Foto Blaco – archivio Asaps (ASAPS) FORLÌ, 6 agosto 2007 – È andata: la Gazzetta Ufficiale lo ha pubblicato, ed il Decreto Legge n. 117, datato 3 agosto 2007, è in vigore. Il titolo, è tutto un programma: “disposizioni urgenti per incrementare i livelli di sicurezza nella circolazione”. Sono introdotte modifiche, anche sostanziali, al Codice della Strada, ed ora il giro di vite può dirsi eseguito. Certamente, c’è ancora tanto da fare, ci sono angoli da smussare, precetti da chiarire, sanzioni da sistemare e molti interrogativi da chiarire. Ma ora che nelle tasche degli “arbitri” qualche cartellino rosso c’è, bisogna fare in modo che si torni a fischiare i falli in campo, ed intervenire con decisione. Purtroppo però, a poche ore dal varo del provvedimento, il nostro paese si rivela – anche sul fronte della sicurezza stradale – spaccato in due, con chi applaude alla sortita repressiva dell’esecutivo, e chi invece bolla il DL come una norma inutilmente repressiva. Per l’Asaps, il decreto indica che si è nella giusta direzione, anche se alcuni aspetti non convincono del tutto l’associazione. “Giudichiamo in modo molto positivo la serie di inasprimenti per l’abuso di alcol al volante – ha detto ai giornalisti il presidente Giordano Biserni – e siamo pienamente d’accordo anche sull’individuazione di ulteriori fasce di velocità per le violazioni dei limiti, con specifiche e severe sanzioni. Esprimiamo qualche perplessità sulla necessità di dover indicare anche con segnali luminosi il posizionamento dei misuratori di velocità. D’accordo sul no agli agguati, ma un preavviso così evidente rischierà di far sollevare il piede dall’acceleratore solo nei tratti in cui si sia sicuri dei controlli in atto”. La pressione, anche da parte dell’Unione Europea, di cui l’Italia è ormai il fanalino di coda, era diventata oggettivamente alta ed il crescente numero di vittime rischia di mettere in ginocchio il nostro paese, che non riesce ad arginare l’emorragia di giovani vite. Forse è anche per questo motivo che l’esecutivo non ha atteso la discussione al senato del DDL “Bianchi”, affidando all’immediatezza del decreto il compito di stringere i tempi. “Nelle ultime settimane – ha detto il premier Romano prodi – il numero dei morti è stato eccessivo. Non solo alto, ma proprio non ha una giustificazione. Abbiamo spinto per farlo pubblicare al più presto sulla Gazzetta Ufficiale, per farlo entrare immediatamente in vigore”. Per fare in modo che una legge sulla sicurezza stradale venga rispettata, è necessario che qualcuno la faccia rispettare. Anna Donati, rappresentante dei Verdi e presidente della commissione Lavori Pubblici del Senato, ha sottolineato proprio questo aspetto. “Bene ha fatto il governo ad approvare il decreto che rende immediata l’efficacia delle nuove norme per la sicurezza stradale. Oggi arriva un segnale concreto per tutelare l’incolumità di tutti gli utenti della strada. Resta comunque essenziale – ha concluso la senatrice – aumentare subito i controlli. Diversamente, anche la norma più aspra e severa, difficilmente potrà far sentire la propria efficacia sulle strade delle vacanze” Si tratta, comunque, di un’iniziativa trasversale, che – evidentemente – raccoglie pro e contro nei due schieramenti politici, tra le associazioni di categoria e tra quelle dei consumatori. Raffaele Costa (Forza Italia), presidente della Provincia di Cuneo, è favorevole al decreto: “I provvedimenti, recentissimi, di governo e Parlamento, in tema di sicurezza stradale, vanno nella direzione giusta – ha detto Costa – e probabilmente otterranno, specie nei prossimi primi mesi, risultati positivi. Ciò che occorre fare ora, oltre a far eseguire puntualmente la nuova normativa, è puntare alla prevenzione, che resta il terreno più propizio da affrontare”. Paolo Uggé, presidente di Fai-Conftrasporto, è invece del tutto contrario al provvedimento, definito un decreto a perdere. “Dopo svariati annunci, che si ripetevano ad ogni tragedia sulle strade e comunque dopo che l’esodo si è già avviato, il Governo ha emanato un decreto a perdere con norme che molto difficilmente troveranno pratica applicazione, ma certamente genereranno confusione. Da tempo – ha detto Uggé – ho provveduto ad evidenziare come il Governo, di fronte all’emergenza sicurezza sulle strade, sia stato impossibilitato dalle profonde divisioni al proprio interno, ad emanare, in tempo utile, un provvedimento di urgenza per adattare le norme del codice della strada alle mutate condizioni, dando così risposte immediate e concrete al tema della sicurezza. Il decreto non farà altro che generare contenzioso, anche perché quando cesserà i propri effetti, le conseguenze sanzionatorie che avrà determinato, non avranno alcun presupposto giuridico al quale rapportarsi”. Un commento durissimo, condiviso a distanza dal Codacons: “è inutile – si legge in una nota dell’associazione – aumentare le sanzioni e inasprire le pene per chi non rispetta le norme del codice della strada se prima non si incrementa la prevenzione, con utili strumenti come il Tutor”. Il Codacons ha spiegato infatti che dove il Tutor è stato impiegato, la mortalità si è ridotta del 40%. Anche l’Adiconsum non è del tutto soddisfatta e, pur approvando il decreto, giudica ancora troppo blanda l’azione intrapresa. “Il decreto è a perdere – dice Adiconsum in un comunicato – perché non ci saranno i tempi della conversione. Tuttavia, esprimiamo sostegno per la parte del decreto che prevede l’affidamento ai servizi sociali degli automobilisti indisciplinati, poiché è necessario assistere i soggetti traumatizzati, ma anche far crescere la responsabilità sociale tra chi dimostra di non averne”. Sono invece pienamente soddisfatti i vertici di Adusbef e Federconsumatori, che in una nota congiunta danno il proprio assenso all’iniziativa del governo. “Il decreto sulla sicurezza stradale approvato oggi dal Consiglio dei ministri per ridurre la piaga degli incidenti stradali è un’ottima notizia ed un forte segnale, qualora venga applicato”. “Misure sbagliate”, sentenzia dal canto suo Thomas Widmann, assessore provinciale Mobilità della provincia di Bolzano. “Con divieti e sanzioni che superano ogni ragionevole misura – dice l’esponente del Südtiroler Volkspartei – non si possono educare gli automobilisti ad una guida più prudente. Questo giro di vite va nella direzione sbagliata. Già oggi l’Italia ha uno dei codici della strada più severi e un ulteriore inasprimento non è mirato ma esagerato. Le sanzioni hanno nel frattempo raggiunto livelli astronomici e sono difficili da sostenere anche nei casi di lievi violazioni. In tutta Europa – conclude l’assessore altoatesino – ci si allontana dal principio delle minacciate sanzioni per educare invece gli attori del traffico a un comportamento responsabile, al rafforzamento del senso di responsabilità, ad una formazione di base molto concreta, quindi si lavora più per la prevenzione”. Se ad alcuni, però, il provvedimento pare troppo severo, c’è anche chi – come l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada – trova il provvedimento insufficiente, anche se il senso dell’osservazione può mostrare analogie. “Le misure previste – dice l’AIFVS – costituiscono più un monito che una censura definitiva, e riteniamo che potranno conseguire dei tiepidi risultati solo nel breve periodo. Infatti affermare che chi guida ubriaco finisce in cella significa solo paventare una pena che non sarà mai espiata (se fino a due anni di pena non c’è detenzione,figuriamoci solo per qualche mese) ed inoltre le misure di pena alternative indicate non possono trovare attuazione immediata perché hanno bisogno di regolamentazione, e ciò è impossibile in un decreto di emergenza, di breve durata. Noi continuiamo a ritenere che inasprire le pene sia un modo inadeguato di affrontare la sicurezza se prima non si è provveduto ad assicurare i controlli e se non si è sollecitata la responsabilità degli enti e delle aziende in ordine alla prevenzione degli incidenti”. Alla sicurezza stradale servono certezza nelle norme e controlli adeguati per far sì che si arrivi alla “effettività” della sanzione. (Asaps) |
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