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Notizie brevi 20/08/2007

Sondrio: senza le ricerche nell’Adda del piccolo Daniel, 7 mesi, inghiottito dal fiume nel quale si era gettata, ad inizio d’agosto, la madre Deborah, questo il nome della donna, si è suicidata col figlioletto dopo aver perso il compagno in un terribile incidente stradale

foto dalla rete

(ASAPS) VALDIDENTRO (SONDRIO), 20 agosto – La violenza stradale è uno dei fenomeni più tragici della modernità. Lo è per il numero di vittime che provoca, per la gravità delle lesioni permanenti, per i profondi disagi che le vittime di eventi particolari o di quelli più gravi, sono costrette a portarsi dietro, spesso per sempre. A Sondalo, un centro montano dell’Alta Valtellina, Deborah Cossi, 23 anni appena, non ha mai superato la perdita del giovane compagno di vita, rimasto ucciso in un incidente stradale e con il quale aveva messo al mondo una splendida creatura, Daniel. La notte tra il 6 ed il 7 agosto, Deborah si è lanciata da una rupe nel greto dell’Adda, ad oltre 1.700 metri di quota, a Boscopiano, portando con sé, nel vuoto, anche il piccolo Daniel, che avrebbe compiuto 7 mesi pochi giorni dopo. Il fiume, limaccioso e gelido, ha restituito solo il corpo della madre, mentre dell’innocente creatura non c’è traccia. I Carabinieri del comando provinciale, hanno organizzato un’ultima grande battuta, alla quale hanno partecipato anche il Soccorso Alpino, i soccorritori fluviali dei Vigili del Fuoco, la Guardia di Finanza ed anche gli esperti rocciatori della Polizia di Stato, giunti dalla Scuola Alpina di Moena (Trento). Il letto del fiume è stato battuto palmo a palmo, i fondali scandagliati, pozzi e sifoni passati al setaccio, ma le uniche tracce di Daniel sono un pannolino ed una maglietta, immediatamente sequestrati e consegnati al procuratore di Sondrio, che si aggiungono ad alcune tracce organiche recuperate in acqua nei giorni precedenti: il Dna ha confermato che appartengono al piccolo. Il suo corpicino, però, non si è trovato e con la fine dell’ultima battuta si chiudono anche le speranze per la famiglia di Deborah di poter seppellire le spoglie della figlia insieme a quelle del neonato. C’è poco da far retorica, in una vicenda straziante come questa: c’è solo da riflettere. (ASAPS)

 

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Lunedì, 20 Agosto 2007
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