Una foto di Eulana Englaro
prima dell’incidente del 1992 – foto dalla rete
(ASAPS) – Una tragedia causata da un incidente stradale,
da quindici anni logora la vita di un padre. Uno schianto sull’asfalto, una
ragazza in stato vegetativo dal 1992 e un padre che vorrebbe mettere fine allo
strazio di vedere la propria “bambina” ogni giorno immobile in un letto,
imprigionata in un corpo inerte e tenuta in vita da un sondino che la alimenta. Un destino assurdo ha segnato le vite di Eluana Englaro e di suo padre Beppino.
Un destino che anche a 15 anni da quel tragico momento, continua ad essere
doloroso. Il sostituto procuratore generale della Cassazione Giacomo Caliendo,
infatti, ha sollecitato, davanti alla prima sezione civile della Suprema Corte,
il rigetto del ricorso presentato dal padre della ragazza contro il decreto
emesso dalla Corte d’appello di Milano il 16 dicembre dello scorso anno. Per
Caliendo, infatti, le cure a cui è sottoposta Eluana “non rientrano
nell’accanimento terapeutico” e la loro interruzione potrebbe avvenire solo se
ci fosse un “consenso effettivo” della persona che nel caso non può avvenire. (ASAPS)