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Notizie brevi 21/05/2007

Organizzazione Mondiale della Sanità: 20 cose da sapere per la sicurezza stradale del pianeta e limitare il “genocidio stradale”
Sul sito dell‘OMS, si affronta l’argomento con due “dossier” schematici ma che colpiscono nel segno

 


(ASAPS), 21 maggio 2007 – L’Organizzazione Mondiale della Sanità, è impegnata da tempo sul fronte della sicurezza stradale, tanto da aver convinto l’intero globo (o quasi), a celebrare eventi contemporanei per sensibilizzare, informare e riuscire a porre un freno a questa emergenza continua dell’umanità. Per cercare di comunicare con la maggior potenzialità possibile i concetti essenziali, e far leva così sulla coscienza di quante più persone possibile, gli esperti in comunicazione dell’OMS hanno messo a punto una serie di messaggi sotto la forma del flashback, pubblicati anche sul sito internet dell’istituto (www.who.int).
Inseriti a pieno titolo nei dossier preparati dall’Organizzazione, vi sono infatti alcune finestre (i cosiddetti “popup”) che comunicano interattivamente con l’internauta che si trovi a navigare all’interno del portale. Si tratta, in realtà, di una strategia adottata per tutte le grandi questioni affrontate dall’Istituto nato nel 1948 in seno alle Nazioni Unite, ed oggetto di grandi campagne in tutto il nostro pianeta.
Tra quelli che riguardano la sicurezza stradale, ne abbiamo scelti due: il primo riguarda l’argomento nella sua globalità, mentre il secondo approfondisce l’analisi in ordine al coinvolgimento dei giovani. Entrambi riportano 10 questioni essenziali.

10 cose sulla sicurezza stradale:

  1. gli incidenti stradali, provocano ogni anno, nel mondo, 1 milione e 200mila vittime;
  2. oltre ai morti, la sinistrosità globale provoca il ferimento di 50 milioni di persone, molte delle quali restano per sempre diversamente abili;
  3. la metà delle vittime (morti e feriti), fanno parte delle cosiddette “utenze deboli”: pedoni, ciclisti e, soprattutto, motociclisti;
  4. il costo sociale degli incidenti stradali, saccheggia mediamente il prodotto interno lordo dei singoli stati di oltre il 4%;
  5. il corretto uso della cintura di sicurezza, riduce del 61% il rischio di restare uccisi in eventi accidentali;
  6. se tutti facessero un corretto uso dei dispositivi di sicurezza per bambini (seggiolino o spessore), salveremmo la vita al 35% dei piccoli passeggeri uccisi sulla strada;
  7. l’uso del casco da parte di tutti, ridurrebbe di almeno il 45% il numero complessivo di traumatismi cranici o mortali;
  8. se in tutto il mondo fosse vietato guidare in stato di ebbrezza, potremmo ridurre del 20% il numero di eventi infortunistici alcol-correlati;
  9. ad ogni riduzione della velocità media di 1 km/h, segue la riduzione del 2% del numero di incidenti;
  10. tecniche semplici e poco costose di realizzazione di infrastrutture e di sistemi di sicurezza, potrebbero salvare migliaia di vite.

10 cose sui giovani e la sicurezza stradale:

  1. gli incidenti stradali, provocano ogni giorno nel mondo più di mille morti tra bambini e giovani al di sotto dei 25 anni. La sinistrosità è la prima causa di decesso per la fascia d’età tra i 10 ed i 24 anni;
  2.  nei paesi del Terzo Mondo, i giovani che perdono la vita o riportano ferite sulla strada, sono in larga parte pedoni, ciclisti, motociclisti o perché utenti del trasporto pubblico (in larga parte, le ricerche dell’Asaps lo confermano, pullman e scuolabus, ndr). Nei paesi dell’occidente, invece, la maggior parte dei decessi e degli esiti invalidanti, per i giovani, sono a carico di conducenti;
  3. sarebbe opportuno che coloro i quali pianificano gli assetti urbanistici e infrastrutturali, tenessero in debita considerazione che i bambini sono estremamente vulnerabili, vista la loro mancanza di esperienza e la loro ovvia propensione al gioco, che li espone – soprattutto nelle città o nella vicinanza di strade – a rischi enormi;
  4. l’eccesso di velocità è l’infrazione più comunemente commessa tra quelle previste dai codici stradali; a commetterla, sono spesso i conducenti più giovani di sesso maschile, e purtroppo è causa diretta di oltre un terzo di tutti gli incidenti stradali (o ne aggrava le conseguenze, ndr). Per questo sarebbe auspicabile che tutti gli ordinamenti legislativi prevedessero un sistema di patente progressiva, in grado di assicurare un approccio progressivo con le categorie di veicoli più potenti;
  5. i giovani conducenti, quindi inesperti, che si trovino a condurre un veicolo con un tasso alcolemico superiore a 0,5 grammi di alcol per litro di sangue, corrono un rischio 2 volte e mezzo maggiore di provocare un incidente stradale, rispetto a conducenti più anziani ed esperti. È dunque opportuno fissare tassi alcolemico appropriati, e vigilare sul loro tassativo rispetto;
  6. indossare il casco è il metodo più efficace per ridurre traumi cranici gravi e per salvare la vita dei motociclisti. Dovrebbe essere incoraggiato (od imposto, ndr) anche per i bambini che circolino in bicicletta;
  7. l’utilizzo corretto delle cinture di sicurezza, riduce del 61% il rischio di morte in caso d’incidente. È dunque vitale vigilare per il rispetto della norma e sensibilizzare l’utenza con campagne specifiche dedicate soprattutto ai giovani, sia conducenti che passeggeri, in quanto particolarmente refrattari ad indossarle;
  8. per ridurre del 35% il numero di bambini uccisi sulle strade, è necessario che tutti i piccoli passeggeri siano correttamente assicurati a seggiolini o spessori, in relazione al loro peso ed età;
  9. i bambini che si trovano sulla strada, a piedi o in bicicletta, spesso sono scarsamente visibili, soprattutto in condizioni di oscurità. Dovrebbero indossare capi con colori accesi o addirittura gilet retroriflettenti;
  10. i bambini sono diversi dagli adulti sul piano fisico, psicologico e fisiologico. La qualità e la natura delle cure che saranno loro riservate, in caso di incidente stradale, saranno determinanti per consentire loro di guarire completamente dagli esiti di un incidente stradale e di condurre una vita normale.

Sono, lo abbiamo appena visto, interpretazioni logiche degli esperti più qualificati a disquisire sull’argomento: gente che raccoglie dati del mondo intero e che, rielaborandoli, comprende la portata di quello che un giorno chiameremo “genocidio”, e come tale colpisce tutti, senza esclusione di colpi, ricchi e poveri. Ma ogni volta che qualcuno muore, sulla strada, è tutto il mondo che soffre. Chiunque salvi una vita, recita il libro sacro del Talmud, è come se avesse salvato il mondo intero. Noi ci proviamo.(ASAPS)

© asaps.it
Lunedì, 21 Maggio 2007
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