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Articoli 25/05/2016

Toscana
La legge è uguale per tutti … o quasi - anche a pochi chilometri di distanza. Una conferma che l’omicidio stradale serve per avere giustizia

Di Stefano Guarnieri*
I rilievi della Polizia stradale in via di Fattoria a Ponte Buggianese, dove nell'ottobre 2014 perse la vita Massimo Massimi di 17 anni (foto Nucci - da iltirreno.gelocal.it)

 

Tre storie simile di giovani uccisi da criminali stradali sono stati affrontati nelle scorse settimane da diverse Procure e tribunali Toscani. Tre storie parallele di omicidi stradali commessi fra il 2014 e il 2015.
Massimo, 17 anni, ucciso nell’ottobre del 2014 a Ponte Buggianese da Fabrizio Matteoli che ha invaso la sua corsia guidando con tasso alcolemico 3 volte superiore al limite.
Giancarlo, 19 anni, ucciso a Prato nel gennaio del 2015 da Habib Aznagh mentre attraversava la strada.  Aznagh non si è messo a disposizione delle autorità immediatamente ma è scomparso e si è costituito dopo due giorni rendendo così impossibile ogni rilievo del suo stato alla guida.
Matteo, 27 anni, ucciso a Firenze nel settembre del 2015, travolto da una macchina guidata da Besmir Shkambaj passata con il rosso ad una velocità superiore ai 50 km/h, limite presente in quell’incrocio. 

Tre storie simili, di comportamenti criminali alla guida, che hanno ucciso tre giovani, il nostro futuro. Per noi simili, non per le procure di Firenze, Prato e Pistoia che hanno visto gli omicidi in maniera molto diversa.
Nel caso di Matteo, la procura di Firenze ha chiesto 6 anni (poi confermati dal giudice e ridotti a 4 per il rito abbreviato) per Shkambaj molto vicino alla pena massima di 7 prevista per il reato, dimostrando di aver considerato la gravità del fatto. La procura di Pistoia aveva accettato un patteggiamento da parte di Fabrizio Matteoli per una pena di 2 (due) anni, rifiutato dal giudice che ha rinviato, tenuto anche conto che per un incidente di questo genere anche con la legge precedente  la pena massima prevista dal reato è di 10 anni.
Infine la Procura di Prato aveva richiesto 3 anni per Aznagh alzati poi a 3 anni e 3 mesi dal giudice (ridotti poi a due anni e due mesi per il rito abbreviato).

Purtroppo le tre storie ci dimostrano che, anche nel raggio di pochi chilometri (Firenze, Prato, Pistoia) l’estrema discrezionalità della magistratura e la diffusa mancanza di percezione di gravità per i reati stradali da parte di molte procure, creano delle difformità di trattamento per i colpevoli. Tutto ciò ci lascia forti dubbi sul principio costituzionalmente garantito di uguaglianza di fronte alla legge. E conferma, anche se non ce ne era bisogno, che l’introduzione del reato di omicidio stradale alzando la pena minima per molti reati stradali, è una cosa profondamente giusta!
La strada verso il cambiamento è appena iniziata ed è sicuramente in salita.

*Vice presidente dell’associazione Lorenzo Guarnieri Firenze

 




 

Tre omicidi della strada avvenuti nella stessa regione a distanza di pochi chilometri, giudicati in tre modi diversi. (ASAPS)

Mercoledì, 25 Maggio 2016
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