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Rassegna stampa Alcol e Guida del 25 giugno 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

L’ARENA DI VERONA

Su 18 automobilisti fermati venerdì sera sul lago, 12 erano ubriachi. In molti casi si tratta di ventenni che neanche stavano in piedi

Sempre più donne brille al volante

I controlli della polizia stradale dimostrano che le ragazze bevono più degli uomini

Ritirata la patente anche a un padre che doveva andare a riprendere il figlio a una festa da amici

 di Alessandra Vaccari

Le ragazzine bevono. Stanno quasi superando i maschi per quantità di alcol ingurgitato nel fine settimana. E questo squallido primato non le fa desistere dal mettersi poi alla guida della propria automobile.

Lo testimoniano i dati della polizia stradale di Verona, Legnago e Bardolino, che venerdì notte con quattro pattuglie coadiuvati da alcuni dipendenti della Motorizzazione civile si sono messi a fare controlli sul lago di Garda. E su 18 auto controllate a 12 automobilisti è stata ritirata la patente per guida in stato d’ebrezza. Non soltanto. La sorpresa degli stessi poliziotti di pattuglia e dei tecnici della Motorizzazione è stata tanta quando hanno iniziato a constatare che le ragazze al volante erano spesso ubriache fradice, ma tanto da non stare neanche in piedi, tanto che se qualcuno avesse voluto approfittare della situazione non avrebbe avuto problemi.

A lanciare l’allarme era stato anche il dottor Giovanni Serpelloni, responsabile dell’osservatorio per le dipendenze della Regione Veneto. Anche i medici dell’ufficio patenti avevano sottolineato che sempre più donne si presentavano a fare gli esami dopo il ritiro della patente per guida in stato d’ebrezza.

Oltre ai 12 denunciati per guida in stato d’ebbrezza c’è stato un altro passeggero che ha minacciato di morte uno dei poliziotti in pattuglia.

L’auto, con alla guida una ragazza è stata fermata. Lei era ubriaca in maniera evidente, ma è stata sottoposta all’alcol test che l’ha confermato. Così la polizia ha disposto il sequestro dell’auto. A quel punto il fidanzato della ragazza (un cittadino peruviano) ha minacciato di morte il poliziotto.

In un altro caso a essere fermato è stato un padre che stava andando a recuperare il figlio a una festa. E anche lui è stato trovato ubriaco.

A breve alla polizia stradale arriveranno le nuove strumentazioni acquistate dalla Provincia. Si tratta dell’alcoblow, una macchinetta che è già in uso alla polizia municipale e che permette di «scremare» i soggetti. Quelli che risultano positivi vengono poi sottoposti all’alcoltest che, come esame è più lungo e complicato.

Venerdì sera i controlli sono stati soprattutto sul lago di Garda. Soprattutto in zona Affi e Calmasino. La polizia sapeva che ad Affi si sarebbe tenuta la festa della birra e per questo hanno scelto quella zona per i controlli. I «pattuglioni» proseguiranno anche nei prossimi weekend, a scacchiera per avere facilità di spostamento da una zona all’altra del territorio come accaduto anche l’altra notte con un paio di incidenti, l’uno a San Gregorio di Veronella e un altro a Domegliara, per fortuna in entrambi i casi senza gravi conseguenze.


BRESCIA OGGI

Tragico incidente a Pontoglio. Il conducente denunciato per guida in stato di ebbrezza, anche per droga, e omicidio colposo

Al volante ubriaco, muore l’amico

La vittima è Danny Vailati, di Romano di Lombardia. Aveva solo 19 anni

I tre ragazzi rientravano dopo una festa

 di Wilma Petenzi

Un ragazzo di 19 anni morto, una ragazza di vent’anni ferita e un terzo ragazzo, il 25enne che era alla guida dell’auto, ferito pure lui, benchè non in maniera seria, ma quel che è più grave denunciato per guida in stato di ebbrezza e sotto effetto di sostanza stupefacente e per omicidio colposo.

È il bilancio dell’ennesimo incidente stradale mortale verificatosi all’alba di ieri a Pontoglio in via Cividate, su un lungo tratto rettilineo. Un bilancio gravissimo per la morte del giovane bergamasco, reso ancor più grave dal fatto che l’amico a cui la vittima aveva affidato la propria esistenza non era nelle condizioni psicofisiche idonee per mettersi alla guida di un’auto. Danny Vailati, 19enne di Romano di Lombardia, è morto ieri mattina a Pontoglio, mentre l’auto su cui viaggiava con i due amici si ribaltava in un campo.

A stabilire che il conducente dell’auto non era perfettamente lucido la scorsa notte sono stati i medici dell’ospedale di Chiari, subito dopo il ricovero per il drammatico incidente. Gli accertamenti diagnostici hanno appurato che il 25enne aveva esagerato con l’alcol: il tasso di alcol nel sangue era di 1, il doppio rispetto al limite consentito per legge. Nel sangue i medici hanno trovato anche traccia di sostanza stupefacente. Una condizione che ha fatto scattare una denuncia nei confronti del giovane: gli agenti della polizia stradale di Chiari lo hanno denunciato a piede libero per guida in stato di ebbrezza e sotto influenza di sostanza stupefacenti. Automatica, invece, la denuncia per omicidio colposo.

Il drammatico incidente si è verificato ieri mattina molto presto, qualche minuto dopo le 5.30. I tre ragazzi stavano rientrando a casa: erano stati fuori per festeggiare il compleanno di un’amica e poi avevano fatto l’alba in una discoteca di Carobbio degli Angeli. Prima di rientrare a Cortenuova e poi a Romano, si sono fermati in un bar di Pontoglio a fare colazione.

Erano a bordo di una Fiat Stylo rosso fiammante. Alla guida, come detto, un 25enne di Romano di Lombardia (E.B le iniziali). A fianco del 25enne viaggiava la ragazza, C.C. di 20 anni, di Cortenuova. Sul sedile posteriore c’era Danny Vailati. La Stylo stava percorrendo via Cividate, la via che porta in terra bergamasca e di colpo, senza un apparente motivo su un lungo tratto rettilineo, a poco meno di 500 metri dal bar dove avevano fatto colazione, il conducente ha perso il controllo dell’auto. Sulle cause dell’uscita di strada stanno ancora lavorando gli agenti della polizia stradale di Chiari.

In pieno tratto rettilineo il conducente ha sbandato all’altezza del numero civico 29. Dopo aver abbattuto la recinzione di un’abitazione l’auto si è ribaltata più volte, finendo in un campo sottostante. Vailati è rimasto schiacciato dalla vettura stessa, durante una delle carambole. Nell’urto avrebbe subito una frattura alle vertebre cervicali. Quando sono arrivati i soccorritori, inviati dalla centrale operativa del 118, per il giovane 19enne non c’era più niente da fare. Il conducente e la ragazza sono usciti da soli dall’abitacolo, disperati perchè Danny non ce l’ha fatta. I due ragazzi sono stati portati all’ospedale di Chiari, ieri in tarda mattinata sono stati dimessi.

La salma di Danny Vailati è stata composta al cimitero di Pontoglio a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il padre Roberto e il fratello maggiore Christian hanno effettuato ieri il riconoscimento. Qualche istante prima dello schianto il padre aveva chiamato il figlio sul cellulare: «Sto rientrando» sono state le ultime parole di Danny. Poi alle 6 di mattina sul cellulare c’era la segreteria, i familiari hanno continuato a chiamare e l’ansia a crescere, immaginando il peggio, finchè un’amica del figlio li ha avvisati di un incidente a Pontoglio. Al loro arrivo la drammatica verità.


BRESCIA OGGI

L’APPELLO

«Subito norme severe su alcol e discoteche»

 I giovani morti sulle strade nell’ultimo sabato sera (ben 7 in tutta Italia) secondo Carmelo Lentino, portavoce nazionale della campagna sulla sicurezza stradale e contro le stragi del sabato sera «BastaUnAttimo», dimostrano come «non si possa più solo parlare, ma occorre urgentemente agire: occorre una più rapida approvazione del disegno di legge riguardante la sicurezza stradale che in queste settimane è in discussione alla Camera de Deputati». E l’onorevole Riccardo Pedrizzi, responsabile nazionale di An per le politiche della famiglia, fa notare che «di fronte alla carneficina dei nostri ragazzi che si verifica da troppi anni sulle strade ogni fine settimana, uno Stato che voglia dirsi civile e che abbia a cuore la tutela della vita e della salute pubblica non può seguitare a girarsi dall’altra parte». Secondo Pedrizzi bisogna fissare regole e paletti sull’orario di chiusura delle discoteche, sulla vendita degli alcolici, come avviene in occasione delle partite di calcio, sull’orario di entrata per i minorenni e di cessazione della musica, sull’intensità della stessa e delle luci psichedeliche che, attraverso gli effetti particolari che producono, abbassano la soglia di attenzione e favoriscono il consumo di sostanze stupefacenti».


LETTERA APERTA

Egr. Signor Deputato Giacomo Bezzi

leggo dall’Adige di oggi l’articolo relativo alle Sue proposte, il cui senso sembra essere sintetizzato dalla Sua affermazione:

«Inasprire le pene va bene, se sono educative, ma queste sono repressioni fasciste»

Visto che lei dice di dover rispondere ai suoi elettori, eccone uno, profondamente insoddisfatto e culturalmente perplesso per la confusione che le sue affermazioni generano.

Mi piace dunque porle alcune domande:

  • quando per Lei le pene da educative diventano repressive?
  • perchè in questo contesto utilizza il termine ’fascista’; che senso ha?
  • quale valore attribuisce ad una persona morta perchè travolta da qualcuno che guidava con alcol o altre sostanze in corpo?
  • perchè utilizza, come termine apparentemente di giustificazione, il fatto che anche lei talvolta guida ed usa il cellulare?
  • significa anche che guida anche dopo aver consumato alcol?
  • non le sembra che, nella sua posizione di Deputato della Repubblica, anzichè tenere in elevata considerazione il punto di vista e le lamentele di chi infrange il codice della strada e ne subisce le previste e conosciute conseguenze (dato che nessuno lo ha costretto ad infrangere la legge), Lei dovrebbe tenere in maggior considerazione la tutela della sicurezza e della salute di tutti e spendersi di conseguenza?

A me consta che le pene, previste da una legge dello Stato per punire un reato, sono il modo accettato per dissuadere i cittadini dal commetterlo ed in quanto tali esse sono dunque educative, perchè questa è la modalità con cui lo Stato ci tutela, dissuadendoci dal mettere in atto comportamenti lesivi della sicurezza individuale e collettiva. E’ chiaro che in generale ci comportiamo meno peggio solo per paura della pena (e la paura è tanto maggiore quanto più aspra è la pena) e che sarebbe bello se, invece, crescesse il senso di corresponsabilità civile, cioè la capacità di valutare le nostre azioni anche dalla prospettiva degli altri.

Forse però, lasciando da parte i ’pessimismi cosmici’ di chi dice che tanto non cambia nulla, esiste una via di uscita che a me sembra articolabile in almeno due atteggiamenti generali.

Il primo è che ognuno di noi cominci a non mettere in atto comportamenti pericolosi per sè, la propria famiglia e gli altri (e l’uso di alcol e di sostanze illegali è un comportamento pericoloso e/o dannoso) e che, nel momento in cui incorre nelle sanzioni previste per averlo fatto, non cerchi di giustificarsi, ma riconosca la propria responsabilità e non difenda l’indifendibile (da un punto di vista morale) (e questo vale per me come per Lei). 

Il secondo è che chi assunto un ruolo di tutela e promozione del bene comune (e questo vale per Lei in quanto Deputato) sia maggiormente consapevole che in questo ruolo l’interesse della collettività e di chi è in posizione di debolezza dovrebbe avere la precedenza sugli interessi dei singoli o di eventuali lobbies economiche.

Questo è quanto propongo a me stesso ed anche a Lei e che, sia io che Lei, siamo liberi di fare, se crediamo nel valore propositivo ed educativo delle nostre azioni.

Claudio Zorzi

(invio questo mio punto di vista anche al Redattore della ’Rassegna Stampa su Alcol ed Altro’ Alessandro Sbarbada)


LETTERA APERTA 2

ALL’ON. GIACOMO BEZZI

AL GIORNALE L’ADIGE con preghiera di pubblicazione.

L’altro giorno, dopo aver letto l’articolo dell’Adige sulle contestazioni di Giacomo Bezzi alle nuove proposte di aumentare le sanzioni per chi guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, per chi supera i limiti di velocità e per chi usa il telefonino durante la guida, tutti comportamenti, a dire dell’autore dell’articolo, che, come provato dalle numerose e purtroppo spesso tragiche statistiche, sono le cause principali degli incidenti stradali, mi è nato il desiderio di calarmi nella realtà locale e di immaginarmi in uno scompartimento di un treno mentre alcuni trentini commentavano l’articolo in questione.

  Dobbiamo ringraziarlo, - sentivo che diceva un passeggero - anche se non ha ottenuto nulla con i suoi emendamenti, ma almeno ci ha provato.

A me piace farmi qualche bicchiere di vino, di quello buono s’intende, e non capisco il motivo per cui da un po’ di tempo in qua, tutti si accaniscono contro noi bevitori moderati e non vorrebbero più farci neanche guidare. Ma che male facciamo? Io non bevo molto, qualche bicchiere qua e là con gli amici, e poi me ne torno a casa tranquillo. Qualche volta mi capita di bere qualche cosa in più, ma cosa vuoi che sia! Guido ancora meglio, mi sento più sicuro e sento che la macchina risponde bene alle mie sollecitazioni. Sono ancora più attento ed anche se vado un po’ più veloce, con l’alcol in corpo, sento di avere riflessi migliori. Mi sento anche tranquillo perché io giro generalmente di giorno ed incontro raramente le pattuglie delle Forze dell’Ordine e poi se anche mi fermano, difficilmente hanno l’etilometro, ad eccezione di quella volta che…..

Ma sì, - lo interrompe l’altro – neanche nelle feste campestri ci vogliono più far bere la birra. Pensa che l’altra domenica mi sono imbattuto in una festa campestre analcolica! Roba da matti! Non avevano neanche la birra! Ma che festa campestre è se non si può bere e divertirsi! E’ proprio vero che il mondo si sta ribaltando! Non nevica più, i ghiacciai si sciolgono, scarseggia l’acqua e poi non ci lasciano neanche più bere la birra: almeno noi risparmiamo l’acqua!

Bisognerebbe avere più politici come Giacomo Bezzi.- riprende il primo interlocutore - Lo sai che motto aveva per la propaganda elettorale? “Una politica più vicina alla realtà locale e alla gente.” E la realtà locale ci dice che la gente trentina, la nostra gente, si mette alla guida dopo aver bevuto alcolici, usa il telefonino mentre guida, supera i limiti di velocità, e sempre più spesso fa uso di sostanze stupefacenti. E’ inutile nascondersi dietro un dito. La realtà è questa e quindi Bezzi fa bene a chiedere delle leggi che proteggano le tradizioni e la cultura della nostra gente!

A questo punto non potevo più starmene zitto:

Scusate se vi interrompo ma lo sapete che il consumo di alcol provoca in Italia circa 30/40.000 morti all’anno e che è la prima causa di morte tra i giovani uomini europei? E che procura molti disagi relazionali, sociali, malattie…?

Sì, sì - risponde uno dei due – ma questo, come dice lei, succede in Italia ed in Europa, mica qui da noi!

E allora sapete che qui da noi ci sono circa 170 Club degli Alcolisti in trattamento segno che i problemi alcolcorrelati esistono veramente anche in Trentino? E che frequentano i Club sono solo una minima parte delle famiglie in difficoltà?

Certo che conosco i Club – riprende l’altro – ci va anche il Toni, ma lui sì che aveva problemi! E poi lui non lo portava bene come me!

E conosce altre persone vicine a lei che hanno dei problemi in famiglia a causa dell’alcol? ” - ribatto io.

Sicuro! C’è mio fratello, ma con una moglie fastidiosa che continua a brontolargli, chi non berrebbe? Poi c’è un mio vicino di casa, ma lui poverino è solo, non ha niente, e si consola bevendo, ma non fa male a nessuno! E poi c’è…

Anche la moglie del Pero – sbotta l’altra persona – beve parecchio, ma lei non sa cosa fare in tutto il giorno! Non le manca niente:ha una bella casa, dei bravi figli, soldi, la serva! Forse beve per noia!

E il ragioniere perché beve? - si intromette un altro – forse perché….

Allora vedete – interrompo io – che anche la nostra gente ha problemi con l’alcol, ed allora non sarebbe meglio proporre una diminuzione del consumo e lavorare in quella direzione, come suggerisce l’O.M.S. con il suo motto – alcol, meno è meglio – che non chiedere la riduzione delle sanzioni, come ha fatto l’on. Giacomo Bezzi?

Forse sì - ammettono i miei interlocutori – ma vede, lui è un onorevole trentino, è dei nostri ed abbiamo fiducia in quello che dice! Chi conosce l’O.M.S.?

Scusate se vi chiedo un’ultima cosa: ma come mai oggi viaggiate in treno?”- termino io.

Perché mi hanno ritirato la patente per guida in stato di ebbrezza” – rispondono tutti e due insieme i miei interlocutori. ”

Onorevole Giacomo Bezzi, anche se questo colloquio è immaginario, rispecchia molto la realtà dei nostri paesi.

Vuole chiarire qualcosa ai suoi sostenitori prima che finiscano nella schiera dei 30/40.000 morti all’anno per colpa dell’alcol e lei rimanga senza elettori?

Guido Dellagiacoma guidode@cr-surfing.net


IL TIRRENO

San Gimignano

Città del Vino nasce club di parlamentari

SIENA. Sono già 50 i parlamentari di tutti gli schieramenti politici che hanno aderito alla costituenda “Associazione dei parlamentari amici delle Città del Vino”, promossa dal deputato senese Franco Ceccuzzi. A darne notizia lo stesso Ceccuzzi in occasione della convention di primavera, in programma in questi giorni a San Gimignano, dove sono riuniti oltre 300 sindaci dei 550 comuni aderenti a Città del Vino. La nascente associazione di parlamentari vuol contribuire a stringere i rapporti tra Città del Vino e le istituzioni, per valorizzare le tipicità e le identità locali dei territori. In quest’ottica, e per chiudere idealmente l’anno del ventennale dell’associazione, è stato chiesto un incontro con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In vista dell’incontro Città del Vino sta preparando un manifesto in difesa della vitivinicoltura di qualita, per illustrare al presidente Napolitano idee, dubbi e timori sul futuro delle aree rurali. Il turismo del vino, è stato ricordato, conta in Italia 4 milioni di visitatori l’anno per un giro d’affari di 2,5 miliardi di euro, rappresentando un volano di sviluppo per tanti piccoli territori e imprese. (*)

 

(*) Nota: a questi 50 parlamentari, e anche a tutti gli altri, sarebbe bene ricordare sempre che il vino, bevanda responsabile in Italia di circa il 60 % dei problemi alcolcorrelati, per il nostro paese è un costo.

Vale a dire che il giro d’affari legato alla produzione e al commercio del vino non copre le spese socio sanitarie sostenute a seguito de i problemi vino correlati.

Per non parlare della sofferenza umana.


IL GAZZETTINO (Padova) del 24 giugno 2007

ESTE. LA PROPOSTA AVANZATA DAI PARTITI DI CENTRO DESTRA 

Alcolici vietati dopo l’una di notte

Este

Vietare la somministrazione di alcolici in tutti i bar di Este dall’una di notte alle sei del mattino. È quando chiedono i partiti del centro destra con una mozione che verrà proposta martedì al consiglio comunale. «Per molti giovani - premette la leghista Paola Goisis - l’eccesso di alcool non è più un fatto occasionale ma un’abitudine (quattro ragazzi su dieci consumano in modo pesante alcol da una a tre volta alla settimana) e questo incide pesantemente sulle stragi del sabato sera che ormai raggiungono numeri da guerra: in un anno 5426 morti sulle strade e 300 mila feriti in 225 mila incidenti, con il 30\% delle vittime compreso fra i 15 e i 29 anni. Come amministratori non possiamo rimanere inerti». Una proposta analoga è in discussione anche a Monselice, dove, osserva la Goisis, «abbiamo registrato reazioni scandalose degli esercenti, preoccupati più per il loro portafoglio che per la vita dei ragazzi».

«Il testo della nostra mozione - fa presente Piergiorgio Cortelazzo di An - ricalca il progetto di legge regionale che ha passato all’unanimità l’esame in commissione e si rifà alla legge 125/01 che vieta la vendita di alcolici in autogrill dalle 22. Non pretendiamo con questa mozione di risolvere tutti i problemi e siamo ben consapevoli che bottiglie di superalcolici si possono acquistare in qualsiasi negozio e consumare a notte fonda; però di fronte a tante tragedie è necessario che ognuno faccia la sua parte, noi come amministratori e poi gli altri, a cominciare magari dai genitori. Non ci interessa a questo punto perdere i voti di giovani ed esercenti

«Sulla vita e sulla salute non ci sono interessi economici che tengano», aggiunge Maurizio Lucca dell’Udc. «Al fenomeno dell’abuso dell’alcool - conclude Stefano Bernardoni di Fi- si lega poi quello del degrado che non è solo morale dei giovani, ma anche igienico della città: chiediamo non solo lo stop alla vendita, ma anche servizi frequenti di vigilanza per rendere efficace il divieto».

Riccardo Piva


IL MATTINO

La polizia avverte: velocità e alcol le cause principali

Roma. Incidenti stradali: dalla polizia i dati di un drammatico fenomeno che sembra inarrestabile. E così si scopre che nel 14 per cento dei casi è la velocità a costituire la causa principale o rappresenta comunque la concausa che ne aggrava le conseguenze. Inoltre, il 75% degli incidenti avviene in città, dove peraltro si concentrano il 44% dei morti e oltre il 70% dei feriti. «Il pericolo - rileva in particolare il vicequestore Rossanna Ferranti - non è legato esclusivamente al superamento dei limiti, ma anche al tenere una velocità non adeguata alle condizioni della strada, quando traffico, pioggia o nebbia impongono invece un’andatura molto al di sotto dei limiti massimi stabiliti». Nel 2006 la polizia stradale ha accertato 1.018.027 violazioni per il superamento dei limiti di velocità (+11,5% rispetto al 2005) e 63.881 per velocità pericolosa, che viene contestata quando il conducente, pur rispettando i limiti, tiene una velocità non adeguata rispetto alle condizioni della strada, di traffico, meterologiche. E che, al di là delle stragi del sabato sera, la maggioranza degli incidenti avvenga in città lo testimonia anche l’ultima vittima registratasi vicino a un luna park a Borgosesia che ha coinvolto una coppia di nonni che accompagnava il nipotino di tre anni alle giostre: mentre attraversavano la strada, sulle strisce pedonali, è arrivata un’auto a forte velocità che li ha investiti. La donna, Maria Pia Taverna di 51 anni, è morta dopo essere stata ricoverata in ospedale, il marito e il nipote hanno riportato invece ferite guaribili in 30 e 15 giorni. Il guidatore, un ventenne di Quarona (Vercelli), si era fermato dopo l’incidente e ha contribuito ai soccorsi. E tra le vittime va registrato nel Reggiano anche un ciclista travolto da un’auto guidata da un pirata della strada. Si tratta di Antonio Barchi, 73 anni, residente a Reggio Emilia, investito nella mattinata tra Casina e la frazione San Querciola di Viano. I soccorritori lo hanno trovato sull’asfalto già morto per un grave trauma cranico. I carabinieri stanno ora indagando e vagliando alcune testimonianze, tra cui quella di un uomo che era alla guida di un trattore e che avrebbe visto l’impatto tra l’anziano ciclista e una Punto, poi sparita.


IL GAZZETTINO (Treviso)

Il 40\% dei multati durante il terzo ...

Il 40\% dei multati durante il terzo pattuglione estivo della polizia locale di venerdì notte, è neopatentato. Un dato allarmante, soprattutto se si considera che le contravvenzioni sono state elevate per eccesso di velocità, anche se non tale da causare il ritiro della patente. Ma i rilevamenti dei vigili trevigiani parlano chiaro: c’è stato anche chi, nemmeno 20enne, andava a 90 all’ora su un limite di 50. E non erano pochi i casi alla soglia del ritiro del documento di guida appena conseguito. C’è stato poi anche chi correva tranquillamente senza patente, senza patentino e senza assicurazione. Si tratta di un giovane brasiliano, 22enne, in sella al suo ciclomotore: per lui una multa salatissima, 516 euro, oltre all’aggiuntiva in caso di accertata assenza di altri documenti.

Che i controlli dei vigili facessero paura a tanti, è sicuro. A temere più degli altri la prova dell’etilometro, venerdì notte, è stato un trevigiano di mezza età. Che, alla vista della strumentazione degli agenti per rilevare l’alcolemia, si è messo a piangere. Ha confessato ai vigili di aver cenato, con il "contorno" di un bicchiere di vino, alle 21, e di aver avuto paura di un esito positivo all’etilometro. Ma erano le 2 di notte e ormai l’alcool era assorbito, eccome. Infatti il risultato è stato di 0.10 g/l. In tutto gli agenti hanno elevato 26 contravvenzioni per eccesso di velocità, senza però ritirare nessuna patente nemmeno per guida in stato di ebbrezza. Anche all’esterno di due locali notturni, rumori e schiamazzi erano "regolari". in totale i punti decurtati sono stati 70, la gran parte dei quali appunto a neopatentati la cui sanzione raddoppia. I controlli sono stati eseguiti in via del Mozzato, in via Sant’Antonino, in viale Felissent e in viale IV Novembre fino alle 4 della notte.

Serena Masetto


IL QUOTIDIANO

"Alcool: costume e patologia", se ne parla a Fermo

Fermo | Sempre più preoccupanti i dati sull’abuso di alcool tra i giovani e tra gli automobilisti, ben 21 le patenti ritirate nel Fermano solo nell’ultimo weekend; Fermo organizza un dibattito con esperti del settore al Centro San Martino

In progressivo aumento chi fa abuso di alcool soprattutto fra i giovani. Un allarme che fa riflettere, e che emerge sempre più evidente anche nel Fermano, specie nei controlli del weekend, che vedono un numero sempre crescente di patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza e casi di giovanissimi in preda ai fumi dell’alcool. Solo lo scorso sabato, ben 21 le patenti ritirate dopo i controlli della Polizia all’etilometro. Numeri che portano il dato complessivo da inizio anno a ben 125 persone risultate oltre i limiti di legge. 

Recenti studi dell’Unione europea hanno dato un quadro particolarmente preoccupante, registrando come l’alcool sia causa di morte per il 25% delle persone sotto i 30 anni, dell’incidenza pericolosa del bere sulle prestazioni lavorative e dei danni gravissimi alla salute. Il comune di Fermo ha scelto di affrontare la scottante tematica con un incontro-dibattito, voluto dal sindaco Saturnino Di Ruscio e dal dottor Mario Vitali. Parola d’ordine, sensibilizzare su di un argomento così attuale, promuovere l’incontro tra operatori che a diverso titolo vengono a contatto con il problema e, in particolare, divulgare l’informazione sulla prima esperienza italiana riguardante la sindrome feto-alcolica, ad oggi la principale causa conosciuta di ritardo mentale che, però, risulta essere interamente prevenibile intervenendo in tempo.

Si parlerà di qesti argomenti martedì 26 giugno a partire dalle ore 17,30, presso il centro congressi S.Martino nell’incontro-dibattito "L’alcool: costume e patologia", al quale prenderanno parte, in qualità di relatori, Mario Vitali, medico, dell’Università degli Studi "La Sapienza" di Roma, che introdurrà l’argomento, il Prof. Mauro Ceccanti, Titolare di Semeiotica Medica alla Sapienza di Roma, che presenterà i suoi più recenti studi sul tema dell’alcol come patologia strettamente interconnessa con il costume e la cultura ambientale e sociale di un territorio. Ci sarà inoltre il Prof. P.W. Koodituwakku, neuropsicologo, della University of New Mexico che, eccezionalmente presente in Italia, porterà il suo contributo di ricercatore internazionale al tema in discussione. Coordinerà i lavori Daniela Alessandrini, Dirigente dei servizi Sociali del Comune di Fermo.


IL GAZZETTINO (Vicenza)

ARRESTO 

Ubriaco, prima scappa e poi ferisce un agente della Polstrada

Bassano

(B.C.) Venerdì, alle 21.30, in via Brocchi, una pattuglia della Polizia stradale di Bassano ha notato una Lancia "Y" non rispettare la luce rossa del semaforo collocato all’intersezione con via Mure Bastion e tirare dritto verso piazzale Cadorna. L’unità si è posta all’inseguimento, segnalando all’utilitaria di fermarsi. Il guidatore è stato di tutt’altro avviso: è schizzato aldilà del ponte Nuovo, ha raggiunto la Ss. Trinità e ha imboccato via S. Giorgio; da Villa Serena in poi lo sconosciuto ha compiuto una serie di manovre da brivido, anche contromano, e solo per buona sorte non è avvenuta una disgrazia. I tutori dell’ordine l’hanno alla fine bloccato alle porte di Valrovina.

L’uomo è andato subito in escandescenze e quando uno dei agenti gli ha aperto la portiera ha finto di scendere e invece l’ha richiusa violentemente, intrappolandogli una mano. L’altro poliziotto è riuscito ad ammanettarlo e l’ha portato a Ca’ Baroncello. Qui l’individuo è stato identificato per G.A.M., 49 anni, di Bassano, già noto alle forze dell’ordine. Era evidentemente ubriaco, ma si è rifiutato di sottoporsi al test alcolimetrico. È stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e condotto al S. Pio X di Vicenza. Non gli è stata ritirata la patente perchè... gli era già stata tolta dalla Polizia un mese fa. Auto sequestrata.

L’agente ferito è stato medicato al pronto soccorso (7 giorni di prognosi).


L’ARENA DI VERONA

Ha aggredito la pattuglia di Verona Sud

Camionista «bevuto» arrestato per lesioni

 Camionista slovacco ubriaco arrestato dalla polstrada di Verona Sud. L’altra notte una pattuglia è intervenuta nell’area Monte Baldo nord su chiamata di un camionista che aveva sentito dei botti contro il suo camion. Svegliatosi era sceso dalla cabina e s’era trovato davanti un collega sbronzo che se l’è presa anche con lui.

Il camionista ha quindi chiamato il 113 e nell’area di sosta è arrivata una pattuglia. Ma il camionista, che viene descritto come un energumeno s’è scagliato contro i poliziotti ferendone tre. Ad avere la peggio il primo intervenuto che s’è preso un pugno in pieno volto. Alla fine il camionista è stato arrestato per lesioni e resistenza e stamattina, dopo aver passato un paio di notti in cella a Montorio comparirà davanti al giudice per il processo per direttissima. (a.v.)


IL GAZZETTINO

Per la prima volta a Venezia i carabinieri hanno usato l’etilometro in laguna: fermato un giovane al timone in stato di ebbrezza 

Alcol test anche per chi guida la barca 

Venezia

NOSTRA REDAZIONE

Stava percorrendo un canale della laguna in modo poco lineare e pericoloso. Questo continuo percorso a zig zag ha attirato immediatamente l’attenzione di un motoscafo dei carabinieri che si è rapidamente avvicinato alla piccola imbarcazione per prestare la necessaria assistenza. Pochi istanti dopo, però, i militari si sono accorti che alla guida del mezzo c’era un veneziano ubriaco. Si tratta di un giovane di 23 anni, che è stato fermato alle 15 circa di sabato di fronte alle Fondamente Nuove. Con ogni probabilità è da ritenere che il giovane, durante il pranzo, abbia bevuto un po’ più del solito. (*)

Per la prima volta così i carabinieri del Nucleo natanti, che da tempo effettuano questo genere di controlli nelle zone più trafficate e caotiche di Venezia, si sono trovati a dover fare una segnalazione alle autorità di un conducente di barca che aveva alzato un po’ troppo il gomito, tanto che all’esame con l’etilometro il giovane veneziano aveva un tasso alcolico superiore di tre volte a quello consentito dalla legge. Una situazione del tutta analoga a quanto avviene sulle strade della terraferma dove ogni settimana diversi automobilisti vengono bloccati in stato di ubriachezza

Quello accaduto l’altro giorno in un rio tra Cannaregio e Castello, però, è solamente l’aspetto più curioso di una vasta attività di controllo effettuata tra sabato e domenica tra Venezia e la laguna dai militari dell’Arma nel quadro di una iniziativa, denominata «Estate sicura», predisposta dal comandante provinciale colonnello Alberto Mosca.

Controlli sono avvenuti tra Murano e l’Aeroporto Marco Polo di Tessera, dove il limite di velocità viene sempre infranto dai taxi e anche da barche private, di fronte al Lido e in bacino San Marco, alle Fondamente Nuove e alla Giudecca.

Il bilancio degli accertamenti ha portato alla denuncia a piede libero di 25 persone, tra diportisti e conducenti di taxi acquei, per violazione delle norme riguardanti il moto ondoso.

Ma la "battaglia" dei carabinieri non si è limitata ai soli limiti di velocità (che da troppo tempo vengono regolarmente superati dai tassisti che si recano all’aeroporto Marco Polo con qualche immancabile incidente), ma ha riguardato anche gli aspetti della sicurezza della navigazione. Alla fine, così, sono state elevate una cinquantina di contravvenzioni per il mancato rispetto delle indicazioni riguardanti, ad esempio, le dotazioni di sicurezza a bordo. È stata fermata anche una barca, con otto persone a bordo, che stava uscendo in mare con il serbatoio del motore praticamente vuoto.

I carabinieri del Nucleo natanti di Venezia, un gruppo coordinato dal capitano Mario Marino e composto da personale specializzato vista la particolarità della laguna veneziana, evidenziano che ogni anno sono decine le richieste di soccorso dovute in gran parte all’imprudenza o alla superficialità con cui si affronta il mare. Con ogni probabilità anche nei prossimi fine settimana il comando provinciale di Venezia realizzerà altri controlli analoghi.

L’obiettivo di queste verifiche, fanno sapere al comando di San Zaccaria, è soprattutto quello di cercare di arginare per quanto possibile l’aumento costante del moto ondoso, ma è del tutto evidente che l’altro aspetto della vicenda è quello che riguarda proprio la sicurezza delle persone che viaggiano in laguna. Molte infrazioni possono provocare anche incidenti gravi e non è escluso che davanti ad alcuni comportamenti irregolari ci sia poi il rischio concreto di finire direttamente dentro le acque della laguna.

 

(*) Nota: non ci sono notizie in realtà su quanto sia “il solito”.


L’ADIGE

Notte alcolica, tre arresti per violenza

Un tunisino e due lagarini

In preda ai fumi dell’alcol

Hanno smaltito la sbornia al fresco di una cella e stamattina dovranno aspettare il giudizio del magistrato per l’eventuale scarcerazione: è finita male per due ventenni lagarini ed un tunisino la notte di bisboccia cominciata in compagnia di qualche sorso di troppo di birra e superalcolici. (*) In preda agli effetti dell’alcol i tre, arrestati in due diversi momenti della nottata fra sabato e domenica, hanno infatti reagito con violenza all’intervento congiunto di polizia e carabinieri. Il primo episodio è accaduto alle dieci di sera ed ha visto per protagonista un giovane tunisino; visibilmente alterato, quando ha incrociato la pattuglia della polizia ha perso il controllo ed ha cominciato ad inveire contro gli uomini in divisa reagendo anche fisicamente. La situazione si è fatta sempre più tesa e quando è intervenuta anche la gazzella dei carabinieri, chiamati a supporto dell’operazione, alle forze dell’ordine non è rimasto che portare l’uomo in cella, arrestato con l’accusa di violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Simile la dinamica e del tutto analoghe le «cause» per il piccolo tafferuglio verificatosi sempre in centro città qualche ora più tardi: erano quasi le tre del mattino quando i carabinieri hanno arrestato due ventenni della Vallagarina. A spasso per Rovereto, i due mostravano chiaramente i segni di una sbornia in pieno svolgimento e alla vista dei militi hanno ingaggiato un vivace battibecco che li ha portati in caserma in stato di arresto con l’accusa di resistenza e violenza a pubblico ufficiale. La movimentata notte di lavoro per le forze dell’ordine non è purtroppo un caso isolato nella quotidiana azione di monitoraggio della vita cittadina, soprattutto nelle ore notturne del fine settimana: sono infatti più numerosi di quanto venga reso noto i giovani che, nel bel mezzo di una nottata di svago, all’incontro con i tutori dell’ordine reagiscono in modo brusco e violento. Complice l’annebbiamento dei sensi indotto dall’alcol e quel senso di onnipotenza che porta a cancellare ogni remora, i giovani finiscono in questo modo in guai giudiziari che rischiano di macchiare per sempre la fedina penale: un arresto è un arresto, e una bravata compiuta magari per impressionare gli amici arriva a costare decisamente caro. Oltre alla notte in cella (e se l’episodio accade di sabato le notti diventano due), resta indelebile l’esperienza della comparsa davanti al magistrato con tutto il seguito burocratico-legale che mette in allarme amici e congiunti. E tutto per colpa di una sbornia mal gestita. (**)

 (*) Nota: sicuri che vino no?

(**) Nota: come dire che il problema non è la sbornia, ma la sua “mala gestione”.


IL GAZZETTINO (Udine)

Il Comune di Bertiolo ha insignito della cittadinanza onoraria suor Maria Luisa Pregno 

Il grazie alla madre Teresa friulana

(D.P.) Una Madre Teresa di Calcutta friulana. Con tutte le proporzioni del caso, alla gente di Bertiolo suor Maria Luisa Pregno ricorda la piccola e indimenticabile missionaria. E ieri il Comune le ha conferito la cittadinanza onoraria, riconoscimento assegnato per la prima volta dall’Amministrazione comunale. U

Martedì, 26 Giugno 2007
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