Martedì 23 Aprile 2024
area riservata
ASAPS.it su

Rassegna stampa Alcol e guida del 1 agosto 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

A fine rassegna potere leggere il resoconto di Alessandro Sbarbada su un suo intervento nella trasmissione in diretta su Rai Tre “Cominciamo bene estate” di Michele Mirabella del 1 agosto.


VIRGILIO NOTIZIE

SICUREZZA STRADALE: LEGA, LE NOVITA’ DEL SENATO. NO PATENTE A 16 ANNI

Roma, 1 ago - ’’La commissione Trasporti del Senato ha deciso all’unanimita’ di considerare e approvare concordemente soltanto alcuni articoli del testo sulla sicurezza stradale pervenuto dalla Camera’’. Lo ha reso noto il capogruppo della Lega in commissione, Piergiorgio Stiffoni. Questi i punti salienti cui la Commissione ha, all’unanimita’, concordato. E’ stato soppresso l’articolo 2, quello riguardante la patente ai sedicenni, demandando la considerazione del problema a tempi successivi. Accolto l’art. 3 che apporta modifiche in materia di guida senza patente con inasprimento delle pene. Per quanto riguarda i neo-patentati, questi ultimi per 3 anni possono guidare veicoli non superiori a 50 kw. Il testo della Camera prevedeva 60 kw. Tutti i controlli della velocita’ radar da parte delle autorita’ preposte, devono essere segnalati da cartelli o dispositivi luminosi, recependo sostanzialmente il testo della Camera per quanto riguarda le sanzioni amministrative e le possibilita’ di sospensione e/o ritiro della patente. Non sara’ possibile il trasporto sui motocicli dei minori di 5 anni. Vengono inasprite le sanzioni amministrative per chi fa uso, mentre guida, di telefoni cellulari o palmari. E’ prevista la sospensione della patente da 1 a 3 mesi se recidivo nel biennio. ’’Sulla guida in stato di ebbrezza - ha spiegato Stiffoni - la commissione ha inasprito le sanzioni e rimodulato, su tre scalini, il controllo del tasso alcolemico per grammi/litro nel sangue: da 0.5 a 0.8, ammenda da 500 a 2000 euro, arresto fino ad 1 mese e sospensione della patente da 3 a 6 mesi; da 0.8 a 1.5, ammenda da 800 a 3.200 euro, arresto fino a 3 mesi e con la pena accessoria di attivita’ gratuita sociale continuativa fino a 6 mesi, sospensione della patente da 6 mesi a 1 anno. Per chi viene trovato con tasso alcolemico superiore a 1.5 grammi/litro nel sangue l’ ammenda va da 1.500 a 6.000 euro con arresto fino a 6 mesi, attivita’ socialmente utile fino a 1 anno e sospensione della patente da 1 a 2 anni. Se poi il soggetto provoca incidente le pene saranno raddoppiate con fermo macchina per 3 mesi in tutti i casi’’. Infine, ’’i titolari di locali notturni in cui si smerciano alcolici, devono esporre all’ entrata, all’ interno e all’ uscita del locale cartelli ben visibili che sensibilizzano i clienti a non eccedere. In caso di inadempienza da parte dei gestori dei locali e’ prevista la chiusura per 30 giorni’’.


IL MESSAGGERO

Droga e alcol, gli italiani cominciano a 10 anni

Cannabis per rilassarsi, cocaina per dimagrire

ROMA - In casa, in discoteca o per strada. Sono questi i luoghi in cui i ragazzi italiani consumano alcol e droghe. Un approccio che avviene precocemente, anche prima delle scuole medie. Il quadro allarmante sul rapporto tra i giovani e la droga proviene da un’indagine svolta in 272 classi - tutte superiori tranne una terza media romana - dal Modavi (Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiano) nell’ambito del progetto «Informare giocando», finanziato dal ministero della Solidarietà sociale. Dall’indagine risulta che la droga preferita resta la cannabis, ma tra nelle fasce di gradimento di chi utilizza altre sostanze rientrano anche gli allucinogeni, utilizzati soprattutto dagli uomini, e la cocaina, che spesso le donne usano come "anti-fame", per dimagrire.

Lo studio. Lo studio del Modavi ha coinvolto 4.569 alunni delle province di Roma, Latina, Foggia, Rieti, Ascoli Piceno, Perugia, Siena, Milano, Torino e Biella nel periodo dicembre 2006-maggio 2007, utilizzando, accanto al classico questionario, l’originale strumento dei giochi di ruolo. I ragazzi, con l’aiuto di uno psicologo e di un operatore, dovevano simulare situazioni critiche, come quella di un giovane che si droga in discoteca, poi si sente male e viene portato in ospedale. Il tutto in modo informale e con un linguaggio giovanile, stimolando gli studenti ad analizzare e riflettere. Con il questionario, poi, si è cercato di conoscere le motivazioni e le conoscenze degli adolescenti riguardo all’uso di alcol e sostanze stupefacenti e di tracciare un rapporto tra il loro consumo, l’appartenenza geografica e la tipologia delle relazioni familiari.

I dati. Ed ecco i dati: il 32% afferma di assumere alcol «per provare il piacere dell’ebbrezza» a partire dai 10 anni e il 61% di questi dichiara di non conoscerne le conseguenze sulla salute. Il 32% ha fumato almeno una volta cannabinoidi a partire dagli 11 anni, e di questi il 16% ne fa un uso giornaliero, il 29% una volta alla settimana e il 55% una volta al mese. Il 7% ha usato altre sostanze stupefacenti a partire dai 10 anni, il 46% continua a farne uso e di questi il 15% giornalmente. Tra le altre droghe, la preferita è il popper (20%), una sostanza inalabile a base di gas; seguono a parità di merito (17%) cocaina e allucinogeni come l’Lsd.

Le motivazioni. Per quanto riguarda invece le motivazioni, il 77% ha dichiarato di aver cominciato a consumare droga spinto dalla curiosità, il 13% perché era ubriaco e agiva senza rendersene conto. Il 74% del campione analizzato non conosce i danni arrecati alla salute dalle droghe, che molti di loro vedono piuttosto come sostanze terapeutiche (la cannabis per rilassarsi, l’eroina per non sentire dolore, etc.).

La famiglia. L’86,7% di ragazzi con un nucleo familiare composto da entrambi i genitori dichiara di non usare droghe. Dalla ricerca emerge anche che chi percepisce di avere un rapporto «autorevole» con i genitori (cioè li considera punto di riferimento e ritiene di potersi rivolgere a loro se ha dei problemi) ha meno familiarità con alcol e droga e afferma di conoscere i danni che provocano. Al contrario, chi ha rapporti conflittuali, amichevoli o percepisce un’assenza di rapporto ha una maggiore propensione al consumo. Sul totale di chi ha dichiarato di avere rapporti «complici» con i genitori, la percentuale massima (20%) ha spiegato che la motivazione per cui hanno fumato cannabis è che lo facevano i genitori. Infine, la distribuzione territoriale vede una netta prevalenza del consumo al Nord e al Centro, e una maggiore consapevolezza sui danni alla salute tra gli studenti del Centro.


IL GIORNALE

Alcol al volante: più palloncini e meno pubblicità

di Redazione - mercoledì 01 agosto 2007

Anche in Lombardia e a Milano è alto il tributo di vite e di sangue che si paga ai guidatori ubriachi. Di là delle impennate nei weekend, è uno stillicidio di morti e feriti che le cronache registrano suscitando – è il caso degli ultimi giorni – allarme e sgomento comprensibili. Che fare? L’esperienza milanese dimostra che il «regolamento etico» dettato per le discoteche, e che avrebbe dovuto scoraggiare fra i giovani l’uso di alcol e pasticche, non funziona, così come non vanno avanti i corsi per gli automobilisti; i dati nazionali dimostrerebbero che non funzionano nemmeno gli spot antialcol.

Milano, tuttavia, è una delle città dove più intensi sono i controlli sugli automobilisti. L’anno scorso sono state ritirate, per guida in stato d’ebbrezza, 3.474 patenti su una media nazionale di 17.696. Poiché non è pensabile che il 20% degli automobilisti ubriachi si concentri a Milano, è più logico ritenere che nella nostra città si effettuino molti più controlli che in altre aree del Paese. I vigili ne fanno almeno venti ogni sera e 50 nei weekend e tuttavia questo sforzo non basta. Così come non basta l’azione svolta dagli altri corpi di polizia. I creativi della «pubblicità sociale» sono molto bravi, i messaggi che impegnano personalità delle istituzioni intelligenti, ma nel nostro pessimismo pragmatico crediamo di più ai controlli sulla strada e in prossimità delle discoteche. Ora, per fortuna, cambierà qualcosa: il Comune al sabato sera premierà chi supera l’esame etilometro con un pass per l’ingresso gratuito nelle discoteche.

In fatto di sicurezza Milano, pur con le ristrettezze imposte da un governo sordo, ha contribuito a tracciare strade e schemi nuovi. Potrebbe fare lo stesso nella prevenzione degli incidenti causati dall’alcol. Con uno sforzo, s’intende, perché qui di facile non c’è mai nulla.


LA PROVINCIA DI LECCO

«Feste e gare per i bevitori Altro che aiuto per i giovani»

Dura presa di posizione del consigliere di maggioranza di Olginate Caracciolo «Incredibile vedere omaggi per la terza consumazione e altre iniziative simili»

Olginate «È stupefacente vedere come a Olginate e in altri paesi vicini si proponga da parte di alcuni locali l’omaggio della terza consumazione gratis, come si celebri la “birra” inventando in suo onore addirittura una festa, come si inventino gare per decretare il miglior bevitore. Mi chiedo se certe iniziative commerciali non rasentino un reato, l’istigazione all’ubriachezza». A lanciare la denuncia è Silvia Caracciolo, consigliere comunale nelle fila di maggioranza, che soprattutto lavora da anni come assistente sociale e per questo, ogni giorno, è alle prese con situazioni di disagio e con minori in difficoltà. Il suo è un grido d’allarme su un problema che ultimamente colpisce soprattutto i più giovani, vittime di una cultura dello sballo e di messaggi contraddittori. «Il problema del consumo e dell’abuso di alcol riguarda tutta la popolazione, ma mette maggiormente a rischio i minorenni in quanto spesso non sono ancora in grado di metabolizzare adeguatamente l’alcol. Nel 2006 in Italia il 18,6% dei ragazzi fra gli 11 e i 15 anni ha dichiarato di aver consumato bevande alcoliche in contesti di socializzazione, dov’è favorita la diffusione del fenomeno nonostante abbiano un’età inferiore a quella prevista dalla legge per la somministrazione di alcolici. Tra i ragazzi di 16-17 anni emerge un quadro più critico: uno su due ha consumato alcolici nell’anno; il 7,8% di questi li consuma tutti i giorni». Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti: «Inutile descrivere i danni alla salute, la percentuale di incidenti stradali correlati all’abuso, perché queste cose sono note. Mi piacerebbe invece porre l’attenzione sulle responsabilità di tutta la società alla promozione di tali comportamenti a rischio. Opero nel sociale, conosco molti ragazzi in difficoltà e nel tempo mi sono convinta che la nostra battaglia è troppo solitaria. Non puoi combattere alcuni stili di vita distruttivi se la società continua a promuoverli. La cultura del disimpegno, dello sballo, del “tutto e subito” è mutuata dal mondo degli adulti. I ragazzi sono il risultato di una società ipocrita che li condanna per i loro comportamenti ma li usa per i loro scopi commerciali». Il consigliere aggiunge: «Non stupiamoci quando leggiamo di vandalismi, non inventiamoci fenomeni come il bullismo per difenderci dal senso di colpa». Cosa fare quindi per aiutare i ragazzi: «Posso dire che il nostro comune è molto attento, ha promosso degli incontri coi genitori per parlare di dipendenze, in collaborazione con l’Asfat, ed esiste sensibilità rispetto a questo argomento. Abbiamo un centro di aggregazione che funziona e si lavorerà per renderlo migliore. Non basta però lavorare coi genitori che in realtà spesso devono contrastare la cultura mutuata dai mass-media e la carenza di Servizi a supporto della genitorialità».

Barbara Bernasconi


LA PROVINCIA DI LECCO

La risposta Pro Loco e «Birracuda» giudicano la loro festa

«Famiglie coinvolte, nessun incidente né problemi»

Olginate (b. ber.) «Un’iniziativa che è stata capace di attirare e far divertire ragazzi di tutte le età, ma anche le famiglie. Tutto è andato per il meglio e non ci sono stati problemi, a tal punto che numerosi partecipanti ci hanno chiesto di continuare a proporre la manifestazione». Così Vittorio Panebianco, presidente della Pro loco, commenta la buona riuscita della «Festa della birra», la manifestazione organizzata insieme all’associazione «Birracuda», che per due settimane ha animato le serate estive olginatesi. Nella discussione sollevata dal consigliere Silvia Caracciolo sui rischi delle iniziative in cui si promuove il consumo di alcolici, è giusto dar voce anche a chi le organizza. Infatti il presidente difende la manifestazione: «È’ stata una bella occasione di aggregazione per giovani e non, anche per le famiglie con bambini. Si è appena conclusa la quarta edizione della “Festa della birra” ed è stato un successo. Tutto è andato al meglio. Per questo ringraziamo l’amministrazione comunale, gli sponsor e Forze dell’ordine che con discrezione hanno vigilato sulla manifestazione. Infatti, non si sono verificanti incidenti né problemi». Nino Busselli, esponente della Pro Loco e dell’associazione «Birracuda», aggiunge: «Le persone che in queste due settimane hanno partecipato hanno potuto gustare la birra e le specialità della cucina, ma non solo. Abbiamo organizzato per l’occasione tante iniziative: come il torneo di calcio intitolato alla memoria di Giuseppe Sasso, quello di basket e il raduno di auto tunning. C’erano i giochi gonfiabili per i bambini. Persone di tutte le età si sono divertiti con la serata cubana e lo spettacolo dei fuochi d’artificio. Ma ci siamo impegnati anche quest’anno nella beneficenza: parte del ricavato sarà devoluto all’associazione “Pupi” che sostiene i bambini argentini in difficoltà».


LA REPUBBLICA

Roma

GIOVANI: ACI-CENSIS, 7 SU 100 HANNO GUIDATO UBRIACHI

Il 7 per cento dei giovani ammette di aver guidato ubriaco. Corrono, guidano indisciplinati e, soprattutto i giovani, si ubriacano. Gli under 24 risultano i piu’ indisciplinati. E’ la fotografia, non rassicurante, che emerge dall’ultimo rapporto Aci-Censis sui vizi degli italiani al volante e che dimostra come sia necessario mettere in atto tutte le scelte che permettano ai giovani, ma non solo a loro, di comprendere il proprio ruolo alla guida di un veicolo. "Gli strumenti ci sono, devono solo essere utilizzati - dichiara l’Aci (Automobil club d’Italia) - secondo cui e’ indispensabile una prevenzione basata su una visibile presenza delle forze dell’ordine sulle strade, unitamente a una maggiore attenzione alla formazione di una sana cultura della guida e una repressione costante dei comportamenti pericolosi". Il Rapporto Aci-Censis, basato su 4.000 interviste, evidenzia come gli under 24 ammettano uno stile di guida aggressivo ed indisciplinato (il 40,6 per cento dichiara di superare i limiti di velocita’), non usino regolarmente le cinture di sicurezza (36,7) e siano i piu’ propensi a guidare sotto l’effetto dell’alcol (7,3), motivo che porta l’Aci ad insistere sul concetto del "guidatore designato" - colui che sceglie di rimanere sobrio per riportare gli amici a casa - che deve essere vissuto come una nuovo modello positivo dai ragazzi. Gli automobilisti residenti in comuni di piccole dimensioni, infine, sono piu’ propensi alla guida in stato di ebbrezza: 3,3 per cento delle risposte contro una media di 1,4.


IL GIORNALE

Esci sobrio dalla discoteca? Entri gratis il sabato dopo

Mercoledì 01 agosto 2007

L’anno scorso sono state ritirate in città oltre 3mila e quattrocento patenti ad automobilisti trovati al volante con troppo alcol in corpo. I vigili ogni sera effettuano almeno venti test, che salgono a cinquanta durante il weekend. Ma non basta. «Quella con i gestori - spiega il sindaco Moratti - è una collaborazione fondamentale perché dobbiamo intensificare i controlli sia all’ingresso che all’uscita dei locali, e grazie alla disponibilità di tanti volontari sensibilizzeremo i ragazzi sui rischi che corrono per loro stessi e per gli altri quando si mettono alla guida in stato di ebbrezza».

La prima parte dell’esperimento durerà un mese, ma Letizia Moratti ha già anticipato che «sulla base dei risultati che raccoglieremo durante tutto agosto vogliamo proseguire e intensificare l’operazione nel mese di settembre». L’abuso di alcol, ribadisce anche il vicesindaco Riccardo De Corato, «è oggi un serio problema su cui occorre intervenire al più presto con una normativa più severa».

Lotta ad alcol, ma anche a pasticche e cocaina che circola in dosi massicce nelle discoteche. Nei giorni scorsi Carla De Albertis, assessore alla Salute del Comune, ha anticipato infatti che a breve partirà un’operazione per aumentare i controlli - anche con cani antidroga - in alcuni locali della città.

Chiara Campo


LA SICILIA

A Scordia 20 band per dire no all’alcol

Conclusa la 12ª edizione del moda expò mediterranea 

Oggi, alle 11, al Centro direzionale Nuovaluce, sarà presentata «La festa della musica». Si tratta di una tre giorni di musica, dal 3 al 5 agosto, in piazza San Rocco a Scordia, organizzata dal Comune, col patrocinio dell’assessorato provinciale al Turismo.

Nell’ambito della rassegna musicale cui parteciperanno 20 band, costituitesi a Scordia, dagli Anni 60 a oggi, sarà detto chiaramente no all’uso dell’alcol, ritenuta forma devastante di distruzione di energie e capacità creative che miete vittime soprattutto tra i giovani. La manifestazione «Arts against alcohol» sarà ospitata nel centro storico di Scordia. Nel corso delle tre giornate di musica saranno premiati rappresentanti delle associazioni e singoli cittadini per l’impegno profuso in diversi ambiti, dall’arte al sociale.


LA SICILIA

Cefalù 

Vietata la vendita di alcol dalle 2 alle 8 del mattino 

A Sciacca nuove regole per gli orari di apertura e di chiusura dei pubblici esercizi, per gli spettacoli di intrattenimento organizzati all’interno degli stessi locali e per il volume degli impianti di amplificazione. È quanto contenuto nelle ordinanze emesse dal sindaco Mario Turturici e in vigore da oggi in città. Le ordinanze fanno seguito alla conferenza di servizi con tutte le forze dell’ordine convocata dal sindaco la scorsa settimana. Il provvedimento è stato elaborato con l’assessore alle Politiche dell’Artigianato e del Commercio Giuseppe Caruana e l’Assessore alla Polizia Municipale e alle Politiche Sociali Mariella Campo. Per ragioni di ordine pubblico, di pubblica sicurezza, di utilità e di interesse pubblico sono state riviste disposizioni di precedenti ordinanze e rideterminato l’orario minimo e massimo dei pubblici esercizi «tenuto conto delle esigenze dei consumatori e delle varie categorie operanti nel settore».

Nel periodo estivo l’orario di apertura può arrivare fino alle 3 di notte, mentre è vietata la vendita di bevande alcoliche da asporto in contenitori di vetro. Tra le finalità principali quello di rispondere alle pressanti richieste delle famiglie per una «vita notturna» di sano e sicuro divertimento dei giovani. In un’altra ordinanza si disciplina le attività rumorose nei cantieri, attività artigianali e nei pubblici esercizi per lo svolgimento di piccoli intrattenimenti musicali. Il provvedimento «ordina con effetto immediato che tutte le manifestazioni temporanee rumorose in luogo pubblico o aperto al pubblico siano provviste di autorizzazione in deroga ai limiti di normativa come previsto dalla legge, al rispetto degli orari e dei valori» così come riportati nell’ordinanza.

Dalle 17 alle 22 si può arrivare a 80 decibel, mentre dalle 22 alle 2 il volume dovrà essere ridotto a 70 decibel. Fuori dal centro abitato quest’ultimo limite è consentito fino alle 3. Per i concerti musicali si può arrivare a 95 decibel. Lo scopo è quello di tutelare la salute e la quiete pubblica.

Giuseppe Recca


ITALIA SERA

Indagine su 4.500 giovani

Droghe e alcol è allarme nelle scuole

Molta ignoranza e disinformazione

di Giovanni Paradiso

Il 32% dei giovani ha assunto alcol per provare il piacere dell’ebbrezza a partire dai 10 anni, il 61% dichiara di non conoscere i danni arrecati dall’uso di alcol. Ed ancora, il 32% ha fumato almeno una volta cannabinoidi a partire dagli 11 anni e di questi il 16% ne fa un uso giornaliero. Sono alcuni dei dati contenuti nel rapporto “Informare giocando” sull’uso e la prevenzione delle sostanze stupefacenti tra i giovani, presentati ieri al Caffè Universal di via delle Coppelle. Lo studio, curato dal Modavi Onlus e patrocinato dal Ministero della Solidarietà Sociale, è stato condotto su un campione di 4.500 giovani e giovanissimi italiani di 45 scuole su tutto il territorio nazionale: Roma, Rieti e Latina le città interessate nel Lazio. I risultati della ricerca portano alla luce che il 77% degli intervistati ha fatto uso di droghe spinto dalla curiosità, il 13% perché ubriaco e che il 74% dei ragazzi coinvolti nella ricerca, ha poca informazione circa i danni provocati da sostanze stupefacenti. Tra le droghe, oltre alla diffusione dei cannabinoidi, al primo posto si colloca l’assunzione di popper (20%), poi cocaina (17%), Lsd (17%), eroina (12%), ecstasy (13%), ed il 5% degli intervistati ha dichiarato di aver sniffato colla. “Il 74% dei ragazzi non conosce i danni provocati dalla droga - afferma il presidente nazionale Modavi, Marco Scurria - il 61% ignora quelli causati dall’alcol. Sono dati che preoccupano ed impressionano. Credo che ci sia bisogno di campagne informative, magari partendo, come abbiamo fatto, dal gioco. L’età media dei ragazzi che si drogano si e’ abbassata ancora e ritengo fondamentale partire con la prevenzione già dalle elementari”. Testimonial del progetto “Informare giovando” il comico Maurizio Battista.


IL GAZZETTINO (Treviso)

«Lo Stato utilizzi l’esercito per prevenire le stragi sulle strade»

(S.Mas.) Hanno domandato che i giovani militari dell’Esercito siano utilizzati, prima che nelle missioni all’estero, per sconfiggere quella che ormai è diventata una emergenza, o meglio, una piaga sociale: le stragi sulle strade. In aggiunta, TrevisoViva e i genitori dell’Associazione familiari e vittime della strada hanno chiesto al Prefetto (a riceverli, ieri mattina, c’era la vice dottoressa Rosanna Bonadies) di essere invitati al Comitato permanente per la sicurezza stradale che periodicamente si riunisce per studiare le strategie d’azione e prevenzione contro gli incidenti. E infine, hanno invitato la Prefettura a sponsorizzare nei comuni le serate di simulazione dei crash test, dei narcotest e degli etilometri gratuiti ai giovani: una prima sperimentazione è già stata fatta un mese fa a Montebelluna, e verrà replicata nei prossimi giorni a S. Biagio e in altri territori dell’hinterland trevigiano. "La dottoressa Bonadies ci ha assicurato che la Prefettura si impegnerà in merito e che chiederà lei stessa a Capocelli di sentire anche la voce di chi ha perso un figlio in un incidente mortale. Una donna sensibilissima al problema, perchè mamma anche lei: ci ha ricevuti ed ascoltati con rispetto, e di questo la ringraziamo". E se la prima prevenzione è fatta di pattuglie e controlli, Mirella Tuzzato non ha dubbi: "I cittadini pagano le tasse prima di tutto per una tutela di sè, poi all’estero: chi meglio dei giovanissimi militari dell’Esercito può affiancarsi alle pattuglie già presenti in strada per costruire una rete che dissuada i ragazzi dal guidare ubriachi e prevenga gli incidenti?".


IL GAZZETTINO (Treviso)

Ieri sono stati ricevuti dal prefetto i fondatori dell’Associazione Familiari e vittime della strada e la presidente di TrevisoViva 

«Condannati all’ergastolo del dolore» 

I genitori dei ragazzi uccisi: «Vogliamo essere presenti al Comitato permanente per la sicurezza »

Si chiamano Paola, Ottone, Marta, Ferdinando. Sono i papà e le mamme di ragazzi meno che ventenni, in molti casi ancora bambini, travolti ed uccisi sulla strada da auto impazzite. E ad anni di distanza dalla tragedia, possono dire solo "per noi c’è l’ergastolo del dolore". Mentre la loro pena non finirà mai, vedendo ogni giorno la stanza occupata dai loro figli morti o la sedia vuota attorno al tavolo all’ora di cena, la condanna degli assassini è di quelle da lasciare impietriti: in nessun caso arriva ai 12 mesi, anche qualora si sia trattato di "pirati della strada". Ma se nemmeno il tempo lenisce quel dolore, resta la forza di lottare perchè quelle tragedie non si ripetano più. Per questo Paola, Ottone, Marta, Ferdinando sono tra i fondatori dell’Associazione Familiari e vittime della strada, presenti in piazza dei Signori ieri mattina assieme alla presidente di TrevisoViva Mirella Tuzzato per essere ricevuti dal prefetto. Davanti a loro, uno striscione con i volti di tutti i loro figli morti: hanno 17 anni, 21, 12, 19, 31, 15, 28. Marta e Ottone Milanese, residenti a Cona, sono i genitori di Alessandro, che nell’estate del 1997 usciva a piedi da una festa in discoteca per prendere il bus che l’avrebbe riaccompagnato a casa. Ma un’auto impazzita, a 200 all’ora, l’ha travolto frontalmente e l’ha lasciato agonizzante sull’asfalto. Nell’urto l’autista ha perso la targa anteriore e i carabinieri sono riusciti a risalire a lui, circa 3 ore dopo l’incidente. Per Alessandro non c’era più nulla da fare. L’investitore, un giovane albergatore di Ponte di Piave, se l’è cavata con un "mi dispiace non mi ero accorto". "Al processo non s’è nemmeno presentato - raccontano Ottone e Marta -. Aveva già tre precedenti penali specifici, ed era scappato dopo aver ucciso mio figlio; ma ha sfruttato il patteggiamento: alla fine gli hanno dato 11 mesi con la condizionale, e noi da 10 anni combattiamo col tribunale". Andrea Bortolotto aveva invece 12 anni soltanto, e il 7 settembre 2003 andava in bicicletta a pochi metri da casa, a Campigo di Castelfranco. E’ stato travolto da un’auto ed è morto sul colpo. La sua mamma, Paola, è la portavoce trevigiana dell’associazione Familiari e vittime della strada: "Chiediamo di esserci anche noi ai tavoli in Prefettura, ai coordinamenti di forze per combattere le tragedie sulla strada. E’ come se ci fosse venuta addosso una montagna, e il tempo non lenisce il dolore". Il 14 giugno 2003 è una data che Ferdinando Laverda non può ancora dimenticare: "Mia figlia Maria era in motorino nella sua corsia, un’auto in senso opposto le ha tagliato la strada. Il corpo dopo l’urto è volato a 45 metri di distanza. Volete sapere a quanto è stato condannato l’omicida? A nemmeno un anno di pena e alla sospensione per 3 mesi della patente". "Siamo qua anche perchè sia fatta una legge più severa - aggiunge Ferdinando -. E lo chiediamo ai politici della Regione, perchè si affrettino a varare le norme antialcol. Chi non l’ha provato non capisce il dolore di non vedere più il proprio figlio in casa: non auguro a nessuno una sofferenza così grande". Con loro, a sostenere un appello finora inascoltato, c’è anche Mirella Tuzzato, presidentessa di TrevisoViva: "E’ ora di finirla con le pagliacciate: chiediamo rispetto e giustizia per questi genitori che hanno perso l’affetto più grande. Da tempo dicevamo che luglio e agosto sarebbero stati mesi infernali sulle strade per il problema dei guidatori ubriachi. E per questi giovani non è stato fatto nulla, anzi, si chiede di alzare i limiti di velocità. Smettiamola con le tavole rotonde, ma andiamo invece a parlare con questi ragazzi che si mettono al volante pensando che gli incidenti siano medaglie da esibire. In questi giorni ho parlato con la mamma di un 19enne appena morto in strada: mi ha raccontato che suo figlio diceva sempre ’meglio un giorno da leone’. Gli hanno fatto il funerale ieri pomeriggio". Nessuno meglio di questi genitori, secondo la Tuzzato, può parlare ad altri papà e mamme e soprattutto a giovani come i figli che hanno perduto per sempre: "Nei prossimi giorni li accompagneremo nelle piazze perchè l’auto o la moto non siano vissute come un trofeo ma come una bomba pronta ad esplodere se viene usata nel modo sbagliato".

Serena Masetto


IL GAZZETTINO

Mostra di vignette anti alcol apre oggi la Festa di Melere 

Trichiana

(Mab) Questa sera alle 19, prende il via la 34 edizione della "Festa di Melere", un inizio diverso dal solito con l’inaugurazione della mostra delle vignette di Nicola Canal dal titolo "Una vignetta per riflettere". Si tratta di una mostra che come ha spiegato il presidente della Pro Loco Gianni Segat, vuole richiamare l’attenzione al problema dell’alcol diffuso nella società di oggi, soprattutto fra i giovani, ed è insolito che questo lo si faccia ad una sagra come Melere, alla quale partecipano tanti giovani, ma l’intento della Pro Loco è anche questo.

Come è noto durante i quindici giorni di festa protagonisti saranno qualche centinaio di volontari, che dedicano qualche ora di tempo libero alle serate. Questa sera il programma prosegue con i "Vasco al Massimo", piatto del giorno polenta e capriolo. Domani alle 20,30 la "Festa dei Omi", musica con i "Somos Latinos", piatto del giorno polenta e schiz e pasticcio di patate. Venerdì alle 20,30, serata danzante con l’orchestra "Canta Italia Show", piatto del giorno frittura di pesce. Sabato alle 20,30, serata latino americana con il gruppo Mojito Band, alle 22 musica con Dj Dallo "Stanza 101", piatto del giorno polenta e cinghiale e casunziei alle rape rosse (tortellini delle Dolomiti).


IL GAZZETTINO

In Cadore i Carabinieri fermano quattro ragazzi: tre "allegri", ma il guidatore in perfetto stato

I giovani con l’etilometro in auto per evitare incidenti e multe

Cortina

(R.G.) E ora i ragazzi viaggiano con l’etilometro tascabile in auto. Una soddisfatta e gratificante sorpresa, questa, che è stata fatta lo scorso weekend dal capitano dei carabinieri di Cortina Filippo Vanni.

L’episodio è avvenuto nel corso di un’operazione di sicurezza stradale, tra Cortina e S. Vito, da parte del nucleo radiomobili Cortina. Numerose auto sono state fermate per consentire agli uomini dell’Arma di effettuare dei controlli, con l’uso dell’etilometro, sul grado di sobrietà degli autisti.

Tra le vetture coinvolte nell’iniziativa quella con a bordo quattro giovani cortinesi di ritorno da una festa. Alla richiesta di sottoporti all’esame i quattro hanno sfoderato tutta la loro saggezza. Spiegando al capitano e ai colleghi che il test, utilizzando la specifica strumentazione tascabile acquistata in farmacia, lo avevano fatto da soli prima di mettersi alla guida. L’esito è stato il seguente: l’autista entro i limiti previsti, i tre amici leggermente "allegri". Volontariamente uno di loro si era offerto di bere meno per poter essere all’altezza di sostenere il viaggio di ritorno. Ma per tagliare la testa al toro essi hanno comunque voluto fare il test.

Inevitabili da parte del capitano Vanni, che comunque ha rifatto l’esame per avere la certezza dei risultati, i complimenti ai giovani per la loro apprezzabile "testa sulle spalle".

Meno lodevoli invece le azioni di altre quattro persone che nelle stesse serate sono state trovate con un’alta concentrazione di alcol nel sangue: rispetto al massimo consentito di 0,5 essi registravano un tasso variabile tra l’1,80 e il 3. A due cadorini e a due bolzanini sono state immediatamente ritirate le patenti di guida.


CORDIS

Studio evidenzia correlazione tra consumo di alcol e rischio di cancro all’intestino

Secondo una nuova ricerca realizzata dallo Studio prospettico europeo sul cancro (European Prospective Investigation of Cancer - EPIC), i cui risultati sono stati pubblicati sull’«International Journal of Cancer», bere un abbondante bicchiere di vino o di birra al giorno aumenta del 10% il rischio di sviluppare il cancro all’intestino.

EPIC, uno studio a lungo termine condotto su oltre mezzo milione di persone in dieci paesi europei, è volto a fornire informazioni dettagliate sulla correlazione tra alimentazione e cancro. Nell’ambito dello studio attuale, 480 000 persone sono state interrogate sul loro consumo abituale di alcol e seguite per sei anni.

In questo arco di tempo, 1 883 persone hanno sviluppato il cancro al colon. Dalla ricerca è emerso che chi consumava 15 grammi di alcol al giorno, che equivalgono a mezzo litro di birra o a un grosso bicchiere (250 ml) di vino, correva il 10% di rischio in più di sviluppare un cancro all’intestino.

Per chi consumava più di 30 grammi di alcol, il rischio di contrarre il cancro all’intestino aumentava del 25%.

«La ricerca dimostra chiaramente che maggiore è il consumo di alcol, maggiore è il rischio di sviluppare il cancro all’intestino», ha dichiarato il professor Tim Key, epidemiologo presso il Cancer Research britannico. «L’aumento del rischio non è elevato, ma è importante che le persone capiscano che possono ridurre il rischio di contrarre diversi tipi di cancro, compreso quello all’intestino, diminuendo il consumo di alcol.»

La dottoressa Lesley Walker, responsabile dell’informazione sul cancro presso il Cancer Research britannico, ha fatto presente che non si deve ritenere che un boccale di birra o un bicchiere di vino corrispondano a un’unità di alcol. «Regna una grande confusione sui livelli di sicurezza per il consumo di alcol», ha spiegato. «Questa situazione è in parte dovuta al sempre maggiore tasso alcolico di alcuni tipi di vini e birre e al fatto che molti locali offrono grandi bicchieri di vino che in realtà corrispondono a un terzo di bottiglia.»

Lo studio pubblicato all’inizio dell’anno dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha rivelato che, nel 2006, nell’UE25 sono stati diagnosticati 297 200 casi di tumore colorettale, che di conseguenza è la terza forma di cancro più comunemente diagnosticata dopo il cancro al seno e il cancro alla prostata. Nello stesso anno, questa patologia ha causato la morte di 139 400 persone.

Un precedente studio condotto dal progetto EPIC ha evidenziato la correlazione tra un elevato consumo di fibre, pesce e latticini e un rischio minore di contrarre il cancro. Tuttavia, sembra che un elevato consumo di carni rosse o trasformate aumenti il rischio di sviluppare sia il cancro all’intestino che allo stomaco.


CORRIERE ADRIATICO

Dopo le aggressioni

Il Pronto soccorso chiede aiuto

JESI - Tutela dell’integrità fisica degli operatori del Pronto soccorso, specialmente negli orari notturni, quando è maggiore il rischio di aggressione. Lo chiedono in una nota gli operatori dell’unità di primo soccorso dell’ospedale cittadino, appoggiati dalle organizzazioni sindacali di categoria, a pochi giorni dall’ennesima aggressione ai danni del personale sanitario da parte di un paziente in stato di ebbrezza. L’uomo, un tunisino trentaquattrenne, era arrivato in ospedale in preda ai fumi dell’alcool, accompagnato dagli uomini del 118. Al pronto soccorso aveva iniziato a dare in escandescenze, mettendo a soqquadro la sala di visita e aggredendo un infermiere. Durante il tentativo da parte dei sanitari di sedarlo, l’uomo, con un calcio, aveva procurato una frattura al polso destro di uno degli infermieri, che ha riportato una prognosi di 40 giorni.

Ora il personale del pronto soccorso di Jesi sottolineano la totale mancanza di “presidi specifici per la tutela della sicurezza e dell’incolumità degli operatori”. Una necessità, rilevano i dipendenti del pronto soccorso, “che non deriva solo dall’ultimo episodio, ma anche dalle continue molestie e non solo da parte di ubriachi, esagitati e altro”. Il fatto, in effetti fa seguito ad altri episodi. Casi simili si erano verificati a fine 2006, ancor prima, il 21 giugno 2006, con conseguenze analoghe. Anche in quell’occasione, medici e infermieri avevano lanciato un appello affinché le istituzioni preposte si mobilitassero cercando una soluzione. “Ci auguriamo – dicono gli operatori sanitari – che il problema non venga risolto come nell’episodio del dicembre 2006, cioè applicando un cartello di Posto di Polizia appeso nondimeno in un altro edificio. Attualmente ci occorre sicurezza e tranquillità, si deve operare in un ambiente già stressante sia per la tipologia del paziente, sia sia per le procedure di emergenza da adottare, che non tollerano disattenzioni derivanti da elementi di disturbo esterno”. Gli operatori del Pronto soccorso avevano già evidenziato “carenza cronica di personale, e se quello esistente – avevano detto - deve prendere giorni per guarire dalle conseguenze di aggressioni subite da ubriachi molesti che vengono qui a smaltire la sbornia e perdono il controllo, siamo davvero al limite”.

MASSIMILIANO GIORGI


IL MATTINO

MIRABELLA. PAURA IN AUTOSTRADA 

Autista ubriaco causa incidente di Tir

Tir adibiti al trasporto dei pomodori entrano in collisione sull’autostrada A16 Napoli-Bari. Uno dei camionisti era visibilmente ubriaco. Il sinistro si è verificato durante la scorsa notte nei pressi dell’area di servizio di Mirabella Eclano, in direzione Napoli. A causare l’incidente un sorpasso azzardato di un autoarticolato carico di "oro rosso". Una corsa contro il tempo tra camionisti, a cui spesso si assiste sulle arterie irpine nonostante gli assidui controlli delle forze dell’ordine. Il conducente lanciato in corsia di sorpasso tuttavia non è riuscito a chiudere la traiettoria tamponando violentemente l’altro mezzo. Tanti i danni. Nessun ferito grave, solo leggere contusioni. Sul posto è subito intervenuta una pattuglia della Polizia Stradale di Grottaminarda per i rilievi. Uno dei conducenti mostrava un evidente stato di ebbrezza. Sottoposto al test dell’etilometro l’uomo, A. E., 55enne, residente nel napoletano, risultava positivo con valori di gran lunga superiori al consentito. In applicazione del codice della strada gli è stata ritirata la patente. Gli agenti della Polstrada guidati dal vicequestore Salzano in questo fine settimana hanno ritirato dieci patenti e sette carte di cirolcazione. Intanto nel beneventano sono stati trovati sempre dalla Polizia Stradale due giovani arianesi, in forza presso un istituto di vigilanza, alla guida dell’auto in stato di ebbrezza. Ritornavano da locali notturni. Al conducente è stata ritirata la patente. ma.la.


Giovedì, 02 Agosto 2007

stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK