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Rassegna stampa Alcol e guida del 26 febbraio 2007

A cura di Roberto Argenta e Alessandro Sbarbada

Invitiamo i lettori di questa rassegna ad aderire a questa importante iniziativa.

Il Piano d’Azione Europeo sull’alcol indica tra i suoi obbiettivi la riduzione delle pressioni esercitate sui giovani per incitarli a bere.

L’adesione al manifesto proposto dall’ASAPS è un’occasione per tradurre in pratica questo obbiettivo.


ASAPS

Sottoscrivi il manifesto

NO AGLI OPEN BAR!

Invia la tua mail di adesione a noopenbar@asaps.it,

La dilagante moda degli “Open Bar” che si è oramai diffusa in tutti i locali della Penisola, sta massicciamente incentivando il consumo di alcol fra i giovani proprio nel momento in cui il Governo tenta di studiare nuove strategie di contrasto per frenare il consumo e l’abuso di alcolici.

Per pochi euro, e talvolta in maniera persino gratuita, i clienti dei locali notturni vengono attratti dal “miraggio” di poter bere in quantità elevate senza la minima preoccupazione, grazie anche ad una costante opera di pubblicizzazione di simili iniziative.

A farne le spese, come spesso capita, sono i giovani, che ogni anno pagano un tributo di oltre 600 vittime mortali e 20.000 feriti in incidenti stradali.

Sono sempre gli stessi giovani la categoria più colpita dagli eventi infortunistici delle notti di fine settimana che, da sole, fanno registrare un numero di incidenti pari a quello rilevato nelle restanti notti.

Per questo motivo l’Asaps dice BASTA AGLI OPEN BAR e lancia un monito a tutto il Paese per contrastare il diffondersi di questa assurda e deplorevole moda.

L’Asaps chiede a tutti gli Enti, le Associazioni ed i Soggetti sia pubblici che privati che si occupano di circolazione e sicurezza stradale di sottoscrivere questo manifesto, che verrà pubblicizzato in occasione della “Settimana Mondiale della Sicurezza Stradale” prevista dal 23 al 29 aprile p.v.

Nel contempo, chiede anche con forza che il Governo prepari una legge in grado di limitare la vendita degli alcolici con particolare riguardo ai minori.

Giordano Biserni Presidente Asaps


ASAPS

PERCHE’ NO AGLI OPEN BAR

Una battaglia civile per tutelare sulla strada la vita dei giovani

Aderisci anche tu al nostro manifesto noopenbar@asaps.it, 

L’Asaps scende in campo per dire no e contrastare l’assurda e deplorevole moda dei cosiddetti “open-bar”, cioè la vendita a prezzi stracciati - o talvolta l’offerta gratuita - di alcolici in quantità illimitata all’interno di pub, discoteche e locali notturni in genere.

L’iniziativa prende il via dopo che un locale di Reggio Emilia, il “Geco Club”, aveva ampiamente pubblicizzato con un volantino dal titolo “Bevi fin che vuoi”, la possibilità di assumere alcolici in quantità a fronte di un esborso da 5 a 10 euro a seconda se uomo o donna.

Subito sono scattate le proteste della sezione reggiana dell’Asaps, cui hanno fatto eco altre analoghe prese di posizione soprattutto da parte delle associazioni dei genitori ed in particolare dell’Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada, per culminare con un sit-in davanti al locale che ha visto venerdì scorso la partecipazione di decine di cittadini.

Il problema, naturalmente, non è circoscritto alla città emiliana e non investe pochi locali, visto che la moda degli “open-bar” è sempre più diffusa su tutto il territorio nazionale e in tantissimi luoghi di aggregazione giovanile, come facile richiamo per i tanti giovani che vivono la notte.

Per questo motivo, proprio in un momento storico dove le statistiche evidenziano l’alto consumo di alcolici fra i giovani, l’Asaps alza il suo grido e chiede a tutta la società civile di dire NO AGLI OPEN-BAR sottoscrivendo l’allegato manifesto.

Enti, associazioni e liberi cittadini potranno inviare le loro e-mail e aderire alla nostra protesta che rimane finalizzata esclusivamente a SALVARE LA VITA DEI TANTI GIOVANI, che ogni anno pagano un alto tributo di sangue proprio nelle notti di fine settimana.

Per farlo basterà inviare una e-mail al seguente indirizzo telematico: noopenbar@asaps.it,

Giordano Biserni Presidente Asaps


CORRIERE ADRIATICO

“Troppe stragi, una cinica inerzia”

PESARO

“Il mondo politico dovrebbe arrossire di vergogna per la cinica inerzia con la quale registra le stragi del sabato sera”.

Lo ha detto il deputato dell’Udc Carlo Giovanardi, commentando le notizia dei giovani morti e della famiglia di quattro persone in prognosi riservata inseguito all’incidente stradale accaduto alle porte di Cattolica. Una strage delle quale anche al ministro è arrivata notizia.

“E soprattutto dovrebbero vergognarsi - ha aggiunto Giovanardi - quei deputati che per un solo voto affossarono nella scorsa legislatura la proposta del Governo tesa ad attenuare i fattori di rischio (alcol, droga, orari, nomadismo da un locale all’altro, luci psichedeliche e musica assordante) che trasformano le notti del venerdì e del sabato in tragedie continue. Dall’opposizione oggi rivolgo un appello al futuro Governo e al Parlamento - ha concluso - per mettere mano ad un provvedimento che cerchi di limitare quella che oggi è la prima causa di morte dei giovani nel nostro paese”.

Venerdì l’ex ministro Giovanardi aveva preso parte, a Reggio Emilia, con una cinquantina tra genitori e rappresentanti di associazioni di volontariato, ad una iniziativa davanti al “Geco Club”, locale notturno al centro di polemiche per la scelta di offrire alla giovane clientela alcolici in quantità a fronte di pochi euro di spesa.

Ma la morte dei 4 giovani pesaresi, che ancora dovevano raggiungere il locale in Romagna, per festeggiare, è stata l’alta velocità più che lo stordimento.


IL GAZZETTINO

Due scontri frontali in Romagna e nel Salento a causa dell’alta velocità, cinque sono bruciati vivi nel rogo della loro Mini, gli altri erano su una Bmw 

Nove giovani muoiono nella follia del sabato sera 

Ventiquattro le vittime di incidenti stradali in questo week-end. Sollecitati controlli più severi sulle strade e tolleranza zero sulle infrazioni 

Roma

Il più grande aveva solo trent’anni anni, gli altri neanche arrivavano a 25; nove morti, nove giovani vite spezzate dalla follia del sabato sera: quattro sono morti mentre andavano in discoteca a Riccione per festeggiare i 18 anni di uno di loro, 5 sono bruciati vivi nell’auto diretta a Lecce, dopo aver mangiato una pizza a due passi da casa.

L’ennesima strage di giovani si è consumata ancora una volta sull’Adriatico; una strage che si va a sommare agli altri morti registrati nel weekend sulle strade italiane: 24 solamente tra sabato e domenica, di poco sotto la media indicata dai dati Istat del 2006 secondo i quali sono 15 i morti al giorno.

I due incidenti più gravi sono avvenuti a Lecce e Cattolica, 500 chilometri di distanza l’uno dall’altro. E stavolta non c’entrano nebbia o sfortuna: dai primi accertamenti, sembra sia stata l’alta a velocità la causa di entrambi gli scontri Massimiliano Geusa, 30 anni, Antonio Giannuzzi, 18, Giorgio Tario, 19, Cristian Serinelli, 25, Marco Laterza, 27 sono morti a bordo di una Mini, partita da Torchiarolo e diretta a Lecce.

Guidava Massimiliano: era andato a prendere i quattro che avevano cenato in una pizzeria del paese, per poi andare nel capoluogo salentino a chiudere la serata. Sulla rampa che immette nella superstrada Brindisi-Lecce, la Mini ha invaso la corsia opposta e si è scontrata frontalmente con una Mercedes.

Nell’urto, violentissimo, l’auto si è ribaltata e ha preso fuoco. Per i cinque ragazzi non c’è stato nulla da fare, bloccati nelle lamiere in fiamme. I vigili del fuoco hanno lavorato cinque ore per estrarre i loro corpi. Il conducente della Mercedes, un altro ragazzo di 30 anni, è stato ricoverato in prognosi riservata, ma le sue condizioni non sono gravi.

Filippo Melucci, 23 anni, Elisa Siliquini e Riccardo Procaccioli, 17, e Paolo Sorcinelli, 18, tutti di Pesaro, sono invece morti mentre andavano in discoteca. Anche loro in uno scontro frontale, anche loro dopo aver invaso l’altra corsia.

Alla guida della Bmw c’era Filippo, che aveva chiesto e ottenuto dal padre l’auto per festeggiare i 18 anni di Paolo. Sulla statale Adriatica, all’altezza di Cattolica, il ragazzo ha però perso il controllo - per l’altissima velocità dicono i primi rilevamenti - ed è finito contro un Suv Mercedes su cui viaggiava una famiglia. Tutti morti sul colpo i 4 ragazzi, feriti in modo molto grave gli occupanti del Suv, padre di 46 anni, madre di 39 e due bambini di 5 e 7 anni. «Ho il vuoto dentro» sono le uniche parole che il padre di Filippo è riuscito a pronunciare dopo aver saputo cosa era accaduto.

«Serve un controllo delle strade più serrato» ha invece ammesso il questore di Pesaro Benedetto Pansini, aggiungendo però che «più importante ancora è che gli enti locali e le Province promuovano servizi di trasporto collettivi per le discoteche, consentendo ai ragazzi di lasciare l’auto a casa».

«Non c’è tempo da perdere - ha aggiunto quasi sconsolato - tutti devono fare qualcosa». E Maria Burani Procaccini, responsabile minori di Forza Italia chiede misure «eccezionali» tra cui il divieto di guidare macchine sopra i duemila di cilindrata per gli under 25 e «pene severissime» per chi giuda ubriaco o commette infrazioni stradali. Come il Moige che chiede «tolleranza zero».

Intanto quello che resta è un lungo bollettino di morte: oltre ai nove giovani hanno perso la vita un pedone di 77 anni, investito a Civitanova Marche da un ’coetaneo’; un ciclista di 30 anni investito sulla Lecce-Gallipoli; una ragazza di 24 anni, morta in uno scontro frontale sempre nel leccese. E nel reggiano una donna di 52 anni, uccisa non dalla velocità ma dall’alcol: era sulla sua auto quando le è piombata addosso un’Audi con a bordo un giovane 25enne ubriaco. Ai controlli il suo tasso alcolico è risultato 3 volte superiore al limite consentito.


L’ARENA

LAVAGNO. Lezione di Truddaiu

Allarme dei carabinieri «L’80% dei ragazzi incontra la cocaina»

 Non capita tutti i giorni di avere il comandante della locale stazione dei Carabinieri come insegnante delle norme che regolano la convivenza civile fra cittadini. Ma tutti gli alunni della scuola secondaria di primo grado di Lavagno hanno avuto questa esperienza incontrando il maresciallo Gianfranco Truddaiu che dirige la stazione dei Carabinieri di San Martino Buon Albergo, Lavagno e Mezzane.

Più di un’ora dedicata in successione alle classi prime, secondo e terze per parlare di bullismo e di pedofili che possono girare attorno alla scuola, come di fatto è realmente avvenuto. Un fatto che, per fortuna, si è concluso con l’arresto del molestatore delle minorenni.

La lezione ha toccato anche i temi del patentino per la guida dei ciclomotori, che l’Istituto comprensivo di Lavagno prepara a conseguire; nonchè il problema degli incidenti stradali e delle droghe, realtà intimamente correlate fra loro.

Le immagini, crude ma reali, che il comandante ha mostrato ai ragazzi sono state molto più eloquenti di tante parole: giovani vite spezzate in scontri sulla strada assai spesso propiziati dall’uso o dall’abuso di sostanze stupefacenti, non ultimo l’alcool. «Le droghe», ha detto il comandante Truddaiu, «sono sempre più diffuse tra i ragazzini anche di 12, 13 anni. L’ottanta per cento dei giovani di età compresa tra i 16 e i 25 anni ha fatto uso, almeno una volta, di cocaina; il sessanta per cento di essi, poi, continua su questa strada».

Una sottolineatura particolare il maresciallo ha voluto dedicarla all’abuso di alcol tra i giovanissimi che, proprio nella nostra zona, interessa con una certa frequenza anche ragazzini di età compresa tra i 12 e i 14 anni. «Il connubio tra alcol e droga mette in grave pericolo la vita dei giovani che, sotto l’effetto degli allucinogeni, si illudono di essere i padroni del mondo».

Gli alunni hanno ascoltato con interesse quanto veniva loro detto ed hanno posto numerosi domande al comandante. «L’aiuto vero», ha concluso il maresciallo, «può venire dalla vostra famiglia, dalla scuola e dalle istituzioni, non ultimi anche gli stessi Carabinieri, che sono al vostro servizio».

Giuseppe Corrà


CORRIERE ADRIATICO

Un giovane anconetano dormiva in macchina. S’è scatenato quando la polizia l’ha fermato in una stazione di servizio

“Farete la fine di Raciti”. Ubriaco arrestato

Ancona - “Vi auguro di fare la fine di Raciti”. Così con calci e pugni un bancarellaro, poi arrestato, ha aggredito poco prima dell’alba di ieri due agenti della polizia. E pensare che gli uomini erano intervenuti insieme al 118 perché una segnalazione parlava di un possibile malore del ragazzo. Invece ne sono usciti E’ accaduto attorno alle sei. Un passante nota un’auto ferma in uno dei distributori di via Martiri della Resistenza e chiama la centrale di Ancona soccorso e il 113. Entrambi arrivano rapidamente sul posto. Il ragazzo, Marco Figini, anconetano di 33 anni, stando a una prima verifica bancarellaro in corso Mazzini, è come addormentato. In realtà, si verificherà subito dopo, in stato di ebbrezza. Alla vista del personale sanitario e dei poliziotti si lancia prima in insulti e poi aggredisci a calci e pugni i due agenti delle Volanti. Fuori da qualsiasi controllo. I poliziotti riescono a immobilizzarlo. Scatta l’arresto per resistenza a pubblico ufficiale e per lesioni. I due uomini della questura devono ricorrere alle cure del pronto soccorso. La prognosi è di cinque giorni per ciascuno. Ma brucia più di qualsiasi contusione quella frase pronunciata dal ragazzo, seguita ad una serie di insulti. “Vi auguro di fare la fine di Raciti”, ha urlato il bancarellaro ai due agenti. Ovvero del poliziotto rimasto ucciso durante la notte di sconti del 2 febbraio con gli ultrà fuori dello stadio Massimino al termine del derby Catania-Palermo. Una tragedia che non ha insegnato nulla.


CORRIERE ADRIATICO

Dopo avere devastato il noto locale nella centrale via Marsalail quartetto è fuggito portando via 450 euro depositati in cassa
Al rifiuto del barista di servire da bere lo minacciano obbligandolo a rifugiarsi nel bagno del bar

Quattro stranieri ubriachi rapinano il B.Eyes

PESARO - Ubriachi e scatenati, hanno rapinato il barista del B.Eyes, noto esercizio pubblico che ha sede nella centralissima via Marsala. E’ accaduto nella tarda serata di sabato, all’ora di chiusura.

Nel B.Eyes erano in corso le consuete faccende di fine serata, anzi di fine settimana, visto che il noto bar resta chiuso la domenica. Dopo una giornata di lavoro, anzi dopo una settimana, le ultime pulizie e tanta voglia di andare a casa. Nessuna voglia, invece, di concludere la serata alle prese con quattro stranieri ubriachi. Che volevano bere ancora. E hanno sollecitato il barman, che poi è il proprietario, a servire le bevande preferite.

Una legge, che purtroppo non viene applicata sempre, impone ai gestori di esercizi pubblici di non servire bevande alcoliche a persone che sembrano ubriache.

E così ha fatto, rigorosamente e legittimamente, il barman del B.Eyes.

Ma i lo avesse fatto. I quattro, visibilmente contrariati, hanno sollecitato il malcapitato a cambiare idea. E per meglio fare comprendere l’italiano stentato, hanno usato parole minacciose.

Impaurito, il barista si è rifugiato nel bagno, chiudendosi a chiave, sottraendosi così alle minacce degli scatenati avventori.

Che anziché allontanarsi pe evitare guai, hanno reagito nel peggiore dei modi, scatenando una furia alimentata dallo smodato uso di bevande alcoliche. Non potendo prendersela con il barista, hanno preso di mira le suppellettili, rompendo tutto quello che era alla loro portata, dalle sedie ai tavoli e forzando la cassa da cui hanno sottratto 450 euro.

Solo dopo essersi impadroniti del denaro hanno abbandonato il locale, allontanandosi indisturbati. Finalmente, il gestore ha potuto lasciare il bagno e dare l’allarme al 113. Sul posto è arrivata una pattuglia della Squadra Volante della polizia che ha cercato inutilmente di rintracciare il quartetto che rischia un processo per rapina.

Gli stranieri ubriachi che cercano di bere ancora la sera stanno diventando un problema praticamente quotidiano.


IL GIORNALE DI CALABRIA

Con la scusa del Carnevale compiono atti vandalici 

CROTONE. Un giovane finito in manette, altri sei denunciati a piede libero e una trentina identificati: è il bilancio finale dei tumulti scoppiati a Roccabernarda, nell’entroterra crotonese, con la scusa del carnevale. Tutto è iniziato quando un gruppo di giovani, travisati con maschere da carnevale, ha piazzato cassonetti dei rifiuti in mezzo alla strada bloccando la circolazione e tirando uova contro chiunque si trovasse a passare. Per un pezzo gli scalmanati hanno danneggiato cose e molestato persone finché sono intervenuti i carabinieri che hanno dovuto faticare non poco per riportare la calma, ma non hanno potuto fare a meno di ammanettare un giovane di 22 anni, Rosario Grisolia, che non voleva saperne di addivenire a miti consigli; il giovane è accusato di grida e manifestazione sediziosa, molestie, ubriachezza, resistenza a pubblico ufficiale, rifiuto di fornire le proprie generalità. I carabinieri hanno poi denunciato per assembramento non autorizzato altri sei ragazzi di Roccabernarda di età compresa tra i 15 e i 23 anni. Una scena praticamente identica era avvenuta la notte precedente anche a Cirò Marina dove un gruppo di circa venti giovani del luogo ha dapprima incendiato alcuni cassonetti dei rifiuti quindi ha preso a lanciare uova ma anche sassi contro i mezzi dei vigili del fuoco chiamati a spegnere l’incendio, fracassandone i vetri e provocando qualche contusione ai pompieri; sassi sono stati lanciati anche contro i carabinieri una cui autovettura è rimasta danneggiata. Dell’episodio ieri mattina si è discusso nel corso di una riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica; il prefetto Cardellicchio ha manifestato solidarietà ai vigili del fuoco ed ai carabinieri ed ha stigmatizzato l’accaduto auspicando che gli autori possano essere individuati e perseguiti. 


 

LA STAMPA

Novara

Ubriachi al volante sette patenti ritirate

Roberto Lodigiani – Sette patenti ritirate tra l’una e le 5 della notte tra sabato e domenica nel “divertimentificio” della provincia di Novara, alla rotonda di Castelletto Ticino. L’operazione di prevenzione è stata condotta dalla polizia stradale di Novara con l’intervento di due pattuglie.

La prova del “palloncino” ha permesso di inchiodare sette automobilisti che si erano massi alla guida pur avendo un livello alcolimetrico superiore al consentito. I sette automobilisti bloccati appartenevano ad una fascia di età compresa tra i diciotto e i quaranta anni e sono stati fermati non lontano dai numerosi locali notturni presenti nella zona.

Si sono rivelati più portati ad alzare il gomito gli automobilisti maschi con una netta maggioranza di sei presenze su sette. Nella rete di controlli tesa dalle forze dell’ordine è caduta anche una donna. (…)


CORRIERE DELLA SERA

Sponsor: addio sigarette e tabacco

Nuova Honda F1: la svolta ecologica

Sulla nuova monoposto solo un mappamondo disegnato. Ognuno potrà firmarne un pixel aiutando associazioni «verdi» 

ROMA - Niente sigarette ne’ altri sponsor «vecchio stile» sulla scocca della nuova Honda di Formula 1. Solo la Terra e i problemi dell’ambiente.

La casa automobilistici giapponese opta per una svolta ecologica. La nuova vettura, presentata oggi nel Natural History Museum di Londra sulla carrozzeria porta disegnato un gigantesco mappamondo. «Il cambiamento climatico è probabilmente il problema più sentito dalla comunità globale e la Formula 1 non ne è immune» ha spiegato il capo della scuderia, Nick Fry.

Un look nuovo, come mostrato anche dalle foto sul sito della Formula Uno, con il verde marrone delle terre emerse che si stacca dall’azzurro degli oceani, che ha costretto la scuderia giapponese a rinunciare anche a diversi sponsor: tutto in nome del rispetto ambientale.

«Noi crediamo che la Formula 1 con il suo enorme profilo globale possa giocare un ruolo importante anche cercando di trovare soluzioni al problema», spiega il team. Dietro alla scelta che è tutt’altro che estetica c’è anche la volontà di coinvolgere i molti tifosi delle monoposto: anche per questo la Honda ha fatto sapere che attraverso il sito www.myearthdream.com ognuno può avere l’opportunità di mettere il suo nome sulla RFa107 facendo una donazione ad associazioni che lavorano per la tutela ambientale. «La nostra macchina è la vostra macchina» è il messaggio che la Honda vuole veicolare. Così quanti faranno beneficenza «verde» sapranno che il loro sarà un pixel dell’immagine del pianeta terra disegnato sulla monoposto. «Ogni nome sarà visibile entrando nel sito, o al microscopio sulla macchina» ha aggiunto Fry.

ADDIO SIGARETTE - La Honda fino alla passata stagione, dopo aver comprato due anni fa la Bar, aveva come sponsor principale le sigarette Lucky Strike.

La Universal Music e Gatorade, che si erano uniti al team in questa nuova concezione di sponsorizzazione, si sono detti entusiasti. «La Honda Racing lavorerà attentamente con le associazioni ecologiste per sviluppare la già esistente sensibilità ambientalista nel mondo dei motori» ha detto Fry.

E a nuovi progetti, più sensibili all’emergenza inquinamento, guarda tutto il mondo della Formula uno, comprese le case costruttrici: tutti ansiosi di limitare gli sprechi di benzina e presentare una nuova immagine rivolta all’ attenzione ambientale. Un obiettivo non semplice, visti anche i consumi di carburante che i motori di Formula 1 prevedono. «La Honda ha un desiderio enorme di cambiamento per il mondiale 2007. Noi speriamo che questa sia una stagione eccitante e di successi. Ma allo stesso tempo vogliamo restituire qualcosa nella forma della nostra nuova concezione ambientale della Formula 1». 


 

SANIHELP.IT

Allerta happy hour, la salute dei giovani a rischio

L’abuso di alcol, sotto ogni forma, è il principale fattore di pericolosità per l’insorgenza di malattie epatiche, a cominciare dalla steatosi alcolica o fegato grasso, che gli esperti considerano oggi come l’anticamera di problemi più seri.

Per questo motivo, il governo spagnolo ha deciso di inserire le bevande alcoliche nella lista dei nemici dei teenager, portando alla ribalta un problema molto diffuso anche in Italia.

Nel nostro Paese, infatti, il primo approccio alle bevande alcoliche inizia addirittura a 10-11 anni, complici i cosiddetti soft drinks e gli happy hour. In queste occasioni, non è infrequente superare la quantità massima di alcol che una persona, in buone condizioni fisiche, può assumere senza subire rischi per la salute, ovvero due-tre drink al giorno per gli uomini e uno o al massimo due per le donne.

Un consumo maggiore di ottanta grammi al giorno, per dieci anni, aumenta di cinque volte il rischio di cancro del fegato, come hanno spiegato gli esperti riuniti a Chianciano Terme per un corso organizzato da Sige (Società Italiana di Gastroenterologia) e Aisf (Associazione Italiana per lo Studio del Fegato).

Inoltre, superare la soglia di venticinque grammi di etanolo al giorno aumenta la probabilità di contrarre un danno epatico indipendentemente dalle bevande che si assumono, siano esse vino, birra o superalcolici. Non vanno però sottovalutati altri elementi come lo stile globale di vita e le modalità con cui si beve. Bevute quotidiane e lontane dai pasti, il fumo e la malnutrizione generano un mix pericolosissimo per la salute dei più giovani.

Durante l’incontro di Chianciano sono stati anche presentati i dati che confermano, per la prima volta, l’esistenza di sostanze efficaci nella riduzione della steatosi epatica, come un integratore a base di silibina, fosfolipidi e vitamina E, componenti naturali in grado di depurare il fegato grasso e rallentare il danno. (*)

 

(*) Nota: una volta tanto le argomentazioni della Sige e dell’Aisf non sono state manipolate facendoci credere che le sostanze che riducono i danni epatici dell’alcol sono contenute in abbondanza nel vino.


CORRIERE DEL VINO

Russia: un decreto sulle controindicazioni dell’alcol

Dal primo febbraio bisogna indicare le controindicazioni sui prodotti alcolici. Questo il senso del decreto diramato da Mikhail Zurabov, ministro della Salute russo, che interessa anche i vini. (*)

“L’alcole è controindicato per i bambini e gli adolescenti di età inferiore a 18 anni, per le donne in gravidanza, per le persone che soffrono disturbi del sistema nervoso, del sistema circolatorio, dei reni o del fegato o di altri organi digestivi, e infine per i conducenti di veicoli”.

 

(*) Nota: indicare in etichetta che l’alcol è pericoloso per la salute probabilmente non è un accorgimento particolarmente efficace. Ha tuttavia il pregio di chiamare le cose con il loro nome. Nel nostro Paese la maggior parte delle persone considera il vino “la più salutare delle bevande”, precludendosi mentalmente qualsiasi altra considerazione.


IL GIORNO

Le notti brave nel Bresciano tra alcol, pasticche e cocaina Tredici patenti ritirate sabato Cresce il consumo di droga fuori dalle discoteche

IL RESTO DEL CARLINO

Parcheggia sui binari Il treno travolge l’auto Era rincasato all’alba ubriaco per un amore finito

LA GAZZETTA DI PARMA

Sudamericano ubriaco al volante: denunciato


© asaps.it
Martedì, 27 Febbraio 2007
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