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Notizie brevi 04/05/2007

Venticinquemila vittime in meno sulle strade d’Europa, obiettivo possibile entro il 2010 - Nell’ultimo anno i decessi sono diminuiti dell’8% e in Ue sono state salvate 12mila vite umane
Dal 67% al 97% l’uso delle cinture anteriori nei singoli stati
Dal 28% all’89% l’uso di quelle posteriori
Dal 20% al 96% i seggiolini per i bimbi

 


Foto da rete

 

(ASAPS) – Venticinquemila è un obiettivo possibile. Il dato (portare il numero delle vittime della strada, entro il 2010, da 50mila a 25mila) si riferisce al traguardo che si è imposto il programma d’azione europeo per la sicurezza stradale lanciato nel 2001 dalla Commissione. L’andamento positivo relativo alla sinistrosità stradale è stato presentato in occasione della prima giornata europea della sicurezza stradale (28 aprile). Negli ultimi dodici mesi il numero dei decessi è diminuito dell’8% e nell’Unione europea nel 2006, rispetto al 2001, sono state salvate quasi 12mila vite umane. Questi importanti risultati sono il frutto del progetto “SafetyNet” finanziato dal sesto Programma Quadro di Ricerca che pone le basi dell’osservatorio europeo della sicurezza stradale, grazie al quale è stato possibile effettuare un ingente lavoro sugli indicatori di prestazione in materia di sicurezza stradale. Nella relazione sono stati analizzati sette indicatori di prestazione della sicurezza stradale: alcol e droghe; velocità; cinture di sicurezza e porto del casco; utilizzo dei fari di giorno; sicurezza passiva dei veicoli; infrastruttura stradale; primi soccorsi alle vittime. I primi tre sono quelli meglio documentati e anche i più importanti. L’indagine ha evidenziato grosse disparità tra gli Stati membri, l’Italia purtroppo non brilla per i risultati raggiunti sino ad ora. Dal 5 al 30% dei decessi sulla strada sono causati da sinistri in cui il conducente aveva un tasso alcolemico che superava il limite consentito dalla legge, fino al 50% dei conducenti non rispetta i limiti di velocità in vigore. Dal 67% al 97% degli occupanti di automobili o di furgoni portano la cintura di sicurezza nei sedili anteriori, ma nei sedili posteriori queste percentuali sono comprese tra il 28% e l’89%. E poi ancora, dal 20% al 96% dei bambini di età inferiore ai 12 anni utilizza sedili appositi. Anche Jacques Barrot, vicepresidente della Commissione responsabile dei trasporti, è ottimista sulla strada intrapresa dall’Unione e gli sforzi compiuti sin qui, per tagliare in tempo il traguardo dei –25mila. Naturalmente la strada verso la meta è ancora lunga e ogni Paese dell’Unione deve continuare, chi più chi meno, a lavorare duramente per migliorare la sicurezza sulle proprie strade. (ASAPS)


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Venerdì, 04 Maggio 2007
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