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Rassegna stampa Alcol e guida del 5 giugno 2007

A cura di Alessandro Sbarabada e Roberto Argenta

IL MATTINO (CASERTA)
Aveva bevuto, e anche molto…

Aveva bevuto, e anche molto. Forse, non aveva solo bevuto. Raffaele Coscia, una vita spericolata a bordo di auto potenti, una vita disordinata condita da alcol e qualche droga, anche sabato sera si era lasciato andare ai suoi eccessi. E l’amico che era uscito con lui, che lo aveva accompagnato in un locale, aveva preferito non rientrare a casa, a Valle di Maddaloni, sulla sua Bmw. «Solo se guido io», aveva detto a Raffaele, prima di sentirsi rispondere con un rifiuto, un’alzata di spalle e una sgommata. Perché Raffaele Coscia, 31 anni, assicuratore, non era nuovo agli incidenti stradali nei quali aveva quasi sempre torto, tanto da essersi visto sospendere e ritirare la patente in varie occasioni. Per ciò che può servire, è tutta qui la ragione del tragico incidente di sabato sera, nel quale hanno perso la vita gli incolpevoli Guido Lamberti e Anna Giaquinto. Erano sulla stessa traiettoria della Bmw di Coscia quando il giovane ha saltato la corsia a velocità elevatissima (oltre i 150 chilometri orari) scontrandosi con la Dedra della coppia, che rientrava ad Aversa dopo una serata trascorsa in casa di amici, a Valle di Maddaloni. Per ciò che può servire, quella verità, e cioè molto poco perché da quello scontro non ne è uscito vivo nessuno. Una tragedia che ha sconvolto Valle di Maddaloni, paese di Raffaele Coscia ma dove anche Anna Giaquinto e Guido Lamberti erano molto conosciuti. E Caserta, città di origine della donna, figlia del primo sindaco del dopoguerra, sorella dell’avvocato Vittorio Giaquinto. E Aversa, città di Guido Lamberti, dove la coppia viveva dal giorno del matrimonio, oltre quarant’anni fa. E c’erano centinaia e centinaia di persone ai funerali, ieri pomeriggio nella chiesa di Sant’Antonio, dove Anna e Guido Lamberti si erano sposati. Un rito funebre concelebrato dal parroco, don Claudio Nutrito, e da padre Enzo Romano, parente dei Lamberti e avvocato, prima della scelta del sacerdote. Sue le commoventi parole dell’omelia, il ricordo dei due parenti-amici e l’abbraccio ai figli, Lalla, Serena e Dante, ai fratelli e sorelle di Anna e Guido. Perché, ha detto, loro sono insieme come hanno vissuto, e ancora presenti. E vivi.

r.cap.


 
ASAPS.IT

Da "Il Centauro"
L’alcolemia e le diverse modalità di riportarla

Franco Taggi*

Introduzione

Quando parliamo di alcol, senza ulteriore specificazione, intendiamo di solito riferirci all’alcol etilico (o etanolo), uno dei membri di una “famiglia” di composti chimici, cui appartiene - per la cronaca - anche il metanolo (l’etanolo, ad esempio, ha formula grezza C2H5OH, il metanolo CH3OH). Le “bevande alcoliche” sono così dette perché contengono etanolo, prodotto dalla fermentazione degli amidi e del glucosio contenuti nei cereali, nella frutta ed altro, oppure dalla distillazione di tali prodotti. Quando un soggetto assume alcolici, l’alcol viene rapidamente assorbito dallo stomaco e dall’intestino. Così assorbito, essendo eccezionalmente solubile in acqua e di basso peso molecolare, viene rapidamente distribuito in tutti i tessuti e fluidi del corpo. La gran parte dell’alcol (90-95%) viene metabolizzata per via ossidativa dal fegato. In riferimento alla sua concentrazione nel circolo sanguigno, questa raggiunge in genere il massimo livello dopo 10-20 minuti dall’avvenuta assunzione.

assai sensibile alla presenza di etanolo. Questo fatto è di estrema importanza in tutte quelle attività che richiedono, in termini di sicurezza, una costante attenzione, in particolare la conduzione di un veicolo. I nefasti effetti dell’alcol sulla sicurezza di guida sono ormai ben noti, e si è dimostrato che crescono molto rapidamente all’aumentare della quantità di alcol assunta dal conducente. La guida sotto l’influenza dell’alcol, disciplinata dall’art. 186 del codice della strada, rappresenta attualmente nel nostro paese il maggior fattore di rischio per incidente stradale grave o mortale (anche in considerazione del fatto che l’alcol interagisce con le droghe, purtroppo assai utilizzate dai giovani). Nei paesi di lingua inglese questo fenomeno viene spesso indicato con gli acronimi DUI (Driving Under the Influence) e DWI (Driving While Intoxicated).

In questa sede ci interessa esaminare in che termini venga espressa la parte di alcol che va in circolo: questa quantità, rapportata al volume di sangue considerato, viene chiamata Alcolemia. Tuttavia, al fine di procedere pianamente, non sarà inutile richiamare prima due concetti elementari di statistica: quello di proporzione e quello di rapporto.

Proporzioni

Immaginiamo di avere una scatola contenente 96 palline, parte bianche e parte nere. Ci chiediamo quante sono le palline nere. Per conoscere questo dato, contiamo le palline nere e vediamo che ce ne sono 36. Risultato: delle 96 palline, 36 sono nere e (96-36)=60 sono bianche. Fine. Supponiamo ora che un’altra persona abbia un’analoga scatola, contenente stavolta 400 palline dei due colori. Si pone anche lui il problema, e conta le palline nere. Sono 150. Conclude, quindi, che delle 400 palline nella scatola, 150 sono nere e (400-150)=250 sono bianche. Fine anche stavolta. Tuttavia, una terza persona potrebbe chiedersi chi dei due ha più palline nere. Messa così la questione, la risposta è ovvia: è il secondo, che ne ha 150. D’altra parte, però, il secondo ha nella sua scatola più palline del primo: può quindi essere di interesse anche chiedersi chi dei due ha più palline nere, tenendo conto anche del numero di palline da lui possedute. In questo caso, sembra naturale rapportare il numero di palline nere al numero totale di palline presenti dentro la scatola. Sicché, divideremo il numero di palline nere per il totale delle palline, ottenendo un numero che può andare da 0 a 1 (compresi). Se chiamiamo questo numero p, avremo con chiara scrittura, che:

 

Se nessuna pallina sarà nera; allora questo numero sarà pari a 0; se sono tutte nere, allora sarà pari a 1; se parte sono nere e parte bianche, allora sarà tra 0 e 1. Chiaramente, più questo rapporto è grande, più palline nere ci saranno nella scatola in questione. La grandezza p si chiama proporzione (in questo caso è la proporzione di palline nere contenute nella scatola), è una grandezza adimensionale (palline diviso palline) e, fatto da tenere ben presente, la quantità che compare al numeratore (NN) compare anche al denominatore. Riprendendo gli esempi fatti, la proporzione di palline nere nella prima scatola sarà:

 

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Analogamente, la proporzione di palline nere nella seconda scatola sarà:

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Ed ecco apparire qualcosa che prima non era immediatamente visibile: se teniamo conto del numero di palline contenute nella scatola, la proporzione di palline nere è la stessa nei due casi! In genere, il valore della proporzione viene moltiplicato per 100 (o per mille, se del caso): parleremo così non di 0.375, ma del 37.5%, e chiameremo questo numero “percentuale” (nel nostro caso, percentuale di palline nere contenute nella scatola). Una percentuale (una proporzione) può essere facilmente tradotta in una immagine diretta, del tipo “uno su…”. Ad esempio, se la percentuale è del 50%, viene naturale presentarla anche come 1 su 2; se è del 10%, come 1 su 10. Ma se è del 3.7%? In questo caso, basta dividere 1 per la corrispondente proporzione. Avremo: 1/0.037=27.03, che ci indica che la percentuale in questione (3.7%) corrisponde circa ad 1 su 27.

Rapporti

Come detto, una proporzione è adimensionale, in quanto abbiamo diviso, per così dire, “patate per patate”. Ci sono però delle volte in cui ci capita di dividere, sempre per così dire, “patate per carciofi”. In questi casi si parla di “rapporti”. Ad esempio, se disgraziatamente un medico ci informa che siamo probabilmente malati di diabete perché la nostra glicemia (concentrazione di glucosio nel sangue) è risultata pari a 160, egli intende dire che in un certo volume del nostro sangue (100 millilitri, in questo caso) c’è una quantità di glucosio che pesa 160 milligrammi. Un rapporto non è quindi un numero puro, in quanto - riferendoci all’esempio fatto - stiamo dividendo un peso per un volume (quindi, “patate per carciofi”). E’ quindi necessario indicare chiaramente anche che genere di cose si dividono (patate/carciofi… peso/volume…spazio/tempo…), ovvero quella che si chiama “unità di misura”.

La quantificazione dell’alcolemia

L’alcolemia, ovvero la misura dell’alcol (etanolo) presente nel sangue, viene determinata direttamente su detto liquido biologico con opportune metodiche biochimiche. Essa può essere quantificata indirettamente anche misurando l’alcol presente nell’espirato del soggetto, grazie al fatto che esiste una stretta relazione tra l’alcol contenuto nel sangue e quello contenuto nell’aria espirata (ad 1g di alcol in un litro di sangue corrisponde mediamente un grammo di alcol in 2.100 litri di espirato). A livello internazionale l’alcolemia viene in genere indicata con l’acronimo BAC (Blood Alcohol Concentration), meno frequentemente con BAL (Blood Alcohol Level); per l’alcol nell’espirato invece si usa l’acronimo BrAC (Breathing Alcohol Concentration).

L’alcolemia espressa come concentrazione

L’alcolemia viene in genere riportata come concentrazione, ovvero facendo un rapporto tra peso dell’alcol trovato e volume di sangue su cui si è effettuata la determinazione. L’alcolemia, così espressa, non è una percentuale, che è un numero puro, ma ha precise dimensioni: quelle di peso/volume. La rappresentazione dell’alcolemia - intesa come numero che indica la concentrazione dell’etanolo nel sangue - varierà dunque al variare delle unità di misura di peso e di volume. Se per esprimere il peso dell’alcol si usa il milligrammo (mg: millesima parte del grammo) e per il volume del sangue i 100 millilitri (ml: millesima parte del litro), avremo che il limite legale dell’alcolemia dei conducenti sarà pari 50mg/100ml. Se, invece, per il peso dell’alcol si usa il grammo e per il volume di sangue il litro, il limite legale risulterà pari a 0.5 g/l (infatti, 50mg/100ml = 500mg/1000ml =0.5g/l). Questo modo di riportare l’alcolemia è quello correntemente utilizzato in Europa. Si osservi che nel caso di quantificazione dell’alcol nell’espirato, abbiamo ancora un rapporto, tipo peso/volume, dove ora il volume però è quello dell’aria espirata. Il dato così ottenuto viene poi trasformato nelle unità alcolemiche viste (peso alcol/volume di sangue) usando il fattore che lega l’alcol nel sangue all’alcol nell’espirato.

L’alcolemia espressa come percentuale

Negli USA, invece, l’alcolemia viene correntemente espressa in termini di peso/ peso: si ha così una proporzione (numero puro, adimensionale) che viene poi percentualizzata. Per ottenere questo, tuttavia, bisogna ricorrere ad una approssimazione che ora vedremo, la quale comporta una distorsione della misura. In pratica, per percentualizzare, si pone il peso di 100ml di sangue pari a quello di 100ml di acqua, che vale 100g. Nella realtà, il sangue non pesa come l’acqua, ma un po’ di più: un litro d’acqua pesa 1000 grammi; un litro di sangue ne pesa (mediamente) 1050. Con questa approssimazione 50mg/100ml diventano 50mg/100g =0.05g/l00g=0.0005 che - percentualizzato - vale 0.05%. Nei fatti, con questa approssimazione si sovrastima il contenuto percentuale di etanolo: con il vero peso specifico del sangue (1,05), avremmo un valore percentuale (esatto) di 0.048%. Si osservi che se l’operazione viene riferita al peso di un litro di sangue (posto uguale a 1000g), allora il risultato sarebbe 0.5 per mille.

Conclusioni

L’utilizzo di diversi modi di esprimere una grandezza (es. unità di misura differenti) non deve sorprendere. Esso deriva essenzialmente sia da motivi storici (si pensi ai sistemi non decimali, nei fatti ancora in uso) sia dal desiderio di avere sottomano numeri ritenuti più maneggevoli. Ma i numeri che escono fuori dalle nostre misure dipendono molto dalla natura del problema e dal fenomeno che stiamo studiando. Senza farla troppo lunga, è chiaro che, se posso scegliere, preferirò avere a che fare con numeri tipo 7 o 0,7 o 70, piuttosto che con numeri come 0.00000007 o 70.000.000. Sicché, tenderò a mettere le cose (specie nella scelta delle unità di misura) in modo che i numeri risultanti siano il più possibile “gradevoli”. E, ancora, se a qualcosa come “mg/100ml” posso sostituire una semplice scrittura, quale “%”, che sembra peraltro (falsamente, a volte) più intuitiva, la tentazione di farlo sarà grande. Naturalmente, ogni scelta ha i suoi pregi e i suoi difetti. Nel caso specifico, il modo europeo di esprimere l’alcolemia è corretto, e riflette fedelmente la realtà delle cose; gli americani - con un piccolo peccato - eliminano la necessità di riferirsi ad una unità di misura, esprimendo il tutto in % o per mille. Approcci di vita diversi, abitudini diverse, e scelte diverse più o meno equivalenti nel nostro caso. Comunque, quello che conta, a mio parere, è far sì che sulle nostre strade smettano di circolare conducenti ubriachi, quale che sia il modo di indicare l’alcolemia. Ma ho l’impressione, anche da tanti segnali che ho avuto occasione di rilevare negli ultimi tempi, dove l’attenzione a (presunti) diritti del singolo prevale su quella dovuta ai diritti di tutti, la gravità di questo problema non sia ancora ben percepita nel nostro paese.

Note:

Come si sarà osservato, nel testo viene usato il termine “alcol” e non quello classico “alcool”. Questa scelta è puramente soggettiva, dettata da maggiore praticità di scrittura (il corrispondente termine inglese, “alcohol” non è stato ovviamente variato). Va rilevato che, in base alle metodiche utilizzate, il fattore per convertire la concentrazione dell’alcol nell’espirato in quella nel sangue può variare (es. 2.300, 2.500, ecc.). Il reparto “Ambiente e Traumi” ha prodotto diversi lavori sul tema “Alcol” e su “Alcol & Guida”, molti dei quali in collaborazione con il gruppo diretto dalla dott.ssa Teodora Macchia del Dipartimento del Farmaco dell’ISS. Tali lavori possono essere reperiti (e scaricati) dal sito www.iss.it/stra . [Bibliografia]

Bibliografia:

V.Patussi, M.R.Biagini, S.Carloppi “Metabolismo dell’alcol e patologia alcolcorrelata”, in Manuale di alcologia, pagg. 48-51. L.Evans “Traffic Safety”, 444 pp., Science Serving Society, Bloomfield Hills, Michigan, 2004

 

*Reparto “Ambiente e Traumi” Dipartimento Ambiente e connessa Prevenzione Primaria Istituto Superiore di Sanità

Da “Il Centauro” n.112


IL GIORNALE DI VICENZA.IT

La corte d’appello ha confermato la pena a un marocchino che ammazzò connazionale a Villaverla

Uccise per sbaglio: 6 anni 8 mesi

Venezia. (i. t.) Uccise l’amico per sbaglio durante una bisboccia tra connazionali. La corte d’appello di Venezia neanche sei mesi dopo il giudizio di primo grado ha confermato per Mohamed Bouhaj il verdetto emesso il 12 dicembre dal giudice Eloisa Pesenti che gli inflisse 6 anni 8 mesi di reclusione per omicidio preterintenzionale.

Il 10 marzo di un anno fa a Villaverla Bouhaj, 26 anni, ferì con una coltellata l’amico Said Mahjoure che offese una sua congiunta e morì dissanguato dopo qualche ora.

L’avvocato Andrea Balbo ha sollecitato i giudici di secondo gradi di attenuare l’entità della pena chiedendo che fosse condivisa la richiesta formulata dalla procura in primo grado allorchè chiese 5 anni di reclusione. Ma i giudici, invece, si sono orientati sulla richiesta del procuratore generale che aveva concluso per la conferma della sentenza di primo grado, definita equa visto che una persona era morta, sebbene per sbaglio, poichè l’imputato, tuttora in carcere, non voleva ucciderlo.

Il fatto è che quella sera tutti erano ubriachi e nessuno soccorse la vittima. Avrebbe potuto cavarsela se fosse stata accompagnata in tempo all’ospedale. Invece, la recisione dell’arteria poplidea della gamba destra risultò fatale.

I marocchini Bechir Kahaihi e Aziz Shali erano stati presenti al ferimento, anche se si trovavano in un’altra stanza, e non avevano accompagnato al Boldrini il connazionale una volta resisi conto che era seriamente ferito.

L’imputato, arrestato dai carabinieri di Thiene e del reparto operativo di Vicenza con l’accusa iniziale di omicidio volontario, sostenne di non avere voluto uccidere. I giudici gli hanno creduto, poichè la dinamica della disgrazia lo lasciava intuire.

Quando Bouhaj, svegliatosi l’indomani, si accorse che Mahjoure era riverso sul divano dell’abitazione di via Trevisan 12, cercò di medicarlo con del caffe macinato, inutilmente. In primo grado i famigliari della vittima si erano costituiti parte civile con l’avv. Antonio Marchesini.

La lite degenerata nell’accoltellamento avvenne a sera quando i quattro magrebini avevano alzato il gomito. Durante una banale discussione Mahjoure avrebbe usato un linguaggio poco consono verso un congiunto di Bouhaj, il quale andò su tutte le furie, afferrò un coltello da cucina e colpì alla gamba destra l’amico. «Avrei voluto portarlo all’ospedale, ma avevo bevuto e poi non avevo la patente», spiegò a distanza di giorni dall’arresto. Gli altri due connazionali presenti in casa non si sarebbero resi conto della gravità dell’accaduto, e l’indomani quando videro l’amico privo di sensi preferirono sparire. Vennero poi rintracciati dai carabinieri. Bouhaj inizialmente disse ai carabinieri che l’amico si era ferito cadendo da solo sul coltello. Il tipo di lesione, però, era incompatibile con quanto da lui riferito. E dopo qualche giorno confessò la verità. «Presenteremo ricorso in Cassazione», ha spiegato l’avv. Balbo.


VIRGILIO NOTIZIE

CAMPAGNA DEL GOVERNO CONTRO L’ABUSO DI ALCOL

Target dell’iniziativa sarà il medio consumatore di alcolici

Roma, (Apcom) - Rendere l’abuso di alcol socialmente inaccettabile come il fumo. Questo l’obiettivo dell’ultima campagna lanciata dal Governo inglese che ha in programma una nuova verifica dei costi complessivi che l’abuso di alcolici ha per la società e per il servizio sanitario pubblico.

Come spiega il Times, il "target" dell’iniziativa non sarà rappresentato esclusivamente dagli adolescenti o dagli alcolisti abituali ma, per la prima volta, si concentrerà sui consumatori "medi", uomini di età adulta che bevono quotidianamente una o più bottiglie di vino in casa.

Come parte della strategia, i ministri vogliono sottolineare il crescente peso in termini economici delle patologie legate all’abuso di alcol. Le stime, risalenti a quattro anni fa, parlano di una spesa per il servizio sanitario inglese compresa tra 1.3 e 1.7 miliardi di sterline.

Ian Gilmore, Presidente del Royal College of Phisicians, ha sottolineato l’importanza di focalizzare l’attenzione sui costi per la salute, parlando anche dei benefici che arriverebbero dall’aumento delle tasse sugli alcolici.

Inoltre a tutti i produttori di alcolici sarà richiesto, entro la fine dell’anno prossimo, di riportare sulle etichette il numero di unità alcoliche contenute e raccomandazioni per favorire consumi più limitati. Ai proprietari di pub e supermercati il Governo dovrebbe invece richiedere di esporre avvertimenti sui rischi per la salute.


WALL STREET ITALIA

SVEZIA, LA CORTE UE LIBERALIZZA L’ALCOL 

(9Colonne) – Lussemburgo, – La Corte di Giustizia europea ha dichiarato illegittimo il divieto di importazione di bevande alcoliche da parte di privati in Svezia. “Questa misura – afferma la Corte - è inidonea a conseguire l’obiettivo di limitare in via generale il consumo di alcol e non è proporzionata al conseguimento dell’obiettivo di proteggere i più giovani contro le sue conseguenze nocive”. Ai sensi della legge svedese sull’alcol, la vendita al dettaglio di bevande alcoliche in Svezia è effettuata da un monopolio controllato dallo Stato. Il ricorso alla Corte è stato promosso dal signor Klas Rosengren e da altri cittadini svedesi che, dopo aver ordinato per corrispondenza alcune casse di bottiglie di vino spagnolo, se le erano viste sequestrare dalla dogana di Göteborg. Secondo i giudici europei “il divieto ai privati di importare le bevande alcoliche costituisce una restrizione quantitativa della libera circolazione delle merci”. Restrizione alla quale va aggiunta un’ ingiustificata imposta del 17% che il monopolio richiede agli acquirenti. Morale: d’ora in poi in Svezia l’alcol scorrerà più abbondante e sarà meno costoso.


IL GAZZETTINO

Presentato nei dettagli il programma della manifestazione che si apre il 14 giugno al Parco di San Giuliano a Mestre 
Sessanta concerti al Jammin’ Festival 
Venduti finora 160mila biglietti, la metà dei quali soltanto per la domenica con Vasco Rossi

Milano

NOSTRO SERVIZIO

Si chiama Gianluca, è un 25enne romano appassionato di musica e... ha perso una scommessa con gli amici. Era infatti convinto che la decima edizione dell’ Heineken Jammin’ Festival si tenesse ancora ad Imola. E così, zaino in spalla e 250 euro in tasca, è partito il 21 maggio dalla città romagnola dei motori con destinazione Venezia-Mestre, parco San Giuliano. Il suo blog ha già superato i 30mila contatti, e la stessa Heineken ha deciso in qualche modo di seguire la sua impresa e di premiarlo all’ arrivo in laguna.«Ad oggi - anticipa Roberto De Luca della Milano Concerti - i biglietti venduti sono oltre 160mila, e cioé circa 80mila per la giornata del 17 con Vasco e 80mila suddivisi tra le altre tre serate. La nostra previsione minima è di superare le 200mila presenze complessive». Per il festival rock italiano più famoso si tratta comunque già di un record, anche se si parla per quest’anno di un’ evento "spalmato" su quattro giornate, dal 14 al 17 giugno, appunto. Le passate edizioni infatti hanno avuto da un minimo di 85mila spettatori (quella del 2006 in due giorni) a un massimo di 150mila (nel 2001, solo due giorni e con Vasco Rossi). «La struttura - continua De Luca - è molto ampia e comoda e consente di modulare la dimensione dell’ area principale appunto fino a 200mila presenze».

Confermate una serie di agevolazioni, i treni straordinari delle FS fino a Mestre e, fiore all’ occhiello, il "Green Village", luogo di relax e ristoro posto sulla sommità della "collinetta" del parco. «A differenza degli anni scorsi - spiegano quelli di Heineken Italia - abbiamo concentrato le attività di decantazione dai concerti in una zona ben distinta del festival che, nella zona ristorante, ha anche una buona vista panoramica in direzione del palco principale». Si potranno fare massaggi, tatuaggi con l’ henné, riposini e quant’altro faccia da ristoro al corpo e all’ anima. Più sotto invece le zone dedicate a beach volley, calcetto e via discorrendo.

Particolare l’ attenzione di Heineken contro l’ abuso di alcolici nell’area del concerto: «Suscitando anche un certo dissenso da parte dei nostri stessi clienti, continueremo a vendere la birra in orari particolari e non di sera e a un prezzo maggiorato a 5 euro la bottiglietta». La Multinazionale verde continua dunque a voler confermare l’ immagine di sponsor musicale ed etico sui generis.

La musica, allora. Si sa tutto degli headliners sul "main stage" («avrei voluto in più Muse e Red Hot Chili Peppers, ma non è stato logisticamente possibile», spiega De Luca) che ricordiamo: il 14 Iron Maiden preceduti da Slayers, il 15 Pearl Jam e prima di loro Linkin’ Park, il 16 Aerosmith e Smashing Pumpkins, il 17 un "italian day" con Vasco Rossi, ma anche J-Ax, Pia, Ubik, Omar Pedrini e Fabrizio Moro. A loro si uniranno, una al giorno, le quattro band vincitrici del "Contest 2007": il 14 i bolognesi Idols Are Dead, il 15 (da Treviso) Capitan Mantell, il 16 i fiorentini Cherry’s Band e il 17 (da Verona) gli Home.

Il "second stage", migliorato rispetto agli scorsi anni e più vicino al palco principale, vedrà alla ribalta, oltre agli altri finalisti del Contest e ai dj set notturni di venerdì e sabato con Claudio Coccoluto e Mauro Picotto, più i Finley sabato 16, band importanti come Giuliano Palma & The Bluebeaters, Casino Royale, Extrema, Grandi Animali Marini, Hormonauts, The Fire Trails, Ritmo Tribale e Rezophonic.

Bruno Marzi


LA PADANIA

Incetta di grande musica al raduno rock di Venezia

All’Heineken festival concerti a 2 euro

Mancano nove giorni all’inizio dell’Heineken Jammin’ Festival, ma c’è già chi è partito, di corsa, per raggiungere il Parco San Giuliano di Venezia, sede del celebre raduno rock. È Gianluca, un giovane di Imola che, con pochi euro in tasca e uno zaino da quaranta chili sulle spalle, sta percorrendo a piedi 270 chilometri per giungere alla nuova location del festival, dopo aver perso una scommessa con gli amici. L’ardua impresa testimonia la grande attesa per l’evento musicale - è promosso da Heineken Italia, organizzato e prodotto da Milano Concerti - che per nove edizioni si è svolto all’autodromo Ferrari di Imola, totalizzando 1.035.000 presenze. L’appuntamento è per i giorni 14-15-16-17 giugno, con un cast prestigioso: dagli Iron Maiden (del 14 giugno) ai Pearl Jam (il 15), dagli Aerosmith e Smashing Pumpkins (entrambi il 16) a Vasco Rossi (nella giornata finale). Il raduno rock sarà un’occasione unica per fare incetta di buona musica. Oltre al palco principale, infatti, ci sarà un second stage (il secondo palco) che ospiterà i concerti dei giovani vincitori dell’Heineken contest e l’esclusivo appuntamento con i Finley che presenteranno proprio a Venezia il loro nuovo album. «Per dare l’idea della ricchezza di esibizioni basta dire che ogni concerto viene a costare 2,33 euro», precisa Alfredo Pratolongo, direttore comunicazione di Heineken. Ma, come sottolinea Peter Heilbron, ammnistratore delegato di Heineken Italia, il festival è soprattutto un’esperienza di vita unica. «Grazie al Green Village con panorama su San Marco - spiega il coordinatore delle attività Simone Masè, dell’ufficio marketing - non mancherà l’intrattenimento per il pubblico: dallo Sport village all’Area beach, dall’Area relax dove si potranno ricevere massaggi per cui si stima un utilizzo di 800 chili di crema all’Area community per accedere a Internet, dall’Area job in the music dove si potranno chiedere ai musicisti suggerimenti per entrare nel mondo della musica all’Heineken store e al Kid’s play ground, spazio per gli spettatori più piccoli». «I biglietti già venduti - anticipa, soddisfatto, Roberto De Luca, direttore di Milano Concerti - sono già 175.000 (di cui oltre centomila per la giornata di Vasco)». Per raggiungere il festival saranno allestiti treni speciali e bus navetta. Infine, una curiosità, la birra, decine di migliaia di litri, sarà servita solo dal pomeriggio e a un prezzo volutamente più alto, 5 euro per i 40 cl.


IL TEMPO

L’ereditiera ha iniziato a scontare la pena per guida senza patente
Hilton: «In cella diventerò un esempio»

DOPO aver movimentato domenica sera, a Hollywood, il gala per la consegna degli Mtv Movie Awards - pur senza ottenere alcuna nomination - la capricciosa Paris Hilton si è consegnata ieri alle autorità carcerarie di Los Angeles per scontare la sua condanna. Era stata infatti colta in flagrante nel gennaio scorso mentre guidava in stato di ubriachezza e per giunta con la patente scaduta. Disinvolta e sorridente, nonostante sia stata l’obiettivo preferito delle sarcastiche battute dei comici, la bionda ereditiera della famosa catena alberghiera ha adempiuto poi ai suoi doveri. Il suo avvocato è andato a prenderla a casa alle 22.30 di domenica (in Italia le 7.30 di ieri mattina). Dal carcere centrale di Los Angeles è stata quindi trasferita alle 23.30 nel carcere femminile di Lynwood, in California. «È un importante punto di svolta della mia vita - ha dichiarato la Hilton -. E devo assumermi la responsabilità delle mie azioni. In futuro voglio avere un ruolo più attivo nelle decisioni da prendere. Anche se ho paura, sono pronta a scontare la mia pena detentiva. Avrei potuto andare in una cella a pagamento ma ho rinunciato all’offerta: so in quale modo i media ne avrebbero parlato. Voglio essere trattata come chiunque altro. Riconosco il mio errore ed è giusto che sconti la pena». Accompagnata da sua madre Kathy e dalla sorella Nicky, dopo il gala, la ventiseienne Paris si è presentata allo sceriffo della Contea una notte prima del dovuto per evitare - pare - l’assalto dei fotografi. La sua pena a 45 giorni di carcere è stata ridotta a 23 giorni. Per lei, nonostante soldi e fama, non ci sarà una cella a pagamento, ma sarà da sola in una cella riservata a pubblici ufficiali e cittadini famosi, con una branda e solo qualche comodità in più. Come le altre duemila detenute di Lynwood, la ricca Paris avrà diritto a un’ora di tempo al giorno per fare la doccia, guardare la tv nella "day room" e telefonare nell’apposita sala. Il resto della giornata dovrà restare rigorosamente chiusa dietro le sbarre della sua cella. D. D’I.


IL GAZZETTINO (PADOVA)

Controlli gratuiti con l’etilometro per i ragazzi alla festa della birra

 Montegrotto

(ri.ba.) C’era un gazebo della polizia locale con tanto di etilometro a salutare chi ieri è andato alla Festa della Birra di via del Santo. Nessuna sanzione, né ritiro della patente per fortuna. Il controllo effettato ieri sera era infatti volontario e non ha comportato nessun provvedimento per i trasgressori. Non un controllo, nè un blitz della polizia locale quindi ma solo un’iniziativa per sensibilizzare i numerosi ragazzi che hanno frequentato in questi giorni la festa di via del Santo. Non solo. Chi si è sottoposto al test dopo aver alzato un po’ troppo il gomito è stato "omaggiato" dal sindaco Luca Claudio di un kit alcolimetrico. Un modo per far riflettere maggiormente sugli effetti dell’alcol e sul confine tra normalità ed ebbrezza. Il kit si compone infatti di un contenitore con dei sali che reagiscono all’alcol. Per capire se si è ancora in grado di guidare in sicurezza basta soffiarci dentro e vedere se i sali cambiano colore. "Oltre il 50 per cento degli incidenti stradali e delle stragi del fine settimana - ha commentato Luca Claudio - avviene a causa della guida in stato di ebbrezza. Con questa iniziativa vogliamo dare ai giovani un segnale di vicinanza e di monito allo stesso tempo. Occorre sensibilizzarli sul comportamento da tenere perché il divertimento non dipende certo da quanto si beve ad una festa". Un ringraziamento da parte dell’amministrazione è andato poi all’associazione che ha organizzato la festa. Non solo infatti i giovani che organizzano la festa hanno devoluto, come ogni anno, buona parte del ricavato in beneficenza ma hanno anche avuto la sensibilità di conciliare il divertimento alla lotta all’alcolismo (*). La festa della birra si concluderà questa sera. Come ogni sera musica dal vivo e stand gastronomico.

(*) Nota: la lotta all’alcolismo si fa non organizzando una festa della birra.

Promuovere, già nel titolo, l’associazione tra alcol e divertimento, è un messaggio che sostiene e riproduce quella cultura che sta alla base dei problemi alcolcorrelati.


MERATEONLINE

Violenza sessuale su 15enne

4 giovani lecchesi a processo

Violenza sessuale di gruppo, lesioni, minacce. Sono le pesanti accuse dalle quali dovranno difendersi davanti al Collegio giudicante del Tribunale di Lecco quattro ragazzi residenti in Alto Lario che avrebbero anche costretto una 15enne ad assumere sostanze stupefacenti per poi stuprarla. L’inchiesta è stata coordinata dal Sostituto Paolo Del Grosso della Procura di Lecco che ha raccolto una serie di prove tali da convincere il Giudice dell’udienza preliminare, Elisabetta Morosini, a rinviare a giudizio gli indagati. Il processo, a porte chiuse, si aprirà il giovedì prossimo. I fatti risalgono a due anni fa e i famigliari della ragazzina, assistiti dall’avvocato Fabrizio Consoloni, si sono costituiti parte civile, mentre i difensori dei quattro imputati(fra i 20 e i 25 anni), gli avvocati Michele Cervati e Michele Acquistapace, in sede di udienza preliminare hanno inutilmente invocato il non luogo a procedere. Stando alle risultanze investigative, i quattro amici avevano conosciuto la ragazzina a Dervio, in un locale in riva al lago e molto frequentato dai giovani che possono anche ballare sui tavoli con musica ad alto volume che impazza. Ad un certo punto con una scusa la convinsero a fare una passeggiata e raggiunsero un luogo appartato, una spiaggetta non lontano da una scuola di vela del paese. Complice qualche alcolico di troppo, si sarebbero poi avventati a turno sulla ‘preda’ alla quale avevano anche fatto consumare dello stupefacente, pare uno spinello. Gli imputati ammettono di averla conosciuta in quel locale, il ‘DLuonge’, ma respingono tutto il resto. La ragazzina, invece, quella sera, tornata a casa, non disse nulla ai genitori. Lo fece solo qualche tempo dopo.


IL GAZZETTINO (VENEZIA)

PRAMAGGIORE 250 le etichette di vini provenienti dalle province vinicole e una serie di prodotti tipici 

Inaugurata l’Enoteca regionale del Veneto 

Ospitata al palazzo delle Mostre, organizzerà nel corso dell’estate una serie di eventi sulle spiagge del litorale

Pramaggiore

Inaugurata l’Enoteca Regionale del Veneto nel Palazzo delle Mostre. Resterà aperta al pubblico fino al 30 novembre ed ospiterà una serie di eventi durante il periodo estivo con presenze in manifestazioni turistiche sulle spiagge e negli alberghi del litorale del Veneto Orientale, in collaborazione con il Consorzio delle Pro Loco e le Pro Loco del Veneto Orientale. Nell’ampio salone espositivo, la vetrina dei vini del Veneto è stata arricchita quest’anno dalla presenza di altri prodotti tipici come miele, funghi, formaggio Montasio e Piave, grappe. L’occasione delle enoteca è stata sentita soprattutto dai produttori vinicoli veneti presenti con una panoramica di 250 etichette di vini provenienti dalle province vinicole di Venezia, Treviso, Pradova, Verona e Vicenza. L’inaugurazione è stata l’occasione per un convegno su "i vini del veneto: prospettive commerciali", relatore il giornalista enogastronomo Gianpiero Rorato. Sono poi stati consegnati i premi "Veneto più" a quattro aziende del Veneto: Azienda agricola Vigne del Bosco Olmè di Vittorino Bragato (Ceggia) per il vino Veneto Igt. Cabernet 2006; cantina sociale Montelliana e dei colli asolani di Montebelluna (Treviso), per il vino spumante rosato cuvèe "Mont Rose"; Tenuta Braghina di Lison di Portogruaro per il vino Lison - Pramaggiore Doc Sauvignon 2006; Azienda vincola Pederiva di Guia di Valdobbiadene per il vino Prosecco di Valdobbiadene Doc superiore di Cartizze Spumante Dry 2006. Questi vini hanno ottenuto il più alto punteggio ai Concorsi Enologici Nazionali di Pramaggiore.

All’interno del palazzo sono state allestite quattro isole di degustazione, una per ciascun vino premiato, con abbinamento a prodotti tipici agroalimentari del Veneto. Alla Manifestazione, svoltasi qualche giorno fa, hanno partecipato anche le Pro Loco della Provincia di Venezia, che collaborano con le iniziative della Mostra Nazionale dei Vini e, nel periodo estivo, con il programma di eventi del turismo balneare dell’Alto Adriatico.

Maurizio Marcon


IL GAZZETTINO (BELLUNO)

Picchia la moglie perché smetta di lavorare, condannato

 Santa Giustina

Non voleva che la moglie lavorasse anche nei week end. Così lui, oltre a non lavorare, si ubriacava e la picchiava, anche davanti ai due figli che talvolta si sono beccati uno schiaffone tentando di difendere la mamma. Il giudice Antonella Coniglio ieri ha condannato a due anni di reclusione (pena sospesa) Valeriu Zamfir, rumeno 36 anni, difeso d’ufficio dallo studio Morales, accusato di maltrattamenti in famiglia. In aula sono sfilate la parte offesa, la moglie, la figlia diciassettenne e la sorella della donna, tutte residenti a Santa Giustina. Quella ricostruita ieri è una tristissima storia di miseria e degrado che ha portato al disfacimento di una famiglia.

La donna ha raccontato di come già in Romania fossero iniziate le angherie dell’uomo che in un’occasione, con un calcio allo stomaco, le aveva fatto perdere il bambino che aspettava da quattro mesi e mezzo.

La donna ha ricordato come fosse arrivata in Italia nel 2002 iniziando a lavorare per fare, nel luglio 2005, richiesta di ricongiungimento con i due figli e il marito. L’uomo, una volta ritornato con la moglie, aveva ripreso i comportamenti negativi che la donna aveva già avuto modo di sperimentare ampiamente in Romania.

Botte, insulti, pedinamenti e richieste, in modo violento, di lasciare il secondo lavoro, quello che la impegnava come cameriera in una pizzeria il sabato e la domenica dopo essere stata impiegata tutta la settimana come commessa in un negozio. La stessa figlia minorenne ha raccontato di come il padre bevesse forte, soprattutto limoncello, e picchiasse ogni volta che era ubriaco la mamma, offendendola pesantemente e pretendendo che smettesse di lavorare.

L’imputato, che dalla Romania dove è ritornato aveva spedito una lettera al giudice giustificando la sua assenza con inderogabili motivi di lavoro, è stato giudicato e condannato in contumacia.


IL GAZZETTINO (VENEZIA)

Turista austriaco in vacanza a Bibione 

Offre denaro ai carabinieri e poi li aggredisce

 Ubriaco, disturbava in un locale pubblico

 Bibione

Aveva bevuto più del dovuto, un quarantatreenne austriaco in vacanza a Bibione, che ha terminato le "ferie" in carcere a Venezia. L’uomo avrebbe potuto cavarsela con un richiamo all’ordine se ai carabinieri non avesse prima offerto 700 euro per lasciarlo stare e non si fosse, subito dopo, al loro rifuito scagliato addosso ai tutori dell’ordine. Tutto è accaduto sabato notte in un bar del centro. Verso l’ora di chiusura K.U., il cittadino austriaco di 43 anni, stava disturbando la tranquilla serata degli avventori, dopo aver bevuto abbondantemente. Diverse le segnalazioni giunte al 112 dai turisti e quindi dal gestore del locale. Sul posto è intervenuta una pattuglia dei Carabinieri di Bibione che hanno tentato di identificarlo e riportarlo alla calma. Ma lui evidentemente, per scongiurare una possibile denuncia per schiamazzi, ha preteso di pagare il "disturbo" con denaro contante. Ha estratto sette fogli da 100 euro ciascuno offrendoli ai due Carabinieri, che ovviamente hanno immediatamente rifiutato. La sua reazione è stata quella di colpire con calci e pugni i due militari che, solo con l’ausilio di altri colleghi giunti sul posto, sono riusciti ad immobilizzarlo. Trasferito in caserma per le formalità è stato poi tradotto al carcere di Venezia. Dovrà ora rispondere delle accuse di istigazione alla corruzione e resistenza a Pubblico ufficiale. Due dei Carabinieri intervenuti sono rimasti feriti nella colluttazione e al Primo intervento locale sono stati giudicati guaribili in 5 giorni.

Marco Corazza


IL GAZZETTINO (BELLUNO)

Belluno segue il trend nazionale ...

Belluno segue il trend nazionale in fatto di litigi in famiglia. La forte animosità presente nei nuclei familiari della provincia montana è stata analizzata nella conferenza stampa di bilancio annuale dei carabinieri, in vista della festa del Corpo che si terrà oggi a Padova, e che a Belluno si limiterà, per mancanza di fondi, a un alzabandiera in caserma alla presenza del prefetto. In un anno il 112 ha ricevuto 622 richieste per dissidi privati, cioè per beghe riguardanti vicini e parenti procedibili a querela di parte, che vanno ad affiancarsi alle 847 segnalazioni di reati vari, perseguibili cioè d’ufficio. A una settimana dall’uxoridio di Cavarzano, sul quale è intervenuta la Polizia, è inevitabile tracciare un bilancio dei delitti più violenti registrati nel bellunese. Tutti hanno origine in ambito familiare, dal matricidio compiuto da Ottorino Marchet, al fraticidio di Fulvio Gobber che decapitò la sorella Franca, agli altri che hanno alimentato le cronache degli ultimi anni, fino all’omicidio suicidio del figlio contro il padre a San Vito e all’uccisione del cognato a Sospirolo, entrambi dello scorso anno. Il forte senso della famiglia presente specialmente nei piccoli centri, produce anche grandi risentimenti in caso di problemi, quali possono essere le separazioni o i divorzi, avvenimenti capaci di dividere per sempre i diversi rami familiari. Aggravati magari da una situazione di alcolismo, altro problema molto frequente in provincia. In seguito ai continui fatti di sangue avvenuti in ambito casalingo il ministero della Difesa ha richiesto un’approfondita verifica dei porto d’armi. Al momento i militari su circa 6mila (per lo più cacciatori) ne hanno controllati 1500, chiedendo 13 revoche. Fra i vari motivi c’è la morte del titolare, che porta spesso a difficoltà nel rintraccio dell’arma magari passata di mano in mano fra parenti. Ma alcune revoche sono state motivate dalla caduta in depressione o in esaurimento nervoso, o dai frequenti riscontri di guida in stato di ebbrezza del proprietario del fucile. Oppure la revoca è stata chiesta per chi teneva un’arma per difesa personale ed ha cambiato lavoro, non avendo più i presupposti per tenerla. Accanto ai drammi familiari si pone un’altra grave problematica, il disagio giovanile, che sfocia frequentemente in episodi di bullismo, tanto che in Prefettura è stato aperto un tavolo con Procura e forze dell’ordine. In dicembre si terrà un convegno di una settimana, aperto a tutti, con operatori del settore, dove i genitori potranno apprendere i segreti per verificare se alcuni comportamenti dei figli siano causati dalla crescita o da situazioni ben più serie legate ad un profondo disagio.Simona Pacini


IL GAZZETTINO (TREVISO)

Immigrata inseguita e picchiata 

La lite è avvenuta in un locale a seguito di un diverbio. Sul posto è intervenuta una pattuglia della Polizia

ConeglianoImmigrata, 55enne, inseguita e picchiata da due connazionali. La lite è avvenuta all’una di domenica notte in un bar del comprensorio ed è proseguita fino all’arrivo della volante della Polizia che ha sedato gli animi degli inseguitori in via Mameli a Conegliano.

La donna, in evidente stato di ubriachezza, aveva passato la serata insieme ai due amici fino a tarda notte. Dopo aver bevuto un po’ troppo è nato un diverbio tra la 55enne e uno dei due connazionali all’interno di un bar. Un cittadino, dopo aver visto la scena, ha telefonato immediatamente al C

Mercoledì, 06 Giugno 2007
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