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Rassegna stampa Alcol e guida del 17 novembre 2006

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

IL GAZZETTINO
«Disposta al dialogo su tutta la politica di prevenzione»

Dal ministro della Salute, Livia Turco, piena disponibilità a «un confronto permanente con tutti i parlamentari dell’Unione», a partire dalle politiche di prevenzione delle tossicodipendenze. Questa la risposta della Turco ai 51 parlamentari dell’Unione. «Sarà l’occasione - spiega - per illustrare le iniziative che sto predisponendo, d’intesa con le Regioni, per le politiche di prevenzione delle tossicodipendenze e di sostegno alla rete integrata dei servizi». Intenzione è anche «anticipare le linee del Programma ’Guadagnare in salute’, che intende affrontare in modo coordinato la promozione di stili di vita salutari a partire dai problemi della nutrizione, dell’attività motoria, del fumo e della diffusione dell’alcol».


 
ASCA

DROGA: FERRERO, SUPERARE BANALIZZAZIONE DISCUSSIONE 

Roma, - Motivi di fibrillazione nella maggioranza per l’aumento della dose minima di sostanze di cui disporre decisa dal ministro Turco, e il ministro Ferrero scrive ai 51 deputati che hanno raccolto firme anti Turco. ’’La necessita’ di aprire una discussione seria ed approfondita nel paese che tenga conto delle cose che scrivete nella lettera - scrive Ferrero indirizzandosi ai ’’Gentilissimi Deputati e Senatori’’ nella missiva diffusa in tarda serata di ieri - e’ - dal mio punto di vista - un’esigenza estremamente importante. Lo e’ perche’ un fenomeno complesso come quello del consumo di sostanze stupefacenti richiede alla politica la capacita’ di saper ascoltare: gli operatori, la scienza, la societa’ civile.

Nessuno di noi pensa che l’utilizzo delle sostanze sia un diritto, ma un fenomeno con il quale confrontarsi e sul quale intervenire cosi come avviene in altri paesi tenendo in considerazione le evidenze scientifiche. Per questo il mio ministero ha provveduto a ricostruire la consulta sulle tossicodipendenza, la consulta sui problemi alcol correlati ed ha allargato il raggio di azione del dipartimento antidroghe al complesso dei fenomeni legati alle dipendenze. Come voi del resto sottolineate questo fenomeno coinvolge larghe fette della nostra popolazione. Dall’alcol agli psicofarmaci, dal doping alla nicotina o alla dipendenza da videopoker, vi sono - assieme alle droghe illegali - una vasta gamma di comportamenti nei quali occorre comunque sempre distinguere l’uso, dall’abuso, dalle forme di dipendenza.

Di fronte ad una situazione cosi’ complessa, - prosegue la lettera di Ferrero - in questi anni abbiamo assistito ad una banalizzazione della discussione che sotto il titolo droga ha ricompresso sostanze tra loro totalmente diverse, che hanno differenti livelli di pericolosita’, sia intrinsecamente che in rapporto alle modalita’ di assunzione, al contesto in cui si utilizzano, e alle caratteristiche fisiche e psichiche dell’assuntore. Il passato Governo ha parlato di droga al singolare senza svolgere azioni sistemiche di prevenzione; questo ha contribuito a far si che oggi i nostri giovani considerino fumare uno spinello alla stregua di fumare una sigaretta di cocaina; occorre assolutamente superare questa situazione. Del resto gli stessi dati ce lo dimostrano, come evidenzia la relazione al parlamento nei 5 anni del governo Berlusconi e’ raddoppiato il consumo di Cocaina al pari di quello della Cannabis. Ritengo quindi utile cogliere l’occasione della vostra lettera del tema per aprire una discussione seria sulla questione. Io sono convinto che l’Italia deve smetterla di essere il fanalino di coda dell’Europa, e che si possa finalmente impostare una politica dei quattro pilastri in cui la prevenzione, la cura, la riduzione del danno, e la lotta al narcotraffico siano gli assi principali della nostra azione di governo. Per questo ritengo che il Decreto sulle tabelle sia giusto perche’ pur rifiutando la logica della soglia riesce ad attenuare lievemente gli effetti perversi della legge Fini. Si tratta di un atto moderato, di mera riduzione del danno, al fine di evitare che la legge in vigore determini, dopo l’indulto, il paradosso di riempire le carceri di consumatori e tossicodipendenti. Evitare che un giovane entri in carcere per qualche spinello vuol dire ridurre il rischio che diventi tossicodipendente, dato che

in carcere le sostanze girano esattamente come fuori; molti genitori possono essere preoccupati perche’ i propri figli consumano cannabis; almeno adesso potranno evitare di vederli finire in galera, con le conseguenze devastanti che questo fatto determina.

In ogni caso, - conclude il ministro - al di la’ delle diverse opinioni che esprimiamo, mi pare necessario aprire il confronto e vi propongo pertanto di calendarizzare

rapidamente una riunione in cui si possano affrontare questi temi’’.

Res/cdc


LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (BARI)

Droga consentita? Vediamo le conseguenze

Vorrei rispondere al ministro della Sanità, Livia Turco. Siamo sicuri che l’aumento degli incidenti stradali, quasi sempre nel fine settimana, in cui sono coinvolti sempre più giovani sono soltanto causati dalle quantità di alcool ingente nella maggior parte dei luoghi di aggregazione? Non si potrebbe soltanto minimamente pensare che anche un semplice spinello possa causare problemi nella conduzione di macchine sempre più potenti, e sempre più guidate da giovanissimi con poca esperienza? Noi non vogliamo che i nostri giovani vadano in galera, ma siamo certi che per risolvere il problema sia sufficiente aumentare le dosi di droga consentite? Che mondo vogliamo creare, quando non esisterebbe più un ragazzo che non abbia, almeno una volta nella vita, fumato una canapa? E le conseguenze di noi genitori nell’apprendere che i nostri figli sono continui appassionati fumatori?

Nicola Delle Grazie Bari

La nuova legge le ministro Turco ha solo aumentato la dose consentita, ma il principio secondo cui l’uso non è reato era già contenuto nella precedente legge. Quanto al danno, alle conseguenze, all’etica, a quant’altro, è tutto in discussione. E accesa anche.


CORRIERE ADRIATICO

Il questore: “Se guidate non bevete alcol”

Pesaro - “Caro giovane, lo scorso anno sulle strade di Pesaro sono rimaste ferite 2046 persone e 50 sono morte: 21 di queste avevano meno di 30 anni”. E’ l’incipit della lettera che il questore di Pesaro Benedetto Pansini invierà ai ragazzi degli istituti superiori per sensibilizzarli e responsabilizzarli nei confronti del drammatico problema delle “stragi del sabato sera”. L’iniziativa si svolge nell’ambito del progetto di educazione alla legalità che lo stesso questore di Pesaro sta sviluppando in provincia e dei relativi seminari nelle scuole.

“Estendere alla provincia il progetto “Bob” o del “conducente designato” è un obiettivo sostenuto anche dalla Comunità Europea - continua il questore -: diffondere, cioè, tra tutta la popolazione, specie quella giovanile, il modello comportamentale conosciuto nei Paesi del Nord Europa “Se guidi non bere alcol”, che consentirà di dimezzare il numero delle vittime della strada entro il 2010”.

E allegata alla lettera, oltre ai recapiti del questore per “suggerimenti o proposte sull’argomento”, ci sarà allegata anche una sintesi delle droghe e dei loro effetti sulla circolazione stradale. E infine il questore lancia un appello ai ragazzi. “Il tuo senso di responsabilità - commenta il questore rivolgendosi ai giovani - passa innanzitutto attraverso il rispetto delle regole che permettono di guidare con la maggiore sicurezza possibile”.

Nel frattempo, il questore Pansini si è già reso disponibile al anche attraverso la rete. «Se hai suggerimenti o proposte sull’argomento, sono a tua disposizione, contattami attraverso questore.pu@poliziadistato.it oppure scrivendo direttamente alla Questura di Pesaro e Urbino, via Giordano Bruno 5, tel. 0721-386111; fax 0721-386777.


LA PROVINCIA DI CREMONA

Politica. Raccolta di firme per impedire la vendita nei giardini pubblici anche ai maggiorenni

An: «Basta alcol nei parchi»

di Cristiano Mariani «Il Comune vieti la vendita e il consumo di alcolici nei parchi pubblici». L’appello, lanciato nel corso di una conferenza stampa tenuta ieri mattina, arriva dal circolo cittadino di Alleanza Nazionale. E fa seguito alla firma di un protocollo d’intesa tra amministrazione comunale e i gestori dei punti di ristoro all’interno delle aree verdi cittadine; un accordo che impegna a non servire alcol ai minorenni (la legge lo proibisce solo per chi ha meno di 16 anni). Il leader cremasco di An, Rachele Ogliari, punta l’indice sull’aspetto «diseducativo di determinati spettacoli». E preannuncia una raccolta di firme.

Il sindaco Claudio Ceravolo, medico al secondo mandato alla guida di una giunta di centrosinistra, non cerca eufemismi sulla questione. E nel pomeriggio ha ribattuto: «È già un risultato aver raggiunto quest’intesa con i gestori dei bar; se un esercente ha la licenza per vendere alcolici, come facciamo ad impedirlo?» Ma Fabiano Gerevini, del direttivo di An e ieri tra i relatori dell’incontro stampa, sottolinea come il divieto sia già in vigore negli stadi, «anche in quelli piccoli come il nostro. E se la questione sicurezza vale negli impianti sportivi, perchè non considerarla anche per i parchi?» «Il Comune ha affrontato il problema solo con dei palliativi», ha aggiunto durante la conferenza stampa Roberta Giubilo, avvocato e a sua volta esponente del direttivo del circolo. «L’amministrazione ha fallito anche sul fronte della sicurezza», è la secca chiusura della presidente Ogliari. E ai cronisti, a margine dell’incontro, è stata distribuita copia del protocollo d’intesa siglato nel 2001 da Ceravolo e dall’allora prefetto. Si tratta di un accordo sui temi della prevenzione. E il testo è stato richiamato più volte: «Chiediamo che venga istituito un tavolo tecnico con le forze dell’ordine — la ricetta di An —, per verificare i possibili interventi per la messa in sicurezza dei parchi pubblici». «Gli incontri previsti dal protocollo ci sono stati — assicura però Ceravolo — e molti. Il prossimo è previsto in Prefettura la settimana entrante». «Sarebbe auspicabile la creazione di un assessorato comunale alla sicurezza, che già esiste in altre realtà del Cremasco, come Rivolta D’Adda». A proporlo, durante l’incontro nella sede di via Monte di Pietà, è stato un altro degli esponenti del circolo, il tenente colonnello dei carabinieri, a riposo, Giancarlo Giubilo. «I bambini e i cittadini di Crema hanno il diritto di poter godere completamente degli spazi verdi della città», è il messaggio di An. E il circolo ha ‘caldeggiato’ il trasferimento della sede del Servizio tossicodipendenze, attualmente a ridosso del Campo di Marte. In conclusione, Gerevini ha riflettuto su un «messaggio»; quello ‘lanciato’ dai giochi a pagamento nei parchi pubblici: «Chi più spende, più si diverte... non mi sembra educativo per i piccoli».


IL GAZZETTINO (ROVIGO)

MONSELICE

Scontro fra un’auto e un ciclomotore 

Travolto da un ubriaco 49enne in fin di vita

(O.M.) Sta lottando tra la vita e la morte nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Monselice E.K.A., 49 anni, cittadino marocchino residente Este. L’uomo è stato coinvolto in un incidente all’alba di ieri.

Erano da poco trascorse le 4.40 e sulla strada statale 16 "Adriatica" viaggiava la Nissan Micra condotta da M.L., 27 anni di Solesino, di nazionalità rumena. Il conducente dell’utilitaria stava rientrando a casa. Giunto in via Fragose, nel comune di Monselice, il conducente ha investito in pieno E.K.A., che era in sella ad un ciclomotore, fermo al centro della carreggiata. Il centauro intendeva girare a sinistra per imboccare via Fragose. L’urto è stato violento. Il marocchino è stata sbalzato di sella. Subito soccorso dagli automobilisti di passaggio, E.K.A. è stato trasportato in gravi condizioni a Monselice. I medici lo hanno ricoverato nel reparto di terapia intensiva. La prognosi è riservata. Sul luogo è giunta una pattuglia dei carabinieri di Monselice. I militari dell’arma hanno accertato lo stato di ebbrezza del conducente dell’autovettura. M.L. è stato infatti sottoposto al test dell’etilometro risultato positivo. Il cittadino rumeno è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza e gli è stata ritirata la patente.


IL GAZZETTINO (PADOVA)

CHIOGGIA

Alla guida di un fuoristrada. Il posto di blocco della Polizia era in via Padre Venturini a Brondolo 

Tenta di investire l’agente che lo ferma 

L’uomo, un marocchino di 28 anni, è risultato ubriaco. Fermato poco dopo ha reagito a calci e pugni ed è stato arrestato

Sfugge al posto di blocco e tenta di investire un agente di polizia. È costata cara la bravata a un marocchino di 28 anni residente da diverso tempo a Chioggia dove ha sposato una ragazza del posto, arrestato dalla Polizia nella notte tra martedì e mercoledì. Gli agenti, in collaborazione con i Carabinieri, stavano effettuando un posto di blocco in via Padre Emilio Venturini a Brondolo, all’altezza del supermercato Billa. Intorno alle 2 da Ridotto Madonna, ha fatto la sua comparsa un fuoristrada scuro che procedeva zigzagando a forte velocità. Uno dei poliziotti ha intimato l’alt ma il conducente ha pigiato sull’acceleratore rischiando di investirlo. Con prontezza di riflessi, l’agente è balzato all’indietro evitando di finire sotto il fuori strada. Le pattuglie si sono subito gettate all’inseguimento del veicolo, ma il fuoristrada ha imboccato le strette vie di Brondolo facendo perdere in breve tempo le sue tracce. Le ricerche dei responsabili sono comunque continuate e hanno dato i loro frutti una decina di minuti dopo. A piedi in via Padre Emilio Venturini, stavano infatti passeggiando tre tipi sospetti, due chioggiotti e un marocchino. L’agente che aveva intimato l’alt al veicolo ha riconosciuto nell’extracomunitario l’uomo che si trovava al volante e gli agenti hanno così provveduto a fermare tutti e tre per un controllo. Sia i due chioggiotti, sia il marocchino erano visibilmente ubriachi. All’accusa di essere stato al volante del fuoristrada che non aveva rispettato l’alt della pattuglia il 28enne marocchino è andato su tutte le furie prima inveendo contro i poliziotti e poi passando alle vie di fatto. Sono volati calci e pugni sia contro gli agenti sia contro la macchina di servizio. A questo punto sono scattate inevitabilmente le manette con le accuse di violenza e resistenza a pubblico ufficiale e ubriachezza molesta e l’aggravante di non essersi voluto sottoporre alla prova dell’alcoltest. Nessuna responsabilità è stata invece attribuita ai due chioggiotti, mai intervenuti nella disputa. La polizia è riuscita anche a ritrovare il fuoristrada, abbandonato dai tre sul cortile di un’abitazione di Brondolo. Processato ieri mattina per direttissima al tribunale di Chioggia il 28enne marocchino è stato condannato a 8 mesi di reclusione ma ha beneficiato della sospensione della pena ed è stato così libero di tornare a casa.

Marco Biolcati


IL GAZZETTINO (TREVISO)

Pieve di Soligo

Erano andati ...

Erano andati a fare rifornimento sulla piazza di Padova, e al ritorno, non prima di aver fatto qualche sosta per distribuzione, sono stati pizzicati dai carabinieri con in tasca ancora la merce appena acquistata. Due arresti e un etto di droga, 50 grammi di hashish e altrettanti di eroina, subito sequestrato. È il risultato dell’ennesima operazione portata a conclusione dai carabinieri della stazione di Pieve e del nucleo operativo radiomobile di Vittorio Veneto nella lotta allo spaccio degli stupefacenti.

Sorpresi in flagranza di reato, in manette sono finiti un giovanissimo pusher, Mirco Dall’Anese, 19 anni, disoccupato, residente a San Pietro di Feletto, ancora non conosciuto alle forze dell’ordine e Spartaco Nebbia, 39 anni, operario, romano ma domiciliato a Pieve di Soligo, quest’ultimo molto conosciuto e presso la cui abitazione era stato notato da tempo un viavai sospetto. Questo ha fatto partire l’operazione nella serata di martedì: i due soggetti, soprattutto il Nebbia, erano tenuti sotto controllo da tempo con servizi di osservazione e martedì sono stati seguiti nei loro movimenti.Un viaggio a Padova e quindi al ritorno sono stati "accompagnati" dal casello autostradale fino al centro del paese, dove le loro mosse si sono fatte sospette e i militari hanno deciso di intervenire. Sono stati sottoposti a perquisizione e sono saltati fuori 50 grammi di eroina, 200 dosi circa, e altri 50 grammi di hashish: il tutto al dettaglio avrebbe fruttato dagli 8 ai 10 mila euro. In tasca i due avevano 800 euro in contanti frutto di attività. Addosso avevano anche cartine, materiale da taglio e per il confezionamento dello stupefacente.

Nella stessa serata i carabinieri di Col San Martino hanno arrestato in un bar di Col San Martino, in via Giarentine, Marco Giuseppe Micheletto, 37 anni, con precedenti per resistenza a pubblico ufficiale: in preda ai fumi dell’alcol prima ha importunato gli avventori del bar, quindi all’arrivo della pattuglia si è scagliato contro i carabinieri che lo hanno subito tranquillizzato e portato prima in caserma e poi in carcere. A suo carico, oltre alla resistenza anche il reato di disturbo alla quiete pubblica e di aver contravvenuto al divieto di intrattenersi nei locali pubblici proprio per i precedenti specifici per i quali era conosciuto.

Fulvio Fioretti


IL MESSAGGERO (OSTIA)

Cecchina

Il cadavere nella discarica 

Il romeno sarebbe morto schiacciato dal camion compattatore 

di KAREN LEONARDI

Nessun omicidio dietro la morte del clandestino romeno trovato lunedì mattina alla discarica di Cecchina. Constantin Stojca è morto per schiacciamento. L’esito dell’autopsia non è stato ancora depositato agli atti, ma dai primi accertamenti del medico legale sembra emergere che il decesso sia stato provocato dall’impatto con l’autocompattatrice: la circostanza avvalorerebbe l’ipotesi del decesso per incidente, già formulata dagli investigatori, i quali il giorno successivo al ritrovamento del cadavere all’interno del capannone di via Roncigliano avevano orientato le indagini in questa direzione.

Ma che faceva l’uomo nel cassonetto? Anche questo mistero sembra si stia dissipando con il passare delle ore. Probabilmente Constantin, in preda ai fumi dell’alcool, per ripararsi dal freddo o perché non in grado di tornare a casa a causa dello stato di ebbrezza si è riparato nel cassonetto e li si è poi addormentato profondamente tanto da non sentire neppure il rumore causato dallo svuotamento.

L’esito dell’esame tossicologico non è ancora pronto, ma da indiscrezioni trapela la circostanza che lo stesso medico, al momento dell’esame autoptico, sia stato investito da un intenso odore di alcool proveniente dal cadavere. Intanto sono stati individuati probabili conoscenti e amici della vittima, ma non è stato possibile ancora ascoltarli perché resisi irreperibili per timore di essere implicati in qualche modo nella vicenda.


CORRIERE ADRIATICO

Il prefetto ha deciso di denunciarli alla magistratura L’ultima rissa in piazza Bonfine

Autista della Start aggredito dai teppisti

Era sceso dal pullman per affrontare alcuni giovani che gli avevano tirato una pietra

ASCOLI - Si spoglierà della sua funzione di rappresentante di governo e, da comune cittadino, il prefetto di Ascoli Alberto Cifelli che si recherà presso gli uffici della Procura per presentare denuncia nei confronti di quei giovani che hanno aggredito, proprio davanti alla Prefettura, un autista della linea urbana.

Il fatto si è verificato nella mattinata di mercoledì in corso Trento e Trieste. Il pullman urbano stava per fermarsi quando all’improvviso una mano ignota ha scagliato contro il torpedone una pietra provocando un certo spavento fra le persone che si trovavano a bordo. L’autista è sceso ed ha rimproverato i vandali che per tutta risposta lo hanno aggredito. La rissa è stata sedata in breve grazie all’intervento di alcune persone di buona volontà. Poco dopo sul posto è giunta una pattuglia della polizia che ha provveduto ad interrogare coloro che avevano assistito al fatto. Naturalmente gli aggressori si erano già dati a precipitosa fuga, ma a breve verranno identificati. Fino a ieri non risulta che l’autista abbia presentato denuncia per quanto accaduto ma si hanno fondati motivi di credere che lo farà anche perché la sua testimonianza servirà per inchiodare gli aggressori alle proprie responsabilità.

“E’ un fenomeno di violenza - ha commentato il capo di gabinetto della Prefettura dottor Salvatore Angieri - strettamente legato al disagio giovanile che sta crescendo in maniera esponenziale”. Opinione rispettabilissima ma ciò che non si comprende è perché tale disagio si debba manifestare con la violenza ed i danneggiamenti della cosa pubblica.

Sempre lungo la stessa via quattro giorni or sono un persona di una certa età è stata aggredita da un ragazzo per una questione di parcheggio. Sembra cessata… l’emergenza determinata dalla presenza di un gruppo di giovani che stazionavano giornalmente davanti alla farmacia Loffreda innescando episodi di violenza ma a quanto pare c’è stato soltanto uno spostamento di poche decine di metri. Continuano a ripetersi gli episodi di violenza nella nostra città, sempre nella zona del centro storico. Il ferimento di quattro carabinieri ed un operaio, avvenuto nella nottata di San Martino, a seguito di una violenta rissa in piazza Bonfine, ha superato il limite di guardia per cui appare improcrastinabile che vengano adottati severi ed immediati provvedimenti di ordine pubblico. Nelle ultime due settimane sono stati presi di mira in particolare i militari dell’Arma tanto che cinque di loro sono stati fatti oggetto di azioni violente e sono dovuti ricorrere alle cure dei sanitari. Ricordiamo che un carabiniere di quartiere venne colpito al volto da un giovane che lo stava prendendo in giro, senza che ricorressero particolari motivi. A distanza di quasi dieci giorni dall’accaduto il militare dell’Arma accusa seri problemi neurologici. La rissa in piazza Bonfine è risultata di una gravità estrema. I carabinieri sono intervenuti in quanto un cittadino reclamava il diritto a parcheggiare nello spazio riservato agli andicappati. Ad opporsi alle forze dell’ordine non è stato il proprietario del mezzo che occupava abusivamente il parcheggio ma due giovani che hanno precedenti specifici. “Sono eccessi - ha sottolineato il comandante provinciale dei carabinieri Sante De Pasquale - dovuti a casualità nel caso specifico per un evidente stato di alterazione dovuto all’alcol. Quindi da non criminalizzare perché sono episodi che si registrano dappertutto”.


LA PROVINCIA DI CREMONA

Ubriaco e molesto Fermato alle sette del mattino

Viadana — Ubriaco alle sette del mattino, e per di più molesto. Sono dovuti intervenire i carabinieri della Compagnia di Viadana, ieri mattina in via Aroldi, per calmare un giovane extracomunitario che, in stato etilico, schiamazzava lungo la strada disturbando, vista l’ora, i residenti. Per lui scatterà una sanzione amministrativa.


IL GIORNALE.IT

Dietro l’omicidio di via Rubattino una lite per droga tra due marocchini

C’è una lite per questioni di droga dietro l’assassinio del marocchino 20enne trovato cadavere martedì pomeriggio in via Rubattino. Il responsabile dell’assassinio è, secondo la squadra mobile, un connazionale del morto, un pregiudicato di 26 anni.

Secondo la ricostruzione della polizia sembra che la vittima e l’omicida abbiano avuto una lite nei giorni scorsi, dopo che la vittima si era presentata ubriaca in piazzale Gobetti. L’omicida gli avrebbe rimproverato di aver in questo modo attirato l’attenzione di residenti e forze dell’ordine «disturbando» cosi l’attività di spaccio della zona. Per questo, lunedì mattina il marocchino si è presentato in via Rubattino, nella zona dove la vittima, Nordin Alkhzi, irregolare, viveva in una baracca. A quel punto per vendetta lo avrebbe accoltellato una ventina di volte.

Per gli inquirenti è tuttavia possibile che la vittima avesse da qualche tempo iniziato a spacciare invadendo il territorio dell’omicida con cui da tempo avrebbe avuto dissapori. Ieri gli agenti hanno fermato il presunto assassino Said Larsene, 26enne irregolare e pregiudicato per droga. L’uomo ha respinto con forza le accuse. Gli investigatori, però, sembrano sicuri del fatto loro. Peraltro, anche se non hanno ritrovato il coltello (forse gettato nel Lambro) gli inquirenti hanno trovato sulle braccia di Larsene ferite compatibili con una lite. Lite che era stata vista da un connazionale della vittima, la stessa persona che alle 16.45 ha trovato il cadavere e dato l’allarme alla polizia.

La squadra mobile ha arrestato anche un sudamericano, accusato del tentato omicidio di un cileno di 35 anni, Alejandro I., ferito all’inguine nel corso di una sparatoria avvenuta domenica scorsa in via Natale Battaglia, di fronte a un locale.

Ruben Gabriel Souto, 30 anni, è un pregiudicato uruguaiano ed era stato in carcere fino all’agosto scorso, per una serie di rapine in banca (una trentina di colpi in tutto) messe a segno tra il 1996 e il ’97.

Alejandro I., subito operato al Niguarda se l’è cavata con una ferita all’inguine e 30 giorni di prognosi. A portare al suo feritore il fratello e la ragazza della vittima che hanno indicato agli investigatori. Da qui, e dalle riprese di una telecamera di un vicino negozio, la polizia è riuscita a risalire a Souto, che è stato fermato mercoledì in via Murat, dopo che gli investigatori avevano seguito un suo amico


LA SICILIA

Costringe la moglie a scappare da casa nel cuore della notte, inducendola a cercare aiuto telefonando al 113. Protagonista di questa poco edificante vicenda è stato un giovane agrigentino, A.M. di 34 anni.

L’uomo era da poco tornato nella propria abitazione in via Manzoni. Ad accoglierlo c’era la giovane consorte, subito travolta da una serie di improperi di vario genere, pare non motivati. Talmente tanti che, dopo averne ricevuti una quantità ormai insopportabile, la donna ha deciso di uscire dalla propria casa, lasciando il marito, in evidente stato confusionale, da solo. L’uomo, secondo la versione fornita dalla donna, sarebbe rincasato ubriaco e avrebbe pensato di sfogare la propria eccessiva euforia contro quella donna che sperava di andare a dormire in un atmosfera migliore.

Avvertiti telefonicamente, in via Manzoni sono giunti i poliziotti delle Volanti, che hanno trovato la donna tremante in mezzo alla strada.

Una volta al cospetto degli agenti, l’uomo si è scagliato anche contro di loro con ceffoni e calci. E così, tra un’altra raffica d’improperi, A.M. è stato denunciato.

Non è stato meglio chiarito se i due coniugi siano tornati a dormire sotto lo stesso tetto. La vicenda conferma però un dato allarmante, evidenziato nei giorni scorsi dal responsabile del Sert, Renato Andriani. In città l’aumento del consumo di alcol ha subito un’impennata senza precedenti, causando problemi di vario genere nell’ambito di famiglie dove situazioni già usurate spesso sfociano in diverbi, risse e, a volte, anche qualcosa di più grave.

F.D.M.


L’ADIGE

Anziano ubriaco al volante

Era al volante della sua Ford Fusion in evidente stato di ebbrezza: martedì scorso un uomo di Trento di 74 anni è stato fermato in Largo Porta Nuova. Sottoposto alla prova dell’alcoltest, presentava un tasso alcoolemico pari a 0.70 g/l. I vigili hanno provveduto al ritiro della patente di guida e alla segnalazione all’autorità giudiziaria. Frontale sulla Valsugana Scontro frontale ieri tra due Audi allo svincolo della Valsugana che porta al Bren Center. Un’Audi A6 stava immettendosi sulla corsia in direzione Pergine, ma ha sbagliato la manovra è si è ritrovata sulla corsia opposta, dalla quale stava provenendo un’Audi 100, che l’ha centrata in pieno. Completamente distrutte le due macchine, mentre i due autisti, uno di Mezzocorona. G. M. le iniziali, di 59 anni, e F. B., 44 anni di Pergine, se la sono cavata con ferite lievi. Entrambe sono stati trasportati all’ospedale S. Chiara. Arrestato clandestino È in carcere a Trento in via Pilati un cittadino marocchino, Boukhaib Ezzaf di 33 anni, arrestato dai carabinieri per violazione della legge sull’ immigrazione. Il nordafricano, fermato a Levico nel corso di un normale controllo, è risultato colpito da decreto di espulsione emesso dalla questura di Trento nel marzo di quest’ anno. L’uomo è accusato di non avervi ottemperato.


LA PADANIA

Allarme nel Belpaese dopo la morte di una modella brasiliana

«In Italia 5 milioni i malati di cibo»

Anna Reston aveva lavorato anche per Armani, da mesi mangiava solo mele e pomodori poi vomitava tutto

Oltre due milioni e mezzo di italiani “malati di cibo”, colpiti cioè da anoressia e bulimia, disturbi alimentari che nel 90% dei casi sono appannaggio delle donne, sedotte da modelli estetici malsani imposti dal mondo della moda. Numeri, questi, che potrebbero però lievitare fino a quota 4-5 milioni, perchè largamente sottostimati. A disegnare la dimensione del fenomeno nello Stivale è Fabiola De Clerq, presidente dell’Associazione bulimia anoressia (Aba), commentando la notizia della morte della modella brasiliana Ana Carolina Reston, stroncata da un’infezione dovuta alle precarie condizioni di forma fisica. Ana Carolina Reston, 21 anni, nonostante il rachitismo o anzi grazie a quello, lavorava per le migliori agenzie di moda di New York: è morta per denutrizione all’ospedale di San Paolo, in Brasile, dopo tre settimane di ricovero.

La poveretta, che era alta 1 metro e 73 centimetri, al momento della morte pesava appena 40 chili. La modella da tempo soffriva di anoressia e bulimia ed era stata portata in ospedale lo scorso 25 ottobre, dopo essere svenuta alla vigilia della sua partenza per Parigi, dove avrebbe dovuto posare per una campagna fotografica.

«Le dicevamo di mangiare ma non ci ascoltava», ha detto Geise Strauss, una cugina della modella. «Quando si metteva qualcosa in bocca correva subito in bagno e rigettava tutto», ha aggiunto. Gli amici hanno raccontato che ormai da diversi mesi Ana Carolina mangiava solo mele e pomodori. L’ultimo ingaggio importante lo aveva avuto per un servizio fotografico per il catalogo ufficiale di Giorgio Armani. E proprio nel distorto mondo della moda si concentra una percentuale altissima di donne afflitte da rachitismo. «A occhio e croce - accusa De Clerq - 9 modelle su 10 mangiano e vomitano. Quando non digiunano del tutto. Per questo il fenomeno è preoccupante. Non dimentichiamoci - avverte - che l’anoressia uccide nel 10% dei casi. Ed è considerata la prima causa di morte per malattie psichiatriche, come riporta il manuale internazionale di psichiatria Psn IV». Quanto invece ai dati generali, la De Clerq ricorda che «un terzo delle vittime di disturbi alimentari gravi è anoressica, e fra queste il 48% è anche bulimica. Cioè - spiega - mangia e vomita almeno 30 volte al giorno. A volte arrivando a ingerire fino a 58-60 mila calorie, uno sproposito, che puntualmente finiscono nel water». Un fenomeno dunque diffuso non solo “in passerella” ma anche tra le persone comuni, e che non conosce più età precise, come il delirio di vanità che sconvolge persino le menti di vecchie e bambine: «ormai - riferisce - abbiamo segnalazioni di casi anche a 10-12 anni, e oltre i 60 anni». «Per fortuna - prosegue la presidentessa dell’Aba - la Spagna prima, e ora anche l’Italia, si stanno muovendo per combattere gli stereotipi delle modelle filiformi. Come dimostra il caso della modella brasiliana, di anoressia si muore, dunque è necessario accendere le coscienze».

Come fare per accorgersi in tempo dei primi segni di un disturbo alimentare? «Nelle donne in età fertile - dice De Clerq - il parametro limite da tenere presente è quello delle fecondità. Se una donna giovane soffre di amenorrea, cioè non ha più mestruazioni, allora è talmente sottopeso da rischiare la vita. Altro fattore da tenere d’occhio è l’indice di massa corporea che non deve scendere sotto il 18». Infine, un segnale allarmante può essere anche il consumo smodato di alcol. «Innanzitutto perchè il bere non è percepito come vietato da chi soffre di anoressia. E poi perchè l’alcol produce un effetto stordente e anestetizzante che fa avvertire meno i morsi della fame». In ogni caso, avverte l’esperta, è bene intervenire al più presto perchè le conseguenze di questi disturbi, quando non sono letali, possono essere gravi e cronici, per esempio l’osteoporosi. E proprio per fornire informazioni su questi problemi, l’Aba mette a disposizione il numero verde 800.165.616 o il sito internet http://www.bulimianoressia.it/.


IL GAZZETTINO (PORDENONE)

FARMACI, PERICOLO SOTTOVALUTATO PER LA SICUREZZA IN AUTO

Questa volta parliamo degli effetti sulla guida delle sostanze stupefacenti e dei farmaci. Va da sé che la guida in condizioni di alterazione fisica e psichica, correlata all’uso di sostanze stupefacenti e di farmaci, è vietata.

Se tali sostanze vengono assunte contemporaneamente all’alcool etilico o in associazione con altre sostanze stupefacenti (es.: alcol più marijuana, alcool più farmaci, ecc) l’effetto tossico viene notevolmente potenziato, con un’ulteriore riduzione della capacità di guida.

Facciamo degli esempi. L’assunzione di cannabis (marijuana, hashish) determina che la visibilità degli effetti dipende dalla dose assunta e dalle condizioni del soggetto al momento del consumo. Anche una dose minima occasionale può determinare una riduzione delle funzioni cognitive - percettive e comportamentali con riflessi negativi sulla guida.

La cocaina, invece, ha un’azione duplice in quanto in un primo momento eccita dando la sensazione di energia e successivamente produce un effetto depressivo, accompagnato da stanchezza e debolezza.

L’ecstasy, è una sostanza dall’azione stimolante ed allucinogena che produce, come la cocaina, un’azione prima stimolante poi depressiva.

L’eroina e la morfina sono sostanze che determinano alterazioni della capacità di guida soprattutto per modificazioni dell’umore accompagnate da sonnolenza.

Per ciò che concerne i farmaci, il numero degli stessi che può influire negativamente sulla guida è molto ampio e ne comprende alcuni che vengono normalmente assunti per comuni esigenze terapeutiche,

Sono da ricordare in particolare gli psicofarmaci, gli ansiolitici e gli antidepressivi, ma anche altri farmaci come gli antistaminici, i cardiovascolari e i medicinali che agiscono con la vista.

Tali farmaci possono compromettere l’idoneità alla guida in quanto peggiorano le capacità psicomotorie e generano sonnolenza.

In Italia esiste per le cause farmaceutiche il solo obbligo di indicare, all’interno di fogli illustrativi, gli eventuali pericoli per chi assume farmaci incompatibili con la guida.

Si tratta, però, di informazione spesso scritta in caratteri quasi illeggibili, che non è sufficiente a porre in opportuno allarme i conducenti.

Per questo motivo sulle scatole dei farmaci che possono creare problemi agli automobilisti dovrebbe essere riportata la scritta "questo medicinale è pericoloso per chi guida" accompagnato da un disegno che rappresenti un’auto stilizzata all’interno di un triangolo rosso di pericolo.

Questa è la proposta che l’Aci ha avanzato qualche tempo fa al Ministro della Salute e alle case farmaceutiche.

A cura dell’Automobile club di Pordenone


Il Sole 24 Ore (Nord Ovest)

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Sabato, 18 Novembre 2006
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