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Notizie brevi 03/01/2007

Ricerca dell’Aci inglese: il profumo influenza la guida

La Rac Foundation for Motoring ha studiato il nesso tra odori e comportamento umano scoprendo quali sono quelli pericolosi e quelli che aumentano la sicurezza

Profumo di auto. Profumo per auto. Semaforo verde per limone e caffè che riducono l’irritabilità. Arancione per l’odore di mare che rilassa i muscoli e diminuisce lo stress. Rosso per camomilla, gelsomino e lavanda che hanno effetto soporifero. Non è una campagna pubblicitaria per deodoranti. E’ quanto emerge da una ricerca condotta dall’inglese Rac Foundation for Motoring che ha studiato il nesso tra odori e comportamento umano. I ricercatori inglesi, partendo dai risultati ottenuti qualche anno fa dalla West Virginia Wheeling Jesuit University, hanno approfondito l’argomento, studiando gli effetti degli odori sullo stile di guida.
E se menta e cannella erano già state promosse e vengono confermate essenze ideali, ne sono emerse tante da bocciare: secondo lo psicologo della Rac, Conrad King, per non farsi prendere dalla velocità bisogna evitare odori di cibo cucinato, pane appena sfornato e pasticceria che stimolano la fame e potrebbero indurre a premere sull’acceleratore per soddisfare il bisogno. L’odore combinato di olio per motori e sedili in pelle è un mix micidiale per guidatori anziani che rievocando la prima auto posseduta potrebbero assumere comportamenti da giovanotti. Vietati anche profumi che ricordano notti di passione. Dopobarba o lozioni del partner rischiano di farci finire contro un palo.
E per far colpo su una donna, suggeriscono dal Rac, presentarsi con un’auto gradevolmente profumata. Infatti domandando alle intervistate cosa trovassero sensuale all’interno dell’auto del partner, la maggior parte ha risposto il profumo. Ma attenzione a non esagerare, altrimenti il classico mal di testa è in agguato e in questo caso non sarebbe una scusa.
L’odore di nuovo influisce positivamente, dicono i ricercatori, poiché avendo una macchina appena uscita dall’autosalone si ha una piacevole sensazione, si guida con più prudenza, si sta attenti al parcheggio e si va all’autolavaggio con scadenza regolare. Dopo un po’ di tempo, quando l’inebriante odore di concessionaria non si sente più, si inizia a maltrattarla. Ma dipenderà davvero dalla fragranza o sarà per qualche altra ragione? Il consiglio per chi deve vendere una vecchia auto è abbastanza scontato: attenzione a odori di animali, vomito di bambini e alcolici rovesciati. Per non parlare della puzza di fumo stagnante. Chi comprerebbe mai un’auto nauseabonda?
Al Rac hanno dimostrato quindi che l’odore influenza reazioni a livello inconscio. E che l’assenza di odori, osservata sugli astronauti, crea danni peggiori dell’odore sbagliato. Da questi risultati gli investimenti fatti da alcune case automobilistiche assumono significati concreti. E sempre in quest’ottica le cartucce profumate montate da Citroen, che sembravano solo un dispettuccio della casa francese all’alberello magico, prendono le sembianze di una grande innovazione.
Il futuro automobilistico prospettato dalla Rac insomma è più che mai profumato. Già anni fa alcuni designer stavano lavorando a un sistema integrato che sapesse riconoscere l’umore del guidatore e rimodulare l’odore nell’abitacolo per calmarlo o stimolarlo. Stando alle previsioni, nel 2050 saremo guidati all’acquisto dell’auto dal nostro naso, e i concessionari ci faranno annusare gli interni disponibili, mettendo in secondo piano i classici equipaggiamenti hi-tech.
Silvia Bonaventura


© asaps.it


Da Repubblica Motori.it
Mercoledì, 03 Gennaio 2007
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