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Notizie brevi 19/06/2007

L’inchiesta pubblicata dal mensile "Dueruote"
Moto: incidenti mortali, il 90% in città

Le vittime sono soprattutto persone fra i 20 e i 65 anni d’età, che si muovono fra le 7 e le 9 del mattino o fra le 16 e le 18


Incidente in moto


Incidenti stradali in crescita con costi sociali inaccettabili. Sotto accusa le superpotenze delle moto e gli eccessi di molti smanettoni. Eppure la maggior parte dei sinistri avviene in città, nel classico spostamento casa-lavoro. È quanto rivela un’inchiesta pubblicata da Dueruote, il mensile della Domus che, nel numero in edicola in questi giorni, riporta commenti, analisi e proposte dei maggiori esperti italiani.

Analizza Dueruote: dove accadono gli incidenti? A fare notizia ogni lunedì sono i numeri relativi agli incidenti accaduti su strade e autostrade durante il week-end, ma le statistiche segnalate a Dueruote dagli esperti raccontano un’altra realtà. Infatti, quasi il 90 per cento dei decessi avviene in ambito urbano, per colpa di un traffico caotico, di strade in pessimo stato, di trasporti pubblici inefficienti che spingono all’utilizzo delle due ruote come obbligo e non come scelta, dei mancati controlli sui comportamenti indisciplinati e pericolosi dei guidatori delle due e delle quattro ruote. L’esame per la patente, quello basato sui quiz, non basta più, serve un’educazione stradale vera, si deve puntare sui corsi di guida per integrare la classica prova pratica.

Per intervenire servono numeri e informazioni certe su cause e modalità degli incidenti. Ma in Italia i dati sono assolutamente carenti, tanto che nelle statistiche europee quelli relativi al nostro Paese riportano sempre un asterisco perché non pervenuti, incompleti, in ritardo. Dalle statistiche disponibili, conclude Dueruote, risulta che le vittime siano soprattutto persone fra i 20 e i 65 anni d’età, che si muovono in città fra le 7 e le 9 del mattino o fra le 16 e le 18. Eccola qui la strage rimossa dalle nostre coscienze: si muore anche e soprattutto a 40 Km/h, andando al lavoro.

Ma perché tanti incidenti sulle strade cittadine e perché negli orari in cui la gente si reca al lavoro? Risposte abbastanza facili. Prendiamo Milano, negli orari indicati da Dueruote, orari in cui i mezzi privati a due e quattro ruote sono molto fitti sulla rete stradale. E prendiamo, ad esempio, un’auto al semaforo, ferma. In dieci-venti secondi davanti all’auto si portano otto-dieci moto che costituiscono un ostacolo serio al momento di ripartire. I sorpassi a destra, poi, non si contano e sono molto pericolosi: perché chi marcia e deve girare a destra non guarda subito il corrispondente retrovisore esterno. L’impatto in tal modo diventa inevitabile.

Nelle grandi città, a Milano in particolare, i lavori cosiddetti di ammodernamento, rendono difficile la circolazione dei mezzi: strade ristrette, corsie preferenziali non rispettate dalle biciclette che corrono rischi coninui. E vigili molto spesso assenti assenti, proprio nelle ore più critiche della giornata, a dirigere il traffico.

Sull’indagine di Duerote parla Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, il sodalizio degli agenti che operano sulla strada. Dice Biserni: «Dobbiamo spiegare ai mototociclisti, in particolare ai giovani, i quali hanno disponibili moto con potenze e prestazioni da gran premio, 180 cavalli e 270-300 chilometri/ora, che il posto più sicuro per non morire è la pista. Perché loro hanno in mano i mezzi ma non la sicurezza della pista. Non possiamo, però, avere le potenze da gran premio senza le regole che i gran premi impongono a chi corre, regole molto severe. In pista chi non rispetta il semaforo rosso va fuori, come Massa con la Ferrari in Canada. Chi commette un’infrazione, anche se si chiama Alonso ed è campione del mondo, viene severamente punito. Insomma, se non si rispettano i segnali dei commissari di gara si va fuori. Sulla strada, con potenze similari a quelle della pista, il rischio dei motociclisti è destinato ad ampliarsi».

«In area urbana - continua Biserni - ci sono persone di una certa età che non hanno la reattività dei giovani. In un mondo che va sempre più verso conducenti più attempati, chi ha le performances del proprio mezzo meccanico deve fare i conti con chi non ha riflessi per calcolare con estrema rapidità le varie situazioni della strada. Tuttavia il 90 per cento di Dueruote si riferisce, probabilmente, alla circolazione globale di auto e moto. Perché - conclude Biserni - le strade più a rischio morte sono statali e provinciali che, con il 58 per cento dei morti, hanno un tasso più del doppio rispetto alle aree urbane».

Nestore Morosini

da Corsera.it
© asaps.it
Martedì, 19 Giugno 2007
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