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Francia, cambio al vertice della Sicurezza Stradale - Una donna al timone della commissione interministeriale

La soddisfazione di Chirac per i risultati raggiunti, un trend di miglioramento senza uguali in Europa



(ASAPS) PARIGI – Si chiama Cécile Petit, di lavoro ha sempre fatto il magistrato, ma ora dovrà appendere la toga al chiodo per vestire i panni di “Delegato interministeriale alla sicurezza stradale”. Per intenderci, è come se al nostro Guido Bertolaso – il capo della Protezione Civile (quindi un tecnico), venisse affiancata una figura plenipotenziaria con la consegna di occuparsi di incidenti stradali. Una patata bollente, che ha scottato parecchie mani in Francia, ma che oggi vive un momento di grande radiosità. L’ex direttore, Remy Heitz, ha riempito i francesi (e anche sul nostro sito ci sono decine di notizie che lo riguardano) di nozioni sulla pericolosità di velocità ed alcol, istituendo la patente a punti e dando vita ad un programma di prevenzione e repressione senza precedenti in Europa. Insomma, un battistrada importante, un esempio europeo al quale anche noi dovremmo poter guardare. L’ufficio di madame Petit presso il ministero dei Trasporti è già entrato in azione, mentre Heitz è stato promosso direttore generale dell’amministrazione del dicastero. Intanto, dall’Eliseo Chirac torna ad occuparsi di sicurezza stradale, ringraziando tutto il paese per gli eccellenti risultati raggiunti. La diminuzione della sinistrosità è infatti eccezionale, ed ora la mortalità francese è la più bassa dal 1970, con un trend di miglioramento che non ha uguali in Europa e che è cominciato nel 2002, quando proprio lui, monsieur le president, gridò alla repubblica che tanto sangue sulle strade non era cosa degna di un paese civile. Negli ultimi 4 anni, gli incidenti con lesioni sono diminuiti del 40%: “…vuol dire – ha detto Chirac – che 8.500 persone hanno avuto salva la vita ed altre 100mila non sono rimaste ferite. Dunque, un successo per la sua amministrazione, visto che la sicurezza stradale era stata una delle sue 3 promesse al paese per il quinquennio da capo dello stato. “Questi risultati – ha aggiunto – sono incoraggianti ma ci dicono che non possiamo fermarci qui. Oggi, in Francia, muoiono ancora 14 persone al giorno, mentre oltre 300 restano ferite. Vite falciate e famiglie sbriciolate”. Ma il richiamo del presidente francese è divenuto durissimo quando è stato il momento di parlare dei motociclisti. “È inaccettabile – ha esordito – che il numero di motociclisti uccisi o feriti sia in costante aumento, soprattutto nei centri città”. Qui il capo dello Stato sembra abbia ricevuto un rapporto che impone la distinzione tra motociclista in senso classico e scooterista: l’erede della vespa, e questa è una considerazione che facciamo noi di Asaps valutando la situazione italiana, è divenuta l’unica alternativa ad un traffico che proibisce di fatto l’uso della macchina. Chi sale in sella, lo fa per arrivare prima e spesso anche le regole basilari di sicurezza sono violate. Infine l’alcol, che anche Oltralpe è ormai una delle principali causa di mortalità stradale. Si parla, da Parigi, di mille vittime all’anno.
(ASAPS)


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Lunedì, 27 Novembre 2006
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