsi un mix pericolosissimo se poi ci si mette al volante.

Davide Nordio 
(*) Nota: se è vero quanto riportato da diverse cronache in questi giorni, in molti locali italiani l’invito del deejay è “a fare il pieno”, quindi è istigazione non al bere ma all’ubriacatura, quindi è reato previsto dal codice penale.


IL GAZZETTINO

Risultati sconcertanti dai test volontari eseguiti domenica in città. Solo una minima parte dei partecipanti viaggiava con i mezzi pubblici 
Due su tre ubriachi, «chiudete l’Ombralonga» 
Il direttore della Motorizzazione del Nordest contro la manifestazione di Treviso: «È come pubblicizzare un’arma, bisogna fermarla»
Treviso
NOSTRA REDAZIONE

La verità sull’Ombralonga, edizione n.17, la dicono i numeri: 25/30 mila partecipanti; il 70\% di questi erano ubriachi, da ritiro della patente. Un altro 14\% ha fatto registrare un tasso alcolemico fra 0.3 e 0.5, casi da borderline. Perchè troppo "pieno", solo un giovane - un ventunenne di Montebelluna - è finito all’ospedale. Venticinque le persone soccorse dalla Croce Rossa. Una sola rissa sedata dai vigili. Pochi bagni e tante pipì fuorilegge. Sono dati certamente tranquillizzanti rispetto ai bollettini di guerra delle edizioni scorse. Anche se in serata la stazione ferroviaria è stata evacuata per la fuga di gas da un carro cisterna in transito e per larga parte della notte è rimasta bloccata anche la linea ferroviaria Udine-Venezia, bloccando a Treviso più di un migliaio di reduci dall’Ombralonga, la giornata vista in chiave ordine pubblico ha registrato il miglior bilancio di sempre.
Migliore... sicuramente sì, almeno per il prosindaco Giancarlo Gentilini. «Una manifestazione triste e fuori tempo che non può essere sostenuta», «da non ripetere» è invece, il parere di un traumatizzato Carmelo Trotta, direttore della Motorizzazione civile del Triveneto alla sua prima esperienza enoica di Marca, giunto a Treviso accompagnato dal figlio quindicenne e da venti suoi funzionari e 30 etilometri.
Gentilini, sorriso da venditore di dentifrici e voce tuonante, è compiaciuto: «Ci vorrebbe un’Ombralonga al mese. Ho sempre sostenuto la manifestazione e la giornata di domenica è stata la dimostrazione che avevo ragione. Sono arrivati giovani da tutta Italia perchè l’Ombralonga è famosa come l’Oktoberfest. È stata proprio una festa della gioventù». E poi la manifestazione è stata anche un’iniezione di euro nelle casse dei commercianti trevigiani: «Difatti questa è stata un’iniezione di ricostituente per l’economia cittadina, un modo per dare una spinta anche a tutti gli esercenti spesso penalizzati da alcune problematiche, come ad esempio la mancanza di parcheggi».
Il direttore della Motorizzazione dà una lettura radicalmente diversa e negativa, facendo leva sui dati raccolti con 2.033 test effettuati volontariamente dai partecipanti all’Ombralonga nei presidi di piazza Indipendenza, piazza Duomo, piazza Trentin, via Toniolo e piazza San Vito: 1.382 (68\%) hanno registrato un tasso alcolemico superiore alla norma; la media complessiva dei test ha rivelato che il "pieno" era dello 0,60, da ritiro della patente. Un dato preoccupante: dei 25/30 mila partecipanti solo una minoranza ha fatto uso del treno o del pullman. La massa si è spostata in auto. Se il 70\% vantava valori fuori legge chi guidava evidentemente, non era in grado di farlo se non rischiando.
Carmelo Trotta si è fatto delle convinzioni girando per Treviso vedendo ragazzi e ragazze vomitare e sbandare per le strade: «Se vogliono rifare la manifestazione di fianco a ogni punto di mescita dovranno mettere un etilometro: prima di versare un’ombra si dovrà verificare "il pieno"; quando un partecipante arriva sui valori di 0,4 - 05 è meglio che mangi qualcosa, si faccia due passi e aspetti. Passate alcune ore magari potrà buttar giù un altro bicchiere. Ma bere per bere, e bere senza testa, siamo alla follia».
E un altro aspetto ha profondamente scosso il direttore della Motorizzazione del Triveneto: è notorio come Treviso vanti il poco felice record di morti sulle strade, in gran parte dovute all’uso di alcol; e sommi un numero considerevole di ritiri di patente per le stesse motivazioni. E così, in un simile contesto, Treviso ha il coraggio di promuovere l’Ombralonga, il festival del bere per il gusto di bere. È come far pubblicità ad un’arma mortale. È questo che si vuole?
Anche il composto dottor Trotta che voleva insegnare al figlio di 15 anni come ci si comporta con l’uso del vino, è rimasto vittima dell’Ombralonga: un marcantonio di stazza ragguardevole e muscolatura conseguente durante i test con l’etilometro lo ha preso di spalle e l’ha sollevato da terra per poi, dopo averlo messo giù, rifilargli un bacio... da denuncia.
Trotta ha girato per ore per Treviso: «Sono stato sconvolto dal vedere migliaia di ragazzi e ragazze assieparsi sui punti di spaccio e poi girare per Treviso, e molti barcollando, tanti distesi a terra. Mi è sembrata una violenza non sopportabile. È una violenza occulta che vien fatta ai più giovani. Invece ho visto gli adulti reggere meglio il vino. Evidentemente si sanno gestire. I ragazzi invece non sanno quando e quanto bere e quando fermarsi. Bisogna fermare manifestazioni così. È assurdo gridare che si muore per l’alcol e poi si fanno manifestazioni che lo promuovono. Bisogna scegliere da che parte schierarsi. Treviso scelga». (*)

Sergio Zanellato 
(*) Nota: a proposito di Ombralonga, vi consiglio una visita al sito http://www.nonsoloombre.it/ .
Vi invito a lasciare un commento alla voce “le vostre opinioni” http://www.nonsoloombre.it/index.php?tmpl=6&service_id=49 (scrivere a info@nonsoloombre.it ).


IL GAZZETTINO (Treviso)

Quel gas poteva fare un disastro 
La Procura apre un fascicolo sulla fuga di Gpl dal treno merci fermo in stazione

Il nome del responsabile ancora non c’è ma la Procura ha deciso comunque di aprire un fascicolo a carico di ignoti per la fuga di gas da una cisterna di un treno merci che trasportava gpl in stazione domenica sera. L’ipotesi di reato è quella contemplata nell’articolo 450 (e 449 per la responsabilità colposa) del codice penale, che prevede il pericolo di disastro ferroviario. Ad essere iscritto nel registro degli indagati, nei prossimi giorni, dovrebbe essere il proprietario delle cisterne ButanGas di cui il convoglio era composto. Dalle analisi dei vigili del fuoco e della polizia ferroviaria non sorgerebbero dubbi: la perdita di un ingente quantitativo di gpl è avvenuta da una guarnizione che ha rilasciato il gas perchè difettosa. La Procura però intende avvalersi della consulenza del perito Bardazza, lo stesso che ha depositato uno studio, nei giorni scorsi, sulla De Longhi. Al momento, fino a quando non saranno appurate le precise responsabilità nell’incidente che poteva avere conseguenze drammatiche, il fascicolo d’indagine aperto dal pubblico ministero Antonio De Lorenzi resta a carico di ignoti.
Ad accorgersi della perdita sono state alcune persone che stazionavano domenica nel tardo pomeriggio nei pressi del binario 7 della stazione ferroviaria di Treviso. Erano le 19.58 quando è scattato l’allarme: il gpl, più pesante dell’aria, rimaneva a livello del suolo rendendo l’aria irrespirabile. Immediatamente è scattata la procedura di emergenza, con l’intervento dei vigili del fuoco che hanno cercato di arginare la perdita staccando la cisterna per farla trainare in un luogo isolato. Anche perchè, a quel punto, era necessario evitare che il gas si espandesse depositandosi a livello del suolo e potenzialmente intossicando i 2000 passeggeri presenti in quel momento sui binari, dovendo rientrare dall’Ombralonga. La bonifica è terminata solo ieri mattina, allo scalo Motta, in un binario morto dove comunque non ci sarebbe stato pericolo nè per i treni in transito nè per i viaggiatori. Mentre operavano i pompieri, è spettato alla Polfer (10 uomini più una volante arrivata in supporto) il compito di sgomberare la stazione, partendo dai passeggeri in attesa sui binari. Non è stato affatto semplice, poichè molti erano reduci dall’Ombralonga ed in condizioni di non completa lucidità. E in più, poco prima dell’emergenza gas, i poliziotti avevano appena finito di sedare una rissa tra ubriachi appena usciti dalla maratona alcolica. In stazione, nel bel mezzo dell’evacuazione, è arrivato un treno da Milano carico di viaggiatori: al volo, in pochissimi secondi, sono stati fatti scendere tutti e condotti fuori dalla stazione a distanza di sicurezza. Dove attendevano già 2000 persone, sperando in un bus sostitutivo o in una rapida soluzione dell’emergenza (che però si è avuta solo verso le 2 della notte). Ora le indagini continueranno cercando il proprietario delle cisterne, per il quale potrebbe profilarsi la responsabilità colposa di pericolo di disastro ferroviario.

Serena Masetto


IL GAZZETTINO (Treviso)

Dai controlli svolti dalla Polstrada durante la kermesse cittadina, registrata un’impennata di infrazioni da parte degli automobilisti, tutti maschi 
Con l’Ombralonga strage di punti e patenti 
Ventuno documenti ritirati per guida in stato di ebbrezza durante l’ultimo week end, a inizio ottobre appena cinque
Punti tolti e patenti ritirate sono aumentati lo scorso week end, in concomitanza con l’Ombralonga. Una coincidenza? «Non possiamo negare che possa esserci una correlazione, ma è anche vero che i controlli erano estesi su tutta la provincia». Valutazioni solo tecniche, quindi, da parte del comandante della Polizia stradale di Treviso, Giovanni Battista Scali, all’indomani dell’ennesimo fine settimana mirato a presidiare la viabilità nella Marca, e coincidente questa volta con la kermesse dedicata alle "ombre".
«Se consideriamo numero e entità di incidenti rilevati - puntualizza il comandante, ricordando gli 11 accaduti, 8 dei quali con feriti - possiamo dire che il week end è filato via abbastanza liscio, quanto alle statistiche, non è mio compito commentarle, qualora dovessero essere messe in relazione all’Ombralonga».
I numeri dicono allora che tra sabato e domenica, le sessanta pattuglie della Stradale (spalmate in quattro turni giornalieri e dotate di otto etilometri) hanno rilevato 21 infrazioni per guida in stato di ebbrezza. Il parallelismo è d’obbligo, per capire se effettivamente il dato possa essere messo in relazione all’Ombralonga; allora, ricordiamo pure che nel primo week end del mese furono appena 5, raddoppiando nel secondo. Domenica sera, erano dunque quadruplicate. Coincidenza?
Dalle patenti ai punti: dai 487 dell’ultimo rilevamento siamo passati a 698! Impennata significativa. Coincidenza? Può essere, come può essere smontata dal primo dato di ottobre (6-7 ottobre), quando i punti tolti agli automobilisti furono 653, appena al di sotto di quelli "persi" sabato e domenica scorsi.
Restando in materia di alcol, va detto che delle 21 guide in stato di ebbrezza, 6 rientravano nella fascia meno preoccupante, 9 in quella media, altre 6 in quella "pesante". Sono stati 328 gli automobilisti sottoposti all’alcoltest, su 1040 veicoli fermati. Punta massima: il 2,23 "soffiato" da un 25enne immigrato indiano, in quel di Spresiano, che l’Ombralonga non sapeva manco esistesse. A proposito di record (di cui certamente non vantarsene), fa riflettere quello di un 28enne trevigiano sorpreso per la quarta volta ebbro al volante: record che gli è costato il sequestro dell’auto, come disposto dal Procuratore Fojadelli (in verità scatta alla terza infrazione).
Ebbri a parte, in materia di punti la statistica è la seguente: 195 per infrazioni generiche al codice della strada, 3 per guida non prudente, 18 per eccesso di velocità, 22 per mancato utilizzo delle cinture di sicurezza e 6 per uso del cellulare al volante. Soltanto venti li ha persi in un sol colpo un neopatentato diciannovenne, che, essendosi rifiutato al test dell’etilometro, si è vista raddoppiare la sottrazione. Come esordio, non c’è male.
Ultimo, ma non ultimo, dato: fra i contravvenzionati non figura una sola donna. Per amore della statistica.

Giancarlo D’Agostino


L’ADIGE

Torino: è stata ritrovata nella notte scalza, infreddolita e con una ferita al capo
I genitori litigano, bimba terrorizzata

TORINO - Brutta avventura a Torino per una bimba fuggita di casa durante una furibonda lite dei genitori: è stata ritrovata con una ferita al capo. Secondo il suo racconto la mamma, in preda ad una crisi isterica, l’avrebbe colpita con un coltello. Protagonista della vicenda una famiglia torinese benestante. Il padre è un manager ed abita con moglie e figlia in una zona residenziale. Sembra che da tempo il menage familiare fosse in crisi. L’altra notte l’ennesima lite. Pare che l’uomo fosse in stato di ebbrezza e la moglie l’ha chiuso fuori casa. Durante la discussione sarebbe avvenuto il gesto inconsulto ai danni della bimba che, terrorizzata, è fuggita in strada. I genitori non se ne sono accorti subito, ma solo quando sul posto è giunta una pattuglia della polizia chiamata dall’uomo che non poteva più rientrare nella sua abitazione. La bimba è stata ritrovata, scalza e infreddolita, mezz’ora dopo da una «volante». Agli agenti che le chiedevano conto della ferita ha raccontato del colpo subito mentre i genitori litigavano. Ora madre e figlia si trovano entrambe in ospedale. La piccola nel reparto pediatrico dell’ospedale Martini, assistita dal padre. È in buone condizioni fisiche. I medici hanno informato il Tribunale dei minorenni cui spetta ora la decisione se riaffidarla ai genitori. La mamma è nel reparto psichiatrico delle Molinette e non è stata ancora in grado di rispondere alle domande della polizia, che ha inviato un primo rapporto alla magistratura.


L’ADIGE

Lettere
Scandalosa la birra gratis

Con riferimento alla vicenda del volantino propagante la distribuzione gratuita di birra nel noto bar di Rovereto, leggo e interpreto la reazione del gestore come qualunquista e sfacciatamente giustificatoria, andando ad allargare con presunzione le responsabilità in esterni. Il tutto secondo una pessima prassi auto difensiva che tende a conglobare nel problema tutto e tutti per poter così meglio tutelarsi dalle critiche negative. Sì, perché a mio modo di vedere, il volantino è frutto dell’iniziativa di un singolo, e chiede eventuali responsabilità unicamente a chi, per un vezzo personalistico di tendenza anticonformista, si lancia in iniziative dai risvolti notoriamente negativi e forieri di vari problemi. Tralascio l’alcolismo e tutta la serie di elementi che ne definiscono la patologia, per non toccare vere e proprie emergenze ad essa correlate, di chi si pone ad esempio alla guida di veicoli sotto l’effetto di sostanze alcoliche. Le cronache di ogni giorno testimoniano abbondantemente il pericolo e i disastri che l’abuso di alcolici possono determinare. Ma veniamo alla realtà più strettamente locale e apprezzabile, nonostante si cerchi di fuorviare l’elemento chiave di lettura. Sto parlando di inevitabili quanto più volte assodati episodi di molestie e disturbi nei migliori casi, dati da un considerevole gruppo di soggetti in preda ai fumi dell’alcool. Inutile descriverli anche perché, senza fare della demagogia o nascondersi dietro ad un dito, sono sotto gli occhi di chiunque attraversi il centro cittadino nel fine settimana ad una determinata ora. Nessun allarme per carità, e nessun falso moralismo, ben sapendo che la gente non può stare barricata in casa. Direi però che, visto che l’etica del gestore si esprime anche oltre alla semplice professionalità e maniera di conduzione, la sua sensibilità di soggetto esercente un locale aperto al pubblico (fra cui tanti minorenni) potrebbe benissimo mettere da parte le iniziative goliardiche di chiaro stampo provocatorio. Vedi ad esempio la piantina riprodotta sul volantino di chiara equivocità, e la saccente rassicurazione non trattarsi di vegetale compromettente. Analoga cosa sull’offerta di birra gratis la quale, a fronte di quanto sopra considerato, poteva benissimo essere risparmiata, il tutto in un’ottica collaborativa con le istituzioni locali che, non solamente determinano la desertificazione del centro storico, ma si adoperano anche con interesse nell’arginare determinati fenomeni di alcolismi esistenti fra i giovani.
Alessandro Molinari - Rovereto


LA GAZZETTA DI PARMA

Notte in disco con la birra nel bagagliaio
INCHIESTA STOP ALL’ALCOL DOPO LE DUE: REAZIONI E STRATEGIE
I trucchi dei giovani per aggirare lo stop E in certi locali il cocktail arriva sottobanco

Giacomo Talignani
La notte dell’alcol comincia da una Fiat Tipo blu. Marco e Luca (nomi di fantasia), 18 e 19 anni, riempiono il bagagliaio di beveraggi: bottigliette di birra e un bottiglione misto fra rum e coca cola. Sono le undici di sabato sera. I ragazze sono già in giro (vasca in centro, puntata al pub), più tardi faranno tappa in discoteca dove li aspetta una novità: l’articolo 6 della legge 160, quello che vieta di somministrare bevande alcoliche dopo le 2 di notte nei locali di intrattenimento, pena la chiusura del locale «da sette fino a trenta giorni». Come ha preso il popolo della notte, quest’ondata di sobrietà? Siamo andati a scoprirlo. continua...


VARESENEWS

Sumirago - L’episodio intorno alle 22 in una corte di Quinzano: il feritore aveva avuto in passato degli screzi con la giovane per alcuni affitti non pagati. Indagano i carabinieri
Sparo nella notte: ferita una donna, anziano in manette

Ha atteso il suo ritorno a casa e dall’uscio della propria abitazione le ha sparato un colpo con un fucile da caccia non appena lei è scesa dall’auto. È successo a Quinzano, minuscola frazione di Sumirago, all’interno di una corte in via Sant’Antonio, poco dopo le 22 di lunedì 22 ottobre. Lo sparatore è Antonio Ebbene, 72 anni, vedovo e pensionato, conosciuto in paese per il soprannome “Braccio di Ferro” e per la sua passione (smisurata, dicono alcuni ragazzi del posto) per l’alcol. La ferita si chiama Loredana Siciliano, trent’anni, disoccupata, una figlia di dieci in Sicilia. Loredana, accompagnata da un amico, è tornata nella casa di Quinzano che Antonio Ebbene le aveva affittato mesi fa per prendere il cane Cochi, da due giorni da solo: l’uomo ha sentito arrivare la macchina, ha atteso che Loredana scendesse per aprire la porta e ha sparato un colpo, ferendo la donna al viso, fortunatamente di striscio. Subito l’amico di lei, che l’ha accompagnata a Quinzano e che l’avrebbe poi ospitata nella sua casa di Gallarate, ha avvertito i carabinieri. Lo spavento è stato grande, come spiega il giovane accompagnatore della ragazza ferita: «Siamo arrivati verso le dieci – ha detto -, non appena lei è scesa dall’auto ho sentito un boato. Pensavo ad un petardo, e invece le ha sparato. È andata bene, ma ho avuto paura di morire. Loredana è stata pronta a scappare per strada, mi ha gridato subito "scappa, scappa, vai via"; io invece ci ho messo almeno cinque minuti a fare retromarcia, un po’ perché la corte è buia e non ci sono luci, un po’ per lo spavento». Alla base del gesto potrebbero esserci antichi screzi tra i due: Loredana era in affitto in una casa di proprietà di Antonio Ebbene, proprio di fronte alla casa del suo feritore. In passato avevano litigato perché lei non pagava con regolarità l’affitto: negli ultimi giorni, dopo numerosi tentativi, lui era riuscito a sfrattarla e per questo Loredana aveva cercato e trovato l’appoggio di un amico. La donna è stata medicata nell’ospedale di Gallarate e se la caverà in pochi giorni. Antonio Ebbene è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio e portato in caserma a Gallarate per ulteriori accertamenti: l’arma è stata sequestrata e i militari verificheranno se il tasso alcolico dell’anziano rientra nella norma o può essere alla base del folle gesto.
Tommaso Guidotti


IL SECOLO XIX

Ubriaco alla guida fuori servizio: autista cacciato
amt
Amt si limita a spiegare che «la decisione è stata presa per motivi di oggettiva inutilizzabilità del dipendente»
UNA SERATA un tantino troppo alcolica è costata davvero molto cara a un conducente di autobus di Amt: licenziato in tronco dopo nove anni di lavoro passati sulle linee dell’azienda di trasporto pubblico locale
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L’uomo, sulla quarantina, era stato fermato dalla polizia stradale nello scorso mese di agosto dopo una serata passata fuori con amici. Nel suo sangue gli agenti hanno trovato un tasso alcolico di gran lunga superiore a quello consentito. Risultato numero uno, ritiro della patente di guida per un anno, risultato numero due, appunto, fine della carriera di autista. Non si tratta, in questo caso, di un provvedimento preso in virtù delle nuove norme contenute all’interno del decreto del ministro dei trasporti Bianchi. «La decisione è stata preso per motivi di oggettiva inutilizzabilità del dipendente», si limita a dire Amt. Sta di fatto che è la prima volta, nella storia dell’azienda dei mezzi pubblici, che si verifica un caso di questo tipo. Oltretutto non si è trattato, in questo caso, di un problema avvenuto in servizio, ma di un momento al di fuori dell’orario di lavoro.
Che l’aria, in azienda, sia cambiata, l’aveva già fatto intendere a chiare lettere la decisione, presa qualche mese fa, di non confermare alcuni autisti assunti in contratto di formazione. Nessun obbligo di confermare chi non viene giudicato idoneo alla guida, ma i sindacati insorsero perché l’azienda non comunicò i motivi alla base della decisione e soprattutto per il fatto che mai, prima, si era deciso di lasciare a casa dei nuovi assunti.
L’amministratore delegato Hubert Guyot ha dichiarato più volte di tenere molto al personale viaggiante, considerato il primo contatto dell’azienda con quello che da un po’ di tempo viene considerato cliente e non più passeggero. Ma ha anche distribuito un vademecum di "consigli" per gli stessi autisti, i cui comportamenti alla guida - si intende - verranno controllati e tenuti costantemente sotto osservazione. Nel 2005, a dire la verità, c’è stato un caso simile. Una pattuglia di polizia fermò in via Fieschi il dipendente Amt, che dopo una pericolosa gimkana in piazza Paolo da Novi venne denunciato per guida in stato di ebbrezza e perchè aveva la patente scaduta. L’autista, in quel caso, fu sospeso dal servizio. E non è stata licenziata Federica Moro, l’autista tossicodipendente finita fuori strada il 3 maggio dello stesso anno al Righi con un bus carico di passeggeri. L’autista non ha perso il posto, e sta seguendo un percorso di disintossicazione presso una comunità di recupero per tossicodipendenti.
L’autista licenziato, si dice, farà causa all’azienda che l’ha lasciato a casa all’inizio di ottobre.

daniele grillo


RAINEWS24

Obesi, alcolizzati, diabetici: gli inglesi i piu’ malati d’Europa. Arriva la ’licenza di fumare’
La Gran Bretagna è "il grande malato d’Europa". E’ quanto si deduce da un rapporto del governo pubblicato ieri, secondo il quale in Gran Bretagna si registra il record europeo di obesità, abuso da alcoolici, diabete e morti legate al fumo. Un cittadino britannico, ricorda oggi l’Independent che dedica la prima pagina all’emergenza salute, consuma 11.37 litri/anno di alcool puro contro la media europea di 10.95; (*) il numero di donne fra i 35-54 anni che soffre di alcoolismo è raddoppiato negli ultimi 15 anni; il consumo di frutta e verdura è di 25 kg sotto la media europea.
Ecco perché un piano radicale per convincere la gente a smettere di fumare, fare più ginnastica e cambiare la propria dieta è stato avanzato da un consigliere del governo. Fra le proposte quella di un ‘permesso per fumare’, che i fumatori dovrebbero esibire al momento dell’acquisto delle sigarette, un’ "ora di ginnastica" che tutte le maggiori aziende dovrebbero garantire ai propri dipendenti e il divieto di sale in cibi preconfezionati.
L’idea, subito ribattezzata "neopaternalismo", ribalta il tradizionale approccio del governo che chiede agli individui di scegliere abitudini più salutari. Al contrario, ora dovrebbero ‘guadagnarsi’ l’opzione più insana con questa ‘licenza di fumare’. “Torna lo Stato balia”, dice qualcuno. "Non è proibizionismo, è un forma soft di paternalismo”.
La proposta, che sarà valutata dal ministero della Salute, è in linea con l’iniziativa del ministro Alan Johnson, che sta pensando di inviare ai genitori informative sul peso dei figli che hanno da 5 a 10 anni, in modo che sappiano se questi ultimi stanno diventando obesi. Finora, invece, i genitori hanno queste informazioni solo se le richiedono.
Uno studio pubblicato ieri dice che la GB ha la più alta diffusione di adulti sovrappeso fra i Paesi dell’Ue: il 24.2% è obeso. Il Health Profile of England 2007, pubblicato ieri, revela che l’obesità in GB è il doppio che in Germania (12.95) e 2,5 volte rispetto alla Francia (9.4%). Un obeso muore 9 anni prima di una persona di peso ‘nella norma’ e i super obesi (coloro che hanno un indice di massa corporea sopra 45) vivono 13 anni meno.
(*) Nota: in Italia siamo circa a 7 litri/anno di alcol puro: l’obiettivo OMS è scendere sotto i 6 litri entro il 2015.


ASCA

VENETO: IN CONSIGLIO INCONTRO CON GESTORI DISCOTECHE SU DIVIETO ALCOLICI 
(ASCA) - Venezia, 23 ott - Confronto al Consiglio regionale del Veneto tra i gestori dei locali da ballo e di intrattenimento notturno e i consiglieri della commissione Attivita’ produttive, presieduta da Giuliana Fontanella (Forza Italia), in merito al divieto di vendita alcolici in orario notturno.
Il divieto e’ stato introdotto dalla legge approvata dal Consiglio regionale nel settembre scorso (ma che entrera’ in vigore il prossimo 10 aprile), ma in realta’ e’ stato gia’ anticipato dal decreto legge del ministro Bianchi, in vigore su tutto il territorio nazionale, che proibisce la vendita di alcolici nelle discoteche dopo le due di notte. Al confronto ha partecipato anche l’assessore alla pubblica istruzione Elena Donazzan (AN).
I gestori di discoteche, night e locali da ballo, rappresentati da Antonio Flamini e Renato Giacchetto, rispettivamente vicepresidente nazionale e presidente veneto del sindacato degli imprenditori dei locali da ballo (Silb) hanno criticato entrambi i provvedimenti perche’ inefficaci nel contrastare il vero problema della sicurezza stradale, cioe’ la guida in stato di ebbrezza. ’’Il divieto di vendere alcolici dopo le due di notte introdotto dalla legge nazionale 160 e l’obbligo di chiusura per le discoteche alle 3 del mattino previsto dalla legge veneta limitano la liberta’ di divertimento senza produrre alcun effetto positivo - hanno spiegato gli imprenditori delle discoteche - in quanto incrementano il nomadismo notturno e quindi il rischio di incidenti, incentivano l’abusivismo, alimentano comportamenti trasgressivi nei giovani e il consumo di sostanze stupefacenti’’.
In alternativa ai divieti i gestori delle discoteche propongono invece di introdurre ’’etilotest’’ e ’’stuart’’ nei locali notturni, l’obbligo del ’’guidatore designato’’ a tasso alcolimetrico zero, il trasporto notturno gratuito per chi ha bevuto, incentivi ai gestori che somministrano bevande analcoliche, campagne di sensibilizzazione, informazione ed educazione rivolte ai giovani.
Ma soprattutto i gestori chiedono piu’ controlli sulle strade da parte delle forze dell’ordine, unico strumento efficace - secondo il Silb - per abbattere il numero di incidenti sulle strade.
Per i consiglieri regionali il confronto con i gestori dei locali della notte e’ stata l’occasione per ribadire la diversita’ tra la legge nazionale in vigore (che ha introdotto il divieto di vendita degli alcolici a partire dalle 2 di notte solo nei locali del divertimento notturno, escludendo invece ristoranti, bar, pub, circoli e locali di ristorazione) e quella veneta che introduce si’ limiti orari, ma riconosce ai comuni la possibilita’ di derogarvi a fronte di iniziative di prevenzione e programmi di sicurezza stradale.
’’La legge nazionale - ha esordito Diego Cancian di Progetto Nordest, primo proponente del divieto regionale di somministrare alcolici in orario notturno - e’ inefficace perche’ crea discriminazioni tra i diversi tipi di locali e non affronta il punto nodale del problema, cioe’ la sicurezza sulle strade. Il nostro provvedimento invece, che e’ stato ben meditato a differenza del decreto Bianchi, e’ stato costruito ascoltando tutti gli esperti del settore e punta a creare una collaborazione stabile tra Regione, enti locali e gestori dei locali notturni per ricondurre il divertimento della notte in orari piu’ accettabili e contrastare la cultura dominante dello sballo a tutti i costi’’.


L’ARENA di Verona

TORRICELLE. Non aveva le autorizzazioni
Sequestrato il chiosco abusivo di birra e panini
Controlli ai locali, stop all’alcol dopo le due di notte

La location dove posteggiare il camper era di suo, garanzia di guadagno sicuro. Il parcheggio di fronte alla discoteca Alter Ego sulle Torricelle soprattutto nei fine settimana, diventa punto d’incontro di molti giovanissimi, sia frequentatori della disco, che di altri che lì incontrano gli amici.
La notte tra sabato e domenica la polizia municipale ha sequestrato un chiosco abusivo sulle Torricelle. Il caravan, trasformato in gazebo e fissato al suolo, vendeva illegalmente panini, bibite e birre.
Due le violazioni contestate al titolare: la mancanza della denuncia di inizio attività di vendita e la mancanza dell’autorizzazione sanitaria da parte dell’Usl sulla conformità di attrezzature e procedure di lavorazione degli alimenti.

La polizia municipale è anche impegnata nell’attività di controllo per il rispetto delle nuove norme introdotte dalla legge 160/07 di conversione del decreto legge Bianchi, che prevede che i locali da ballo e intrattenimento non possano servire alcolici dopo le due.
«Considerando che molte discoteche permettono ai loro clienti di uscire e rientrare poco dopo, un chiosco che vende alcolici poco lontano costituisce un indubbio problema di aggiramento della norma, oltre che di sicurezza per le conseguenze che da ciò derivano. E per questo i controlli aumenteranno
», dice il comandante Luigi Altamura.
Prima di procedere al sequestro del caravan, la municipale ha tenuto d’occhio i clienti della discoteca vedendo che entravano e uscivano dal locale con birre in mano. Probabilmente era più vantaggioso acquistarle fuori.
Il comandante Altamura è in contatto con altri colleghi per confrontare il modo di agire, visto che la normativa non è del tutto chiara. Infatti è necessario distinguere tra locali da ballo, discobar e bar qualsiasi. Per questi ultimi infatti non v’è limite nell’orario di somministrazione di alcolici. E come è noto, bere in discoteca costa molto di più che fuori.

A.V.


IL GAZZETTINO (Belluno)

L’APPELLO 
Antonio Barp (Ascom) invita ad avere la mano più pesante

Feltre
Controlli e sanzioni più severi nei confronti della distribuzione e del possesso di alcolici. La rissa di piazza Isola, che sabato scorso ha portato all’arresto di tre magrebini, non è certo caduta nel dimenticatoio. Molte le voci che si sollevano in città e chiedono interventi per cercare di arginare i problemi di ordine pubblico, prendendo anche seri provvedimenti sulle modalità di somministrazione delle bevande alcoliche. La richiesta giunge dal presidente della Consulta Ascom di Feltre, Antonio Barp. «A seguito del fatto increscioso accaduto sabato - spiega Barp - c’è l’esigenza di intervenire a favore di un maggior ordine pubblico, sia per la sicurezza dei cittadini che per quella delle attività commerciali. É necessario sradicare il problema alla radice, pertanto chiediamo all’Amministrazione comunale, che su sta già occupando del problema organizzando incontri a livello extra comunale e provinciale, di incontrare anche tutti i titolari di pubblici esercizi, mettendo in evidenza le linee oltre le quali non si può andare. Servono una sensibilizzazione diretta e controlli mirati nei locali anche in orario serale perché potrebbe accadere che vengano venduti alcolici anche a ragazzi con meno di 16 anni. Se un pubblico esercizio viene colto in fragranza, deve rimanere chiuso per un periodo. In questo modo viene rispettata la professionalità di chi fa bene il proprio lavoro».
Barp sottolinea la necessità di non limitarsi ai controlli nei locali. «I ragazzi vanno al supermercato e, a costi minori, comprano molte bevande alcoliche, le caricano in auto e poi vanno in piazza a fare queste cose. Le forze dell’ordine dovrebbero tenere sotto controllo anche questo aspetto». (*)
(*) Nota: rispetto alla vendita di alcolici al supermercato il problema è la carenza legislativa, non la mancanza di controlli.


L’ARENA di Verona

NOTTE TRAGICA. Il conducente era sotto l’effetto di alcol e stupefacenti
Mortale sulla Serenissima Indaga la procura scaligera

Tocca alla procura di Verona coordinare le indagini sul tragico incidente di domenica alle 2.30 con due morti, avvenuto in via Pra Serà nel territorio del comune di Peschiera. L’Alfa 147 era entrata nella nostra provincia per poche centinaia di metri dopo aver superato Sirmione. Nella fuoriuscita di strada, hanno perso la vita Paolo Seminario, 18 anni e il serbo Sead Lyatifi, 15, residenti nel Bresciano. Le vite di Cristian Bossoni, 27 anni, elettricista e di Nicolò Toscano sono gravissime: ambedue sono ricoverati nei reparti di rianimazione degli ospedali di Brescia e Desenzano del Garda. Ieri gli agenti della polizia stradale hanno continuato gli accertamenti per risalire ai motivi della tragica fuoriuscita di strada di due notti fa. Gli inquirenti hanno confermato che chi era alla guida dell’auto, con ogni portabilità Bossoni, era alterato sia da sostanze stupefacenti che dall’abuso di alcol. In procura a Verona, però, si mantiene un certo riserbo e non si sa ancora se il ventisettenne è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo. Gli agenti della polizia stradale di Desenzano del Garda, su indicazione del pm Francesco Rombaldoni, hanno posto sotto sequestro l’auto, un’Alfa 147 che è finita dritta contro un albero. In procura, ieri, hanno escluso la responsabilità di altri automobilisti. Si è scoperto che i quattro erano appena usciti dalla discoteca le Ninfee di Sirmione che d’estate è anche un parco acquatico. Con ogni probabilità, si stavano trasferendo in un altro locale a Peschiera. Ma la mente annebbiata da alcol e droga del giovane automobilista ha interrotto per sempre il viaggio di due suoi amici. Bossoni e Toscano continuano a lottare tra la vita e la morte.


IL PICCOLO di Alessandria

Parlamento Ue: i risultati della riunione plenaria
I parlamentari europei sono tornati al lavoro, riunendosi nell’emiciclo a Strasburgo. In generale, gli eurodeputati si riuniscono 12 volte l’anno presso l’emiciclo di Strasburgo e 6 volte l’anno presso la sede di Bruxelles. La sessione plenaria di settembre, a Strasburgo, si è aperta il 3. Tra i temi in agenda spiccano la valutazione del tracollo del mercato americano dei mutui, il dibattito sugli incendi che hanno devastato Italia e Grecia e la richiesta di revisione delle misure restrittive sui liquidi nei bagagli a mano dei passeggeri aerei.
La plenaria di settembre si è aperta con il dibattito sugli incendi boschivi che hanno interessato la regione del Peloponneso e l’Italia centro-meridionale. Alla valutazione delle conseguenze su persone, beni, fauna e più in generale sull’economia, è seguita la decisione di adottare misure di prevenzione e di allarme precoce. La finalità è quella di ridurre al minimo i danni da incendi boschivi. A ciò ha fatto seguito la discussione sulla proposta di introdurre pene più severe per chi guida in stato di ebbrezza. Queste prevedono la sospensione prolungata della patente di guida e la confisca dell’automobile. Sono state, inoltre, previste campagne di sensibilizzazione e norme di prevenzione sul consumo di alcolici da parte dei minori, donne in stato di gravidanza e neopatentati. Tra gli altri temi toccati, una posizione di rilievo è occupata dal tracollo del mercato americano dei mutui ad alto rischio (subprime)


IL GAZZETTINO (Udine)

Poliziotti "tassisti" per scongiurare le stragi del sabato sera
Udine
NOSTRA REDAZIONE
Poliziotti di giorno, "tassisti" nei fine settimana per scongiurare le stragi del sabato sera. Lo fanno per i propri figli, ma sono disposti a fare da tutor anche ad altri ragazzi, purchè non si mettano alla guida ubriachi, impasticcati o storditi dalla musica. L’iniziativa arriva da un piccolo paese della Carnia, Paluzza, dove fai prima ad arrivare in Austria che raggiungere la discoteca o il cinema più vicini. Cinque famiglie - tre genitori appartengono alla Polizia di Stato - si danno il turno: uno li accompagna, un altro va a riprendere i ragazzi nel cuore della notte. Un modo per educarli alla legalità, ma anche uno stimolo per i locali notturni della provincia di Udine affinchè mettano a disposizione dei giovani clienti un servizio di trasporto.
Giulio Doneddu è un poliziotto della Questura di Udine specializzato in scorte. Ed è anche uno dei cinque genitori che a turno fa la spola. Ha passato nove anni nella Polstrada e sa che cosa significa svegliare una mamma per dirle che suo figlio si è schiantato per un colpo di sonno, una disattenzione, un amico che guidava ubriaco. Ad agosto il nipote Giulio si è salvato da uno spaventoso incidente. «Ritengo che sia stato miracolato - dice - Quello che è successo a Giulio ha acuito il problema, purtroppo da noi i taxi sono troppo costosi, è impensabile che un ragazzo possa spendere 50 euro. E allora, assieme a tre colleghi, si è pensato a quest’iniziativa gratuita. Poi si sono aggiunti altri papà». Doneddu - pilota di rally dal 1985, alle spalle svariati corsi di guida sicura - non pensa solo ai suoi figli: «Voglio salvaguardare anche quelli degli altri. Noi siamo stati fortunati con Giulio e ora ci mettiamo a disposizione delle altre famiglie. Se qualcuno ha bisogno di un passaggio, mi contatti. Gli faccio volentieri da tutor, vado prenderlo e lo porto a casa. Mi basta salvare una vita e ho fatto il mio dovere».
Per Giulio Doneddu e gli altri genitori di Paluzza non c’è sacrificio che non valga la pena di fare per far capire ai loro ragazzi che le regole vanno rispettate e che bisogna porsi dei limiti. «Il problema è a monte - rileva il papà-poliziotto - Chi guida non deve bere. È assurdo consentire il tasso alcolemico di 0,5. Dovrebbe essere zero, come in Austria». Sì, oltreconfine chi beve non può guidare. Ed è per questo che esiste il "nachtbus", l’autobus della notte che fa il giro dei locali. «La corsa costa 5 euro», spiega Monica Majer, anche lei di Paluzza, in proncito di aprire un’enoteca. «In Italia questo servizio non esiste - afferma - Io non ho mai abbandonato un cliente sulla strada. Ho sempre portato a casa tutti con la mia macchina. Adesso prenderò un furgone e accompagnerò gratuitamente chi ha bevuto e supera lo 0,5. I controlli vanno bene, sono d’accordo, ma se non si trovano delle soluzioni come continueremo a lavorare»?

Cristina Antonutti


IL GAZZETTINO (Udine)

E l’enoteca pensa al "bus della notte" per continuare a lavorare
In Austria li chiamano "nachtbus", i bus della notte che gli esercenti contattato per i clienti che hanno bevuto e non possono mettersi alla guida. Perchè oltreconfine il codice della strada non permette di sgarrare: la tolleranza è zero. Il "nachtbus" è un servizio collettivo, costa circa 5 euro, fa il giro dei locali e riporta a casa i clienti. In Italia non è previsto. Ma, seguendo proprio l’esempio austriaco, c’è chi lo introdurrà gratuitamente. Come Monica Majer, 42 anni, di Paluzza, due figli e un’enoteca che, burocrazia permettendo, sarà pronta tra circa sei mesi, in una cantina di Paluzza che risale al 1574 e che nel 1700 fu osteria. «Sono d’accordo con i controlli - spiega - però bisogna trovare delle soluzioni, altrimenti non lavoriamo. Io ho deciso di comperare un furgone, così accompagnerò a casa i clienti. Che bevano in tranquillità, poi ci penso io».
A dire il vero Monica Majer questo servizio lo fornisce da tempo. A sue spese. Con la sua macchina. Non ha mai scaricato un cliente che non era in grado di guidare. «Adesso lavoro nell’enoteca di Sutrio - racconta - Nel paese conosco tutti e non li lascio fuori dalla porta. Io sono fatta così. Quando aprirò il mio locale, mi impegno a fornire gratuitamente il servizio. Ho due figli anch’io, penso che potrebbe essere un’iniziativa valida».
L’inasprimento della normativa, che introduce tre fasce legate al tasso alcolemico e conseguenze più severe per chi guida in stato di ebbrezza, ha già avuto ripercussioni per gli esercenti. «Se prima arrivavano in quattro e facevano un giro di quattro assaggi per pagare una volta ciascuno - spiega Monica Majer - adesso si fermano al secondo calice per non superare lo 0,5. E allora io dico: sorseggiate pure, poi vi riaccompagno a casa».


IL TIRRENO

Fracassa auto e scooter dopo la bevuta record 
BAGNO DI GAVORRANO. Agli agenti della stradale non era mai capitato di trovare un automobilista dal tasso alcolemico così elevato: ben 7 volte più del limite di legge. Il record (3,68 e 3,40 contro lo 0,50 consentito - e tutto ciò a quaranta minuti dalla chiamata) appartiene a un cittadino russo di 30 anni, abitante nella zona di Bagno di Gavorrano: di mestiere fa l’autista... L’altra sera, verso le 21, esce da un locale di piazza 1º Maggio, a Bagno di Gavorrano, e si mette al volante di una Rover. Vorrebbe fare retromarcia ma ingrana la prima e rovina una prima auto; ripete la manovra, sbagliandosi di nuovo, e va addosso a una seconda auto e a un motorino. Qualcuno sente che ci sono cocci e chiama la polizia stradale: in quel momento la pattuglia (del distaccamento di Massa Marittima) è nella zona di Orbetello. Raggiunge Bagno dopo quasi tre quarti d’ora e sottopone lo straniero all’etilometro. Gli agenti non credono ai loro occhi. L’auto viene presa in consegna dal cognato, piuttosto seccato tra l’altro perché proprietario della Rover. Per S.K., invece, il massimo della pena prevista dal Codice.


IL TIRRENO

Fugge all’alt della polizia e si schianta contro una volante 
LUCCA. In sella a una potente moto Bmw ha tentato di sfuggire alle pattuglie della polizia che gli avevano intimato l’alt: la sua corsa è però finita contro una volante e nell’impatto il centauro si è visto scaraventato sul ciglio della strada riportando alcune ferite.
Nei guai, e all’ospedale, è finito un uomo di 44 anni residente a Farneta, già conosciuto dalle forze dell’ordine, che tra l’altro è risultato positivo all’alcol test. Così, non solo è stato denunciato dalla polizia per non aver ottemperato all’ordine dell’autorità e per porto abusivo di un coltello che gli è stato trovato nel giubbot

Mercoledì, 24 Ottobre 2007
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