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Notizie brevi 10/09/2007

Il commissario della Polizia Municipale, autore dello sfogo sui ricorsi ai GdP, risponde al presidente dell’associazione camperisti


Foto Blaco – archivio Asaps

Spett.le Presidente, ho letto il suo veemente attacco al mio sfogo, che avevo inviato all’amico Biserni non perchè fosse pubblicato, ma perchè sapevo di trovare in lui un attento ascoltatore interessato da tempo a questi argomenti e più in particolare alla sicurezza stradale.(Poi su richiesta dello stesso Biserni ho accettato che venisse pubblicato il solo testo, perché ritenuto da Asaps molto significativo).
Ritengo comunque positivo che si sia dato il via ad una discussione che spero proficua e costruttiva. Devo dire, riferendomi al comunicato stampa da Lei promosso, che, pur sollevando tematiche importanti e condivisibili, nulla ha a che fare con quelle da me richiamate. Lungi da qualsiasi operatore di polizia stradale l’idea che non sia giusto rendere effettivo in tutti i modi possibili il diritto del cittadino di ricorrere al Giudice. Gli ostacoli normativi da Lei citati sono stati giustamente rimossi per via giurisprudenziale ed io ne condivido il valore. Avrei qualcosa da dire sul richiamo per il quale "di fatto il cittadino che vuole che il Giudice approfondisca il tema, deve nominare un avvocato con i relativi costi". La mia esperienza mi dice che spesso non c’è bisogno del difensore per trovare le parole giuste, le suggerisce direttamente il Giudice, andando ben al di là di quanto richiesto dal cittadino con il ricorso introduttivo. Quanto poi agli Avvocati, meriterebbero un discorso a parte. Quante volte abbiamo ascoltato il conducente coinvolto in un incidente stradale ammettere le proprie responsabilità e poi ci siamo trovati davanti un ricorso dove le cose venivano "abilmente" ribaltate su evidente suggerimento dell’Avvocato?
Ma, ripeto, è giusto e sacrosanto che il cittadino (alla cui categoria appartengono anche gli operatori di polizia stradale, non lo si scordi!) abbia assicurata la più ampia possibilità di fare ricorso al Giudice o al Prefetto (davanti al quale non è necessario presentarsi personalmente). Quanto alle ordinanze "controlegge" contro le quali si scaglia non sono buon conoscitore del problema, pur essendo stato per molti anni un accanito vacanziero in caravan, ma ritengo che poco questo tema abbia a che fare con la sicurezza stradale e più con ragioni turistico-commerciali, ai quali gli organi di polizia stradale sono estranei.
Il problema resta comunque immutato. Il mio sfogo non dovrebbe indignare le persone che credono nella necessità che ci siano delle regole per garantire l’ordinata e sicura fruibilità della strada da parte di tutti. Se chi è chiamato a far rispettare quelle regole viene delegittimato, e per di più ad opera di una figura che per antonomasia deve esaltare il valore della terzietà ed imparzialità, ci rimettiamo tutti. Nessuno avrà più fiducia in nessuno. Il pubblico ufficiale sarà sempre "macchiato" dal sospetto di voler "fregare" il cittadino (non si sa a che scopo, visto che lo stipendio è sempre quello, indipendentemente dal numero dei verbali o dalle somme incassate). Tutti si sentiranno vittime del sistema, soli contro le vessazioni del potere. E’ un pò questo il quadro che mi pare Lei voglia far emergere, anche se in una dimensione molto particolare legata al problema dei camperisti (ne ho conosciuti tanti e non sono disposto a mettere la mano sul fuoco che siano tutti rispettosi dell’ambiente e delle regole). Anche la pubblica amministrazione può sbagliare, ed è bene ci sia qualcuno che lo evidenzia quando necessario. Ma una base minima di certezza del diritto, per cui se una persona sbaglia sa che dovrà giustamente pagare quanto prevede la legge, dovrebbe essere interesse di tutti. Ecco, io mi sono permesso, con parole colorite perchè rivolte ad un "collega" e non destinate ad essere rese pubbliche, di obiettare all’operato del Giudice di Pace, che crede di ristabilire la giustizia ma invece finisce o per rendere ridicoli gli organi di polizia stradale o con il premiare i "furbi". Concludo permettendomi di ribattere all’affermazione secondo la quale l’autovelox serva a far "rallentare per tempo chi guida creando così...sicurezza stradale ". E quando l’autovelox non c’è, si può fare a meno di rallentare? "Per tempo" rispetto a che cosa? Per evitare il verbale oppure per evitare un pericolo alla sicurezza? Se, come credo, è la sicurezza quella che conta, allora non ci vorrebbe l’autovelox per far rallentare "obtorto collo" gli automobilisti. Come sarebbe bello se, fissati limiti di velocità ragionevoli e senza valutazioni ipocrite, tutti fossimo consapevoli che se corriamo troppo mettiamo in pericolo la nostra e l’altrui sicurezza, e che rischiamo "di sicuro" una sanzione!

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Lunedì, 10 Settembre 2007
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