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Rassegna stampa Alcol e guida del 12 aprile 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

 

REDATTORE SOCIALE

ALCOL

Sabato sera ’’dedicato’’ all’alcol: il 20% consuma più di 6 bicchieri e si ubriaca

Salta il ’’modello mediterraneo’’: si beve fuori pasto e nei locali ’’dove alcolpops e stuzzichini sono d’obbligo’’. Scafato: ’’La tv non aiuta: fiction e pubblicità associano il bere ad immagini di successo”. I dati dell’Iss

ROMA 12/04/2007 - Il sabato sera è il momento "dedicato" all’alcol: il 74 % dei giovani e il 67% dei 13-15enni, beve il sabato sera e di questi il 20% si ubriaca nel fine settimana. Uno o due bicchieri nel 35,7% dei casi, da tre a cinque nel 27,8% mentre il 19% delle volte oltre 6 bicchieri. E" sempre più diffuso il fenomeno del binge drinking (bere per ubriacarsi 6 o più bicchieri in un’unica occasione) tra i teen agers che "snobbano il consumo mediterraneo preferendo i consumi fuori pasto” secondo l"indagine ”Il Pilota” finanziata dall’Istituto Superiore di Sanità e realizzata nelle discoteche dal Centro Collaboratore dell’OMS per la Promozione della Salute e la Ricerca sull’Alcol. I risultati sono stati presentati oggi in occasione dell’ Alcol Prevention Day 2007. I giovani sono stati "studiati” da vicino nell’ambito del progetto “Il Pilota” coordinato dal Centro OMS per la Ricerca sull’Alcol in collaborazione con il Progetto “Divertimento sicuro” realizzato in Toscana: un’iniziativa che ha portato gli esperti direttamente nei luoghi deputati al divertimento giovanile, ossia nelle discoteche, per spiegare ai giovani, con un linguaggio pensato appositamente per loro, perché è opportuno non bere prima di mettersi al volante. Il “Pilota” era, in altre parole, il guidatore designato, colui che si prendeva l’impegno di non bere e di rimanere sobrio nel corso della serata in discoteca; un “pilota” che non legittimava, comunque, l’abuso da parte degli accompagnati. Ogni sera venivano selezionati 300 candidati piloti: di questi, 20 venivano invitati a registrare in un video-box predisposto nella discoteca, un videoclip di 100 secondi pubblicata sul sito web www.ilpilota.it e votata nel corso della settimana successiva tramite SMS eleggendo il Pilota della settimana.
L’indagine ha mostrato che il sabato bevono l’83,4% dei giovani tra i 16 e i 18 anni; il 67% tra i 13 e i 15; il 66,7% tra i 19 e i 24 anni; il 64,2% dai 25 anni in su. Di venerdì e di domenica i consumi, se pure inferiori rispetto al sabato, non sono certo bassi: di venerdì consuma alcolici il 34,6% dei ragazzi e il 19,2% delle ragazzine, mentre per la domenica è stata rilevata tra i teenager una frequenza del 19,8% e del 14,6% di consumatori , rispettivamente per i due sessi. “Sappiano dai dati più recenti che circa 700 mila tra ragazzi e ragazze al di sotto dei 16 anni consumano alcol nel nostro Paese e il trend è, purtroppo, in forte crescita nel corso degli ultimi anni. - spiega Emanuele Scafato, direttore del Centro Oms per la ricerca sull’Alcol e dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Iss - A preoccupare sono soprattutto le adolescenti, più vulnerabili, fisiologicamente parlando, agli effetti negativi dell’alcol. Ma anche la constatazione che il modello mediterraneo del bere, improntato alla moderazione e all’associazione del consumo di vino ai pasti viene abbandonato anche dagli adulti, soprattutto uomini”.
L’indagine ha analizzato i fattori di rischio determinanti del binge drinking individuandone tre: “il bere fuori pasto, allontanandosi sempre più dal modello del bere mediterraneo, l’abitudine al fumo e il frequentare locali quali “open bar”, “happy hour” e discoteche dove alcolpops e stuzzichini sono d’obbligo”. Più in generale meno del 50% dei maschi adulti italiani beve secondo lo "stile mediterraneo", che resiste grazie alle donne e agli anziani: sono gli ultra65enni a difendere la tradizione e quel 70% delle donne, che assume a modello del bere quello tradizionale, legato ai pasti. Per tutte le donne al di sopra dei 25 anni la prevalenza delle consumatrici mediterranee è significativamente superiore a quello delle donne che consumano il vino secondo standard non mediterranei.

“La tv non aiuta: - prosegue Scafato - fiction e pubblicità mostrano il bere in un contesto di normalità e sempre più spesso lo associano ad immagini di successo, anche attraverso il ricorso a testimonial d’eccezione che tanta influenza hanno sui giovani. Modelli di promozione del bere che focalizzano più sulle persone, sui sentimenti che sulle qualità del prodotto e che dovrebbero, comunque, proporre stili di consumo che sollecitino moderazione per poter dare ai ragazzi la corretta informazione ed evitare di costruire immaginari ingannevoli”. L’80% dei ragazzi intervistati, circa 600, ha espresso un giudizio positivo sul progetto “Il Pilota” e pensa che l’iniziativa promossa dal Ministero della Salute sia adatta a promuovere la sicurezza alla guida tra i giovani. Ma meno del 50% gradirebbe essere scelto dagli amici come “Pilota” e accettare di non bere. Così ha detto il 47,4% dei maschi e circa il 40% delle ragazze.


REDATTORE SOCIALE
Aumenta il consumo fuori pasto soprattutto tra i giovani. Ubriaco il 2,1% dei ragazzi 11-15 anni

I comportamenti a rischio secondo l’Istat. L’abitudine a bere fuori pasto è più diffusa al Nord e nei piccoli comuni. Il binge drinking è più frequente tra i maschi e decresce tra gli adulti e gli anziani. Consumi più alti in discoteca

ROMA - Consumo di alcolici fuori pasto, episodi di ubriacatura concentrati in singole occasioni (binge drinking), e consumo di alcol in età precoce: sono questi i comportamenti a rischio per la salute secondo l’Istat.
Si beve sempre più fuori pasto - Dal 1998 al 2000 è aumentata la quota di persone che consuma almeno settimanalmente alcolici fuori pasto: dal 5,1% nel 1998 al 6,9% nel 2000 per la popolazione di 14 anni e più. Nel 2006 tra le persone di 11 e anni e più il 7% ha dichiarato di bere alcolici fuori pasto almeno una volta a settimana. Sono più gli uomini delle donne a farlo (11,6% contro 2,7%) e in particolare i giovani: una quota rilevante di persone che consuma alcol fuori pasto con cadenza almeno settimanale si registra già tra 18-19 anni (15,5% dei maschi e 6,3% delle femmine) e raggiunge il massimo tra 20 e 24 anni (15,5%), con forti differenze di genere (22,1% dei maschi e 8,6% delle femmine). Nella fascia di età successiva (25-29 anni) la quota si mantiene elevata (20,3% maschi contro 5,6% femmine), decrescendo all’aumentare dell’età. Quattro uomini ogni donna consumano alcolici fuori pasto. Tale prevalenza si riduce tra i giovani, mentre dopo i 35 anni risulta oltre la media. L’abitudine a bere alcolici fuori pasto è più diffusa nell’Italia Nord-orientale, Friuli- Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Veneto. La quota inoltre è più elevata tra quanti vivono nei piccoli comuni (9,9% nei comuni fino a 2 mila abitanti. Tra le donne, a parità di età, sono soprattutto le laureate (4,9%) a bere alcolici fuori dai pasti, mentre tra gli uomini sono principalmente gli adulti e gli anziani meno istruiti.
Il binge drinking - Nel 2006 l’8,4% della popolazione di 11 anni e più ha dichiarato di aver consumato alcol in eccesso in una sola occasione almeno una volta negli ultimi 12 mesi. La quota è in aumento rispetto a quanto rilevato alla fine del 2003 (7,1%), anno in cui l’Istat ha rilevato per la prima volta il fenomeno. Si tratta di un modello di consumo che caratterizza prevalentemente i giovani: l’andamento per età è fortemente asimmetrico con un picco nelle fasce 20-24 anni (15,6%) e 25-29 anni (16,1%). Le differenze di genere sono rilevanti, con una netta prevalenza maschile per tutte le fasce d’età. Tra i minori dichiarano di essersi ubriacati almeno una volta nell’anno il 2,1% dei ragazzi di 11-15 anni (2,6% dei maschi e 1,5% delle femmine); tra i 16-17 anni la quota è del 12,1% (16% dei maschi e 8,2% delle femmine); tra i 18-19 anni la quota raggiunge il 15,3% (22,1% dei maschi e 8% delle femmine). Dopo i 25 anni il fenomeno ha poi un andamento gradualmente discendente con l’età e si accentuano le differenze di genere. Oltre la metà di quanti hanno dichiarato di essersi ubriacati negli ultimi 12 mesi lo ha fatto da 1 a 3 volte (51,4%), ma ben il 17,3% da 4 a 6 volte. La quota di persone che hanno bevuto nella stessa occasione 6 o più bicchieri di bevande alcoliche più di 12 volte nell’anno è pari al 6,7%. Il binge drinking è un’abitudine più diffusa nell’Italia settentrionale (10,2% Nord-est e 9,6% Nord-ovest) dove il fenomeno si verifica anche con maggiore frequenza. Il binge drinking (da solo o associato all’uso di alcolici fuori pasto) secondo l’Istat è più frequente tra i giovani, soprattutto maschi, e decresce tra gli adulti e gli anziani, mentre il consumo di alcolici fuori pasto quando non è associato all’abitudine ad ubriacarsi, pur essendo maggiormente elevato tra i giovani, si mantiene più o meno costante anche tra gli adulti fino a 74 anni, per decrescere tra gli ultrasettantacinquenni.
Più alti i consumi per chi frequenta la discoteca - Tra chi frequenta le discoteche la quota di quanti dichiarano un comportamento di consumo a rischio è più alta. Coloro che consumano solo alcol fuori pasto sono il 6,9% (rispetto al 3% di coloro che non vanno in discoteca), percentuale che sale se consideriamo soltanto i maschi (9,2% contro 5,2% delle femmine). Per le ubriacature non associate ad altri comportamenti a rischio si hanno quote di diffusione ancora più elevate (10% tra coloro che vanno in discoteca contro 3,9% di coloro che non ci vanno), anche in questo caso è un comportamento più caratterizzato al maschile (13,6% contro 6,7%). Inoltre risulta più elevata anche la quota di coloro che associano binge drinking e consumo fuori pasto alla frequentazione di discoteche (6,7% rispetto all’1,7% di chi non le frequenta), in particolare tale percentuale sale tra i maschi (10,6% contro 3,3% delle femmine), soprattutto giovani fino a 24 anni e adulti fino a 44 anni (rispettivamente 11,7% e 11,5%).
I minori i più a rischio - Nel 2006 in Italia i ragazzi di 11-15 anni che dichiarano di aver bevuto almeno una volta negli ultimi 12 mesi sono il 18,6%, nonostante abbiano un’età inferiore a quella prevista dalla legge per la somministrazione di alcolici (16 anni). Le differenze di genere sono più contenute rispetto alle altre classi di età (20,7% tra i maschi e 16,2% tra le femmine). Tra i ragazzi di 11-15 anni l’1,4% consuma alcolici fuori pasto almeno una volta a settimana e il 2,1% si è ubriacato almeno una volta nell’anno (2,6% tra i maschi e 1,5% tra le femmine).
Tra i ragazzi di 16-17 anni emerge un quadro ancora più critico: uno su due ha consumato alcolici nell’anno e la quota di maschi è superiore a quella delle femmine (61,3% contro 47,6%). Le differenze di genere, anche in questo caso, sono inferiori rispetto alle fasce di età degli adulti. Il 7,8% dei maschi consuma alcolici tutti i giorni (contro il 3,3% delle ragazze), il 9,4% beve alcolici fuori pasto almeno una volta a settimana (contro il 5,6% delle ragazze); il 16% ha dichiarato di essersi ubriacato almeno una volta negli ultimi 12 mesi (contro l’8,2% delle ragazze) e di questi uno su quattro si è ubriacato più di tre volte nell’anno.


REDATTORE SOCIALE
Ferrero: ’’In Italia sottovalutato il problema alcool’’. Interventi sulla pubblicità

Il ministro all’Alcohol prevention day dell’Iss annuncia un giro di vite sugli spot televisivi che associano il consumo di alcolici al successo sociale e al benessere

ROMA - "Finora in Italia non si é fatto nulla", c’e’ stata una "sottovalutazione dei problemi legati all’alcol, pecche fa parte della cultura del nostro Paese". Lo ha detto oggi all’Alcohol prevention day dell’Istituto superiore della Sanità il ministro della Solidarieta’ sociale, Paolo Ferrero. Secondo quanto riferito dall’Agenzia Dire Ferrero ha annunciato che é in arrivo, sul modello francese e come già previsto per le sigarette, un giro di vite sugli spot televisivi che associano il consumo di alcol al successo sociale e al benessere. Il provvedimento riguarderà anche le etichette delle bottiglie di alcolici, a partire da 1,2 gradi (quindi birra, vino e a crescere), un messaggio informativo. "Abbiamo predisposto un disegno di legge, che dovrebbe andare in Consiglio dei ministri nelle prossime settimane - ha detto il ministro all"Agenzia - che vieta, come in Francia, la pubblicità degli alcolici in tv". Non sarà un divieto a 360 gradi: "Intendiamo riportare la pubblicità degli alcolici al livello informativo, ma vogliamo rompere invece il legame tra consumo di sostanze e successo, benessere, modello sociale positivo". Altro tassello della strategia di prevenzione del governo contenuto nel disegno di legge annunciato da Ferrero é l’introduzione, sulle etichette degli alcolici, di "messaggi di tipo informativo - ma c’e’ ancora una limatura in corso, avverte il ministro- per segnalare che l’abuso di alcol fa male alla salute". Ferrero tranquillizza i consumatori moderati di alcolici: "Parlare di abuso significa che non c’e’ il proposito di arrivare ad un consumo zero".


BLOGOSFERE
Il Ministro Ferrero vuole limitare la pubblicità degli alcolici: proposta indecente?

Pubblicato da don Paolo Padrini

L’aveva promesso il Ministro Ferrero e lo sta realizzando. Ovvero un disegno di legge per limitare la pubblicità di superalcolici ed alcolici.

La notizia è di oggi. Secondo il Corriere della Sera l’intenzione del Ministro è quella di limitare la pubblicita’ degli alcolici in televisione e sui giornali per ragazzi.
E’ questo lo scopo di un nuovo disegno di legge che sara’ presentato nelle prossime settimane al Consiglio dei ministri. Lo ha annunciato il ministro della Solidarieta’ Sociale Paolo Ferrero.
L’obbiettivo, ha spiegato Ferrero, ’’e’ vietare la pubblicita’ degli alcolici che fa riferimento al legame tra uso di sostanze alcoliche e successo della persona’’. ’’L’idea - ha aggiunto il ministro - e’ riportare la pubblicita’ degli alcolici al puro elemento informativo’’ perche’ sara’ consentito dare informazioni sull’esistenza di un prodotto alcolico e sulle sue caratteristiche. I limiti riguarderanno tutte le bevande con una gradazione superiore a 1,2: quindi birra, vino e superalcolici.
Per Ferrero l’importante ’’e’ rompere il legame che esiste nell’immaginario giovanile tra uso di sostanze e capacita’ di costruire relazioni significative e di successo nel gruppo sociale".
Questa proposta va certamente incontro ad alcune richieste che vengono dalla società. Io stesso che cerco di occuparmi di sicurezza sulle strade, anche nei termini di una educazione alla responsabilità da parte dei ragazzi, credo che sia giusto riflettere sulla "cultura" dell’alcol (una certa cultura...ovviamente) che spinge i ragazzi ad un uso non responsabile di queste sostanze.
Il problema però che rimane è secondo me l’ambiguità di una iniziativa di questo genere. Posta infatti in questi termini (o meglio nei termini che si individuano sulla stampa) l’iniziativa è soggetta a diverse critiche: c’è solo una cultura del bere irresponsabile o anche una cultura del "buon bere"? Si può distruggere quello che il ministro chiama "legame legame che esiste nell’immaginario giovanile tra uso di sostanze e capacita’ di costruire relazioni significative e di successo nel gruppo sociale"? Oppure la situazione è molto più complessa? (*)

Pur facendo io spesso un discorso di tipo culturale, rimango molto perplesso in merito a questo tipo di iniziative.
Sarei infatti più disposto a vedere inaspriti alcuni controlli su comportamenti effettivamente dannosi o su situazioni che portano di fatto ad un uso irresponsabile di superalcolici (mi riferisco ad esempio alla vendita sulle autostrade).

(*) Nota: intervenire sulla pubblicità è in effetti molto complesso. Non fosse altro perché è molto difficile definire dei parametri oggettivi ai quali deve necessariamente fare riferimento la normativa. L’alcol è la più importante causa di mortalità giovanile, di fronte all’enorme sofferenza causata dagli alcolici ogni forma di pubblicità diventa immorale.


ASCA

ALCOOL: COLDIRETTI, BENE INFORMAZIONE SENZA ALLARMISMI GENERALIZZATI 

Roma, 12 apr - Le campagne di informazione devono aiutare a fare chiarezza e a promuovere modelli di consumo positivi senza creare allarmi generalizzati e ingiustificati. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’annuncio del Ministro della Solidarieta’ Sociale Paolo Ferrero sulla prossima approvazione in Consiglio dei Ministri di un disegno di legge che limita la pubblicita’ degli alcolici in televisione e sui giornali e che prevede sulle confezioni etichette che avvertono sui pericoli dell’abuso di alcool per la salute. Occorre distinguere nettamente - sottolinea la Coldiretti - l’abuso di alcol dal consumo ragionato di vino che in quantita’ moderate va sostenuto perche’ si e’ dimostrato essere, in ripetute prove scientifiche, positivo per la salute.
Le analisi degli esperti hanno evidenziato che nella societa’ moderna - continua la Coldiretti - cresce un consumo di vino meditato e ragionato che e’ l’espressione di uno stile di vita ’’lento’’ attento all’equilibrio psico-fisico ’’per stare bene con se stessi’’ che - sottolinea la Coldiretti - si contrappone al consumo sregolato di alcol che prevale soprattutto nelle giovani generazioni anche con la diffusione di ’’alcolpops’’ le bibite che contengono vodka e rum ma sono mascherate da innocui analcolici ’’ready to drink’’. Il fatto che almeno il 40 per cento degli oltre 30mila iscritti all’Associazione Italiana Sommelier sono giovani, dimostra - precisa la Coldiretti - che cresce tra le nuove generazioni la cultura della degustazione consapevole del vino, da contrapporre al consumo sregolato di alcol. Da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ismea/AcNielsen relativi al 2006 sugli acquisti domestici di vino si conferma la tendenza degli italiani a bere meno ma meglio, con un riduzione dell’1,9 per cento nel numero delle bottiglie acquistate, ma un aumento record dell’11,3 per cento, vola in Italia la spesa per gli acquisti familiari dei
vini a denominazione di origine confezionati (DOC/DOCG) che ha praticamente raggiunto in valore quella per i vini da tavola. Una tendenza che conferma la crescente attenzione verso l’acquisto di prodotti certificati e legati al territorio che trovano la massima espressione nel settore vitivinicolo nazionale che puo’ contare su 311 doc, 32 docg e 117 igt. Un patrimonio che - precisa la Coldiretti - ha offerto un contributo determinate a far raggiungere al settore vitivinicolo nel 2006 un fatturato record di 9 miliardi di Euro con 700mila occupati. (*)

(*) Nota: l’idea di prevenzione dei problemi alcol correlati della Coldiretti potrebbe essere riassunta con lo slogan “coltura, non cultura”.


VIRGILIO NOTIZIE

ALCOL/ PORETTI: ASSURDO DIVIETO DDL PROPOSTO DA FERRERO

Nulla farà per una concreta soluzione del problema

Roma, 12 apr. (Apcom) - Per Donatella Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno e segretario della commissione Affari Sociali della Camera, il ddl annunciato oggi dal ministro per la Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, per imporre limiti alla pubblicità degli alcolici in tv e sui giornali destinati ai giovani è "un assurdo divieto che nulla farà per una concreta soluzione del problema".
"Alcune settimane fa il ministro, durante un’audizione in commissione Affari Sociali, rassicurandoci per l’ennesima volta sull’imminente presentazione di un disegno di legge sulle tossicodipendenze (che ancora non c’è stato), accennò anche a questo provvedimento per fronteggiare il problema dell’alcol, ufficializzato, poi, oggi. I problemi del consumo di droga e alcol - spiega Poretti - sono, infatti, accomunati dalla questione della dipendenza e dai danni da sostanze legali e illegali. Nonostante le notizie sempre più allarmanti sull’aumento dei consumi di queste sostanze, è stato deciso di affrontare il problema dell’alcol con l’ennesimo divieto, in questo caso di pubblicità".
"E si continua ad ignorare - continua Poretti - che rendere più proibita una sostanza di largo consumo non fa altro che incrementarne i consumi, proprio come avviene oggi con le droghe illegali. E quegli stili di vita che sono oggi esaltati nelle pubblicità tv in relazione al consumo di alcool, col divieto avrebbero maggior fascino sui giovani. Nel frattempo i dati diffusi nella Relazione annuale della Direzione centrale antidroga del Viminale parlano di un continuo aumento del consumo di droga con la comparsa di nuovi fenomeni come quello dello ’sniffing’, cioè l’inalazione di droghe facilmente reperibili sul mercato quali colle e solventi".

"Forse il ministro Ferrero - conclude - vuole risolvere la situazione con il divieto di pubblicità delle colle? Auspico che così non sia,e che si affronti il problema in modo rispettoso delle volontà individuali, cioè con l’informazione e quindi una maggiore consapevolezza di ognuno su ciò che sia buono o meno per se stessi in relazione con la società...".


VIRGILIO NOTIZIE

ALCOL/ MURA:PORTARE DIVIETO A 18 ANNI PER TUTELARE MINORI

Doveroso prendere tutte le misure necessarie

Roma, 12 apr. - Per Silvana Mura deputata di Idv "i dati resi noti oggi dall’Istituto superiore di sanità circa il consumo di alcolici da parte dei minorenni è estremamente preoccupante".
"Se sono almeno 700 mila i ragazzi al di sotto dei 16 anni che consumano alcol, se il 67% dei giovani tra i 13 e i 15 anni beve alcolici il sabato sera e il 20% di questi dichiara di ubriacarsi nei fine settimana, non si può rimanere inerti ma è urge prendere immediatamente provvedimenti adeguati. Le misure proposte dal ministro Ferrero - spiega Mura - sono certamente un primo passo in questo senso, ma riteniamo che almeno per i minorenni si debba fare molto di più". "Quello che Italia dei valori ha già proposto nella mozione presentata in merito alle stragi del sabato sera e che oggi ribadiamo con forza è di applicare il divieto di somministrazione e vendita di alcolici ai minori di 18 anni e vigilare affinché il divieto venga rispettato effettivamente. Sono misure che il Ministro della salute aveva già provato ad inserire, purtroppo senza successo, in finanziaria e che ora alla luce di questi dati chiediamo vengano riconsiderate quanto prima. Considerati i molteplici danni che il consumo smodato di alcol arreca alla salute - conclude - è doveroso prendere tutte le misure necessarie per tutelare almeno i più giovani".


VIRGILIO NOTIZIE

ALCOL/ BERTOLINI: RIMEDI DI FERRERO SEMPLICI PALLIATIVI

Il ministro proibizionista ad intermittenza

Roma, 12 apr. (Apcom) - "I rimedi annunciati dal ministro Ferrero costituiscono dei semplici palliativi. Occorre informare, sì, ma soprattutto prevenire, attraverso regole più restrittive che costituiscano effettivi deterrenti all’abuso di alcolici. In tal senso, sono molto preoccupanti i dati relativi alle giovani generazioni soprattutto perchè strettamente correlati alle stragi del sabato sera". Lo dice Isabella Bertolini, vicepresidente dei deputati di Forza Italia, intervenendo sulle proposte del responsabile del dicastero della Solidarietà sociale.
"Perchè il ministro, giustamente preoccupato dalla diffusione dell’uso di alcool in Italia, non assume lo stesso atteggiamento proibizionista nei confronti delle sostanze stupefacenti? Tra i giovani è in continuo aumento soprattutto l’uso di droghe. Ma su questo - conclude - il governo pensa bene di innalzare il quantitativo minimo di cannabis consentita per uso personale. Si usano due pesi e due misure. Sconcertante". (*)
 

(*) Nota: è sicuramente vero che esistono due pesi e due misure per alcolici e droghe illegali, ma non si può certo sostenere che l’alcol ne sia svantaggiato. Misure come la limitazione della pubblicità non sono nemmeno lontanamente paragonabili alle restrizioni per le droghe illegali, come ad esempio la punibilità per la loro detenzione.


L’ADIGE

Inizia stasera un ciclo di incontri su alcol, problemi psichici e tossicodipendenze. Al termine mostra fotografica

I giovani di Cembra attenti al disagio sociale

CEMBRA - Inizia stasera con un incontro su «Alcolismo, alcol e guida», il nuovo progetto riservato ai giovani organizzato dall’assessorato alle politiche giovanili di Cembra. L’iniziativa, che fa seguito al fortunato lavoro di approfondimento storico ed apprendimento delle tecniche documentaristiche e cinematografiche svolto lo scorso anno utilizzando come falsariga il passaggio in Val di Cembra sul finire del 1400 del pittore Albrecht Durer, sarà realizzata con il contributo del Comprensorio C5 e vede il Gruppo giovani di Cembra parte attiva nella preparazione degli appuntamenti. «Il tema è stato scelto dai giovani - conferma l’assessore Fabrizio Gottardi -. Se vogliamo una dimostrazione e una risposta al mondo adulto, per dire che i giovani non sono quelli che spesso siamo tenuti a pensare: un problema». In realtà, il progetto che ha come finalità quello di realizzare una mostra fotografica avente per tema il disagio sociale, è già iniziato. Stanno volgendo al termine, infatti, i quattro incontri a cura del Gruppo foto amatori di Segonzano pensati per dare ai ragazzi le nozioni tecniche fondamentali per utilizzare al meglio la macchina fotografica. Quella che inizia stasera (appuntamento alle 20.30 in sala consiliare a Cembra a cui tutta la popolazione è invitata), è la seconda fase del progetto articolata su quattro serate formative. Oggi ed giovedì prossimo Katia Guerriero, coordinatrice del servizio alcologia di Trento e della Valle dei Laghi, parlerà di alcolismo, alcol e guida. Giovedì 3 maggio il tema sarà quello del disagio psichico ed a trattarlo sarà il dottor Claudio Agostini, responsabile del Centro di salute mentale di Trento. La vasta problematica delle tossicodipendenze costituirà infine oggetto dell’incontro del 17 maggio a cura del dottor Valerio Costa direttore della comunità Camparta. Il progetto giovani si chiuderà quindi con l’esecuzione e l’esposizione di fotografie in grado di rappresentare il disagio.


LA PROVINCIA DI COMO

Allarme a Como, ubriachi baby a 10 anni

Indagine dell’Asl tra i giovani: l’11% inizia a bere da bambino, il 7% sbronzo tre volte la settimana Sotto accusa cocktail e superalcolici In ospedale cinque casi di coma etilico ogni sabato notte

Como
Bevono già da ragazzi, anzi proprio da bambini. E hanno appena qualche anno in più quando si ubriacano almeno una volta alla settimana. E’ una rivelazione choc quella che piove su Como a proposito dei suoi giovani. A lanciare l’allarme è un’indagine dell’Asl. La rilevazione statistica dice che la prima birra, ma soprattutto il primo superalcolico, arriva addirittura prima dei dieci anni per il 10.9% dei nostri ragazzi. Un dato particolarmente preoccupante se si considera che l’età media europea di chi de butta con i drink è di 14 anni. Non solo. Sul Lario il 18.8% dei giovani ha avuto il battesimo dell’alcol tra gli 11 e i 12 anni e il 43.5% tra i 13 e 14 anni. Nella fascia di età che va dai 15 ai 19 anni, poi, «il 37.8% da una a cinque volte al mese beve 5 o più bevande alcoliche in due ore». Il fenomeno, che ha il suo picco in Alto Lago, riporta al tema della sicurezza anche stradale e della prevenzione sanitaria: «Soprattutto prima dei 16 anni non si deve bere», dicono ui medici. E lo dicono avendo sotto mano anche i 4-5 casi di coma etilico registrati ogni fine settimana in ospedale. Roncoroni a pagina 15


IL GAZZETTINO (Padova)

Nove su dieci dichiarano di essersi ...
Nove su dieci dichiarano di essersi ubriacati almeno una volta. La prima sbornia? Tra i 14 e i 15 anni soprattutto (47%), il 32% ha iniziato ad alzare pesantemente il gomito varcati i 16, il 13% addirittura appena dopo i 12. Perchè si trinca? Perchè gli alcolici sono buoni, perchè così fan tutti, per non sentirsi diversi, peggio emarginati, ma anche per socializzare, diventare protagonisti, essere più loquaci e meno imbranati con l’altro sesso. Il vino è consumato per lo più in famiglia mentre la birra è la prediletta alle feste, nei pub e nei bar. Cocktail e soft-drink sono invece i re incontrastati dei locali. I cattivi maestri sono spesso i familiari: il 5,8\% dei ragazzi pensa che mamma o papà abbia un problema di alcoldipendenza, il 12,4% ritiene che il congiunto debba smettere di bere. E’ quanto emerge dall’indagine conoscitiva sul consumo delle bevande alcoliche promossa dal Comune somministrando a 1.097 studenti tra i 15 e i 20 anni frequentanti gli istituti superiori Marchesi, Fusinato, Nievo, Natta, Selvatico, Ruzza, Pendola, Leonardo da Vinci un questionario predisposto dalla Società italiana di alcologia. Raccolti in un opuscolo, i dati verranno presentati durante la Settimana dedicata alla prevenzione delle alcoldipendenze ribattezzata "Voglio una vita responsabile". Dal 13 al 21 aprile gli assessorati comunali alle Politiche giovanili, diretto da Claudio Piron, e alle politiche sociali con Claudio Sinigaglia coinvolgeranno 33 classi di otto scuole superiori (Bernardi, Severi, Marchesi, da Vinci, Natta, Belzoni, Einaudi, Camerini-Rossi) che incontreranno esperti del settore e testimonials. Venerdì tutte le scuole di Padova sono invitate a dedicare un’ora di riflessione sulla dipendenza da alcol, il 13 e 14 si terrà al Papa Luciani la conferenza regionale "Donne e alcol" (in preoccupante ascesa la componente femminile), con la partecipazione di Emanuele Scafato dell’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga dell’Istituto Superiore di Sanità e direttore del Centro dell’Oms per la ricerca e la promozione della salute su Alcol e patologie alcol-correlate. Lunedì 16 aprile alla multisala Mpx le scolaresche incontreranno Julio Gonzales (il calciatore del Vicenza Calcio vittima di un incidente stradale che ha costretto i medici padovani ad amputargli un braccio) e il sociologo Claudio Cippitelli. Seguiranno per tutta la settimana confronti con professionisti del SerT, esponenti dei Carabinieri, approfondimenti sull’Aids con Gigi Dal Bon, che da anni convive con la malattia, riflessioni sull’adolescenza, la libertà e le sue dinamiche. «Il consumo di alcol è in aumento soprattutto tra i giovani padovani tra i quali sta prendendo piede il fenomeno del binge drinking, ritrovarsi a bere smodatamente nei fine settimana, soprattutto nelle piazze», sostiene Sinigaglia che ha inviato 200 lettere di sensibilizzazione ai gestori degli esercizi pubblici (di cui un’ottantina stranieri) mentre il sindaco Flavio Zanonato ha spedito 8.000 lettere alle famiglie con figli adolescenti. «Perchè - aggiunge Piron - il messaggio non può essere veicolato solo dalle istituzioni che pur in questa campagna concentrano sforzi, risorse e interventi».

Federica Cappellato


IL REDATTORE SOCIALE

ALCOL

’’Voglio una vita responsabile’’: il progetto di prevenzione all’abuso del Comune di Padova

Il 72% (quasi i tre quarti) dei giovani consuma bevande alcoliche una volta alla settimana, il 36% ha già fatto esperienza di ubriacatura. Indagine in 72 classi di scuole medie inferiori e superiori di città e provincia

PADOVA - "Voglio una vita responsabile”. Lo dice il Comune di Padova, nell’ambito di un progetto di prevenzione all"abuso di alcol tra i giovani che si inserisce nell’ambito del mese nazionale della prevenzione alcologica. Il problema, però, è che una vita responsabile la dovrebbero volere per primi loro, i giovani, cui l’iniziativa si rivolge. Eppure non è così: i dati parlano di una presenza piuttosto costante dell’alcol nella vita degli adolescenti, anche se non tale da portare necessariamente a una dipendenza. Secondo il Ser.T. (servizio per le tossicodipendenze) dell’Ulss 16 padovana, il 72% (quasi i tre quarti) dei giovani consuma bevande alcoliche, con una frequenza di una volta alla settimana in prevalenza (621). Il 36% degli intervistati ha detto anche di avere già fatto esperienza di ubriacatura.
Questi sono solo alcuni dei dati emersi dall’indagine sul consumo di bevande alcoliche condotta in collaborazione con il Comune nell’aprile dell’anno scorso in 72 classi di scuole medie inferiori e superiori di Padova e provincia, coinvolgendo 1.689 ragazzi. Gli esiti dello studio sono ora riassunti in un volantino, che prende lo stesso nome dell’iniziativa - “Voglio una vita responsabile 2007” - e che sarà distribuito ai ragazzi assieme ad altro materiale informativo realizzato ad hoc.
Gli studenti coinvolti dall’indagine, 52% femmine e 48% maschi, hanno dimostrato maggiore “sensibilità” all’alcol una volta raggiunti i 14 anni di età. Tra le bevande più in voga la birra (753 ragazzi), seguita da alcol pops (658), dal padovanissimo spritz (590) e poi a ruota da vino, cocktail e liquori. Anche se la maggior parte dei giovani consuma queste bevande meno frequentemente di una volta a settimana, i numeri relativi a chi lo fa più volte sono ugualmente preoccupanti: 244 ragazzi hanno dichiarato di bere alcolici 2-3 volte a settimana, 353 una volta a settimana e 48 beve tutti i giorni. D’accordo che si può trattare anche di un semplice spritz, ma il rapporto con l’età e la frequenza del bere non va ugualmente sottovalutato. Neanche a dirlo, i giovani padovani bevono soprattutto in occasione di feste (516), mentre il pub segue a ruota (220), e la discoteca si distacca per poco (180). 
Sul fronte della differenza di genere, “maschi e femmine consumano alcol all’incirca alla stessa maniera, anche se le femmine un po’ meno dei maschi e soprattutto con una frequenza inferiore: infatti la loro prevalenza è meno di una volta alla settimana, mentre quella dei maschi è più elevata - spiegano gli estensori della ricerca -. Per quanto riguarda le differenze dovute all’età, l’analisi delle correlazioni ha messo in evidenza che il consumo di alcolici aumenta con l’avanzare dell’età”.
Solo il 14% circa degli studenti beve ai pasti regolarmente e di questi la maggioranza è maschio (circa il 60%). È stata, infine, trovata una correlazione significativa tra l’età e l’essersi ubriacato: più i ragazzi sono grandi, maggiore è il numero di coloro che hanno avuto esperienza di un’ubriacatura. È lavorando su questi dati che il Comune di Padova ha messo a punto una serie di iniziative di prevenzione in questo mese di aprile. Da segnalare, ad esempio, la proiezione dello spot "L’alcol ti toglie di mezzo" realizzato all’interno della campagna "Alza la testa, non il gomito" e le testimonianze raccolte: da quella dello scrittore di "Karika vitale" Gigi Dal Bon a quella dell’esperto di tossicologia del Nucleo Carabinieri di Bolzano. Un altro importante momento è la testimonianza di Julio Gonzalez, calciatore del Vicenza che recentemente ha subito l’amputazione di un braccio a seguito di un incidente stradale, che verrà proposta alla Multisala Pio X in via Bonporti. Oggi, 13 aprile, si apre inoltre quarta conferenza regionale su alcol e donne ospitata nel centro congressi Papa Luciani. (gig


IL GAZZETTINO (Padova)

Mentre il Comune cerca di convincere ...

Mentre il Comune cerca di convincere i ragazzi a non stordirsi di spritz prima di cena, spingendo i baristi a proporre aperitivi analcolici, il comitato "Bar per il centro", capitanato da Federico Contin, sta organizzando il primo torneo di enodama. Il neologismo parla chiaro: al posto delle pedine bicchieri di vino, che vanno ovviamente non "mangiati" ma bevuti. Al vincitore, di conseguenza, toccheranno parecchie "ombre" di bianco e rosso. «Questa occasione ti darà la possibilità di avere ottimi guadagni, nuovi contatti con i fornitori, fidelizzazione dei clienti, e soprattutto una nuova occasione per conoscerci... perchè il nostro comitato è nato per farle le cose - scrive Contin nell’invito diramato ai colleghi - Enodama non vuole essere una mera promozione vinicola ma piuttosto una festa dal sapore innovativo e tradizionale allo stesso tempo». (*) I nomi dei dieci campioni selezionati nelle fasi eliminatorie saranno comunicati entro l’1 giugno. Le finali si svolgeranno in trenta bar estratti dalla giuria organizzatrice. Per le finalissime l’appuntamento è nelle piazze del centro storico. «Questa iniziativa vuole essere un punto di partenza di manifestazioni per questo 2007 che possano rilanciare i rapporti con la cittadinanza non solo giovanile - conclude Contin - dimostrando che l’attività di intrattenimento non è marginale per la società odierna, ma risulta come una insostituibile valvola di sfogo per tutti».
 

(*) Nota: Mentre il Comune cerca di convincere i ragazzi a non stordirsi di spritz prima di cena, spingendo i baristi a proporre aperitivi analcolici, il comitato "Bar per il centro", capitanato da Federico Contin, sta organizzando il primo torneo di enodama.

Per vincere una partita di enodama occorre bere una decina di bicchieri di vino. Se non bastasse il buon senso per capire che una simile iniziativa, organizzata nel mese della prevenzione alcologia e in contemporanea con iniziative locali di prevenzione, è indecente, c’è il codice penale che all’articolo 690 punisce chi cagiona l’ubriachezza in luogo pubblico.

Come in altre occasioni rivolgiamo un appello affinché chi lo desideri esprima la propria opinione per contrastare questa iniziativa.

Al sindaco sindaco@comune.padova.it,

All’assessore al commercio pieruzr@comune.padova.it,

All’assessore alle politiche giovanili: pironc@comune.padova.it,

Alla redazione di Padova de IL GAZZETTINO, andando alla pagina http://gazzettino.quinordest.it/Email.php3 e scegliendo come destinatario “redazioni locali” Padova

Se invierete copia del vostro messaggio a a.sbarbada1@tin.it e a robargen@libero.it la pubblicheremo nella nostra rassegna stampa.


IL, GAZZETTINO (Treviso)

LETTERE

TREVISO

Manca la volontà di contrastare la lobby di chi vende gli alcolici

Desidero esprimere il mio sostegno ai responsabili dell’Associazione Manuela che stanno pacificamente "occupando" la redazione del Gazzettino per chiedere una legge contro l’alcol.

Il Italia le lobby del vino e degli altri alcolici sono potenti: a differenza, per esempio, dei politici francesi, i nostri non hanno il coraggio né la reale volontà per contrastarle. Ricordo alcune delle notizie passate sulla stampa in questi ultimi anni:«Verrà revocata a vita la patente a chi uccide guidando ubriaco», «Verrà sospesa la somministrazione di bevande alcoliche nei locali notturni a partire dalle ore 2», «Verranno vietate la vendita e la somministrazione di bevande alcoliche nelle aree di servizio autostradali», «Verrà vietata la pubblicità delle bevande alcoliche», «Verranno vietate la vendita e la somministrazione di bevande alcoliche ai minori di 18 anni», «Verranno inserite sulle etichette delle bottiglie di vino, birra e alcolici avvertenze sui rischi legati al consumo».

Ogni volta che è uscita una di queste proposte di legge, si sono attivate le lobby dell’alcol. E i nostri parlamentari hanno prontamente fatto marcia indietro: nessuna di queste norme, che pure godrebbero ampiamente del consenso dell’opinione pubblica, è stata approvata.

Tanta propaganda, tanti proclami sui giornali, e poi nulla. L’interesse collettivo, la tutela della salute e della sicurezza di tutti i cittadini, vengono sacrificati, per tutelare l’interesse economico di qualcuno. Speriamo che, grazie anche al coraggio di chi oggi sta "occupando" il vostro giornale, qualcosa cominci finalmente a cambiare.

Sarebbe bello che questo cambiamento partisse proprio da Treviso, città che da troppo tempo si porta appresso il peso di una manifestazione come l’Ombralonga.

Alessandro Sbarbada


SARDEGNA OGGI

Minaccia di morte il padre aprendo il gas

Un disoccupato sassarese è stato arrestato da agenti della Squadra Volante della Questura per maltrattamenti in famiglia. Rientrato ubriaco nella casa dei genitori e dopo una violenta lite con l’anziano padre, lo avrebbe minacciato di morte e costretto all’interno dell’appartamento, chiudendo porte e finestre e poi aprendo il gas di due bombole. Gli agenti lo hanno sorpreso in camera da letto, vicino ad una bombola aperta, alla ricerca di un accendino per far partire l’incendio.


VARESENEWS

Cugliate Fabiasco - Lite sedata dai carabinieri: i due ragazzi ubriachi si sono "affrontati" in casa

Una coltellata sul viso al fratello, denunciato

Una lite per futili motivi, "alimentata" dall’alcol, che poteva degenerare in tragedia. Protagonisti due fratelli di Cugliate Fabiasco che, rientrati a casa ubriachi, in via Piazzetta, intorno alle 4 di questa mattina, giovedì 12 aprile, hanno cominciato a litigare. Presenti in casa i genitori dei due giovani di 27 e 26 anni. La madre ha cercato inutilmente di calmarli senza riuscirci: ad un certo punto uno dei due, il fratello minore, ha afferrato un coltello e ha sferrato un colpo al viso al maggiore, ferendolo al naso. A quel punto la madre ha chiesto l’intervento dei Carabinieri della Compagnia di Luino che in pochi minuti sono arrivati sul posto insieme ai sanitari del 118. Il giovane ferito è stato medicato all’ospedale di Luino e la prognosi è di dieci giorni. Per l’accoltellatore è scattata una denuncia a piede libero per lesioni. 


 

ITALIA SERA

Milano/Accoltellata alla gola in metrò

Una romena di 29 anni è stata accoltellata alla gola da un connazionale mentre era in una stazione della metropolitana a Milano. Immediato l’intervento dei sanitari, che hanno trasportato d’urgenza la donna al Policlinico, ma non sono riusciti a salvarle la vita. L’aggressore, fermato poco dopo da una volante avvertita dal personale dell’azienda dei trasporti, sarebbe l’ex marito della vittima. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l’aggessione è avvenuta intorno alle 19 nella stazione di

Venerdì, 13 Aprile 2007
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