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Rassegna stampa Alcol e guida del 4 febbraio 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

 

L’ADIGE

Tanta musica, zero alcool

Ma alla festa sono arrivati in seicento

La sfida, ancora una volta, non era facile: bisognava convincere qualche centinaio di giovani roveretani a trascorrere un sabato sera diverso, con più musica - rigorosamente dal vivo - e meno alcol. Eppure è andata bene, anzi benissimo: ieri sera sono stati più di seicento i biglietti gratuiti strappati dai ragazzi dei «Laboratori del fare», un piccolo mare di ragazze e ragazzi che ha invaso fin dalle 20 il Palazzetto dello Sport. Anche se per una sera soltanto, a Rovereto i giovani hanno avuto di che divertirsi: otto band ad esibirsi sul grande palcoscenico fino a mezzanotte, grandi spazi aperti a tutti, persino il banchetto dei tatuaggi (all’henne: belli come quelli permanenti, ma spariscono in un paio di settimane). La birra no, quella mancava. «Il gestore del bar del palazzetto non era molto contento» raccontano gli organizzatori. Lui, il gestore, si è organizzato con la birra analcolica, zero gradi e sapore insipido: meglio lasciar perdere del tutto, hanno pensato in molti, e godersi il concerto. Sul palco le otto band, tutte di Rovereto e dintorni e in buona parte composte da giovani e giovanissimi, hanno fatto il loro dovere. E così si è passati dal rock progressivo degli Outopsya, già affermati e con una bella mole di esibizioni alle spalle, ai giovanissimi Spaventapasseri, con un bel repertorio di brani famosi, dai Led Zeppelin ai Nirvana. Per i Thought:vacant era la prima volta davanti ad un pubblico del genere, eppure se la sono cavata assai bene, mentre Pornotax e Mrityo hanno proposto un rock alternativo con qualche concessione all’heavy metal. Aggiungeteci anche l’eccellente fusion dei Nuova Gestione Tooley e la danza moderna e hip hop del gruppo «Danzamania» e avete un quadro quasi completo di un ottimo festival musicale. Quasi, appunto, perché per chiudere il cerchio mancava una band di vecchie glorie con lo spirito rock ancora nel sangue: e ieri c’erano, erano anzi gli «special guest» della serata. Si chiamano Koala, erano attivi già una trentina di anni fa, e sono tornati ad esibirsi (questa volta davanti ai loro figli) proponendo un solido repertorio beat, senza dimenticare i Beatles e Lucio Battisti. Quattro ore di ottima musica hanno così decretato la riuscita del concerto, giunto quest’anno alla sesta edizione ed organizzato dai «Laboratori del fare» dell’Associazione «Ubalda Bettini Girella». «Un’occasione per dare ai giovani musicisti della zona la possibilità di esibirsi dal vivo, e nel contempo offrire a tanti ragazzi un’occasione di divertimento lanciando un messaggio educativo - spiega il presidente di «Girella» Fabiano Lorandi - abbiamo da tempo attivato gruppi per i giovani che si occupano di arti figurative, di multimedialità, di cucina. Adesso la nostra idea è quella di realizzare un laboratorio di musica in cui i giovani possano avere delle attrezzature già disponibili». Anche qui si cerca un contributo per cominciare, ma il posto c’è: la sede di Via Portici dell’associazione. M.I.


IL TRENTINO

Ragazzi in festa senza alcol 
Musica, hip hop e beat al palazzetto per i teen ager 

 ROVERETO. Birra sì, ma solo analcolica. E poi le classiche bibite. Musica ad alto volume, rock buono - e meno buono - e tanti giovani, teen ager che hanno deciso ieri sera di partecipare alla festa proposta dall’associazione Ubalda Girella al palasport. Il decollo è stato lento, ma nelle quattro ore alcune centinaia di giovani hanno potuto trovarsi, ascoltare musica, uno spettacolo di hip hop e pure un “revival” beat proposto dal gruppo dei Koala.
La proposta dell’associazione, che si ripete da alcuni anni, ha uno scopo doppio: quello più strettamente legato al divertimento e alla possibilità di far esibire giovani gruppi musicali locali; e quello educativo. La serata no-alcol, infatti, è un messaggio forte che si vuole lanciare, dando l’idea che ci si può divertire anche senza inondarsi di alcolici. La “limitazione” non ha scoraggiato i ragazzi che si sono presentati numerosi al palazzetto, presentando un’età media che si aggirava sui 15, 16 anni. Accanto ai responsabili dell’associazione era presente uno staff di “sorveglianza” e alcuni educatori. Il controllo all’interno del palazzetto è stato rigoroso, più difficile invece tenere d’occhio i dintorni e il vicino parco, meta degli accaniti fumatori. Qualche controllo è stato fatto anche nei bagni per evitare spiacevoli happening.
Erano presenti anche alcuni punti informativi di Emergency e quello di Zerogradi che distribuiva alcoltest gratuitamente e presentava la propria campagna informativa. Nell’occasione l’associazione Girella ha raccolto anche le firme per sollecitare il Comune a trovare una soluzione per la sua iniziativa che negli anni passati aveva raggiunto un grande successo: il laboratorio dove si impara ad aggiustare bici e motorini. La sede di San Giorgio è ancora chiusa nonostante i lavori di ristrutturazione siano finiti ormai già da un anno. E le chiavi inglesi fremono.


L’ARENA di Verona

Stasera alla Gran Guardia l’anteprima del film «I giorni perduti» sul disagio sociale e le problematiche legate all’abuso di alcol
Mara e Katia contro l’alcolismo
Venier e Ricciarelli testimonial del progetto condiviso anche dall’Ulss 20

Andrà in onda in primavera su Raidue, nel cast l’attrice veronese Federica Andreoli
Tre donne venete famose dicono no all’alcolismo.

Ieri nella sala Impero dell’hotel Due Torri la conduttrice Mara Venier, la soprano Katia Ricciarelli e l’attrice emergente Federica Andreoli hanno incontrato la stampa. Con loro anche l’assessore regionale alle Politiche sociali Stefano Valdegamberi e il direttore dei servizi sociali dell’Ulss 20 Angelo De Cristan. L’occasione è l’anteprima del film «I giorni perduti», del regista Bruno Gaburro, che si terrà proprio stasera alle 20 alla Gran Guardia e che tratta del disagio sociale e delle tante problematiche legate all’abuso di alcol.
Il film, prodotto dalla Media Italia, nasce da un progetto condiviso con l’azienda sanitaria territoriale, l’Ulss 20, e si inserisce in progetto regionale più ampio che ha coinvolto anche le due aziende ospedaliere più importanti, quelle di Padova e di Verona. Anche il Ministero della Salute ha voluto apporre il suo patrocinio così come la Commissione Europea che lo ha inserito in un progetto dal nome Hard Risk che coinvolge tutti i 27 Paesi dell’Unione L’ex signora della domenica è la madrina della serata e se ne sente «veramente onorata», dice col gran sorriso che da sempre la distingue.

Non è stata una conferenza come le tante, a farne un qualcosa di più sono state proprio loro, le protagoniste di quella che sarà una serata di eccellenza per l’intera città. Il tema affrontato non è dei più semplici ma tutte e tre sono riuscite con parole ben calibrate a dare un quadro della situazione ma anche a infondere fiducia, a lanciare un messaggio positivo. Per Venier occorre affrontare il problema attraverso una attenta informazione a partire nelle scuole dell’obbligo. «Si parla troppo spesso di droga intesa come sostanze stupefacenti e poco dell’abuso degli alcolici», dice. Il suo pensiero è rivolto soprattutto ai giovanissimi, a quelli che «con pochi euro iniziano a bere una birra e senza accorgersene finiscono con il bere i superalcolici». Dall’alcolismo si esce? Venier non ha dubbi quando afferma senza tentennamenti: «sì».
Anche Katia Ricciarelli si rivela in tutta la sua umanità, una dote che le traspare dagli occhi. Lei interpreta nel film il ruolo della direttrice di un club Arcat (associazione regionale degli alcolisti in trattamento). «Un ruolo piccolo il mio», afferma. La soprano, che in questi ultimi tempi si è rivelata anche un’ottima attrice - l’abbiamo visto nell’ultimo film di Pupi Avati e in questi giorni nella fiction «Chi l’avrebbe mai detto», in onda su Raidue - ci tiene a evidenziare che non sopporta l’idea che una giovane vita venga distrutta dall’alcol. Che fare? «Si può bere con moderazione e senza abusare. Sta nell’intelligenza di ognuno capirlo», dice (*). È allegra e di fronte alla domanda di come prevede sarà questo Sanremo, per altro condotto dal suo ex marito Pippo Baudo, non ha dubbi: «Sarà un grande Festival».

Andreoli, la protagonista de «I giorni perduti», si sofferma sui momenti che hanno preceduto la lavorazione. Momenti che l’hanno portata a conoscere una nuova realtà. «Un mondo di chi soffre e vuole uscire da una situazione drammatica», dice. Lei è pronta per emergere nella cinematografia ma non vuole rinunciare a essere moglie e madre. Infatti ad accompagnarla ci sono anche i suoi due figli.

Il film che andrà in onda su Raidue questa primavera racconta della storia di un giovane, Ivan, che nonostante viva in una famiglia benestante, diventa alcolista. Durante un ricovero conosce Patrizia, volontaria Arcat e con lei inizia un percorso di recupero. Questa sera alla Gran Guardia sarà presente il cast al completo. Tra i nomi quelli di attori eccellenti come Giancarlo Giannini, Maurizio Mattioli, Alessia Fugardi, Eleonora Vanni, Roberto Vandelli, Debora Caprioglio, Agostina Belli, Beppe Convertini e Ana Laura Ribas.

Anna Zegarelli


(*) Nota: come dire che chi ha problemi di alcol (capi di stato, primari ospedalieri, docenti universitari…) non è intelligente?


ILQUOTIDIANO.IT

“Vino: servono più informazioni ai consumatori e per la nuova Ocm diciamo no all’estirpo vigneti” ANCONA - Convegno Coldiretti Marche al Vinolitec.

“La pubblica amministrazione deve avviare una campagna informativa sul vino come sulle altre produzioni, poiché non è possibile lasciare questo compito alla pubblicità”. Lo ha dichiarato il presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi, nel concludere il convegno sul tema “In vino communitas” organizzato alla Fiera di Ancona nell’ambito del Vinolitech.
“Occorre distogliere i giovani dal consumo di sostanze alcoliche e indirizzarli verso un ‘bere’ più ragionato e il vino, con le sue proprietà salutistiche, rientra perfettamente in questo obiettivo (*) – ha spiegato Luzi -.
Il tutto puntando sull’informazione, che vuole anche dire far conoscere ai marchigiani i prodotti del proprio territorio, cominciando dalla ristorazione”. Ma, a livello economico, il settore dovrà presto confrontarsi con la nuova Ocm, l’Organizzazione Comune di Mercato, al centro dell’intervento del responsabile nazionale del settore vitivinicolo Coldiretti, Paolo Castelletti.
“L’attuale proposta prevederebbe una campagna di estirpo vigneti sulla quale non siamo d’accordo – ha spiegato -, mentre sull’abbandono del metodo della distillazione, rivelatosi inefficace, ci troviamo abbastanza in linea”. L’enologo Alberto Mazzoni ha puntato il suo intervento sulla necessità di promuovere il vino marchigiano partendo dal territorio e puntando sui mercati, come consigliato anche da Giulio Somma, esperto di Marketing ed ex direttore dell’Enoteca Italiana.

Le proprietà salutistiche e antiossidanti del Verdicchio sono state invece descritte dal preside della Facoltà di Agraria dell’Università Politecnica delle Marche, professor Natale Giuseppe Frega, autore di una pluripremiata ricerca in tal senso (**). Dalla salute all’arte, il professor Antonio Luccarini ha fatto una interessante panoramica sul vino nei dipinti. Il convegno apertosi con il salute del presidente dell’Ente Fiera, Dante Merlonghi, è stato moderato dalla giornalista del Sole24Ore Ilaria Vesentini.

(*) Nota: distogliere i giovani dal consumo delle bevande alcoliche per dirottarli verso la bevanda alcolica che in Italia fa più danni (venduta da questi signori) mi pare una strategia di prevenzione alquanto bizzarra.
(**) Nota: forse qualcuno di voi ricorda questa ricerca, davvero straordinaria, che sosteneva come nel verdicchio c’è una sostanza, l’etilcaffeato, utile a prevenire l’accumulo di grasso sul fegato.
Quella di bere vino, e quindi alcol, per prevenire problemi al fegato è in assoluto una delle più grosse che ho sentito in questi anni!


QUOTIDIANO.NET

RUSSIA
Uccidono 4 persone e ne mangiano la carne, condanne per 11 minorenni

La banda prendeva di mira a caso i passanti e li picchiava a morte. Una volta uno di loro ha tagliato alla vittima una parte del corpo, e tutti ne hanno mangiato, come in una sorta di rito tribale


Mosca, 3 febbraio 2007 - Sono stati condannati a pene fra i sei e i dieci anni, il massimo previsto per i minorenni, undici adolescenti riconosciuti colpevoli da un tribunale di Samara, nella Russia centrale, di avero ucciso almeno quattro persone, provando anche su una delle vittime il ’brivido’ del cannibalismo. Un dodicesimo imputato, maggiorenne, ha ricevuto una condanna a 18 anni di reclusione.
La banda prendeva di mira a caso i passanti: la serie dei delitti era iniziata nell’aprile dell’anno scorso, quando i ragazzi, ubriachi, avevano fermato due persone per chiedere sigarette. Non si sa se le vittime avessero rifiutato o meno, fatto sta che il ’branco’ ha voluto provare un altro genere di ebrezza, quello del sangue. I due malcapitati sono stati uccisi a calci e pugni.
Nel maggio successivo, per una banale lite, gli adolescenti hanno ucciso un altro passante. Uno di loro ha tagliato alla vittima una parte del corpo con un coltello, e tutti ne hanno mangiato, come in una sorta di rito tribale. A una sola settimana di distanza, un’altra vittima: ma stavolta la polizia e’ arrivata ai colpevoli.


IL GAZZETTINO (Pordenone)
Alla ricerca di energia

Nell’ultimo decennio il consumo di sostanze illecite ha assunto dimensioni preoccupanti. Le principali cause di morte in età compresa fra 14 e 24 anni sono di natura violenta (omicidi, suicidi, incidenti) e un elevato numero di queste evenienze mortali può essere attribuito al consumo di alcol e di sostanze stupefacenti. A partire dagli anni ’90, si è imposta una nuova tendenza, in particolare nei locali e nelle discoteche, sempre più richieste sono le bevande energetiche spesso mescolate ai superalcolici. Contrariamente a quello che accade nei soft drink tradizionali, dove la coca-cola e la pepsi assorbono la quasi totalità del mercato, nel mondo degli energy drink c’è ancora spazio da vendere. Furono lanciati negli anni ’60, intesi all’inizio come stimolanti per lavoratori costretti a turni lunghi ed estenuanti. Con il passare degli anni gli energy drink sono diventati prodotti di largo consumo. Forza e lucidità per affrontare una notte brava, un periodo di studio intenso, una riunione di lavoro stressante: sono le promesse dei "bibitoni".
Una sferzata di energia che viene dalla caffeina e dagli zuccheri, a cui si aggiunge una lista più o meno lunga di vitamine e aminoacidi. Ma gli effetti vengono in particolare dalle prime due sostanze. Nessuna di queste è tossica, ma non è mai stato studiato l’effetto a lungo termine sull’organismo umano, se prese in dosi massicce. Quello che sembra provato è, invece, l’effetto di questa miscela sulla percezione del proprio stato di sobrietà: la capacità di svolgere normali mansioni è fortemente compromessa. La caffeina contrasta l’azione depressiva dell’alcol.

Una ragione per cui il mix è visto con estrema preoccupazione da chi si occupa di alcolismo: c’è il rischio, infatti, che l’assunzione di energy drink diventi un alibi per consumare dosi maggiori di alcol.
In Francia quel ministero della Sanità ha stabilito che potrebbe avere effetti indesiderati sul metabolismo e sulla pressione e ne ha impedito di fatto la distribuzione. Anche in Danimarca e in Norvegia non ne è stata autorizzata la vendita. In Italia il ministero della Salute è stato meno severo.
Ed è proprio tra i ragazzi e nelle discoteche che gli energy drink trovano il loro ambiente più propizio, dato che vengono mescolati a vodka, gin e molto altro nella creazione di fantasiosi cocktail, in cui alla caffeina è affidato il compito di lenire gli effetti indesiderati della sbornia, cioè il sonno e la stanchezza.
Il problema è che questo mix provoca una "dispercezione delle abilità": non sentendosi completamente ubriachi all’uscita dei locali, c’è il rischio di mettersi alla guida credendosi in grado di farlo, mentre la velocità dei riflessi resta quella ridotta, di chi è obnubilato dall’alcol.

Qualche mese fa è entrato in commercio il primo energy drink per cani. Pare che abbia un vago sapore di gelato ed è consigliato ai quattro zampe "debilitati o stressati". C’è di buono che almeno loro non lo mescoleranno agli alcolici.

M. Piera Nicoletti

Psicoterapeuta

Pordenone


IL GAZZETTINO (Pordenone)

L’assessore comunale Mio convoca gli esercenti: «Mi aspetto che dimostrino sensibilità e collaborazione» 
Birra e videogiochi, controlli del Comune

Quella della repressione è una strada che non vorremmo intraprendere e, pertanto, contiamo sulla collaborazione e sulla sensibilità degli operatori, per proteggere le fasce più deboli sia dall’alcol, sia dall’azzardo che dal rumore, frutto di inciviltà. Questo, in sintesi, il pensiero espresso coralmente dal comandante della Polizia municipale, Arrigo Buranel, e dall’assessore comunale alle Attività commerciali, Chiara Mio. «Per quanto riguarda la somministrazione di bevande alcoliche ai minori di 16 anni - ha spiegato la Mio - ho già contattato l’Ascom, trovando per altro grande disponibilità, mentre in settimana convocherò anche la Confesercenti. È vero che i baristi non possono chiedere la carta di identità agli avventori (*), ma a nostro avviso devono mostrare un po’ di attenzione nei confronti della prevenzione del rischio alcolico tra gli adolescenti». Contribuire, insomma, ad arginare quello che sta diventando un problema sociale e che vede in vetta alle classifiche del consumo la birra: scelta dal 64,9\% dei ragazzini. Per quanto riguarda invece i videogiochi, domani alle 12, in Comune si terrà un incontro «con tutte la parti interessate per concertare azioni di controllo, a fronte di segnalazioni - ha detto il comandante Buranel - di un’eccessiva offerta sul mercato, e del coinvolgimento eccessivo, soprattutto di anziani, che talvolta buttano così al vento la loro pensione».
I controlli, ha aggiunto la Mio, «saranno effettuati per verificare se i locali rispettino i parametri stabiliti qualche anno fa con un’ordinanza del sindaco Sergio Bolzonello». In particolare, tra i parametri, quello principale è quello che prevede la possibilità di collocare un videogioco ogni 50 metri quadrati di superficie del bar. Anche per quanto riguarda le misure da adottare contro il rumore, soprattutto quello creato dagli avventori in uscita dai locali del centro, che da tempo sembra essere diventato una delle principali cause della perdita del sonno dei pordenonesi, l’assessore comunale ha chiesto l’aiuto e l’attenzione dei gestori. Anche in questo caso, ha precisato la Mio, «va detto che i baristi non sono responsabili di ciò che i loro clienti fanno sulla pubblica via (**) (sia che se ne stiano andando sia che siano usciti soltanto per il tempo di fumare una sigaretta), ed è anche vero che chi abita in centro forse dovrebbe essere un pochino più tollerante nei confronti della vivacità, ma ci aspettiamo una maggiore sensibilità nei confronti dei decibel e degli schiamazzi, nel nome di una convivenza pacifica».

A.S.

(*) Nota: ?
(**) Nota: se hanno provocato in loro ubriachezza sono penalmente, oltre che moralmente, responsabili.


IL GAZZETTINO (Pordenone)

Ascom, stop agli alcolici ai meno 16 
Coinvolti i baristi nella campagna di protezione dei minorenni: dito puntato contro le famiglie 

Ascom e Federazione italiana pubblici esercizi di alcune province italiane si sono già fatte l’esame di coscienza per quanto riguarda il rischio alcolico che incombe sui giovani e hanno avviato una campagna imponente di sensibilizzazione tra i bar associati, affinchè rispettino la legge che vieta la somministrazione di alcolici ai minori di 16 anni (*) e assumano un ruolo sociale ed educativo. E la Fipe di Treviso ha appena annunciato di aderire all’iniziativa che promuove la salute e corretti stili di vita, distribuendo locandine in tutti i bar della Marca, con i quali si avverte: "Se hai meno di 16 anni non chiedermi alcolici. Per il resto bevi quello che vuoi". Anche l’Ascom di Pordenone, di fronte alla denuncia sociale che punta il dito contro i gestori che danno alcolici e superalcolici ai ragazzini, senza fare distinzioni d’età, ha annunciato che intraprenderà una simile campagna, che si chiamerà "Alcol vietato a meno sedici". Ma difende i propri associati e, attraverso il direttore provinciale, Gian Luigi Ornella, accusa la legge di non essere chiara ed equa. «Come sempre - ha detto infatti Onella - nel mirino finiscono soltanto i baristi, mentre nei supermercati i ragazzi possono acquistare tutti i superalcolici che vogliono e andare poi a bere nel parco oppure nelle feste private. E le famiglie dove sono, mentre accade tutto ciò? Inoltre, gli esercenti spesso hanno a che fare con centinaia di clienti e non possono andare tanto per il sottile, cercando di capire se quel o quell’altro "marcantonio" alto due metri abbia più o meno di 16 anni. L’aspetto trae in inganno, si sa. E i baristi non hanno la facoltà di chiedere la carta di identità agli avventori».
Va anche detto, rincara il presidente della Commissione turismo dell’Ascom, Sergio Lucchetta, «che le pubblicità televisive incidono notevolmente sulle scelte facendo credere cose inesatte, promuovendo aperitivi e birre che, contrariamente a quanto si pensa, hanno un’elevata gradazione alcolica. Ciò non significa che i gestori che danno da bere ai ragazzini vadano giustificati. Anzi, i baristi poco professionali rischiano di danneggiare l’immagine anche di coloro che fanno le cose seriamente. Per questo - hanno sottolineato i due esponenti dell’Ascom - abbiamo deciso di prenderci le nostre responsabilità e di fare la nostra parte. E ciò avviando la campagna che prevederà anche corsi di informazione e formazione per i gestori, oltre alla distribuzione delle locandine a tutti coloro che aderiscono all’iniziativa da apporre sulle vetrine del locale e, anche, alla promozione di cocktail analcolici».

Anche la Fipet, Federazione pubblici esercizi della Confesercenti, richiama l’attenzione delle aziende associate sull’attuale normativa (in particolare sull’articolo 689 del codice penale, che minaccia multe salate, l’arresto e anche la chiusura del locale) che regola la somministrazione ai minori e ad altri soggetti di tali bevande. «La nostra Federazione - dice una nota - condivide le motivazioni di ordine sociale che stanno alla base delle preoccupazioni circa l’irresponsabile uso, e talora abuso, di prodotti alcolici da parte degli adolescenti, anche se non può essere colpevolizzata la categoria dei pubblici esercizi, come spesso avviene, rispetto a un problema che coinvolge maggiormente la famiglia e la società in genere».
Secondo un recente studio effettuato su 1000 studenti a cura del Tutore dei minori del Friuli Venezia Giulia, si ricorda, è emerso che due ragazzi su tre si ubriaca qualche volta l’anno, il 32 per cento una volta al mese e ben l’8 per cento dei consultati una volta per settimana.

Antonella Santarelli

(*) Nota: stanno pensando di avviare anche un’altra campagna di sensibilizzazione affinché i bar associati rispettino le prescrizioni di non uccidere e di non rubare.
Va beh, meglio questo che continuare a far finta di niente.


AGIonline

RUSSIA: IN SALVO CENTINAIA PESCATORI ALLA DERIVA SU GHIACCIO

(AGI) - Vladivostok, 3 feb. - Le unita’ di soccorso, intervenute con gli elicotteri e i gommoni, hanno portato in salvo oggi 356 pescatori che andavano alla deriva su un lastrone di ghiaccio al largo del’isola russa di Sakhalin, nel Mare di Okhotsk. Secondo i funzionari locali del ministero per le emergenze, molti erano "ubriachi fradici". A quanto si e’ appreso, altri 76 hanno rifiutato l’aiuto perche’ non hanno voluto abbandonare gli attrezzi del mestiere. Sakhalin, coperta da una folta vegetazione e ricca di petrolio e di gas, e’ situata giusto a nord del Giappone. I suoi abitanti, storicamente i piu’ poveri della federazione russa, fanno affidamento sulla pesca per tirare avanti. Le autorita’ hanno consigliato alla popolazione di astenersi dal pescare attraverso i fori praticati sulla superficie ghiacciata del mare per i rischi rappresentati dalle temperature insolitamente miti. L’avvertimento e’ stato ignorato. Cosi’ in molti, fedeli alla tradizione, hanno mandato giu’ notevoli quantita’ di alcol per combattere il freddo (*), hanno preso canne, esche, reti e attrezzi per rompere il ghiaccio e sono partiti per la pesca.
(AGI)

(*) Nota: …aumentando in questo modo il rischio di morire assiderati.


GAZZETTA DEL SUD

I frutti della severissima normativa voluta dalla Thatcher
La strategia vincente della Gran Bretagna contro la violenza
Oggi gli stadi inglesi sono luoghi di svago con aree disegnate per accogliere le famiglie

Patrizio Nissirio

LONDRA
Prima ci fu la tragedia di Heysel, con 39 morti durante la finale di Coppa Campioni tra Juventus e Liverpool, il 29 maggio 1985, poi quella di Hillsborough, con 96, entrambe provocate da un misto di violenza dei tifosi e misure insufficienti di sicurezza e controllo delle folle. Fu così che l’Inghilterra della signora Margaret Thatcher ritirò le squadre per anni dalle competizioni internazionali, e decise di mettere in campo una strategia complessiva contro la violenza legata al calcio, che era stata in continua crescita dagli anni ’60 in poi.

E oggi gli stadi inglesi sono senza barriere tra campo e calcio, luoghi di svago senza tensione, con aree disegnate per accogliere famiglie e bambini, barriere che facilitano il controllo della folla e i suoi movimenti in tutta sicurezza. I rari episodi violenti si verificano sempre all’esterno e sono degni di nota per la loro entità quasi sempre quando i facinorosi seguono al propria squadra all’estero.
Ma anche quest’ultimo fenomeno è in calo, grazie alla capillare sorveglianza contro questi personaggi, cui viene impedito all’occorrenza di espatriare. Ad esempio, delle 9.000 persone arrestate per i Mondiali 2006 in Germania, solo 810 erano inglesi (di questi solo 25 non sono stati rilasciati subito, e i reati erano sempre legati all’alcol, e non necessariamente al calcio (*)), nonostante in 350.000 fossero partiti alla volta della Germania. Solo due persone sono riuscite a sfuggire al divieto di espatriare, ha fatto sapere la polizia.
La misura legislativa che portò alla svolta è il Football Spectators Act del 1989, che introdusse novità sostanziali nella gestione delle partite e nelle misure repressive più dure per i violenti. Secondo tutti i commentatori, i due fattori che hanno fatto la differenza sono gli steward all’interno degli stadi, e l’obbligo ad avere un posto a sedere, nominale.
Gli steward, in particolare, vengono preparati dai club con l’aiuto della polizia che – come nel caso di Scotland Yard a Londra – si è dotata di Football Intelligence Units, dedicate specificamente alla lotta alla violenza legata allo sport. Lo steward ha il potere di ammonire uno spettatore se viola regole di comportamento – non si può stare in piedi a lungo, ad esempio – e anche di scortarlo fuori se esagera.
Le società e la Football Association (la lega inglese) sono state rese responsabili della sicurezza all’interno degli stadi, dove il numero degli steward dev’essere commisurato a quello degli spettatori. Ogni grande club è dotato di un «Fio» (Football intelligence officer), che sorveglia i tifosi in trasferta viaggiando con loro, e riferisce alla polizia su potenziali rischi degli incontri. Il Fio dev’essere informato sugli individui potenzialmente pericolosi, e allerta gli agenti in merito.

Un altro elemento che fa la differenza è il massiccio uso delle telecamere a circuito chiuso – la Gran Bretagna è, in generale, il Paese al mondo dove se ne utilizzano di più – che parimenti consentono, fuori e dentro gli stadi, immediati interventi in caso di turbolenze tra la tifoseria.
Il Football Spectators Act introdusse anche la Football Licensing Authority, che è la sola responsabile di dare il permesso allo svolgimento delle partite, visto il rispetto delle molte condizioni poste ai club: dalla regola del «tutti seduti» (a partire dalla stagione 1994-95), a quella degli steward.
Secondo la polizia londinese, il fatto che il violento sappia che se si comporta male ha la quasi certezza di essere preso, grazie alla sorveglianza ha portato a un fortissimo calo degli incidenti che di solito avvengono lontano dagli stadi, e ore dopo la fine del match. Inoltre, le leggi che hanno inasprito le pene per reati violenti legati allo sport.
Il risultato è che oggi, nelle partite in Inghilterra del 2004, la media degli arresti è stata di 1,21 persone a partita (-11% rispetto al 2003).
Mentre migliaia di persone in tutta Inghilterra, oltre a ricevere le sentenze penali legate all’atto violento, sono state messe al bando – i recidivi per sempre – dall’entrare in uno stadio, in patria e all’estero (da qui il blocco alla frontiera se i violenti condannati o segnalati tentano di uscire dalla GB in coincidenza con partite internazionali).

(*) Nota: anche gli hooligans che provocarono la strage allo stadio Heysel erano quasi tutti ubriachi.


IL GAZZETTINO (Rovigo)

«Misure repressive non devono spaventare»

C’è tifo e tifo. Quello assassino di Catania non è neppure avvicinabile a quello gioioso e acerbo degli ultrà biancazzurri. Ieri dai bar dove si radunano i sostenitori del Rovigo ai gruppi di supporter che sono una presenza fissa al Gabrielli e nelle trasferte, si è levato un coro unanime di consenso per lo stop ai campionati imposto dalla Figc. «Dal mio punto di vista la ritengono una misura giusta - esordisce Matteo Cavallaro, uno dei ragazzi della "curva" biancazzurra - Non si può andare allo stadio per morire. Non si può fare un paragone con Rovigo. Un derby del Sud si gioca con presupposti del tutto diversi dalle partite della nostra squadra».
Intanto, per quanto tifoseria di ridotte dimensioni rispetto alle metropoli della serie A, i ragazzi biancazzurri stanno già organizzando le prime iniziative per dissociarsi dai fatti di Catania. «Noi siamo solo piccoli gruppetti - sottolinea Cavallaro - ma cercheremo di dare un segnale. Vorremmo mettere uno striscione al Gabrielli. Di sicuro lo prepareremo per la ripresa dei campionati. Quanto alle misure repressive che potrebbero venire introdotte come i biglietti nominali, i posti numerati, l’identificazione e quant’altro credo che non debbano scandalizzare nessuno. Dobbiamo anche a Rovigo entrare nell’ottica di essere in un campionato professionistico. Gli incidenti dipendono unicamente dalla filosofia con cui si va allo stadio. È evidente che se ci si va per picchiarsi, prima o dopo qualcosa capita».

Ora che seguite la squadra in trasferta su campi che vantano una tradizione da ultrà, ci sono tifoserie che vi hanno già "puntato"? «Purtroppo sì, e senza andare tanto distante. Gli spallini sono venuti a Rovigo convinti di essere fenomeni. Hanno perso, hanno litigato e ora ci aspettano nel ritorno a Ferrara».
Ecco la prova: campanilismi, idiozia moderna, tutto fa brodo per rinfocolare scontri e divisioni. Anche a spese di un tifo quasi goliardico e sicuramente immacolato come quello dei giovani rodigini. Quindi i problemi emergono quando si sale di categoria? «Eh sì, in Italia c’è poca preparazione per questi eventi. Anche da parte delle istituzioni. Per la partita con la Reggiana avevano vietato la vendita di alcol intorno allo stadio. Invece per la Spal no. E si è visto cosa è successo».
Insomma il tifo estremo è un fenomeno preoccupante anche in un campionato di C2. Conviene spostarsi dove il cuore biancazzurro "pulsa" al ritmo delle battute da bar. «Hanno fatto benissimo a fermare i campionati - chiosa Aser Portesan, titolare del Caffè Nazionale, storica "tana" del tifo rodigino -. Se li fermassero per qualche mese sarei anche più contento. Certo che non avere neanche una partita di prima categoria da vedere la domenica un po’ mi disturba». Ci sarebbe sempre il rugby... (oggi si gioca la Coppa Italia al Battaglini). «Neanche per sogno. Non ci vado. Con la scusa che il calcio è fermo fanno pubblicità alla partita con gli altoparlanti sull’auto in corso del Popolo». Eccolo là, il tifoso. Anche per sport diversi, non scende a compromessi.

Franco Pavan


IL GAZZETTINO (Treviso)

Improvvisa aggressione da parte di un 24enne ai danni di Marcello Lucchese all’interno del "Sorriso" a Preganziol 
Consigliere leghista pestato al bar 
Giovane prima lo insulta, poi gli si scaglia contro mandandolo al Pronto soccorso 

Prima si è preso del "leghista di m..." poi è stato aggredito a calci e pugni che gli hanno procurato contusioni al piede destro e alla schiena. Scene da far west l’altra sera all’interno del bar "Sorriso" in via Schiavonia a Preganziol. Protagonista, suo malgrado, il consigliere comunale della Lega Nord Marcello Lucchese, 63 anni, parrucchiere in pensione e storico esponente del Carroccio. Erano le 19,30 quando l’uomo, che abita in via Gabbin, è entrato nel locale dopo aver parcheggiato la propria bici. «Tutto si è svolto all’improvviso - ha raccontato - appena ho messo piede dentro il bar. Un ragazzo mi è saltato addosso subito dopo avermi insultato. Sono finito a terra dopo aver preso tanti calci e pugni. Non ho potuto difendermi perchè sono ancora convalescente per un’operazione alle gambe. Tutto sembrava finito quando il giovane si è allontanato, invece, una volta all’esterno ha preso la mia bici e l’ha scagliata contro la vetrina». L’aggressore - Davide Bianco, 24 anni, impiegato, residente in paese - si è così difeso: «Ammetto di essere stato ubriaco e di non essermi reso conto di quel che facevo. Devo dire che ad avere la peggio in realtà sono stato io».
Unanime la condanna dei colleghi in consiglio di Marcello Lucchese. Vecchiato: «E’ un brutto segnale quando la poltica scende così in basso. Tutta la mia solidarietà a Lucchese». L’assessore Stefano Mestriner: «Sono sorpreso e amareggiato. Qui non era mai capitato di registrare aggressioni di natura politica. L’atto è comunque da condannare».


CORRIERE ADRIATICO

Il suo corpo trovato in un ex casello ferroviario
Assassinato un clochard

GROSSETO - E’ mistero sul movente dell’omicidio del senzacasa polacco Gowin Tomasz Grzegorz, 30 anni, trovato morto ieri in un ex casello ferroviario nel centro di Grosseto. Fra le ipotesi, però, non è esclusa quella di una lite, magari degenerata a causa dell’alcol.
L’autopsia, svolta all’istituto di medicina legale dell’ospedale di Siena, ha confermato che l’uomo è stato ucciso almeno quattro giorni fa con sei coltelle inferte alla zona lombare. I due polacchi, anch’essi senza fissa dimora, fermati dai carabinieri e su cui si sono concentrati i sospetti degli investigatori, per il momento non parlano. Il corpo di Gowin Tomasz Grzegorz è stato trovato dai carabinieri in seguito a una segnalazione fatta da un connazionale. I militari hanno cercato di ricostruire i movimenti all’interno della palazzina ascoltando dei molti senzatetto che la frequentavano. Nei mesi scorsi, proprio per evitare che l’immobile continuasse ad essere dimora di sbandati, qualcuno aveva murato il portone d’ingresso, ma pochi giorni era stato aperto un secondo accesso. E li, ha trovato la morte il polacco.


IL GAZZETTINO (Padova)

PRESO MINORENNE 
Finti ubriachi, veri ladri

Da qualche giorno girano per il centro storico e, fingendo di essere ubriachi, avvicinano i passanti derubandoli del cellulare o del portafogli. Uno dei due è stato preso dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Padova. Si tratta di K.F., un marocchino diciassettenne domiciliato in una comunità di Selvazzano. Il giovane è stato associato al carcere minorile di Treviso con l’accusa di furto con destrezza. Sono le 22 di venerdì quando un trentatreenne padovano sta camminando sotto i portici di via Zabarella. Ad un certo punto viene avvicinato da due immigrati. Barcollano, sembrano ubriachi. I due gli vanno addosso, poi si allontanano. Il padovano fa pochi metri, quindi si rende conto che gli è sparito dalla tasca del giubbotto il portafogli. Così prende il telefonino, chiama il 112, e dà una precisione descrizione dei due. Un attimo dopo gli uomini in borghese dell’Arma rintracciano il minorenne in piazza delle Erbe. In tasca aveva il portafoglio ed era assolutamente sobrio.


IL GIORNO (Milano)

Nessun incidente mortale nel 2006 ma cresce il numero degli ubriachi Bilancio positivo a Cernusco. Giovani più disciplinati


LA REPUBBLICA

vodka-whisky, sfida all’ultima bottiglia - dal nostro corrispondente


IL TIRRENO

il primo bicchiere anche a 11 anni


LA NUOVA VENEZIA

mara venier contro l’alcolismo giovanile


IL RESTO DEL CARLINO (Rovigo)

In Gruppo contro l’alcol


CORRIERE DEL VENETO

Alcol tra i giovani, Ricciarelli e Venier madrine del film dell’Uls 20


LA NAZIONE

DOPO la notte brava delle americane sbronze davanti all’ Universale


LA TRIBUNA DI TREVISO

consigliere picchiato da un ubriaco


IL PICCOLO DI TRIESTE

alcolisti in trattamento, 150 festeggiano i venti anni di vita del club la primula


LA NUOVA SARDEGNA

ubriaco spintona gli agenti, arrestato un giovane sassarese


ALTO ADIGE

alcol, una decina di denunce - fabio de villa


LA NUOVA SARDEGNA

il vino come richiamo per i turisti - tiziana simula


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Lunedì, 05 Febbraio 2007
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