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Rassegna stampa Alcol e guida del 6 maggio 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

 

IL TEMPO

LE COLLEGHE di strada di Doina, la giovane accusata dell’omicidio di Vanessa Russo, raccontano che i ...

... clienti italiani sono diventati più violenti dopo le polemiche sugli immigrati romeni. Però poi si tirano giù i pantaloni lo stesso. Scusate la crudezza dell’immagine, però quest’episodio di contorno al caso della ragazza uccisa nel metro di Roma è un sintomo chiaro di una corrente di energia irrazionale che si sta diffondendo fra la gente. Una sorta di giudizio sommario verso un intero popolo, portatore di un’antropologia dove morte, violenza e cattiveria sono fattori ineliminabili. Una sorta di razzismo tagliato con l’ascia, la stessa che ha ammazzato i due anziani coniugi del cosentino. È l’episodio che ha fatto traboccare il vaso. Un altro romeno fermato, dopo le due ragazze arrestate per il delitto di Vanessa, dopo il rom ubriaco che in provincia di Ascoli aveva ucciso, col suo pullmino, quattro giovani italiani. Le avvisaglie c’erano già. Il campo nomadi dove viveva la comunità del ragazzo era stato abbandonato in fretta per paura di ritorsioni. L’incendio che è arrivato puntuale ha cristallizzato un quotidiano improvvisamente interrotto come in una Pompei moderna. Sia chiaro, in tutti questi tre episodi, una volta accertate le responsabilità, la pena dovrà essere severa ed esemplare. Questo non autorizza però a fare generalizzazioni inutili. Il problema non è la presunta «cattiveria romena». Il problema è quello di una politica dell’immigrazione che oltre ad alcune regole efficaci deve elaborare una strategia culturale. Doina, la ragazza che impugnava l’ombrello come fosse una spada, era già stata arrestata, doveva essere espulsa nel 2006, con la Bossi-Fini mandata in cantina. Però i romeni non sono più extracomunitari dal primo gennaio 2007. Semmai l’idea della grande Europa allargata, oltre che nei salotti dei politologi, deve diventare col tempo una realtà dove si sviluppano forme di convivenza accettabile tra persone che hanno storie ed economie diverse. Due estati fa, quando a Milano due giovani italiane furono stuprate davanti agli occhi dei fidanzati da un gruppo di adolescenti romeni, ci fu chi indicò il nocciolo della questione: ragazzi con i jeans all’occidentale e il telefonino, ma ai margini. Il possesso distorto della donna "dell’altro mondo" come appropriazione della felicità, della normalità di chi ti ospita. Nessuno vuole giustificare nessuno. Le disquisizioni da scena del crimine sugli ultimi attimi di Vanessa non ci piacciono. Anche se fosse stata la ragazza ad aggredire, per perforare un occhio e trapassare il cervello, non basta un «semplice colpo d’ombrello». È un gesto fuori dall’idea che la vita degli altri sia un bene reale. Però da noi ci sono anche romeni normali, che lavorano, molti sono anche sfruttati con il lavoro in nero. È impopolare, lo sappiamo, ma l’urlo con cui la madre di Vanessa ha rifiutato in chiesa il perdono all’assassina di sua figlia non ci deve portare sulla cattiva strada della semplificazione.


ASAPS.IT

Comunicato Stampa

Alcol e guida.

La lezione degli Stati Uniti con la severa condanna per la ricca ereditiera Paris Hilton.

In Italia intanto crescono del 40% le violazioni accertate dalla Polizia Stradale nei primi 4 mesi, però con rischi risibili a confronto.

Potremmo quasi dire che gli Stati Uniti battono l’Italia 45 a 0.

La condanna a 45 giorni di carcere dell’ereditiera più famosa e glamour del mondo Paris Hilton, colpevole di avere guidato con la patente revocata, in conseguenza di un precedente ritiro in gennaio per guida in stato di ebbrezza, alla quale conseguì la condanna a 36 mesi di carcere con la condizionale, più l’obbligo di seguire un corso di disintossicazione e il pagamento di una multa di 1.500 dollari, la dice lunga su come funziona la lotta contro l’alcol in altri paesi.

Alla bionda stella americana sarebbe convenuto farsi una bevuta in Italia dove al massimo avrebbe rischiato l’arresto fino a un mese (ovviamente sulla carta) e una sanzione da 258 a 1.032 euro.

Sarebbe inoltre scattata una sospensione della patente da 15 giorni a 3 mesi. Se poi, sfrontata, avesse continuato a guidare con la patente sospesa avrebbe rischiato la sola sanzione amministrativa prevista dall’art. 218 c. 6 del CdS e se la sarebbe cavata con una somma che va da 1.754 a 7.018 euro e amen. Altro che 45 giorni di carcere solo per la guida con la patente sospesa. Una somma che non spaventa non solo la starlette americana, ma neanche molti residenti sul nostro territorio nazionale. Dopo la depenalizzazione chi non paga e non ha beni confiscabili praticamente non corre rischi.

Entro il 5 giugno la povera - si fa per dire - ereditiera si dovrà presentare al carcere distrettuale.

In Italia dopo la sospensione solitamente si torna a guidare molto presto e spesso si torna ad uccidere.

In attesa che la legge cambi con il DDL in discussione al Parlamento, la Polizia Stradale e le altre forze di polizia fanno la loro parte, ovviamente applicando le leggi esistenti.

Anzi a giudicare dagli ultimi dati disponibili della Polizia Stradale nei primi 4 mesi del 2007 le violazioni contestate per guida in stato di ebbrezza sono state 9.954 con un incremento di quasi il 40% rispetto alle 7.130 dello stesso periodo del 2006. Anche per la guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti, 787 in totale, su segnala un incremento delle infrazioni accertate del 19,4%, rispetto alle 518 dello scorso anno.

Patenti sospese a tutti. Qualche condanna al carcere? Non scherziamo, in Italia nemmeno le star della recidiva allo stato d’ebbrezza che poi qualche volta falciano giovani vite sulle strade , vanno dentro.

Forlì, 5 maggio 2007

Giordano Biserni

Presidente Asaps


L’ADIGE

Per i giovani di Fiemme in preparazione delle festa: «No sobrio...No party!»

Incontri per educare alla gioia

In preparazione alla festa «No sobrio…No party?!?!», che rientra nel progetto «Diversamente Divertente», sono previsti per il mese di maggio quattro incontri. Venerdì 11 maggio ore 20.30 presso la Biblioteca di Cavalese è prevista una serata riservata agli adulti dal titolo «Alla nostra salute! Percorsi possibili di prevenzione su alcol e fumo per noi stessi, le nostre famiglie, la nostra comunità» che avrà come relatore l’educatrice professionale Katia Guerriero. Due inoltre sono le serate rivolte al pubblico giovanile. La prima «Chi non beve è uno sfigato! Chi beve è…?» è in programma per venerdì 18 maggio alle ore 20.30 presso Sala Consiliare di Ziano di Fiemme, durante la quale interverrà Roberto Cuni. «Il gioco delle emozioni: come le nostre emozioni ci aiutano a vivere meglio e a scegliere più liberamente i nostri comportamenti» è invece il titolo del secondo incontro con relatore l’educatrice professionale Katia Guerriero previsto per venerdì 25 maggio alle ore 20.30 presso il Centro «L’Idea» di Cavalese. Gli incontri sono proposti in collaborazione da A.S. Cauriol, Baracca, Centro «L’Idea», Comune di Ziano e i gruppi giovanili del decanato. S. T.


L’ADIGE

Parola d’ordine: il 2 giugno al Moietto

Nei siti degli studenti entusiasmo per la festa

“Partecipiamo tutti, qui ormai è il coprifuoco”

Il bar come unico luogo di socializzazione, il bere come unica attività proposta dal mondo degli adulti: è questa la radicale sentenza che i giovani del sito «studentirovereto.it» pronunciano in risposta alle parole del sindaco Valduga sulla presunta abbondanza di spazi per i giovani e sulle difficoltà incontrate dall’associazione Calmapiatta ad organizzare i concerti al Moietto. Come abbiamo scritto ieri, il festival «Sfumature» si farà senza finanziamenti comunali, un’unica data fissata per il due giugno. E i ragazzi del forum, che per un mese si sono tenuti informati sul destino del festival, accolgono con molto scetticismo le parole della politica. L’esordio è secco, affidato a un messaggio di «Piccolo fiore»: «Dai, cavolo, tutti i progetti che il sindaco ha in mente ci saranno quando avrò 80 anni forse... come lo skate park... Io lo devo ancora vedere!... La vita a Rovereto finisce a mezzanotte e mezza e poi?... Detto fuori dai denti, non c’è proprio un cavolo da fare». È solo uno dei messaggi che sul sito studentirovereto.it accompagnano il tema degli «spazi per i giovani» e della festa al Moietto. I dubbi sulla realizzazione dei concerti di «Sfumature» hanno dato il via ad una sorta di petizione a favore degli eventi dedicati ai giovani, e la notizia che l’associazione Calmapiatta propone la serata anche senza contributi comunali ha messo tutti di buonumore. «Rovereto sta diventando una città per i vecchi - commenta Alex - a noi giovani viene proibito tutto». La lagnanza riecheggia in tutti i messaggi postati in questo ultimo mese sul forum dei ragazzi, che ribadiscono la cronica mancanza di spazi e di eventi. «Non ci possono dire che la biblioteca è un posto per i giovani. In biblioteca si va per studiare, non certo per passare il tempo», scrivono diversi utenti. «A Rovereto non ci sono spazi alternativi al bar, non ci sono sale da concerti per gruppi giovani - è il tenore di molti messaggi - logico che i ragazzi bevano, che si fa se non c’è altro di meglio da fare?». «Il fantomatico posto dietro ai "Lavini" che da anni deve diventare un piazzale attrezzato per concerti e manifestazioni in maggior parte destinate ai giovani (quando Mescolanze e Oriente-Occidente operano in tranquillità in centro...), questo magnifico posto: che cos’è? Una discarica», scrive Leonard. Le nuove norme sull’inquinamento acustico e gli incentivi comunali alle feste a basso contenuto alcolico hanno reso più complicata la preparazione di «Sfumature», ma la festa si farà lo stesso, lo abbiamo scritto ieri. E il tam tam su internet farà aumentare l’afflusso di pubblico. «E poi tutti si chiedono perché i giovani bevono! Se non abbiamo niente da fare, è logico che si finisce al bar», scrivono in molti. «E non ditemi che chi adesso ha cinquant’anni da giovane non sognava più manifestazioni musicali, più feste, qualcosa di diverso da fare», annota Piccolo Fiore. Sono arrabbiati i giovani che scrivono su «studentirovereto.it», sono arrabbiati ma sanno anche riflettere; «In questa città non si può neanche ridere per strada, che qualcuno viene a lamentarsi. E allora bisogna andare fuori città, ma lo può fare solo chi ha la macchina...». Vogliono divertirsi ma sanno anche smascherare le contraddizioni, i giovani che affidano al computer i loro sfoghi: «Non è tutto contro noi giovani - scrive un membro di un’associazione aiutata finanziariamente dal Comune - i limiti ai finanziamenti per chi vende alcol sono stati estesi ad esempio a tutte le feste, anche a Mescolanze e a Un borgo e il suo fiume. Staremo a vedere!». Un problema particolarmente sentito è quello dei trasporti: «Per andare a Sacco, Isera, Villa, Pomarolo, Nomi c’è un tram alle 22.50 e uno alle 0.30....ma dico io, farne uno alle undici e mezza è troppo difficile?». Vorrebbero potersi muovere senza dipendere da quelli che hanno la macchina, vorrebbero poter frequentare spazi che non siano il bancone di un bar dove chi non beve è guardato con sospetto; e per il due giugno promettono di accorrere in massa al Moietto. Perché la minaccia di chiusura è diventata pubblicità.


 

IL GAZZETTINO (Padova)

CAMPOSAMPIERO I familiari delle vittime della strada parlano a oltre 600 ragazzi con uno show sul valore della vita e la facilità di perderla 

Il linguaggio dei giovani per fermare la strage 

Platea improvvisamente muta davanti alle immagini choccanti.

Si replica sabato all’Alta Forum e il 19 a Padova

Camposampiero

No alle stragi sulle strade. No alla morte violenta di tanti, troppi giovani a causa dell’alta velocità, dell’alcol, del mancato rispetto del codice della strada. Messaggi detti, stradetti e ripetuti che oggi, per arrivare ai primi destinatari, ossia i ragazzi, viaggiano a ritmo di break dance e, persino, di una prova guida simulata a bordo di un’auto portata sul palcoscenico in tutta la sua....carrozzeria o quasi.

Tutto questo accade nell’ambito dello spettacolo teatrale "I Vulnerabili", voluto dall’associazione dei famigliari vittime della strada del Camposampierese "Per non dimenticare" insieme alla Provincia e alla Bcc dell’Alta padovana. Uno spettacolo che grazie al mattatore sulla scena, il giovane attore Filippo Tognazzo, ha catalizza l’attenzione di oltre seicento ragazzi, di istituti superiori (Pertini di Camposampiero) e delle medie (Loreggia, Massanzago, Sanbta Giustina in Colle e Villa del Conte) presnti, ieri mattina, all’Altaforum di Campodarsego. Fuori dal grande teatro lo striscione con le foto di oltre cinquanta giovani, ma l’elenco continua purtroppo ad aumentare, morti sulle strade, voluto dall’associazione per ricordare il valore della vita e come, sulla strada, si debba usare, prima di tutto, la testa.

A lanciare messaggi sulla sicurezza si alternano le autorità, il presidente Vittorio Casarin e l’assessore Mario Verza per la Provincia, il sindaco di Campodarsego Paola Candiotto, Sergio Vedovato per la Bcc dell’Alta. Sulla scena arriva poi Tognazzo che ha scritto e interpretato lo spettacolo su idea di Ornella e Wally Marcato, quest’ultima ha perso un figlio in un incidente stradale. Lo spettacolo usa il linguaggio dei giovani. L’attore ha il merito di smontare le false pubblicità delle case automobilistiche delle moto, di tradurre in termini semplici leggi della fisica, calcoli e dati messi a punto nell’ambito di studi condotti dalla facoltà di Ingegneria dell’Università di Padova e dell’Istituto Superiore di Sanità. I ragazzi partecipano, applaudono e stanno in silenzio quando, sullo schermo, appaiono immagini che parlano da sole sulle conseguenze degli incidenti stradali.

Si replica sabato prossimo, sempre in Alta Forum, e sabato 19 in Fiera a Padova. "Moderate la velocità, non mettetevi in viaggio se avete bevuto, ma soprattutto - conclude lo spettacolo - createvi delle valide alternative, nuove e reali occasioni per non buttare via la vita".

Nicoletta Masetto


L’ADIGE

Malé, dibattito sulle iniziative del Progetto giovani e del Comprensorio

«Contro l’alcol più controlli nei bar»

MALÉ - Tante voci per parlare del progetto «L’alcol non mi fa la festa: se guido non bevo» che raccoglie le iniziative proposte dal Coordinamento con la collaborazione del Progetto Giovani ed il sostegno del Comprensorio. Ad introdurre la serata il presidente del C7 Carlo Daldoss che ha ricordato come anche gli Acat possono essere d’esempio per far conoscere ai giovani persone che hanno vissuto un rapporto di dipendenza e sono riusciti a superarlo, seguito dal dottor Alberto Pasquesi del Coordinamento, che ha ricordato come nel 2005 a seguito della presentazione del progetto la Provincia abbia finanziato quello solandro con 20.000 euro (15.000 euro è costato complessivamente il progetto 2006 finanziato da Comprensorio e sponsor come le Casse Rurali). «La sensazione è di essere entrati piano piano nel tessuto sociale della valle, infatti c’è tanta gente che ci da una mano» ha commentato, ricordando che il Coordinamento è aperto e disponibile al confronto, in riferimento anche alla lettera contraria al discobus pubblicata da «L’Adige» a firma del sindaco di Rabbi Franca Penasa , assente alla serata. Tra gli interventi gli «Stente sani friends», i giovani volontari che seguono le iniziative e stanno pensano alla creazione di un sito Internet, alcuni studenti della scuola media di Fucine che hanno allestito parte della mostra esposta a scuola nel 2006, Federico Bezzi che come presidente per la val di Sole ha portato l’esperienza dell’Acat ed il Gruppo giovani di Commezzadura per parlare di una festa a base analcolica organizzata a luglio. Nella proposta di legge presentata alla Giunta provinciale dai Comuni solandri si chiede anche la sensibilizzazione dei primi cittadini in quanto proprio questi hanno la facoltà di far rispettare la regolamentazione mentre i consiglieri provinciali Guido Ghirardini e Flavio Mosconi hanno assicurato attenzione al problema. L’albergatore Dennis Cova ha evidenziato che si sa quali esercizi pubblici non si comportano secondo le regole e quindi sarebbe necessaria anche l’intensificarsi della vigilanza mentre Gianni Widmann del Coordinamento val di Non ha elogiato il forte coinvolgimento dei giovani a sostegno delle attività, più difficile da attuare in ambito noneso.


L’ADIGE

Discobus per molti indispensabile

In primis per i non patentati ma anche per molti ubriachi

di LARA ZAVATTERI

MALÉ - «Una risposta composita ad un problema composito». Queste le parole del dottor Alberto Pasquesi per definire il lavoro svolto dal gruppo di coordinamento «Alcol, guida e promozione della salute» e Progetto giovani in merito ad iniziative volte a sensibilizzare e responsabilizzare i giovani sulle problematiche legate al consumo di alcol. La serata «Noi e l’alcol: una valle in cammino...» di venerdì sera al Comprensorio solandro è servita per illustrare i progetti messi in campo nel 2006 ed i relativi dati. A relazionare su questi ultimi Gloria Moreschini del gruppo di volontari (una quindicina di età compresa tra i 18 ed i 33 anni) impegnati nelle proposte del Coordinamento. Partendo dal discobus nel 2006 è stato attivato nel periodo da giugno a luglio e per la prima volta da febbraio a marzo di quest’anno, con in media tre volontari presenti sul mezzo. In estate le uscite sono state otto di cui una in occasione di una festa del gruppo giovani a Commezzadura e 149 i ragazzi che l’hanno utilizzato; per l’inverno sette serate e complessivamente 155 utenti. Le fermate più utilizzate sono risultate per l’estate Malè (130 passaggi) Vermiglio (69) e Cogolo (64) e per l’inverno la Val di Peio con 86 passaggi e Vermiglio con 81. Per genere ed età, la scorsa estate il 60% dei ragazzi che hanno utilizzato il discobus sono stati maschi, con una prevedibile prevalenza dei non patentati (sedicenni e diciassettenni) che da soli costituiscono il 66%. In inverno si è visto un incremento dei maggiorenni ed un utilizzo maggiore da parte delle femmine (il 57%). In questo periodo gli utenti tra i 16 ei 17 anni sono stati il 53%; quelli tra i 18 e i 20 il 18% e quelli oltre i 25 anni il 13%. Tra il 2005 e l’inverno 2007 (un totale di 644 presenze effettive) sono stati distribuiti 457 questionari. In estate ha dichiarato di aver bevuto il 73% dei ragazzi e la bevanda alcolica preferita è risultata la birra, seguita da superalcolici e vino. Per quanto riguarda i valori riscontrati con la prova dell’etilometro sul discobus, più del 40% è risultato negativo, il 28% sotto il limite legale e circa il 30% sopra. Da notare che in inverno la percentuale di chi ha dichiarato di aver bevuto è salita all’88%. Rispetto al servizio Discobus, pieno apprezzamento soprattutto in inverno è stato espresso dal 65% degli utenti (gradimento che scende al 50% in estate). Le serate con l’etilometro sono state due in altrettanti locali, con 48 test effettuati da ragazzi di età superiore all’utenza del Discobus, il 65% dei quali ha dichiarato di non guidare ma di essere un passeggero. Ebbene, il 75% di loro sarebbe comunque risultato idoneo a guidare (il 20% aveva un tasso alcolico pari a 0 ed il restante 55% al di sotto del limite di 0,50). Tra gli altri progetti la giornata «Oggi alcol? No grazie!» con la collaborazione dell’Acat (Associazione club alcolisti in trattamento), la sensibilizzazione dei giovani con il medico di medicina sportiva da parte dell’Azienda sanitaria locale, un concerto con lotteria analcolica a Commezzadura.


IL GAZZETTINO (Udine)

Ieri mattina i controlli dei carabinieri in via Leonardo da Vinci e piazza 1. Maggio in occasione della manifestazione della Consulta degli studenti 

Alcolici ai quindicenni, due denunce 

Alcuni ragazzi avevano acquistato le birre in un chiosco e al supermercato. Nei guai i venditori

Tra filmati, pagelle rock, premiazioni e sport c’è anche chi ha pensato di trasformare la Giornata dello studente in un’occasione per eccedere con gli alcolici. Alla decima edizione della festa, organizzata dalla Consulta studentesca all’insegna del «basta con vandalismi e studenti ubriachi», qualcuno ha deciso che comunque sarebbe stato più divertente sgarrare. Per una quindicina di ragazzi la festa è finita nella caserma dei carabinieri di Udine, in viale Trieste: si erano ubriacati. Chi aveva meno di 16 anni è stato riconsegnato ai genitori senza conseguenze. In cinque casi, si tratta di ragazzi con più di 16 anni, ma comunque minorenni, si è proceduto con una denuncia per ubriachezza in luogo pubblico, violazione che prevede una sanzione amministrativa.

Conseguenze anche per coloro che hanno venduto le birre agli studenti ancora quindicenni. Attraverso gli scontrini trovati in tasca ai ragazzi, i carabinieri del Comando provinciale sono risaliti al gestore di un chiosco in piazza 1. Maggio e al responsabile di un supermercato in via Leonardo da Vinci. Sono stati entrambi denunciati per somministrazione di bevande alcoliche a minori di 16 anni. (*)

I controlli dei carabinieri, coordinati dal tenente Fabio Pasquariello, erano stati concordati con il procuratore Antonio Biancardi. Si è inteso dare un segnale forte ai ragazzi e, soprattutto, agli esercenti o ai commercianti che non rispettano la normativa. L’intervento di ieri è stato preceduto da mesi di attività di prevenzione nelle scuole, attraverso conferenze e incontri con le forze dell’ordine, e di monitoraggio all’esterno degli stessi istituti. È soprattutto in viale Leonardo da Vinci che i carabinieri hanno notato come gli studenti frequentino assiduamente i bar e acquistino alcolici ai supermercati. Ieri il controllo, attuato con otto militari in borghese e quattro pattuglie in divisa, ha riguardato soltanto l’esterno degli istituti del Centro studi. Si è poi esteso fino alle 14 all’autostazione e alla stazione ferroviaria.

(*) Nota: se le birre sono state vendute in bottiglie chiuse, come si può supporre almeno per il supermercato, non è stata infranta alcuna normativa.


TRENTINO

ALL’ISTITUTO 

Giovani e alcol Incontro a San Michele 

TRENTO. Partire dalla famiglia e dalla scuola per affrontare in maniera adeguata l’adolescenza dei giovani, soprattutto in presenza di situazioni di disagio e di disgregazione del tessuto familiare. E’ il tema dell’incontro che si è svolto ieri, a Salorno, presso convitto dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, per far riflettere genitori e insegnanti su un tema di particolare attualità, quello del disagio giovanile.

 Organizzata dal Centro Scolastico dell’Istituto Agrario in collaborazione con Solis Urna di Salorno, associazione che si occupa di problematiche giovanili, l’iniziativa va ad arricchire il panorama dell’offerta formativa proposta dal Centro Scolastico di San Michele ai suoi 666 studenti, 135 dei quali sono ospitati nel convitto. “Con questa iniziativa intendiamo far riflettere le famiglie e gli insegnanti sulle problematiche che riguardano il mondo giovanile, come l’uso di sostanze alcoliche o il bullismo, che spesso la scuola, da sola, ha difficoltà ad affrontare, e dare quindi un supporto concreto ai genitori” - ha spiegato Marco Dal Rì, responsabile del Centro Scolastico dell’Istituto Agrario. “Fortunatamente - ha concluso Dal Rì - a San Michele non riscontriamo per il momento particolari problemi, anche perché la provenienza dei ragazzi è eterogenea: il fatto che vengano per lo più da valli e zone rurali garantisce un certo di tipo di educazione ancorata ai valori tradizionali”.


IL GAZZETTINO (Venezia)

Muore a 42 anni dopo il ricovero forzato 

In cura da 10 anni al Centro di salute mentale, aveva una lunga storia di etilismo

Il decesso in Psichiatria

(m.d.) E’ morto a soli 42 anni. In ospedale a Mestre. Vittorio B. era ricoverato dal pomeriggio di venerdì nel reparto di Psichiatria dell’Umberto I.

Ma la sua è una storia di abuso di alcol che dura da dieci anni e che passa attraverso decine e decine di ricoveri in ospedale. Anche venerdì pomeriggio è arrivato all’Umberto I accompagnato a forza. tecnicamente si chiama Tso, cioè Trattamento sanitario obbligatorio e vuol dire che il sindaco o un funzionario comunale firmano il ricovero coatto per evitare guai peggiori. Anche perchè, di solito, si tratta di un provvedimento preso a tutela dello stesso paziente che, quando comincia a dare i numeri, facilmente fa del male prima di tutto a se stesso che agli altri. Fatto sta che una pattuglia dei Vigili del Reparto motorizzato di Mestre è stata chiamata a casa del giovane, che vive con la madre a Zelarino, lo ha visto in condizioni disperate ed ha deciso di farlo ricoverare in ospedale dove, peraltro, hanno una cartella clinica alta così su di lui. Originario di Noale dove è nato nel 1965, è in cura ai nostri servizi di salute mentale dal 1997 e da allora, aveva solo 32 anni, passa da un ricovero all’altro senza soluzione di continuità. Il ricovero di venerdì pomeriggio dunque rientrava in una sorta di routine per i medici del padiglione De Zottis che lo conoscono bene e sanno come intervenire. Tant’è che, appena arrivato, il giovane è stato sottoposto alla consueta terapia, quella utilizzata da sempre, sperimentata, dunque. Ma i calmanti potrebbero aver compromesso un equilibrio fisico già messo a dura prova dall’abuso di alcol per tanti anni. Fatto sta che verso la mezzanotte di venerdì il giovane si è sentito male ed ha iniziato ad avere difficoltà respiratorie. Immediatamente il reparto di Psichiatria ha allertato il Reparto di rianimazione e il rianimatore ha tentato l’impossibile per cercare di salvare il giovane, che era andato in arresto cardiocircolatorio. Dopo un’ora però il paziente è morto. Il medico che ha constatato il decesso ieri mattina ha ordinato l’autopsia, che chiarirà i contorni di una morte avvenuta in ospedale anche se in un paziente che, pur essendo giovane, aveva il fisico seriamente compromesso dall’alcol, senza dunque quei margini di resistenza che invece esistono nelle persone che non abusano di alcolici. Si tratta di vedere, però, se i farmaci somministrati in ospedale per calmarlo, hanno influito sul decesso.


SPOLETONLINE

Sabato 12 maggio: una giornata contro il problema sociale dell’abuso di alcolici

L’Ass. Naz. Contro l’Alcolismo (A.N.C.A) è lieta di annunciare ed invitare tutti gli interessati alla Quarta Premiazione del Concorso Letterario "Amico dell’ANCA", che si terrà sabato 12 maggio alle ore 9.30 presso la sala convegni della Palazzina Micheli (presso il parcheggio dell’ospedale).

Anche quest’anno la nostra ass. è riuscita ad organizzare questo concorso, momento molto importante per informare i ragazzi sui rischi dell’abuso di alcol e momento importante per noi che, attraverso gli scritti dei ragazzi che partecipano al concorso, cerchiamo di capire cosa ne pensano i ragazzi di questo enorme problema sociale. Il titolo del tema di quest’anno è stato "Secondo gli ultimi dati europei il consumo di alcol è in forte aumento fra i giovani e i giovanissimi, gli italiani sono quelli che iniziano a bere prima e gli incidenti causati dall’abuso di alcol sono la prima causa di morte fra i giovani fra i 14 e i 25 anni.

Raccontaci quali sono le tue esperienza in proposito, anche alla luce degli incontri con i volontari dell’A.N.C.A., quali le cause di questo disagio e cosa si potrebbe fare per prevenire questa grave piaga sociale." e i ragazzi hanno fatto degli ottimi temi;molte sono state le esperienze personali raccontate, molte le riflessioni sui perchè, molti i ragazzi che chiedono maggiori controlli nei bar e ovunque si vendano alcolici perchè essi rispettino la leggi e non somministrino alcol ai minori di 16 anni, chiedono maggiori controlli nelle strade per evitare le stragi del sabato sera, rendendo consapevoli i ragazzi, attraverso la punizione, che chi guida deve essere lucido e nel possesso di tutte le facoltà che necessitano alla guida; molti chiedono la creazione di luoghi di aggregazione interessanti, con biblioteche, ludoteche, dove i ragazzi possano incontrarsi, parlare, giocare e non vi vengano venduti alcolici. Infine chiedono di continuare a fare prevenzione, a parlare nelle scuole, ad informare e rendere coscienti i ragazzi che le pubblicità sull’alcol sono altamente bugiarde, presentando sempre il momento "felice" dell’uso di alcol e mai il "troppo" o il "dopo", senza avvertire che di abuso si può anche morire...

Noi dell’ANCA siamo molto felici degli scritti dei ragazzi, anche se questo ci ha provocato FORTI problemi sulla scelta dei migliori dieci da premiare; comunque quello che noi cerchiamo nei temi è il vero pensiero dei ragazzi, anche se apprezziamo lo sforzo di coloro che, non avendo assistito all’incontro con i nostri volontari o essendo stati distratti, hanno cercato in Internet informazioni su questa sostanza...almeno ci hanno lavorato su!!

Un grazie di cuore alle scuole che hanno partecipato,alle presidi che ci hanno ospitato, alle professoresse che ci hanno concesso il loro tempo e soprattutto alle professoresse che si sono attivate per farci incontrare i ragazzi. Ma un grazie di cuore davvero a chi patrocina il concorso e ci dà la possibilità di premiare i ragazzi: il Comune di Spoleto, la Fondazione Micheli e la Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto. Davvero grazie, senza di voi potremmo sempre incontrare i ragazzi e parlare con loro, come facciamo da un decennio, ma non potremmo sapere quello che leggiamo nei temi...L’ultimo grazie ai nostri volontari, che hanno concesso il loro tempo e le loro esperienze non per parlare dei problemi che l’alcolismo POTREBBE provocare ma di quello che HA PROVOCATO nella loro vita.

Appuntamento a sabato!


ALICE.IT

GB/ LONDRA, DUE BAMBINI MORTI TROVATI IN UNA CASA

La polizia ha arrestato un uomo e una donna

Roma, 5 mag. (Apcom) - I corpi senza vita di due bambini piccoli sono stati ritrovati in una casa nella parte sud di Londra. Un uomo sui 60 anni e una ventenne sono stati arrestati. Lo riferisce il sito internet di Sky News. La polizia era stata chiamata sul posto da un vicino, che aveva visto un bambino che beveva alcool.

Gli agenti hanno trovato nella casa i corpi di due bambini, uno dei quali dovrebbe avere meno di un anno. Una terza bambina è stata portata immediatamente in ospedale.

Una portavoce della polizia metropolitana di Londra ha spiegato che gli agenti sono intervenuti a seguito di una chiamata di emergenza ricevuta intorno alle 9.30. Le autorità hanno aperto un’inchiesta e i due fermati si trovano tuttora agli arresti.


ALICE.IT

BANGLADESH/ RISSA SUL TRAGHETTO, ALMENO 9 PASSEGGERI AFFOGANO

Finiscono nel fiume, forse per cercare scampo: anche 5 dispersi

Dacca (Bangladesh), 5 mag. (Ap) - Una rissa sul traghetto, e almeno 14 passeggeri finiscono nel fiume: in 9 sono annegati, 5 persone sono disperse. E’ accaduto nel porto fluviale di Dacca, la capitale del Bangladesh.

A riferire dell’incidente è un’agenzia di stampa locale, la United news of Bangladesh. Stando alle ricostruzioni dei testimoni, la violentissima rissa sarebbe scoppiata subito dopo l’approdo del traghetto e ha coinvolto alcuni passeggeri , l’equipaggio e il personale responsabile della sicurezza; almeno i primi, diretti ad una festa, ubriachi.

Forse nel tentativo di sottrarsi agli scontri, o forse a seguito di questi, in molti sono finiti nel fiume Buriganga. Che cosa sia accaduto di preciso lo stabiliranno le indagini in corso.


TRENTINO

Sfonda una porta, insulta i carabinieri: in cella 

Cles, il protagonista dell’episodio è Roberto Dalpiaz di Denno 

CLES. Un uomo di 37 anni di Denno, Roberto Dalpiaz, è stato arrestato dai carabinieri per aver danneggiato l’ingresso di una falegnameria, guidato in stato di ebbrezza alcolica e reagito all’intervento dei militari. L’episodio è avvenuto la scorsa notte in val di Non, poco dopo le 1.

 Secondo una prima ricostruzione, l’uomo - già conosciuto dalle forze dell’ordine per episodi analoghi avvenuti in passato - dopo una serata trascorsa a bere, ha infranto una porta vetrata della falegnameria Pancheri di Cles, quindi si è messo alla guida della sua auto per tornare a casa. In località Tre Cime, nel comune di Denno, è stato però bloccato dai carabinieri. Alla vista dei militari l’uomo avrebbe reagito con violenza, insultandoli e rifiutandosi di sottoporsi all’alcoltest.

 I tentativi dei militari di riportarlo alla calma non sono serviti a nulla e così è scattato l’arresto con le accuse di danneggiamento, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Dalpiaz, dopo gli accertamenti, è stato portato in carcere in via Pilati.


ALICE.IT

MLB/ MORTE HANCOCK, GIOCATORE ST.LOUIS ERA UBRIACO E AL TELEFONO

Aveva marijuana, i Cardinals vietano alcol nella loro clubhouse

St.Louis (Usa), 5 mag. (Ap-Apcom) - Al momento dell’incidente stradale costatogli la vita Josh Hancock era ubriaco, non indossava la cintura di sicurezza e parlava al telefono con una donna. Lo ha reso noto la polizia di St. Louis, specificando che la perquisizione dell’auto sportiva affittata dal 29enne lanciatore dei Cardinals - vincitori lo scorso anno delle World Series - ha portato al rinvenimento di oltre 8 grammi di marijuana e di un tubicino di vetro generalmente utilizzato per fumare sostanze stupefacenti. Il medico legale, Michael Graham, ha spiegato che Hancock è morto per lesioni al cranio poco dopo l’urto a circa 110 chilometri orari con un carro attrezzi che si era accostato sull’Interstatale 64, a St.Louis, per assistere un automobilista coinvolto in un precedente incidente stradale. Gli esami tossicologici per determinare se il giocatore dei campioni della Major League Baseball avesse fumato marijuana non sono ancora stati effettuati.

In base alla ricostruzione della polizia, Hancock - che avrebbe cercato di evitare il carro attrezzi con una brusca sterzata - al momento dello schianto stava parlando al telefono con una sua conoscente, discutendo in particolare di baseball e di questioni relative a biglietti per le partite. I due, poco prima dell’urto, si erano dati appuntamento in un bar.

Hancock, lanciatore di rilievo, nell’ottobre dello scorso anno giocò un ruolo fondamentale nel successo dei Cardinals nelle World Series contro i Detroit Tigers. La società di St.Louis intanto ha messo al bando ogni alcolico dalla propria clubhouse. La decisione è stata presa dal general manager Walt Jocketty senza ascoltare il parere degli altri giocatori e potrebbe essere estesa anche alle partite in trasferta. All’inizio della stagione il manager dei ’Redbirds’, Tony La Russa, era stato arrestato dalla polizia della Florida dopo essere stato trovato addormentato al volante, in prossimità di un semaforo, con un tasso alcolico oltre la soglia consentita.


IL GAZZETTINO (Venezia)

«Tutto posso, ma non trasformarmi ...

«Tutto posso, ma non trasformarmi in Sant’Antonio». Il comandante della polizia municipale, Marco Agostini, cerca rinforzi e li va a cercare nei Comuni vicini. L’ordinaria amministrazione sta diventando sempre più straordinaria, nel senso che agli agenti viene chiesto di tutto: tutela dell’ordine pubblico, del decoro, del traffico acqueo, della legalità amministrativa e commerciale, della fluidità del traffico automobilistico a Mestre e pedonale a Venezia nei giorni dei grandi eventi. Ed è proprio in occasione dei grandi eventi che si accende la spia della riserva: l’organico non basta. Ieri pomeriggio a Ca’ Farsetti c’è stata una riunione tecnica per valutare le forze da impiegare in un’estate caldissima, anche dal punto di vista delle manifestazioni. Perché, oltre al normale calendario settembrino, anche giugno non è male. A partire dall’Heineken Jammin’ Festival a San Giuliano, per arrivare ai concerti di San Marco di Elton John e Peter Gabriel.

Comandante, ce la farete?

«Stiamo facendo i conti. Ma è molto probabile che chiederemo rinforzi dai Comuni vicini».

Avete quantificato il fabbisogno di agenti?

«Non ancora, ma in occasione dei grandi eventi che attendono la città dovremo impiegare più uomini. Nei prossimi giorni potremo dire quale sarà il contributo che chiederemo ad altre amministrazioni».

Certo che ormai vi si tira per la giacchetta da ogni parte...

«I vigili sono il terminale di qualsiasi richiesta dei cittadini e dei turisti. Ma miracoli non ne possiamo fare».

L’ultimo fronte aperto riguarda Rialto. Residenti ed esercenti protestano per la presenza di gruppi di ragazzi che approfittano dell’apertura di locali per mettere sottosopra la zona. Rialto è diventata la nuova Santa Margherita...

«Ho visto che si sono costituiti due comitati, ma obiettivamente non ci sono ancora arrivati esposti per quanto riguarda Rialto. Lì però il problema mi sembra di minor impatto rispetto a Santa Margherita, perché i residenti sono meno. E il problema, da quello che ho visto, riguarda l’ordine pubblico».

Anche l’igiene, a dire il vero. Però preoccupa soprattutto che carabinieri e poliziotti siano stati addirittura oggetto di lanci di bicchieri e intimiditi con i cani. Significa che c’è il rischio che Rialto diventi in certe ore terra di nessuno dove le leggi non vengono fatte rispettare.

«Se è soprattutto un problema di ordine pubblico, le disposizioni dicono che la competenza è delle forze dello Stato, quindi di polizia e carabinieri. Non è per scaricare, però ai vigili urbani sono dati altri compiti, come la vigilanza amministrativa. Se effettivamente un locale viene frequentato da soggetti che turbano la quiete pubblica, il questore può intervenire per la revoca della licenza».

Allora, per restare negli ambiti di vostra competenza, va detto che l’ordinanza del sindaco che vieta la vendita di alcolici da asporto dopo le 21 viene disattesa in tutta la città. Dopo quell’ora è facilissimo comprare una bottiglia di vino e portarsela via...

Lunedì, 07 Maggio 2007

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