da www.youngdriversinsurance.co.uk
L’ampio dibattito scaturito dalla proposta della patente ai 16enni, ci
ha indotto ad indagare come vanno le cose negli Stati Uniti, dove i
giovanissimi possono guidare. Lo facciamo con un articolo del nostro Gianfranco Cecchi, che fa
emergere numerosi e significativi elementi di riflessione. GB
Il sogno di ogni teenager è quello
di sedersi al posto di guida di una autovettura e potersi muovere liberamente
ed in maniera completamente autonoma: la patente di guida è vista come un
lasciapassare per la completa libertà. Quel piccolo pezzo di carta
plastificato, consente in un attimo di ottenere una grande indipendenza persino
dai genitori, ai quali i giovani non si vedono più costretti a chiedere di
accompagnarli nei loro spostamenti, ed una maggiore libertà psicologica
derivante dall’autonomia nei movimenti. Anche da parte di molti genitori
il conseguimento della patente di guida del figlio è vissuto con entusiasmo in
quanto li solleva dall’oneroso compito di “chauffeur”. D’altro canto, contrapposto a
quelli che sono gli aspetti positivi ed agli entusiasmi giovanili, si evidenzia
un lato ricco di problemi derivanti dall’impatto dei giovani neopatentati con
la cruda realtà della giungla della circolazione stradale. Le statistiche
americane, elaborate dall’NHTSA (National Highway Trafic Safety
Administration), una sorta di FBI della sicurezza stradale, offrono dei dati allarmanti. Il fenomeno dei teenager alla
guida è già stato oggetto di studio negli USA nella seconda metà degli anni ’90:
nel solo 1996 ben 6.319 giovani di età compresa tra i 15 ed i 20 anni sono
morti in incidenti stradali negli USA. Sebbene questa categoria di età facesse
registrare solo il 7% della popolazione complessiva dei possessori di patente
negli USA, gli stessi risultavano essere coinvolti per una percentuale doppia –
ben 14% - negli incidenti stradali con esiti mortali. Negli Stati Uniti, i sedicenni
hanno una prospettiva di incorrere in un incidente stradale di ben dieci volte
superiore rispetto ai conducenti della categoria di età 30-59 anni e di almeno
tre volte superiore rispetto ai teenager “più anziani”. Nonostante la comune convinzione
secondo la quale i giovani rappresentino la principale risorsa della nazione,
poco era stato fatto sino ad allora sulle strade per garantirne l’incolumità.
Gli incidenti stradali, infatti, erano la principale causa di morte tra i
giovani della classe di età 15-20 anni e dalle collisioni stradali derivano
tuttora circa un terzo di tutti i decessi di questa fascia di età. Nel 1996 i
teen-ager sono rimasti coinvolti in oltre due milioni di incidenti stradali,
fortunatamente senza esito mortale. Prendendo in considerazione i
chilometri annualmente percorsi, si dimostrò che la possibilità che i teenager
potessero rimanere coinvolti in incidenti stradali mortali era mediamente
superiore di tre volte rispetto a tutte le altre categorie di età. A seguito di detta indagine furono
individuati tre fattori prevalenti che determinavano in maniera rilevante le
elevate percentuali di mortalità tra i giovanissimi:
1. Inesperienza;
2. immaturità e basso senso del
pericolo;
3. una più grande esposizione al
rischio.
INESPERIENZA:
Tutti i giovani conducenti sono dei principianti con scarsissime conoscenze o
comprensione della complessa attività che comporta la conduzione di un veicolo
a motore. Come per ogni altra qualità, imparare a guidare bene comporta molta
pratica e tempo. Una buona abilità tecnica, ottime capacità di giudizio ed una
affermata esperienza, tutte queste sono le virtù necessarie per poter
propriamente prendere le giuste decisioni in ogni circostanza, che permettono
una guida sicura.
IMMATURITÀ E BASSO SENSO DEL PERICOLO: L’impulsività adolescenziale non
è altro che un comportamento naturale, che però non favorisce la sicurezza alla
guida, in quanto conduce ad una giudizio automobilistico molto scarso, tale da
sfociare nei casi più estremi in comportamenti di elevata pericolosità quali
l’elevata velocità, disattenzioni, abuso di sostanze alcoliche ed il mancato
uso delle cinture di sicurezza. Molte volte è la stessa pressione esercitata
dai coetanei (in qualità di accompagnatori) ad incoraggiare certe scelte
rischiose. La presenza di più passeggeri under 20, aumentando le possibilità di
distrazione e di incitamento a scelte avventate e comportamenti pericolosi,
incrementa il rischio di restare coinvolti in un incidente stradale sia di
giorno che di notte. Gli adolescenti solitamente tendono a sovrastimare le loro
qualità fisiche e le loro abilità di guida, sottovalutando invece i pericoli
della circolazione stradale. Numerosi scienziati ritengono che il cervello dei
teenager è certamente in continua e costante costruzione e che i lobi frontali,
dove si dice che risiedano le capacità decisionali e quelle previsionali, sono
ancora nel pieno dello sviluppo durante questi anni di critico sviluppo
ormonale.
MAGGIOR ESPOSIZIONE AL RISCHIO: Solitamente i teenager si trovano a guidare di notte
unitamente ad altri coetanei, fattori questi che incrementano il rischio di
incappare in un incidente stradale. L’inesperienza unita alla immaturità non
aiutano certo il giovane neopatentato ad affrontare e risolvere in maniera
positiva le situazioni di guida più pericolose. I conducenti giovanissimi evidenziavano
delle caratteristiche proprie, completamente diverse da quelle dei conducenti
appartenenti alle altre classi di età, ed i dati raccolti riguardanti le
modalità dei sinistri che vedevano coinvolti dei conducenti under 20 erano
particolari. Comparato con i dati relativi alle altre classi di età, a causa di errori direttamente derivati dalla
violazione delle cosiddette norme comportamentali del codice della strada, che
ineriscono quindi al loro comportamento alla guida, il numero dei teenager
responsabili dell’incidente in cui hanno perso la vita è molto elevato:
· Una
larga percentuale di sinistri mortali che hanno visto protagonisti dei teenager
ricadeva nella casistica degli incidenti autonomi. In questo tipo di incidenti
mortali, il veicolo solitamente fuoriusciva dall’ambito stradale ribaltandos,
oppure finiva per urtare un oggetto situato al margine della strada, come un
albero od un palo.
· In
generale, una bassissima percentuale di teenager indossava le cinture di
sicurezza.
· Una
elevatissima proporzione di incidenti stradali è risultato essere stata causata
dalla elevata velocità, o dalla velocità non commisurata alle condizioni della
strada.
· Moltissimi
incidenti stradali sono accaduti allorquando i passeggeri trasportati erano
anche loro dei teen-ager. Due giovani su tre deceduti a causa di un sinistro
stradale si trovavano in qualità di passeggero su di un veicolo condotto a sua
volta da un teenager.
Alla luce dei risultati ottenuti
si pensò quindi di proporre dei rimedi efficaci per controllare questi fattori
di rischio e per ridurre drasticamente i decessi a causa di incidenti stradali
tra i teenager, senza pregiudicare la loro libertà di movimento. Durante gli anni ’90 numerosi
Stati hanno adottato, ognuno con proprie particolarità, il sistema di licenza
di guida graduale (GLS).
Alcuni di questi Stati hanno approvato completamente il pacchetto di misure
previste per il sistema, che prevedeva un passaggio progressivo del
neopatentato – attraverso tre diverse e
distinte fasi – ai privilegi derivanti dalla conduzione autonoma dei veicoli a
motore. Come? Intanto, attraverso una
netta e precisa delimitazione delle fasi della giornata in cui ai neopatentati
è consentito di guidare, prescrivendo inoltre la presenza di una figura idonea
a rivestire il ruolo di “tutor” nella guida: seguendo questo protocollo operativo,
il teenager acquisisce una maggiore esperienza e responsabilità in un contesto
controllato e, quindi, meno esposto ai rischi. In questo modo si riesce a
raggiungere l’ulteriore obiettivo di consentire la guida in maniera autonoma
soltanto quando il teenager avrà raggiunto una età più matura e solamente dopo
che lo stesso avrà dimostrato in maniera costante un atteggiamento di guida
prudente e responsabile. Dunque, un percorso formativo
ottimale, che è stato però recepito in maniera diversa nei 50 stati
dell’unione.L’acquisizione della licenza di
guida in maniera graduale combina tra loro una serie di misure di provata
efficacia nel coltivare la cultura della sicurezza stradale tra i giovani.
Attualmente ben 44 Stati degli USA, oltre al Distretto della Columbia hanno
adottato un programma che prevede il superamento di tutte e tre le fasi, anche
se si riscontrano notevoli differenze tra i sistemi per quanto riguarda la
rigidità delle restrizioni e dell’applicazione delle stesse.
Il cosiddetto sistema ottimale
prevede una età minima per accedere al percorso di addestramento alla guida di
16 anni; il predetto periodo di “scuola guida” dovrebbe avere una durata non
inferiore ai 6 mesi, durante il quale i genitori – chiamati necessariamente in
causa in qualità di figure garanti e per il ruolo di modello che rivestono per
i propri figli – devono certificare un periodo di guida sotto la loro
supervisione di almeno 30-50 ore; la fase intermedia dovrebbe durare sino ai 18
anni e dovrebbe includere alcune limitazioni sia per quanto riguarda
l’interdizione alla guida in orari notturni (oltre le 21:00-22:00) sia per quel che concerne restrizioni del
numero dei passeggeri ancora teenager che possono essere trasportati.In Ontario, Canada e Nuova Zelanda
– Stati nei quali la licenza graduale di guida è effettiva – i decessi ed i
ferimenti da incidente stradale sono drasticamente diminuiti nella classe di
età tra i 15 ed i 20 anni. Nel Maryland, Stato in cui vige
una restrizione per la guida nelle ore notturne per i teenager, ed in
California, si sono registrate delle sensibili riduzioni tra i giovani sia per
quel che riguarda il computo dei sinistri stradali mortali che nella
contestazione delle sanzioni a seguito di violazioni del codice della strada. Numerose sono le ricerche che
hanno dimostrato gli effetti positivi dei programmi di licenza di guida
graduale per quanto riguarda i dati della sinistrosità dei giovani neopatentati
sia negli Stati Uniti che nelle altre nazioni che hanno adottato tali politiche
di avviamento controllato alla guida. In quegli stati degli USA che negli
ultimi dieci anni sono state adottate misure serie per l’applicazione del GLS,
i benefici della sicurezza stradale sono evidenti. La maggior parte delle
ricerche effettuate hanno evidenziato una riduzione del numero degli incidenti
stradali che varia dal 10 al 30%. Uno studio realizzato dall’Amministrazione
USA per la Sicurezza del Traffico sulle Autostrade (NHTSA) ha dimostrato come
gli Stati con delle regole rigide sono riusciti a ridurre negli ultimi dieci
anni del 18% il numero degli incidenti stradali mortali che vedono coinvolti i
conducenti di 16 anni di età, raggiungendo addirittura risultati apicali del
21% in quegli Stati che hanno adottato le
regole più radicali.Purtroppo, però, i programmi di
licenza di guida graduale non sono quella panacea che i genitori vorrebbero che
fossero. I teen ager, specialmente quelli di sesso maschile, continuano a
morire sulle strade con percentuali sempre preoccupanti e di gran lunga
superiore a quelle dei conducenti adulti. I vari pool di ricercatori (tra i
quali ci sono sempre anche alcuni educatori) ravvisano in questo contesto, in
maniera sempre maggiore, la necessità di coinvolgere le famiglie nel processo
di inserimento dei teenager al mondo del traffico stradale, riappropriandosi di
quelle prerogative (oramai quasi scomparse) di educazione e supervisione dei
propri figli. I genitori, in quanto figure primarie di riferimento per i propri
figli, dovrebbero ergersi quali modelli di corretto comportamento,
stigmatizzando i comportamenti e le abitudini di guida irregolari e pericolosi,
gettando le basi per una cultura della circolazione stradale, che trova le sue
fondamenta stabili nel rispetto reciproco tra gli utenti della strada.L’attenzione dei genitori dovrebbe
concentrarsi in maniera particolare nel periodo propedeutico all’acquisto del
veicolo a motore che i loro figli utilizzeranno per muoversi. La scelta
dell’autovettura giusta per i propri figli dovrebbe essere la risultante di un attento
percorso di ricerca e verifica e non lasciato al caso piuttosto che dettato da
condizionamenti meramente estetici.La sicurezza e l’affidabilità del
veicolo dovrebbero essere i caratteri principali e necessari da prendere in
considerazione. I genitori dovrebbero, quindi, indirizzare i propri figli alla
scelta di quelle autovetture che presentano degli accessori di sicurezza
avanzati e che hanno fatto registrare i risultati migliori nei crash-test,
evitando di cedere alle pressioni dei teenager verso i modelli sportivi con
elevate prestazioni, che , però, non presentano caratteristiche di sicurezza
tali da farne uno strumento idoneo per questa categoria di conducenti.
* Operatore della Polizia Stradale
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