Alcuni tipi di protezione per guardrail progettati allo scopo di
limitare i danni dei motociclisti in caso di impatto
(ASAPS) VERONA, 22 agosto – L’idea
non è del tutto nuova, tanto che molti enti locali stanno cercando le varie
applicazioni di una tecnologia tutto sommato semplice: il guardrail
salva-motociclisti. A Verona la sperimentazione potrebbe riguardare una buona
parte di rete viaria provinciale, con l’allestimento di speciali barriere con
profili arrotondati in plastica, in grado di evitare – in caso di impatto – le
lesioni tipiche e, purtroppo, gravissime alle quali vanno incontro i centauri
in caso di caduta: le amputazioni. L’argomento è stato oggetto di dibattito in
seno alla terza commissione consiliare della Provincia: “La proposta mi sembra
interessante – ha detto a margine dei lavori l’assessore ai lavori pubblici
Luca Sebastiano – tanto che pensiamo di sperimentare l’installazione di queste
barriere salva-motociclisti in alcuni tratti particolarmente a rischio”. Un
esempio da seguire, che trova una singolare trasversalità in seno agli
schieramenti politici provinciali. La proposta è stata infatti avanzata dal
consigliere Marco Lucani (gruppo AN), il quale ha documentato gli esiti di
analoghe sperimentazioni adottate in Francia, Spagna e Germania, paesi che si
sono nettamente distinti (soprattutto i francesi e gli spagnoli) nella ricerca
del rischio zero. Secondo le anticipazioni, i guardrail dovrebbero essere
dotati di speciali collari di plastica o profilati con lamiere aggiuntive,
poste sulla via di fuga in maniera tale da costituire una sorta di attenuatore
d’impatto. Il rischio principale dei motociclisti, infatti, è quello di finire
– una volta a terra – contro i profili più taglienti delle barriere, rimediando
amputazioni di ogni tipo: dalla decapitazione alla perdita di interi arti. I
guardrail, infatti, non sono progettati per contenere gli effetti di una
scivolata sul corpo umano, ma per dissipare l’urto di veicoli: il
posizionamento errato di queste lame d’acciaio, costa però caro anche a chi si
trova a bordo di un veicolo a quattro ruote. Non sono affatto insolite,
purtroppo, le penetrazioni di intere lame all’interno degli abitacoli, con
effetti terribili. Analoga sperimentazione è in atto da parte della provincia
di Parma, che ha allestito alcune barriere con segmenti aggiuntivi. In molti paesi
europei, dove la sperimentazione è terminata, vengono impiegate lamiere lisce
fino a terra, mentre le “piantane”, anch’esse letali in caso di scivolata dei
bikers, sono rivestite con materiale
sintetico, o parti riciclate di vecchi pneumatici. (ASAPS)
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