Giovedì 25 Aprile 2024
area riservata
ASAPS.it su

Rassegna stampa Alcol e guida del 3 settembre 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

L’ADIGE

CORTE MOLON. L’associazione Medio Adige 27 con il Servizio alcologia
Scoppia la moda No alcol sì party

Una festa analcolica ma ricca di messaggi per sensibilizzare i giovani alla guida sicura

Giorgia Cozzolino

«No alcol, sì party». È con questo slogan, che fa il verso a uno spot televisivo che reclamizza una nota bevanda, che corte Molon si è animata l’altra sera all’insegna di un divertimento a gradazione alcolica «zero».
A promuovere l’evento che ha visto la partecipazione di circa trecento ragazzi, è l’associazione Medio Adige 27 in collaborazione con il Servizio di alcologia del Dipartimento della dipendenze dell’Ulss 20 di Verona.
Si tratta della prima festa veronese, che rientra nel progetto «No alcol se Party», dove il divertimento non va a braccetto con birre, grappe e superalcolici con l’unico scopo di sensibilizzare i giovani rispetto al pericolo dell’uso di alcolici associato alla guida e al contempo - spiegano gli organizzatori - «ad apprezzare le occasioni di divertimento senza ricorrere ad inneschi artificiali».
La serata si aperta con la proiezione del film di Paolo Angelini «Paris Dabar», un autentico pugno nello stomaco a chi ancora crede che le gare alcoliche siano poco più che una bravata tra amici e poi è proseguita con versi in musica di Alberto Fezzi, giovane autore di «Sognando un Negroni». . E dopo questi momenti di riflessione e ironia si sono scatenate le musiche con lo spettacolo di danza brasiliana e ritmi tribali e a seguire con il concerto di «I globuli Blues». C’erano anche delle mostre con quadri di giovani artisti scaligeri, di articoli etnici e anche un percorso virtuale di immagini e testi della Verona by night. E si poteva sperimentare la body art o l’interpretazione astrologica e naturalmente sbizzarrirsi nel degustare un ricco buffet di bevande analcoliche.
«Il progetto non si ferma qui», spiega Maurizio Donati uno dei responsabili, «ma va di pari passo con le iniziative nelle scuole con l’educazione tra pari e in collaborazione con le scuole guida. Da noi ogni anno arrivano circa 130 persone, inviate dalla commissione patenti, cui è stata ritirata la licenza di guida per seguire un percorso riabilitativo».


IL SECOLO XIX

Mondonico, un allenatore contro gli abusi di alcol e droga

La storia

Il popolare "Mondo" da cinque anni impegnato al centro di recupero di Rivolta d’Adda. «E’ un modo per sentirsi utile»

LIMONE PIEMONTE. C’è un gruppo di persone che da venticinque anni si occupa dei problemi che provoca la dipendenza, soprattutto dall’alcol e dalla cocaina, cercando di risolverli senza ricorrere a surrogati delle stesse sostanze: solo otto mesi fa il centro di Rivolta d’Adda ha ottenuto il riconoscimento dalla Regione Lombardia e può continuare a "salvare" giovani e meno giovani. Il suo direttore, Giorgio Cerizza, ha parlato di come avviene il recupero al convegno "Alcolismo: a che punto siamo?". Se si considera che oggi in Italia c’è un milione e mezzo di alcolisti (persone che abusano dell’alcol) e mezzo milione di alcoldipendenti (senza la sostanza non possono svolgere neanche la più semplice attività), si comprende l’importanza del problema, diventato di stringente attualità dopo la catena di incidenti provocati da automobilisti ubriachi. Al lavoro del centro di Rivolta D’Adda partecipa un’équipe numerosa della quale fa parte anche un personaggio assai noto. Ricordate Emiliano Mondonico, l’allenatore di tante squadre, ma soprattutto Cosenza, Fiorentina, Torino (celebre l’immagine di quando fece volteggiare una sedia sul capo durante una finale di Coppa).
Da cinque anni il popolare "Mondo" si dedica costantemente al recupero degli ammalati di alcol. Attualmente allenatore del Cremona , ogni settimana, al mercoledì sulla sua agenda c’è un appuntamento fisso: allenamento al Centro di recupero.
Come si spiega un simile impegno?

Lo spiega lui stesso: «Tante volte per fare del bene si fanno migliaia di chilometri e non ci si accorge che basta voltare la testa e trovi qualcuno che ha bisogno di te. Io ho scoperto questo centro vicino a casa mia e mi sono reso conto che potevo essere utile. Ho capito che queste persone hanno bisogno di trovare nuovi interessi, e allora ho provato con il pallone».

Che differenza c’è tra un allenamento con la squadra e uno con gli ammalati?

«Nessuna. Io faccio ogni volta le convocazioni, poi comincio il lavoro vero e proprio. E alla fine si fa anche la partitella, fondamentale per mettere ognuno a confronto con se stesso e con gli altri».

C’è un messaggio che vuol mandare con questa sua attività?

«Il messaggio vero non è quello che posso dare, ma quello che ricevo. Queste persone mi fanno sentire bene. Ogni volta che finisco con loro vado all’allenamento con i calciatori e mi sento più sereno, ma anche più caricato, perché l’attenzione verso i problemi degli altri porta a un accrescimento reciproco».
Marco Francalanci


L’ADIGE

La Giunta, su richiesta dell’assessore Manzana, ha stanziato i fondi per tre progetti

Il Comune investe 25mila euro sui giovani
“Partecipazione politica e guerra all’abuso di alcol” l’iniziativa spazio ai ragazzi
 
di NICOLA GUARNIERI
I giovani sono una risorsa. È questo l’adagio che si spreca nei discorsi dei politici di mezzo mondo, perlopiù anagraficamente ben lontani da questa soglia, ma gli investimenti in tal senso si contano sulle dita di una mano. Il Comune di Rovereto, mantenendo fede ad un proclama preelettorale, ha deciso proprio di stanziare una fetta di bilancio per incentivare l’aggregazione di questa fascia spesso bistrattata della società e premiare i gruppi più meritevoli. I primi soldi stornati dall’erario e destinati ai giovani si prefiggono di caldeggiare laboratori sulla partecipazione alla società civile (in altre parole coinvolgere i ragazzi nella vita della città, renderli parte integrante del movimento urbano in modo da non isolarli ulteriormente), di promuovere il dialogo interculturale (per avere in futuro una società multietnica e integrata si deve lavorare sugli adulti di domani) ed educare al divertimento senza alcol. Quest’ultimo aspetto, in particolare, è molto sentito in questo periodo, soprattutto dopo un’estate che ha riempito le cronache di incidenti causati da guidatori in stato di ebbrezza. L’intenzione del Comune, tra l’altro, è di lavorare sui destinatari del progetto, coinvolgendoli direttamente nell’incoraggiamento ad altri ragazzi come loro (si parla di una fascia di età che va dai 14 ai 25 anni) a mantenere stili di vita sani contrastando l’abuso di alcolici. La giunta Valduga ha così stanziato 25 mila euro per realizzare i progetti, con contributo massimo di 5 mila euro, finalizzati al programma elaborato da sindaco e assessori. L’elargizione del finanziamento avverrà dopo la presentazione di appositi bandi tematici in base ad uno dei segmenti individuati dall’ente pubblico per rilanciare la promozione del mondo giovanile. Questi i dettagli dell’iniziativa messa in cantiere dall’ente pubblico. Laboratori sulla partecipazione dei giovani alla società civile . Le intenzioni dell’assessore Renato Manzana sono di sponsorizzare laboratori, sperimentazioni, indagini-intervento, iniziative in merito alla partecipazione dei ragazzi alla società civile. In altre parole si cerca di mirare all’emancipazione oltre che alla responsabilizzazione del giovane in particolar modo per l’impegno ad essere attore consapevole della cosa pubblica. Il progetto è rivolto soprattutto agli istituti di istruzione secondaria e ai centri di formazione professionale. Promozione del dialogo interculturale . L’idea è mutuata dal parlamento europeo che ha proclamato il 2008 «Anno del dialogo interculturale». Si tratta, per quanto concerne il Comune di Rovereto, di un investimento sul futuro in modo da costruire la società di domani senza pregiudizi o fobie legate alla razza. L’obiettivo, quindi, è arrivare al rispetto della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza, della diversità culturale, religiosa e linguistica. Anche in questo caso, il bando è rivolto alle scuole, comprese le medie, ma pure a tutte le associazioni. Peer education alcol free . È la seconda fase di un disegno più ampio di formazione e promozione. Dopo la prima fase, che ha visto concedere contributi alle manifestazioni giovanili che non vendevano bevande alcoliche, è arrivato ora il momento di incentivare e premiare l’educazione tra pari nell’ambito della prevenzione dei rischi legati all’assunzione di alcol. Promotori ed informatori, chiaramente, dovranno essere gli stessi ragazzi in modo da lanciare messaggi positivi a coetanei eliminando la barriera dello scarto generazionale.

SUPEREVA NOTIZIE

Un problema apparentemente relativo alla sola sicurezza stradale e alla tendenza all’alcolismo ed all’uso di droghe che forse può essere affrontato solo analizzando le cause dell’assoluto vuoto esistenziale di tanti giovani
Da un po’ di tempo i media ci bombardano con notizie di giovani che, guidando ubriachi o sotto l’effetto di droghe, si ammazzano, spesso coinvolgendo tragicamente anche altre persone.
Nel tentativo di risolvere il problema si propone come soluzione la trasmissione di messaggi dissuasivi per televisione o l’istituzione di una “guida” che si impegni a non bere per la serata, così da riportare sani (?) e salvi a casa gli amici, che così sono liberi di darsi allo sballo senza procurare più gravi danni.
Tutti ottimi propositi, ma che temo avranno suppergiù l’effetto delle scritte minacciose sui pacchetti di sigarette, cioè smette al massimo chi era già motivato, gli altri coprono le scritte.
Il problema vero è invece il bisogno di “sballo“che hanno i giovani, si tratta cioè di capire perché sentano la necessità dello sballo; perché non riescano a concepire il divertimento se non come “andare fuori di testa”, innanzi tutto con la musica ad altissimi livelli acustici, poi con alcol, fumo, droghe.
Qui è necessario fare innanzi tutto un distinguo: non tutti i giovani sono uguali: ci sono coloro che si impegnano nel volontariato, che studiano seriamente, ci sono i Papa boys…ma c’è anche una gran parte che non riesce a dare un significato alla propria vita e vede nello sballo, nell’uscire per un istante da quel grigiore plumbeo che è la propria esperienza di vita, l’unica sensazione che li faccia sentire per un attimo veri. Il problema è proprio che nessuno cerca di farli riflettere sul senso della loro vita e non a tutti è dato avere la fede religiosa, che risolverebbe il problema in quanto, a seconda della propria religione, ciascuno avrà una Rivelazione con le conseguenti regole di condotta che difficilmente prevedono lo sballo come metodica consuetudinaria. Purtroppo però la fede uno non se la può dare.
E allora chi può stimolare questa riflessione?
I genitori si guardano bene dall’affrontare certi temi, sui quali forse non hanno mai riflettuto loro stessi, che spesso hanno continuato a vivere meccanicamente, forse perché spinti da figure genitoriali autoritarie, che decidevano per loro che cosa era giusto fare, togliendogli il peso della scelta.
I genitori odierni invece non sono più autoritari (né autorevoli) e non impongono, né suggeriscono valori, se non forse quelli del consumismo, aiutati in ciò grandemente dalla società dei consumi in cui viviamo (si ha valore per ciò che si ha, per i soldi che si posseggono ).
Non parliamo poi della scuola che pretende, anzi ormai chiede sommessamente, che si imparino delle nozioni, senza spiegare a che cosa servano veramente: per il lavoro? Quindi siamo ancora in una logica puramente economica, ma continuiamo a non spiegare a che serva l’accumulare beni.
In mancanza di una riflessione sul valore della propria vita e sui fini a cui essa debba essere orientata, questi giovani, quando avranno avuto i tutti i possibili beni materiali da genitori che non sanno dare loro altro che quelli, quando avranno sperimentato che questo possesso non dà loro se non un’effimera soddisfazione, che visione avranno della vita? Che cosa potrà apparire loro come un valore? Il sesso? Bene, quando l’avranno sperimentato con facilità, che soddisfazione ne trarranno? L’amore? ma è proprio questo che non sanno più dare, perché per dare amore bisogna avere dei valori, bisogna “essere”, bisogna imparare il piacere di dare.
Inoltre negli ultimi tempi si è visto che, più ancora che il semplice possesso di beni materiali (comunque sempre importante) ha acquisito valore per questi giovani l’apparire (si ha valore per quanto si appare). Ecco la ragione ad esempio del fenomeno "veline", ruolo a cui pare che gran parte delle ragazzine aspiri. Qui si intrecciano varie motivazioni: l’essere mostrate e quindi desiderate, cosa che le rassicura sul fatto di avere un valore, non foss’altro estetico (eventualmente sempre migliorabile coll’aiuto del chirurgo estetico) ed anche l’entrare a far parte di un mondo che si ritiene vip perché coniuga visibilità e possesso di beni materiali (il Paradiso di questo mondo sarebbe il famigerato Billionaire).
La stessa valenza della visibilità spiega il bisogno di immortalare le mascalzonate che si fanno con il telefonino, per poi trasmetterle tramite You Tube o comunque il web. In questo caso siamo in presenza di persone che sentono di non avere più nessun valore se non perché appaiono: l’essere è pienamente riassorbito nell’apparire.
Di fronte a questo profondo dramma esistenziale che cosa volete che significhino i messaggi a non guidare ubriachi?
Bisognerebbe invece fare riflettere questi giovani su soluzioni alternative allo sballo. Ci vorrebbe una vera ricerca filosofica, ma nella forma più vera ed essenziale: non rivolta a sapere chi era o che cosa diceva Eraclito o Spinoza, ma semplicemente a farli riflettere sul significato e sul valore che vogliono dare alla loro vita.
Ammesso che fosse possibile indurli a questa riflessione, forse la risposta loro più adatta.
potrebbe essere un approccio di ispirazione epicurea: visto che l’impostazione della loro vita è essenzialmente rivolta al piacere, cerchiamo di farli riflettere appunto sull’essenza del piacere ed il dolore, che rappresenta inevitabilmente l’altra faccia della medaglia. Ovviamente ognuno di noi dovrebbe cercare di minimizzare il secondo e di ottimizzare il primo. Ho detto ottimizzare, non massimizzare, perché bisogna analizzare il piacere in maniera qualitativa non solo cercando di aumentarne la quantità, perché spesso una quantità eccessiva di piacere causa un dolore. Ci sono, infatti, dei piaceri o delle quantità di piacere che provocano dei maggiori dolori e quindi non vanno perseguiti, altri che sono neutri e quindi si possono accettare ma senza eccedere, altri infine che sono puri piaceri e quindi vanno senz’altro perseguiti.
L’ingordigia può essere un ottimo esempio del primo caso: mangiare dei buoni cibi è senz’altro un piacere ma se dopo mi fa star male no. Così anche lo sballo: innanzi tutto provoca conseguenze comunque spiacevoli come malesseri e dolori vari e, nel caso di guida pericolosa o di overdose, addirittura delle tragedie. Quindi, ammesso che lo sballo fosse un piacere, cosa di cui personalmente ho moltissimi dubbi, andrebbe comunque evitato non foss’altro per queste conseguenze dolorose a cui accennavo precedentemente.
Per quanto invece riguarda i piaceri puri, qui si può aprire un interessante dibattito: Epicuro ad esempio indicava soprattutto l’amicizia, ma non è detto che tutti debbano essere d’accordo con lui. Il pensiero cristiano indicherebbe invece l’amore ed in ciò troverebbe l’assenso anche di pensatori certamente non cristiani come Fromm (vedi “L’arte d’amare”).
Ciò che mi sembra importante è tuttavia che i giovani si pongano il problema del significato e del valore da attribuire alla propria vita. Già questa ricerca implicherebbe un sentire che “la vita deve avere un significato, un valore” e quindi li allontanerebbe da quel nichilismo assoluto che è alla base della filosofia dello sballo quale comportamento metodico.
Il problema semmai è individuare chi può e deve cercare di porre questi problemi esistenziali ai giovani.
I più adatti sarebbero teoricamente i mass media, proprio per l’universalità dei destinatari dei loro messaggi ed anche perché, evitando un contatto diretto, spaventano meno un pubblico che non è abituato a porsi questi problemi. Purtroppo però, proprio per le loro caratteristiche, questi mezzi tenderebbero a presentare il problema in termini spettacolari e quindi superficiali e buonisti (vedi le trasmissioni di Maria de Filippi) e quindi in maniera sostanzialmente moralistica.
La scuola, che pure sarebbe il luogo a ciò deputato, è ora ridotta in condizioni così comatose, che non è certo in grado di assumersi questo compito. Allora?
Direi che questo compito debba spettare in primo luogo ai genitori, se sono ancora in grado di riannodare un dialogo di tal genere con i figli, ma aggiungerei che questa analisi dovrebbe essere fatta da ciascuno di noi nella propria interiorità e poi proposta a tutti coloro (giovani e non) con cui abbiamo sufficiente confidenza, in quanto, se è vero che per i giovani il porsi questi interrogativi è più importante, questa problematica riguarda in realtà tutti.
Solo questa ricerca, svolta da tutti nella propria interiorità e poi proposta ai giovani, potrà evitare che questa generazione diventi sempre più disperatamente superficiale e dimentichi le ragioni dell’essere in nome di un’assoluta esteriorità, di una religione del puro apparire, in cui perfino l’avere acquista valore soprattutto se esibito, insomma se è appariscente.

Gianluigi Pagano


L’ADIGE

Il saluto «alcolico» del Trentino al Papa

 

Davvero un brutto scivolone quello dei Papa boys trentini. La loro bandiera apparsa in una foto pubblicata ieri sull’Adige in occasione della festa di Loreto inneggiava al limoncello e al solito «bicer de vim del trentim». Ragazzate si potrebbe dire…Ma credo che dietro questi slogan si nasconda l’insidia inquietante di un rapporto intimo con la sostanza. Se la fantasia davanti ad un lenzuolo bianco su cui scrivere qualcosa di importante e visibile si riconduce ad uno squallido messaggio alcolico, scusate ma c’è da preoccuparsi. Pur con qualche riserva (molte, se ci penso bene) ammiro o quantomeno rispetto l’entusiasmo per il papa e per l’evento di questi giovani ma vederli così «ristretti» nell’invocare l’alcol sopra ogni cosa, a metterlo in primo piano rispetto ad altri concetti, a valori che su quel lenzuolo avrebbero potuto campeggiare con maggior dignità, mi lascia annichilito. E sicuramente sono giovani validi, intelligenti, capaci ma hanno un’attrazione fatale per questo tipo di droga. Attrazione fatale alla quale del resto li abbiamo abituati noi adulti continuando a farlo sotto le mentite spoglie della promozione, della vendita a basso costo, delle feste in nome di birra e altro, attraverso complessi vocali nostrani tenuti in piedi dal frasario promozionale (peraltro scurrile) che osanna il bere come sistema di vita e come conditio sine qua non. In tale contesto normalizzato e accettato è difficile per loro farsi un’idea precisa dell’incompatibilità tra divertimento e alcol, tra guida e alcol, in sintesi, tra benessere e alcol. Ma sono convinto che i giovani sono una risorsa illimitata. Sono risorsa comunque e i messaggi che inviano vanno tradotti e capiti. Anche se ci lasciano annichiliti e delusi. Il problema dell’alcol è trasversale a tutta la nostra società e non risparmiando nessuno si può ben dire che sia imparziale. Conformarsi all’uso di questa droga solo perché così fan tutti è assai riduttivo e offende la vostra intelligenza. Provate a far mente locale sul senso e il significato del bere. Organizzate qualche incontro tra di voi, chiedete notizie, guadatevi intorno e cercate di vedere cosa sta producendo l’alcol in termini di benessere. Ma fatelo con senso critico, liberi dai soliti clichè, dalle solite frasi fatte. E poi decidete cosa fare per il vostro bene. Poi provate a pensare qualche altra frase per quel lenzuolo e portatela con orgoglio al prossimo raduno. Dite a tutti che il Trentino è ben altro che limoncello e vino e che voi avete valori ben diversi, ben più alti.

Franco Baldo, club per famiglie con problemi di alcol - Mori


IL TIRRENO

03 SETTEMBRE 2007
Festa della birra, ancora una notte brava

E il sindaco Zubbani annuncia: il prossimo anno si cambia tutto 
MARINA DI CARRARA. Ancora atti vandalici dopo la festa della birra. Dopo la messa a ferro e fuoco di alcuni stabilimenti balneari di Marina (cinque sono stati i più danneggiati), anche sabato notte, in via Comano e Maestri del Marmo, ci sono stati altri disordini. Schiamazzi e lancio di boccali e bottiglie contro le case e le auto. Gli abitanti della zona hanno cercato di spaventare i vandali tirando fuori addirittura i fucili da caccia. Le bande si sono date alla fuga, prendendosela con la carrozzeria delle macchine. E intanto il sindaco Angelo Zubbani è pronto a usare il pugno di ferro con gli organizzatori della September fest: «Il prossimo anno si cambia, voglio un piano della sicurezza subito e per tutta la durata della manifestazione».
La notte brava. I vigilantes fuori dalla festa della birra, richiesti espressamente dal sindaco Zubbani agli organizzatori della September fest, non hanno funzionato come auspicava lo stesso primo cittadino. Eppure il patron della manifestazione, Werner Possl, era riuscito a radunare una squadra di circa 20 uomini del servizio d’ordine per l’esterno della fiera.
Ma gli atti vandalici ci sono stati lo stesso.
Zubbani: più sicurezza. «Il prossimo anno si cambia musica - assicura Zubbani - la festa della birra non sarà riconfermata così com’è in automatico».
I danni. «Sono giovani e li abbiamo visti benissimo - sostengono alcuni residenti della zona di via Comano e via Maestri del marmo - ed erano ubriachi. Si sono messi a urlare, lanciando boccali contro i muri e un paio sono finiti contro le autovetture in sosta. Abbiamo cercato di spaventarli facendogli vedere i fucili da caccia. Si sono allontanati ma nel correre hanno graffiato le carrozzerie di alcune macchine». «Non possiamo più andare avanti così - continuano i residenti dell’area attorno a Carrara Fiere - Ogni notte dobbiamo stare all’erta prima che non si verifichi il peggio. Abbiamo costituito un comitato e a giorni prenderemo una posizione ufficiale sulla vicenda. Per il prossimo anno dovranno prendere provvedimenti. Ora intanto dobbiamo arrivare a sabato prossimo e speriamo che non succeda niente di grave».
I carabinieri hanno fermato e identificato alcuni giovani che stavano per uscire dalla Marmomacchine. Soltanto due sono stati accompagnati al pronto soccorso dell’ospedale per essere sottoposti ad esami sia per ubriachezza. Si tratta di S.C di 42 anni e G.O. di 52 anni, originali della provincia di Ragusa, ma residenti in Lunigiana.
Una patente ritirata. Super lavoro per la polizia stradale. Nel weekend, fra venerdì e sabato, sono state registrate 41 infrazioni al codice della strada ed è stata ritirata una patente dopo i controlli con l’etilometro. Sono stati inoltre decurtati 66 punti dalle patenti. In tutto sono state sottoposte all’alcol test 46 persone e controllati 130 veicoli. Uno di questi è stato posto sotto sequestro.
Polizia privata: non siamo noi a vigilare. E intanto la polizia privata precisa che: «Il nostro istituto - si legge in una nota stampa - non sta svolgendo alcun servizio per il signor Werner Possel da due anni e, inoltre, non siamo incaricati di un servizio di controllo sulle spiagge. I gestori si sono rivolti a terzi».
«Meritevoli di attenzione - continua la nota della polizia privata - sono sia il tipo di contratto stipulato, sia le modalità di esecuzione del servizio di vigilanza (solo da esercitarsi con licenza amministrativa di polizia rilasciata dal Prefetto di Massa Carrara)». «E’ ormai una consuetudine la degenerazione della festa “September Fest”, con atti di vandalismo, ferimenti, infrazioni al codice della strada ecc - conclude la Polizia privata - Perché prima di rilasciare l’autorizzazione allo svolgimento della September Fest, la Commissione pubblici spettacoli non rappresenta le necessità di sicurezza e accerta l’esistenza di sistemi di prevenzione adeguati e di legge?» (*)
M.M, A.V. 
(*) Nota: la principale prevenzione per gli incidenti accaduti a Marina di Carrara è non organizzare feste in cui il principale obbiettivo è somministrare alcolici il più possibile. Tutto il resto sono palliativi. Non c’è niente che giustifichi l’organizzazione di una festa che ha come dichiarato intento quello di violare due articoli del codice penale.

Art. 690 - Determinazione in altri dello stato di ubriachezza - Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, cagiona la ubriachezza altrui, somministrando bevande alcooliche, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da lire sessantamila a seicentomila.
Art. 691 - Somministrazione di bevande alcooliche a persona in stato di manifesta ubriachezza - Chiunque somministra bevande alcooliche a una persona in stato di manifesta ubriachezza, è punito con l’arresto da tre mesi a un anno. Qualora il colpevole sia esercente un’osteria o un altro pubblico spaccio di cibi o bevande, la condanna importa la sospensione dall’esercizio.


IL GIORNALE DI VICENZA

INCIDENTI
«Alcol e droga da combattere»
Mai come durante questa estate i giornali hanno riportato di incidenti automobilistici, quasi sempre mortali, causati da persone alla guida con elevato tasso alcolico o sotto l’effetto di droghe (e purtroppo non finiranno). La legislazione italiana, ma anche l’interpretazione che ne danno i giudici, cataloga tali uccisioni come “omicidio colposo”.
Personalmente mi chiedo come possa essere considerato “colposo” l’atto compiuto da una persona che si ubriaca o si droga prima di usare la macchina pur conoscendo gli effetti derivanti dall’assunzione di tali sostanze; nel momento in cui la persona decide l’uso di queste sostanze essa è perfettamente lucida e conscia di quello che sta per fare. Ora, se riconosciamo che l’alcolismo ed il drogarsi sono malattie, ebbene allora la soluzione più logica è quella di togliere la patente fino alla guarigione; è raccapricciante e frustrante leggere che ci sono in circolazione persone in queste condizioni che continuano a causare vittime anche dopo che la patente gli era stata ritirata più volte, per lo stesso motivo! Spesso mi chiedo se i nostri politici che fanno le leggi, ma anche la Magistratura che poi le interpreta e le applica, abbiano mai riflettuto, anche per un solo attimo del loro prezioso tempo, sul valore di una vita umana; vorrei invitare queste persone a pensare se fosse capitato a loro di perdere la vita a 20 o 30 o 40 anni e constatare tutto quello che avrebbero perso. Permettere che persone alcolizzate o dedite alla droga possano causare vittime innocenti non è generosità o protezione di una minoranza, è solo un atto di grande inciviltà e di barbarie.
Roberto Maria Minarini


IL TEMPO


Guida in stato di ebbrezza, ritirate otto patenti

CONTINUANO i servizi straordinari di controllo del territorio dell’arma. Da Passoscuro a Civitavecchia numerose le persone ed i mezzi controllati durante la notte. A Cerveteri, i militari della locale stazione, hanno sorpreso, in un piccolo appezzamento di terreno, due ventenni a coltivare diverse piante di cannabis. I due sono stati arrestati. I militari della stazione di Ladispoli hanno invece arrestato per ricettazione un ventisettenne ucraino in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Civitavecchia. Su tutto il territorio, ed in particolare nei pressi dei locali notturni, sono continuati i controlli con l’etilometro. Otto sono state le patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza, tutte a carico di persone che presentavano un tasso alcolemico superiore a uno, il doppio del consentito dalla normativa vigente. e proprio a causa della guida in stato di ebbrezza i militari sono intervenuti per effettuare i rilievi di un incidente stradale con feriti, che ha visto coinvolta una donna incinta, alle porte di Allumiere. Un giovane del luogo, in evidente stato di ebbrezza, alla guida della sua autovettura si è scontrato con due macchine che transitavano sull’opposta corsia di marcia. Le persone coinvolte hanno riportato lievi ferite, la donna incinta un bello spavento e si è registrato qualche rallentamento nella circolazione. Per quest’ultimo autista, insieme agli altri sette sorpresi alla guida in stato di ebbrezza, è scattato il ritiro della patente e la denuncia all’autorità giudiziaria. Due sono state le segnalazioni alla prefettura per possesso di sostanze stupefacenti ad uso personale. A Passoscuro e Torrimpietra un ventenne ed un trentenne sono stati trovati in possesso di circa un grammo di cocaina e 2 di hashish il primo, e di 2 di hashish il secondo.


IL TEMPO

Ubriachi in autostrada alla guida di un tir, bulgari nei guai dopo un inseguimento
VASTO - Aveva un tasso alcolemico 4 volte superiore al consentito l’autista di un tir che procedeva ad alta velocità a zig zag sulla A/14, dov’era entrata da Val di Sangro, ed è stato fermato a Vasto Sud, nei pressi di Petacciato. All’uomo, di nazionalità bulgara, è stata ritirata la patente; con lui denunciato per guida in stato di ebbrezza il secondo autista, connazionale, anch’egli positivo all’etilometro.
(…)


IL TIRRENO

LUNEDÌ, 03 SETTEMBRE 2007
Ubriaco si lancia dentro un’auto: notte da Far West ad Avenza vecchia

AVENZA. Attimi di panico sotto la torre di Castruccio. Un giovane ubriaco, ha aperto la portiera di un’auto, con a bordo due donne, la madre alla guida e la figlia accanto, e ha cercato di buttarsi dentro per farsi accompagnare alla stazione.
Alcuni giovani lo hanno costretto a scendere e immobilizzato fino all’arrivo dei carabinieri.
A dare l’allarme sono state proprio le due donne, scioccate da quanto gli era accaduto. Tutto è successo intorno alle nove di sabato sera. Ha rischiato di saltare il concerto della banda che poi è iniziato con quasi un’ora di ritardo. E molte persone, spavnetate, hanno abbandonato la platea.
Un’altra serata da Far West nel centro storico di Avenza. Un giovane di origini napoletane, ubriaco fradicio, ha gettato scompiglio nei locai del centro storico del paese. E, alla fine, ha bloccato una macchina proprio sotto la torre di Castruccio.
Grande agitazione nella piazza e nel cortile di casa Pellini dove stava per svolgersi il concerto della banda musicale. Che, proprio a causa di questo episodio, è cominciato con quasi un’ora di ritardo.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri del nucleo radiomobile e un’ambulanza del 118. Il giovane napoletano è stato portato al Pronto soccorso e, dopo gli accertamenti del caso, alla stazione ferroviaria.
Sale il malumore nel centro storico di Avenza. «E poi dicono che qui non siamo nel Bronx - dicono - In una settimana abbiamo visto di nuovo gli stranieri che sono entrati a dormire nell’asilo Le Mimose e, una sceneggiata come quella di stasera nella piazza».
A.V. 


IL GAZZETTINO (Rovigo)

SICUREZZA 
Corre a zig zag sulla statale Era ubriaco

Non poteva sfuggire che il conducente a bordo di quella Seat Ibiza non fosse lucido. La sua guida era irregolare e la direzione tendeva un po’ a destra e un po’ a sinistra. Sperava forse di tornare a casa indenne per smaltire gli effetti dell’alcol con un pisolino pomeridiano, ma è stato intercettato dalla pattuglia della Polstrada di Badia in servizio sul territorio.
All’altezza di Bosaro, sulla statale 16, verso le 14 di sabato gli agenti hanno incrociato S.C., del 1971. Capendo che poteva creare problemi di sicurezza l’hanno inseguito e fermato, e dopo un controllo con il precursore risultato positivo, l’hanno sottoposto all’alcoltest. L’uomo aveva bevuto più del doppio consentito. È stato denunciato a piede libero e gli è stata ritirata la patente.


IL GAZZETTINO (Pordenone)

Incidente a Tauriano di Spilimbergo: donna esce dalla Cimpello Sequals saltando la rotatoria. Viaggiava a zig zag 
Alcol, controlli con 40 volontari

Continua l’iniziativa di prevenzione promossa dall’Ass con Comune, Acat e Croce rossa

L’estate 2007 è stata segnata da gravi incidenti, spesso mortali, provocati da autisti in stato di ebbrezza. Una vera emergenza da nord a sud del Paese che coinvolge in particolare i giovani che mettono a rischio la propria vita per una serata passata a bere e "sballare" per cercare di divertirsi superando ogni limite.
Ieri mattina, verso le 9.30, un’automobilista è stata soccorsa lungo la Cimpello-Sequals dopo essere uscita con l’auto per non aver imboccato la rotatoria della Rampa "A" che collega la superstrada con la provinciale per Tauriano. O.M., una straniera di 27 anni, di Spilimbergo, è finita con la Y10 nel fossato rimanendo ferita. È stata soccorsa e ricoverata all’ospedale di Spilimbergo. Nei minuti che hanno preceduto l’incidente alcuni automobilisti avevano avvertito la polizia stradale della presenza sulla Cimpello-Sequals di un’auto che viaggiava a zig zag. Gli accertamenti sanitari permetteranno alla polizia di verificare le condizioni psicofisiche della donna che in base alle testimonianze non apparivano adeguate per affrontare la guida.

A Pordenone è stata avviata una campagna di prevenzione alcologica per informare i giovani sui rischi legati al consumo di alcol. Utilizzando l’etilometro dell’Ass, i Pionieri (giovani volontari) della Croce Rossa invitano ragazzi e adulti a sottoporsi all’alcol-test volontariamente prima di mettersi alla guida. Vengono distribuiti materiali informativi e il "regolo", strumento di facile consultazione che serve a calcolare il tasso alcolico nel sangue, la cui misurazione permette una migliore conoscenza di riflessi e tempi di reazione. La Croce Rossa conferma il grande impegno dedicato alla prevenzione alcologica, con più di 40 volontari coinvolti, giovani Pionieri Cri dai 15 ai 30 anni. È positiva la risposta dei giovani contattati all’esterno dei locali molto interessati ad eseguire l’alcoltest. Vogliono conoscere i dettagli del nuovo codice della strada, discutere e confrontarsi con i volontari Cri e con l’Acat. La campagna di prevenzione alcologica ha toccato i comuni della Pedemontana grazie ai concerti organizzati dal Progetto Giovani nell’ambito dell’iniziativa "Strada della musica 2007 - Non berti la vita".


WINENEWS

Spoleto - 03 Settembre 2007
“IL VINO? HA UN RUOLO CENTRALE NELLA CULTURA MEDITERRANEA E ITALIANA”. IL FILOSOFO TULLIO GREGORY MANIFESTA A WINENEWS TUTTO IL SUO ENTUSIASMO PER IL NETTARE DI BACCO. E AGGIUNGE: “SERVE CULTURA, SCRITTE DISSUASIVE IN ETICHETTA NON SERVONO A NULLA”
Che aggiunge: ’è difficile scrivere la storia del Mediterraneo senza il vino e l’olio. Assurdo pensare di disincentivarne il consumo in etichetta...’“L’uomo si distingue dagli animali perché in grado di produrre prodotti alcolici”. (*) Il noto filosofo Tullio Gregory, appartenente alla Fondazione Cisam (Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo), sembra piuttosto determinato su posizioni a difesa del vino e del suo ruolo nella storia dei popoli.
“E difficile - prosegue il pensatore, in un’intervista rilasciata a www.winenews.tv, - pensare alla storia italiana senza il vino e l’olio, simboli di sacrificio, riscatto e pace nei calendari liturgici e nei riti pagani. Al vino sono legate divinità e valori simbolici che vanno ben oltre la pur sana e legittima necessità di bere bene. Il vino è sapienza, saggezza, il verbo stesso di Dio. Tra l’altro molti di questi significati si sono conservati e perpetuati nel tempo, spingendosi fino ai nostri giorni e mantenendo il ruolo di convivialità che la storia gli ha consegnato.
Ma come la mettiamo con i rischi legati all’alcolismo e alla salute delle persone? Il vino è una sostanza alcolica, appunto … “E’ chiaro che bere grandi quantità di vino è dannoso, ma se usato nel modo giusto e nelle dosi consigliate questo risulta addirittura un toccasana per l’organismo umano, come dimostra il paradosso francese. E, comunque, sono contrario ai messaggi dissuasori in etichetta, come già avviene per le sigarette. Un metodo che non risolve i problemi, anzi va nella direzione opposta”. 
(*) Nota: nella famosa prima scena del film “2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick, il regista rappresenta il passaggio evolutivo dall’animale all’uomo con l’immagine di un ominide che impara ad utilizzare un osso come strumento di offesa e di dominio. Il fatto che un simbolo caratterizzi l’umanità e la civiltà non significa necessariamente che sia positivo.
Una storiella racconta di due naufraghi che approdano in una terra sconosciuta. “Speriamo non sia abitata da selvaggi” dice uno. L’altro scruta l’orizzonte, vede il profilo di una forca e gli risponde. “ Stai tranquillo, siamo in un paese civile”.


IL SECOLO XIX

Mondonico, un allenatore contro gli abusi di alcol e droga

Controlli a tappeto tra sabato E domenica test su 16 automobilisti: nessun ubriaco

IL SOLE 24ORE

Palette rosse per alcol e droga

Sempre più le infrazioni per l’alcol

IL MESSAGGERO

FERMO Senza patente, perdipiù risultata positiva al test dell’etilometro, una giovane donna po...

Ubriaco fradicio, di prima mattina, nel mercato di Cappelle. Ha molestato, una, due, dieci persone. ... 

© asaps.it
Martedì, 04 Settembre 2007
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK