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Rassegna stampa Alcole guida del 12 agosto 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta
 

QUOTIDIANO NAZIONALE

LA PROPOSTA

Il ministro Livia Turco: "Vietare alcol e tabacco ai minorenni"

Lo ha dichiarato il ministro della Salute intervistata nel corso della trasmissione di Rai Tre ’Telecamere Salute’.  "Questo è un paese in cui quando dici alcol sembra quasi che si parli di qualcosa che attiene al costume, se si dice spinello è il demonio... Diciamo che tutto è demonio, fanno male entrambi"


Roma, 12 agosto 2007  - "Sono convinta che il divieto della vendita di alcolici debba essere elevato a 18 anni, così come dovrebbe essere elevato a 18 anni il divieto di vendita di sigarette". Lo ha dichiarato il ministro della Salute, Livia Turco, intervistata nel corso della trasmissione di Rai Tre ’Telecamere Salute’.

"Finalmente ci si rende conto che l’alcol è un grave problema sociale - ha spiegato il ministro - Questo è un paese in cui quando dici alcol sembra quasi che si parli di qualcosa che attiene al costume, se si dice spinello è il demonio... Diciamo che tutto è demonio, fanno male entrambi".

"Noi abbiamo promosso un piano nazionale contro l’alcolismo, condiviso con le regioni, abbiamo un programma molto intenso di iniziative che puntano soprattutto sulla prevenzione e su controlli efficaci - ha detto la Turco - Abbiamo sollecitato anche un’assunzione di responsabilità da parte dei produttori, tutti devono essere responsabilizzati rispetto alla salute e al benessere dei nostri ragazzi".

 


IL SECOLO XIX

Investitrice sotto choc, alle famiglie: «Chiedo scusa» (*)

Simone Schiaffino

 

«Chiedo scusa... Alle due famiglie che ho distrutto quella maledetta sera». La voce di Linda Risso, 25 anni, è un filo sottile, che a tratti si spezza sotto il peso delle lacrime. Dolore e rimorso hanno stravolto il viso della ragazza che, guidando con un tasso di 2,2 grammi di alcol su ogni litro di sangue - quattro volte e mezzo sopra il limite di legge - ha investito e ucciso Mario Parodi, 65 anni e ridotto in fin di vita l’amico della vittima, Angelo Pelizzaro, 72, ieri ancora in condizioni critiche all’ospedale.

Tragici fotogrammi che vanno in scena davanti alle mogli dei due pedoni ad Arenzano, riviera di ponente, una sera di quattro giorni fa. «Piange da tre giorni, non riesco nemmeno a parlarle» dice Ivana, madre di Linda, dalla casa dove la famiglia Risso vive, a Sestri Ponente. Ed è proprio la loro, la terza famiglia che uno schianto in auto ha trasfigurato. Trasformando serenità in angoscia. Lungomare di Arenzano, le 23.30 di giovedì. È buio e una fitta pioggia si sta abbattendo sull’asfalto.

Un particolare che torna ciclicamente nell’angosciato racconto della ragazza, attualmente indagata per omicidio colposo, lesioni gravissime e guida in stato di ebbrezza. Per lei la fascia più alta di gravità: quella che nelle nuove norme emanate a inizio mese prevedono, in caso di incidente, una multa da 3.000 a 12.000 euro, sospensione della patente da due a quattro anni e l’eventualità (scongiurata, per Linda Risso) dell’arresto.

«Macché ubriaca fradicia. Non ero stravolta dall’alcol, lo giuro e ora le dirò cosa ho bevuto quella sera - dice la ragazza, incensurata e recentemente laureatasi in lingue -. E ho pure letto che l’auto che guidavo è stata vista da un testimone oculare procedere a zigzag. Falsa pure questa circostanza...». Ma queste dichiarazioni contrastano con i verbali in mano al sostituto procuratore Anna Canepa. Sono stati gli stessi militari della Compagnia di Arenzano, agli ordini del comandante Francesco Reginato, a descriverla come una persona stravolta.

«Io e il mio fidanzato, quella sera abbiamo bevuto una bottiglia di vino in due, senza nemmeno finirla. E un limoncino - prosegue la ragazza -. Ce la facevo a guidare (quasi impossibile, per gli inquirenti, che la dose di bevande alcoliche fosse solo questa, visto che il tasso nel sangue era molto alto, ndr). E poi i due pedoni sono spuntati all’improvviso, fuori dal tunnel, nel buio. Un punto che io percorro sempre a bassa velocità, perché so che spesso lì c’è il posto di controllo dei carabinieri».

Linda Risso offre la sua verità. La stessa che, probabilmente, sarà da lei riferita al pm Anna Canepa, nell’interrogatorio fissato per domani in tribunale a Genova. «Non riesco a smettere di pensare a quello che è accaduto... Mi dispiace tanto, mi sembra di essere morta anche io. E scriverò una lettera alle due famiglie, Parodi e Pellizzari, provando a trovare le parole giuste per chiedere scusa. Spero che le condizioni dell’uomo in fin di vita migliorino. È il pensiero più grande, adesso».

 


LA STAMPA

L’intervista

Corrado Avaro

“Io non voglio guidare mai più” (*)

“Ho tentato di scrivere ai genitori di Claudia. Non ci sono riuscito”. “Se mi ridanno la patente giuro che la straccio”.

“Mai più. Non voglio guidare mai più. Se mi ridanno la patente io la prendo, la straccio e la getto via. Dopo quello che è successo s’immagini soltanto se ho voglia di rimettermi alla guida. Basta, stop. È tutto finito”.

Parla a fatica, e con le lacrime agli occhi, Corrado Avaro, l’uomo che il 15 luglio travolse ed uccise in automobile la sedicenne Claudia Muro. Era ubriaco, è stato arrestato ed è tornato libero l’altro giorno dopo 27 giorni di carcere. Adesso ospite della comunità di don Ilario Rolle, a Venaria. Dà una mano nei lavori, cerca di rendersi utile. Parla con il sacerdote: “La prima persona, dopo mio padre, a cui ho telefonato quella notte”. E con i suoi legali, Pasquale Ventura e Giancarlo Per asso. Dice in continuazione: “Io vorrei morire, adesso, qui, davanti a lei pur di ridare la vita a quella ragazza”.

Ma quella notte si mise ubriaco al volante. Perché?

“Perché mi sentivo a posto. Avevo bevuto, e vero, birra e del vino bianco. Volevo andare da un amico, e invece…”.

Invece ha investito quella ragazza. Se lo ricorda?

“Mi ricordo tutto. La gente che arriva, io che scendevo. Ma l’incidente no. Lei me la sono trovata davanti all’improvviso. Se solo l’avessi vista prima mi sarei buttato fuori strada. Insomma. Avrei sterzato, mi sarei schiantato contro un muro, piuttosto. Ma andare addosso ad una persona, quello proprio no”.

A che velocità correva?

“Ai 95 all’ora. Lo hanno detto anche i periti. Io non ho mai negato di andare a quella velocità”.

Ci pensa a ciò che è accaduto?

“Ogni momento, di giorno e di notte. Sempre, sempre, sempre”.

Ed è pentito?

“Sono morto dentro. Mentre ero in carcere ho provato a scrivere una lettera ai genitori di Claudia Muro, ma non ce l’ho fatta”.

Perché?

“Ma cosa si può dire a un padre e una madre che hanno perso una figlia? Perdono? Non ci sono parole. Ma io, prima o poi, andrò a trovarli. Lo voglio fare”.

Che vorrebbe dire ai genitori di Claudia?

“Tutte quelle cose che mi rodono dentro. Che non mi fanno più dormire, mi rubano sonno e salute”.

Ma lei quella notte guidava avendo bevuto un po’ troppo. E non era la prima volta, vero?

“Si, mi avevano ritirato la patente altre due volte perché mi ero messo al volante alticcio. I carabinieri del mio paese mi fermano e me la portano via”.

Ma ha continuato lo stesso a guidare. Per quale ragione?

“Perché ero uno stupido. Ma adesso, lo giuro, non voglio guidare mai più. Se mi ridanno la patente io la strappo. Con le auto e con il vino ho chiuso”.

 

(*) Nota: due persone di estrazione sociale diversa accomunate dal fatto di aver causato un incidente mortale dopo aver bevuto. Il senso di colpa che si portano dietro potrebbe essere superato con l’impegno per evitare che altre persone si mettano alla guida dopo aver bevuto alcolici.

 


LA STAMPA

Un disagio crescente

CARLO FEDERICO GROSSO

 I tre casi di criminali «liberati» dall’autorità giudiziaria di cui si è occupata la scandalizzata cronaca nera di ieri rispondono in realtà a logiche giudiziarie molto diverse, per cui è difficile inquadrarle in un unico discorso.

A Torino, il Tribunale del Riesame ha valutato che un ubriaco che aveva travolto e ucciso una ragazza non avesse agito con dolo come ipotizzato dall’accusa e ha pertanto ordinato la scarcerazione dell’imputato, in quanto l’omicidio colposo non giustificherebbe la misura cautelare più grave. A Sanremo, un giovane ha sgozzato la sua ex fidanzata sulla pubblica via; tre mesi fa non era stato incarcerato dall’autorità giudiziaria nonostante fosse stato fortemente sospettato di avere ucciso una donna nei vicoli di Genova. A Latina, un piromane, colto sul fatto mentre si accingeva ad appiccare il fuoco, con ben 26 inneschi pronti per l’uso, 17 dei quali già posizionati, non è stato arrestato. Ridicolizzando la tolleranza zero di cui avevano parlato nei giorni scorsi le competenti autorità politiche di fronte al dilagare della criminalità piromane.

La vicenda di Torino è agevolmente inquadrabile. Si trattava di stabilire se avessero ragione i magistrati di Pinerolo nel qualificare il fatto come omicidio doloso, in quanto il giovane omicida, mettendosi al volante dopo essersi ubriacato, aveva accettato consapevolmente il rischio di travolgere qualcuno guidando in stato di ebbrezza; o avessero ragione i difensori nel sostenere che l’indagato aveva guidato ubriaco nella certezza di potere comunque evitare incidenti grazie alla propria abilità di guida. Il Tribunale ha accolto la tesi difensiva e ha degradato il reato da doloso a colposo, con le conseguenze di legge. Perdendo così, tuttavia, l’occasione di fare seriamente giurisprudenza. Sostenere che chi si ubriaca volontariamente non può non prevedere che, mettendosi al volante, potrà cagionare un sinistro a causa del suo stato confusionale costituisce infatti ipotesi giuridica solidissima, coltivata da tempo dai migliori studiosi di diritto penale.

La vicenda di Sanremo suscita reazioni emotive. Com’è possibile, si domanda inevitabilmente la gente, che un giovane, descritto come pericoloso a causa dei ripetuti atti di violenza di cui sarebbe stato autore, fortemente indiziato di avere ucciso a Genova una ragazza con la quale si era accompagnato fino a pochi minuti prima, non sia stato incarcerato dall’autorità giudiziaria per evitare, quantomeno, la ripetizione del reato? Se fosse stato incarcerato, non avrebbe sicuramente commesso l’omicidio di Sanremo. La Procura della Repubblica, comunque, spiega: per il delitto avvenuto a Genova c’erano elementi che potevano fare pensare che autore fosse il ragazzo; mancavano tuttavia elementi probatori sufficienti e convincenti per chiedere una misura cautelare. A posteriori, oggi, è facile dubitare della correttezza di tale soluzione. A priori, la risposta del Procuratore ha tuttavia una sua logica: senza indizi univoci, gravi e convergenti di reità il nostro Codice vieta che si arresti. È sacrosanto garantismo, si sostiene.

La vicenda di Latina non è, invece, davvero comprensibile. Una persona, già denunciata per avere appiccato il fuoco, viene colta dalla Forestale sul potenziale luogo del delitto e non viene trattenuta in arresto? Magari soltanto perché non è stata sorpresa proprio nel momento in cui appiccava materialmente il fuoco o subito dopo averlo appiccato, o perché il fatto non è stato, curiosamente, giudicato di particolare gravità? Sembrerebbe senza senso, tanto più in un momento in cui l’allarme per gli incendi boschivi dolosi è particolarmente elevato. Né può fugare lo sconcerto la decisione del giorno dopo della Procura di Latina. Avere cioè, in un modo o nell’altro, ribaltato la decisione originaria procedendo all’arresto tardivo del piromane colto in fragranza di reato.

Tre casi che hanno fatto clamore. Tre logiche giudiziarie sicuramente diverse e valutazioni possibili delle decisioni assunte dall’autorità giudiziaria altrettanto differenti. Al di là di queste diversità, è peraltro possibile cogliere il senso di grave disagio complessivo che le vicende menzionate suscitano nel loro insieme. Non è credibile che la giustizia penale, che dovrebbe costituire strumento di difesa efficace dei diritti dei cittadini, si trasformi così sovente in una sorta di giustizia di latta, condiscendente con ogni trasgressione, pronta a chiudere gli occhi, inesorabilmente mite, nella strana convinzione che mitezza e perdono siano, quasi sempre, manifestazione di giustizia giusta.

I magistrati di Torino, di Genova e, forse, di Latina avranno avuto le loro ragioni nel valutare come hanno valutato. Le ragioni del garantismo sono, per altro verso, sacrosante e devono essere a loro volta rispettate con rigore. Ma quando si ripetono fatti che sconcertano e danno l’impressione di una giustizia colabrodo, probabilmente è il momento di riflettere e se possibile di reagire. Se le leggi non sono adeguate alla pericolosità sociale dei reati (esempio, omicidi in stato di ebbrezza), le si inasprisca, senza paura o tentennamenti. Se il costume giudiziario è diventato lassista per indolenza o ignoranza di qualcuno, si pensi a come rimediare intervenendo sul terreno della formazione o della disciplina dei magistrati. Si faccia comunque qualcosa. Sarebbe grave se, ad un certo punto, passando di sfacelo in sfacelo, le disfunzioni della giustizia non facessero addirittura più notizia. 

 


IL TRENTINO

L’INTERVENTO

 

Guidare ubriachi, forse finalmente qualcosa si sta muovendo

Finalmente, forse, le pene riguardo al comportamento da tenere su strada cominciano ad inasprirsi. Già, finalmente: finalmente esiste un decreto: ma sarà applicato con quell’inflessibilità necessaria per ridurre il numero degli incidenti stradali e, purtroppo, le numerose conseguenti vittime? Per rendersi conto, leggete le cronache degli ultimi weekend.

 L’Associazione Prodigio da anni è impegnata nelle scuole in progetti di sensibilizzazione e prevenzione degli incidenti stradali, in particolare quelli dovuti alla velocità e alcol - correlati. Di ragazzi in questi anni ne ho incontrati a migliaia: qualcuno lo intravedo ancora, qualcuno ha fatto strada, e qualcun altro, invece, non è più fra noi. E non c’è più non perché si è tolto la vita, o perché si è ammalato: ma perché un incidente ha spento per sempre quel sorriso spensierato da ventenne. Io stesso, vittima di un incidente stradale dovuto all’alcol, che ho subito da giovane e da passeggero, provo profonda malinconia nel vedere persone che gettano la propria vita per una folle corsa saturi di alcol verso la sedia a rotelle quando ti va “bene” e il cimitero quando ti va male. Durante gli incontri con gli studenti cerco di trasmettere quel valore fondamentale che la vita rappresenta: il rispetto per sé stessi e per gli altri, soprattutto alla guida di un veicolo. Sarebbe importante che provassero a stare a contatto con persone che hanno subito gravi conseguenze dagli incidenti stradali. Per me, nella mia testa e attraverso le mie parole, non è la prima volta che lo dico: chi è “pescato” ubriaco alla guida dovrebbe essere obbligato a prestare servizio sociale presso strutture o abitazioni di persone menomate da incidente. Quindi accolgo favorevolmente questo decreto, con la speranza che venga applicato fino in fondo. Intanto cominciamo applicando la legge, ma non possiamo limitarci a questo.

pres. assoc. Prodigio

 


IL GIORNALE DI VICENZA

L’EDITORIALE

A parole c’è tolleranza zero, nella pratica mille scappatoie

Neri Paoloni

 

Per quale ragione, dopo alcuni casi eclatanti, il governo ha detto che le leggi contro chi guida in stato di ubriachezza erano state inasprite e sarebbero state applicate con la massima severità? Per quale ragione è stato lanciato l’allarme piromani, quando era a fuoco mezz’Italia, e poi il primo piromane colto con le mani nel sacco a Latina, viene scarcerato subito dopo e rischiaffato in galera solo dopo la richiesta di chiarimenti del ministro della Giustizia, Clemente Mastella?

Per quale ragione l’uomo che ha ucciso una ragazza di sedici anni, guidando ubriaco viene scarcerato perché, secondo il tribunale del Riesame, il suo reato è solo colposo e non doloso, quando a questo signore era già stata ritirata due volte la patente per guida in stato di ebbrezza e, dunque, non avrebbe dovuto mai più essere messo in grado di guidare un’automobile?

Per quale ragione un uomo ha potuto uccidere per strada , a Sanremo, la sua ragazza malgrado fosse indiziato di avere già sgozzato un’altra sua fidanzata, per il fatto che la polizia aveva raccolto contro di lui una serie di prove, ma che esse erano state considerate dalla magistratura insufficienti per schiaffarlo dentro e tenercelo?

Queste domande che ora molti si pongono se le deve essere fatte anche il ministro della Giustizia se ha chiesto chiarimenti sia alle procure di Latina e Genova. «Sono cose che lasciano perplesso anche me», ha ammesso il Guardasigilli, domandandosi poi se le leggi che abbiamo «siano efficaci». Delle due l’una: o sono inefficaci perché fatte male, o sono i magistrati che di fronte ad un testo che lascia aperte mille scappatoie finiscono per interpretarle con una certa mano larga. Del resto, uno dei principi del diritto romano, da cui discende il nostro, non è forse «in dubio pro reo»? 7

 


L’ARENA

COLOGNOLA. Al club La Speranza di San Zeno

Un anno senza alcol In festa gli ex etilisti

 

Sert, Comune e parrocchia hanno voluto celebrare il significativo traguardo con 250 soci dell’Acat-Vo

Sono stati oltre 250 i soci dell’Acat-Vo (Club alcolisti in trattamento del Veronese orientale), in rappresentanza dei 22 club della zona, che si sono ritrovati a San Zeno di Colognola, al club La Speranza, per la Festa del riconoscimento. Durante la manifestazione, svoltasi nel palatenda messo a disposizione dalla parrocchia della frazione, sono stati premiati i componenti dei vari club che hanno raggiunto più di un anno di sobrietà.

Trascorrere oltre 365 giorni senza toccare alcolici è un traguardo davvero importante per chi cerca di vincere la propria dipendenza dall’alcol, consapevole che vino, liquori e altre bevande a tasso alcolico sono estremamente debilitanti per il fisico e la mente, oltre che causa sempre più frequente di incidenti stradali.

Per esprimere stima e vicinanza ai soci dell’Acat-Vo, hanno partecipato alla festa Roberto Dalla Chiara, rappresentante del Sert; Paolo Guzzo, presidente dell’Acat-Vo; Giovanni Migliorini, assessore alla cultura che ha portato il saluto della collega Giovanna Piubello, assessore ai servizi sociali, e monsignor Luigi Adami, parroco di San Zeno. Insieme hanno espresso stima e appoggio per l’attività delicata e importante svolta dai vari club.

Alcuni partecipanti hanno illustrato con grande forza d’animo il cammino fino a oggi fatto per uscire dal tunnel dell’alcol e il cambiamento positivo che ha interessato il loro stile di vita. Tutte testimonianze condivise con partecipazione e interesse. M.R.

 


L’ARENA

SAN GIOVANNI LUPATOTO. Test volontari stasera alla festa della Madonnina ma niente multe

Controlli anti-alcol alla sagra «Vogliamo solo informare»

Troveranno una sorpresa stasera i frequentatori della sagra della Madonnina, la tradizionale festa lupatotina in programma oggi, martedì e mercoledì nel cortile delle scuole Cangrande. Fra gli stand ci sarà anche quello della polizia municipale, che effettuerà controlli del tasso di alcol nel sangue a chi vorrà sottoporsi.

 

«Ci sarà l’ufficio mobile dei vigili con due agenti che, dalle 20 alle 22, proporranno il test», spiega Maurizio Simonato, assessore alla sicurezza. «Questa iniziativa, che sarà ripetuta anche mercoledì con gli stessi orari, non ha fini repressivi ma solo scopi educativi. Non verrà multato nessuno, anche se dovesse essere rilevato che oltrepassa i limiti consentiti. L’obiettivo è sensibilizzare i guidatori contro la guida in stato di ebbrezza e informarli sulle recenti norme di legge che hanno ristretto i limiti». Chi esce dalla festa dopo aver bevuto potrà prendere coscienza del suo stato di lucidità prima di mettersi alla guida di un autoveicolo.

Alessandro Zinelli, uno degli organizzatori della sagra dell’Assunta, ha fornito la sua piena disponibilità. «Di fronte alla proposta dei vigili e dell’assessore abbiamo subito aderito», dice. «Crediamo di non aver nulla da temere da questa azione educativa. Pensavamo addirittura di consegnare un premio a chi farà il test, ma poi qualcuno ha suggerito di dare un bicchiere di vino e tutto è finito in una risata. Crediamo invece nell’utilità del test perché farà prendere coscienza di quanto si può bere senza incorrere in multe. Qualcuno scoprirà che, con uno o due bicchieri, è già fuori limite e non potrà dire di non averlo saputo».

La sagra, dopo l’apertura di ieri sera, prosegue stasera con stand gastronomici, balli e altre iniziative: si esibirà il complesso «I Favalli». Domani la festa si interrompe per una pausa (non dovuta alla superstizione per il fatto che è il giorno 13) per riprendere martedì sera, quando si esibirà il gruppo «Alto Mare». Gran finale mercoledì con la musica proposta dal complesso «The Fantasy». Oltre al ballo ci sarà una variegata proposta gastronomica con piatti di una volta come l’anatra e anche la paella (su prenotazione). R.G.

 


L’ARENA

STRADE PIÙ SICURE. Prima notte di sperimentazione del «villaggio medico» in collaborazione tra la polizia e i medici del Sert. I risultati sono molto allarmanti

Sette su 10 guidano drogati o ubriachi

Sono già nove le patenti ritirate. Hanno fra i 20 e i 30 anni gli automobilisti trovati «positivi» ai test

Alessandra Vaccari

 

Di drogati al volante ce ne sono eccome. Soltanto che non si poteva saperlo, visto che i narcotest non venivano effettuati dalle forze dell’ordine. La prima notte di controlli in collaborazione tra polizia stradale e Asl l’ha dimostrato: su nove patenti ritirate cinque appartenevano ad automobilisti drogati e quattro a ubriachi tutti di età tra i 20 e i trent’anni. Ne è stata sequestrata anche una decima, ma perchè era scaduta.

Quando periodicamente la prefettura rende noti i dati delle patenti ritirate a prevalere sono sempre i numeri di automobilisti ebbri. Qualche mese fa il prefetto Italia Fortunati, il dubbio lo aveva sollevato, indicando che probabilmente i drogati al volante sono molti di più di quelli che risultavano. E la prima notte del «villaggio dei test», all’interno delle due tende montate dal personale del dipartimento delle dipendenze (due infermieri, tre medici, uno psichiatra e un biologo) hanno sottoposto tutte le persone fermate dalla polizia stradale ad esami tossicologici finalizzati ad accertare l’assunzione di cocaina, eroina, cannabis, ecstasy, amfetamine e Pcp (Fenciclidina).

«Eravamo piazzati sulla statale 11. I controlli andranno avanti tutta estate», ha detto il dirigente della polizia stradale Daniele Giocondi, «continueremo fino a settembre, poi con il prefetto faremo il punto della situazione. La collaborazione delle persone fermate è stata totale», ha concluso Giocondi, «tutte si sono sottoposte agli accertamenti e volontariamente hanno accettato di farsi prelevare il sangue. Mentre per urine e salive non è necessario il consenso. Chi rifiuta il controllo può essere sanzionato con la massimo della pena che va da 2.500 a diecimila euro di multa e da 6 a 24 mesi di reclusione».

Chi è stato sottoposto ai test e ha evidenziato l’assunzione di droghe, come ha sottolineato il responsabile dell’Osservatorio regionale delle dipendenze Giovanni Serpelloni, è stato poi sottoposto anche a un esame psicomotorio volto a valutare stato mentale, condizioni psicofisiche e eventuali anomalie riscontrabili oggettivamente, in particolare nell’ambito della coscienza, dell’attenzione, della percezione e dell’orientamento spazio-temporale. Infine sono stati calcolati i tempi di reazione nervosa, visivi e uditivi dell’automobilista.

«Il dato è impressionante», ha ammesso Serpelloni, «su 16 fermati a campione, nove sono risultati positivi. Questo significa che quasi il 70 per cento delle persone alla guida il venerdì sera ha fatto uso di sostanze. E anche chi stava accanto al conducente ne aveva fatto utilizzo. Ragazzi di 19 anni pieni di cocaina. Ci ha sorpreso il fatto che molti di questi ragazzi hanno ammesso che il nostro lavoro era utile. E soprattutto la procedura era corretta. Il costo della sperimentazione per ora resta contenuto: soltanto le ore di lavoro notturno dei dipendenti Asl che il giorno dopo debbono recuperare. La strumentazione è stata data, proprio per la sperimentazione, gratuitamente dalle case che la fabbricano.

Continuano a essere tanti gli automobilisti che si mettono in auto senza essere in grado di guidare. Così come sono tantissime le donne. I controlli sono massicci e questo ulteriore inasprimento dei controlli dovrebbe servire da deterrente e anche a far

 


LA GAZZETTA DI PARMA

La legge non frena gli ubriachi

I

L CASO SCARCERATO L’UOMO CHE INVESTI’ E UCCISE UNA 16ENNE A TORINO. IL TRIBUNALE DEL RIESAME: «FU COLPA E NON DOLO» La legge non frena gli ubriachi A Genova una giovane travolge due pensionati: uno è morto. Per lei solo una denuncia ROMA II Un morto e un ferito grave a Genova. Scarcerato il giovane che uccise a Torino una 16enne all’uscita di una discoteca perchè, dice il tribunale del riesame, è stato omicidio «colposo e non doloso». Due casi e un denominatore comune: alcol e guida. Due casi che, insieme ad altri , gettano ombra sul giro di vite deciso dal Governo il 15 luglio scorso - am mende fino ad un massimo di 6.000 euro con arresto fino a sei mesi, sospensione della patente fino a due anni per un tasso di alcol superiore a 1,5 grammi/litro e pene raddoppiate quando il guidatore ubriaco provoca un incidente - che, non sembra, per ora, aver reso più sicure strade e marciapiedi. Genova. Tornavano alla loro auto, parcheggiata lungo l’Aurelia all’ingresso di Arenzano dopo una cena con le rispettive mogli: due pensionati genovesi sono stati travolti da un’auto guidata da un’impiegata, anch’essa genovese, di 25 anni che aveva un tasso alcolemico del sangue di 2,2 grammi/litro, oltre quattro volte più del limite di legge fissato a 0,5.   continua... 

 


IL GIORNALE DI VICENZA

I CONTROLLI. Nottata di verifiche in tutta la provincia con telelaser e etilometro per prevenire gli scontri

In strada 30 pattuglie contro alcol e velocità

 

Il nuovo decreto Bianchi dovrebbe scoraggiare coloro che non rispettano le regole: previste multe fino a 10 mila euro

Una nottata di controlli straordinari in tutta la provincia, ma con l’arma in più delle nuove norme contro chi non rispetta il codice della strada.

Da ieri sera, e fino alle 4 della notte appena trascorsa, trenta pattuglie e 62 operatori di polizia hanno stazionato lungo le principali arterie della provincia nel rispetto del piano voluto dalla prefettura che aveva previsto quattro nottate di verifiche straordinarie in provincia per porre freno agli incidenti e alle tragedie che troppo spesso avvengono nei fine settimana. Con gli agenti sarà in servizio anche un’ambulanza della Croce rossa con tre sanitari.

Gli agenti della polizia stradale e delle altre forze di polizia sono stati dotati di etilometri, autovelox e telelaser per stangare chi viola il codice. Saranno applicate le sanzioni previste dal recentissimo decreto firmato dal ministro Bianchi. Fra l’altro, per chi si mette alla guida dopo aver bevuto (una piaga per la provincia berica) prevede multe fino a 6 mila euro - raddoppiate se provoca un incidente -, mentre dovrà sborsare 10 mila euro chi rifiuta di sottoporsi al test. Chi corre oltre i 40 chilometri orari più del limite, le sanzioni arrivano fino a 1458 euro e sospensione della patente da 3 a 6 mesi; se si superano i 60 chilometri orari, la multa è di 2 mila euro e la sospensione della patente per un anno. Dovranno mettere mano al conto corrente più che al portafogli anche coloro che saranno beccati a guidare con il cellulare in mano: fino a 600 euro da pagare. Le multe arrivano poi a 9 mila euro per chi guida senza patente.

Sarà necessario attendere qualche giorno per conoscere i risultati della nottata di controlli, e verificare se le pattuglie e il decreto abbiano svolto quella funzione di deterrenza che molti si augurano. L’obiettivo, infatti, non è quello di fare cassa, ma di salvare vite umane. D. N.

 


BRESCIA OGGI

MONTICHIARI. I controlli della Polizia stradale

Ubriachi al volante ritirate 10 patenti

 

Una piaga difficile da sradicare la guida in stato di ebbrezza, nonostante i duri proclami e l’inasprimento delle sanzioni. Lo dimostra l’elevata percentuale di automobilisti risultati positivi al test alcolimetrico l’altra notte a Montichiari, nei due posti di blocco della Polstrada lungo la Lenese.

Su cento veicoli fermati, dieci erano condotti da persone che avevano nel sangue più di 0,50mg/litro di alcol. Migliaia gli euro di multa comminati (la sanzione più salata è arrivata a 1500 euro, in sintonia con il recente inasprimento del codice della strada) e ai due automobilisti più indisciplinati (il tasso di alcol 4 volte il limite di legge) la patente è stata ritirata per ben un anno.

I controlli, effettuati da due equipaggi della Polizia stradale di Montichiari lungo la trafficata e pericolosa sp 668, sono proseguiti per tutta la notte. Oltre duecento le persone sottoposte al test alcolimetrico, prima con il precursore e poi (se risultati positivi) con l’etilometro. L’elevato numero di test ha compreso anche i passeggeri delle vetture risultate guidate da ubriachi, al fine di escludere il loro stato di ebbrezza prima di mettersi al volante dei veicoli da riportare a casa. P. GOR.

 


LA STAMPA

Lanciano, ragazzo provoca incidente mortale in stato di ebbrezza: arrestato

Dal controllo con l’ etilometro è emerso che lo stato alcolico del giovane superava il minimo consentito di 0,50 milligrammi

LANCIANO

 

Alessio Pretoro, ventenne di Lanciano, è stato arrestato per aver causato un incidente mortale mentre guidava in stato di ebbrezza, su disposizione del procuratore della repubblica Tullio Moffa. L’incidente si è verificato oggi lungo la strada statale 84 S.Vito Marina-Lanciano. Nell’impatto è rimasto ferito in modo grave un 60enne del posto, Michele Morena, morto qualche ora dopo in ospedale. I rilievi della polstrada frentana hanno evidenziato che il tratto di corsia, in curva, lungo il quale la vittima stava viaggiando era stato invaso dall’ auto del giovane andata a schiantarsi con la sua che marciava in senso inverso.

Dal controllo con l’ etilometro è emerso che lo stato alcolico del giovane superava il minimo consentito di 0,50 milligrammi. Il ventenne ricoverato a sua volta all’ ospedale di Lanciano per una prognosi di 30 giorni, per lesioni e ferite varie, ha ricevuto in ospedale il provvedimento del magistrato.

 


LA STAMPA

Vasto, vendetta contro il gestore che lo aveva allontanato

Il pilota anti-alcol della Meandri cerca di dar fuoco a un pub

Andrea Iannone 18 anni, corre il Motomondiale delle 125

Enrico Biondi

Torino

 

Se i testimonial scelti per le campagne sono questi, il ministro per le Politiche giovanili di cui è titolare Giovanna Meandri farà bene a rivedere in fretta i suoi programmi. Ieri, nel primo pomeriggio, la agenzie hanno battuto una notizia proveniente da Fano, nelle Marche: Andrea Iannone, 18 anni compiuti da tre giorni, pilote del motomondiale classe 125 con il team Wtr Aprilia, è stato denunciato dai carabinieri di Vasto, la sua città, per tentativo d’incendio doloso, danneggiamento, minacce in concorso con tre coetanei tra cui il fratello. I quattro hanno tentato di appiccare il fuoco a un pub dal quale erano stati allontanati per avere disturbato gli avventori. Il titolare afferma di essere stato minacciato di ritorsioni da uno dei ragazzi, poche istanti prima che si allontanassero.

Iannone, nel paddock del mondiale, passa per un ragazzo esuberante e un po’ spaccone am non violento. Ha un discreto talento, in parecchi Gran Premi si è messo in mostra ed è opinione comune che, se potesse disporre di un mezzo più competitivo, potrebbe aspirare al podio. La “scivolata” nel pub di Fano rischia di costargli cara. I dirigenti del suo team (che fa correre anche il pilota torinese Stefano Bianco) non erano rintracciabili, ma di sicuro la notizia deve aver mandato su tutte le furie il team manager Loris Castellucci. Perché il nome completo della scuderia e “Wtr No Alcol Team” ed è stata scelta dal ministero per il lancio della campagna per la sicurezza stradale, con l’intento di promuovere tra i giovani la figura del cosiddetto “guidatore designato”, quello che deve restare astemio per l’intera serata.

Con lo slogan “a vita non è un optional” la campagna è stata presentata in giugno la GP d’Italia, al Mugello: con la collaborazione delle compagnie telefoniche, 3,5 milioni di giovani tra i 18 e i 35 anni ricevono in questi giorni sms. Alla radio e in tv vanno in onda alcuni spot. Ma Iannone dev’essersi dimenticato tutto, dell’alcol ha fatto altro uso. In serata il suo avvocato Marco Di Rito ha spiegato che “ha reagito con sorpresa e disappunto”, dichiarandosi estraneo alla vicenda.

 


LA GAZZETTA DI PARMA

Ubriaco minaccia guardia con un coltello alla gola

 

L’AGGRESSIONE E’ AVVENUTA L’ALTRA NOTTE AL PRONTO SOCCORSO

MINACCE L’AGGRESSIONE E’ AVVENUTA L’ALTRA NOTTE AL PRONTO SOCCORSO Ubriaco minaccia guardia con un coltello alla gola Soltanto paura per il vigilante che ora chiede maggiore tutela Luca Molinari II Brutta esperienza l’altra notte per una guardia giurata di servizio al Pronto Soccorso dell’ospedale Maggiore. L’agente è stato infatti aggredito da un uomo ubriaco che gli ha puntato un coltello al collo. Tanta paura ma nessuna conseguenza per la guardia giurata. Era circa mezzanotte quando l’aggressore, D.F. di 37 anni, arrivato al pronto soccorso in ambulanza in evidente stato di ebbrezza alcolica, ha iniziato a insultare verbalmente la guardia.   continua...

 


IL GIORNALE DI VICENZA

INCIDENTI. In A31. Via la patente fino a 4 anni

Finisce nel fosso e si addormenta Ha bevuto troppo

E a Montebello un giovane abbatte colonnina del gas

 

L’esito dell’alcoltest li ha cacciati in un sacco di guai, fra patenti ritirate e nuove sanzioni previste dal decreto Bianchi.

Ma è andata benissimo a Mario Dal Santo, 58 anni, di Caltrano, miracolato dopo l’incidente avvenuto venerdì sera in A31. In base a quanto ricostruito dalla polstrada di Vicenza, ha perso il controllo della sua Ford Fiesta ed è finito nel fossato: uno schianto tremendo, con l’auto distrutta. Un automobilista che viaggiava in direzione contraria ha visto i fari puntati al cielo e ha dato l’allarme. Suem e pompieri hanno trovato Dal Santo immobile incastrato nell’abitacolo, e lo avevano creduto morto. In realtà si era addormentato, ed ha subito lesioni lievi. Il tasso alcolico superava di quasi 6 volte il limite: via la patente (rischia la sospensione fino a 4 anni, visto che è nella fascia alcolica maggiore ed ha provocato un incidente), una multa fino a 12 mila euro, l’arresto fino a 12 mesi e il fermo dell’auto per 3 mesi. In via Trento a Montebello, alle 3, Stefano Ortolan, 25 anni, del paese, si è schiantato con una Fiat Bravo contro un muro, rompendo una colonnina del gas. I pompieri hanno lavorato tre ore con i tecnici per bloccare la grossa perdita. Anche il ragazzo, ha accertato la stradale, aveva bevuto troppo.

 


LA STAMPA

Passa con il rosso mentre guida ubriaco, meno 52 punti dalla patente

Un ragazzo di 19 anni ha provato a superare una colonna di auto ferme al semaforo, ma all’incrocio c’erano i Vigili urbani

LIDO DI CAMAIORE

 

Blitz repentino stanotte dei vigili urbani del Lido di Camaiore che hanno sorpreso un giovane per alcune infrazioni, ma sopratutto in uno stato di ebbrezza che gli è costata una sanzione di ben 52 punti per la patente, oltre a trecento euro di multa ed una denuncia alla procura della repubblica di Lucca: il tutto in conformità alle nuove e più pesanti norme sulla sicurezza stradale.

È quanto avvenuto tra le 3 e le 3,30 allorchè un 19enne, a bordo di un’Audi, ha provato a superare una colonna d’auto ferme al semaforo rosso: mal glien’è incolto poichè all’incrocio della coda si trovava un’auto dei vigili urbani che l’ha prontamente raggiunto e fermato. Oltre alle contestazioni di rito per violazione del codice stradale, si è proceduto subito al controllo del tasso alcolemico che ha fatto registrare 0,61 mg, 11 mg di quanto consentito dalla legge. Oltre a trecento euro di sanzione pecuniaria, ben 52 i punti decurtatigli dalla patente, così costituiti: dieci per guida in stato di ebbrezza, dieci per il sorpasso della auto in coda, e sei per il

passaggio al semaforo rosso. Risultato, 26 punti, che si raddoppiano poichè il giovane era neo patentato da un anno.

Non solo, ma l’episodio ha fatto scattare anche una denuncia alla procura di Lucca, sempre per guida in stato di ebbrezza, per la quale le pene previste dalla nuova normativa prevedono una multa sino a 2000 euro oltre, eventualmente, all’arresto ed alla sospensione temporanea della patente. L’auto, a conclusione della contestazione, non potendo essere guidata dallo stesso 19enne, è stata affidata ad un suo amico, fatto venire sul posto con una telefonata.

 


IL RESTO DEL CARLINO

Alcol: datevi una regolata Appello ai locali pubblici che però non vanno criminalizzati

 

IL SECOLO XIX

Brilli alla guida: record via 14 patenti in 5 ore

 

LA NAZIONE

Occhio all’etilometro Niente birra al marito-pilota

Troppi ubriachi al volante Favoriti dalle nuove norme Chi è alla guida può rifiutare il test dell’etilometro

 

L’UNIONE SARDA

Lunedì, 13 Agosto 2007

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