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Articoli 14/04/2007

Spagna, il bilancio della Settimana Santa sulle strade
Dati in miglioramento, ma la Direzione Generale del Traffico punta a nuovi giri di vite

L’importanza di una statistica assolutamente completa, che in Italia non c’è…



(ASAPS) MADRID, 14 aprile 2007 – Gli ottimi risultati ottenuti dalla Spagna sul fronte della sicurezza stradale, non sembrano accontentare colui che, della guerra senza quartiere al fenomeno, è senz’altro il principale ispiratore. Parliamo di Pere Navarro, capo della DGT (Direzione Generale del Traffico), padre del “permiso para puntos”, della lotta al velocità e guida in stato di ebbrezza, ideatore di un complesso progetto di controllo elettronico delle strade iberiche (317 postazioni radar già operative). Poco prima del ponte pasquale, Navarro aveva annunciato che se il bilancio vittime delle imminenti festività avesse superato quota 100, tutto il sistema in vigore sarebbe andato incontro ad una generale rivisitazione. I morti, purtroppo, sono stati 106 – deceduti in 84 sinistri letali – e nonostante la cifra evidenzi un miglioramento del 3,6% rispetto allo stesso periodo del precedente anno, quando le vittime furono 110 vittime e gli eventi mortali 92 (-8,7%). Il bollettino della Settimana Santa ha censito anche 62 feriti gravi e 37 lievi.

Ma è davvero tutto da rifare? Paragonato ai livelli del 2001 – anno nel quale l’Unione Europea ha imposto a tutti gli stati membri di dimezzare la mortalità entro il 2010 – il decremento è considerevole (vi furono all’epoca 140 vittime in 118 eventi), ma alla Spagna non basta.

Secondo la DGT, infatti, la sola adozione della patente a punti “doveva” incidere di più, e se alla riforma del “codigo” si aggiungono le 317 postazioni radar già operative h24, 365 giorni all’anno, il decremento è del tutto inferiore alle aspettative.

Ha dunque ragione lo stato maggiore della Guardia Civile, che ha recentemente invocato un maggior impegno sul fronte degli uomini e dei mezzi?

Ma andiamo con ordine: a differenza di quanto accade in Italia, paese nel quale la statistica dell’incidentalità stradale non offre molti spunti di valutazione per intervenire nell’immediato (alcol e velocità a parte), la Spagna ha razionalizzato l’analisi degli eventi infortunistici, consentendo – anche a pochi giorni dall’osservazione di un determinato periodo – di trarre conclusioni estremamente precise, secondo un vero e proprio “triage” dei singoli eventi.

 

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Analizziamo la fenomenologia con una certa invidia: senza entrare in polemica, ci piacerebbe poter disporre di analoghi dati anche per il nostro paese, per il quale dobbiamo accontentarci di dati provvisori relativi al 2005, e report settimanali relativi a Polizia Stradale e Carabinieri, forniti dal Servizio Polizia Stradale del Ministero dell’Interno, escludendo dal computo il contributo importantissimo che potrebbe fornire la Polizia Locale.

Le cause d’incidente. La velocità è l’indiziata numero uno, visto che il 47% degli eventi mortali (il 39% delle vittime) ha avuto quale caratteristica comune la fuoriuscita di strada, registrata in 41 incidenti, mentre gli scontri frontali, nei quali la velocità o la manovra pericolosa di uno dei due veicoli coinvolti è una costante, sono stati in tutto 24 (15%), provocando il 23% delle vittime. Sono stati molti anche gli scontri fronto-laterali, quelli cioè che solitamente sono caratterizzati da perdita di controllo di un veicolo in prossimità di una curva, con intraversamento sulla corsia opposta, o da impatti in prossimità di incroci; anche in questo caso è ancora la velocità, ma anche la condizione psicofisica dei conducenti, a salire sul banco degli imputati: sono stati registrati 22 casi mortali (18% del totale) incidendo del 22% sul numero dei morti.

Il mancato rispetto delle norme di comportamento ha un ruolo preminente nella sinistrosità iberica: nel 27% degli eventi monitorati dalla DGT, la violazione di una norma del codice della strada è stata la causa determinante nella dinamica. Un esempio tra tutti? Il 27% delle vittime tra conducenti e passeggeri di autoveicoli, non faceva uso delle cinture di sicurezza. In Italia, questo particolare traspare di rado, pur risultando evidente sia dalla tipologia delle lesioni (riscontrate nei morti ma anche nei sopravvissuti) che dallo stato dei luoghi (ad esempio quando i corpi siano espulsi dall’abitacolo).

Le categorie di vittime: in Spagna, come del resto in tutta Europa, i motociclisti sono da tempo “sorvegliati speciali”. Eppure, nel lungo ponte pasquale, l’indice di mortalità di questa categoria ha evidenziato un netto miglioramento. Le vittime sono state in tutto 5, rispetto alle 13 dello stesso periodo del 2006. La situazione è decisamente peggiore tra gli automobilisti, visto che rispetto all’osservazione dello scorso anno i morti sono cresciuti di 9 unità. A bordo dei veicoli da “turismos” – così sono dette le autovetture – sono morte 75 persone, contro le precedenti 66. Stabile la situazione dei ciclomotoristi (3 vittime contro le precedenti 4), dei pedoni (9 morti contro i 10 del 2006) e dei ciclisti (una vittima nel 2007 ed una l’anno prima).

Le fasce d’età: i giovani, a giudicare dai dati, sono quelli per i quali le recenti campagne di sensibilizzazione ed i rinnovati standard addestrativi, hanno ottenuto il miglior profitto. I gruppi di età compresa tra i 15 ed i 24 anni, e tra i 25 ed i 34, hanno evidenziato un’ottima evoluzione, soprattutto nel caso dei giovanissimi. Questi, nel 2006, fecero registrare 26 vittime, scese a 18 quest’anno (-31%), mentre il gruppo 25/34 è passato da 26 a 21 morti (-19%). Restano invece del tutto stabili i gruppi d’età tra i 35 ed i 44 anni e tra i 45 ed i 54 (rispettivamente 23:23 e 10:11), mentre destano qualche preoccupazione i conducenti d’età compresa tra i 55 ed i 64 anni, passati dalle 2 vittime del 2006 alle 9 attuali (+200%).

Tipologia di strada: le strade statali, che in Spagna sono classificate come “carreteras convencionales”, sono certamente le più pericolose, se è vero che 62 degli 84 incidenti mortali (73,8%) si sono verificati proprio su queste arterie. Bassa, per non dire bassissima, l’incidenza autostradale (autopistas), dove sono stati registrati 4 eventi letali (4,8%) e delle strade di grande comunicazione (autovias), dove in tutto si sono verificati 14 episodi mortali (16,6%). (Asaps)


© asaps.it

Di Lorenzo Borselli

Sabato, 14 Aprile 2007
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