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da rete (ASAPS) – Venticinquemila è un
obiettivo possibile. Il dato (portare il numero delle vittime della strada,
entro il 2010, da 50mila a 25mila) si riferisce al traguardo che si è imposto
il programma d’azione europeo per la sicurezza stradale lanciato nel 2001 dalla
Commissione. L’andamento positivo relativo alla sinistrosità stradale è stato
presentato in occasione della prima giornata europea della sicurezza stradale (28 aprile). Negli ultimi dodici mesi il
numero dei decessi è diminuito dell’8% e nell’Unione europea nel 2006,
rispetto al 2001, sono state salvate quasi 12mila vite umane. Questi
importanti risultati sono il frutto del progetto “SafetyNet” finanziato dal
sesto Programma Quadro di Ricerca che pone le basi dell’osservatorio europeo
della sicurezza stradale, grazie al quale è stato possibile effettuare un
ingente lavoro sugli indicatori di prestazione in materia di sicurezza
stradale. Nella relazione sono stati analizzati sette indicatori di prestazione
della sicurezza stradale: alcol e droghe; velocità; cinture di sicurezza e
porto del casco; utilizzo dei fari di giorno; sicurezza passiva dei veicoli;
infrastruttura stradale; primi soccorsi alle vittime. I primi tre sono quelli
meglio documentati e anche i più importanti. L’indagine ha evidenziato grosse
disparità tra gli Stati membri, l’Italia purtroppo non brilla per i risultati
raggiunti sino ad ora. Dal 5 al 30% dei decessi sulla strada sono causati
da sinistri in cui il conducente aveva un tasso alcolemico che superava il
limite consentito dalla legge, fino al 50% dei conducenti non rispetta i
limiti di velocità in vigore. Dal 67% al 97% degli occupanti di
automobili o di furgoni portano la cintura di sicurezza nei sedili anteriori,
ma nei sedili posteriori queste percentuali sono comprese tra il 28% e l’89%.
E poi ancora, dal 20% al 96% dei bambini di età inferiore ai 12
anni utilizza sedili appositi. Anche Jacques Barrot, vicepresidente della Commissione
responsabile dei trasporti, è ottimista
sulla strada intrapresa dall’Unione e gli sforzi compiuti sin qui, per tagliare
in tempo il traguardo dei –25mila. Naturalmente la strada verso la meta è
ancora lunga e ogni Paese dell’Unione deve continuare, chi più chi meno, a
lavorare duramente per migliorare la sicurezza sulle proprie strade. (ASAPS) |
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