Toscana
La legge è uguale per tutti … o quasi - anche a pochi chilometri di distanza. Una conferma che l’omicidio stradale serve per avere giustizia
Tre storie simile di giovani uccisi da criminali stradali sono stati affrontati nelle scorse settimane da diverse Procure e tribunali Toscani. Tre storie parallele di omicidi stradali commessi fra il 2014 e il 2015.
Massimo, 17 anni, ucciso nell’ottobre del 2014 a Ponte Buggianese da Fabrizio Matteoli che ha invaso la sua corsia guidando con tasso alcolemico 3 volte superiore al limite.
Giancarlo, 19 anni, ucciso a Prato nel gennaio del 2015 da Habib Aznagh mentre attraversava la strada. Aznagh non si è messo a disposizione delle autorità immediatamente ma è scomparso e si è costituito dopo due giorni rendendo così impossibile ogni rilievo del suo stato alla guida.
Matteo, 27 anni, ucciso a Firenze nel settembre del 2015, travolto da una macchina guidata da Besmir Shkambaj passata con il rosso ad una velocità superiore ai 50 km/h, limite presente in quell’incrocio.
Tre storie simili, di comportamenti criminali alla guida, che hanno ucciso tre giovani, il nostro futuro. Per noi simili, non per le procure di Firenze, Prato e Pistoia che hanno visto gli omicidi in maniera molto diversa.
Nel caso di Matteo, la procura di Firenze ha chiesto 6 anni (poi confermati dal giudice e ridotti a 4 per il rito abbreviato) per Shkambaj molto vicino alla pena massima di 7 prevista per il reato, dimostrando di aver considerato la gravità del fatto. La procura di Pistoia aveva accettato un patteggiamento da parte di Fabrizio Matteoli per una pena di 2 (due) anni, rifiutato dal giudice che ha rinviato, tenuto anche conto che per un incidente di questo genere anche con la legge precedente la pena massima prevista dal reato è di 10 anni.
Infine la Procura di Prato aveva richiesto 3 anni per Aznagh alzati poi a 3 anni e 3 mesi dal giudice (ridotti poi a due anni e due mesi per il rito abbreviato).
Purtroppo le tre storie ci dimostrano che, anche nel raggio di pochi chilometri (Firenze, Prato, Pistoia) l’estrema discrezionalità della magistratura e la diffusa mancanza di percezione di gravità per i reati stradali da parte di molte procure, creano delle difformità di trattamento per i colpevoli. Tutto ciò ci lascia forti dubbi sul principio costituzionalmente garantito di uguaglianza di fronte alla legge. E conferma, anche se non ce ne era bisogno, che l’introduzione del reato di omicidio stradale alzando la pena minima per molti reati stradali, è una cosa profondamente giusta!
La strada verso il cambiamento è appena iniziata ed è sicuramente in salita.
*Vice presidente dell’associazione Lorenzo Guarnieri Firenze
Tre omicidi della strada avvenuti nella stessa regione a distanza di pochi chilometri, giudicati in tre modi diversi. (ASAPS)