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Decreto sicurezza
Tutti i dettagli. Più potere ai sindaci e misure anti-degrado

Pubblichiamo una sintesi provvedimento appena approvato alla Camera che ha ad oggetto la sicurezza e il contrasto al degrado urbano

Si prevede l’istituzione di un daspo urbano sul modello di quello adottato per gli stadi; nuove misure contro i writers; divieto di accesso ai pub e agli altri locali pubblici per chi è stato condannato per droga; l’arresto in flagranza differita; più strumenti ai sindaci per ordinanze in materia di sicurezza con particolare riferimento agli orari di vendita e di somministrazione di bevande alcoliche; norme più chiare sulle occupazioni abusive di immobili. Azioni concrete che potranno essere adottate anche in ambito locale.

OK A TURNOVER POLIZIA LOCALE: 80% DA QUEST’ANNO - Via libera ai Comuni in regola con i saldi di finanza pubblica di assumere personale di polizia locale già nel 2017 in sostituzione di quello cessato dal servizio. In particolare, si consente ai Comuni di assumere personale di polizia locale a tempo indeterminato nel limite di un contingente corrispondente all’80% della spesa relativa allo stesso personale cessato nell’anno precedente per il 2017 e 100% per il 2018. Rimane l’obbligo di non superare il tetto della spesa di personale stabilito dalla normativa in vigore. Con l’intervento, in sostanza si consente di anticipare dal 2019 al 2017 il ritorno alla disciplina prevista a regime nel 2014 e sospesa per il triennio 2016-18. L’intervento non comporta nuovi o maggiori oneri a carico dello Stato, ma “solo una mera ricomposizione tra le voci di spesa dei bilanci degli enti sottoposti agli obiettivi del pareggio di bilancio”, spiega la relazione tecnica.

EQUO INDENNIZZO PER LA MUNICIPALE (MA NO PENSIONE PRIVILEGIATA) - Ok all’equo indennizzo per la polizia municipale così come al rimborso delle spese di degenza per causa di servizio. La modifica approvata prevede l’allargamento dei benefici alla municipale dell’equo indennizzo e del rimborso delle spese di degenza per causa di servizio, ma non la pensione privilegiata. Gli oneri previsti sono stabiliti in 2,5 milioni l’anno dal 2017.

7 MLN A COMUNI PER TELECAMERE. 30 PER 2018-19
-  L’aula della Camera ha poi approvato un emendamento in base al quale si stabilisce che “per l’istallazione di sistemi di videosorveglianza da parte dei Comuni è autorizzata la spesa di 7 milioni di euro per l’anno 2017 e di 15 per ciascuno degli anni 2018 e 2019″. Sarà un decreto del ministero dell’Interno, di concerto con il Mef, a definire le modalità presentazione delle richieste da parte dei Comuni interessati e i criteri di ripartizione delle risorse.

POSSIBILI SCONTI IMU-TASI PER VIDEOSORVEGLIANZA CON VIDEO-ALERT - Approvato un emendamento per favorire la diffusione di telecamere di sorveglianza innovative prevedendo benefici fiscali per chi si fa carico dell’investimento. La norma, contenuta in un emendamento a prima firma Domenico Menorello (Ci) e modificata dalle commissioni, stabilisce che i Comuni possano deliberare detrazioni Imu o Tasi per categorie specifiche che si fanno carico dell’investimento. La categorie sono: enti gestori di edilizia residenziale, amministratori di condomini, imprese, anche individuali, dotate di almeno dieci impianti, nonché associazioni di categoria ovvero consorzi o comitati costituiti fra imprese, professionisti o residenti. Il beneficio però non sarà per tutti i sistemi di sorveglianza, ma solo quelli tecnologicamente avanzati, cioè dotati di software di analisi video per il monitoraggio attivo con invio di allarmi automatici a centrali delle forze dellordine o di istituti di vigilanza convenzionati.

TORNA FLAGRANZA DIFFERITA PER REATO DA STADIO (E NON SOLO)
- Torna l’arresto con flagranza differita per chi commette reati da stadio. La misura era scaduta il 30 giugno 2016. Con la modifica approvata la possibilità sarà in vigore dall’entrata in vigore del dl fino al 30 giugno 2020. L’arresto legato a reati in occasione di manifestazioni sportive sarà quindi considerato in flagranza anche se effettuato dopo 48 ore dai fatti.

ANCHE PER MANIFESTAZIONI DI PIAZZA
- Ok alla possibilità di arresto in flagranza differita anche per le manifestazioni di piazza. Nello specifico, con l’emendamento frutto di una riformulazione di un emendamento a prima firma Mara Carfagna (FI), si prevede che “nel caso di reati commessi con violenza alle persone o alle cose, compiuti alla presenza di più persone anche in occasioni pubbliche, per i quali è obbligatorio l’arresto, quando non è possibile procedere immediatamente all’arresto per ragioni di sicurezza o incolumità pubblica, si considera comunque in flagranza” l’arrestato “sulla base di documentazione video fotografica dalla quale emerga inequivocabilmente il fatto, ne risulta autore, sempre che l’arresto sia compiuto non oltre il tempo necessario alla sua identificazione e, comunque, entro le 48 ore dal fatto”. In sostanza, quindi, si allarga la possibilità della flagranza differita (che lo stesso dl ha reintrodotto per i reati da stadio, di cui abbiamo già parlato) per le manifestazioni di piazza. Anche per questa fattispecie la norma entra in vigore con la legge fino al 30 giugno 2020.

DASPO SPACCIATORI VICINO A SCUOLE
- Allargato il Daspo per gli spacciatori. Il provvedimento originaria prevedeva che il questore può disporre il divieto di accesso ai locali pubblici o a esercizi analoghi, o lo stazionamento nelle immediate vicinanze dove si è commesso il reato di spaccio (certificato con sentenza definitiva o confermata in grado di appello). La modifica intervenuta ha compreso tra i luoghi interessati al Daspo anche quelli vicino a scuole, plessi scolastici e sedi universitarie. Il divieto di accesso – è stato specificato – è disposto individuando modalità applicative con le esigenze di mobilità, salute, lavoro e studio del destinatario.

DM VIMINALE SU ACCESSO BANCHE DATI A MUNICIPALE. MA SENZA ONERI
- Il decreto del ministro dell’Interno che dovrà determinare i criteri per favorire il rafforzamento della cooperazione, informativa e operativa, tra le Forze di polizia e la Polizia municipale (già presente nel provvedimento) dovrà riguardare anche l’accesso alle banche dati. Lo prevede un emendamento al dl Sicurezza delle commissioni Giustizia e Affari costituzionali approvato in aula alla Camera. Un altro dm, sempre dell’Interno, definirà i livelli di accesso alle bacnhe dati anche per “assicurare il rispetto della clausola di invarianza finanziaria”.

OK A CONCORSI PER 112 MA SE IN REGIONE NON C’È MOBILITÀ -
Ok a bandi regionali per l’assunzione di personale per la gestione del numero unico europeo 112 per le emergenze, ma solo se in Regione non c’è personale in mobilità che possa assolvere al compito. Nello specifico, si prevede che per le attività connesse al numero unico europeo 112, le Regioni che hanno rispettato gli obiettivi del pareggio di bilancio possono bandire concorsi per l’assunzione a tempo indeterminato (in rapporto al numero di abianti). Le procedure concorsuali sono, però, “subordinate alla verifica dell’assenza di personale in mobilità o in esubero nell’ambito della medesima amministrazione con caratteristiche professionali adeguate alle mansioni richieste”.

PATTI SICUREZZA PIÙ LARGHI
- Rivisti, e allargati, gli obiettivi dei Patti per la sicurezza, quelli sottoscritti tra il prefetto e il sindaco, su proposta del ministro dell’Interno, con accordo sancito in sede di Conferenza Stato-città e autonomie locali, per individuare epecifici interventi per la sicurezza urbana. Tra gli obiettivi rintrano: prevenzione e contrasto (quest’ultima fattispecie è stata aggiunta) dei fenomeni di criminalità diffusa e predatoria, attraverso servizi e interventi di prossimità, in particolare a vantaggio delle zone maggiormente interessate da fenomeni di degrado, anche coinvolgendo (ed è un’altra novità), mediante appositi accordi, le reti territoriali di volontari per la tutela e la salvaguardia dell’arredo urbano, delle aree verdi e dei parchi cittadini, nonché attraverso l’installazione di sistemi di videosorveglianza; promuovere l’inclusione, della protezione e della solidarietà sociale mediante azioni e progetti per l’eliminazione di fattori di marginalità, anche valorizzando la collaborazione con enti o associazioni operanti nel privato sociale, in coerenza con le finalità del Piano nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale. E ancora: promozione del rispetto del decoro urbano anche nelle arre in cui insistono plessi scolastici e sedi universitarie, oltre che musei, aree e parchi archeologici, complessi monumentali a prescindere dal flusso turistico di cui sono interessati.

RIMODULATO (A RIBASSO) STOP LICENZA A CHI VENDE ALCOL A MINORI
- Rimodulati termini della sospensione della licenza per chi non rispetta, per più volte, il divieto di vendita di alcolici ai minorenni. La normativa attuale prevede che se il fatto è commesso più di una volta si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 2.000 euro con la sospensione dell’attività per tre mesi. Con un emendamento approvato nelle commissioni, a firma Pd, si stabilisce che la sospensione può avere una durata da 15 giorni a tre mesi.

POSSIBILE SOSPENSIONE LICENZA IN LOCALI ‘PERICOLOSI’
- Il questore potrà sospendere la licenza di un esercizio nel quale siano avvenuti tumulti o gravi disordini, o che sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose o che, comunque, costituisca un pericolo per l’ordine pubblico, per la moralità pubblica e il buon costume o per la sicurezza dei cittadini. Con la modifica intervenuta alla Camera, si estende il potere del questore di sospensione della licenza, attualmente rivolto ai pubblici esercizi, anche agli esercizi di vicinato.

MULTE (SALATE) PER PARCHEGGIATORI ABUSIVI, MA NIENTE CARCERE
- Fino a 3.500 euro di multa per i parcheggiatori abusivi, che possono arrivare a 7mila in caso di reiterazione o se sono impiegati minori. Lo prevede un emendamento al dl Sicurezza approvato in aula alla Camera. La modifica approvata, presentata dalla commissione Giustizia, prevede nello specifico la sanzione amministrativa da 1.000 a 3.500 per chi svolge l’attività di parcheggiatore abusivo. Se nell’attività sono impiegati minori o in caso di reiterazione la sanzione è raddoppiata. In ogni caso scatta la confisca delle somme percepite attraverso l’attività. Escluso (anche se richiesto da più parti) il carcere.

MENO SEVERITÀ SE IN CASA OCCUPATA C’È MINORE
- Meno severità per chi occupa case se sono presenti minorenni o persone meritevoli di tutela. L’aula della Camera ha approvato un emendamento, a firma Pd, al dl Sicurezza che interviene su un decreto del 2014 sull’emergenza abitativa (riguardava pure Expo). Il provvedimento del 2014 aveva disposto che chi occupa abusivamente un immobile senza titolo non possa chiedere la residenza nè l’allacciamento a pubblici servizi (cioè acqua, luce, gas, telefonia) in relazione all’immobile stesso. Inoltre, sempre in relazione agli occupanti, si era stabilita l’impossibilità di partecipare alle procedure di assegnazione di alloggi della stessa natura per i cinque anni successivi alla data di accertamento dell’occupazione abusiva. Con il dl Sicurezza si sancisce che il sindaco, in presenza di persone minorenni o meritevoli di tutela, può dare disposizioni in deroga a queste previsioni.

NO INTERVENTO SU SLOT
- Non è passato l’emendamento al dl Sicurezza che avrebbe assegnato al sindaco la competenza sugli orari di apertura delle sale giochi. Nello specifico, la proposta di modifica avrebbe previsto che le ordinanze del sindaco, per superare “situazioni di grave incuria o degrado del territorio o di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana”, sarebbero potute intervenire in materia di orari di apertura delle sale gioco. Le ordinanze sarebbero potute intervenire anche sull’orario di esercizio delle slot machine qualora fossero posizionate in luoghi diversi dalle sale gioco, tipo in un bar. E ancora, la proposta di modifica avrebbe previsto la possibilità di limitare, attraverso regolamenti comunali, la distribuzione sul territorio delle sale “attraverso l’imposizione di distanze minime da scuole o altri luoghi frequentati da minori”.

E NIENTE CODICE IDENTIFICATIVO POLIZIA  - Presentato eppoi ritirato l’emendamento per introdurre il codice identificativo sulle divise della polizia. Il codice non sarebbe stato personale (non sarebbe stato possibile risalire al singolo poliziotto), ma avrebbe permesso di riconoscere il reparto di appartenenza (formato da circa 40 uomini, variabile a seconda dei casi). La norma avrebbe stabilito anche il divieto al personale in servizio di ordine pubblico di usare caschi e uniformi assegnati ad operatori di altri reparti. In caso di mancato rispetto della disposizione sarebbe scattata una sanzione di 2.500 euro oltre la sanzione disciplinare. L’emendamento per introdurre il codice identificativo dei reparti di polizia è stato ritirato “per mere ragioni tecniche. La volontà del Governo è introdurlo e nel proseguo del percorso di conversione del decreto sarà cura dell’Esecutivo agire perchè quella norma possa essere inserita in questo provvedimento”, ha spiegato il vice ministro all’Interno, Filippo Bubbico, durante i lavori d’aula.

 


Tutti i contenuti del Decreto sicurezza approvato alla Camera e che ora passerà all’approvazione del Senato. (ASAPS)


Lunedì, 20 Marzo 2017
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