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Notizie brevi 31/03/2007

Porto San Giorgio
La merce recuperata ha un valore complessivo di 370 mila euro circa - Maxi sequestro di scarpe e moto rubate
La polizia stradale di P.S. Giorgio recupera tre autocarri lungo la A14 pieni zeppi di refurtiva


Foto Blaco

Tre autocarri pieni zeppi di refurtiva. Un colpaccio, quello messo a segno dalla polizia stradale di Porto San Giorgio che, nel giro di pochi giorni, ha rinvenuto materiale per un valore complessivo di 370 mila euro circa.
Di cosa si tratta? Il comandante della sottosezione Antonio Suriano viene in aiuto facendo un dettagliato inventario: “Abbiamo sequestrato circa settecento paia di scarpe di marche prestigiosissime destinate al commercio al dettaglio e rubate nei giorni scorsi. Erano chiuse in otto diversi scatoloni contenuti all’interno di un autocarro Fiat Iveco taroccato”. Che vuol dire? Che si tratta di un mezzo clonato dunque identico, rispetto ad uno regolarmente in circolazione. Stessa targa, stesso modello.
“Abbiamo poi sequestrato - spiega ancora il comandante della polizia - venticinque tra motoveicoli e motocicli tipo scooter di ultima generazione ancora da immatricolare, originariamente destinati ai punti vendita per l’immissione sul mercato”. Il furto di questi ultimi era stato commesso giorni fa in Lombardia. Anche gli scooter erano chiusi all’interno di un autocarro Fiat Iveco, stavolta rubato nella stessa zona. E non è finita qui.
Dentro un autocarro Fiat 35 risultato rubato, gli uomini di Suriano hanno rintracciato una Fiat Panda ultimo modello, immatricolata da poco, anch’essa rubata, che rielaborata sarebbe stata riciclata su condiscendenti mercati esteri. Il valore totale di tutta la merce sequestrata è, appunto, di circa 370 mila euro. Un brutto colpo per la criminalità che si è vista sottratta questa cospicua quantità di roba. Un soggetto per i tutori della sicurezza pubblica e della legalità.
Il ritrovamento dei mezzi e conseguentemente della refurtiva è avvenuto, come si diceva, nei giorni scorsi in distinte operazioni. Tutte si sono svolte nel tratto autostradale di competenza della polizia stradale di Porto San Giorgio ovvero tra i caselli di Ancona sud e San Benedetto del Tronto.
Non è stato possibile, per il momento, rintracciare né i conducenti degli automezzi né gli eventuali diversi responsabili dei furti. Tutti e tre gli autocarri sono stati infatti abbandonati lungo la strada e i conducenti se la sono data a gambe. Come è possibile? Le ipotesi possono essere le più disparate e anche in questo caso è l’esperienza investigativa di Suriano a venire in aiuto. “Talvolta basta che i conducenti di questi mezzi rubati vedano una pattuglia della polizia per convincersi a lasciare tutto e scappare”. Altre volte abbandonano ogni velleità di fuga nelle aree di sosta degli autogrill perché magari capiscono che c’è troppa polizia in giro e dunque è meglio non rischiare di essere scoperti. Altre volte, specie quando c’è un satellitare a bordo, il mezzo si blocca e non resta che dileguarsi a piedi.
Spesso c’è da metterci anche l’occhio allenato e agile degli agenti che, durante il servizio, specie di fronte a furgoni e camion, controllano rapidamente la targa o si lasciano guidare dal fiuto, spesso stuzzicato da comportamenti, atteggiamenti e modi di fare dei conducenti che non riescono a nascondere la loro vera natura.
Insomma, un insieme di componenti che agiscono in contemporanea e che finora hanno portato a buoni frutti. “Sono in corso attive indagini - spiega ancora il comandante della sottosezione Suriano - volte ad individuare gli autori dei furti che non si esclude possano essere tra loro collegati ovvero professionisti del settore inquadrati nell’allarmante fenomeno del cosiddetto pendolarismo criminale e, pertanto, concretamente inseriti nel tessuto malavitoso”.
Tutti i mezzi e la merce recuperata sono stati sottoposti a sequestro penale e messi a disposizione della competente autorità giudiziaria. Questi sequestri arrivano a distanza di pochi giorni dal recupero, sempre per mano della stradale di Porto San Giorgio, di numerosi computer, navigatori satellitari e altri oggetti digitali che aveva portato alla denuncia di due campani.


Da “Corriere Adriatico”


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Sabato, 31 Marzo 2007
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